LA GIORNATA
Caso Almasri, il Pd attacca il Governo: incoerenza sulle date
- Da Confindustria, Bdi e Medef appello urgentwe all’Europa, rischio di declino industriale
- Edilizia, Deleo (Assimpredil Ance): “serve un confronto vero sulla variante del Pgt per superare il blocco delle attività”
- Aeroporti, Enac lancia sistema digitale Premia per il monitoraggio degli investimenti
IN SINTESI
Il caso Almasri agita la politica. Il Pd va all’attacco del Governo, mettendo in discussione la versione dell’Esecutivo che ieri ha assicurato di sapere del mandato di cattura libico da gennaio. Ma “larichiesta di estradizione di Almasri da parte della Libia sarebbe avvenuta quando il generale era già stato espulso dall’Italia”, rimarca il Partito Democratico. Di qui la richiesta di riferire in Parlamento. Sul punto Rachele Scarpa del Pd annuncia un’interrogazione parlamentare “rispetto alle disordinate dichiarazioni del governo, che sostiene di aver espulso Almasri perché consapevoli della volontà della Libia di arrestarlo”. Attacca anche Nicola Fratoianni di Avs: “abbiamo scoperto ora che il governo Meloni sapeva dal 20 gennaio del mandato di arresto libico contro il torturatore Almasri. Perché allora è stato rimandato libero e con tutti gli onori a Tripoli e non consegnato, come avviene usualmente in questi casi, alle autorità giudiziarie di quel Paese?”. Secondo il leader M5S Giuseppe Conte “ancora una volta il governo umilia l’Italia e l’Italia non se lo merita perché ha una grande tradizione in materia di politica estera e in materia di rispetto del diritto internazionale umanitario”. Per il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, “le opposizioni fanno il loro mestiere, sennò non sarebbero opposizioni. Avranno tutte le risposte dai ministri resposabili”. L’arresto di Almasri, sostiene il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi: “conferma che non facemmo male a riconsegnarlo alle autorità di quel Paese che, nella circostanza, sta manifestando una maturità maggiore di tanti soloni che stanno sproloquiando sull’argomento. Dovrebbe chiedere scusa al governo chi, per malafede o più probabilmente per scarsa conoscenza dei fatti e degli atti, aveva sostenuto che avevamo rimpatriato un soggetto pericoloso per assicurargli impunità”.
Sicurezza sul lavoro, Meloni: “sugli operai senza casco a P. Chigi? polemiche sul nulla”
Diventa un caso politico un articolo pubblicato ieri da Repubblica con il titolo “Gli operai al lavoro senza casco sui ponteggi di Palazzo Chigi”. A replicare è stata la Presidenza del Consiglio, in una nota, dove precisa che i lavori di ristrutturazione del palazzo di via dell’Impresa mostrati nelle foto ‘non sono stati appaltati dalla presidenza e non riguardano le porzioni dell’edificio locate alla stessa’. ‘Come è noto, infatti – prosegue la nota – l’immobile non è di proprietà della presidenza del Consiglio ma di un soggetto privato e i lavori documentati dall’articolo interessano le porzioni dell’edificio che la proprietà ha affittato ad altri soggetti privati per fini commerciali. Pur non avendo alcuna responsabilità, la presidenza del Consiglio ha provveduto a segnalare tempestivamente alla proprietà dell’immobile – Coima Sgr – la necessità di rispettare rigorosamente le norme sulla sicurezza sul lavoro. Tale segnalazione è stata inoltre inviata alle autorità competenti’. Ma a scendere in campo è direttamente la premier, Giorgia Meloni, con un post sui social. Il decreto legge per la sicurezza del lavoro approvato qualche giorno fa “che rafforza prevenzione, controlli, formazione e introduce incentivi per le imprese virtuose” è “un ulteriore segno della serietà con cui affrontiamo un tema che merita rigore, verità e rispetto. Non polemiche costruite sul nulla”. “I lavori di ristrutturazione dell’edificio di via dell’Impresa a Roma, ritratti nelle immagini fotografiche, non sono stati appaltati dalla Presidenza e non riguardano le porzioni dell’edificio che sono locate alla stessa e non riguardano le porzioni dell’edificio che sono locate alla stessa”.
“Dispiace constatare, ancora una volta, la decisione di alcuni organi di informazione di pubblicare notizie senza fondamento e che accusano il Governo di gravi violazioni di legge – conclude Meloni -. Tanto più che il Governo è impegnato nella tutela della salute e della sicurezza sul lavoro, come dimostra il decreto-legge approvato qualche giorno fa in Consiglio dei Ministri, che rafforza prevenzione, controlli, formazione e introduce incentivi per le imprese virtuose. Un ulteriore segno della serietà con cui affrontiamo un tema che merita rigore, verità e rispetto. Non polemiche costruite sul nulla”
Da Confindustria, Bdi e Medef appello urgentwe all’Europa, rischio di declino industriale
In occasione del 7º Forum Trilaterale tra Confindustria, Bdi e Medef, svoltosi a Roma con la partecipazione del Vicepresidente Esecutivo della Commissione europea Stéphane Séjourné e dei presidenti delle tre principali organizzazioni industriali europee – Emanuele Orsini (Confindustria), Peter Leibinger (BDI) e Patrick Martin (MEDEF) – è stata firmata una dichiarazione congiunta per sollecitare le istituzioni europee a un cambio di passo nelle politiche industriali. “Oggi l’Europa si trova a un bivio. Il mondo sta cambiando — e l’Europa non può restare a guardare. Ora più che mai, deve affermare la propria indipendenza, proteggere la sicurezza comune e assumere la leadership nello sviluppo delle tecnologie essenziali per i propri interessi strategici”, si legge nel testo sottoscritto dalle organizzazioni che rappresentano gli imprenditori delle prime tre economie dell’Unione europea. Confindustria, BDI e MEDEF lanciano un allarme: “È giunto il momento di riconoscere che l’Europa sta seriamente rimanendo indietro e che il rischio di declino e deindustrializzazione è oggi più alto che mai. È tempo di compiere un passo avanti decisivo, in linea con le misure individuate nei Rapporti Draghi e Letta, per rafforzare la resilienza industriale e l’autonomia strategica del continente, colmare il divario di competitività nelle principali catene del valore e promuovere la ricerca e l’innovazione”.
Per invertire la rotta, le tre organizzazioni rivolgono un “appello urgente alle istituzioni dell’UE e agli Stati membri affinché agiscano tempestivamente”, secondo sei priorità strategiche per rilanciare la competitività e rafforzare la sovranità economica del continente. Semplificare le regole e completare il Mercato Unico: Confindustria, BDI e MEDEF chiedono di dare piena attuazione all’agenda di semplificazione dell’UE, avviata con i pacchetti “Omnibus”, per ridurre oneri e tempi burocratici, in particolare delle direttive sulla due diligence (CSDDD) e sulla rendicontazione di sostenibilità (CSRD), e armonizzare le norme su ambiente, digitale ed energia. La semplificazione, sottolineano, deve estendersi alle regolamentazioni più gravose per le imprese, mentre il completamento del Mercato Unico — con l’eliminazione delle barriere alla libera circolazione di beni, servizi, capitali e persone — resta essenziale per costruire un’Europa più integrata e competitiva.
Fare della decarbonizzazione un motore di competitività: La transizione verde deve rafforzare, e non indebolire, la base produttiva europea. Le tre confindustrie chiedono un approccio equilibrato e realistico alla neutralità climatica, che assicuri energia a costi sostenibili e un quadro normativo stabile. Tra le priorità, ci sono la riforma del sistema ETS per limitare volatilità e speculazioni; un CBAM equo e coerente con l’ETS; piena neutralità tecnologica, riconoscendo pari ruolo a nucleare, rinnovabili, gas e idrogeno; obiettivi di riduzione delle emissioni compatibili con le tecnologie e l’economia reale. La proposta di riduzione del 90% delle emissioni di CO₂ entro il 2040 solleva seri problemi in termini di fattibilità e vanno prima garantite le condizioni abilitanti: energia competitiva, prevedibilità degli investimenti, regolamentazione. Occorre poi rafforzare la sovranità tecnologica: l’Europa, che oggi produce solo l’11% dei semiconduttori mondiali, deve ridurre le proprie dipendenze strategiche e consolidare la propria autonomia digitale. La dichiarazione invita a potenziare le infrastrutture e i cloud sovrani, rafforzare la cybersicurezza, tutelare le imprese dalle leggi extraterritoriali e investire in intelligenza artificiale e competenze digitali, pilastri della competitività futura.
Confindustria, Bdi e Medef chiedono un bilancio europeo orientato alla crescita.Il prossimo Quadro finanziario pluriennale (QFP) dovrebbe preservare la proposta di un Fondo europeo per la competitività, destinato a finanziare grandi progetti industriali e a ridurre la frammentazione dei programmi nazionali. Le tre organizzazioni respingono l’introduzione di nuove risorse proprie europee — come la CORE o l’utilizzo dei proventi ETS — che aumenterebbero il carico sulle imprese. Sollecitano invece il completamento dell’Unione bancaria e dell’Unione dei mercati dei capitali per canalizzare il risparmio privato verso gli investimenti produttivi. Altta richiesta una strategia europea per le scienze della vita. Con un surplus commerciale di quasi 200 miliardi di euro nel 2024, il settore farmaceutico è indicato come pilastro della sovranità industriale europea. Le tre confindustrie chiedono di attuare pienamente la Strategia UE per le scienze della vita, rafforzando la tutela della proprietà intellettuale, promuovendo il trasferimento tecnologico e semplificando la normativa sui dispositivi medici e diagnostici. Difesa e spazio: occorre investire nell’autonomia strategica. Confindustria, BDI e MEDEF sollecitano un deciso rafforzamento della base industriale europea della difesa e del settore spaziale, ancora troppo frammentati. È necessaria una strategia comune tra Francia, Germania e Italia, con risorse dedicate all’interno del Fondo europeo per la competitività e un coinvolgimento diretto dell’industria nella definizione delle priorità comuni. Nel documento conclusivo, le tre organizzazioni avvertono che senza una politica industriale forte l’Europa rischia di perdere influenza, sicurezza e benessere. In collaborazione con BusinessEurope, si impegnano a promuovere una visione di Europa industrialmente solida, digitalmente autonoma e sostenibile. “La competitività deve diventare la bussola di ogni politica, regolamentazione e investimento europeo”, è l’appello finale degli imprenditori francesi, tedeschi e italiani.
Edilizia, Deleo (Assimpredil Ance): “Serve un confronto vero sulla variante del Pgt per superare il blocco delle attività”
“In un momento in cui l’edilizia milanese vive una situazione di vera emergenza, prendiamo atto dell’approvazione da parte della Giunta Comunale della delibera di avvio del procedimento di Variante parziale normativa del PGT. Gli operatori sono a disposizione per fornire ogni utile contributo, anche al fine superare il pesante blocco dell’attività istruttoria e autorizzativa che ormai da troppo tempo condiziona l’attività edilizia del territorio”. Ad affermarlo è il presidente di Assimpredil Ance, Giovanni Deleo. “Auspichiamo che l’Amministrazione Comunale voglia avviare un confronto vero e approfondito con gli operatori e i professionisti del settore, affinché le regole che verranno definitivamente approvate risultino le più efficace e condivise nell’interesse pubblico e dello sviluppo della città. Come abbiamo già ribadito in più sedi e occasioni, operatori e professionisti chiedono norme chiare che non diano adito a interpretazioni ambigue, che rappresentino regole immediatamente applicabili”.
Aeroporti, Enac lancia sistema digitale Premia per il monitoraggio degli investimenti
Un sistema di gestione digitale integrato per monitorare in tempo reale e continuativo la realizzazione degli investimenti aeroportuali, a garanzia della qualità degli scali nazionali. Questa, in sintesi, la nuova piattaforma ideata da Enac, denominata PREMIA – Programmazione, Realizzazione, Monitoraggio Investimenti Aeroportuali – che, attraverso flussi digitali strutturati, dati centralizzati e dashboard dinamiche, consente una vigilanza sugli investimenti programmati dalle società di gestione, ottimizzando i tempi di istruttoria, abilitando controlli automatizzati e migliorando la capacità di intervento proattivo. Quello degli investimenti aeroportuali, a garanzia della qualità e dell’adeguamento infrastrutturale finalizzato ad accogliere la continua crescita del trasporto aereo, si conferma, anche nel 2024, un ambito vitale da parte delle società di gestione. Risultano, infatti, realizzati investimenti per un importo complessivo pari a 851 mln di euro circa rapportati a un valore totale pianificato per il 2024, pari circa a 984 mln di euro. Nell’insieme l’indotto ha registrato un valore realizzativo pari all’ 88% del programmato attestandosi a un valore del +17% rispetto all’anno precedente. Degli 851 mln di euro, risultano essere stati investiti 187 mln in interventi legati ai principi di sostenibilità ambientale e digitalizzazione. Con workshop dedicati, come quello che si è svolto ieri 6 novembre, nella sede centrale di Enac, aperto dall’intervento del presidente Pierluigi Di Palma, le Direzioni Enac coinvolte nella programmazione, progettazione, realizzazione e monitoraggio sugli aeroporti, presentano la funzionalità e le potenzialità del sistema PREMIA alle società di gestione che dovranno popolare la piattaforma con i dati relativi allo stato di avanzamento dei lavori. “Con PREMIA – ha commentato Di Palma – realizziamo un ulteriore passo verso la sburocratizzazione della pubblica amministrazione, accorciando proprio quei tempi che incidono così negativamente sugli iter di investimenti e realizzazione delle opere. Il percorso di liberalizzazione e privatizzazione del trasporto aereo avviato da Enac 25 anni fa, è un modello vincente apprezzato in tutto il mondo in cui l’Ente ha assunto un ruolo di sintesi tra pubblico e privato consentendo uno sviluppo rapido del settore, con ricadute economiche positive per le società di gestione, chiamate, però, a operare nell’ambito di linee guida definite dall’Autorità. Ora abbiamo anche molti strumenti innovativi, tra cui quello presentato oggi, che ci permettono, con la partecipazione attiva degli operatori del comparto, di garantire ulteriormente l’efficienza e la qualità nell’azione dell’Ente”.
Aeroporti, al via i lavori per la nuova viabilità di accesso allo scalo di Bari, investimento da 3,7 milioni di euro
Prendono ufficialmente il via oggi i lavori per la “Nuova viabilità esterna di ingresso all’aeroporto di Bari”. Un intervento strategico che rientra nel Masterplan dello scalo del capoluogo pugliese e che punta a potenziare l’accessibilità e la sicurezza della principale porta d’ingresso aeroportuale della Puglia. L’intervento è stato illustrato ieri dal presidente e dal direttore generale di Aeroporti di Puglia, Antonio Maria Vasile e Marco Catamerò e dal direttore tecnico di AdP, Donato D’Auria. A dare il via ai lavori anche i sindaci di Bari e Bitonto, Vito Leccese e Francesco Paolo Ricci. Sul posto anche i rappresentanti delle ditte esecutrici e l’assessore alle Opere pubbliche del Comune di Bari, Domenico Scaramuzzi. Il nuovo percorso, lungo circa 500 metri, collegherà l’incrocio tra la provinciale Bitonto–Palese e la viabilità aeroportuale esistente, all’altezza della rotatoria principale. Il tracciato si svilupperà su una carreggiata a due corsie, con marciapiede e pista ciclabile, per un investimento complessivo di circa 3,7 milioni di euro. Nelle prime fasi operative sono già state completate le attività di espianto e reimpianto degli alberi lungo il tracciato: 23 secolari e 150 non secolari che, a seguito di autorizzazione da parte del Dipartimento Agricoltura della Regione Puglia si trovano nelle aree aeroportuali. Sono state anche effettuate operazioni di bonifica bellica. “Con questo intervento – ha dichiarato Vasile – proseguiamo nel percorso di modernizzazione e potenziamento delle infrastrutture a servizio dell’aeroporto di Bari. La nuova viabilità garantirà un accesso più fluido e sicuro allo scalo, migliorando la mobilità non solo per i passeggeri, ma anche per i cittadini e per le attività economiche del territorio. È un investimento che conferma l’impegno di Aeroporti di Puglia nel coniugare sviluppo, sostenibilità e qualità dei servizi”. L’opera, che interessa un’area di circa 2 ettari (20.000 mq), è stata approvata con VIA (Valutazione di Impatto Ambientale) e conformità urbanistica. A seguito della Conferenza dei Servizi, Aeroporti di Puglia è stata delegata da ENAC alla gestione delle procedure di esproprio. I lavori, della durata stimata di 169 giorni, dovranno terminare entro l’inizio dell’estate e sono stati affidati al RTI composto da Pasquale Alò srl di Monopoli, SIPA spa di Bari e Siles srl di Andria.
Fs, “Le Ferrovie d’Italia (1861-2025). Dall’unità nazionale alle sfide del futuro”, inaugurata la mostra a Roma
Non è solo una storia italiana ma è la storia d’Italia. Passa attraverso questo discrimine il racconto lungo oltre un secolo che vede le Ferrovie dello Stato protagoniste della mostra aperta da oggi, 7 novembre, dal titolo “Le Ferrovie d’Italia (1861-2025). Dall’unità nazionale alle sfide del futuro”, promossa e organizzata da VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia e dal Gruppo FS Italiane, nella Sala Zanardelli del Vittoriano e nel Giardino grande di Palazzo Venezia. Quello che si snoda è un viaggio lungo oltre un secolo, tra binari e trasformazioni sociali, innovazioni tecnologiche e grandi sfide del Paese ma soprattutto è il racconto del Paese. “Ma più di ogni altra riforma amministrativa, la realizzazione delle ferrovie contribuirà a consolidare la conquista dell’indipendenza nazionale”: con queste parole Camillo Benso, conte di Cavour, già negli anni Quaranta dell’Ottocento individuò il ruolo delle ferrovie nel percorso del Risorgimento e nella costruzione dell’Italia moderna, una nazione giovane, unita e libera.
La storia dell’unità nazionale e la storia delle ferrovie risultano pressoché inseparabili: i binari hanno reso concreta la geografia politica italiana, collegando territori divisi da secoli, favorito scambi economici e culturali, ridotto distanze, creato opportunità di lavoro e di mobilità sociale. I treni e le stazioni hanno anche contribuito a plasmare una nuova identità collettiva, fatta di viaggi, incontri, pendolarismi, emigrazioni, ritorni. In questo processo ormai ultrasecolare, le ferrovie sono state fonte d’ispirazione per letterati e artisti, diventando metafora potente della modernità, della velocità e del progresso, talvolta anche delle loro innegabili contraddizioni. Il Vittoriano, concepito nel 1878, all’indomani della scomparsa di Vittorio Emanuele II, primo re d’Italia, e cuore simbolico della Nazione, costituisce il luogo ideale per accogliere la visione di Cavour e tradurla in un racconto espositivo. Gestito dal VIVE – Vittoriano e Palazzo Venezia, istituto autonomo del Ministero della Cultura, il Vittoriano è luogo di arte, di memoria e insieme uno spazio vivo, dove riflettere sul processo risorgimentale e sui valori fondativi della nazione: libertà della patria e unità dei cittadini, ora in un contesto democratico ed europeo. L’iniziativa si inserisce nelle celebrazioni per i 120 anni dalla fondazione delle Ferrovie dello Stato, avvenuta nel 1905. Da allora, le FS hanno accompagnato ogni fase cruciale della storia italiana, dalla ricostruzione postbellica al boom economico, fino all’Alta Velocità e alla transizione digitale di oggi. Il Gruppo FS è una realtà industriale che oggi conta oltre 96.000 dipendenti, opera nei settori del trasporto ferroviario, stradale, della logistica, delle infrastrutture, della rigenerazione urbana e dei servizi tecnologici. Porta avanti una fase di profonda trasformazione con un investimento previsto superiore a 100 miliardi di euro in cinque anni, finalizzato a rafforzare la resilienza delle infrastrutture ferroviarie e stradali, migliorare la qualità del servizio, completare opere strategiche e promuovere una mobilità sempre più sostenibile e intermodale.
La mostra è stata presentata oggi dalla sua curatrice Edith Gabrielli, Direttrice Generale del VIVE, e da Tommaso Tanzilli, Presidente del Gruppo FS. La mostra, che parte da un impianto storico rigoroso, affronta il tema con un accentuato carattere interdisciplinare. Quattro in ogni sezione gli assi principali di lettura, che si concretizzano in altrettanti pannelli informativi. Questi assi mettono in luce l’impatto delle ferrovie e, insieme, la loro capacità di trasformazione. Oltre che mezzo di trasporto, il treno era ed è un dispositivo capace di mutare la percezione del tempo, ridefinire il concetto di distanza e ispirare nuove visioni del lavoro, dell’identità e della comunità. Il primo asse di lettura verte sulla storia delle ferrovie in Italia, dello sviluppo della rete e dei mezzi, delle competenze tecniche e ingegneristiche, delle scelte organizzative e gestionali. Lo sguardo si muove dalla prima rete nazionale all’introduzione dell’Alta Velocità fino ai cantieri attuali finanziati con i fondi del Pnrr. Il secondo asse di lettura ha a che fare con l’identità, le istituzioni, la politica e l’economia, indagando le motivazioni, le strategie e gli effetti delle scelte attuate in relazione alle ferrovie in questi ambiti. L’infrastruttura ne emerge come strumento di unificazione, di modernizzazione e di governo del territorio, oltre che come fattore decisivo nello sviluppo produttivo ma anche misura delle contraddizioni del Paese, a cominciare dalla divaricazione tra campagna e città e tra Nord e Sud. Il terzo asse di lettura affronta il tema in rapporto alla sfera sociale e antropologica, restituendo l’impatto delle ferrovie sulla vita quotidiana, sul lavoro e sul costume, la nascita di nuove professioni e la trasformazione dei ritmi e delle percezioni collettive: dall’apparizione di una nuova figura come quella del ferroviere fino al recente mutamento del concetto di distanza e all’avvento del pendolarismo di lungo raggio con l’introduzione dell’Alta Velocità. Il quarto e ultimo asse della mostra indaga l’interpretazione delle ferrovie nelle arti, nella pittura, nella fotografia, nel cinema, nella poesia e nella letteratura. Gli artisti, prima e meglio di altri, hanno saputo cogliere la complessità del fenomeno, restituendone tanto la forza innovatrice quanto le ombre, le alienazioni e le contraddizioni: nelle loro opere il treno diventa simbolo della modernità e specchio delle sue ambivalenze, immagine di progresso e di perdita, di velocità e di lontananza, talvolta luogo di sperimentazione creativa o addirittura metafora esistenziale. L’esposizione è accompagnata da un catalogo edito da Silvana Editoriale, con approfondimento e un completo apparato illustrativo di tutte le opere in mostra, e con testi a cura di Edith Gabrielli (Direttrice VIVE e curatrice della Mostra) e del Comitato scientifico formato dal prof. Francesco Benigno (Scuola Normale Superiore, Pisa), dal prof. Lorenzo Canova (Università degli Studi del Molise), dal prof. Andrea Giuntini (già Università degli Studi di Modena e Reggio) e dal prof. Stefano Maggi (Università degli Studi di Siena). Per tutta la durata dell’esposizione il team didattico del VIVE propone un ricco programma di attività rivolte a bambini, famiglie, utenti con esigenze specifiche, scuole di ogni ordine e grado.
“L’obiettivo della mostra non è autocelebrarsi, ma dimostrare all’Italia cosa Ferrovie dello Stato ha rappresentato per il Paese”: ovvero una spinta verso la modernizzazione, ma anche un canale per espandersi oltre i confini Italiani. “L’idea di metropolitana d’Europa non ci dispiace – ha affermato riprendendo le parole dell’a.d del gruppo Fs Stefano Donnarumma -. Non abbiamo preclusioni geografiche ne ambizioni specifiche. Non c’è dubbio che continuiamo a guardare verso l’esterno, ma l’attenzione principale resta l’Italia”. Tanzilli ha sottolineato che “tra i nostri obiettivi c’è quello di portare a termine il Pnrr e il nostro piano industriale”. “La mostra è un viaggio nel tempo per riscoprire, in modo nuovo e appassionante, l’identità stessa del Paese”, ha affermato. la direttrice dell’Istituto Vive e curatrice Edith Gabrielli.
Ponte sullo Stretto, la società: nessun coinvolgimento nell’indagine sugli appalti della sanità in Sicilia
In relazione ad alcune affermazioni riportate dai media sull’indagine in corso per appalti legati alla sanità in Sicilia, la società Stretto di Messina non è a conoscenza di alcun coinvolgimento diretto o indiretto del ponte sullo Stretto di Messina. E’ quanto precisa, in una nota, la società che “contestualmente esprime massimo sostegno e attenzione alle iniziative della Magistratura e delle Forze di Polizia, volte a prevenire e debellare qualsiasi tipo di ingerenza della criminalità nelle operazioni di realizzazione dell’opera”. “Il compito affidato alla Stretto di Messina dal Parlamento e dal Governo è di realizzare il ponte nella massima trasparenza e legalità nel rispetto dei tempi, dei costi e della qualità delle opere. La continua e preventiva attività delle autorità inquirenti – prosegue la società – permette di agire in un contesto di piena sicurezza. Con anticipo sull’avvio della fase esecutiva, saranno sottoscritti Protocolli di legalità, conformemente alla normativa di riferimento, con l’obiettivo di evitare ogni potenziale forma d’infiltrazione e condizionamento da parte della criminalità organizzata”.
Federlogistica-Conftrasporto: Obiettivo autotrasporto per far progredire il Sistema operativo della Community portuale
Viaggi con container vuoti e transiti interni tra terminal portuali. Questi i coni d’ombra che il Tavolo sul Port Community System Operativo (PCSO) del Porto di Genova, che sarà gestito da Liguria Digitale per conto dell’Autorità di Sistema Portuale del Mar Ligure Occidentale, si trova ad affrontare in tempi strettissimi. Il confronto è ripartito con l’obiettivo di proseguire il percorso di digitalizzazione integrata dei processi logistico-portuali, estendendo il sistema anche ai terminal di Savona e Vado Ligure, in sinergia con gli investimenti PNRR e con il programma ministeriale “LogIn Business” per la digitalizzazione della catena logistica nazionale. Traguardo da raggiungere nei primi giorni di dicembre con l’adeguamento dei dispositivi e delle applicazioni utilizzate dalle aziende di autotrasporto. Attualmente il sistema rileva prevalentemente la merce e non le targhe, rendendo necessario un aggiornamento tecnico per assicurare la tracciabilità completa dei mezzi e delle operazioni. Permangono – come sottolinea Federlogistica-Conftrasporto – difficoltà nella dematerializzazione documentale, con ritardi da parte di alcuni soggetti, tra cui le Dogane, e criticità legate all’uso di applicazioni diverse. Le principali novità annunciate includono: Riduzione dei tempi di validità dei viaggi autotrasporto: lo stato “da pianificare” passerà da 8 a 4 giorni; Obbligo di utilizzo dell’app mobile EVA per la gestione dell’ingresso in porto e la conferma dell’ordine di manovra; Integrazione dei buffer interni nei flussi operativi PCS, con notifiche in tempo reale tra terminal, varchi e operatori; Estensione della gestione digitale ai container vuoti e ai transiti interni, in linea con l’Ordinanza 7/21 e con la strategia di digitalizzazione completa del ciclo portuale. Le evoluzioni del PCSO si inseriscono nel quadro nazionale di digitalizzazione della logistica promosso dal bando “LogIn Business”, che mira a favorire l’interoperabilità tra sistemi pubblici e privati. “La ripresa dei lavori sul PCSO – Gianfranco Tiezzi, Coordinatore di Federlogistica Liguria – è un segnale positivo per tutto il sistema logistico ligure, indispensabile per aumentare efficienza, trasparenza e competitività. Federlogistica Liguria continuerà a collaborare con l’Autorità di Sistema Portuale e con Liguria Digitale per assicurare che le nuove implementazioni siano realmente funzionali alle esigenze operative delle imprese e coerenti con le linee del programma “LogIn Business” e con gli obiettivi di innovazione promossi a livello europeo”.
Snam, successo oltre le attese per il piano di azionariato diffuso, aderisce il 55% della popolazione aziendale.
Si è concluso con un’adesione oltre ogni attesa il primo piano di azionariato diffuso lanciato da Snam: il 55% della popolazione aziendale ha deciso di partecipare, scegliendo così di investire nel futuro della società. Il piano, denominato “Noi Snam”, offre alla totalità dei dipendenti – con condizioni particolarmente incentivanti per operai, impiegati e quadri – l’opportunità di diventare azionisti di Snam, condividendo così il valore generato in un orizzonte di lungo periodo. L’adesione al piano, possibile in questa fase esclusivamente tramite risorse proprie, in poco più di un mese dall’apertura ha raggiunto uno dei migliori risultati mai registrati
per piani con caratteristiche analoghe di società quotate, a testimonianza della straordinaria fiducia, del senso di appartenenza e della condivisione dei valori e obiettivi aziendali da parte delle persone di Snam. “Le nostre persone hanno un ruolo di fondamentale importanza nel percorso di sviluppo e crescita di Snam. La grande adesione al piano di azionariato diffuso conferma il legame profondo che le unisce all’Azienda: è il miglior segnale di fiducia, che ci responsabilizza e ci ispira nel contributo che tutti insieme offriamo ogni giorno allo sviluppo dell’Italia”, ha dichiarato l’amministratore delegato di Snam Agostino Scornajenchi.
Il successo del piano si riflette anche nella partecipazione trasversale tra le diverse categorie professionali e generazionali. Oltre il 50% degli operai e impiegati ha aderito al piano, a conferma di un coinvolgimento diffuso e consapevole a tutti i livelli dell’organizzazione. Grande riscontro da tutte le generazioni che compongono l’Azienda, sia dalla popolazione più senior sia dai più giovani: oltre il 30% degli aderenti ha meno di 35 anni. L’adesione a “Noi Snam”, che può avvenire mediante il ricorso a risorse proprie e, dal prossimo anno, anche tramite conversione del premio di risultato, prevede la possibilità di ricevere azioni welcome (per il primo anno di adesione), azioni matching e dopo 3 anni azioni loyalty, a fronte dell’impegno del dipendente di non vendere le azioni per i successivi 3 anni. L’iniziativa si inserisce in una più ampia strategia di coinvolgimento e valorizzazione delle persone di Snam, volta a rafforzare il legame tra l’azienda e la sua popolazione in un momento storico in cui il settore energia è al centro di profonde trasformazioni; l’ampia adesione al piano di azionariato diffuso dimostra concretamente la volontà delle donne e
degli uomini di Snam di sentirsi parte attiva del cambiamento in atto, pronti a dare un contributo significativo al successo e alla crescita della società.
Italgas, concluso il primo ciclo del Piano di Azionariato Diffuso: due dipendenti su tre aderiscono
Si è concluso con l’adesione di quasi due dipendenti su tre il primo ciclo di “IGrant”, il Piano di Azionariato Diffuso promosso da Italgas per il triennio 2025–2027. Il programma consente alle persone del Gruppo di diventare azioniste della società e di partecipare direttamente alla creazione di valore. L’adesione è stata del 62,8%.“Il successo del Piano – ha commentato Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas – è andato oltre le nostre previsioni. È uno dei risultati migliori registrati da iniziative di questo tipo, in particolare nell’anno di lancio, ed esprime chiaramente la fiducia che le persone ripongono nel Gruppo e nella nostra capacità di far accadere le cose”. Tra gli aderenti a “IGrant” si è registrata una partecipazione trasversale tra le diverse fasce d’età, con un picco del 77% nella fascia 31-40 anni. Per quanto riguarda le famiglie professionali, l’adesione ha superato il 68% tra impiegati e dirigenti, mentre tra gli operai ha raggiunto circa il 50%. Dopo il positivo riscontro del primo ciclo, il Piano sarà esteso nel 2026 e nel 2027 a tutte le realtà del Gruppo.
Plenitude firma un accordo per l’efficientamento energetico delle sedi di Avis
Plenitude e Avis, Associazione Volontari Italiani Sangue ODV, annunciano la firma di un accordo quadro finalizzato al possibile sviluppo di iniziative congiunte per l’efficientamento energetico delle sedi Avis su tutto il territorio nazionale. L’intesa riguarda la realizzazione di progetti innovativi che includono ad esempio la fornitura e il revamping di impianti fotovoltaici, l’installazione di colonnine di ricarica per veicoli elettrici, la fornitura di energia e la stipula di convenzioni con condizioni dedicate per i collaboratori e i soci donatori di Avis. “Con questa collaborazione, Plenitude conferma il proprio impegno a supportare enti ed associazioni nel loro percorso di transizione energetica, grazie a soluzioni integrate che favoriscono il consumo di energia da fonti rinnovabili. L’accordo che sigliamo oggi sancisce l’impegno reciproco a esplorare e realizzare iniziative concrete per contribuire alla transizione energetica” ha dichiarato Vincenzo Viganò, Head of Retail Italian Market di Plenitude. “Da sempre siamo attenti alla tutela del benessere delle persone e delle comunità, anche attraverso l’adozione di pratiche sostenibili. Grazie a questo accordo, potremo supportare le nostre 3.300 sedi presenti sul territorio nazionale con soluzioni innovative per la produzione e l’utilizzo consapevole dell’energia, contribuendo così alla diffusione di una cultura più green e responsabile all’interno della nostra Associazione e nelle comunità in cui operiamo”, afferma Oscar Bianchi, presidente nazionale di AVIS.
Finanza climatica, Ecco:Italia ferma, nessun euro versato dei 100 mln promessi a Cop28
Dopo una lunga notte di trattative, all’alba di mercoledì 5 novembre, l’Unione europea ha adottato un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni del 90% al 2040 e un conseguente impegno al 2035 che si attesta tra il 66,25e il 72,5%. Questo, secondo il think tank Ecco, chiarisce la posizione europea in vista della COP30: nessun grande blocco di paesi emettitori ha obiettivi così ambiziosi per i prossimi 15 anni, al netto di una flessibilità richiesta da alcuni Stati membri. In questo senso, l’Italia ha giocato un ruolo controverso nei negoziati, spingendo per un indebolimento dell’obiettivo che rischia di creare incertezza sulle politiche future, soprattutto per gli investimenti. Anche il compromesso sull’uso di crediti di carbonio internazionali fino al 5% rischia di ridurre la trasparenza delle politiche di transizione europee. “Nella nostra reazione abbiamo evidenziato che una trasformazione giusta e competitiva dell’economia europea può avvenire solo con risorse adeguate e regole chiare, non con scorciatoie che la indeboliscono”. In questo quadro, l’Italia arriva a Belém con luci e ombre. Il nuovo rapporto di ECCO e ODI Global mostra che, pur con qualche progresso, il nostro Paese è ancora indietro sulla finanza climatica internazionale, avendo raggiunto solo il 73% della sua quota equa. Inoltre, non ha ancora versato un euro di quei 100 milioni promessi a COP28 per il Fondo Perdite e Danni. Non si tratta di beneficenza, ma di obblighi internazionali riconosciuti anche dalla Corte di giustizia internazionale.
Alantra e Solarig ottengono un finanziamento di 400 milioni di euro per accelerare il portafoglio fotovoltaico di N-Sun Energy da 1,8 GW in Italia
N-Sun Energy, una delle piattaforme di sviluppo di impianti fotovoltaici a più rapida crescita in Europa, creata in partnership da Alantra e Solarig, ha firmato un accordo di finanziamento da 355 milioni di euro con Intesa Sanpaolo, tramite la sua controllata italiana N-Sun Energy Advisors Italy 2. Parallelamente, Alantra Solar ha ottenuto una linea di finanziamento da 50 milioni di euro con Bankinter, garantita da CESCE. Questa linea fornirà le risorse necessarie per completare il programma di investimenti di N-Sun Energy e rafforzare la struttura finanziaria della piattaforma. Il finanziamento fornito da Intesa Sanpaolo (Divisione IMI CIB) servirà a finanziare lo sviluppo e la costruzione di un portafoglio di cinque impianti fotovoltaici e agrivoltaici in Italia, con una capacità complessiva di circa 275 MWp. Il portafoglio comprende progetti strategici situati nel Lazio (Ischia di Castro), Puglia (Lecce e Minervino Murge) e Sicilia (Catania I & II). Una volta operativi, questi impianti contribuiranno in modo significativo alla capacità di generazione di energia rinnovabile in Italia, con l’avvio delle operazioni commerciali previsto entro la fine del 2027. Strutturato secondo un modello di project finance holdco, il pacchetto di finanziamento include linee di prestito a lungo termine, una linea IVA, una linea di riserva per il servizio del debito e garanzie relative a contratti di acquisto di energia (PPA) e smantellamento. Intesa Sanpaolo ha agito come Mandated Lead Arranger, Underwriter, Bookrunner, Global Coordinator, Agent Bank e Green Loan Coordinator, rafforzando il suo impegno nel supportare progetti allineati ai Green Loan Principles. Inoltre, la soluzione di finanziamento su misura ideata dai team di Investment e Corporate Banking di Bankinter supporterà ulteriormente Alantra Solar nello sviluppo dei suoi asset in Italia. L’operazione riflette l’impegno continuo di Bankinter per la sostenibilità e la sua esperienza nella creazione di soluzioni finanziarie personalizzate che rispondano alle esigenze specifiche di ciascuna azienda. Come parte della più ampia piattaforma di energia solare da 1,8 GW di N-Sun Energy nel sud Europa, il finanziamento rappresenta un passo strategico per diventare una delle principali piattaforme della regione. Questo finanziamento segue i 213 milioni di euro ottenuti nel gennaio dello scorso anno per la costruzione di sette impianti solari, situati in Spagna e in Italia, come parte del primo lotto da 306 MWp. La società veicolo, gestita da Alantra Solar, continua ad acquisire impianti ready-to-build sviluppati da Solarig, con il supporto di investitori chiave come Reichmuth Infrastructure e Amundi Energy Transition. Ad oggi, la società ha già acquisito 597 MWp. “Questo finanziamento evidenzia la forza della partnership tra Alantra e Solarig nello sviluppo di una delle piattaforme di energia solare più ambiziose d’Europa. Segna un altro traguardo verso la realizzazione del portafoglio da 1,8 GW di N-Sun Energy e conferma il forte impegno degli investitori nella nostra strategia. Continuiamo a impegnarci nello sviluppo di progetti rinnovabili che combinano scalabilità, sostenibilità e creazione di valore a lungo termine per i nostri investitori e le comunità in cui operiamo” ha commentato Javier Mellado, Managing Partner di Alantra Solar. “Questa operazione finanziaria rappresenta un passo importante per consolidare l’impegno a lungo termine di Solarig nella transizione energetica in Italia. Il nostro Paese è un mercato strategico, in cui investiamo da oltre 15 anni e dove abbiamo costruito un portafoglio di oltre 2 GW tra impianti fotovoltaici e sistemi BESS, con progetti competitivi, sostenibili e integrati a livello locale. Solarig ha la solidità necessaria, grazie a operazioni come queste, per continuare a diversificare le aree di attività con lo sviluppo di progetti di biometano, contribuendo al percorso dell’Italia verso la decarbonizzazione e l’indipendenza energetica” ha commentato Agnese Rocco, Country Manager di Solarig in Italia.
G∙row debutta al Gazometro Eni a Roma: partnership e innovazione per la gestione dei rischi
Si è tenuta ieri la “G∙row Conference 2025 – Evolving through Risk & Control Governance” nella quale Eni ha presentato G∙row, l’Alleanza tra imprese e istituzioni creata con l’obiettivo di promuovere l’evoluzione e il rafforzamento dei sistemi di controllo e gestione dei rischi lungo l’intera catena del valore. L’iniziativa è sviluppata con il supporto strategico di McKinsey & Company e quello tecnologico di SAP Italia. L’evento, tenutosi presso il Gazometro di Eni a Roma, ha visto la partecipazione di rappresentanti di Banca d’Italia, CONSOB, OCSE, Assonime, Nedcommunity e SDA Bocconi School of Management, che hanno approfondito le sfide e le opportunità legate alla Governance dei rischi, e di rappresentanti delle aziende partner A2A, Cassa Depositi e Prestiti, Ferrovie dello Stato, Leonardo, Nexi, Poste Italiane, Saipem, Snam e ATM. Queste realtà nazionali, first movers dell’Alleanza G·row, hanno scelto di credere nel progetto sin dalle sue fasi iniziali e avranno un ruolo centrale nell’accelerare la diffusione delle best practice di Governance, in particolare verso le piccole e medie imprese. Le aziende, leader nei rispettivi settori, si impegnano a mettere a disposizione il proprio know-how e le loro esperienze consolidate, agendo come vettori di conoscenza per l’intero ecosistema. Il loro ruolo sarà fondamentale per diffondere il framework condiviso di G∙row, garantendo che sia calato sulle specifiche esigenze del tessuto produttivo italiano. In questo modo, si faciliterà la transizione delle PMI verso modelli di controllo scalabili in linea con le sfide globali che le imprese si trovano a dover affrontare, come ad esempio rischi cyber, di supply chain e reputazionali. Gianfranco Cariola, Direttore Internal Audit ha commentato: “G∙row persegue una duplice missione: da un lato, costruire una rete tra grandi imprese e realtà più piccole (come le PMI), creando un ecosistema che rafforzi la trasparenza e la competitività. Il secondo obiettivo è innescare un cambiamento culturale profondo in materia di Risk & Control Governance, in cui la visione ecosistemica supporti la crescita del Sistema Paese.” L’iniziativa G·row si concretizza attraverso una piattaforma digitale, attualmente accessibile solo alle aziende partner, che potranno estenderla alle proprie filiere. La piattaforma offre strumenti e risorse per l’autovalutazione, il confronto con realtà comparabili e l’avvio di un percorso di miglioramento organico e continuo del sistema di controllo e gestione dei rischi. Nei prossimi mesi, il portale sarà progressivamente aperto a nuove aziende e filiere, ampliando così la portata e l’impatto
dell’Alleanza. Inoltre, è già online il sito web di G.row che rappresenta un punto di accesso ai principi e contenuti chiave dell’iniziativa e si propone di fornire aggiornamenti costanti e informazioni utili per tutte le aziende interessate.
La sicurezza sul lavoro parte dalla scuola: CGIL, FLC e INCA lanciano un concorso in sette città
Rafforzare l’educazione alla sicurezza e alla consapevolezza dei propri diritti tra le studentesse e gli studenti che si preparano a entrare nel mondo del lavoro. È questo l’obiettivo del nuovo concorso promosso da CGIL, FLC e dal Patronato INCA, rivolto alle classi quarte e quinte degli istituti tecnici e professionali. L’iniziativa, che nasce nell’ambito delle celebrazioni per gli 80 anni di INCA CGIL, prende il via in sette città simbolo – Bari, Bologna, Catanzaro, Palermo, Perugia, Potenza e Torino – capoluoghi delle regioni più colpite da infortuni e morti sul lavoro in relazione agli occupati. Il progetto si concentra su chi si prepara a entrare nel mondo del lavoro, attraverso i percorsi PCTO (ex alternanza scuola-lavoro), per offrire strumenti concreti di consapevolezza e prevenzione. Le studentesse e gli studenti parteciperanno a incontri e moduli formativi sui rischi, sui diritti e sui comportamenti da adottare, con materiali multimediali che richiamano anche casi di cronaca recenti.
L’obiettivo è duplice: promuovere una cultura della sicurezza e far comprendere che, anche durante i tirocini, ragazze e ragazzi hanno gli stessi diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. A conclusione del percorso, le classi realizzeranno podcast, video e altri prodotti multimediali sul tema, che saranno valutati in un concorso nazionale con un premio di 1.000 euro per le scuole vincitrici di ogni città. La premiazione verrà fatta in occasione della Giornata Mondiale per la Salute e la Sicurezza sul Lavoro, il 28 aprile 2026. “Portare la cultura della sicurezza nelle scuole significa formare le lavoratrici e i lavoratori di domani – spiega Lorella Brusa, del collegio di presidenza di Inca Cgil – rendendoli consapevoli dei propri diritti e offrendo loro gli strumenti per tutelarsi, nell’arco di tutta la loro vita. Il sindacato lavora per i diritti di tutte e tutti, e noi, come INCA CGIL, li aiutiamo a farli valere: offriamo assistenza gratuita a chi resta senza lavoro, a chi si infortuna, a chi parte per l’estero e, un domani, quando arriverà il momento della pensione, saremo ancora al loro fianco. È un impegno che dura da oltre ottant’anni e che oggi si rinnova nelle scuole, parlando alle nuove generazioni con un linguaggio adatto a loro e con lo sguardo rivolto al futuro. Perché la sicurezza è un diritto, una conquista e un valore da praticare ogni
giorno”. “Chiediamo da anni di eliminare l’obbligatorietà dei PCTO e di investire nella scuola per riportare nei laboratori l’apprendimento attraverso l’esperienza diretta e la sperimentazione attiva, – sottolinea Graziamaria Pistorino, segretaria nazionale FLC CGIL – eppure in queste ore la legge di bilancio taglia i fondi per la sicurezza e l’edilizia scolastica. Il progetto congiunto INCA, CGIL e FLC offre la corretta formazione a chi per la prima volta sperimenta il contatto con i rischi del mondo produttivo. Formazione alla cittadinanza oggi significa anche formazione alla sicurezza: studentesse e studenti sono cittadine e cittadini di domani ma, già da oggi, hanno il diritto vivere contesti sicuri e cambiare le regole di un gioco mortale che in Italia produce tre vittime ogni giorno. La sicurezza sui luoghi di lavoro non è solo un insieme di norme, ma è un percorso culturale per la società intera su cui bisognerebbe investire seriamente e non tagliare”. “È importantissimo, oggi più che mai, di fronte a una catena di infortuni e malattie professionali che purtroppo non accenna a fermarsi, che la cultura del diritto alla salute e all’incolumità personale e collettiva sia diffusa fin dall’età scolare, e soprattutto nelle occasioni di primo approccio con il mondo del lavoro – conclude Francesca Re David, segretaria confederale della CGIL – La diffusione delle conoscenze relative alla prevenzione è necessaria e urgente, anche per mettere in discussione un modello di organizzazione del lavoro che, non rispettando le regole fondamentali di ambienti sani, sicuri e correttamente strutturati, si rivela sempre più negativo per le condizioni delle persone e per gli esiti che produce”. Un messaggio rivolto alle nuove generazioni, perché la sicurezza non sia un obbligo formale, ma un diritto essenziale di tutte e tutti.
Dhl Express inaugura la nuova facility di Treviso Casier, investimento di oltre 4 milioni di euro
DHL Express Italy, il corriere aereo leader nei servizi espressi internazionali, ha inaugurato ieri alla presenza di clienti, rappresentanti delle istituzioni e dipendenti, il la nuova facility di Treviso Casier, una delle strutture più avanzate del network nazionale in temini di tecnologie e soluzioni per la sostenibilità. Il sito, realizzato grazie a un investimento di oltre 41 milioni di euro, è stato progettato per rafforzare la capacità logistica al servizio delle imprese del Nord-Est e sostenerne la crescita nei mercati globali. La nuova facility di Treviso Casier è collegata operativamente con il Gateway DHL Express presso l’Aeroporto Marco Polo di Venezia: da qui, grazie ad una connessione diretta con l’HUB Globale di Lipsia, nonché con l’HUB Internazionale di Milano Malpensa, le imprese del territorio possono raggiungere i mercati di oltre 220 destinazioni in tutto il mondo servite dal network aereo di DHL Express. La nuova facility di Treviso Casier si sviluppa su oltre 30.000 metri quadrati, ospita un nuovo sorter con una capacità operativa di 6000 pezzi all’ora e riunisce in un’unica struttura attività precedentemente distribuite tra i siti di Treviso e Gaggio di Marcon come la funzione commerciale e parte del Customer Service nazionale. Questa concentrazione di diverse funzioni in un’unica sede consente di ottimizzare i flussi logistici, ridurre i tempi di transito e garantire maggiore continuità e affidabilità del servizio per le imprese esportatrici del territorio. Nei nuovi spazi operano oltre 500 addetti tra diretti e indiretti specializzati tra Operations, Customer Service, Sales e funzioni di supporto. «L’apertura del nuovo Service Center di Treviso Casier rappresenta un investimento strategico per rafforzare la competitività delle imprese del Nord Est e sostenere la loro crescita nei mercati internazionali. Questa è una delle aree produttive più dinamiche d’Europa e per noi è fondamentale consolidare la nostra presenza qui con un’infrastruttura capace di combinare qualità del servizio, innovazione digitale e sostenibile lungo i tre pilastri ESG» ha dichiarato Nazzarena Franco, CEO di DHL Express Italy. «L’impianto è stato progettato per essere un acceleratore dell’export e un punto di riferimento per le aziende del territorio, con un approccio che integra logistica avanzata, attenzione e cura delle persone, valorizzazione e sviluppo delle competenze.» “Manifattura e logistica sono due facce della stessa medaglia: la competitività dell’una dipende dall’efficienza dell’altra. Dobbiamo invertire la tendenza di una visione della logistica come mero costo, riconoscendone invece il valore di partner strategico dell’industria. In un mondo in cui gli equilibri economici si ridisegnano con rapidità, servono imprese e sistemi capaci di adattarsi, presidiare le catene globali del valore e aprirsi con efficacia a nuovi mercati” le parole di Leopoldo Destro, Delegato del Presidente di Confindustria per i Trasporti, la Logistica e l’Industria del Turismo. “Le priorità oggi sono chiare: investire in infrastrutture intermodali e digitali, che colleghino porti, interporti, ferrovie e aree produttive; accelerare la transizione verde della mobilità delle merci; rendere strutturali gli incentivi all’intermodalità e alla sostenibilità; sostenere la formazione di nuove competenze logistiche e digitali. L’Italia può e deve diventare una piattaforma logistica europea, competitiva e sostenibile. Una rete che unisce territori, industria e commercio, rafforzando l’autonomia strategica e la capacità del Paese di competere nel mondo.” Il Veneto si conferma una piattaforma economica strategica per il Paese: con il 13% del totale nazionale, è la terza regione italiana per valore dell’export nel comparto manufatturiero (fonte ISTAT). All’interno di questo contesto, la provincia di Treviso gioca un ruolo di primaria importanza grazie a un sistema produttivo solido e orientato all’internazionalizzazione, con oltre 7 miliardi di euro di esportazioni annue e una forte specializzazione in settori chiave come meccanica e automazione industriale, componentistica per elettrodomestico, fashion, arredo di design e food & wine di eccellenza. Treviso è inoltre l’unica provincia veneta che ha registrato una crescita nel numero di imprese attive rispetto ai livelli pre-pandemici, confermandosi un territorio caratterizzato da dinamicità imprenditoriale, capacità di innovazione e forte presenza di piccole e medie imprese esportatrici.
Sostenibilità e innovazione sono due elementi centrali del progetto di Treviso Casier, che si inserisce nel piano globale di decarbonizzazione annunciato da DHL Express con l’obiettivo di raggiungere Zero Emissioni entro il 2050. La struttura è stata realizzata nel rispetto delle Carbon Neutral Building Guidelines del Gruppo DHL e integra soluzioni avanzate per l’efficientamento energetico e la riduzione dell’impatto ambientale. Il sito è dotato di un impianto fotovoltaico da 700 kW destinato all’autoconsumo, di 67 colonnine per la ricarica di veicoli elettrici ed è il primo in Italia ad essere provvisto di batterie per l’accumulo dell’energia. L’infrastruttura consentirà di supportare una flotta dedicata di circa 30 mezzi elettrici entro luglio 2026, contribuendo alla riduzione progressiva delle emissioni legate alla logistica dell’ultimo miglio. Il nuovo polo di DHL Express è stato progettato secondo i più elevati standard internazionali di ingegneria industriale e certificazione, a partire dalla classificazione FM Global che garantisce strutture e impianti conformi ai più rigorosi requisiti in termini di sicurezza, prevenzione dei rischi e continuità operativa. Le linee di smistamento automatico di nuova generazione, i sistemi di controllo digitale e le tecnologie di monitoraggio avanzato permettono di gestire volumi in costante crescita, rispondendo all’evoluzione dei flussi commerciali del Nord Est e alle esigenze legate all’export e all’e-commerce internazionale. Con Treviso Casier, DHL Express consolida ulteriormente la propria presenza in Italia e prosegue il piano pluriennale di investimenti a favore dell’ammodernamento della rete e della crescita sostenibile dei flussi commerciali internazionali. La nuova infrastruttura contribuirà a migliorare l’accessibilità ai mercati globali per migliaia di aziende del territorio, rafforzando il ruolo del Veneto come hub produttivo europeo connesso al mondo.
Istat e Progetto Italiae, pubblicato il vademecum sulla gestione della funzione statistica in forma associata
Istat e Progetto ITALIAE annunciano la pubblicazione del Vademecum “La gestione della funzione statistica in forma associata”.
Il documento, disponibile online , realizzato nell’ambito della collaborazione tra Progetto ITALIAE del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie (DARA) della Presidenza del Consiglio dei Ministri e l’Istituto nazionale di statistica, offre ai Comuni una guida pratica per favorire la condivisione delle competenze, migliorare i servizi e governare i territori. Il Vademecum è stato sviluppato all’interno di un più ampio protocollo d’intesa siglato nel 2024 tra le due istituzioni e rappresenta un importante supporto operativo per le amministrazioni locali. I servizi statistici rappresentano una risorsa strategica per il governo del territorio, consentendo agli enti locali di adottare decisioni più consapevoli, efficaci e trasparenti. Tuttavia, in molte realtà, soprattutto nei piccoli Comuni che costituiscono circa il 70% del totale in Italia, la funzione statistica è ancora debole o limitata ad adempimenti formali. La gestione associata offre invece numerosi benefici. Permette di rafforzare la capacità amministrativa mettendo a sistema risorse umane e competenze, migliorando così l’efficacia e la sostenibilità dell’azione pubblica. Favorisce la specializzazione e la qualità del servizio e rende possibile la presenza di figure professionali dedicate in grado di interagire stabilmente con il Sistema Statistico Nazionale (Sistan). Un ufficio di statistica associato può inoltre sostenere la governance strategica su area vasta, integrandosi con il controllo di gestione e la pianificazione territoriale per orientare politiche e investimenti. La collaborazione tra Comuni consente anche una maggiore efficienza operativa, grazie al coordinamento nella gestione di censimenti e indagini Istat e alla standardizzazione dei processi di raccolta e analisi dei dati. Infine, la gestione in forma associata può comportare vantaggi economici, poiché le Unioni di Comuni che adottano questo modello possono accedere a finanziamenti dedicati del Ministero dell’Interno. Il documento si ricollega a esperienze concrete di realtà che hanno già sperimentato con successo la gestione associata come l’Unione dei Comuni della Bassa Romagna, l’Unione dei Comuni della Garfagnana, l’Unione Montana Comuni Olimpici Via Lattea e l’Unione Reno Galliera, esempi utili e replicabili per le amministrazioni interessate.
“Il vademecum è un tassello fondamentale del lavoro che il Progetto ITALIAE porta avanti per promuovere modelli di gestione associata e rafforzare la capacità amministrativa dei territori. La funzione statistica è una leva decisiva per una governance locale basata sui dati e sulla conoscenza: significa rendere le amministrazioni più consapevoli, trasparenti ed efficaci nel rispondere ai bisogni delle comunità.” afferma il Responsabile del Progetto ITALIAE Giovanni Vetritto.
Per Michele Camisasca, Direttore Generale dell’Istat “ll vademecum offre indicazioni pratiche per la gestione della funzione statistica in forma associata e rappresenta un’opportunità strategica per i Comuni italiani, in particolare per quelli di minori dimensioni. In un’epoca di rapidi cambiamenti, dati affidabili e tempestivi sono fondamentali per orientare le decisioni pubbliche. L’Istat conferma il suo impegno a supportare gli enti locali affinché la funzione statistica diventi un motore di innovazione e di governo consapevole”.