LAVORO

Maggio raffredda l’occupazione, persi 17mila posti. Allarme GIOVANI

Frena il mercato del lavoro nel mese di maggio. Dopo tre mesi di crescita, ripiega l’occupazione ma continua a crescere quella femminile. Rimane stabile il tasso di disoccupazione. Ma il dato più preoccupante è, ancora una volta, quello della disoccupazione giovanile il cui tasso sale al 20,5%, uno dei peggiori dati dell’area euro. Per il ministro Calderone, i dati dell’Istat sull’occupazione confermano le previsioni e la priorità è quella di riallineare domanda e offerta di lavoro

03 Lug 2024

Condividi:

Ombre sul mercato del lavoro a maggio con l’occupazione che segna una frenata, dopo tre mesi di crescita e il record toccato ad aprile, e, soprattutto, con la disoccupazione giovanile che conferma il trend di risalita.

Meno 17 mila occupati rispetto ad aprile ma l’occupazione femminile aumenta dello 0,2%

Il quadro che tratteggiano i dati diffusi dall’Istat mostra un calo dell’occupazione dello 0,1%, -17 mila unità, rispetto al mese precedente, sintesi della flessione dei dipendenti a termine (-0,1%) scesi a 2 milioni 879 mila,  e soprattutto degli autonomi (-0,8%), pari a 5 milioni 89 mila, e dell’aumento dei dipendenti stabili (+0,2%) che raggiungono i 15 milioni 986 mila. Il dato positivo è quello dell’occupazione femminile che sale dello 0,2%, a differenza di quella maschile che registra una contrazione dello 0,2%. Su base mensile, il tasso di occupazione a maggio scende così al 62,2%, -0,1%. Confrontando il trimestre marzo-maggio 2024 con quello precedente (dicembre 2023-febbraio 2024), si registra un aumento del livello di occupazione pari allo 0,6%, per un totale di 148mila occupati. La crescita dell’occupazione, osservata nel confronto trimestrale, si associa alla diminuzione delle persone in cerca di lavoro (-4,4%, pari a -81mila unità) e all’aumento degli inattivi (+0,1%, pari a +18mila unità). Il numero di occupati a maggio 2024, pari a 23 milioni 954 mila, supera quello di maggio 2023 del 2,0% (+462mila unità). L’aumento coinvolge uomini, donne e tutte le classi d’età. Il tasso di occupazione in un anno sale di 0,9 punti percentuali.

Aumenta la disoccupazione giovanile al 20,5%, l’Italia è tra i Paesi europei con il maggior numero di under 25 senza lavoro

Sul versante della disoccupazione, si osserva a maggio un tasso stabile al 6,8%, per effetto della crescita tra gli uomini  e il 25-34enni e della diminuzione tra le donne e le restanti classi d’età. Anche a maggio, l’allarme rosso suona sempre per i giovani senza lavoro visto che il tasso di disoccupazione risale al 20,5% (+0,1%), rispetto al mese precedente e si tratta del secondo aumento mensile consecutivo.  Il numero di inattivi cresce (+0,3%, pari a +34mila unità) tra gli uomini, le donne, i 15-24enni e i maggiori di 50 anni, diminuisce tra i 25-34enni ed è stabile tra i 35-49enni. Il tasso di inattività sale al 33,1% (+0,1 punti). Rispetto a maggio 2023, calano sia il numero di persone in cerca di lavoro (-11,3%, pari a -224mila unità) sia quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-0,8%, pari a -102mila). Anche dall’Europa arrivano i dati di maggio sulla disoccupazione. Nell’area euro, il tasso si mantiene stabile al 6,4% rispetto ad aprile e cala al 6,5% rispetto a maggio 2023. Nell’intera Ue, il tasso dei senza lavoro rimane stabile al 6% sia su base congiunturale che tendenziale. Il numero dei disoccupati nell’Unione europea si attesta a maggio a 13.200 milioni, di cui 11.078 milioni nell’eurozona. Tra le principali economie europee, la Germania mantiene un tasso di disoccupazione stabile al 3,3%, in linea con gli ultimi due mesi, mentre sale rispetto a maggio 2023 quando era al 2,9%. In lieve aumento è la disoccupazione in Francia, al 7,4% rispetto al 7,3% di aprile e stabile rispetto a maggio 2023. Stabile, su base mensile, la disoccupazione spagnola all’11,7% mentre è calo su base annua rispetto al 12% del maggio 2023.

Grande problema italiano, quello della disoccupazione giovanile, ma anche nota dolente del mercato del lavoro europeo. A maggio, risultano senza lavoro 2.828 milioni giovani under 25 nell’Unione Europea, di cui 2,287 milioni nell’eurozona. Il tasso si attesta al 14,4% nella Ue, giù rispetto al 14,5% di aprile, e al 14,2% nell’area stabile su base mensile. Balza evidente agli occhi il confronto del dato italiano con la media europea. E l’Italia figura nel gruppo di testa dei Paesi europei con il maggior numero di senza lavoro: il record è della Spagna con un tasso del 26,6%, seguita dalla Svezia con il 24,1%, da Grecia con il 23,8% e Portogallo con il 23%. Sotto la soglia del 20%, ma sempre a doppia cifra, c’è la Francia con il 17,9%. Il tasso più basso è quello della Germania con ‘solo’ il 6%, in lieve discesa sul mese ma in crescita rispetto al 5,6% di maggio 2023.

Calderone: “dopo tre mesi di crescita record ora c’è una fisiologica normalizzazione’

A commentare i dati dell’Istat sull’occupazione è il ministro del Lavoro, Marina Calderone. Dati, sottolinea, che “confermano le nostre previsioni e i segnali positivi sui contratti e sulle categorie su cui abbiamo investito in maniera strategica, guardando ai prossimi anni e alla sfida demografica. Dopo tre mesi di crescita record, assistiamo infatti a una normalizzazione fisiologica. Ma continuano a crescere i contratti a tempo indeterminato, il lavoro femminile e l’occupazione dei 25-34enni. La recente trimestrale ha confermato poi una dinamica della crescita dell’occupazione nel Sud superiore alla media nazionale. È sempre più importante investire sulla creazione delle competenze. L’obiettivo resta quello di far combaciare le richieste delle imprese con le qualifiche dei lavoratori e ridurre così il disallineamento tra domanda e offerta di lavoro che osserviamo oggi nelle grandi economie europee. A livello tendenziale, e al netto delle variazioni stagionali, gli indicatori positivi ci incoraggiano a portare avanti le politiche attive introdotte con la nuova architettura delle misure d’inclusione e con i Decreti Lavoro e Coesione, che danno impulso al lavoro femminile, a quello giovanile, all’autoimpiego e alla crescita del Mezzogiorno”.

 

 

Red. Diac

Argomenti

Argomenti

Accedi