IL PROGETTO
Derby per il Flaminio: il futuro SOSPESO tra la Roma Nuoto (in conferenza dei servizi) e la SS Lazio (ancora fermo ai rendering)
Con la riapertura della conferenza dei servizi, che sarà monitorata dall’Anac, quello della Roma Nuoto è ora l’unico progetto incardinato in una procedura amministrativa, pubblica e ufficiale. Di quello del presidente biancoceleste Claudio Lotito si conosce solo qualche rendering. Slitta a fine novembre parere della Conferenza dei servizi

Il progetto della Lazio
IN SINTESI
Un investimento da 75 milioni di euro che punta al recupero dell’esistente e che prevede aree non soltanto per il nuoto ma anche per altri sport e attività come la danza, la boxe e la scherma: è il progetto presentato da un gruppo di imprese noto come ‘Roma Nuoto’ per lo stadio Flaminio, lo scorso 25 settembre nel corso della commissione Sport capitolina presieduta da Ferdinando Bonessio. L’unico progetto, ha ricordato Bonessio, tuttora ufficialmente presentato e sul quale è stata riaperta lo scorso 5 settembre la Conferenza dei servizi per ordine del Tar. Il parere della Cds, prima novità emersa dalla commissione, slitterà di un mese: era previsto per il 20 ottobre ma si andrà al 20 novembre per permettere ai proponenti di rispondere ad alcune richieste di integrazione da parte del dipartimento alla Mobilità e dalla Soprintendenza. Con la riapertura della conferenza dei servizi, che sarà monitorata dall’Anac, quello della Roma Nuoto è ora l’unico progetto incardinato in una procedura amministrativa, pubblica e ufficiale.
Il progetto della Roma Nuoto
Un “oggetto monumentale” ma “permeabile, attraversabile” con attorno un parco curato in collaborazione con l’Orto Botanico di Roma e dentro una casa dello sport femminile per le squadre della Roma, della Lazio e la nazionale del calcio e del rugby. Dentro, sotto il campo, una piscina olimpionica da 50 metri e una pista di ghiaccio. La curva nord e quella sud ospiteranno i negozi di quartiere, gli altri spazi saranno a disposizione di un club di calcio, un centro di medicina sportiva, una palestra per la danza, una per il pugilato e una per la ginnastica e la scherma. Sono contemplati campi da padel che potranno essere omologati per i campionati internazionali. In uno spazio sarà ospitato un piccolo museo delle opere di Pierluigi Nervi, che progettò l’impianto. Sono previsti parcheggi e accessi per i disabili, oltre che un’apertura costante dell’impianto che consentirebbe di collegare due altri gioelli architettonici, l’Auditorium e il Maxxi fino al Ponte della Musica.
L’architetto Riccardo Drisaldi si è detto molto sicuro di sè: “Il nostro progetto l’abbiamo presentato nel 2020 ma ci abbiamo messo anni a prepararlo e prevede un recupero totale di un bene che rispetta gli studi universitari precedenti, il nostro lavoro non interferisce sulla struttura esistente, l’anima del progetto è un recupero per dare una casa a tutti quegli sport che non ce l’hanno”, ha spiegato. Nel merito delle richieste di integrazione, “la mobilità – ha spiegato Drisaldi – ci ha chiesto un adeguamento dei parcheggi e uno studio della mobilità rimodulato poiché abbiamo ridotto le superfici commerciali”. La Soprintendenza invece ha dato una indicazione in merito al rialzo del campo erboso. Drisaldi ha spiegato che esso verrà rialzato di circa tre metri: “Andiamo a togliere del ‘rilevato’ depositato all’interno dello stadio al momento della costruzione, come emerge dalla stratigrafia e dai progetti originali. Vi realizziamo una piscina olimpionica da 50 metri, una struttura commerciale di 2500 mq che sostiene economicamente i 75 milioni che andiamo a investire, una pista di ghiaccio aperta al pubblico e dei campi di padel che potranno essere omologati, così come chiede la Federazione, per i campionati internazionali. Si recupera anche la parte al di sotto delle strutture esistenti: la piscina da 25 metri, le palestre della scherma e della boxe. Ci saranno anche dei negozi di vicinato”.
La struttura del Flaminio, da progetto, ospiterà anche un centro per la medicina sportiva, che attualmente non esiste. Tutto attorno un parco, con tanti ingressi e una recinzione sul modello dei grandi parchi romani come Villa Borghese, che ‘dialogherà’ urbanisticamente con il contiguo Auditorium. “Noi crediamo fermamente in questo progetto – ha detto il presidente di Roma Nuoto Nicolò Cristofaro – E’ un progetto che non altera lo stadio di Nervi, si rimette al centro di un quartiere bello e popoloso come il Flaminio una struttura per l’aggregazione sociale di tutto il quartiere”.
Il progetto e’ al vaglio della conferenza dei servizi. “Si tratta di un progetto di partenariato pubblico privato, il soggetto che ha presentato la proposta e’ il soggetto proponente, deve essere poi bandita una gara pubblica a cui puo’ partecipare il proponente ma anche altri soggetti. In quella sede si calcoleranno gli anni di concessione per il rientro dell’investimento”, ha chiarito il presidente Bonessio.
Il progetto della SS Lazio
Ad oggi solo una cosa è certa. L’unico progetto realmente presentato per la riqualificazione del Flaminio è questo di un raggruppamento temporaneo d’impresa, di cui fa parte la Roma Nuoto. Di quello del Credito Sportivo in joint venture con Cassa Depositi e Prestiti in Campidoglio non c’è ancora traccia. Mentre c’è un documento firmato dai designer ingaggiati dal presidente della Lazio Claudio Lotito e presentato al sindaco Roberto Gualtieri durante l’estate. Il presidente biancoceleste dovrebbe presentare formalmente il piano di pre-fattibilità, un passo cruciale per avviare ufficialmente l’iter di approvazione del progetto del club per lo stadio Flaminio, nelle prossime settimane. Per questo progetto la Lazio si è detta pronta ad investire oltre 250 milioni per riqualificare l’esistente stadio ideato da Pier Luigi Nervi nel 1959 ma inutilizzato da quasi 10 anni, e portarlo ad una capienza pari a 50 mila posti, più che raddoppiando gli attuali 24 mila spettatori. Il rinnovo del Flaminio dovrebbe, così, terminare nella migliore delle ipotesi a fine 2027, se non l’anno successivo. E c’è già chi dice che il club di Lotito sarebbe già pronto a presentare una doppia ipotesi progettuale in Campidoglio: un Flaminio senza copertura e uno con una copertura mobile da chiudere per i grandi eventi – soprattutto concerti – in modo da ridurre sensibilmente l’impatto acustico sul resto del quartiere. A patto che la Soprintendenza sia d’accordo. E che alla fine il progetto biancoceleste abbia la meglio su quello presentato dalla Roma Nuoto.
L’assessore allo Sport del Comune, Alessandro Onorato, si è detto comunque aperto a valutare tutti i progetti che arriveranno in una conferenza dei servizi tripartita, da cui emergerà il progetto vincitore, ossia quello che riceverà l’approvazione di tutti gli enti coinvolti, compresa la Soprintendenza. L’importante, fa sapere il Comune, è che il progetto per riqualificare un impianto storico, ma inutilizzato, nel cuore della città sia serio. L’obiettivo è far partire i lavori.