CITTÀ NEL FUTURO/1

Casa, scossa di ‘Città nel futuro’. Albano: lavoriamo a un piano. Schlein: serve un fondo per gli affitti

Passare dalle parole ai fatti. Sulla casa Brancaccio intensifica il pressing: “Siamo certi che in legge di bilancio ci saranno risorse, leve finanziarie e riforme”. Albano, sottosegretario Mef (nella foto), non parla di risorse ma di piano sistemico. Affitti, Schlein chiede ben più dei 300 mln che “il governo ha deciso di non confermare”. Su adattamento e rigenerazione Rutelli dice: non aver paura della trasformazione.

09 Ott 2025 di Maria Cristina Carlini

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Casa, scossa di ‘Città nel futuro’. Albano: lavoriamo a un piano. Schlein: serve un fondo per gli affitti

LUCIA ALBANO, SOTTOSEGRETARIO AL MEF

“Siamo certi, soprattutto dopo l’annuncio della premier Meloni sul Piano Casa, che ci saranno risorse, leve finanziarie e riforme sul tema abitativo”: l’aspettativa è molto alta e non ci sono dubbi sulle priorità che il Governo deve scrivere in agenda passando all’azione già con la prossima legge di Bilancio e mettendo in campo un vero e proprio Pnrr per la casa. Va diritta al punto la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, nella seconda giornata della Conferenza ‘Città nel futuro 2030-2050′, dove il tema della casa catalizza la discussione e il confronto. Nella cittadella del Maxxi, sono arrivati in forze rappresentanti del Governo e dei partiti di maggioranza e dell’opposizione e si sono misurati sui grandi temi, anzi sulle grandi emergenze, casa, appunto, e adattamento climatico, al centro di questa tre giorni che, come ha detto il direttore Francesco Rutelli, è anche un momento di “ascolto”. Ecco, dunque, che una platea attenta ha ascoltato le parole del sottosegretario dell’Economia con delega al patrimonio immobiliare pubblico, Lucia Albano, che ha chiuso i lavori della mattinata. Non ha parlato di risorse quanto piuttosto della direzione di marcia intrapresa. “C’è la necessità di creare un sistema, un governo dell’abitare”, è l’obiettivo del Governo.  Ed è questo “il lavoro che stiamo facendo con la cabina di regia creata al ministero per la valorizzazione dell’immobiliare pubblico che costituisce una grandissima risorsa”, ha detto. Occorre trovare una soluzione al problema dell’affordable house  che è un tema di cui “si è accorta anche l’Europa” perchè l’urgenza è data dal fatto che si è ampliata la fascia di popolazione che soffre il problema della casa perchè ora affligge anche il ceto medio. “E’ chiaro che l’abitare non può essere un lusso ma un diritto”, ha sottolineato Albano. ”

Dal palco del Maxxi arriva, poi, l’affondo di Elly Schlein, segretaria del Pd. “L’emergenza abitativa è reale in questo Paese. Il Partito Democratico ha fatto alcune
proposte concrete reinserire il fondo per l’affitto e moltiplicarlo perché non bastavano neanche i 300 milioni che purtroppo questo governo ha deciso di non confermare. Occorre lavorare con un grande investimento sulle case popolari, perché anche le liste d’attesa sono troppo lunghe. Si può fare tanto con poco, a partire dalla manutenzione di quelle 100.000 case popolari che ci sono già e che sono sfitte perché hanno bisogno di manutenzione. In poco tempo se ne possono recuperare molte per dare una risposta a chi ha diritto alla casa e ancora non ce l’ha”. C’è poi il tema degli affiti brevi che va affrontato. “Serve una legge che regoli gli affitti brevi senza criminalizzare perché tanta parte al ceto medio che lo fa per arrotondare. Ma non possiamo nemmeno accettare quei fenomeni speculativi di chi di case in affitto breve ne dà 20 o 30 in una città e i prezzi degli affitti aumentano al punto da espellere studenti e studentesse anche residenti”.

Aprendo i lavori della giornata, Brancaccio, ancora una volta, ha tenuto a ribadire che “parlare di città non è solo un tema urbanistico ma riguarda tutta l’economia del Paese. Abbiamo una tensione abitativa fortissima su alcuni grandi centri urbani, dove c’è lavoro non c’è casa e viceversa. Ci sono intere aree del Paese che si stanno spopolando, una riduzione drastica di residenti nel Mezzogiorno e una concentrazione in alcune aree del Nord”.  Di qui la sollecitazione a pasare ai fatti.  Abbiamo accolto con grande favore l’annuncio di un Piano casa lanciato a fine agosto, ma bisogna ora passare alle azioni e ci auguriamo di trovare le prime risposte nella prossima legge di bilancio. C’è la questione giovani: servono studentati, servono residenze per gli anziani e case accessibili per la classe media, che in alcune realtà non ha nessuna possibilità di accedere a un alloggio, né in termini di locazione né di acquisto. E’ necessario quindi dare una risposta complessiva, di rigenerazione sociale, culturale, lavorativa, a un tema che non è solo italiano ma europeo. Per farlo occorre una governance chiara, riforme e fondi. In particolare dobbiamo riuscire a trovare strumenti innovativi per attrarre capitale privato perché i fondi pubblici non possono bastare”.

Sempre in apertura dei lavori della giornata, Rutelli ha messo in guardia del principale pericolo sulla strada, necessaria, della trasfomazione urbana, e cioè l’immobilismo che “non si concilia con la storia del Paese”. “Non dobbiamo avere paura della trasformazione”, ha detto. “Abbiamo inventato le città e l’Italia si è rinnovata costantemente. Occorre interpretare i processi in chiave trasformativa con progetti, programmazione e realizzazione”.

Sempre sul tema della rigenerazione urbana, va poi segnalato il monito del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio, secondo il quale non bisogna calare sall’alto una nuova legge nazionale  perché “rischia di generare confusione e di creare più danni che benefici. Per questo, sul DDL rigenerazione urbana non possiamo permetterci di confezionare un disegno organico, senza saperlo adattare al contesto in cui va inserito”, ha dichiarato nel suo intervento.
Marsilio ha chiarito che “le Regioni vedono con favore la ripresa di un’attività legislativa sul tema del governo del territorio, anche se oggi parliamo solo di rigenerazione. È altresì importante che su questa materia, sulla quale le Regioni legiferano da decenni, non ci sia un appiattimento delle diversità territoriali che, ad esempio, consentono di calibrare gli eventuali incentivi e di introdurre nuovi strumenti per la rigenerazione urbana, anche non previsti dalla legge statale”.
“Insomma – ha continuato – va garantita la sopravvivenza delle legislazioni regionali non solo perché lo prevede la Costituzione, ma anche da un punto di vista sostanziale: le leggi regionali sono spesso all’avanguardia e garantiscono la giusta flessibilità che è quella che consente a un amministratore del territorio di fare bene il suo lavoro. Perché ogni area, urbana o vasta, merita spesso interventi tagliati su misura, non certo abiti “seriali” confezionati da una disciplina generalista”. Una volta consolidato il quadro normativo, la partita si giocherà sul piano dei finanziamenti.  Su questo il presidente Marsilio ha rilanciato: “È chiaro che il ruolo forte delle Regioni nella programmazione dei fondi di Coesione potrà fare la differenza. Ecco perché è fondamentale che la Politica di Coesione europea rispetti l’attribuzione delle risorse su base regionale e quindi riaffermi il modello della governance multilivello”.

 

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