L'AUDIZIONE DEL MINISTRO ALLA CAMERA
Salvini: testo unico edilizia al prossimo Cdm. “Piano casa pronto, prime tre mosse in legge di bilancio”
Fuori dal Pnrr 38 Pinqua per 171 milioni. Per le politiche abitative “prima di avviare i nuovi interventi bisogna mettere a terra quelli in corso per 6,5 miliardi”, mentre il Piano Casa Italia – da indiscrezioni 45 pagine già sulla sua scrivania – muoverà le prime mosse in legge di bilancio con razionalizzazione di risorse già stanziate, ricerca di nuovi fondi e riorganizzazione degli ex Iacp. Ipotesi 200 milioni nel 2026.

MATTEO SALVINI MINISTRO INFRASTRUTTURE
Dopo mesi di attesa e melina, Matteo Salvini sfoggia un’improvvisa accelerazione con un uno-due su TU edilizia e piano casa. La legge delega per il riordino del testo unico per l’edilizia è pronta e andrà all’esame del prossimo Consiglio dei ministri, con l’obiettivo finale di approvare “un codice delle costruzioni e dell’edilizia”. I tre principali criteri di delega coincidono con le indicazioni arrivate maggioritariamente dalle consultazioni con gli stakeholder: redifinizione delle tipologie di intervento edilizio, semplificazione per la formazione e il rilascio dei titoli, semplificazione della normativa primaria e regionale. Il ministro delle Infrastrutture lo ha annunciato nel corso di una lunga audizione che ha tenuto ieri alla commissione Ambiente della Camera. Nella stessa occasione il vicepresidente del Consiglio ha fatto il punto sul Piano Casa Italia, facendo capire dalla descrizione della struttura e dalle misure che ha anticipato che anche questo provvedimento è pronto. Il ministro non lo ha detto ma da indiscrezioni sul suo tavolo ci sarebbe un documento di 45 pagine.
Su questo secondo versante delle politiche abitative, però, la partita è molto più complessa per due ragioni: anzitutto perché – ha detto Salvini – “prima di avviare i nuovi interventi, bisogna mettere a terra quelli già in corso per 6,5 miliardi che porteranno alla disponibilità di 106mila alloggi” (la quota prevalente qui è quella del Pnrr e del Pnc); c’è poi il nodo delle risorse aggiuntive. L’accelerazione è comunque confermata dal fatto che nella legge di bilancio il Piano Casa Italia muoverà le prime mosse concrete con la razionalizzazione di tutte le risorse già stanziate, la ricerca di nuove risorse e la riorganizzazione degli ex Iacp. Questo, almeno, è l’auspicio del ministro. “Servirà di intervenire – ha detto – anche sulla legge di Bilancio in discussione su due fronti: da un lato razionalizzare le risorse per superare la frammentazione degli interventi e attingere a diverse fonti di finanziamento, dall’altro riorganizzare gli ex Iacp con un’apertura a soggetti del terzo settore”.
Sul capitolo risorse, il ministro ha ribadito come sia stato già deciso l’utilizzo di parte delle risorse provenienti dal Fondo sociale per il clima, senza però fare cifre, e ha aggiunto che “è al vaglio la possibilità di interlocuzione con il ministero degli Affari regionali e con le Regioni per l’utilizzo di ulteriori risorse riprogrammate dei Fondi coesione 21-27” (su questo si veda però l’articolo con le dichiarazioni del ministro Foti al convegno Federcasa).
Salvini ha anche voluto evidenziare che il piano casa sarà un luogo di innovazione di strumenti finanziari, di modaalità di accesso al possesso della casa, di modelli abitativi. “Nel quadro della strategia integrata per il rafforzamento delle politiche abitative e dell’inclusione sociale – ha detto il ministro – proponiamo nuovi modelli di edilizia sociale differenziati in base alle esigenze specifiche di diverse categorie di cittadini con particolare attenzione ai giovani, alle giovani coppie, ai genitori separati”. Salvini parla in particolare di introdurre “un modello di housing con riscatto progressivo dell’immobile” rivolto alle famiglie a reddito medio-basso, giovani coppie, genitori separati “che non riescono ad accedere al credito bancario, ma non rientrano nei parametri dell’edilizia popolare”. Il nostro obiettivo . ha continuato il ministro – “è di fornire loro una soluzione abitativa stabile e sostenibile in grado di supportare la costruzione di un progetto di vita autonomo per questa fascia di popolazione si propone l’introduzione di un modello di edilizia sociale fondato su contratto di godimento in funzione della successiva alienazione, comunemente noto come rent to buy”, con il passaggio dall’affitto all’acquisto.