STUDIO DI ASSONIME SULLO STATO DI ATTUAZIONE
“Pnrr, nessun margine per altri RINVII”. Solo il 25% di spesa dai lavori contro il 41% assegnato
Pesa moltissimo anche l’assenza di dati certi e pubblici che impedisce di “individuare le criticità e di approntare per tempo soluzioni ai problemi”
4 luglio
I 42,9 miliardi spesi effettivamente per il Pnrr alla data del 31 dicembre 2023 sono andati solo per 10 miliardi alla realizzazione di lavori pubblici, con una spesa di 5,4 miliardi di Rete ferroviaria italiana e una di 3,3 miliardi degli enti territoriali. La maggior parte della spesa, pari a 28,1 miliardi, è andata però a incentivi automatici, suddivisi in parti uguali fra gli incentivi alle imprese e incentivi a soggetti non produttivi (Superbonus). Per i lavori pubblici il ritardo è evidente: la quota di spesa effettiva è il 25% sul totale a fronte di assegnazione di risorse (80 miliardi) che pesano per il 41,4% sul totale.
A rimettere in ordine i numeri sullo stato di attuazione del Pnrr è uno studio di Assonime, l’associazione delle società quotate in Borsa, che pubblica anche una tabella con le fasi dei progetti: l’1,21% degli interventi è ancora fermo allo stato di progettazione, il 29,82% si trova alla fase di procedura di gara, il 29,6% è alla fase dell’aggiudicazione (di questo il 20% ha già firmato il contratto) e il 29,6% è arrivato alla fase dell’attuazione. L’8,91% degli interventi è già alla fase di collaudo o l’ha svolto.
Numeri interessanti che purtroppo risentono del fatto che i dati sulla spesa effettiva sono fermi a dicembre 2023. E proprio sulla gravità dell’assenza di dati aggiornati e resi pubblici sullo stato di attuazione si sofferma il paper di Assonime.
Quello della disponibilità dei dati è un aspetto che pesa non solo sulla mancanza di trasparenza nell’impiego di risorse pubbliche, ma è anche un fattore di freno o di rischio nella gestione dello stesso Piano. “Un discorso pubblico informato e trasparente sul Pnrr – dice Assonime – potrebbe contribuire ad avere in tempo utile indicazioni correttive e soluzioni alternative in un percorso attuativo che resta assai complesso”. In particolare, solo l’informazione puntuale e affidabile sullo stato dei singoli progetti può aiutare a capire che cosa non funziona nella realizzazione degli investimenti e che cosa può o deve essere corretto, a “individuare in modo tempestivo le criticità e tutte le alternative possibili di risoluzione dei problemi”.
L’assenza di dati ha certamente rallentato e reso meno efficace il processo di revisione generale del Pnrr, come dimostra il fatto che la decisione del ministro Fitto di stralciare i progetti comunali era fondata sulla supposizione che fossero in forte ritardo, quando si è scoperto solo successivamente che proprio i progetti comunali erano fra quelli con uno stato dell’arte più avanzato e con appalti già affidati.
Un corto circuito informativo che può risultare addirittura fatale d’ora in avanti, considerando che da oggi non si può più sbagliare né tollerare ritardi e rallentamenti. Questo è il punto centrale dell’analisi di Assonime. “La concentrazione dei progetti negli anni finali del Pnrr – dice lo studio – oltre a non lasciare margini per ulteriori rinvii, potrebbe alimentare, come sostenuto dall’Ufficio parlamentare di bilancio, strozzature nell’offerta, sia per la manodopera necessaria per la realizzazione delle opere, sia per lo spiazzamento di altri investimenti”.
I rischi di non arrivare al traguardo puntuali sono, dunque, altissimi e non servono le rassicurazioni del governo a ridimensionarli. Più che sulla capacità di centrare target e milestones, lo stato di attuazione del Piano deve ora essere giudicato prioritariamente sulla capacità di aumentare rapidamente il livello della spesa effettiva. E se dalla piattaforma Regis arriva qualche segnale di miglioramento, i tempi lunghissimi della revisione del Pnrr non hanno giovato. “A più di un anno – rileva Assonime – dall’inizio del processo di revisione del Pnrr, che inevitabilmente ha prodotto diversi rallentamenti, e a soli due anni dalla conclusione del Piano, è necessario ora procedere con determinazione nella sua attuazione, finalizzando le molte iniziative in corso di realizzazione”. L’attenzione dovrà essere maggiore proprio su quegli “obiettivi che sono stati oggetto di revisione del Pnrr”.
Assonime mette in guardia anche da possibili tentazioni politiche di tornare indietro rispetto a obiettivi del Pnrr già raggiunti, soprattutto in materia di riforme. “Sugli obiettivi già raggiunti non si può fare marcia indietro (principio del no reversal)”. Il pensiero va immediatamente ai temi della concorrenza su cui più volte partiti della maggioranza hanno cercato di sviare rispetto alle riforme del Pnrr, per esempio in materia di concessioni.