LA GIORNATA

Manovra in Cdm dopo caso banche. Panetta, soluzioni concrete a sfide

  • Panetta: “L’Italia sostiene iniziative in Africa”
  • Georgieva (Fmi): “L’Italia ha bisogno di un consolidamento fiscale”
  • Cdp, dal cda via libera a operazione per oltre 2,6 miliardi

17 Ott 2025 di Maria Cristina Carlini

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IN SINTESI

Intesa nel centrodestra sulle banche. I partiti di governo dopo una giornata ad alta tensione trovano la quadra in un vertice di maggioranza, convocato dalla premier Giorgia Meloni, a Palazzo Chigi, per chiudere la partita sulla legge di Bilancio. La manovra  da 18 miliardi approda queasta mattina in Cdm. Al tavolo con la premier, dopo una giornata di fibrillazioni in particolare tra Lega e Forza Italia, siedono i vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini, il leader di Noi Moderati, Maurizio Lupi mentre il titolare dell’Economia Giancarlo Giorgetti è in video collegamento da una delle stanze del Fondo Monetario Internazionale a Washington. “Voi non credete ai miracoli, io invece ci credo ai miracoli”, ha detto ai giornalisti. Il vertice “è andato bene, i dettagli li scrivo in aereo” All’incontro anche il vice ministro Maurizio Leo di Fratelli d’Italia che ha gestito la partita con le banche e le assicurazioni. Subito dopo l’incontro bocche cucite sui dettagli dell’intesa che, filtra, non conterrà una sola misura ma più interventi per raggiungere il risultato di gettito previsto, i 4,4 miliardi. Ci sarebbe comunque la tassa del 27,5% sulle banche e le assicurazioni che dovranno liberare i depositi vincolati in base alla norma del 2023 che tassava, in alternativa, gli extraprofitti al 40%. Di fatto non si tratta di tasse sugli extraprofitti in senso stretto, come sottolineano da Forza italia. L’accordo, che trova una intesa politica, sarà sottoposto anche alle banche. Inoltre Giorgetti  ha incontrato il governatore di Bankitalia, Fabio Panetta e non è escluso che il tema del contributo alla manovra da parte degli istituti di credito sia stato oggetto di uno scambio.  Quella di ieri è stata una giornata ad alta tensione segnata dalla contrapposizione tra la Lega e Forza Italia. “Forza Italia non votera’, ne’ in CdM ne’ in Parlamento, alcuna tassa sugli extraprofitti. Giusto prevedere un accordo tra il Governo e le banche per contribuire a finanziare il sistema sanitario, le imprese, gli aumenti dei salari e il taglio dell’Irpef. Siamo contro ogni imposizione autoritaria che spaventi i mercati, gli investitori italiani e stranieri, creando un grave danno economico all’Italia”. E’ la posizione del partito, espressa in una nota pubblicata sui profili social. A confermare la linea è stato il viceministro e ministro degli Esteri Antonio Tajani. “Il Cdm è domani, il ministro Giorgetti mi ha assicurato durante l’ultima riunione che non ci sarà alcuna tassa sugli extraprofitti, che è un concetto un po’ da Unione Sovietica. Io non credo che si debba intervenire con misure impositive, si deve invece avere un colloquio serrato. Sono in corso colloqui con il mondo bancario, il mondo assicurativo, perché possano dare un contributo alla Manovra, cosa che è giusta. Ma un conto è fare una scelta condivisa, un conto è mettere una tassa che rischia di spaventare, e in parte già l’ha fatto, i mercati e gli investitori italiani e stranieri”. Per Tajani, “una tassa sugli extraprofitti significa fare un danno all’economia italiana. Noi invece vogliamo che questa Manovra serva ad affrontare la grande questione della sanità, incrementando le assunzioni e i salari di medici e infermieru, aumentare i salari degli italiani, ridurre l’Irpef dal 35 al 33%. Se non si riesce a fare fino a 50.000 euro, cioè fino a 60.000 euro, ci si ferma a 50.000 e lo si farà il prossimo anno. E poi dare aiuti alle imprese. Per fare tutto questo serve il contributo di banche e assicurazioni, ma ripeto, deve essere un contributo concordato e non imposto così un po’ a capocchia”, ha concluso. L’Abi , intanto, continua a chiedere di agire “nella stessa logica concordataria dello scorso anno”.

Panetta: “L’Italia sostiene iniziative in Africa”

“Le tensioni geopolitiche, l’aggravarsi dei conflitti, l’intensificarsi degli shock climatici e la fragilità diffusa continuano a pesare fortemente sulle popolazioni di tutto il mondo, spesso con conseguenze drammatiche. Queste dinamiche hanno accentuato la richiesta di protezione dalle sfide globali e di migliori prospettive a livello nazionale. In quanto pilastro centrale del sistema multilaterale, il Gruppo della Banca Mondiale (WBG) è chiamato a fornire soluzioni concrete laddove le esigenze sono maggiori”. Lo ha detto il governatore della Banca d’Italia, Fabio Panetta, intervenendo alla riunione del Development Committee della World Bank e del Fondo Monetario Internazionale a Washington. Panetta ha ribadito poi  l’impegno dell’Italia in Africa. “Nel quadro del Piano Mattei – ha dichiarato Panetta – l’Italia sostiene attivamente le iniziative del gruppo della Banca Mondiale in tutta l’Africa. E’ stato lanciato un nuovo quadro di cofinanziamento e programmi dedicati, come dimostrato dal recente cofinanziamento del progetto Ascent in Mozambico, che conferma l’impegno dell’Italia alla Mission300”. “Altri progetti – ha aggiunto – sono in fase avanzata di preparazione. Insieme alla Banca Mondiale, alla Banca Africana di Sviluppo, alla Africa Finance Corporation e ad altri partner, l’Italia ha riaffermato il proprio sostegno al Corridoio di Lobito durante il Vertice Italia-UE del giugno 2025. Attraverso l’iniziativa Rise (Resilient and Inclusive Supply Chain Enhancement) sono inoltre in corso sforzi per diversificare e sviluppare catene del valore locali e regionali nei minerali critici e nei prodotti per l’energia pulita”. Panetta ha ricordato la conferenza Agora, incentrata sull’Africa, in programma a Pa lermo dal 3 al 5 novembre, e che “mira a tradurre le analisi in operazioni e politiche concrete, concentrandosi su energia e agroindustria, e a rafforzare le partnership tra decisori politici, settore privato e think tank di Africa ed Europa”.

Georgieva (Fmi): “L’Italia ha bisogno di un consolidamento fiscale”

“Alcune delle economie avanzate hanno un problema fiscale più significativo, altre meno. Quando guardiamo al G7, abbiamo da un lato Stati Uniti, ma anche Francia e Italia, che hanno bisogno di consolidamento fiscale, con la positiva notizia per cui tutti riconoscono questa necessità. Poi ci sono Paesi in una posizione migliore, come Germania e Canada, che hanno invece entrambi bisogno di utilizzare il proprio spazio fiscale”. Così la direttrice del Fondo Monetario Internazionale, Kristalina Georgieva, in un incontro con la stampa nell’ambito delle riunioni annuali della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale a Washington.

Consulta: consentire alle Regioni in deficit la spesa per investimenti

“La totale preclusione per l’intero quinquennio dell’impiego per investimenti da parte delle Regioni in disavanzo risulta, in effetti, potenzialmente idonea a determinare, al termine del periodo di applicazione del contributo alla finanza pubblica, eccessivi divari infrastrutturali tra i territori, a causa di una discriminazione tra le Regioni che si può riflettere in un pregiudizio al principio di eguaglianza sostanziale”. Lo sottolinea la Consulta che “ritiene necessario sollecitare il legislatore, per le annualità successive a quella in corso, a rivedere, in una fisiologica dialettica con le Regioni orientata al bene comune, l’eccessiva rigidità del meccanismo, consentendo anche alle regioni in disavanzo di utilizzare una parte del contributo per la spesa di investimento”.

Cdp, dal cda via libera a operazione per oltre 2,6 miliardi

Il cda di Cassa Depositi e Prestiti, presieduto da Giovanni Gorno Tempini, su proposta dell’amministratore delegato e direttore generale, Dario Scannapieco, ha deliberato operazioni per un valore complessivo di oltre 2,6 miliardi di euro a favore di infrastrutture strategiche, imprese italiane, enti locali e cooperazione internazionale. A testimonianza dell’attenzione dedicata al territorio, il CdA odierno si è svolto per la quinta volta nella storia di Cassa Depositi e Prestiti fuori dagli uffici centrali del Gruppo a Roma, con gli organi sociali riuniti a Cagliari, presso la sede della Fondazione di Sardegna. In linea con gli obiettivi definiti dal Piano Strategico 2025-2027, il Consiglio ha disposto interventi finalizzati ad agevolare l’accesso al credito di PMI e Mid-Cap attive sul mercato nazionale. Sono state inoltre deliberate nuove iniziative volte a favorire il supporto agli investimenti in infrastrutture chiave per il Paese, nonché a progetti di realtà aziendali che puntano all’innovazione e all’espansione sui mercati. Il CdA di Cassa Depositi e Prestiti, confermando la solidità della relazione che lega storicamente CDP alle Pubbliche Amministrazioni, ha approvato nuove misure per accrescere la collaborazione con Comuni, Regioni e PA centrali. Tra gli interventi deliberati anche la concessione di fondi per investimenti finalizzati al potenziamento dei servizi offerti alla cittadinanza e iniziative per l’efficiente gestione delle risorse a disposizione degli Enti, al fine di ampliare i benefici per il territorio. Il Consiglio ha dato il via libera a nuove iniziative, insieme con altre Istituzioni finanziarie internazionali, a vantaggio delle economie di Paesi partner della Cooperazione internazionale allo scopo di supportare micro, piccole e medie imprese. In particolare, i finanziamenti sono rivolti a imprese locali a gestione femminile e giovanile, a imprese agricole o attive nelle aree rurali e operanti in settori rilevanti per lo sviluppo sostenibile.

Inflazione, a settembre stabile a +1,6%

A settembre 2025, l’inflazione si ferma al livello del mese precedente. Secondo i Dati diffusi dall’Istat, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC), al lordo dei tabacchi, evidenzia una variazione del -0,2% su base mensile e del +1,6% su base annua (come nel mese precedente), confermando la stima preliminare. La stabilità del tasso d’inflazione sottende andamenti differenziati dei diversi aggregati di spesa: sono in rallentamento i prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (da +3,5% a +2,4%), degli Alimentari non lavorati (da +5,6% a +4,8%) e in accelerazione quelli degli Energetici regolamentati (da +12,9% a +13,9%), a cui si aggiunge la ripresa dei prezzi degli Energetici non regolamentati (da -6,3% a -5,2%). Nel mese di settembre l’“inflazione di fondo”, al netto degli energetici e degli alimentari freschi, decelera (da +2,1% a +2,0%), come quella al netto dei soli beni energetici (da +2,3% a +2,1%). La dinamica tendenziale è stabile per i prezzi dei beni (+0,6%), mentre quella dei servizi si attenua lievemente (da +2,7% a +2,6%). Dunque, il differenziale inflazionistico tra il comparto dei servizi e quello dei beni scende a +2,0 punti percentuali, dai +2,1 p.p. del mese precedente. Rallenta il carrello della spesa con i prezzi dei Beni alimentari, per la cura della casa e della persona che decelerano da +3,4% a +3,1% mentre quelli dei prodotti ad alta frequenza d’acquisto accelerano da +2,3% a +2,6%. La variazione congiunturale negativa dell’indice generale riflette soprattutto la diminuzione dei prezzi dei Servizi relativi ai trasporti (-3,3%) e degli Alimentari lavorati (-0,5%), parzialmente attenuata dalla crescita dei prezzi degli Alimentari non lavorati (+0,6%). L’inflazione acquisita per il 2025 è pari a +1,7% per l’indice generale e a +2,0% per la componente di fondo. L’indice nazionale dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI), al netto dei tabacchi, registra una variazione del -0,1% su agosto e del +1,4% su settembre 2024.L’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) aumenta di 1,3% su agosto, per effetto della fine dei saldi estivi di cui il NIC non tiene conto, e dell’1,8% rispetto a settembre 2024 (da +1,6% del mese precedente), confermando la stima preliminare. Nel terzo trimestre 2025 i prezzi al consumo, misurati dall’IPCA, evidenziano aumenti più contenuti per le famiglie con bassi livelli di spesa (+1,7%) e lievemente più alti per quelle con livelli di spesa elevati (+1,8%).

Ue, arriva il patto per il Mediterraneo

La Commissione europea e l’alto rappresentante hanno definito una nuova strategia ambiziosa per rafforzare le relazioni dell’UE con i partner del Mediterraneo meridionale. Basandosi sui nostri legami storici e culturali, il patto per il Mediterraneo si concentrerà su settori di reciproco interesse in cui condividiamo sfide e aspirazioni. Il patto per il Mediterraneo rafforzerà la cooperazione e i legami economici tra le sponde del Mediterraneo e oltre. Contribuirà alla costruzione di uno spazio mediterraneo comune che sia connesso, prospero, resiliente e sicuro. Il patto si basa sui principi della cotitolarità, della co-creazione e della corresponsabilità. Adotta un approccio pratico, incentrato su iniziative concrete che apporteranno un valore aggiunto alle persone e alle economie di tutte le sponde del Mediterraneo. L’obiettivo è creare vantaggi reciproci, dalla produzione di energia pulita allo sblocco degli investimenti privati. Questo obiettivo sarà raggiunto mobilitando progetti regionali che creino opportunità sia per le persone che per le imprese, con particolare attenzione ai giovani, alle donne e alle piccole imprese. Inoltre, il patto offre anche l’opportunità di far progredire ulteriormente la nostra cooperazione in materia di sicurezza, preparazione e gestione della migrazione. Tra le azioni individuate per rafforzare la cooperazione regionale in materia di pace e sicurezza figurano settori di interesse comune quali la sicurezza marittima, la resilienza delle nostre infrastrutture critiche e le ingerenze straniere. Le persone come forza trainante per il cambiamento, le connessioni e l’innovazione – Ciò comprende azioni relative alla promozione dell’istruzione superiore, della formazione professionale, delle competenze e dell’occupazione, dell’emancipazione dei giovani e della società civile, della mobilità, della cultura, del turismo e dello sport, con una forte attenzione ai giovani. Un’università mediterranea sarà un progetto faro nell’ambito di questo pilastro e collegherà studenti provenienti da ogni sponda del Mediterraneo. Saranno inoltre potenziati gli ecosistemi esistenti dell’istruzione e della formazione tecnica e professionale, mentre nell’ambito di un meccanismo per il patrimonio culturale l’UE promuoverà il patrimonio culturale, sosterrà gli artisti e ravviverà il turismo in modo sostenibile. Economie più forti, più sostenibili eintegrate – Ciò comprende azioni relative alla modernizzazione delle relazioni commerciali e di investimento, alla promozione dell’energia e delle tecnologie pulite, alla resilienza idrica, all’economia blu e all’agricoltura, alla connettività digitale e dei trasporti, nonché alla creazione di posti di lavoro. In questo contesto, un’iniziativa transmediterranea per le energie rinnovabili e le tecnologie pulite (T-MED) e StartUp4Med saranno tra i progetti faro di questo pilastro. I partner lavoreranno inoltre sull’integrazione delle catene di approvvigionamento, anche nei settori della sanità e dell’agricoltura, nonché sulle materie prime critiche. Un’interconnessione efficiente, sicura e affidabile delle infrastrutture digitali avvicinerà le economie e i cittadini, mentre sarà promossa un’economia blu più sostenibile e rigenerativa del bacino del Mediterraneo. Sicurezza, preparazione e gestione della migrazione – Ciò comprende azioni volte ad affrontare le sfide comuni in materia di sicurezza, ad aumentare la preparazione regionale e a cooperare su un approccio globale alla migrazione. Le iniziative prioritarie comprenderanno la preparazione e la resilienza alle catastrofi nel Mediterraneo. Sarà promosso un approccio globale alla gestione della migrazione e un approccio comune alla gestione integrata delle frontiere e alla sicurezza, che comprenderà partenariati operativi per contrastare il traffico di migranti. Sarà istituito un forum regionale per l’UE e i paesi del Mediterraneo meridionale sulla pace e la sicurezza.

Il patto è inoltre aperto al dialogo con i partner al di là del Mediterraneo meridionale, compresi il Golfo, l’Africa subsahariana, i Balcani occidentali e la Turchia. Rafforzare la cooperazione tra l’UE, il Medio Oriente e il Nord Africa e la regione del Golfo è un obiettivo fondamentale del patto. Il patto è proposto per l’approvazione politica da parte dell’UE e dei partner del Mediterraneo meridionale nel novembre 2025 in occasione del 30o anniversario del processo di Barcellona. Le iniziative proposte nell’ambito del patto saranno recepite in un piano d’azione specifico, che specificherà i paesi partecipanti e le parti interessate per ciascuna iniziativa. Il piano d’azione iniziale è previsto per il primo trimestre del 2026. Il piano d’azione sarà un documento vivo al quale si potranno aggiungere nel tempo nuove iniziative. Le organizzazioni regionali, la società civile e le organizzazioni giovanili saranno invitate a sostenerne l’attuazione, mentre le istituzioni dell’UE saranno regolarmente informate in merito alla sua introduzione.

Patto sindaci Ue, Fitto: “Lavoro a favore dei territori”

Ieri a Bruxelles, al Parlamento europeo, si è tenuta la riunione del Covenant of Mayors – Patto dei Sindaci, l’iniziativa europea che unisce le autorità locali e regionali impegnate nel raggiungere e superare gli obiettivi dell’Ue in materia di clima ed energia. I sindaci sono in prima linea nel rispondere alle esigenze dei territori, soprattutto di fronte a eventi climatici sempre più estremi — dalle alluvioni agli incendi”. Lo scrive su X vicepresidente esecutivo della Commissione Europea con deleghe alla Coesione e alle Riforme, Raffaele Fitto. “Le amministrazioni locali sono le prime a fornire risposte concrete ai cittadini. Lavoriamo insieme a Sindaci e Regioni per sostenere interventi tempestivi ed efficaci, ma anche per rafforzare la solidità, la prevenzione e la capacità di risposta dei territori. A margine ho incontrato la delegazione italiana presente all’evento!”, conclude Fitto.

Ardian raccoglie 20 miliardi di dollari per infrastrutture strategiche in Europa

La societa’ internazionale di private equity Ardian ha annunciato la chiusura della raccolta da 20 miliardi di dollari per la sua piattaforma di investimento dedicata alle infrastrutture strategiche, focalizzata sull’Europa. Il fondo Aif VI e’ cresciuto del 90% rispetto al predecessore Aif V, “a conferma della forte fiducia degli investitori verso la strategia distintiva e il track record di Ardian”, sottolinea una nota. La chiusura e’ avvenuta in due anni, nonostante “un mercato del fund raising sfidante”, coinvolgendo 229 investitori da Europa, Nord America, Asia-Pacifico e Medio Oriente. Gli Stati Uniti hanno registrato l’aumento piu’ consistente, rappresentando il 14% del capitale raccolto. Ardian investira’ i capitali raccolti in energia, trasporti e infrastrutture digitali. Gia’ impiegato oltre il 40% delle masse gestite, con partecipazioni in asset come l’aeroporto di Londra Heathrow – dove Ardian e’ azionista principale – e la futura acquisizione congiunta dell’aeroporto di Venezia insieme a Finint Infrastrutture. ‘Il nostro approccio alla gestione degli asset e’ mirato: la creazione di valore deve derivare dal miglioramento operativo, non dai cicli di mercato’, ha dichiarato in una nota Mathias Burghardt, ceo di Ardian France e head of infrastructure.

Porti, Salvini lancia la rivoluzione: “Basta frammentazioni, serve una regia unica nazionale”

Una riforma organica per la portualità, la prima dopo trent’anni, per creare una rete nazionale capace di superare le frammentazioni interne, semplificare la burocrazia e programmare in modo integrato gli investimenti. È questo l’ambizioso intervento annunciato dal vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, durante un’informativa al Senato. La nuova legge quadro, che sostituirà quella del 1994, è quasi pronta e mira a rilanciare la competitività di un settore strategico per l’economia del Paese.
Aprendo il suo intervento con un pensiero all’operaio deceduto questa mattina al porto di Ravenna, il Ministro ha subito inquadrato la sfida con numeri impietosi. “Nel 2024 l’intero sistema portuale italiano ha movimentato 12 milioni di TEU, rispetto ai 13,4 milioni di TEU del solo porto di Rotterdam”, ha dichiarato Salvini, evidenziando il divario con il Nord Europa. Una situazione aggravata, secondo il Ministro, dalla pandemia, dalla crisi del Mar Rosso e dall’incremento dei costi ambientali dovuti alle nuove tasse europee del sistema ETS. Per questo, ha sottolineato, “serve un intervento ambizioso”.
Il testo della riforma, frutto dell’ascolto di tutti gli operatori del settore, si basa su tre obiettivi strategici fondamentali. In primo luogo, pur mantenendo il forte radicamento territoriale delle singole Autorità di Sistema Portuale, si punta a configurare una “rete portuale nazionale” per superare le divisioni interne e affrontare compatti i grandi spedizionieri mondiali. In secondo luogo, la riforma mira a una drastica semplificazione delle procedure burocratiche, a partire da quelle per l’adozione dei piani regolatori, che spesso ostacolano interventi essenziali come i dragaggi. Infine, il terzo pilastro è il rilancio di una “visione integrata della pianificazione e programmazione di tutti gli investimenti portuali”, per gestire al meglio i miliardi di euro destinati allo sviluppo degli scali italiani.
Riguardo alla tempistica, Salvini ha confermato che il testo è già stato predisposto ed è ora in attesa delle ultime verifiche tecniche, ringraziando il viceministro Edoardo Rixi per il suo ruolo di “regista dell’operazione”. Parallelamente, prosegue il dialogo con la Commissione Europea sia per quanto riguarda il rafforzamento della concorrenza, già oggetto di riforme legate al PNRR, sia per la razionalizzazione degli aspetti legati alla tassazione portuale.
In conclusione, il Ministro ha auspicato un ampio sostegno parlamentare, sottolineando come la modernizzazione del sistema portuale sia una leva strategica per la crescita dell’intero Paese. Salvini ha poi collegato la riforma ad altre grandi opere in cantiere, come il Ponte sullo Stretto di Messina, che “non potranno che intercettare maggiori traffici, maggiori TEU, grandi navi, il che vuol dire lavoro per l’intera rete della portualità italiana”.

Cap, dalla Bei 100 milioni per modernizzare infrastrutture

La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) ha finanziato con 100 milioni di euro il gruppo Cap, la green utility pubblica che gestisce il servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano. L’accordo, spiega una nota, sostiene il piano di investimenti 2025-2030 per la modernizzazione delle infrastrutture idriche e fognarie in Lombardia, con interventi a beneficio di oltre 2,4 milioni di cittadini.
In particolare, le risorse messe a disposizione dalla Bei contribuiranno ad aumentare l’affidabilità e la resilienza della rete idrica, ridurre il rischio di allagamenti dovuti a sovraccarichi fognari, migliorare la qualità e l’efficienza dei servizi di raccolta e trattamento delle acque reflue e sviluppare soluzioni digitali per l’ottimizzazione della gestione del servizio idrico integrato. “Investire nelle infrastrutture idriche significa investire nella qualità della vita dei cittadini. Con questo finanziamento la BEI contribuisce a garantire un servizio più sicuro, affidabile e sostenibile per le comunità della Città metropolitana di Milano e di gran parte della Lombardia” commenta Jean-Christophe Laloux, direttore generale responsabile per le operazioni della Bei. “Questo finanziamento rafforza la nostra capacità di pianificare e realizzare investimenti strategici su larga scala, con un impatto diretto sull’economia locale e sulla qualità dei servizi” aggiunge Yuri Santagostino presidente di Gruppo CAP.

Cop30, Pichetto: Non c’è posizione unanime in Ue, attendiamo riunione leader

“Stiamo attendendo che ci sia la riunione dei leader dell’Unione Europea per avere una posizione europea” in vista della Cop30 “che deve emergere all’unanimità. Ma è palese che noi ministri, noi 27 ministri, l’unanimità non siamo in condizione di raggiungerla”. Lo ha detto il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, intervistato dal direttore della Corriere della Sera, Luciano Fontana, nell’ambito del ciclo di incontri Green & Net Zero Talk. “Lo dico molto sinceramente – ha aggiunto Pichetto – sono posizioni molto articolate e quindi si è ritenuto di dover rinviare all’assise dei leader per una mediazione per capire come ci presenteremo alla Cop30, se con con 27 bandiere o con la bandiera dell’Unione Europea”.

Fs: Salvini, entro l’anno 376 stazioni accessibili a persone con disabilità

“Il Mit, in sinergia con il gruppo Ferrovie dello Stato, ha avviato un vasto piano di riqualificazione che coinvolge oltre 600 stazioni ferroviarie su tutto il territorio nazionale. Abbiamo trovato, per l’accessibilità anche per le persone con disabilità, una condizione tutt’altro che positiva. A oggi, 320 stazioni risultano già completamente accessibili dopo i lavori fatti. Entro la fine di quest’anno, quindi entro il prossimo mese e mezzo, grazie a un investimento di circa 500 milioni di euro, miglioreremo l’accessibilità in altre 56 stazioni”. Lo ha detto il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, al question time al Senato, sottolineando che “a questo si aggiunge il Piano integrato stazioni, che prevede interventi su altre 38 stazioni del Mezzogiorno da completare entro il 2026, con un investimento di ulteriori 345 milioni di euro”.Rispondendo alla senatrice delle Autonomie Unterberger, Salvini ha spiegato che “per quanto riguarda l’Alto Adige, nel corso del 2025 Rete ferroviaria italiana, in accordo con la Provincia autonoma di Bolzano, ha programmato la sostituzione di ben 37 ascensori in diverse stazioni ferroviarie della Regione. Si tratta di impianti vecchi e inadeguati, la cui sostituzione è stata pianificata in modo da limitare al massimo i disagi per l’utenza. L’obiettivo è completare e riattivare 33 di questi impianti entro la fine dell’anno, quindi nelle prossime settimane”.

Fs Energy, Giunta: “obiettivo 1 Gw di produzione da rinnovabili entro 2029”

“Il nostro Gruppo è il più grande consumatore italiano di energia elettrica, oltre 7 terawattora (TWh) annui: stiamo parlando di una spesa energetica che supera annualmente circa un miliardo di euro di costi. FS Energy è nata per questo”. Antonello Giunta, Amministratore delegato e Direttore generale di FS Energy, la nuova società del Gruppo FS con l’obiettivo di rendere l’approvvigionamento energetico più sostenibile ed economico è intervenuto all’evento Adnkronos Q&A ‘Sostenibilità al bivio’ in corso oggi al Palazzo dell’Informazione a Roma. “Era necessario e strategico compiere questo passo – spiega ancora Giunta – Uno degli obiettivi nell’ambito del Piano Strategico del Gruppo FS è raggiungere un Gigawatt (GW) di produzione da fonti rinnovabili entro il 2029”. Il tema energia è parte degli obiettivi del Piano Strategico 2025-2029 del Gruppo FS che prevede 100 miliardi di euro di investimenti per innovare i trasporti e migliorare l’esperienza di viaggio. “La nascita di FS Energy è stata straordinariamente importante per accentrare all’interno di questa società tutte le attività energetiche del Gruppo, siano esse quelle relative all’approvvigionamento di energia elettrica per rendere più sicuro, economico e green l’approvvigionamento di energia elettrica e quindi il consumo energetico del Gruppo”. Giunta ha quindi sottolineato la scelta green del Gruppo visto che “il piano di approvvigionamento da fonti rinnovabili è un piano che prevede il raggiungimento di 1 Gigawatt al 2029 e traguarda al 2034 due Gigawatt di produzione da fonti rinnovabili, che tradotto in energia significano circa 3 Terawattora di energia, quindi il 40% dei volumi del Gruppo coperti da produzione da fonti rinnovabili”.

Gas russo, ok Europarlamento a stop dal 2027

L’Europarlamento vuole accelerare lo stop alle importazioni di energia russa in Europa. In un voto congiunto, le commissioni per l’industria e energia (Itre) e per il commercio internazionale (Inta) hanno approvato con 83 voti a favore, 9 contrari e un’astensione il mandato negoziale sulla tabella di marcia REPowerEu presentata a giugno dalla Commissione Ue, anticipando di un anno – da inizio 2028 a inizio 2027 – la data per porre fine a tutti i contratti ai contratti a lungo termine di gas e Gnl stipulati con Mosca. Da inizio 2026, come da proposta originaria di Bruxelles, scatterà il divieto di stipulare nuovi contratti (a breve o lungo termine) per il gas; i contratti a breve termine conclusi prima di giugno dovranno concludersi entro il 17 giugno 2026 mentre lo stop ai contratti a lungo termine scatterà al più tardi il primo gennaio 2027. La Commissione Ue aveva proposto il ‘phase out’ ai contratti a lungo termine entro il 31 dicembre 2027. Nel mandato concordato dagli eurodeputati non sono previste esenzioni per gli Stati membri Ue senza sbocco sul mare, come Ungheria e Slovacchia. Secondo le stime di Bruxelles, con la chiusura del transito via Ucraina, la quota di gas russo in Europa sarà pari al 13% nel 2025. Quanto al greggio russo, a partire da gennaio 2026 scatterebbe inoltre un divieto di importazione e stoccaggio temporaneo di petrolio russo e di prodotti petroliferi raffinati, senza il periodo di transizione concesso da Bruxelles a Slovacchia e Ungheria che continuano a importare petrolio russo (circa il 3% dell’import totale Ue). Il mandato chiede inoltre l’introduzione di sanzioni pari almeno al 5% del fatturato annuo per le aziende che violano il regolamento e un approccio più rigido sui controlli, eliminando alcune delle clausole di salvaguardia previste dalla Commissione Ue, come l’opzione di sospendere temporaneamente il regolamento di fronte a possibili rischi di approvvigionamento energetico.  La prossima settimana a Strasburgo il risultato del voto congiunto sarà annunciato in plenaria e se non ci saranno obiezioni il testo sarà considerato adottato. Il mandato andrà negoziato con gli Stati membri Ue che a loro volta lunedì dovrebbero concordare la propria posizione al Consiglio Ue Energia a Lussemburgo. Un accordo è necessario entro la fine dell’anno per fare entrare le norme in vigore per tempo.
“E’ bello vedere un forte supporto per il piano RePowerEu da parte del Parlamento europeo. L’Ue deve liberarsi dei combustibili fossili russi, rafforzare la propria indipendenza e sicurezza energetica e sostenere l’Ucraina. Non vogliamo più importare una sola molecola di gas russo”. Così il commissario Ue all’Energia, Dan Jorgensen, commentando su un social il voto nelle commissioni Itre e Inta dell’Eurocamera sulla tabella di marcia per il ‘phase out’ dall’energia russa. “Prossimo passo: Consiglio per l’energia lunedì”, scrive ancora il commissario danese: lunedì i ministri dell’energia dovrebbero raggiungere un accordo sul piano, spianando la strada all’avvio del negoziato per l’intesa finale.
La presidenza danese del Consiglio Ue punta a raggiungere un accordo finale con il Parlamento, sulla proposta per porre fine alle importazioni di gas e gnl russo, entro la fine dell’anno. Il primo passo sarà il raggiungimento di un accordo tra gli Stati membri, lunedì prossimo al Consiglio Ue Energia in Lussemburgo.
“Quasi tutti Stati membri supportano l’obiettivo generale della proposto e il testo compromesso – ha detto una fonte diplomatica – e credo che lunedì ci sarà una solida maggioranza”. Nelle ultime ore la presidenza danese ha messo sul tavolo una proposta di compromesso leggermente modificata, nella parte riguardante la pre-autorizzazione, dopo che Italia, Francia e Spagna avevano espresso alcune preoccupazioni riguardo gli oneri burocratici. L’ultima versione cerca di trovare un equilibrio tra la necessità di garantire che non vi siano aggiramenti della normativa e l’esigenza di ridurre la burocrazia per le imprese e le autorità nazionali. L’idea della presidenza, che ha già avuto contattati con il Parlamento europeo, è quella di tenere il primo trilogo a stretto giro, dopo il Consiglio di lunedi.
“Il risultato del voto del Parlamento è un miglioramento impressionante che rafforza l’indipendenza energetica e l’autonomia strategica dell’Ue. L’ampia unità tra i partiti democratici e il forte sostegno dei cittadini dell’Ue dimostrano il profondo impegno contro l’aggressione russa all’Ucraina e l’arma delle esportazioni di combustibili fossili contro la democrazia europea”. Lo dichiara in una nota il relatore per la commissione Industria ed energia (Itre) del Parlamento Ue, l’eurodeputato dei Verdi Ville Niinisto, alla proposta per porre fine alle importazioni di gas russo.
“Ci sono quattro elementi chiave che volevamo inasprire nel divieto. Abbiamo ottenuto l’estensione del campo di applicazione al petrolio e un divieto anticipato per le importazioni di petrolio a partire dal 1 gennaio 2026, scadenze più ravvicinate per il divieto di importazione di gas e meccanismi di applicazione più rigorosi, eliminando al contempo eccezioni e scappatoie – ricorda il relatore -. Il risultato è un compromesso equilibrato con un ampio sostegno politico in Parlamento. Nei negoziati con gli Stati membri per la legislazione finale ci aspettiamo di ottenere un risultato con progressi su tutte queste questioni a beneficio della sovranità europea e del futuro della democrazia”.

Eni, Descalzi: “ nel 2023-24 risultati incredibili, dimezzato debito”

“Nel 2023-24, soprattutto l’anno scorso, abbiamo avuto dei risultati incredibili. Le nostre business combination, tra dividendi e firmout, ci hanno dato piu’ di 12 miliardi e questo ci ha permesso di dimezzare il debito”. Lo ha affermato l’ad di Eni, Claudio Descalzi, all’evento “Green & Net Zero Talk”. “Abbiamo lavorato 10 anni per arrivare a questo punto di diversificazione economico finanziario’, ha aggiunto. A livello geografico ‘noi eravamo solo in Africa, adesso siamo tra i primi attori in Nord Europa. Siamo tra i primi attori in Medio Oriente, siamo il primo attore in Asia e adesso siamo anche in Argentina”.

Italgas, Gallo: “nel 2026 altri 50 impianti a biometano collegati alla rete

‘Come Italgas abbiamo 11 impianti gia’ connessi, altri 50 ne allacceremo entro la meta’ del 2026. Abbiamo bisogno di un framework che sostenga il biometano anche dopo il Pnrr e favorisca gli allacciamenti alla rete’. Lo ha affermato l’ad di Italagas, Paolo Gallo, intervenendo all’evento “Green Talk: l’Energia Interconnessa”. ‘Il biometano e’ un’opportunita’ che possiamo cogliere adesso. E’ gia’ competitivo. Il Pnrr ha investito molto nella tecnologia. E’ una produzione distribuita e per raggiungere gli obiettivi del Pniec al 2030 bisogna arrivare a sviluppare 1.000-1.500 impianti’, ha aggiunto sottolineando la necessita’ di dare ‘un framework regolatorio – costi di allacciamento e diritti di immissioni – perche’ questa e’ una possibilita’ che possiamo cogliere gia’ oggi’.

Idrico, Dal Fabbro: “Le gare un autogol per il Paese. Guardare al modello francese e ai PPP”

“L’acqua è una risorsa di importanza strategica per il Paese: dopo la Francia e la Norvegia, l’Italia è il terzo produttore di energia da fonti idriche in Europa. Per questo motivo, è necessario salvaguardare questo patrimonio secondo tre coordinate cardine: sicurezza energetica, competitività e sostenibilità. In quest’ottica, mettere a gara un bene così prezioso per l’interesse nazionale sarebbe un errore. Fondamentale dunque guardare a strade alternative, come l’esperienza francese o a strumenti efficaci come i PPP, affidandosi ai soggetti che da decenni dimostrano competenza ed affidabilità nella gestione dell’idroelettrico: le multiutility. Su questo il governo sta lavorando bene e siamo fiduciosi che si possa trovare una soluzione equilibrata per il bene del Paese” – ha dichiarato Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo Iren intervenendo al Green & Net zero talk di RCS. Leggi qui l’articolo di Diario Diac che spiega perché l’opzione francese non è replicabile

Sicurezza sul lavoro, accordo tr Università Cattolica e Fondazione Lhs di Saipem

L’Università Cattolica del Sacro Cuore, attraverso il Centro di ricerca sul Lavoro Carlo Dell’Aringa (Crilda), e Saipem, tramite la sua Fondazione LHS, hanno siglato unaccordo per avviare un progetto di ricerca congiunto dedicato alla salute e alla sicurezza nei luoghi di lavoro. L’obiettivo è promuovere un profondo cambiamento culturale, anche grazie all’uso responsabile dell’intelligenza artificiale, per contribuire alla riduzione del numero degli incidenti. L’accordo è stato firmato da Mario Gatti, Direttore della sede di Milano dell’Università Cattolica, e da Filippo Abbà, Presidente della Fondazione LHS, durante il seminario “Innovazione e sicurezza sul lavoro. Il modello partecipativo nel caso Saipem e le attività della Fondazione LHS”. «Oggi la sicurezza sul lavoro deve essere il cuore di un’innovazione che metta la persona al centro. La nostra ricerca con la Fondazione LHS mira proprio a questo: studiare l’integrazione dell’intelligenza artificiale per trasformare i luoghi di lavoro, unendo rigore accademico ed esperienza sul campo per capire come l’IA possa prevenire gli infortuni e mitigare i rischi», ha spiegato Michele Faioli, docente di Diritto di lavoro all’Università Cattolica del Sacr con il direttore del Crilda Claudio Lucifora i contenuti essenziali della Convenzione. «Utilizzando un approccio di AI for good, analizzeremo come questa tecnologia, attraverso l’analisi dei dati in tempo reale, possa aiutarci a creare ambienti di lavoro non solo più sicuri, ma anche più sani e sostenibili», ha aggiunto il professor Faioli. Secondo Filippo Abbà, Presidente della Fondazione LHS di Saipem «Questo progetto è un investimento nel futuro della conoscenza e nella vita delle persone. Possiamo generare una cultura più profonda della sicurezza, a beneficio di tutta la società». Anche il Direttore HSEQ di Saipem e Vicepresidente della Fondazione LHS, Angelo Spingardi, ha sottolineato come la sicurezza non possa essere affidata solo a procedure e sistemi, ma occorra agire sui comportamenti, sulla leadership diffusa e sulla capacità di apprendere dagli errori. Per questo, ha aggiunto “investire nella cultura della sicurezza e nell’innovazione tecnologica è una condizione indispensabile per evolvere verso un concetto di sicurezza proattiva, capace di anticipare i rischi e non solo di reagire agli eventi”.

Le nuove tecnologie – dall’intelligenza artificiale ai sistemi IoT, fino ai dispositivi indossabili intelligenti – rappresentano un alleato fondamentale per rafforzare i processi di prevenzione, ma il loro valore si esprime pienamente solo se integrate in una cultura organizzativa matura e partecipata. È questa sinergia tra persone e tecnologia che consentirà di avvicinarsi concretamente alla visione di zero incidenti gravi. La collaborazione fra l’Università Cattolica e la Fondazione LHS intende offrire un quadro aggiornato della cultura della sicurezza in Italia; anticipare tendenze emergenti e nuove competenze richieste alla leadership; identificare buone pratiche nella gestione di salute e sicurezza, con particolare attenzione ai rischi psicosociali; fornire linee guida strategiche per istituzioni e aziende. Il progetto adotta un approccio integrato, combinando analisi qualitativa (interviste, focus group, casi aziendali) e quantitativa (dati, indicatori, questionari) per misurare l’impatto della leadership e dell’innovazione tecnologica sul benessere e sulla sicurezza dei lavoratori. Tra le evidenze già emerse, il ruolo trasformativo dell’intelligenza artificiale nella prevenzione. Strumenti come smart cameras, algoritmi predittivi e robot per attività ad alto rischio stanno già innalzando gli standard di sicurezza nelle grandi realtà industriali. La stessa Saipem, ad esempio, sta già introducendo nei suoi cantieri il sistema delle smart cameras con l’obiettivo di rafforzare la sicurezza attraverso l’impiego dell’intelligenza artificiale, in linea con l’impegno verso una visione di “zero incidenti gravi” negli ambienti di lavoro. «L’intelligenza artificiale consente di passare da una prevenzione reattiva a una proattiva. Ma va governata con attenzione per non creare nuovi rischi. Il nostro obiettivo è usare la tecnologia per tutelare il benessere complessivo dei lavoratori», ha commentato Claudio Lucifora, direttore del Crilda. La digitalizzazione porta anche nuove sfide, come l’emergere di rischi psicosociali legati altecnostress, al sovraccarico cognitivo e all’adattamento a processi automatizzati. Il progetto intende affrontare anche questi aspetti analizzando in modo sistemico l’interazione tra persona e tecnologia, con l’obiettivo di sviluppare nuove mappe di rischio e linee guida pratiche.

Riqualificazione energetica del Polo logistico di Piacenza con la lana di roccia

ROCKWOOL, leader mondiale nella realizzazione di prodotti e soluzioni sostenibili in lana di roccia, si aggiudica la fornitura di prodotti in lana di roccia per la riqualificazione energetica del Piacenza Logistics Hub, il principale snodo intermodale logistico d’Italia. La struttura, ben collegata con due autostrade, quattro statali, una tangenziale e un raccordo ferroviario, necessitava di un ampliamento per far fronte a una domanda in costante crescita del mercato della logistica, mentre la porzione preesistente necessitava di un ammodernamento generale.
Nel 2024, Generali Real Estate, proprietario della struttura, ha affidato a GSE Italia la realizzazione del nuovo polo logistico situato in località Le Mose, alle porte di Piacenza, richiedendo espressamente elevati standard tecnici e di sostenibilità e ponendo particolare attenzione all’efficienza energetica e alla biodiversità. Il progetto ha previsto un ampliamento della struttura preesistente di ulteriori 88.000 m², realizzando cinque immobili con strutture prefabbricate, comprensivi di pavimentazioni industriali per gli interni e pavimentazioni dei piazzali esterni, coperture, impianti aree esterne e allestimento degli uffici e sottoservizi. Nell’ampliamento del Polo Logistico di Piacenza sono stati utilizzati pannelli in lana di roccia Hardrock 1000, spessore 80 mm e formato 1200 x 1884 mm, per realizzare la copertura di circa 63.000 m² di superficie, con un volume complessivo di isolamento pari a circa 5040 m³.ù

Accordo tra Fibercop e Cnit per lo sviluppo di competenze nelle tlc

Fibercop, l’azienda che gestisce l’infrastruttura di rete digitale estesa e capillare in Italia, e Cnit (Consorzio Nazionale Interuniversitario per le Telecomunicazioni), l’ente che riunisce le principali universita’ nazionali attive nel campo delle tecnologie Ict, hanno siglato un accordo di collaborazione con l’obiettivo di promuovere l’innovazione e lo sviluppo di competenze nelle reti di telecomunicazioni. I primi ambiti di collaborazione individuati riguardano due importanti progetti, avviati da FiberCop con l’Unita’ di ricerca Cnit alla Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e con WiLab (Laboratorio Nazionale Federato di Comunicazioni Wireless) di Bologna. In particolare, le attivita’ di ricerca con la Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa sono incentrate sulle tecnologie in fibra ottica e prevedono l’utilizzo di una soluzione di tipo Digital Twin, ovvero un gemello digitale delle infrastrutture fisiche, per il controllo delle reti. Un ulteriore ambito di approfondimento riguarda la sicurezza delle comunicazioni, attraverso l’applicazione della steganografia, una tecnica in grado di nascondere l’esistenza delle informazioni che transitano sulle reti. Il progetto intrapreso con WiLab di Bologna si focalizza sull’applicazione dell’edge computing in campo industriale, con l’obiettivo di favorire l’evoluzione delle centrali FiberCop in infrastrutture abilitanti per i servizi digitali avanzati dell’industria 4.0. “‘La collaborazione con Cnit ci consente di accelerare l’innovazione nelle reti di telecomunicazioni”, dichiara il responsabile Technology & innovation di FiberCop, Daniele Franceschini.

Manovra, FederlegnoArredo: molto positiva la conferma del Bonus mobili

“La conferma del bonus mobili anche per il prossimo anno, come riportato da alcuni organi di informazione, rappresenterebbe per la filiera legno-arredo una notizia molto positiva che dimostrerebbe l’attenzione concreta del governo a un settore che esporta oltre il 50% dei propri prodotti di arredo e che, alla luce delle tensioni geopolitiche e dei dazi commerciali Usa, sta riscontrando rallentamenti e raffreddamenti in alcuni mercati strategici. Motivo per cui confermare misure come il bonus mobili e interventi edilizi (ecobonus e bonus casa) significherebbe dare ossigeno al mercato interno, stimolando la domanda e dando fiducia ai consumatori”. Lo dichiara Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo. “Il bonus mobili si e’ dimostrato negli anni uno strumento efficace in questa direzione, capace di accompagnare le famiglie nelle scelte di rinnovamento degli arredi e di contribuire alle performance delle imprese di una filiera che rappresenta circa il 4,3% del Pil nazionale. Il nostro auspicio e’ che, sempre nel rispetto dei vincoli di bilancio, le anticipazioni di stampa trovino conferma nei documenti ufficiali indispensabili per comprenderne tutti i dettagli della misura e che il governo individui ulteriori strategie volte a sostenere un settore bandiera del Made in Italy nel mondo che ha fra i suoi punti di forza, una produzione e una forza lavoro rigorosamente nazionali”, conclude Feltrin.

Abb, nel terzo trimestre ricavi salgono. Oltre 9 miliardi di dollari

Il gruppo industriale svizzero ABB ha dichiarato che nel terzo trimestre il fatturato e’ aumentato dell’11% e del 9% comparabile a 9,083 miliardi di dollari, mentre gli ordini sono aumentati rispettivamente del 12% e del 9% a 9,143 miliardi di dollari. La domanda e’ stata particolarmente forte nel segmento dei data center, che ha registrato un aumento degli ordini a doppia cifra. Si e’ registrato uno sviluppo positivo nei settori dell’elettrificazione delle infrastrutture e degli edifici commerciali. Gli ordini nel segmento della costruzione di macchinari sono aumentati in modo significativo, ma cio’ e’ dovuto piu’ che altro al basso livello comparabile dello scorso anno, poiche’ le condizioni generali del mercato rimangono modeste. L’attivita’ dei clienti nel segmento energetico e’ stata robusta. Analogamente agli ultimi trimestri, la domanda e’ rimasta fiacca nei settori legati all’industria di processo, quali cellulosa e carta, prodotti chimici e minerario, e ha registrato un calo nei settori automobilistico ed edilizio residenziale. ‘Permangono le incertezze di mercato legate ai dazi statunitensi, ma finora non abbiamo riscontrato alcun impatto significativo sulla domanda o sulla redditivita’. Continuiamo a concentrarci su cio’ che possiamo controllare: servire i nostri clienti e adottare misure per migliorare la nostra posizione di mercato e la nostra redditivita”, ha affermato ABB. L’Ebita operativo e’ aumentato del 12% e del 9% comparabile a 1,738 miliardi di dollari, con un margine del 19,2% rispetto al 19 per cento. L’utile base per azione e’ aumentato del 29% a 0,66 dollari.

Digitale, tavolo Agid-Aie

L’Agenzia per l’Italia Digitale e l’Associazione Italiana Editori hanno costituito un tavolo tecnico congiunto per supportare le imprese della filiera editoriale nell’adeguamento alla direttiva Ue 2019/882 (European Accessibility Act) e al decreto legislativo 82/2022 che la recepisce.
Il tavolo – spiega una nota – “continua a lavorare alla costruzione condivisa di indicazioni operative e informazioni mirate per fornire agli operatori risposte concrete, che tengano conto delle specificità del settore editoriale. Inoltre, le indicazioni saranno aderenti agli standard tecnici di accessibilità digitale già in uso nel settore, come le EPUB Accessibility Guidelines, le Web Content Accessibility Guidelines (WCAG) e gli standard di metadatazione. In quest’ottica, il confronto AgID-AIE segna un percorso di accompagnamento chiaro e costante, per consentire agli attori della filiera di valorizzare in pieno le opportunità economiche, sociali e tecnologiche che derivano dall’accessibilità”.  “In AgID lavoriamo da tempo per promuovere l’accessibilità digitale, dialogando costantemente con i diversi portatori di interesse – dichiara il dg AgID, Mario Nobile – Il settore dell’editoria rappresenta un ambito strategico per costruire una società sempre più inclusiva che garantisca a chiunque il diritto all’informazione e alla conoscenza. Per questo siamo confidenti che quello con AIE sia il primo di tanti momenti di confronto che vogliamo portare avanti con i diversi interlocutori”. “AIE lavora da più di un decennio al tema dell’accessibilità del mondo editoriale, in collaborazione con gli editori e con il supporto di Fondazione LIA, creata da AIE con UICI già nel 2014, che è riconosciuta come caso di eccellenza a livello internazionale – dichiara il presidente di AIE, Innocenzo Cipolletta – Dare a tutti la possibilità di accedere a un catalogo ampio e aggiornato di testi è, ancor prima che un obbligo di legge con l’entrata in vigore dell’European Accessibility Act, un impegno strategico per chi, come noi, crede nella centralità del libro e nel valore dell’inclusione per lo sviluppo e la crescita delle comunità democratiche. La collaborazione con AgID è per noi un tassello fondamentale di questo percorso”.

Ia, Butti: “Italia all’avanguardia in Ue”

“L’Italia ha dato prova della sua forte capacità di leadership, adottando la prima normativa nazionale sull’intelligenza artificiale all’interno dell’Unione europea. Il nuovo quadro legislativo, approvato il 17 settembre, stabilisce regole rigorose per un utilizzo trasparente, responsabile e sicuro dell’intelligenza artificiale, con particolare attenzione alla supervisione umana dei processi decisionali automatizzati e alla protezione dei dati personali, completando i contenuti del Regolamento europeo sull’AI Act”. Così Alessio Butti, sottosegretario alla presidenza del consiglio per l’Innovazione, in collegamento video all’evento “Governare il digitale: aperto, responsabile, sostenibile”, organizzato dal comitato IGF Italia e in corso nella sede di Unioncamere.
“La normativa – ha proseguito – prevede anche una regolamentazione specifica per l’uso corretto dei sistemi di intelligenza artificiale generativa, come la diffusione di deepfake” “e istituisce un sistema di controllo e supervisione articolato, affidato ad AGID e all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale, con un ruolo centrale nel monitoraggio dell’ecosistema digitale nazionale”.

Anita, governo sostenga nel negoziato Ue l’utilizzo di Ems

Anita, l’Associazione aderente a Confindustria che riunisce le imprese di autotrasporto merci e logistica, chiede al governo di sostenere, nel negoziato europeo in corso, la promozione e l’utilizzo degli Ems, soluzioni innovative di trasporto ad alta capacità realizzabili con complessi veicolari su strada che possono raggiungere fino ai 25,25 mt di lunghezza e fino alle 60 tonnellate di peso. “Non c’è alcuna dicotomia tra Ems e sicurezza delle infrastrutture e degli utenti della strada – precisa il presidente Anita Riccardo Morelli – ora che è ripreso il negoziato europeo sulla modifica della direttiva Ue su pesi e dimensioni dei veicoli pesanti. Gli esiti delle sperimentazioni sugli Ems, condotte negli anni da numerosi Stati membri, ci dicono esattamente il contrario: questi complessi veicolari contribuiscono alla riduzione dell’impatto sull’infrastruttura stradale. Pur essendo più pesante, l’Ems assicura un carico per asse inferiore e un minore consumo di strada e non rappresentano un pericolo per i cittadini”. Ne è consapevole la Commissione europea, che ha introdotto gli Ems nel testo base della direttiva, con una apertura significativa della loro circolazione transfrontaliera a determinate condizioni, proprio avendone riconosciuto le potenzialità per migliorare l’efficienza economica ed energetica delle operazioni di trasporto e con l’obiettivo di aumentare la capacità di carico dei mezzi pesanti, riducendo al contempo il numero dei veicoli in transito e la congestione del traffico, dunque con un effetto positivo sulla sicurezza stradale, e l’impronta carbonica del trasporto stradale delle merci così da accelerarne la decarbonizzazione, spiega l’associazione. Anita auspica quindi che “sia aperto al più presto un tavolo di confronto” per individuare una rete idonea alla circolazione degli Ems, dal momento che gli stessi – così come avviene nei Paesi dove da tempo circolano già in regime ordinario – dovranno percorrere corridoi specifici.

Semiconduttori, Tsmc annuncia aumento degli utili del 39,1% nel terzo trimestre

Il gigante taiwanese dei semiconduttori TSMC ha annunciato giovedì un aumento dei profitti del 39,1% nel terzo trimestre rispetto all’anno precedente, superiore alle previsioni e sostenuto dalla forte domanda di chip utilizzati sia dall’intelligenza artificiale (IA) che dalla telefonia mobile. Taiwan Semiconductor Manufacturing Company, che annovera tra i suoi clienti colossi come Apple (iPhone) e Nvidia, ha registrato un utile netto di 452,3 miliardi di nuovi dollari taiwanesi (12,7 miliardi di euro) nel terzo trimestre. Questo risultato supera le previsioni di un panel di analisti costituito da Bloomberg News (11,4 miliardi di euro). Il fatturato è aumentato di circa il 30%, anch’esso a un livello superiore alle previsioni. La pubblicazione di questi risultati arriva dopo una ripresa delle tensioni commerciali tra Pechino e Washington. I semiconduttori e i chip elettronici prodotti da TSMC sono utilizzati in un’ampia gamma di prodotti militari o di consumo, dai missili agli smartphone.

Idrico, Dal Fabbro: “Le gare un autogol per il Paese. Guardare al modello francese e ai PPP”

“L’acqua è una risorsa di importanza strategica per il Paese: dopo la Francia e la Norvegia, l’Italia è il terzo produttore di energia da fonti idriche in Europa. Per questo motivo, è necessario salvaguardare questo patrimonio secondo tre coordinate cardine: sicurezza energetica, competitività e sostenibilità. In quest’ottica, mettere a gara un bene così prezioso per l’interesse nazionale sarebbe un errore. Fondamentale dunque guardare a strade alternative, come l’esperienza francese o a strumenti efficaci come i PPP, affidandosi ai soggetti che da decenni dimostrano competenza ed affidabilità nella gestione dell’idroelettrico: le multiutility. Su questo il governo sta lavorando bene e siamo fiduciosi che si possa trovare una soluzione equilibrata per il bene del Paese” – ha dichiarato Luca Dal Fabbro, Presidente del Gruppo Iren intervenendo al Green & Net zero talk di RCS. Leggi qui l’articolo di Diario Diac che spiega perché l’opzione francese non è replicabile

Gozzi (Federacciai): “Stop Ets su generazione termoelettrice”

«Ha perfettamente ragione il ministro Pichetto Fratin: non ha più senso applicare l’Emission Trading System alla generazione termoelettrica. Le ragioni sono evidenti. L’ETS, avviato nel 2003, ha già raggiunto il suo obiettivo originario: penalizzare l’uso delle fonti fossili per stimolare lo sviluppo delle rinnovabili. Oggi, però, le tecnologie green hanno raggiunto una piena maturità e presentano economics assolutamente competitivi, in molti casi migliori, rispetto ai turbogas. Dobbiamo riconoscere con chiarezza che la crescita ulteriore delle rinnovabili è frenata non più dai costi, ma da problemi di accettabilità territoriale e di sicurezza del sistema, che deve poter funzionare 24 ore su 24, con o senza sole e vento. È dunque arrivato il momento di ripensare il senso stesso di mantenere in vita questo meccanismo. In ogni caso, è certo che non ha più alcuna logica continuare ad applicarlo ai turbogas, che restano indispensabili per garantire l’equilibrio e la sopravvivenza del sistema energetico nazionale. Una posizione, questa, che è stata peraltro condivisa anche dall’ingegner Ricci di ARERA, che ha evidenziato come l’attuale configurazione dell’ETS si traduca in un costo improprio a carico della generazione termoelettrica e, di conseguenza, dei consumatori finali. Oggi l’ETS è diventato solo un onere aggiuntivo che grava su imprese e famiglie, contribuendo a rendere la nostra bolletta elettrica la più cara d’Europa. Eliminare questo peso, pari a circa 25 euro per megawattora, significherebbe ridurre in modo significativo il prezzo dell’energia e restituire competitività all’industria italiana.»

Reti, Dal Fabbro (Iren): “A dicembre con Utilitalia il primo summit a porte chiuse per parlare dei rischi cyber”
“Le nostre reti, vengono mosse da plc, da attuatori firmware e hardware estremamente vulnerabili, quando si parla di security bisogna parlare dell’aspetto fisico su cavi e tubi e quello cibernetico, perché in questa fase di guerra ibrida le reti energetiche e idriche vanno protette e come Utilitalia lanceremo il primo summit a porte chiuse a dicembre per parlare di questo tema e identificare le criticità e le strategie di mediation del rischio. Occorre seguire con le nostre istituzioni di difesa procedura e prassi per sviluppare competenze capaci di rendere l’Italia più resiliente”. Lo ha detto Luca Dal Fabbro, ad di Iren, ma anche presidente di Utilitalia e vicepresidente di Elettricità Futura, nel corso dell’evento di RCS Academy “Green & Net Zero Talk: l’energia interconnessa”.

Arera, audizione saltata: “nessun elemento da fornire”

Nelle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive della Camera è saltata l’audizione del Collegio di Arera sul dl recante “misure urgenti per assicurare la continuità delle funzioni” dell’Autorità stessa, inizialmente prevista per l’altroieri, 15 ottobre, alle 14.
In una lettera inviata alla X, l’Autorità ha ringraziato “per il cortese invito a partecipare all’audizione”, sottolineando tuttavia che, in considerazione del fatto che questa avrebbe riguardato “strettamente” il testo del dl che si limita di fatto a prorogare la durata del suo Collegio, “ritiene di non poter fornire alcun utile elemento al riguardo”. Nella lettera, Arera assicura al contempo che “è cura dell’Autorità garantire il corretto espletamento del mandato istituzionale che, in linea con la previsione di cui al provvedimento in questione, viene svolto ‘limitandosi ad adottare i provvedimenti di ordinaria amministrazione e quelli indifferibili e urgenti’, dandone peraltro evidenza nella parte motiva delle specifiche deliberazioni”.

Terna avvia l’iter per il riassetto elettrico a Ferrara

A seguito dell’avvio, da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, dell’iter autorizzativo per il riassetto della rete elettrica della città di Ferrara, Terna pubblica l’avviso con l’elenco delle particelle delle aree potenzialmente interessate dall’intervento. L’opera, per la quale la Società guidata da Giuseppina Di Foggia investirà circa 70 milioni di euro, è finalizzata a rendere più sicuro e resiliente il sistema elettrico locale, garantendo una maggiore capacità di trasporto dell’energia verso l’area urbana e favorendo il pieno sfruttamento della produzione da fonti rinnovabili presente nel territorio. Tra i principali interventi del riassetto rientrano la realizzazione di un nuovo collegamento in cavo interrato a 132 kV, per circa 3 chilometri, nell’area a sud della città, e l’interramento di due linee aeree a 132 kV in uscita dalla Stazione Elettrica di Focomorto, per una lunghezza complessiva di oltre 9 km. A questi si aggiunge l’ampliamento della Stazione Elettrica di Ferrara Nord, con la realizzazione di una nuova sezione 132kV, alla quale si collegheranno le linee esistenti. I cittadini, e in particolare i proprietari delle particelle interessate dall’intervento, potranno consultare la documentazione progettuale presso gli uffici del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Comune di Ferrara. La documentazione sarà inoltre disponibile online, tramite il link pubblicato sugli albi comunali e sul sito della Regione Emilia-Romagna. Eventuali osservazioni scritte potranno essere presentate entro 30 giorni dalla pubblicazione, al Ministero e, per conoscenza, a Terna.

Materie prime critiche: Mimit, Mase e Confindustria in campo per supportare i progetti delle imprese italiane

Informare le imprese italiane sulle potenzialità e le opportunità della nuova call della Commissione europea in materia di progetti strategici nell’ambito del Regolamento UE sulle Materie Prime Critiche: questo l’obiettivo dell’incontro a Palazzo Piacentini promosso dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, sen. Adolfo Urso, e dal Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin, in collaborazione con Confindustria, per l’occasione rappresentata dal Delegato all’Aerospazio Giorgio Marsiaj.
“L’attuale contesto geopolitico richiede all’Europa di sviluppare nuove capacità di estrazione, raffinazione e riciclo delle materie prime critiche, per sostenere la doppia transizione verde e digitale e rafforzare la competitività e la resilienza del suo tessuto industriale: abbiamo il dovere, l’urgenza e la necessità di contribuire all’autonomia strategica del nostro continente”, ha sottolineato il ministro Urso. “Il Mimit è in campo per supportare le imprese affinché presentino, in questo secondo bando, progetti significativi nel nostro Paese”, ha concluso.
“Le materie prime critiche sono una delle chiavi per lo sviluppo tecnologico e sostenibile del futuro. Per questo il nostro impegno deve essere massimo. Questa seconda call è un’opportunità per definire meglio le direttrici di lavoro, valorizzando il sistema produttivo italiano fatto di PMI”, ha dichiarato Pichetto Fratin. “Dobbiamo sviluppare consapevolezza e mobilitare la filiera domestica, rendendola sempre più integrata e connessa. Il quadro geopolitico attuale ci deve portare all’azione: abbiamo bisogno del supporto delle nostre aziende e dell’innovazione che l’Italia può fornire in questo settore”, ha concluso.
“L’approvvigionamento sicuro e stabile delle materie prima critiche è un tema strategico per la competitività e la sicurezza industriale nazionale ed europea. L’Italia, grazie alle sue eccellenze manifatturiere e alla collaborazione tra istituzioni, ricerca e imprese, può diventare un hub nel Mediterraneo per garantire la sicurezza delle catene di fornitura. Confindustria sosterrà pienamente i ministeri competenti in questa sfida”, ha dichiarato Marsiaj. La nuova call UE per i progetti strategici sulle materie prime critiche – che resterà aperta fino al prossimo 15 gennaio 2026 – rappresenta in questo contesto uno strumento chiave per dare attuazione al Critical Raw Materials Act, il regolamento europeo che punta a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la sostenibilità delle materie prime indispensabili per la transizione verde e digitale: dalla mobilità elettrica alle tecnologie rinnovabili, dai semiconduttori alle batterie.
Attraverso il riconoscimento di “progetti strategici” – iniziative industriali e tecnologiche considerate prioritarie a livello europeo – l’Unione europea punta a stimolare nuovi investimenti in estrazione, raffinazione, riciclo e sostituzione di materie prime strategiche, promuovendo la nascita di poli produttivi integrati e innovativi.
La prima call della Commissione, conclusa ad agosto 2024, ha portato al riconoscimento di quattro proposte italiane nel settore del riciclo, confermando il ruolo di avanguardia dell’industria nazionale grazie alla solidità delle filiere manifatturiere e alla capacità di innovazione tecnologica. Mimit, Mase e Confindustria accompagneranno le imprese in questa nuova fase del bando, supportando e favorendo la condivisione delle esperienze maturate, con l’obiettivo di valorizzare le competenze nazionali e consolidare la leadership industriale italiana nella nuova economia delle materie prime.

Monica Fantini eletta Presidente di CECOP

Monica Fantini è la nuova Presidente di CECOP, la Confederazione Europea delle Cooperative di Produzione, Lavoro e Servizi. L’elezione oggi a Bruxelles durante l’Assemblea Generale di CECOP. Con questa elezione, Monica Fantini diventa la prima donna alla guida di CECOP e assumerà anche il ruolo di Vicepresidente di CICOPA, l’Organizzazione Internazionale delle Cooperative di Produzione, Lavoro e Servizi. Succede a Giuseppe Guerini, che ha ricoperto la Presidenza di CECOP dal 2016. Fantini è attualmente Presidente di Conscoop, un consorzio italiano di cooperative attive nel settore delle costruzioni e delle infrastrutture. Inoltre, ricopre il ruolo di Vicepresidente di Legacoop Produzione e Servizi ed è membro degli organi direttivi di Legacoop sia a livello territoriale che nazionale. Monica Fantini porta con sé una vasta esperienza nello sviluppo cooperativo e nella gestione di progetti internazionali. Ha trascorso dieci anni in Nord Africa guidando iniziative per la tutela ambientale e la salute pubblica. In Italia ha ricoperto ruoli di vertice all’interno di Legacoop ed è stata Direttrice Generale della sede regionale di Legacoop Romagna. Fantini è stata anche Vicepresidente di importanti fondazioni bancarie, impegnate nella promozione di iniziative di ricerca socio-culturale e sanitaria. Il suo impegno professionale e personale per il progresso sociale ed economico, in Italia e all’estero, le è valso il titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana. “Per me è un grande onore e una grande responsabilità essere nominata Presidente di CECOP. Dobbiamo lavorare insieme per avanzare proposte concrete che coniughino innovazione responsabile, competitività e sviluppo sociale, contribuendo all’autonomia strategica dell’Europa. L’epoca complessa che stiamo vivendo richiede un impegno straordinario da parte della nostra rete. In tutta Europa c’è un bisogno senza precedenti di cooperative, alla luce dei valori socio-economici che esse rappresentano, e il prossimo MFF (Quadro Finanziario Pluriennale) dovrà tenerne conto” — ha dichiarato Fantini dopo la sua elezione. “L’elezione di Monica Fantini alla Presidenza di CECOP è per noi motivo di grande orgoglio e rappresenta un importante riconoscimento per il ruolo e l’autorevolezza della cooperazione italiana di Legacoop in Europa, confermando il contributo strategico del nostro movimento nella costruzione di un modello di sviluppo cooperativo a livello europeo. Una nomina che rafforza la rappresentanza di Legacoop Produzione e Servizi ai vertici della Confederazione. Dal 2021, infatti, Francesca Montalti, responsabile del settore industriale, ricopre la carica di Vicepresidente di CECOP. Siamo certi che l’esperienza, la visione strategica e la profonda conoscenza del movimento cooperativo di Monica Fantini daranno un contributo decisivo per rafforzare la voce delle cooperative di lavoro nel dibattito europeo e contribuire alla definizione delle politiche che plasmeranno il futuro dell’economia sociale in Europa” – hanno commentato il Presidente di Legacoop Produzione Gianmaria Balducci e il Direttore Andrea Laguardia. “Siamo davvero soddisfatti -dichiara Simone Gamberini, Presidente di Legacoop- per l’elezione di Monica Fantini alla Presidenza di CECOP: un risultato di grande valore, che testimonia e conferma l’apprezzamento, in ambito europeo, della qualità e della forza del movimento cooperativo italiano. La sua esperienza e la sua sensibilità verso i temi dello sviluppo sostenibile e della coesione sociale rappresentano una garanzia per un dialogo costruttivo con le istituzioni europee. In un momento in cui l’Europa è chiamata a ridefinire le proprie strategie economiche e sociali, la presenza di una voce cooperativa italiana ai vertici di CECOP è un segnale importante: rafforza la nostra capacità di incidere nei processi decisionali e di promuovere un modello di impresa fondato sulla partecipazione, sulla solidarietà e sull’innovazione responsabile”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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