RIFORME AL RALLENTATORE

Le 600 semplificazioni del Pnrr (200 entro quest’anno) FERME tra Parlamento e Governo

Il ddl approvato a dicembre è approdato il 27 marzo alle commissioni Affari costituzionali e Affari sociali

21 luglio

21 Lug 2024 di Mariagrazia Barletta

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Le 600 semplificazioni del Pnrr (200 entro quest’anno) FERME tra Parlamento e Governo

LA PRESIDENTE DEL CONSIGLIO GIORGIA MELONI, RAFFAELE FITTO MINISTRO AFFARI EUROPEI

Sono in ritardo rispetto alle scadenze di agosto le riforme destinate a ridurre gli oneri regolatori a carico di cittadini e imprese e a semplificare le procedure amministrative. Riforme che sono previste dal Pnrr, che impone di rivedere 600 procedure entro il 2026, le prime 200 entro quest’anno. È fermo in Parlamento il disegno di legge che delega il governo a adottare decreti legislativi di semplificazione dei procedimenti amministrativi in diversi settori. Dopo l’approvazione definitiva da parte del Consiglio dei ministri avvenuta lo scorso 19 dicembre, il testo è stato trasmesso alla Camera. È stato illustrato il 27 marzo nelle commissioni riunite Affari costituzionali e Affari sociali, che ha avviato le audizioni, ma l’esame non è ancora entrato nel vivo, nonostante il Ddl preveda che il governo adotti gran parte delle norme delegate entro il 31 agosto 2024.

Manca all’appello anche il Dlgs con cui il governo dovrebbe dare seguito alle previsioni della legge per la concorrenza 2021 (legge 118 del 2022) che ha delegato l’Esecutivo a adottare uno o più decreti legislativi per procedere a una ricognizione dei regimi amministrativi delle attività private (attività oggetto di Scia o di silenzio assenso nonché di quelle per le quali è necessario il titolo espresso o è sufficiente una comunicazione preventiva) e alla loro semplificazione, attraverso l’eliminazione delle autorizzazioni e degli adempimenti non necessari e la reingegnerizzazione e digitalizzazione degli iter.

Sul progetto – al netto dello screening dei regimi amministrativi già oggetto del precedente programma denominato Delivery Unit Nazionale – il dipartimento della Funzione pubblica ha iniziato a lavorare con l’inizio di quest’anno e, al momento, nessuno schema di Dlgs attuativo della semplificazione è stato approvato dal Consiglio dei ministri (nemmeno in via provvisoria). E, la delega della legge concorrenza scade il 27 agosto 2024. Oggi, invece, dovrebbe andare all’esame del Cdm il disegno di legge per la concorrenza 2024 con nuove deleghe, da inviare in Parlamento.

Tornando alla scadenza del 27 agosto, va ricordato che per i decreti legislativi l’iter è abbastanza lungo: occorrono due approvazioni in Consiglio dei ministri e l’acquisizione sullo schema di decreto dell’intesa in Conferenza unificata (ad eccezione di alcune materie, come la prevenzione incendi affrontata dal Ddl licenziato dal Consiglio dei ministri lo scorso dicembre) e del parere del Consiglio di Stato e delle competenti commissioni del Parlamento, che si esprimono entro 30 giorni. Sul tema delle semplificazioni, dovrebbe contribuire alla revisione di 200 procedure critiche, da attuare entro quest’anno, anche il provvedimento, approvato in Consiglio dei ministri lo scorso 26 marzo, presentato al Senato il 5 luglio, ma non ancora assegnato ad alcuna commissione. Si tratta di un Ddl che dovrebbe contenere, tra l’altro, importanti novità sul fronte degli immobili vincolati, prevedendo la possibilità di ricorrere al silenzio-assenso per il rilascio del permesso di costruire qualora la domanda sia già corredata da autorizzazioni, nulla-osta o atti di assenso prescritti dalla legge, già acquisiti dall’autorità competente, senza ricorrere alla conferenza dei servizi.

Le scadenze e le milestone del Pnrr

Il disegno di legge delega pressoché impantanato alla Camera è destinato a contribuire al conseguimento degli obiettivi del Pnrr e più nel dettaglio delle milestone, di competenza del dipartimento della Funzione pubblica, M1C1-60 e M1C1-61 a loro volta parte integrante della Riforma 1.9 della Pubblica amministrazione. La prima milestone, con scadenza fine 2024, ha l’obiettivo di semplificare e digitalizzare 200 procedure critiche, in particolare nei campi delle autorizzazioni ambientali, delle energie rinnovabili, delle autorizzazioni edilizie, della riqualificazione urbana, delle infrastrutture digitali e delle procedure nel settore del commercio e dell’artigianato. E, entro il 2024 la milestone prevede anche la semplificazione delle procedure antincendio che devono partire proprio dal disegno di legge delega che è solo all’inizio del suo iter di conversione a Montecitorio.

Alla semplificazione delle 200 procedure critiche dovrebbe contribuire anche il Ddl che si appresta a iniziare il suo iter di conversione al Senato. La seconda milestone prevede la semplificazione di ulteriori 50 procedure entro il 2025 e ha l’obiettivo di rendere più facile l’accesso ai servizi della Pa, ma anche quello di razionalizzare i procedimenti amministrativi che riguardano le persone con disabilità. Ambiti, anche questi, che il governo dovrà riformare seguendo i criteri che saranno contenuti nella legge delega in stato di stand-by.

La semplificazione delle procedure amministrative era un obiettivo contemplato nell’Agenda per la semplificazione 2020-2026, approvata in Conferenza Unificata l’11 maggio 2022, e poi confluita nella milestone M1C1-63 del Pnrr, da centrare entro il 30 giugno 2026 e che dovrebbe concretizzarsi nella semplificazione di 600 procedure critiche, comprese quelle coperte dai traguardi M1C1-60 e M1C1-61 che, invece, hanno traguardi – come si diceva – più vicini.

Il progetto prevede tre fasi: la ricognizione dei regimi amministrativi, la proposta di semplificazione normativa e l’implementazione di un archivio completo, uniforme e aggiornato delle procedure e dei relativi regimi amministrativi, con piena validità giuridica su tutto il territorio nazionale. Le procedure, dunque, saranno inserite all’interno di un catalogo di accesso pubblico, costantemente aggiornato per tener conto delle evoluzioni nella normativa. L’ambizioso progetto – come si diceva – fa capo al dipartimento della funzione pubblica ed è stato approvato, per ricevere il finanziamento del Mef, lo scorso dicembre. Si tratta di portare avanti la ricognizione realizzata con il cosiddetto decreto Scia 2 in attuazione della delega contenuta nella cosiddetta legge Madia (legge 124 del 2015), che ha portato a termine una prima ricognizione dei procedimenti nei settori del commercio, dell’edilizia e dell’ambiente indicando per ciascuno il regime amministrativo applicabile (autorizzazione, silenzio assenso, Scia, Scia unica, Scia condizionata, comunicazione).

Gli obiettivi: decertificazione, riduzione degli adempimenti e certezza dei tempi

Il provvedimento assegnato alle commissioni Affari costituzionali e Affari sociali di Montecitorio, dunque, delega il governo ad adottare decreti legislativi di semplificazione e digitalizzazione dei procedimenti amministrativi in cinque campi: turismo, disabilità, farmaceutica e sanità, prevenzione degli incendi e sicurezza antincendio dei prodotti e autorizzazioni di polizia. Ambiti in cui bisognerà aggiornare e semplificare i procedimenti amministrativi, «in relazione alle esigenze di celerità, certezza dei tempi e trasparenza nei confronti dei cittadini e delle imprese», come recita uno dei criteri direttivi contenuto nel Ddl. Si tratta, inoltre, di rendere veramente effettivo il principio dell’”once only” (già enunciato in diverse leggi, prima tra tutte quella sul procedimento amministrativo), che impone di non chiedere a cittadini e imprese informazioni già ottenute in altre procedure. Gli altri criteri impongono di ridurre i tempi di conclusione dei procedimenti, assicurare l’uniformità della modalità di presentazione di comunicazioni e istanze ed eliminare gli adempimenti non indispensabili.

Tutti questi princìpi devono trovare applicazione nei settori citati. Il governo dovrà, in particolare, provvedere alla semplificazione delle procedure per il rinnovo dell’autorizzazione dell’esercizio delle attività termali e prevedere un’unica istanza per l’esercizio delle attività ricettive. Si tratta, in sintesi, di accorpare le autorizzazioni e istanze che riguardano una stessa attività e concentrare l’istruttoria, che coinvolge diversi enti (comune, vigili del fuoco, Asl, etc..) in un unico procedimento, senza più l’obbligo di presentare diverse domande per l’esercizio dell’attività. Il Ddl definisce anche i criteri direttivi specifici per l’esercizio della delega alla semplificazione e accelerazione dei procedimenti amministrativi riguardanti le persone con disabilità, tra questi rientrano anche le autorizzazioni, le concessioni, i contributi e le agevolazioni per l’abbattimento delle barriere architettoniche. Una delle riforme di maggiore impatto che dovrà essere innescata dal Ddl è quella che prevede di continuare la semplificazione dei procedimenti di prevenzione incendi, sulla scia di quanto già attuato con il regolamento del 2011 (Dpr 151), seguendo il principio della proporzionalità dell’azione amministrativa. Si tratta di una semplificazione che potenzialmente potrebbe riguardare ben 80 attività che sono quelle elencate nel Dpr 151 in quanto soggette ai controlli dei Vigili del Fuoco. Vi rientrano diverse tipologie di industrie, di depositi, attività commerciali, autorimesse, ospedali, scuole, teatri, cinema, musei, biblioteche, strutture ricettive, edifici di civile abitazione, etc, se superano dei limiti espressi, a seconda dei casi, in altezza del fabbricato, superficie, quantità di materiale stoccato e impiegato o in numero di occupanti. Il ministero dell’Interno dovrà escludere dai procedimenti antincendio le attività meno complesse ed eliminare le attività che il Dpr classifica in categoria “C”, ossia quelle a maggior rischio di incendio, con la conseguente eliminazione dei controlli obbligatori da parte dei Vigili del fuoco. Controlli che, quindi, saranno esclusivamente a campione. Le attività dovranno, inoltre, essere riclassificate in modo che venga ancora più circoscritto l’obbligo di sottoporre il progetto antincendio alla valutazione del comando dei Vigili del fuoco (una procedura necessaria per le attività più complesse e a maggior rischio, da portare a compimento prima di iniziare i lavori e presentare la Scia antincendio). Sempre in ambito antincendio, è prevista la semplificazione dei procedimenti per l’immissione sul mercato dei prodotti rilevanti ai fini antincendio, ma non soggetti alla marcatura Ce. Si prevede – viene spiegato nella relazione illustrativa – di eliminare «la necessità della previa autorizzazione ai fini della loro commercializzazione sostituendola con una certificazione dei requisiti di sicurezza antincendio prodotta da parte del fabbricante; ciò consente l’immissione diretta sul mercato di tali prodotti di mercato a fonte di controlli a campione eseguiti a posteriori dal Corpo nazionale».

 

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