LA GIORNATA

Piano strutturale di BILANCIO oggi in Cdm: Pil a +1,2 nel 2025 e nel 2026

  • Gas, Schieppati: Tap seconda fonte. Da gennaio già oltre 8mmc
  • Rinnovabili, Gse: da gennaio ad agosto altri 5Gw di capacità. Oggi oltre 1,8mln di impianti fotovoltaici
  • La proposta di Urso (Mimit): un european automotive act per sostenere lo stop ai motori endotermici nel 2035
  • Edilizia scolastica, conclusa la prima fase dell’accordo Comune di Livorno-Cdp

27 Set 2024

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Il Consiglio dei ministri in programma per oggi si svolgerà a partire dalle 11. Sarà esaminato anche il Piano strutturale di bilancio (Psb), che verrà approvato in Parlamento l’8 ottobre. Tra gli obiettivi, Pil a +1,2% per i prossimi due anni e disavanzo che passerà dal 3,8% di quest’anno al 3,2% del 2025. Nel 2026, arriverà al 2,7%. Spesa netta primaria stimata dall’1,2% all’1,6% dal 2025 al 2027. Infine, le cifre di debito: 137,1% nel 2025 e 138,3 nel 2026.

Gas, Schieppati: Tap seconda fonte. Da gennaio già oltre 8mmc

Dossier energia caldo. Dal gas agli ultimi dati sulle installazioni rinnovabili. “Il Tap è la seconda fonte di approvvigionamento per l’Italia. Siamo riusciti ad andare in esercizio alla fine del 2020, il momento più acuto della crisi e abbiamo contribuito a dare valore all’approvvigionamento per Italia, Grecia e Bulgaria a diversificare le fonti”. Lo ha affermato Luca Schieppati, managing director di Tap, il gasdotto che dall’Azerbaigian arriva alle coste pugliesi, intervenendo all’Energy Summit. “A oggi sono 40 miliardi di metri cubi trasportati e più di otto questo anno. L’Italia è la nostra principale destinazione. In Italia siamo al 15% di quota, in Grecia al 19%. Ciò è accaduto perché siamo riusciti a garantire una grande affidabilità a una infrastruttura appena nata e anche al fatto che gli azeri si sono impegnati con professionalità a portare tanto gas che è sempre cresciuto negli anni”, ha concluso.

Pichetto: Sicilia avanti sui termovalorizzatori. Scorie nucleari in un solo sito, piano mare per l’eolico

“La Regione Sicilia sta andando avanti con il piano rifiuti e con quelli che sono i rifiuti non differenziabili e non riciclabili. Con il governo nazionale abbiamo incaricato come commissario il presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, che sta andando avanti con il piano rifiuti e la Sicilia si doterà presto dei termovalorizzatori”. Così Gilberto Pichetto Fratin, ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, parlando a marine della seconda edizione del Forum Risorsa Mare, organizzata da The European House Ambrosetti, al Marina Yachting di Palermo.

“Le scorie sono di due tipi, quelle ad alta intensità, delle vecchie centrali che sono quasi tutte in Francia e in Inghilterra e che dovremo mettere in depositi geologici che bisognerà valutare, seriamente, dove fare. Poi ci sono le scorie quotidiane, quelle degli ospedali, le scorie degli uffici, quindi quelle civili, che in questo momento sono stoccate un po’ ovunque in tutte le regioni italiane ci sono depositi”, ha detto Pichetto Fratin sul tema nucleare. “La valutazione da fare – ha aggiunto- è che, se è possibile, concentrare queste scorie in un unico deposito. Questo, infatti, altrimenti sarebbe uno spreco di fondi pubblici ed è irrazionale che ogni regione tenga i suoi rifiuti stoccati in più siti”.

Infine, sul tema eolico: “Bisogna da un lato conservare le nostre coste ma dall’altro anche utilizzarle. Il disegno del governo sull’eolico è quello di grandi aree, in mare, a largo, da lottizzare e da assegnare. Il che significa ridefinire il piano mare, attrezzando dei porti – e a tal proposito abbiamo previsto con il decreto Energia almeno due porti – di cui uno potrebbe essere probabilmente in Sicilia”. Con l’offshore, “possiamo creare le condizioni per l’autosufficienza nazionale che non riusciamo a raggiungere con il fotovoltaico a terra. Pertanto, è una sfida che noi dobbiamo portare avanti. Attualmente le richieste per l’eolico offshore sono di quasi 100 gigabyte. Ma si stanno moltiplicando”.

Utilitalia: per la depurazione servono 6,1 miliardi di investimenti

Per adeguare i sistemi di depurazione ai parametri sugli inquinanti emergenti previsti dalla direttiva europea sul trattamento delle acque reflue urbane servono investimenti fino a 6,1 miliardi di euro e costi operativi fino a 800 milioni all’anno. E’ quanto emerge dallo studio di Utilitalia “Progetto monitoraggio microinquinanti nelle acque reflue”, realizzato con Cnr-Irsa e presentato al festival dell’acqua di Firenze. La direttiva Ue prevede una percentuale minima di riduzione dell’80% – attraverso sistemi di trattamento avanzati – di alcune sostanze appartenenti ai farmaci e alla cosmesi.

Secondo le stime di Utilitalia e di Fondazione Utilitatis, i costi legati all’implementazione dei sistemi avanzati di depurazione sono stimati tra un minimo di 1,6 e un massimo di 6,1 miliardi di euro. Come emerge dalla ricerca presentata oggi al Festival dell’Acqua, le acque reflue sono lo specchio delle abitudini dei cittadini, in particolare rispetto al consumo di farmaci e di prodotti cosmetici. Nello studio sono stati indagati 10 microinquinanti emergenti nelle acque reflue e negli effluenti degli impianti di depurazione, con una campagna invernale ed una estiva. Al progetto hanno preso parte 23 gestori, per un totale di 55 impianti di trattamento di acque reflue distribuiti su tutto il territorio nazionale.

Rinnovabili, Gse: da gennaio ad agosto altri 5Gw di capacità. Oggi oltre 1,8mln di impianti fotovoltaici

Tra gennaio e agosto di quest’anno in Italia sono stati installati ulteriori 5 gigawatt di capacità provenienti da impianti fotovoltaici, tecnologia che si conferma trainante sul fronte delle rinnovabili. A fine 2023, infatti, su complessivi 67 gigawatt di capacità installata, 30,3 provenivano dal fotovoltaico, 23 dall’idroelettrico e 12 dall’eolico. Sono i dati forniti ieri da Paolo Arrigoni, presidente del Gse, nel corso della seconda giornata della convention “Energies and Transition Confartigianato High School”, in corso a Chia (Cagliari). “Venticinque anni fa gli impianti fotovoltaici erano 15.000, oggi sono oltre 1.800.000, questo fa capire la complessità nella gestione della rete di distribuzione e di alta tensione e la necessità di installare tanti sistemi di accumulo”, ha ricordato Arrigoni. Ad agosto 2024 “siamo dunque a 72 gigawatt complessivi di capacità installata, ne mancano 59/60 per arrivare all’obiettivo di 131 posto dal Pniec (Piano nazionale integrato per l’energia e il clima) entro il 2030. Bisogna essere ottimisti – ha concluso il presidente del Gestore dei servizi energetici -, il trend dell’installazione è positivo se verifichiamo gli ultimi 4 anni, ma soprattutto ci sono tanti strumenti, alcuni messi a terra recentemente e altri che verranno varati dal governo nei prossimi mesi, tutti i gestiti dal Gse, che hanno dei contingenti che assommati vanno ben oltre l’obiettivo 2030”.

Energia, fabbisogno italiano giù del 23,4% per unità di prodotto dal 2005 al 2022

In crescita l’efficienza energetica ed economica e progressiva decarbonizzazione dell’economia nazionale dal 2005 al 2022. In Italia, il fabbisogno di energia per unità di Pil si riduce del 23,4%, mentre le emissioni di gas serra per unità di PIL si riducono del 32%. Analogamente, diminuiscono dal 2005 le emissioni di gas serra per unità di energia consumata in tutti i principali settori produttivi: -7,8% per l’agricoltura, -10,4% per l’industria e -22,6% per i servizi. Sul fronte delle fonti rinnovabili l’Italia è seconda solo alla Svezia tra i principali Paesi Europei, in termini di quota di consumo interno lordo di energia da fonti rinnovabili. La quota nazionale di energia rinnovabile rispetto al consumo interno lordo è pari a 19% nel 2022, mentre la media Europea è pari a 18,4%. D’altra parte, l’obiettivo delle fonti rinnovabili, calcolato sul consumo finale, vede l’Italia al 19,1% rispetto alla media europea del 23%. È quanto emerge dagli indicatori energetici ed economici in relazione alle emissioni di gas a effetto serra e al consumo di energia nell’edizione 2024 del Rapporto Ispra “Efficiency and decarbonization indicators in Italy and in the biggest European countries”.

Il consumo di energia finale e le emissioni di gas serra per unità di ricchezza prodotta dal settore, collocano l’Italia tra i paesi con i valori più bassi dei 27 Stati Europei (213,5 tCO2/M€ a fronte di una media EU27 di 234,9 tCO2/M€). Diversa, invece, la situazione dei settori terziario e residenziale, dove si registrano in Italia emissioni per unità di ricchezza prodotta superiori alla media EU (18,2 tCO2eq/M€ contro 12,6 tCO2eq/M€ nel terziario; 25,6 tCO2eq/M€ contro 21,4 tCO2eq/M€ nel residenziale). Nel settore dei trasporti le emissioni di gas serra nazionali per unità di ricchezza prodotta sono superiori alla media UE (61,9 tCO2eq/M€ contro 58,3 tCO2eq/M€). Inoltre, le emissioni pro-capite e per unità di PIL delle autovetture in Italia sono più elevate della media europea (1,09 contro 1,01 t CO2eq/ab. e 36,2 contro 32,8 t CO2eq/M€).

La proposta di Urso (Mimit): Un european automotive act per sostenere lo stop ai motori endotermici nel 2035

Anticipare dal 2026 al 2025 la valutazione sullo stop al 2035 delle auto a motore, ma non solo. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha presentato formalmente la proposta italiana sull’automotive a Bruxelles. Istituire un fondo di sostegno per l’intera filiera e per i consumatori che acquistano vetture elettriche prodotte in Europa, adottare un approccio che favorisca la neutralità tecnologica – riconoscendo un ruolo importante ai biofuels, agli e-fuels e all’idrogeno -, definire una strategia per garantire l’autonomia europea nella produzione di batterie, utilizzando materie prime critiche estratte e lavorate nel continente. Queste, le altre ricette.

Per Urso, serve un “Fondo per la Competitività” a supporto di tutti i settori coinvolti nelle transizioni in atto. In questo contesto, l’Italia chiederà una semplificazione degli Ipcei (grandi progetti di interesse comune nell’ambito della ricerca) e la creazione di un nuovo strumento di politica industriale pensato per rispondere alle esigenze delle Pmi.

Federacciai, Gozzi: acciaio green entro il 2030

“Posizionare l’Italia come leader mondiale di acciaio green”. E’ quanto dichiarato da Antonio Gozzi, Presidente di Federacciai, aprendo i lavori dell’Assemblea Pubblica 2024 dell’Associazione, che si è svolta oggi a Vicenza alla presenza del Ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, il Ministro dell’università e della ricerca, Anna Maria Bernini, e il Presidente di Confindustria, Emanuele Orsini. Nel 2023, l’industria siderurgica italiana ha prodotto 21,1 milioni di tonnellate di acciaio, registrando una riduzione del 2,5% rispetto al 2022. Il fatturato del settore è stato stimato tra i 50 e i 60 miliardi di euro l’anno. La produzione di laminati a caldo ha registrato una flessione dell’1,5%, con un output totale di 21,3 milioni di tonnellate. I laminati lunghi, destinati principalmente all’edilizia, hanno subito una contrazione del 2,6%, totalizzando 11,7 milioni di tonnellate, mentre i laminati piani, utilizzati nei settori automotive, meccanico ed elettrodomestico, hanno mantenuto una produzione stabile.

Le imprese italiane continuano a pagare prezzi dell’energia elettrica più alti rispetto ai concorrenti europei. Nel 2023, ad esempio, le imprese energivore tedesche hanno pagato in media 65 euro/MWh, mentre in Italia i costi superavano i 110 euro/MWh. Questa disparità genera uno svantaggio competitivo per le aziende italiane. Le cause includono il mix energetico nazionale, incentivi statali e la mancanza di un mercato elettrico interconnesso a livello europeo. Il sistema del “marginal price” che uniforma il costo dell’energia da fonti rinnovabili e idrocarburi aggrava il problema. Federacciai suggerisce un approccio unificato nell’utilizzo dei proventi d’asta ETS, notando che paesi come Germania e Francia hanno stanziato molto più dell’Italia per sostenere la decarbonizzazione industriale. Un prezzo unico europeo per i settori ad alta intensità energetica potrebbe ridurre tali differenze.

“L’elettrosiderurgia italiana, per quanto riguarda lo Scope 1, è di fatto prossima alla neutralità carbonica” – dichiara Antonio Gozzi, Presidente di Federacciai – «Siamo impegnati a risolvere le residue problematiche legate a piccole emissioni ancora presenti nei forni elettrici e a quelle, seppur limitate, derivanti dall’uso di gas naturale nei forni di riscaldo dei laminatoi. A questo scopo, stiamo lavorando su soluzioni come il biometano e l’idrogeno. L’energia elettrica che acquistiamo dalla rete riflette il footprint carbonico della produzione nazionale, e solo un terzo di essa proviene da fonti rinnovabili. Per raggiungere l’obiettivo del “net zero” o addirittura essere “carbon negative”, abbiamo bisogno di un ulteriore terzo di energia elettrica a zero emissioni di carbonio. Molte delle nostre aziende hanno già investito, e continuano a investire, in impianti per la produzione di energia rinnovabile. Stiamo valutando, come singole aziende o in consorzio, di partecipare alle gare per il rinnovo delle concessioni idroelettriche, che auspichiamo vengano bandite al più presto in conformità alle direttive europee. È essenziale ottenere forniture base-load decarbonizzate e in questo un ruolo fondamentale lo giocano le politiche italiane ed europee».

Bollettino Bce, restrizione dei tassi finché necessaria. Inflazione su nella seconda metà di 2024

“Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finche’ necessario a conseguire questo obiettivo”. E’ quanto si legge nel bollettino economico Bce in cui si ribadisce che “per determinare livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”. In particolare, le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione del consiglio direttivo circa le prospettive di inflazione, alla luce dei dati economici e finanziari più recenti, la dinamica dell’inflazione di fondo e l’intensità della trasmissione della politica monetaria. “Il Consiglio direttivo non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi”.

Quanto all’inflazione, nel bollettino si legge che “dovrebbe tornare ad aumentare nell’ultima parte di quest’anno, anche perché i precedenti bruschi ribassi dell’energia cesseranno di rientrare nel calcolo dei tassi sui dodici mesi, per poi scendere verso l’obiettivo del Consiglio direttivo nel corso della seconda metà del prossimo anno”. Situazione economica: “I dati più recenti segnalano il proseguire, seppure a un ritmo lento, dell’espansione economica nel terzo trimestre del 2024”. Inoltre, “i rischi per la crescita economica restano orientati verso il basso”. Infine, “l’attuazione piena, trasparente e tempestiva del nuovo quadro di governance economica dell’Ue aiuterà i governi a ridurre stabilmente il disavanzo di bilancio e il rapporto debito/Pil”.

Istat: fiducia imprese e consumatori in aumento

A settembre 2024 sia l’indice del clima di fiducia dei consumatori sia l’indicatore composito del clima di fiducia delle imprese sono stimati in aumento (da 96,1 a 98,3 e da 94,7 a 95,7, rispettivamente). Lo rileva l’Istat nel suo aggiornamento mensile. Tra i consumatori, si evidenzia un diffuso miglioramento delle opinioni, soprattutto quelle sulla situazione personale e corrente: il clima economico aumenta da 102,3 a 103,9, il clima personale cresce da 93,8 a 96,3, quello corrente sale da 96,3 a 99,0 e quello futuro passa da 95,7 a 97,4. Con riferimento alle imprese, l’indice di fiducia diminuisce nell’industria (da 87,0 a 86,7 nella manifattura e da 103,3 a 101,9 nelle costruzioni) mentre aumenta nei servizi (nei servizi di mercato sale da 98,0 a 100,6 e nel commercio al dettaglio cresce da 101,5 a 102,3).

Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura peggiorano i giudizi sul livello degli ordini mentre i giudizi sulle scorte e le attese di produzione rimangono stabili. Nelle costruzioni tutte le componenti si deteriorano. Passando al comparto dei servizi di mercato, si evidenzia un diffuso miglioramento di tutte le componenti. Nel commercio al dettaglio, per quanto riguarda l’andamento delle vendite, i giudizi sono in miglioramento mentre le attese sono in diminuzione; le scorte sono giudicate in accumulo.

Edilizia scolastica, conclusa la prima fase dell’accordo Comune di Livorno-Cdp

Si è conclusa la prima fase di pianificazione strategica dell’accordo Comune di Livorno-Cassa depositi e prestiti sull’edilizia scolastica. L’intesa, siglata a novembre 2023, punta a delineare un quadro esaustivo del patrimonio immobiliare esistente per dare vita a un percorso di riqualificazione sostenibile delle strutture scolastiche all’interno del progetto di rigenerazione urbana e sociale della comunità locale, valorizzando ed efficientando il patrimonio scolastico cittadino. Lo studio, avviato nel dicembre scorso, ha previsto una fase iniziale di ricognizione delle strutture scolastiche e di definizione del perimetro oggetto d’analisi, focalizzando l’attenzione su circa 60 istituti: asili, materne, primarie e secondarie di primo grado.

Grazie alla sinergia degli Uffici dell’Amministrazione (Dipartimento Lavori Pubblici, Settore Istruzione e Sistemi Informativi) è stato possibile mettere a sistema molteplici informazioni relative agli edifici: una matrice di elementi manutentivi, strutturali, impiantistici ed energetici, che ha consentito la definizione di una visione unitaria ed organica del patrimonio scolastico. Il percorso di analisi si è poi esteso al contesto urbano, prendendo in considerazione i programmi e i piani urbanistici al fine di integrare ed inquadrare la valorizzazione delle scuole nell’ambito della visione futura della Città. E’ stato anche completato un approfondimento sull’andamento demografico e sull’indice di scolarizzazione della popolazione livornese, con proiezioni fino al 2040, finalizzato a rendere coerente la riqualificazione del parco immobiliare scolastico con gli effettivi bisogni educativi della comunità locale. Lo studio, inoltre, ha sviluppato un’analisi dettagliata delle possibili soluzioni per migliorare l’efficienza energetica dell’intero patrimonio scolastico, in armonia con le normative europee e nazionali. L’obiettivo è ridurre i consumi energetici e l’impronta carbonica, considerando sia l’impatto ambientale che la sostenibilità economica e finanziaria. La ricerca, in ultimo, delinea una serie di strategie d’azione offrendo all’Amministrazione diversi scenari e proposte d’intervento per una pianificazione strategica per l’ammodernamento del medesimo patrimonio. La fase finale di questa attività, che verrà condotta da ottobre a dicembre 2024, confluirà in una pianificazione di investimenti rispondenti a criteri di sostenibilità ed eseguibilità delle opere. L’obiettivo è offrire ambienti confortevoli a studenti e insegnanti, promuovendo contemporaneamente pratiche sostenibili (come l’installazione di fonti rinnovabili per l’approvvigionamento energetico, impianti di riscaldamento a basso consumo) per contribuire all’educazione ambientale delle nuove generazioni e delle comunità locali in cui sono inseriti.

Verso un nuovo modello di housing: Legacoop Abitanti lancia il Manifesto per la Casa e propone una piattaforma finanziaria innovativa

Riportare le politiche abitative al centro degli interventi di welfare e strategie di sviluppo economico e sociale per dare risposte concrete al bisogno di casa. Legacoop Abitanti lancia un appello a tutti i soggetti e gli attori interessati per un nuovo Manifesto della Casa come base di confronto con le istituzioni; in fase avanzata di studio una piattaforma finanziaria in grado di attrarre investimenti europei. Gamberini, presidente Legacoop “Il Manifesto per la Casa che lanciamo come Legacoop vuole raccogliere le visioni e gli obiettivi comuni, indicando le priorità e proponendo soluzioni e percorsi concreti, per contribuire alla definizione di una nuova Politica pluriennale per la Casa e lo sviluppo Urbano, garantendo risorse e strumenti efficaci”. Zaccaria, presidente Legacoop Abitanti “Vogliamo svolgere appieno il nostro ruolo di corpo intermedio, mettendo a disposizione competenze, ricerca, capacità di lettura e azione sul territorio e cogliendo l’opportunità di nuovi investimenti a livello europeo”.

Economia Usa in crescita oltre le attese nel secondo trimestre: +3% di fine agosto confermato

L’economia americana è cresciuta nel secondo trimestre del 3,0%, confermando così la seconda stima diffusa il 29 agosto. Il dato è leggermente superiore alle attese degli analisti, che scommettevano su un +2,9%. Nel primo trimestre il pil era cresciuto dell’1,6%, sopra al +1,4% inizialmente stimato.

 

M.Gia.

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