IL GOVERNO TRATTA CON LA UE E ANTICIPA L'ATTUAZIONE

Decretone attuativo della revisione Pnrr: Invitalia gestirà il fondo acqua, Cdp quello per studentati

I ministeri, sotto il coordinamento del ministro per il Pnrr e l’Europa, Tommaso Foti (nella foto), lavorano già al recepimento che sarà con DL. I gestori finanziari dei nuovi fondi dovranno essere indipendenti dalla PA, ma potranno essere società a controllo pubblico. Entro agosto 2026 vanno definite le policy di investimento e firmati gli obblighi contrattuali con i beneficiari. Gli interventi fino al 2028.

10 Nov 2025 di Giorgio Santilli

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Decretone attuativo della revisione Pnrr: Invitalia gestirà il fondo acqua, Cdp quello per studentati

ASSEMBLEA REGIONALE DEGLI ELETTI DI FRATELLI D’ITALIA - TRE ANNI DI GOVERNO TRE ANNI DI RISULTATI -

Dopo aver dato la notizia sabato 8 che il governo sta già lavorando al decretone legge che dovrà definire le regole nazionale per l’attuazione della revisione definitiva del Pnrr in via di approvazione a Bruxelles e accelerare gli adempimenti degli ultimi otto mesi (si veda qui l’articolo), Diario DIAC comincia oggi a dire a che cosa si sta lavorando.

Particolarmente impegnativo è il capitolo dei quattro o cinque nuovi strumenti finanziari proposti (e ottenuti) dall’Italia sulla scia di quanto prevsito dalle linee guida “The Road to 2026” approvate dalla commissione con tre obiettivi fondamentali: consentire agli Stati membri di recuperare risorse all’interno di fondi (gli strumenti finanziari, appunto) che definiscono entro agosto 2026 le regole del gioco, ma poi concedono flessibilità all’attuazione consetendo di scavallare la scadenza del 2026 e andare avanti ancora per 24 mesi (in alcuni casi potrebbero essere anche di più); coinvolgere in queste operazioni capitali privati, in modo da aumentare la disponibilità finanziaria in favore dell’intervento; imporre attraverso questo meccanismo nuove riforme collegate e nuovi vincoli virtuosi ai Paesi che ne usufruiscono.

La proposta italiana – che in partenza prevede quattro strumenti finanziari (risorse idriche, connettività nelle aree grigie, studentati e agrisolare) e un veicolo societario  (la Rolling Stock Company per l’acquisto di materiale rotabile destinato al trasporto ferroviario regionale) – introietta già il quadro delle flessibilità e dei vincoli dettato da Bruxelles ed è pronto a recepirla nel decreto attuativo.

Se gli strumenti finanziari sono volti a “incentivare gli investimenti privati” – e qui c’è un cambiamento di prospettiva rispetto al Pnrr che non aveva mai spinto della direzione dell’intervento privato in partenariato con quello pubblico – le condizioni poste dalla comunicazione della Commissione richiedono però il rispetto di alcune condizioni vincolanti entro agosto 2026: il trasferimento delle risorse a un gestore finanziario indipendente dalla pubblica amministrazione, la definizione della policy di investimento e la conclusione degli obblighi contrattuali in capo ai beneficiari.

Sull’indipendenza dei gestori finanziari dei fondi si gioca una delle partite più delicate. Qui la commissione chiede di fare un salto, disimpegnando la pubblica amministrazione in senso stretto da questa partita. Si cambia registro, un po’ perché i fondi che finiscono nei nuovi strumenti finanziari sono quelli che l’amministrazione pubblica non è riuscita a spendere (per esempio il Ministero dell’Università con i fondi degli studentati) e la commissione vuole quindi una garanzia di discontinuità; un po’ perché si vuole evitare di ragionare ancora con il modello dei finanziamenti a fondo perduto. Questo vincolo non è scritto finora in modo netto, ma l’orientamento concordato dal governo con la commissione è di creare strumenti che finanziano parzialmente gli interventi prescelti, con forme di rotazione o con l’uso della leva tariffaria.

Sui soggetti che dovranno gestire gli strumenti finanziari, svolgendo anche le istruttorie che porteranno a una selezione degli interventi precedemente programmati con il Pnrr per questa nuova stagione, il governo italiano ha già maturato un orientamento netto e alcune proposte. L’orientamento è di servirsi di società controllate dal Mef  che però godano di una forte autonmia gestionale e che siano istituzioni conosciute a Bruxelles. Le proposte sono per ora due. La prima è affidare il fondo per lo student housing a Cassa depositi e prestiti che ha una competenza fortissima sull’housing in general e sullo student housing in particolare ed è una società che a Bruxelles chiamano “pillar assessed” (certificata cioè dalla Ue nella gestione di fondi europei). La seconda è invece di affidare il fondo per le opere idriche a Invitalia, società controllata interamente dal Mef, che si è guadagnata sul campo del Pnrr molti meriti anche agli occhi di Bruxelles con un intenso lavoro di consulenza, assistenza, committenza in favore delle amministrazioni (soprattutto locali ma non solo) coinvolte nel Piano europeo. Governo al lavoro anche sui criteri di selezione dei porgetti da finanziare per questa via. Sulle risorse idriche per il momento è chiaro soltanto che si darà precedenza ai progetti presentati per il Pniissi, selezionati con il punteggio più alto, ma non ancora finanziati. Probabile, però, che vengano adottati, d’intesa con Bruxelles, ulteriori criteri di selezione (o diversi pesi ai criteri già adottati) per rispondere a determinate finalità (per esempio rispetto ai cambiamenti climatici) o garantire una scelta più rigorosa dei progetti da mandare avanti. Possibili anche forme di finanziamento misto con la tariffa e la partecipazione più diretta dei gestori del servizio idrico.

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