RIGENERAZIONE

Roma, oltre un miliardo di investimenti per rigenerare il Flaminio

Dallo stadio alle ex caserme Guido Reni, passando per il Villaggio Olimpico: sono diverse le operazioni di rigenerazione che stanno per cambiare il volto del quartiere. Per Guido Reni si è aperta la fase 3, ovvero via libera alle offerte vincolanti per il progetto di riqualificazione atteso da decenni e che coinvolge oltre 50mila metri quadri con un investimento da 500 mln di euro. Per lo stadio Flaminio è arrivata la bocciatura da parte della giunta comunale dell’interesse pubblico per il progetto presentato dalla società Roma Nuoto e si punta ora sullo studio della SS Lazio che contempla un investimento di circa 400 mln e un impianto da 55 mila posti.

10 Apr 2025 di Giusy Iorlano

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Roma, oltre un miliardo di investimenti per rigenerare il Flaminio

Piovono investimenti per un miliardo sul Flaminio, quadrante a nord della Capitale e crocevia tra quartieri come Foro Italico, Tor Di Quinto, Parioli, Prati e Pinciano, in fase di trasformazione. Dallo stadio Flaminio alle ex caserme Guido Reni, passando per il Villaggio Olimpico sono diverse le operazioni di rigenerazione che cambieranno il volto di questo quartiere romano.

Stadio Flaminio

Tra le novità degli ultimi giorni vi è la bocciatura da parte della giunta comunale dell’interesse pubblico per il progetto presentato dalla società Roma Nuoto per il recupero dello stadio Flaminio, opera tutelata, costruita da Pierluigi Nervi tra il 1957 e il 1959. Tecnicamente la giunta ha approvato il mancato interesse pubblico su una proposta che ha ritenuto “depotenziasse” l’impianto. Il progetto di fattibilità, che a questo punto non ha speranze salvo surreali ribaltoni in Assemblea capitolina, era stato elaborato da Costruzioni civili e commerciali Spa, in qualità di mandataria del Raggruppamento temporaneo di imprese costituito con la Rubner Holzbau Srl e dalla Ssd Roma Nuoto Arl. La mandataria è un’impresa romana di costruzioni sociali, mentre l’altra è un’azienda altoatesina con sedi anche in Austria, Francia e Germania. Insieme alla Ssd avevano proposto un investimento da 55 milioni di euro per realizzare una piscina olimpionica da 50 metri, campi da padel, una pista per il pattinaggio e una per l’hockey su ghiaccio, un’area commerciale da 2.500 metri quadrati ma – questo il punto di caduta per la giunta – riducendo la capienza dagli attuali 42 mila ai futuri 7.500 posti. Così il progetto “depotenzia le potenzialità dello stadio quale polo attrattore culturale” e “non restituisce alla città la funzione primaria per la quale la struttura è stata progettata, quella di stadio”, si legge nel documento della giunta comunale. Quindi no, grazie, avanti il prossimo. E il prossimo, che adesso spera, pur non avendo ancora individuato una società di costruzione poichè è nella fase del progetto di pre-fattibilità è Claudio Lotito, presidente della Ss Lazio e senatore di Forza Italia. Lo studio della squadra biancoceleste, illustrato in Campidoglio alla giunta, alla fine dello scorso anno, contempla un investimento di circa 400 milioni e un impianto da 55 mila posti, corredato da spazi commerciali e verdi a disposizione del quartiere. Il progetto della Ss Lazio è arrivato dopo un lungo tira e molla, fatto di silenzi e inviti, tra l’assessore comunale Alessandro Onorato e il patron Lotito, intervallato da interessi, ipotizzati ma mai concretizzati, di Cassa depositi e prestiti a prendere in carico il recupero del bene. E’ arrivato, Lotito, quando ormai si era conclusa la conferenza dei servizi per la proposta della Roma Nuoto, e ha sparigliato le carte, tanto che la Ssd qualche settimana fa aveva già avanzato ricorso al Tar, in assenza di risposte da Palazzo Senatorio, nei tempi previsti.

Ex caserme Guido Reni

Il futuro è da scrivere, ma non soltanto sullo stadio. Secondo fonti vicine al dossier ci sarebbero già sei società (le milanesi Coima, Generali e Kryalos, la statunitense Hines, le romane Investire Sgr e Fabrica Sgr del gruppo Caltagirone) che hanno risposto alla chiamata di Cassa depositi e prestiti, che potrebbero presentare offerte non vincolanti per candidarsi insieme a Cdp per riqualificare l’ex area militare di via Guido Reni. Obiettivo è riuscire a rigenerare quello che è stato ribattezzato dagli addetti ai lavori come il principale progetto di riqualificazione urbana dell’anno. Sull’area delle ex caserme Guido Reni è, infatti, prevista la costruzione di abitazioni – per una superficie utile lorda di 35 mila metri quadrati, di cui 6 mila di edilizia convenzionata e il resto di edilizia libera -, negozi (4 mila metri quadrati), hotel (6 mila metri quadrati) e il nuovo Museo della Scienza che nelle intenzioni dovrebbe essere inaugurato nel 2028.

Un progetto da circa 500 milioni di euro totali, di cui 43 milioni andranno in oneri concessori al Comune di Roma e saranno dirottati da Palazzo Senatorio a copertura parziale dell’investimento da 70 milioni previsto per il Museo della Scienza, che si svilupperà su 20 mila dei 50 mila metri quadrati totali. Il restante spazio sarà nelle mani dei futuri investitori con cui Cdp,proprietaria dell’area, condurrà la riqualificazione. Diversi operatori, interpellati da DiarioDiac preferiscono, però, in questa fase delicata non commentare. Mancano ancora poche settimane, infatti, alla chiusura della presentazione delle offerte. Cdp punta ad assegnare il progetto entro luglio.

Si tratta del secondo bando riguardante le caserme Guido Reni. La prima gara, durata ben 11 mesi, si è conclusa a novembre con un nulla di fatto. L’unica offerta vincolante giunta sul tavolo di Scotti era stata quella di Coima, giudicata però non soddisfacente. Gli altri operatori avevano scelto di non partecipare alle fasi finali, viste le difficoltà a definire un piano economico-finanziario che garantisse un ritorno adeguato su un progetto complicato, ritenuto estremamente costoso e blindato dagli accordi già sottoscritti con il Comune di Roma.

Gli altri finanziamenti

Ai grandi investimenti nell’area si aggiungono piccoli finanziamenti pubblici: due milioni per abbattere le barriere architettoniche a piazzale Flaminio nelle vicinanze della stazione, un milione e mezzo per la riqualificazione del Villaggio Olimpico, un milione per il parco d’affaccio sul Tevere e 500 mila euro per la sistemazione della banchina destra del fiume. Ma è possibile che, oltre a dover trovare la trentina di milioni che servono per sostenere il progetto del Museo della Scienza, il Campidoglio debba iniziare a cercare anche le risorse che serviranno a sciogliere la viabilità nel quadrante che – tra Auditorium, Maxxi, Museo della Scienza, Stadio Olimpico e Stadio Flaminio, tra partite, eventi e concerti – promette di diventare una gabbia per residenti e automobilisti, non soltanto del Flaminio ma anche dei quartieri limitrofi.

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