LA GIORNATA

Ue, von der Leyen: “Se sbagliamo accelererà l’agonia. Cina un monito”

  • Manovra, resta il nodo banche, Fi all’attacco sugli affitti brevi
  • Imprese, il terzo trimestre chiude con 17 mila attività in più
  • Fs, 20 miliardi di investimenti in tecnologia entro il 2024
  • Iren, entra in funzione il primo impianto fotovoltaico costruito in Sicilia

21 Ott 2025

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Al Consiglio europeo di questa settimana “discuteremo della competitività dell’Europa. Come Mario Draghi ha sottolineato a tutti noi, un’economia competitiva è il fondamento su cui poggiano la nostra prosperità e la nostra indipendenza. Mentre l’Ue rimane impegnata a favore di un ordine internazionale basato sulle regole, non possiamo ignorare la crescente assertività di coloro per i quali il potere assoluto è l’unica guida. L’Europa deve difendere se stessa e i suoi valori, e senza i mezzi economici su cui contare, non possiamo che fallire collettivamente. Se facciamo le scelte sbagliate, la lenta agonia annunciata da Mario Draghi potrebbe diventare realtà prima e più velocemente”. E’ il monito che arriva dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, in una lettera ai leader sulla competitività prima del vertice Ue del 23 ottobre. “Se il nostro obiettivo è un’economia solida, resiliente, sostenibile e innovativa, allora aggrapparci dogmaticamente ai nostri modelli di business esistenti, indipendentemente dai loro successi passati, non è la soluzione. Affinché l’economia dell’Ue occupi il posto che le spetta nell’economia globale, dobbiamo essere tra coloro che guidano la risposta alle sfide del nostro tempo”. Il cuore del messaggio di von der Leyen è che non si può più dipendere da modelli di business superati, mentre la Cina avanza inarrestabile nella corsa alle tecnologie pulite. Von der Leyen delinea una roadmap articolata, il cui fulcro è il  “Clean Industrial Deal”.

C’è innanzitutto da affrontare il tema dei prezzi dell’energia. “All’interno della nostra Unione, la realtà varia notevolmente da un paese all’altro. I prezzi” dell’energia “sono più bassi in Svezia, Finlandia, Francia e Spagna, ma notevolmente più elevati in Italia, Irlanda e Europa sudorientale. Dobbiamo studiare misure efficaci a breve termine a livello dell’Ue per ridurre i prezzi dell’energia nell’Unione, salvaguardando al contempo le condizioni di parità sul mercato interno. In questo contesto, la Commissione europea presenterà proposte pertinenti il prima possibile”, annuncia. Riguardo all’iniziativa chiamata Energy Highways, annunciata durante l’ultimo discorso sullo stato dell’Unione, von der Leyen ha detto che i primi progetti pilota saranno avviati ancora quest’anno. “Mentre acceleriamo il nostro lavoro, molto può essere fatto a livello degli Stati membri”, ha però sottolineato von der Leyen, invitando gli Stati membri “a sfruttare appieno il quadro rafforzato in materia di aiuti di Stato, a ridurre le imposte e le tasse sulle bollette elettriche, a semplificare le procedure di autorizzazione e a collaborare con le banche di promozione e la Bei per ridurre il rischio dei contratti di acquisto di energia a lungo termine, che possono essere molto importanti per le industrie ad alta intensità energetica. La Commissione – scrive – è pronta ad assistervi in questo lavoro, anche attraverso la nostra task force sull’energia, e ad aiutarvi a preservare la parità di condizioni”.

“Il modo in cui le nostre politiche hanno contribuito all’emergere della Cina nel settore delle tecnologie verdi (energia solare, batterie, auto elettriche…) dovrebbe servire da monito: per raggiungere la leadership sono necessari una concentrazione e uno sforzo incessanti. E questi diventano ancora più fondamentali per conservarla. La leadership richiede anche reazioni forti per evitare di cadere in nuove e pericolose dipendenze, come la nostra crescente dipendenza dalla Cina per le materie prime critiche. Von der Leyen difende, quindi,  la sua proposta di obiettivo climatico 2040. “Nessuno dovrebbe poter sottoporre il nostro tessuto economico e sociale a tensioni tali da provocarne il collasso. Questa combinazione è stata al centro del mio secondo mandato ed è chiaramente illustrata nella nostra proposta relativa all’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2040”. Per von der Leyen “si tratta di un obiettivo ambizioso: una riduzione del 90%. E flessibile: la nostra proposta prevedeva una notevole flessibilità per gli Stati membri e le industrie in merito alle modalità di raggiungimento dell’obiettivo. Ad esempio, parte dell’obiettivo – il 3% nella proposta della Commissione, che i ministri discuteranno ulteriormente – può essere raggiunto con crediti internazionali di alta qualità. Il nostro obiettivo interno di riduzione delle emissioni può essere inferiore al 90%, purché sia compensato da riduzioni simili – ed efficienti in termini di costi e di elevata integrità – al di fuori dell’Ue. Ciò crea opportunità per nuovi partenariati, basati su quelli che già abbiamo attraverso il Global Gateway”. L’elettrico resta la via maestra – sostenuto da nuovi incentivi allo studio, ad esempio per le flotte aziendali, e dai progetti in cantiere come una ‘piccola e-car’ made in Europe -, ma Bruxelles riconosce ormai la necessità di maggiore flessibilità. “Ho deciso di accelerare la revisione del regolamento sulle emissioni di CO2 per auto e furgoni, anticipandola entro la fine del 2025”, ha scritto von der Leyen. La revisione complessiva del bando al motore a combustione – prevista inizialmente per il 2026 – aprirà ora la strada anche alla rivalutazione del “ruolo dei carburanti a zero e basse emissioni, includendo e-fuel e biocarburanti avanzati” per dare centralità al principio della “neutralità tecnologica”.

 

Manovra, resta il nodo banche, Fi all’attacco sugli affitti brevi

Si lavora ancora al testo definitivo della legge di Bilancio 2026 che richiede ancora tempo prima di essere inviato al Senato per l’avvio dell’iter parlamentare. Il clima rimane sempre caldo su uno dei principali provvedimenti: il contributo della banche. “Le banche devono pagare 5 miliardi e se si lamentano saranno 6 o 7 miliardi, perche’ e’ una roba che non si puo’ sentire: tutti possono piangere tranne le banche italiane”, ha detto ieri il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini. ‘Il fatto che le banche, che stanno facendo utili da decine di miliardi, che si stimano in 50 miliardi di euro a fine anno, possano dare un piccolo contributo per aiutare il consumo interno, il reddito di famiglie e imprese, mi sembra utile”. Intanto, Forza Italia si  schiera contro l’aumento della tassa sugli affitti brevi, previsto nella prima bozza della manovra circolata. ‘Non ne sapevamo niente’, dicono i forzisti. Anche la Lega non apprezza. ”Questa legge di bilancio è complicata”, ha sottolineato il ministro della Pa, Paolo Zangrillo, spiegando la necessità dei tagli ai ministeri. ”Ciascuno di noi deve fare uno sforzo, deve fare dei sacrifici. Perché se da un lato è necessario intervenire con misure che siano risposte concrete alle aspettative dei cittadini, dall’altro non dobbiamo dimenticare che l’Italia paga ogni anno 80 miliardi di interessi sul debito pubblico. Quindi la prima cosa che dobbiamo garantire è equilibrio dei conti dello Stato perché se dovessimo incrementare il debito pubblico significherebbe dover destinate ulteriori risorse che verrebbero cosi’ sottratte alle riforme che vogliamo realizzare”

 

Sul post di Trump, scoppia la polemica. P. Chigi: le trattative sui dazi condotte dalle Ue

E’ diventato un caso politico il post X di Lynne Patton, un’attivista di primo piano del movimento Maga, rilanciato dal presidente Usa Donald Trump su Truth. Patton, allegando un video sul modello di un servizio giornalistico televisivo, elogia la premier perchè “sfida l’Unione europea e cerca di ottenere un accordo commerciale diretto con Trump. Ben fatto Meloni. È una mossa brillante”. Un ‘repost’, quello dell’inquilino della Casa Bianca, molto imbarazzante, dato che la competenza per le trattative sui dazi – ancora in corso su alcuni punti – sono di esclusiva competenza della Commissione europea. E’ dunque comprensibile il perchè Palazzo Chigi abbia tenuto, a lungo, la consegna del silenzio, decidendo poi di uscire con la formula delle “fonti”. Sui dazi, è stato ribadito ieri a fine mattinata, le trattative “sono condotte dalla Commissione europea” dato che è una materia di competenza esclusiva dell’Unione. E’ diversa la questione dei temuti dazi del 107% che potrebbe colpire alcuni produttori di pasta. Questi, infatti, non rientrano nel ‘pacchetto’ deciso da Trump ma sono un’iniziativa del Dipartimento del Commercio che al termine di un’indagine ha ipotizzato una questione di “dumping”, ovvero di concorrenza sleale. Lettura a cui il governo italiano si è da subito opposto. Su questo dossier, hanno specificato le fonti di Palazzo Chigi, è stata “da tempo avviata un’interlocuzione bilaterale, che affianca l’azione della Commissione”, come confermato anche da Bruxelles. Rassicurazioni ufficiose che, però, non bastano alle opposizioni che passano subito all’attacco. “Servono parole chiare: il governo smentisca quelle parole e chiarisca, magari in Parlamento, da che parte sta l’Italia”, chiede il presidente dei senatori del Pd Francesco Boccia. Sulla stessa linea Italia viva e Avs che con il capogruppo a Palazzo Madama Peppe De Cristofaro dice chiaramente: “La Presidente del Consiglio deve chiarire in Parlamento, non basta il solito video sui social”.

 

 

Gas russo, dalla maggioranza dei ministri  Ue via libera allo stop

I ministri dell’Energia dell’Unione europea, riuniti in Lussemburgo, hanno dato il via libera a maggioranza alla proposta della Commissione Ue sullo stop al gas tramite gasdotto e gnl dalla Russia. Nello specifico, esso avverrà in tre fasi precise: dal 1° gennaio 2026 sarà vietato firmare nuovi contratti; gli accordi a breve termine attualmente in corso dovranno terminare entro il 17 giugno 2026; gli accordi a lungo termine, infine, entro il 31 dicembre 2027. All’intesa dei Paesi europei si sono dichiarate contrarie solamente Ungheria e Slovacchia. Da Budapest, infatti, sono arrivate le critiche maggiori, con il ministro degli Esteri ungherese Peter Szijjarto che ha fatto sapere che il vero impatto di questo regolamento è che la sicurezza dell’approvvigionamento energetico in Ungheria “verrà uccisa”. Al contrario la Polonia ha assicurato, per tramite del ministro dell’Energia Milosz Motyka, che i polacchi sosterranno gli altri Paesi in termini di forniture, favorendo la solidarietà tra membri.  Il Consiglio europeo ha specificato che questa proposta di regolamento rappresenta un passaggio fondamentale nella tabella di marcia REPowerEU per contrastare la dipendenza dall’energia russa. L’obiettivo è contribuire allo sviluppo di un mercato energetico europeo resiliente e indipendente, preservando anche la sicurezza dell’approvvigionamento. Rassicurazioni sui prezzi, infine, sono arrivate dal commissario europeo all’Energia Dan Jorgensen. Parlando con Public Policy a margine del Consiglio Ue Energia, ha sottolineato che “siamo sicuramente in grado di fare questo senza aumentare i prezzi. Abbiamo lavorato duramente per diversificare le nostre importazioni, con gli USA e altre fonti. Possiamo sostituire quello di cui adesso ci stiamo liberando”.

Imprese, il terzo trimestre chiude con 17 mila attività in più

Il sistema imprenditoriale italiano mostra un rafforzamento della sua vitalità nel trimestre estivo 2025. Tra luglio e settembre, il Registro delle imprese delle Camere di Commercio – in base all’analisi trimestrale Movimprese condotta da Unioncamere e InfoCamere – ha registrato un saldo positivo di 16.920 attività economiche, risultato della differenza fra 61.257 nuove iscrizioni e 44.337 cessazioni di attività esistenti. Al saldo corrisponde un tasso di crescita nazionale dello 0,29%, in aumento rispetto allo0,26% registrato nello stesso periodo del 2024. La dinamica complessiva continua a riflettere una crescita trainata soprattutto dalle imprese costituite in tipologie societarie (che determinano l’86% della crescita) e da quelle operanti nei settori dei servizi (che, prese insieme, valgono l’80% dell’incremento del trimestre), mentre persistono le difficoltà tra le imprese costituite in forma individuale e tra quelle dei comparti storicamente più rilevanti come le attività manifatturiere, il commercio e l’agricoltura. Il motore della crescita rimane rappresentato dalle Società di capitali, che in questo trimestre hanno generato la quasi totalità dell’incremento dello stock. Con 14.548 unità in più e un tasso di crescita dello 0,75% (in lieve miglioramento rispetto allo 0,72% del 2024), questa forma giuridica si conferma la scelta privilegiata dai neo-imprenditori. Segnali di ripresa si notano anche tra le imprese individuali, che, pur continuando ad attrarre il maggior numero di nuove iscrizioni (il 57% di tutte le nuove imprese), hanno contribuito al saldo con sole 3.507 unità in più pari ad un tasso di crescita di +0,12% nel trimestre. Le Società di persone continuano invece la loro fase di declino, registrando un saldo negativo di -1.370 unità, con un tasso di crescita di -0,17%.

Cdp lancia un nuovo bond da 750 milioni, ordini per 6,3 miliardi di euro

Cassa Depositi e Prestiti torna sul mercato collocando con successo una nuova emissione obbligazionaria dal valore nominale di  750 milioni di euro, riservata agli investitori istituzionali. L’emissione ha registrato un significativo interesse da parte del mercato con ordini che hanno raggiunto 6,3 miliardi di euro, pari a oltre 8 volte l’offerta, provenienti da più di 110 investitori: la domanda più alta mai registrata da CDP nel segmento delle obbligazioni denominate in euro e dedicate agli investitori istituzionali, superando il record già raggiunto con l’emissione di febbraio 2025. Un risultato che, sottolinea l’istituto, testimonia la continua e forte fiducia da parte degli investitori nella solidità del Sistema Paese e di Cdp. In linea con gli obiettivi del Piano strategico 2025-2027, che prevede il potenziamento della raccolta sul mercato dei capitali e la diversificazione e l’ampliamento della base investitori, l’emissione ha visto una  significativa partecipazione di investitori esteri, pari a oltre il  70% dell’allocazione finale. Tra questi, si segnalano in particolare Francia e Regno Unito con  rispettivamente il 18 e il 17%, Portogallo e Spagna con il 14%, Germania e Svizzera con il 13%. L’operazione è stata realizzata nell’ambito del  Debt Issuance Programme, il programma di emissioni a medio-lungo termine da 15 miliardi di euro destinato agli investitori istituzionali e quotato su Borsa italiana. I prove dell’emissione saranno utilizzati da CDP per proseguire nella propria attività di sostegno allo sviluppo del Paese, in coerenza con la sua missione istituzionale. Il titolo, con durata decennale (scadenza a ottobre 2035), presenta una cedola fissa annua lorda pari a 3,50%. Il rating atteso dell’emissione è BBB+ per S&P, BBB+ per Fitch e BBB+ per Scope. BNP Paribas, Citi, IMI-Intesa Sanpaolo, J.P. Morgan, MPS, Société Générale e UniCredit hanno agito in qualità di Joint Bookrunners dell’operazione.

 

Rfi presenta  la circonvallazione ferroviaria di Rovereto, a gennaio il dibattito pubblico per presentare il progetto

A gennaio 2026 si terrà il dibattito pubblico per la presentazione del progetto della circonvallazione ferroviaria di Rovereto. È questo quello che emerge dall’incontro a Roma con Rete Ferroviaria Italiana (Gruppo FS Italiane) dedicato alla presentazione dello stato di avanzamento della circonvallazione ferroviaria di Rovereto. All’appuntamento erano presenti il presidente della Provincia autonoma di Trento Maurizio Fugatti, la sindaca di Rovereto Giulia Robol e il presidente della Comunità della Vallagarina Alberto Scerbo, il direttore generale della Provincia autonoma di Trento Raffaele De Col, insieme all’Amministratore Delegato e ai di Rete Ferroviaria Italiana. “È stato un incontro costruttivo – ha commentato il presidente Maurizio Fugatti – dove RFI ha spiegato lo stato dell’arte, anche migliorativo rispetto alle precedenti ipotesi progettuali che avevamo visto in Consiglio comunale a Rovereto. È ufficiale che nel mese di gennaio 2026 partirà il dibattito pubblico sulla base di un progetto che, al nostro modo di vedere, presenta miglioramenti rispetto ai percorsi finora fatti”. Nel corso dell’incontro sono state inoltre rappresentate alcune delle ottimizzazioni progettuali in corso di sviluppo, che saranno meglio presentate nel corso del prossimo dibattito pubblico. Soddisfazione anche da parte della sindaca di Rovereto Giulia Robol, che ha evidenziato l’importanza del percorso partecipativo: “L’incontro è stato sicuramente chiarificatore. Adesso ci sarà un percorso partecipativo che inizierà da gennaio in poi: è un’opera molto importante, che cambierà il volto del territorio e offrirà nuove prospettive di utilizzo del treno, soprattutto per il trasporto merci. È ovvio che seguiremo con attenzione tutto il percorso di RFI, costruendo le condizioni migliori per il nostro territorio, affinché quest’opera non sia impattante in modo negativo per la popolazione e per le aree più delicate”. Anche il presidente della Comunità della Vallagarina Alberto Scerbo ha espresso un giudizio positivo sull’incontro: “Siamo soddisfatti perché abbiamo potuto vedere come RFI abbia recepito alcune criticità già sollevate in fase di presentazione della progettualità nei mesi scorsi in Consiglio comunale a Rovereto. È un percorso condiviso e partecipato”.

 

Accordo tra Plenitude e Coesa, nasce WeCer per nuovi servizi per le aziende

Plenitude e COESA, Energy Service Company (ESCo) italiana con sede a Torino, siglano un accordo per offrire alle aziende un servizio che prevede la progettazione e installazione di impianti fotovoltaici da inserire all’interno della Comunità Energetica Rinnovabile nazionale WeCER, sviluppata da
COESA. Questa collaborazione consente di fornire alle aziende un servizio completo: Plenitude si occupa della progettazione e realizzazione dell’impianto fotovoltaico attraverso formule contrattuali pensate per rispondere alle diverse esigenze del mercato, quali ad esempio l’Energy Performance Contract (EPC) e il Power Purchase Agreement (PPA) on-site, che permettono di accedere all’energia da fonti rinnovabili senza investimento iniziale da parte del cliente. WeCER supporta le aziende occupandosi dell’accesso agli incentivi e alla loro ripartizione, alla rendicontazione e alle richieste di eventuali modifiche della configurazione presso il Gestore dei Servizi Energetici (GSE) per tutta la durata della Comunità Energetica, pari a 20 anni. Il modello WeCER supera così la naturale frammentazione territoriale delle piccole comunità locali, aggregando prosumer e consumatori di energia da fonti rinnovabili su scala nazionale. Questo approccio centralizzato consente una gestione più efficiente delle singole configurazioni e ottimizza l’accesso agli incentivi previsti dalla normativa, creando un modello scalabile e replicabile. “In Plenitude, crediamo che le Comunità Energetiche rappresentino una delle leve strategiche per la
decarbonizzazione del tessuto produttivo italiano. La collaborazione con COESA va in questa direzione e rappresenta un ulteriore tassello nel nostro percorso verso la transizione energetica, permettendoci di ampliare la nostra offerta di soluzioni integrate e di favorire il consumo di energia da fonti rinnovabili
nonché la competitività delle aziende sul mercato nazionale e internazionale”, ha dichiarato Vincenzo Viganò, Head of Retail Italian Market di Plenitude.

Rischio idrogeologico, il progetto Irmap: piattaforma digitale con Gis

Il rischio idrogeologico è una delle emergenze ambientali più gravi del Paese. Frane, alluvioni, colate detritiche ed erosione costiera colpiscono vaste aree, mettendo in pericolo persone, infrastrutture e attività economiche. Secondo l’ultimo Rapporto ISPRA, il 94,5% dei Comuni italiani ha aree esposte al rischio e quasi un quinto del territorio nazionale (18,4%) è classificato ad elevata pericolosità. I residenti potenzialmente coinvolti sono milioni: 1,3 milioni in aree a rischio frana, 6,8 milioni in zone a rischio alluvione e 2,9 milioni esposti a inondazioni. Particolarmente allarmante il fenomeno franoso, con oltre 636.000 frane censite, pari a due terzi del totale europeo. Numeri che, sommati agli effetti dell’urbanizzazione, confermano la fragilità del territorio italiano e la necessità di un monitoraggio costante, strategie di mitigazione efficaci e politiche integrate di prevenzione. In questa direzione si inserisce il progetto IRMAP – Ischia Reconstruction Monitoring App Platform, sviluppato da ambiente, che rappresenta un modello innovativo di gestione e trasparenza replicabile anche in altri contesti di ricostruzione e adattamento climatico.

A dimostrazione di come questi strumenti possano tradursi in applicazioni concrete, ambiente ha sviluppato nell’ambito del Contratto Quadro BEI “Advisory Support to the Island of Ischia on Post-Disaster Reconstruction and Climate Change Resilience” un progetto in cui ha operato come Technical Leading Partner.
Cuore dell’iniziativa è IRMAP – Ischia Reconstruction Monitoring App Platform, adottata ufficialmente con Decreto n. 2100 del 26 settembre 2024. ambiente, con la collaborazione della Struttura Commissariale e della tecnologia ESRI, ha sviluppato una piattaforma per la gestione e il monitoraggio della ricostruzione dell’Isola di Ischia, con particolare attenzione alla resilienza climatica e agli aspetti ambientali, in risposta sia agli eventi sismici del 2017, sia alle frane e inondazioni di novembre 2022.
Lo strumento consente di migliorare la gestione e il monitoraggio dei cantieri, grazie a un sistema avanzato di georeferenziazione e gestione dati GIS, che permette di localizzare fisicamente i cantieri su una mappa e di associare a essi una serie di campi dati necessari per il monitoraggio.

I.R.M.A.P. (Ischia Reconstruction Monitoring App Platform) è un sistema unico in Italia che, utilizzando le più moderne tecnologie digitali, fornisce una fotografia aggiornata di tutti gli interventi in corso e del relativo stato di avanzamento dei lavori di ricostruzione.
L’obiettivo di I.R.M.A.P. va anche oltre la pur importante attività di monitoraggio. Una delle principali novità è costituita, infatti, dal coinvolgimento per l’inserimento delle informazioni e dei dati, di tutti i soggetti attuatori coinvolti nel processo della ricostruzione. I tecnici nominati come referenti da ciascun soggetto attuatore provvedono a caricare direttamente sulla piattaforma on line, anche grazie a una app per smartphone, gli stati di avanzamento delle attività, con il corredo di immagini o altri materiali multimediali che restituiscono l’esatta dimensione, pure visiva, di quello che concretamente si sta realizzando sull’isola. Le informazioni sul monitoraggio dei cantieri sono, inoltre, disponibili on line per i cittadini, che possono così verificare in maniera molto semplice lo stato dei lavori cliccando su una mappa digitale georeferenziata dell’isola.
L’applicazione si distingue per le sue due principali modalità di utilizzo: la dashboard visualizzabile da desktop e la versione mobile. La versione desktop (“Experience”) offre la visualizzazione e la gestione centralizzata delle informazioni di progetto, consentendo il monitoraggio dei dettagli finanziari e delle tempistiche. D’altra parte, la versione mobile ( “Survey123”) è progettata per gli operatori sul campo e consente loro di caricare i dati in tempo reale tramite smartphone, facilitando così la raccolta di informazioni e la georeferenziazione dei progetti. I.R.M.A.P. pone al centro la gestione del dato: avere accesso immediato all’andamento di un progetto e capire quando ci si allontana da quanto programmato permette tempestivamente di risolvere i problemi e gestire i ritardi.
Questo strumento non è solo uno strumento tecnico, ma un modello di governance che unisce monitoraggio, comunicazione e responsabilità: i dati caricati sono requisito per l’accesso ai finanziamenti, mentre le dashboard offrono a cittadini e finanziatori informazioni trasparenti e aggiornate sullo stato dei lavori. IRMAP si propone come best practice replicabile in altri contesti di ricostruzione post-disastro e di adattamento ai cambiamenti climatici, dimostrando come tecnologia e innovazione possano diventare strumenti concreti per rendere più sicuri ed efficienti i processi di ricostruzione e di gestione del territorio.

Fs, 20 miliardi di investimenti in tecnologia entro il 2024

L’innovazione è uno dei pilastri fondamentali del Gruppo FS. Sono previsti 20 miliardi di euro in investimenti in tecnologia da qui al 2034, per ridisegnare il sistema della mobilità e accompagnare la trasformazione del Paese, come annunciato da FS durante il Maker Faire Rome 2025. “In Italia ogni giorno circolano circa 10mila treni, mentre ogni anno viaggiano oltre 570 milioni di passeggeri. Con questi volumi, la digitalizzazione è la leva che permette di gestire con efficacia ed efficienza il trasporto ferroviario”, ha spiegato Massimiliano Garri, Chief Technology, Innovation & Digital Officer del Gruppo FS durante il suo intervento alla manifestazione romana. Tra gli obiettivi principali di FS vi è il raggiungimento del 100% della rete Core Extended coperta dal sistema ERTMS (European Rail Transport Management System) entro il 2040. Questo avanzato sistema di gestione del traffico ferroviario europeo offre numerosi vantaggi rispetto ai metodi tradizionali: garantisce maggiore affidabilità, efficienza nella circolazione e una significativa riduzione dei costi di manutenzione e gestione. L’innovazione non si ferma alla rete infrastrutturale, ma coinvolge direttamente anche i mezzi di trasporto. L’upgrade tecnologico interesserà infatti anche 382 convogli di Trenitalia e 60 locomotori di FS Logistix. “Parallelamente alla trasformazione digitale, il Gruppo FS è fortemente impegnato nella transizione ecologica, con l’obiettivo di contribuire in modo decisivo alla decarbonizzazione del Paese. Un primo passo concreto, in questo senso, è la creazione di FS Energy, una nuova società dedicata a rendere l’approvvigionamento energetico più sostenibile ed efficiente”, ha spiegato Garri. “Il Gruppo FS è il primo consumatore di energia del paese ed FS Energy si occuperà dello sviluppo e della gestione di impianti fotovoltaici e dell’acquisto tramite PPA di energia pulita per l’autoconsumo, favorendo così una gestione energetica più efficiente e rispettosa dell’ambiente”. A parlare di innovazione anche Stefano D’Albora, Group Innovation Head di FS: “La trasformazione digitale del Gruppo FS passa dalla capacità di innovare, rendendo le tecnologie emergenti strumenti quotidiani a servizio delle persone. L’obiettivo è costruire un ecosistema ferroviario predittivo, sostenibile e interconnesso, dove tecnologia e competenze umane crescano insieme per migliorare la sicurezza, l’efficienza e l’esperienza di viaggio. In un Gruppo grande come il nostro, l’innovazione non è solo tecnologia o sperimentazione: è un nuovo modo di pensare, collaborare e generare valore. Innovate, il nostro programma di Corporate Entrepreneurship, ad esempio, nasce proprio da questo equilibrio: valorizzare ciò che già abbiamo, asset, talenti, esperienze e farlo evolvere verso nuovi modelli di business, nuove soluzioni e nuove opportunità”.

Maire con Nextchem si aggiudica studio di fattibilità per carburanti sostenibili in Norvegia

Maire annuncia che Nextchem (Sustainable Technology Solutions) attraverso la controllata MyRechemical, un attore chiave nel segmento Waste-to-Chemical, si è aggiudicata da Mana Group ed Equinor uno studio di fattibilità per la produzione di metanolo a partire da rifiuti urbani e industriali nella raffineria di Mongstad in Norvegia. Il progetto utilizzerà la tecnologia NX Circular™ per convertire rifiuti urbani e industriali in gas di sintesi di grado chimico, che verrà ulteriormente trasformato in metanolo a bassa impronta carbonica. L’impianto produrrà metanolo circolare con una ridotta impronta di carbonio, conforme ai criteri della Direttiva EU sulle Energie Rinnovabili. Questo metanolo potrà inizialmente sostituire il combustibile marino per raggiungere gli obiettivi del regolamento FuelEU Maritime, esentando gli utilizzatori finali dall’acquisto di crediti ETS e dal pagamento di penali, ed essere potenzialmente impiegato come materia prima per impianti methanol-to-jet per la produzione di Sustainable Aviation Fuel (SAF) conforme al regolamento FuelEU Aviation. In qualità di integratore tecnologico e fornitore di servizi, NEXTCHEM consegnerà lo studio di fattibilità a Mana/Equinor, fornendo la valutazione tecnica ed economica della gassificazione dei rifiuti e della successiva purificazione del gas di sintesi per la produzione di metanolo. Fabio Fritelli, managing director di Nextchem, ha commentato: “Siamo orgogliosi di supportare questa partnership strategica funzionale al potenziale sviluppo del primo grande progetto nordico di produzione di metanolo da rifiuti presso Mongstad, Norvegia. Il Nord Europa rappresenta un contesto ideale per progetti industriali replicabili e scalabili, con benefici ambientali e industriali tangibili”.

Iren, entra in funzione il primo impianto fotovoltaico costruito in Sicilia

È entrato in funzione il nuovo impianto fotovoltaico di Iren a Noto, il primo realizzato direttamente dal Gruppo in Sicilia. La struttura è stata collegata
alla cabina elettrica primaria del distributore, consentendo ora di produrre e immettere energia elettrica 100% green nella rete. Questo risultato segna un passo significativo nella strategia di crescita dell’azienda nel settore delle energie rinnovabili, anche sul piano della capacità realizzativa.
L’impianto, che utilizza una tecnologia a inseguimento solare (tracker), è composto da 35 mila pannelli bifacciali, 5 inverter centralizzati, ed è collegato alla rete tramite 4,5 Km di cavidotto interrato e una sottostazione utente realizzata nel Comune di Pachino. Con una potenza installata di 20,4 MWp, produrrà 42 GWh all’anno, equivalente al fabbisogno annuale di oltre 12 mila famiglie, permettendo di ridurre le emissioni in atmosfera di 30 tonnellate di CO2/anno.
Oltre a contribuire al processo di transizione energetica della Regione, l’impianto ha inoltre permesso la riqualificazione ambientale dell’area, grazie agli interventi di bonifica che hanno portato alla rimozione di materiali di scarto su una superficie complessiva di oltre 41 ettari di terreno. Il completamento dell’opera è previsto nei prossimi mesi, con la conclusione dei lavori relativi alle opere di mitigazione ambientale; è inoltre in corso la riqualificazione di
un’area del Lido di Noto, prevista come opera compensativa, che prevede la realizzazione di un anfiteatro accessibile dalla passeggiata del Lido. Questi interventi sono finalizzati a integrare la struttura nel paesaggio locale e a promuovere lo sviluppo del territorio, confermando l’impegno di Iren verso la sostenibilità e la valorizzazione delle comunità in cui opera.

 

Enav fornirà un sistema avanzato torre di controllo digitale in Malesia

Il Gruppo ENAV, attraverso la controllata Techno Sky, si è aggiudicato il contratto per la fornitura e l’attivazione di un sistema avanzato di Remote Digital and Virtual Tower (RDVT) presso l’aeroporto di Senai, Johor Bahru, in Malesia. L’incarico, assegnato al Prime contractor Novatis a seguito di una gara internazionale indetta dalla CAAM (Civil Aviation Authority of Malaysia), segna un importante passo per la diffusione delle tecnologie digitali di gestione del traffico aereo. L’AD Pasqualino Monti ha commentato: “Per il Gruppo ENAV questo contratto rappresenta un passaggio strategico per lo sviluppo del mercato non regolamentato e conferma la leadership tecnologica e operativa nel settore delle torri di controllo digitali. Si valorizza così la capacità di esportare innovazione e know-how italiano in contesti internazionali complessi. La Malesia, e più in generale il Far East, costituisce un mercato di riferimento per il nostro business”. L’aeroporto internazionale di Senai registra attualmente circa 4 milioni di passeggeri l’anno, con un piano di espansione che prevede il raggiungimento di 7 milioni entro il 2030. L’ampliamento e l’allungamento delle piste avrebbero comportato il trasferimento della torre di controllo tradizionale, con costi e tempi elevati. La scelta di una torre digitale consente invece di sostituire la struttura fisica con una sala operativa avanzata, da cui i controllori del traffico aereo operano tramite telecamere fisse e brandeggiabili e monitor ad alta definizione. Questa configurazione innovativa migliora la situational awareness dei controllori, garantendo benefici in termini operativi e di sicurezza. Gli schermi offrono una visuale continua di 270 gradi, estendibile a 360 gradi grazie al movimento delle telecamere, consentendo al controllore di mantenere la concentrazione sulle tecnologie senza doversi spostare come accade nelle torri tradizionali. Il kick-off del progetto è previsto entro la fine del 2025. La commessa prevede la realizzazione di una torre digitale remota basata sul modello “Full Digital Tower”, sviluppato dal Gruppo ENAV con tecnologia proprietaria e una suite completa di servizi professionali. Il contratto include inoltre la fornitura di un simulatore dedicato a specifiche sessioni di addestramento. Il progetto sarà gestito in sinergia con ENAV Asia Pacific, società locale controllata, per garantire un presidio diretto e il coordinamento con le autorità malesiPer rispondere ai requisiti della gara, Techno Sky si avvarrà della collaborazione di Leonardo, Next ed ENAV stessa, in qualità di subfornitori strategici.

Fincantieri, accordo con Defcomm per il futuro di unità navali autonome e droni di superficie

Fincantieri, leader mondiale nella cantieristica navale ad alta complessità, già attiva nell’ambito dei droni subacquei, ha siglato un accordo strategico per accelerare lo sviluppo delle unità autonome di superficie di Defcomm, startup italiana specializzata nelle soluzioni unmanned per il settore marittimo, confermando così la volontà del Gruppo di dare impulso all’innovazione tecnologica attraverso la collaborazione con realtà emergenti ed eccellenti con investimenti in nuove competenze critiche per consolidare la propria leadership industriale, in particolare nell’ambito delle soluzioni unmanned dual-use ad alto contenuto tecnologico. Nel dettaglio, l’intesa si focalizza in un accordo di co-investimento per accelerare gli sviluppi e l’industrializzazione dei droni di superficie progettati da Defcomm che hanno già superato test di long run ed endurance. Tali droni sono progettati per missioni di sorveglianza, intelligence e pattugliamento e si distinguono per l’elevata flessibilità di impiego, potendo operare in modalità totalmente autonoma, a guida remota e a controllo manuale, oltre che per l’elevata performance in termini di velocità. Questo accordo permetterà inoltre a Fincantieri di sviluppare e integrare sulle proprie Unità Navali capacità di deployment dei mezzi autonomi di superficie, sia per clienti domestici che internazionali. La collaborazione tra Fincantieri e Defcomm supporterà, inoltre, le prossime attività di esercitazione durante le quali verranno presentate le capacità avanzate delle piattaforme e la loro interoperabilità in scenari complessi. Pierroberto Folgiero, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fincantieri, ha dichiarato: “Questa sinergia conferma il ruolo di Fincantieri come leader nell’innovazione e motore di crescita per l’intero ecosistema industriale navale nazionale, capace di catalizzare lo sviluppo di nuove tecnologie e di anticipare le esigenze di un mercato globale competitivo e in rapida evoluzione come quello dei droni di superficie. Le collaborazioni in realtà innovative ad altissimo potenziale come Defcomm testimoniano, inoltre, la volontà del Gruppo di promuovere, anche attraverso il talento e la collaborazione con Start-up e PMI, soluzioni all’avanguardia per la trasformazione tecnologica del settore navale e per una veloce evoluzione della base industriale italiana, rafforzandone l’autonomia strategica e la sovranità tecnologica valorizzando il meglio che c’è nel nostro Paese”. Federico Zarghetta, imprenditore nel settore delle telecomunicazioni satellitari on the move e dell’automazione navale ad alte prestazioni unmanned da oltre trent’anni, dichiara: “Questo matrimonio è la naturale evoluzione della mia continua ricerca nell’innovazione, continuo perfezionamento e adattamento alle sempre più esigenti richieste del mercato e della competizione internazionale. Come Fincantieri è leader mondiale indiscusso delle navi da crociera e militari, sono certo che Defcomm con Fincantieri potrà realizzare la sfida più alta dei prossimi anni, quella di portare in Italia nel più breve tempo possibile anche la leadership dei dell’hi-tech dei droni marini di superficie ad altissime prestazioni. Ho scelto Fincantieri perché fin da quando ero giovane ha sempre dimostrato di essere l’azienda più competitiva e capace di rappresentare costantemente l’eccellenza italiana nel mondo in questo settore di riferimento in cui ho investito la mia intera vita professionale in continua ricerca e continua comprovata innovazione. Unendo le nostre capacità complementari e le nostre forze ci posizioneremo al vertice della competizione mondiale di questo nuovo e promettente dominio”.

 

Sfruttare le onde per un’energia pulita, Seapower e Università Federico II presentano il progetto Pivot-Offshore

L’energia ricavata dalle onde rappresenta una fonte rinnovabile dalle elevate potenzialità, che potrebbe contribuire al processo di decarbonizzazione e alla transizione verso un’economia più sostenibile. Studi recenti riportano un range di variazione dell’energia teoricamente disponibile dalle onde tra 16.000 TWh e 30.000 TWh per anno. Il consumo mondiale di energia nel 2024 è stato pari a circa 131.400 TWh di cui l’86% proveniva da fonti fossili. Nonostante l’ampia variabilità delle stime, indice della complessità del problema della valutazione della risorsa disponibile, l’energia dal moto ondoso rappresenta una delle possibili soluzioni per affrontare le problematiche energetiche globali, al fine di ridurre in maniera significativa l’uso delle fonti fossili. L’Università degli studi di Napoli “Federico II” e Seapower scrl, centro di ricerca della stessa università, specializzato nel campo delle energie rinnovabili, presentano il progetto di ricerca PIVOT-Offshore, relativo allo sviluppo di un sistema WEC (Wave Energy Conversion) offshore galleggiante, per la produzione di energia dalle onde.
Il dispositivo è costituito da due corpi galleggianti incernierati tra loro: una piattaforma, che è collegata al fondale marino con linee di ormeggio in tensione (tensioned moorings), e una boa oscillante, di forma ottimizzata idrodinamicamente, che trasforma l’energia delle onde in energia meccanica, che viene poi trasformata in energia elettrica, grazie ad un generatore elettrico.  Questo sistema costituisce l’evoluzione di Pivot, uno dei brevetti Seapower, nato nel 2015, che prevedeva una struttura esterna fissa collocata su una infrastruttura costiera, come una piattaforma, dighe foranee o moli. Un sistema Pivot della dimensione di 5×3 m, con un pescaggio di 1,5 m, installato sulla costa della Sardegna, potrebbe generare 20.000 kWh, utili per alimentare circa 10 abitazioni. Dopo due fasi di test successivi in laboratorio, è stato realizzato un modello a larga scala testato nel porto di Civitavecchia, che ha confermato il comportamento osservato in condizioni controllate. “Il nuovo concetto sviluppato, appunto PIVOT-Offshore, ha lo scopo di estendere le potenzialità del sistema a siti offshore, lontani dalla costa, aumentando così le possibilità di sfruttamento della risorsa energetica e riducendo l’impatto visivo dell’istallazione”, spiega Domenico Coiro, Presidente Seapower e Professore presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale-Sezione Aerospaziale, Università Federico II di Napoli.

Il sistema di estrazione dell’energia (PTO, Power Take-Off) comprende, inoltre, una ulteriore innovazione rispetto alla generazione precedente del sistema: la catena cinematica, che collega la boa al generatore elettrico, convertendo l’energia meccanica resa disponibile dal moto della boa in energia elettrica, prevede un raddrizzatore meccanico. Tale dispositivo trasforma il moto oscillatorio bidirezionale della boa, dovuto all’azione alternata delle onde, in un moto rotatorio unidirezionale, più adatto al normale funzionamento di un generatore elettrico rotativo, che si comporta in maniera ottimale quando ruota in una sola direzione.“Il progetto di ricerca si svilupperà in due fasi. Nella prima fase verrà eseguita una serie di test su un banco di prova progettato per simulare l’azione delle onde in laboratorio, con lo scopo di indagare il comportamento della catena cinematica di conversione e l’efficacia del raddrizzatore meccanico. Nella seconda fase di sviluppo del sistema WEC, è prevista una serie di prove in vasca su un modello della struttura completa comprendente la piattaforma ormeggiata con cavi tensionati e la boa oscillante. La piattaforma alloggerà la catena cinematica per la conversione dell’energia, comprensiva del sistema di raddrizzamento del moto. I test condotti in vasca, presso l’Università Federico II di Napoli, avranno come obiettivo la valutazione in ambiente controllato della dinamica del sistema e dell’efficienza complessiva di conversione”, continua il Presidente Seapower.

 

Nasce Digit, il progetto Almaviva- Smact, per la tutela del patrimonio culturale per un turismo intelligente

Utilizzare i dati per gestire grandi flussi turistici in modo sostenibile: questo l’obiettivo raggiunto da DIGIT, il progetto tecnologico sperimentale sviluppato da Almaviva, gruppo globale di innovazione digitale, cofinanziato nell’ambito del Bando IRISS, promosso da SMACT Competence Center. La piattaforma realizzata usa sensori IoT e algoritmi AI che fondono dati passivi e attivi per monitorare in tempo reale, prevedere e redistribuire i flussi turistici, prevenendo sovraffollamenti e proteggendo il patrimonio. Il fenomeno dell’overtourism, ovvero il turismo di massa che sovraffolla le destinazioni creando disagi ai residenti, mette sempre più a rischio i beni culturali e le risorse delle mete prescelte, rendendo necessarie nuove strategie di governance sostenibile. Negli ultimi anni Almaviva ha investito in tecnologie e soluzioni per aiutare gli stakeholder – pubblici e privati – di tutto il mondo, nell’adozione di politiche efficaci per gestire i flussi, per la valorizzazione e la salvaguardia del patrimonio culturale. È in questo quadro che si inserisce DIGIT – acronimo di “Destinazioni Intelligenti per la Gestione degli Impatti Turistici”. Il progetto mira a garantire un turismo sostenibile, determinare preventivamente i flussi e gli impatti turistici sia in termini di spazio che di tempo, evitare il sovraffollamento e promuovere aree alternative all’interno di macro-destinazioni, soprattutto in occasione di grandi eventi e di picchi di afflusso dovuti alle alte stagionalità. DIGIT si avvale di modelli di intelligenza artificiale, tecnologie IoT e sensoristica avanzata, per monitorare il flusso dei visitatori e fornire dati di analisi per il supporto decisionale. La piattaforma elabora le informazioni incrociando due diverse tipologie di fonti: passive, come presenze ISTAT, sistemi di pagamento, bigliettazione e open data relativi ai territori o legati ai sistemi del trasporto pubblico, e fonti attive, provenienti da sensoristica IoT o telecamere smart che consentono di rilevare le presenze, i movimenti e il comportamento dei turisti rispettandone la privacy, senza quindi alcun tipo di identificazione. «Con il progetto DIGIT intendiamo rispondere a una delle sfide più rilevanti del turismo contemporaneo: la gestione sostenibile delle destinazioni turistiche in un contesto di crescente pressione, per proseguire nel processo di digitalizzazione di dati territoriali e di tutela del patrimonio che da anni Almaviva inserisce nelle sue priorità tecnologiche al servizio del Paese» ha affermato Andrea Casadei, SME della practice Cultura, Turismo & Entertainment. Lo sviluppo del progetto si è articolato in tre fasi complementari. Inizialmente è stata condotta un’analisi delle best practice internazionali nelle aree più esposte all’overtourism, affiancata dallo studio di fonti statistiche quali dati sulle presenze turistiche, spesa dei visitatori e flussi telefonici. La seconda fase ha trasformato queste informazioni in modelli attuativi e predittivi, capaci di stimare e anticipare l’andamento dei flussi e gli impatti della pressione turistica, grazie all’integrazione di diverse basi dati in un unico sistema di analisi e reportistica. L’ultima fase, dedicata alla validazione sul campo, ha verificato l’efficacia dei modelli attraverso dati reali e casi concreti, con l’obiettivo di offrire alle destinazioni uno strumento strategico di pianificazione e governance sostenibile. Il progetto di Almaviva ha visto la collaborazione dell’Università Ca’ Foscari Venezia e di due aziende: Digital Strategy Innovation per l’applicazione delle tecnologie di intelligenza artificiale e GreenIot per la realizzazione di soluzioni IoT.

 

 

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