LA MAGGIORANZA LAVORA A UN NUOVO TESTO

Il salva-Milano rivisto: interventi in Superscia REGOLARIZZABILI con permesso di costruire

Regolarizzazione volontaria pagando gli oneri di urbanizzazione. Possibilità per il comune di dimostrare attraverso convenzioni e precedenti titoli edilizi che l’intervento svolto senza piano fosse in area urbanizzata

15 luglio

15 Lug 2024 di Giorgio Santilli

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Il salva-Milano rivisto: interventi in Superscia REGOLARIZZABILI con permesso di costruire

Sono arrivate le 48 ore decisive per gli emendamenti al decreto salva-casa e soprattutto per l’emendamento salva-Milano che la maggioranza sta faticosamente riformulando per trovare una soluzione capace di superare l’impasse dell’edilizia e dell’urbanistica milanese. In questa ultima settimana è stato un susseguirsi di convegni e seminari fra Roma e Milano, con associazioni di imprese, ordini professionali, parlamentari di maggioranza e di opposizione, per mettere a punto una norma risolutiva capace di fare chiarezza sulla disciplina nazionale e sulle interpretazioni normative messe sotto inchiesta dalla magistratura milanese e al tempo stesso di salvare gli investimenti fatti nel capoluogo lombardo.

Gli emendamenti finora depositati dalla maggioranza, che prevedono una commissione ministeriale per riformare entro sei mesi le norme sulla ristrutturazione edilizia e nel frattempo congelano la situazione provando a legittimare ex post gli orientamenti adottati dall’amministrazione milanese, non sono considerati sufficienti ed adeguati. Quindi si lavora ancora.

Le bozze degli emendamenti riformulati

Circolano alcuni testi in bozza cui la maggioranza sta lavorando per integrare quanto già presentato. Un testo definitivo lo vedremo probabilmente solo domani sera, martedì 16 luglio, subito prima del voto in commissione Ambiente, o addirittura mercoledì mattina se il voto dovesse slittare ancora. Intanto però, il lavoro è intenso fra i relatori e i gruppi della maggioranza, il gabinetto del Mit, collaboratori e consulenti.

Gli interventi senza piani attuativi

Diversi sono i problemi da affrontare. Il primo è la contestazione che fa la Procura milanese al comune di Milano di aver ammesso interventi di ristrutturazione edilizia che “producono” edifici di altezza superiore a 25 metri o di volumetrie superiori a tre metri cubi per metro quadrato senza il piano attuativo o particolareggiato previsto dall’articolo 41-quinquies della legge urbanistica 1150/1942.

L’orientamento del comune di Milano è stato, infatti, di ammettere questi interventi senza piano attuativo in quanto – questa è la motivazione – localizzati in un territorio già urbanizzato, secondo le indicazioni del Piano di governo del territorio (PGT), e non avevano quindi bisogno di ulteriori dotazioni di standard o di interventi di urbanizzazione.

Gli emendamenti presentati finora da tutti i gruppi di maggioranza chiariscono quindi che “l’approvazione preventiva di un piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata non è obbligatoria nei casi di realizzazione di immobili su singoli lotti ricadenti in ambiti edificati e urbanizzati ovvero di sostituzione di edifici esistenti in ambiti caratterizzati da una struttura urbana definita e urbanizzata, ferma restando la verifica di adeguatezza delle dotazioni territoriali e degli standard sulla base dei piani urbanistici comunali”.  Una legittimazione ex post con norma di legge dell’orientamento del comune milanese. Che però potrebbe non bastare.

L’integrazione all’emendamento cui sta lavorando la maggioranza prova infatti a rafforzare ulteriormente la legittimazione dell’operato del comune consentendo all’amministrazione di dimostrare che l’intervento in questione (generalmente in Superscia) si svolgesse effettivamente in zona urbanizzata mediante atti sottoscritti o approvati prima dell’avvio dell’intervento, come convenzioni, rilascio di titoli edilizi per precedenti interventi, atti d’obbligo. Una delle ulteriori contestazioni della magistratura è infatti che il PGT non fosse sufficiente a provare che la zona in cui è situato fosse effettivamente urbanizzata e che il comune dovesse comunque averne certezza prima dell’avvio dell’intervento.

La regolarizzazione degli interventi svolti in Superscia

Un secondo aspetto ancora non sciolto riguarda gli interventi di ristrutturazione edilizia effettuati in Superscia accorpando volumetrie da sedimi diversi e lontani. In sostanza vengono a gravare su una solo area volumetrie di immobili demoliti ricadenti in altre aree. Una possibilità estrema consentita sulla carta dall’articolo 3, comma 1, lettera d) del testo unico dell’edilizia come modificato dall’articolo 10 del decreto legge 76/2020, e contestata in sede penale quando gli interventi sono stati realizzati in Superscia.

Qui la maggioranza si sta orientando a integrare l’emendamento finale con una previsione già contenuta nell’emendamento 1.3 Pastorella-Ruffino (Forza Italia) che prevede la possibilità di regolarizzare gli interventi contestati attraverso la presentazione di un permesso di costruire. In sostanza, essendo la Superscia una norma di semplificazione e accelerazione procedurale, l’emendamento in questione consentirebbe sempre, ove risultassero carenti i presupposti per accedere alla Superscia, di regolarizzare gli interventi, anche quelli già realizzati o in corso di realizzazione alla data di entrata in vigore del decreto, attraverso la procedura ordinaria.

L’emendamento esplicita che questa procedura di regolarizzazione, che è volontaria e non obbligatoria e comporterebbe il pagamento degli oneri di urbanizzazione, sarebbe consentita anche per le ristrutturazioni edilizie realizzate con accorpamenti di volumetrie provenienti da sedimi diversi.

Le dichiarazioni di Erica Mazzetti (Forza Italia)

Una dei due relatori, Erica Mazzetti (Forza Italia), ha confermato in queste ore l’intenzione di inserire il salva-Milano nel decreto legge salva-casa.. “Ho ascoltato – dice Mazzetti – le varie posizioni, le proposte e le critiche. Lavoremo per fare una sintesi ma voglio assicurare che, da parte di Forza Italia, c’è il massimo impegno concreto per tutelare, in primo luogo, coloro che hanno acquistato casa, ma anche per i professionisti e gli imprenditori, senza che ciò si trasformi in un liberi-tutti. La magistratura fa il suo sacrosanto dovere ma è la politica a dover risolvere, una volta per tutte, quelle lacune che troppe volte sono presenti nel settore, anche a causa di una eccessiva mole di norme e competenze.  Il Salva-Milano è un intervento necessario – continua Mazzetti – ma dobbiamo affrontarlo con cognizione, facendo una norma chiara senza pregiudicare altre situazioni. Il caso Milano è particolare e delicato ma dobbiamo anche trovare una modalità per evitare che la nazione sia vincolata per mesi”.

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