APPROVATO IL DL

Salva-casa SENZA il salva-Milano. Sanatorie ampliate, tetto oblazioni giù a 10mila euro

Ingegneri, geometri e architetti: “Sia un punto di partenza” e ribadiscono il no alle responsabilità improprie per i tecnici

17 luglio

 

17 Lug 2024 di Mauro Giansante

Condividi:
Salva-casa SENZA il salva-Milano. Sanatorie ampliate, tetto oblazioni giù a 10mila euro

Si è concluso ieri l’iter di valutazione, riformulazione e votazione degli emendamenti al decreto legge 69/2024 cosiddetto salva-casa. Le modifiche approvate intervengono sul Testo unico 380/2001 ma, contrariamente a quanto annunciato fino agli ultimi istanti dalla maggioranza di governo è restata fuori la norma su Milano che avrebbe dovuto sbrogliare i delicati casi di interpretazione amministrativa tra ristrutturazioni e nuove costruzioni al centro di numerose inchieste della procura. La riformulazione è arrivata – ha detto ieri la relatrice Erica Mazzetti, Forza Italia – ma proprio alla scadenza del termine che avevamo per conferire il mandato al relatore. Avremmo avuto bisogno di tempo per leggerlo e valutarlo, ma non è stato possibile farlo”. Si ipotizza che il salva-Milano possa rientrare nel Dl Infrastrutture: “Prorogare i tempi per le interlocuzioni interistituzionali – ha detto – permetterà sicuramente di risolvere il problema che si è creato a Milano”, dice il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alessandro Morelli. Il ministro Salvini esulta lo stesso puntando sulla riabilitazione dei mini appartamenti: “Una misura che rimette sul mercato numerosi appartamenti andando incontro alle necessità di studenti e lavoratori – specialmente nelle grandi città – oltre a favorire la riduzione del consumo del suolo. Ora il testo passa all’Aula di Montecitorio prima di chiudere il suo percorso al Senato. Avanti tutta!”.

Oggi il testo del Dl Casa arriva in Aula a Montecitorio, nell’ordine del giorno l’esame è fissato alle 15. Poi, sarà la volta del Senato. La conversione in legge scade il 28 luglio.

Oblazioni per sanatorie ridotte a un massimo di 10mila euro

Tra le ultime novità emerse dalla commissione Ambiente ieri ecco la riduzione del valore massimo delle oblazioni per consentire gli interventi in sanatoria. Quindi, il rilascio del permesso e la segnalazione certificata di inizio attività in sanatoria passano da essere subordinati al pagamento, a titolo di oblazione, “di una somma pari al doppio dell’aumento del valore venale dell’immobile conseguente alla realizzazione degli interventi, in misura compresa tra 1.032 euro e 30.984 euro” a “il pagamento di una somma non inferiore a 1.032 euro e non superiore a 10.328 ove l’intervento sia eseguito in assenza o in difformità dalla segnalazione certificata di inizio attività e in misura non inferiore a 516 euro e non superiore a 5.164, nei casi in cui l’intervento risulti conforme alla disciplina urbanistica ed edilizia vigente sia al momento della realizzazione dello stesso, sia al momento della presentazione della domanda”.

Via libera poi alle sanatorie in deroga alla doppia conformità anche per le variazioni essenziali: superamento doppia conformità anche per difformità sostanziali, sintetizza il Mit in una nota riassuntiva. Le leggi regionali trattano in modo diverso le “parziali difformità” edilizie. Ora si estende il regime semplificato del decreto-legge anche alle “variazioni essenziali” per uniformare le regole. La procedura semplificata si applica anche agli immobili con vincoli storici, artistici e ambientali, purché le difformità siano lievi. Infine, si limita il tipo di interventi prescrivibili dagli sportelli unici per rilasciare il titolo in sanatoria. L’obiettivo è rendere più semplice e uniforme la sanatoria degli interventi edilizi.
Tra i parametri per ottenere il permesso di costruire e presentare la Scia in sanatoria rimane solo il rispetto dei requisiti di sicurezza (art. 36-bis Tu 380/2001).
Inserita anche la possibilità di sanare nuovi superfici o volumi anche senza autorizzazione paesaggistica, anche per interventi non compatibili con il vincolo paesaggistico. Sanatoria per gli immobili soggetti a vincolo ante 2006 – scrive in merito il Mit -. Si prevede una sanatoria anche per gli interventi soggetti a vincoli che, prima dell’entrata in vigore del nuovo Codice dei beni culturali del 2006, pur essendo stati autorizzati dal Comune, non avevano il preventivo accertamento della compatibilità paesaggistica.

Dentro anche la norma sul Vajont

Per rispondere alle esigenze che da tempo affliggono i cittadini delle zone devastate dalla catastrofe del Vajont del 9 ottobre 1963 – spiega la nota riassuntiva sul Dl del Mit – si agevola l’ottenimento del certificato di abitabilità o di agibilità per tutti gli immobili ricostruiti che sono stati colpiti dall’evento catastrofico. Così il certificato di collaudo o di regolare esecuzione dei lavori varrà a tutti gli effetti come certificato di abitabilità o di agibilità.

La protesta di Pd e M5s e le richieste dei professionisti

“Il cosiddetto decreto salva-casa è un pasticcio che introduce pericolose opportunità per chi vuole deturpare il territorio. Lo avevano venduto come un necessario intervento per sburocratizzare a sostegno dei piccoli proprietari e invece rischia di allentare le maglie, aiutando chi vuole compiere abusi. Nel frattempo siamo di fronte alla totale assenza di iniziative del governo e del ministro Salvini in relazione a rigenerazione urbana, fondo sostegno affitti, legge sugli affitti brevi e recupero delle oltre centomila case vuote di proprietà pubblica. Come diciamo da mesi ci vorrebbe un piano casa nazionale. Ma il governo pensa solo a qualche sanatoria in più. Ringrazio i parlamentari del PD che con grande serietà hanno tentato, purtroppo inascoltati, di migliorare un provvedimento nato malissimo”. Così in una nota Pierfrancesco Majorino, responsabile Diritto alla casa nella segreteria nazionale del Partito democratico.

“Salvini sdogana la ‘casetta dei setti nani’ e decide di ridurre le dimensioni minime per l’abitabilità dei monolocali a 20 metri quadri. E intanto riduce anche l’altezza minima dei locali abitabili. Una scelta scellerata che aprirà la strada ad alloggi sempre meno vivibili e sempre più costosi. Un Governo che è pronto a fare favori alla rendita immobiliare ma non fa nulla per sostenere gli affitti, non vede l’emergenza abitativa, né la carenza di case per studenti che saranno i più penalizzati da questa pessima norma”. Così la capogruppo Pd a Montecitorio, Chiara Braga. Li Quartapelle: dal governo è arrivato un “pugno in faccia a Milano”.

“Altro che finestrella, cameretta o verandina, come dice Salvini: l’iter in commissione del dl Salva-Casa sta trasformando il provvedimento in un condono tombale – ha commentato in una notail vicecapogruppo M5s alla camera Agostino Santillo -. Il superamento della doppia conformità non vale più per le piccole difformità, ma anche per le variazioni essenziali. Non solo. Aumento consistente di cubature, modifiche sostanziali dei parametri urbanistici, violazione delle norme vigenti in edilizia antisismica: queste sono le variazioni essenziali incluse dal governo Meloni, che di fatto trasformano il decreto in un condono sfacciato”. Per Angelo Bonelli, leader di Avs, “sul salva-Milano la maggioranza è nel caos”.

Lato professionisti, invece, con una nota congiunta ieri il Consiglio Nazionale degli Architetti PPC, il Consiglio Nazionale degli Ingegneri e il Consiglio Nazionale dei Geometri e GL hanno affermato che “auspicano che il salva-casa sia il punto di partenza per una rapida quanto necessaria stagione di rinnovo del quadro Normativo urbano, non più procrastinabile e non curabile con interventi legislativi parziali”. Tra le questioni da risolvere secondo gli Ordini rimane quella delle responsabilità improprie per i tecnici mentre sarebbe da “stralciare” quanto previsto dal comma 1-bis dell’art.1 del Dl sulle tolleranze costruttive.

 

 

 

 

Argomenti

Argomenti

Accedi