CONGIUNTURE

La crescita del Pil va a passo LENTO, Bankitalia e Csc concordi

Secondo Bankitalia, la crescita del PIl potrebbe arrivare a +0,7%. Il Centro Studi di Confindustria avverte che l’economia cresce poco. Bene la spinta che arriva dai consumi  e dai  servizi mentre debole è l’industria. Con lo stop al Superbonus cala il valore aggiunto delle costruzioni ma il Pnrr dovrebbe compensare

13 Lug 2024

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Prudenza, molta prudenza. Per l’economia italiana non ci sono segnali di accelerazione. La crescita procede a un passo lento e moderato e a sostenerla sono i servizi, in particolare il turismo, che compensano la debolezza della manifattura e la frenata delle costruzioni. Concordano, dai loro  punti di osservazione, le analisi della Banca d’Italia e del Centro Studi di Confindustria, contenute, rispettivamente, nell‘ulttimo Bollettino economico  e Congiuntura Flash. Una cautela mostrata, del resto, soltanto pochi giorni fa dal Governatore, Fabio Panetta, che aveva raccomandato di non lasciarsi andare ad eccessivi ottimismi.

Le stime Bankitalia verso +0,7% nel 2024

Le più recenti proiezioni  di  Bankitalia indicano un aumento dello 0,6% quest’anno, (dello 0,8% escludendo la correzione per le giornate lavorative), dello 0,9% nel 2025 e dell’1,1% nel 2026.  L’asticella dello 0,6% dovrebbe avere, comunque, una lieve oscillazione in rialzo allo 0,7%. Infatti, questo scenario non include le informazioni dei conti economici trimestrali pubblicati il 31 maggio dall’Istat nei quali la crescita del Pil già  acquisita è stata rivista leggermente al rialzo. Pertanto, a parità di condizioni, incorporando questo dato nel quadro previsivo, la stima di crescita media annua per il 2024 risulterebbe più elevata  per un decimo di punto. L’attività sarebbe sostenuta dai consumi e dalle esportazioni, che beneficerebbero della ripresa del reddito disponibile e della domanda estera. A rallentare marcatamente sono invece gli investimenti, frenati ancora sia dalle condizioni di finanziamento nel complesso restrittive, seppure in graduale miglioramento, sia dal forte ridimensionamento degli incentivi all’edilizia residenziale. Questi fattori sarebbero mitigati dalla crescita della spesa per infrastrutture e dalle misure di stimolo agli investimenti privati previste dal Pnrr. La prima parte dell’anno ha visto una moderata espansione dello 0,3% sospinta dall’ulteriore espansione nelle costruzioni e dal recupero nei servizi a fronte del calo dell’industria. La crescita è proseguita a ritmi contenuti  anche nel secondo trimestre, ancora sostenuta dai servizi ma frenata ancora dalla manifattura e anche delle costruzioni. Il valore aggiunto delle costruzioni sarebbe sceso, infatti, rileva Bankitalia, a seguito della riduzione dei benefici fiscali legati al Superbonus. Il quadro degli investimenti risulta meno favorevole.

Centro studi Confindustria: crescita lenta

Anche quella che fotografa Il Centro Studi di Confindustria, pur non fornendo percentuali, è una “crescita lenta”.  “Il pil cresce (poco)”, avverte. Nel secondo trimestre, i servizi hanno frenato pur restando in crescita, l’industria prosegue il calo, nonostante il recupero di maggio. Il fatturato dell’industria ha recuperato in aprile (+0,8% in volume) ma l’indice RTT anticipa una lieve flessione a maggio (-0,4%). La produzione, dopo quattro mesi di calo, è risalita solo di +0,5% a maggio: -1% acquisito nel secondo trimestre. Le prospettive sono “fiacche”.

I consumi spingono la crescita, andamento favorevole

Secondo Bankitalia, oltre al principale sostegno della domanda estera, un’importante spinta alla crescita arriva dai consumi. Quelli delle famiglie sono tornati a salire, recuperando solo in parte la netta flessione del trimestre precedente.

Il CSC parla di uno scenario favorevole per i consumi. La propensione al risparmio è salita più delle attese, a 9,5% nel primo trimestre dal 6,9% perché i consumi delle famiglie , +0,3%, sono cresciuti molto meno del reddito reale, +3,3%: il risparmio appare normalizzato (8,2% in media pre-covid) e in prospettiva la spesa delle famiglie potrà crescere come o più dei redditi, spinti anche dall’occupazione in crescita, grazie a un costo del credito in lento calo e una fiducia delle famiglie risalita a giugno per il secondo mese consecutivo

L’inflazione resta bassa, all1,1% nel 2024. Il turismo frena la crescita

Negli ultimi mesi, l’inflazione complessiva è rimasta su valori bassi e la componente di fondo si è ridotta lievemente, indica Bankitalia. La disinflazione si è confermata lenta per i servizi, per effetto sia delle componenti i cui listini si adeguano con ritardo all’andamento dell’indice generale sia delle voci connesse con il turismo per la quale la domanda resta elevata. Secondo le imprese l’inflazione al consumo si manterrebbe al di sotto del 2 per cento nel breve e nel medio termine. L’inflazione si manterrà su valori contenuti, all’1,1% quest’anno e a poco più dell’1,5% nella media del biennio 2025-26. A scaldare i prezzi sono i servizi relativi al turismo. Anche per effetto della ripresa della domanda, dall’estate del 2022, in Italia l’inflazione relativa alle attività turistiche (alloggi, ristoranti, pacchetti vacanze e trasporti) è stata nettamente superiore a quella della media dei servizi.

Ancora alta è l’inflazione nell’Eurozona mentre in Italia è bassa e stabile (+0,8% annuo a giugno) con i prezzi core scesi per la prima volta sotto la soglia della Bce, +1,9%, sottolinea il CSC. Nell’area euro invece l’inflazione totale è scesa solo di un decimo di punto a giugno +2,5% da +2,6% di maggio e la core è ferma al +2,9%. Il divario Eurozona-Italia nella dinamica di fondo dei prezzi ə salito quindi a un punto: questo determina un tasso reale più alto nel nostro Paese.

Per Bankitalia la stretta creditizia pesa ancora. Per CsC non si sente il timido taglio Bce

La stretta monetaria continua a incidere sul costo del credito, sottolinea Bankitalia.  La flessione dei prestiti alle imprese prosegue, seppure attenuandosi: vi contribuiscono non solo una domanda di finanziamento modesta, per via degli alti tassi di interesse e della debolezza degli investimenti, ma anche criteri di offerta restrittivi a causa della diffusa percezione del rischio.
 Per il CsC, “il timido taglio della Bce ancora non si legge nei tassi per le famiglie e imprese”. la discesa è lenta. Un secondo taglio è atteso solo dopo l’estate. A settembre i mercati si aspettano un primo taglio da parte della Fed.

Costruzioni: scende il valore aggiunto, per CsC crescono gli investimenti non residenziali

A inizio 2024, rileva Bankitalia, Il valore aggiunto è nettamente cresciuto nell’agricoltura e nelle costruzioni. Queste hanno continuato a beneficiare  del protrarsi dei lavori commissionati prima della rimodulazione del Superbonus ma nel secondo trimestre il loro valore aggiunto sarebbe sceso a seguito a seguito della riduzione dei benefici fiscali. 
 
Il CsC parla di “andamenti opposti”. Gli investimenti in abitazioni hanno fornito il contributo principale, +17,3%, all’espansione complessiva nel 2019-2024, pari a oltre la metà. E sono cresciuti ancora nel primo trimestre di quest’anno (+1,5%). Ma dopo anni di espansione sostenuta da forti incentivi, sono attesi in frenata nel breve termine, forse glà a partire dal secondo trimestre appena concluso e ancor più nella seconda metà del 2024, per il decalage di questi incentivi. Viceversa, quelli in fabbricati non residenziali hanno avuto un contributo di appena +3,8% alla crescita degli ultimi anni ma ora stanno aumentando in misura marcata, +2,2% nel primo trimestre. Il loro trend positivo dovrebbe proseguire in prospettiva anche grazie alla spinta positiva esercitata dalle risorse del Pnrr. E questo dovrebbe compensare l’attesa caduta di quelli in abitazioni , per cui gli investimenti in costruzioni complessivi dovrebbero mostrare solo una lieve flessione nel corso del 2024.

Red.Diac

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