GREEN BUILDING FORUM
Ora Salvini scende in campo per i finanziamenti al Piano casa: “I fondi servono già dal 2026 e paghino le banche”

MATTEO SALVINI MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE E DEI TRASPORTI
IN SINTESI
Del Piano casa si è parlato, e non poco, al Green Building Forum Italia di ieri a Palazzo Lombardia, Milano. Matteo Salvini, ministro delle infrastrutture e dei trasporti, ha deciso di scendere in campo sul dossier ricordandoo che “ci sono 660 milioni di euro, che derivano dalla Legge di bilancio dello scorso anno, per i primi progetti pilota dal 2027 in poi”. Ma questi fondi, ecco la richiesta, devono essere “anticipati al 2026” e “mi piacerebbe avere un progetto pilota per ciascuna delle 20 regioni”. La ragione è anche politica: “Si vota nel 2027, non posso perdere un anno prezioso”. Di più: “Chiederò che una parte arrivi con gioia ed entusiasmo da parte di un sistema, quello bancario, che sta facendo margini notevolissimi e può contribuire”. Nessun accanimento, ha rassicurato il vicepremier (“io sono liberale e iper-liberista”), ma “senza soldi non si fa nulla”. E “nei loro bilanci registrano negli ultimi tre anni 112 miliardi di euro di utili”. Insomma, il bersaglio bancario continua a rimanere caldo dentro la maggioranza. “Spesso una parte di questi investimenti sono coperti da garanzie dello Stato e, quindi, nel caso che tutto andasse bene si va a utile, nel caso non andasse c’è lo Stato che copre e garantisce”, ha ricordato Salvini. A cercare di smorzare formalmente le divisioni interne alla maggioranza, specie con Forza Italia, ci ha pensato a margine dell’evento la ministra per le riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati: “Quello del contributo in manovra delle banche è un tema che è tutt’oggi in discussione all’interno della maggioranza, si tratta di una normale dialettica politica che come sempre avrà un punto di sintesi, non c’è al nostro interno nessun dissapore”.
Il capo del dicastero di Porta Pia ha poi confermato la posizione contraria a ulteriori tassazioni sugli affitti brevi. “Io sono sempre per il rispetto della proprietà privata, per il fatto che ciascuno possa investire sul suo immobile, come meglio creda senza penalizzazioni o inasprimento di tassazioni”, ha detto. Mentre sul Salva Milano “se si fosse scelta strada di compromesso probabilmente avremmo evitato qualcosa”, in riferimento alle vicende giudiziarie che vedono protagonista il capoluogo lombardo. A Milano c’è un problema nel problema con il settore drammaticamente fermo. Chi va ad autorizzare qualcosa con un fronte di incertezza aperto?”, si è chiesto Salvini. “Però sono l’ultimo che può permettersi di polemizzare con le Procure”, ha chiosato.
Italia e Ue: la casa come priorità assoluta
Tramite videomessaggio, la premier Meloni ha elogiato il lavoro del governo sulla definizione di un grande Piano Casa per mettere a disposizione delle giovani coppie alloggi a prezzi calmierati. Perché senza una casa è difficile costruire una famiglia, e senza famiglie non può esserci una Nazione prospera e vitale”. E poi, abbiamo riportato il Fondo di garanzia per l’acquisto della prima casa al suo alveo iniziale – cioè, rendere bancabili soggetti che difficilmente venivano considerati tali – e lo abbiamo potenziato economicamente, stanziando 670 milioni di euro fino al 2027″. Nelle parole della presidente del Consiglio c’è stato spazio anche per l’elogio al lavoro dell’ex ministro al Pnrr e oggi vicepresidente esecutivo Ue, Raffaele Fitto: Abbiamo accolto con favore che, nella revisione di medio termine della politica di coesione proposta dal vice presidente della Commissione europea Fitto, la casa sia una delle cinque nuove priorità finanziabili. È una scelta che riteniamo molto importante perché garantire ai cittadini un obiettivo strategico è una serie di misure estremamente concrete”. Migliorare la situazione degli italiani in tema casa, infine, a detta di Meloni “è un obiettivo che non possiamo ovviamente raggiungere da soli, ma solo se facciamo gioco di squadra e riusciamo a valorizzare tutte le esperienze e le buone prassi che un settore come l’edilizia può offrire ai decisori politici”.
Lo stesso Raffaele Fitto, anche lui intervenuto da remoto all’evento di Gbc Italia (Green building council), ha posto l’accento sul lavoro di Bruxelles: “Il tema della Casa sarà il centro della nuova agenda europea per le città perché il 75% dei cittadini europei vive in aree urbane e è lì che si gioca gran parte del futuro delle abitazioni sostenibili in Europa”. La priorità “trasversale” del Vecchio Continente è l’affordable housing. Insieme alla transizione energetica. Due percorsi intrecciati.
Ma la roadmap per le riqualificazioni è a rischio: mancano 15mila professionisti
Ma la strada europea e italiana sull’efficientamento del parco edilizio è tutt’altro che in discesa. La roadmap prevede che entro fine anno dovrà essere consegnata la prima bozza del programma di ristrutturazione del proprio parco immobiliare e entro il 29 maggio 2026 si dovranno adottare tutti i decreti legislativi che daranno attuazione pratica alla direttiva e consentiranno di rispettare tutte le scadenze previste dal piano. Ma, secondo Gbc-Sima-Aib, rischia di subire rallentamenti e ritardi a causa della carenza nel settore immobiliare di circa 15mila professionisti altamente specializzati in edilizia sostenibile. I costi stimati più recentemente per riqualificare gli edifici si aggirano intorno agli 85 miliardi al 2030, generando un giro d’affari da 280 miliardi di euro tra impatti diretti, indiretti e l’indotto (fonte Centro Studi geometri italiani), considerato che in Italia oltre il 60% degli edifici residenziali è ante 1976 (pre-prima legge sul risparmio energetico), quindi ad alto fabbisogno di riqualificazione profonda, e che secondo il rapporto presentato pochi giorni fa da Enea-Cti nel 2024 il 45,3% degli edifici residenziali si trova nelle classi energetiche meno performanti (classi F-G). A partire dal 1° gennaio 2028 per i nuovi edifici pubblici e dal 1° gennaio 2030 per tutti i nuovi edifici, lo standard sarà “zero emissioni”; per gli edifici residenziali dovrà esserci poi una riduzione del consumo medio di energia primaria del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035, mentre per quelli non residenziali è prevista la ristrutturazione del 16% degli edifici peggiori entro il 2030 con una estensione al 26% entro il 2033. Entro il 31 dicembre 2040 dovrà avvenire l’eliminazione completa delle caldaie a combustibili fossili – ricordano Gbc Italia, Sima e Aib. Insomma, il percorso è pieno di insidie. Allo stato attuale si registrano serie difficoltà nel reperimento di figure professionali specializzate in edilizia sostenibile – sottolineano Gbc Italia, Alessandro Miani per Sima e Rita White per l’Aib –. In alcuni comparti, come quello dell’impiantistica elettrica, si arriva addirittura a punte del 75% di fabbisogno specializzato non reperibile sul mercato.
Sul fronte politico italiano, però, gli stessi Meloni e Salvini ieri hanno confermato la linea del governo e della maggioranza: niente approccio ideologico sul green, avanti tutta col principio della neutralità tecnologica e del pragmatismo per una “vera” difesa dell’ambiente e per sostenere lo sviluppo economico. “Non ha alcun senso inseguire la decarbonizzazione al prezzo della desertificazione produttiva e industriale, banalmente perché non c’è niente di green in un deserto industriale”, ha sferzato Meloni. Mentre l’esempio portato in dote da Salvini di opera green è stato, come sbagliarsi, il Ponte sullo Stretto: “Sono fiducioso sul via libera dalla Corte dei Conti di mercoledì. Il mio obiettivo è partire a novembre con i cantieri”.