DEMANIO

Un accordo per la valorizzazione GREEN dell’ex isola carcere di Pianosa

Obiettivo è quello di sviluppare progetti di valorizzazione e razionalizzazione degli edifici del patrimonio immobiliare pubblico presenti sull’isola dell’arcipelago toscano e creare nuovi poli di attrazione sociale e culturale in una logica di economia circolare, caratterizzati dall’utilizzo di materiali eco-compatibili e tecnologie innovative integrate, anche per la produzione di energia pulita. Nelle prossime settimane è previsto l’avvio di un Tavolo Tecnico Operativo per definire un primo portafoglio di beni da valorizzare e le attività ad essi associati.

04 Giu 2025 di Giusy Iorlano

Condividi:
Un accordo per la valorizzazione GREEN dell’ex isola carcere di Pianosa

Un’isola speciale, dove vissero rinchiusi terroristi e mafiosi, ora vedrà una nuova vita più ‘sostenibile’. E’ Pianosa, l’ex isola carcere nell’arcipelago toscano, nelle cui celle passarono da Renato Curcio a Leoluca Bagarella a tanti altri detenuti: fino al 1997 quando la prigione venne chiusa. Ora strada aperta alla valorizzazione green, attraverso interventi di rigenerazione urbana degli edifici del patrimonio immobiliare pubblico con la creazione di nuovi poli di attrazione sociale e culturale in una logica di economia circolare, con l’utilizzo di materiali eco-compatibili e tecnologie innovative integrate, anche per la produzione di energia pulita. Lo prevede un accordo firmato il 4 giugno dal presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, dal direttore Ufficio I del Provveditorato regionale del ministero della Giustizia, Francesco Ruello, dal presidente dell’Ente Parco nazionale Arcipelago Toscana, Giampiero Sammuri, dal sindaco di Campo nell’Elba (Livorno), Davide Montauti, dal direttore regionale Toscana dell’Agenzia del Demanio, Raffaella Narni, e dal soprintendente Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Pisa e Livorno, Valerio Tesi.

Il piano di azione

Il progetto risponde agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030 dell’Onu e prevede un approccio innovativo per affrontare le sfide ambientali e istituzionali. Le linee di intervento sui beni, organizzate secondo un “Piano di azione” condiviso, si articolano in diverse fasi e obiettivi, spiega l’Agenzia del direttore Alessandra dal Verme. Valorizzazione: recupero e destinazione a nuove attività sociali, culturali e turistiche; razionalizzazione: rigenerazione e riuso di beni non più in uso per funzioni pubbliche; sviluppo: interventi di rigenerazione per promuovere investimenti privati e pubblici, gestione: controllo e interventi su beni già in uso, grazie ai fondi pubblici.

Nelle prossime settimane è previsto l’avvio di un Tavolo tecnico operativo per definire un primo portafoglio di beni da valorizzare e le attività ad essi associati.

L’isola

Alla fine dell’Ottocento a Pianosa, antica Planasia, venivano spediti i detenuti malati di tubercolosi nell’errata convinzione che l’aria di mare potesse giovare loro. Un lazzaretto in mezzo al mare, insomma, che rimase in funzione fino al 1965. Poi negli anni Settanta, per volere del generale Dalla Chiesa, l’Agrippa divenne un carcere di massima sicurezza dove furono ospitati brigatisti rossi come Renato Curcio e più tardi, negli anni Ottanta e Novanta, i capi della camorra e i boss mafiosi come Leoluca Bagarella e Nitto Santapaola. A sottolineare l’inviolabilità di Pianosa non ci si accontentò dell’isolamento, ma fu costruito un lungo muro in cemento armato che fungeva da fortificazione e che è ancora in piedi.

Questo fino al 1997, quando l’ultimo detenuto per mafia fu trasferito sul continente e il carcere fu dismesso. Ma le vicissitudini della “diramazione Agrippa” hanno segnato profondamente la storia e l’aspetto di tutta l’isola. La maggioranza degli immobili presenti sull’isola si trova in stato d’abbandono, come ha più volte denunciato il presidente del Parco nazionale dell’Arcipelago Toscano, Gianmarco Sammuri. Pianosa è quasi tutta del Demanio, ad eccezione di pochi edifici di proprietà del Comune di Campo nell’Elba attualmente in uso.

Ora la svolta, con diversi immobili che saranno al centro di un processo di valorizzazione sostenibile, volto a preservare e valorizzare questo patrimonio dell’ex colonia penale agricola che oggi si presenta come “un sistema integrato di cultura e natura, dove sarà possibile promuovere un modello di gestione rispettoso dell’ambiente e capace di generare opportunità di crescita sociale, culturale ed economica per la comunità e per le future generazioni”, sottolinea l’Agenzia.

Argomenti

Argomenti

Accedi