LA CONFERENZA AL MAXXI DAL 7 AL 9 OTTOBRE

Casa, clima, rigenerazione: la sfida della nuova visione d’insieme per le città nel futuro. Ruolo delle imprese

Emergenza abitativa e adattamento climatico: le grandi sfide al centro di Città nel futuro, conferenza organizzata da Ance con la direzione di Francesco Rutelli (in foto con la presidente Ance Federica Brancaccio). Tre giorni di dibattiti, analisi, panel con istituzioni, imprenditori, politici, esperti. La rigenerazione urbana con le proposte di Diario DIAC e progetti di Città in scena.

06 Ott 2025

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Casa, clima, rigenerazione: la sfida della nuova visione d’insieme per le città nel futuro. Ruolo delle imprese

Dall’emergenza abitativa ai servizi sociali,  dalle infrastrutture ai temi del dissesto idrogeologico e dell’adattamento climatico, dall’edilizia all’urbanistica e alla rigenerazione urbana: ‘tout se tient’ . Anzi, tutto deve tenersi insieme per parlare dell’oggi e, soprattutto, per prospettare e dare un futuro sostenibile  alle città. È la sfida, ambiziosa, che lancia  la Conferenza “Città nel futuro 2030-2050”,  che si svolgerà il 7, 8 e 9 ottobre al Maxxi di Roma, organizzata da Ance, con la direzione di Francesco Rutelli. Una maratona che ospiterà l’edizione 2025 “Città in scena”, il Festival della Rigenerazione Urbana, iniziativa dell’associazione Mecenate 90 e  Ance, e poi per il 9 ottobre il convegno di  Diac Diario sul tema “Rigenerazione Urbana, un nuovo inizio: la città sociale al centro”. 

Una scommessa ambiziosa, si è detto, come dimostra l’ampio e articolato programma nell’arco delle tre giornate che chiama a raccolta rappresentanti delle istituzioni italiane ed europee, forze politiche, imprese, professionisti. La conferenza entra subito nel vivo affrontando le grandi sfide dell’adattamento e dell’emergenza abitativa. Pochi ma eloquenti numeri danno la misura della portata di questi temi. La casa – l’affordable housimg – non è solo un’emergenza nazionale ma europea. I prezzi della casa nella Ue tra il 2015 e il 2023 sono aumentati del 48%.  Anche gli affitti sono diventati più onerosi: tra il 2010 e il 2022 sono cresciuti del +18%. In Italia poi circa un milione e mezzo di famiglie vive in situazione di disagio abitativo,  secondo i dati Federcasa. Nel nostro Paese, poi, solo il 3,8% delle famiglie vive in abitazioni di edilizia sociale pubblica, una quota nettamente inferiore rispetto a quella di molti Paesi europei. Altra emergenza è quella climatica: il 94% dei Comuni italiani a rischio frane, alluvioni ed erosioni costiere. Circa 30 mila km di vie d’acqua sono tombate e circa 1 milione di km di rete fognaria per gestire le acque reflue urbane. Di fronte a queste urgenze il messaggio che arriverà dalla ‘cittadella’ del Maxxi sarà quello di agire subito, di mettere in campo soluzioni che vadano al di là di provvedimenti ‘spot’ e parziali con risorse che si disperdono in mille rivoli. Insomma, è ora il tempo di agire e, soprattutto, di agire bene  creando le condizioni con un quadro normativo organico e un piano di investimenti all’altezza.

Federica Brancaccio e Francesco Rutelli

Attraverso panel e dibattiti, la Conferenza sarà un laboratorio di proposte con “Idee per la città” e “Visioni di città”. Città che, come si è detto, devono trasformarsi per non subire il cambiamento climatico. A questo è dedicata la tavola rotonda “Dalla città indifesa alla città spugna. Nuove infrastrutture per l’adattamento climatico e la sicurezza sismica”.  Nella giornata conclusiva, domina la rigenerazione urbana come nuovo inizio che abbia la città sociale al centro. Un punto focale, questo, per riportare  il significato di rigenerazione urbana alla sua giusta accezione. Diac presenterà le sue proposte su “questione abitativa, progetto corale, rigenerazione umana”.  Ma per un nuovo inizio, al centro della riflessione e del dibattito ci sarà quella che è la mission dei diversi soggetti e gli strumenti da mettere in campo che richiederà un “pubblico consapevole “ e “un privato al servizio della città”.

Dopo  le diverse tappe dei mesi scorsi – a Firenze, Alghero, Latina- approda al Maxxi ‘Città in Scena’.La città attrattiva e il ruolo della pianificazione urbana, le nuove intelligenze per nuovi spazi e dove la tecnologia si mette al servizio della rigenerazione sociale della città sono alcuni dei focus in programma. Sarà presentata la preview del rapporto Città rigenerativi a cura di Ifel e Mecenate 90. Nel format classico di “Città con scena”  ci sono soprattutto i racconti – tanti  da Nord a Sud – dove i protagonisti sono città grandi e medie e piccoli centri.  Città, quartieri, edifici che rivivono grazie a progetti che ricuciono ferite incancrenite e lacerazioni  profonde nel tessuto urbano  e aprono nuovi spazi riconnettendosi con le  comunità e i cittadini. Lo sguardo si appunta poi sul cantiere Roma, le sfide di una capitale, che dopo le opere e grandi progetti del Giubileo, deve ripartire dalla casa e dalle periferie.

La cifra di queste tre giornate è sicuramente quella della complessità da scandagliare in tutti suoi aspetti mantenendo sempre una visione d’insieme. La sfida quella di arrivare a un quadro proposte condivise, come alcuni dei principali attori dell’evento spiegano a Diac Diario.

 

Brancaccio: “Per  la prima volta una visione interdisciplinare e un nuovo approccio per affrontare il tema delle città ”

A sottolineare la portata innovativa di “Città nel futuro 2030-2050” è la presidente di Ance, Federica Brancaccio, e la novità sta  proprio in quella visione organica e interdisciplinare con la quale per la prima volta si affronta il tema della città. “ “Città nel futuro 2030–2050” nasce, grazie alla direzione di Francesco Rutelli,   proprio dalla volontà di mettere un po’ a sistema tutta una serie di temi che Ance porta avanti da tanto. Il tema del dissesto idrogeologico, dell’ambiente, dell’adattamento climatico sono questioni che già tre presidenze fa Ance portava all’attenzione. Tutto questo si inserisce in quello che è il grande attrattore del secolo: le città. “Città nel futuro” significa che non andiamo lì a parlare solo di città in senso stretto, ma affrontiamo tutto ciò che le città oggi sono e lo saranno sempre di più: il centro di uno sviluppo che deve essere sociale, culturale ed economico. Ma sviluppo significa anche servizi, infrastrutture, nuove tecnologie. Per questo, serve un laboratorio per un nuovo approccio, una nuova visione”.

“Perché ci siamo arrivati adesso, finalmente? Perché  – spiega Brancaccio – ci siamo resi conto che il tema delle città, delle infrastrutture, dei servizi, del dissesto idrogeologico — chiamiamolo cambiamento climatico, adattamento climatico, ognuno lo definisce a modo suo — e il grande tema dell’emergenza abitativa, erano tutti temi di cui si cominciava finalmente a parlare, ma in modo frammentato  C’era il convegno dei climatologi, poi quello degli urbanisti sulla città, poi magari il convegno politico sull’emergenza casa. Ma l’approccio era troppo settoriale”.  Ecco, dunque, che matura la svolta, quella di un “approccio multidisciplinare per poter concepire soluzioni per il futuro. “Città nel futuro 2030–2050” non va confusa, ad esempio, con una tre giorni sull’urbanistica. Ma vuol essere l’occasione per mettere in fila tutti i tasselli analizzando criticità,  opportunità e soluzioni per le nostre città e per il nostro futuro, pensando soprattutto ai giovani”.

“Dentro  “Città nel futuro” abbiamo inserito anche “Città in scena”, un progetto che portiamo avanti da tre anni. È stata — e continuerà a essere — una fantastica esperienza di viaggio nei territori, nelle nostre città medie. Ci  siamo confrontati con tantissimi sindaci, con interventi piccoli e grandi di riqualificazione e rigenerazione urbana. Abbiamo toccato con mano la vivacità di alcuni centri, anche piccoli e medi. Abbiamo voluto includere “Città in scena” anche nel futuro perché dà voce ai territori, ai sindaci — che tra l’altro hanno dimostrato grande capacità reattiva con il PNRR. La Conferenza – tiene poi a puntualizzare Brancaccio – non vuole essere solo una vetrina ma il racconto di progetti, di buone pratiche da mettere in atto. Tutte queste realtà insieme possono davvero costruire la città del futuro” .

Ma quale sarà l’approdo di questa tre giorni al Maxxi? “L’idea è quella di arrivare a una manifesto condiviso, una base su cui costruire tutto ciò che serve per arrivare alla messa in pratica di alcune cose. Ci rendiamo conto che prevalgono ancora i particolarismi ma l’impegno di Ance è quello di porsi come soggetto aggregatore”, dove le imprese si assumono la responsabilità di protagoniste del cambiamento e della transizione verso città più resilienti, inclusive e sostenibili. Ma “non possiamo più stare fermi”, avverte Brancaccio. E suona forte il richiamo al governo e alla politica: “sulla città abbiamo bisogno di un nuovo quadro di regole e strumenti per favorirne la  rigenerazione e la trasformazione”.

 

Rutelli: “E’ tempo di agire contro l’immobilismo che blocca la trasformazione delle città”

Occorre muoversi, occorre dare una scossa, all’insegna di ampie convergenze, a quell’immobilismo che blocca la trasformazione di territori e città.  Incalza Francesco Rutelli, autore del libro “Città vince, città perde”, imperniato sul concetto che una città che non si trasforma non rimane com’era ma declina. Ora, “la conferenza nasce da una riflessione sulla necessità di portare il tema delle trasformazioni e della rigenerazione urbana all’interno del dibattito pubblico, come una delle grandi opportunità, ma anche una delle grandi necessità per l’Italia. Tanto più in un momento storico in cui la geopolitica — o meglio, come si dice oggi, la “geo-economia” — sembra spingere i Paesi verso un minor livello di collaborazione internazionale. Questo significa che ogni Paese dovrà sempre più interrogarsi sulle proprie priorità, sulle cose che può effettivamente realizzare. Anche per questo motivo, abbiamo voluto associare al titolo “Città nel futuro” due date di riferimento: il 2030, che è praticamente domani e il 2050, una proiezione più lunga nel tempo, per capire quali saranno i grandi cambiamenti”.

“Per intenderci, un ventennio è un tempo breve; se ci fermiamo a riflettere su cosa è successo negli ultimi vent’anni, ad esempio, con l’avanzata della Cina, ci rendiamo conto che avremmo dovuto accorgercene prima. Credo che questa sia anche una responsabilità dell’Europa, non solo dei singoli Stati. Non abbiamo colto per tempo che, all’interno della globalizzazione “collaborativa”, esistevano delle aree legittimamente competitive. E proprio in quelle aree — prendiamo tre esempi: batterie, veicoli elettric, tecnologie digitali —
la Cina ha costruito una vera e propria egemonia. Nessuno, vent’anni fa, avrebbe pensato che oggi ci saremmo trovati a rincorrere. Ecco, quindi: oggi bisogna agire, e inquadrare le scelte in una prospettiva ampia, che — per quanto riguarda città e territori — coinvolga anche industrie, territori e istituzioni”.

Per Rutelli, “il punto  fondamentale è quello di contrastare l’immobilismo. Uno dei mali “congeniti” del nostro tempo è la tendenza alla contrapposizione — sia politica che simbolica — invece che alla collaborazione su temi centrali come la trasformazione urbana. La trasformazione dei territori è un tema che dovrebbe unire, e deve essere condiviso. Anche per questo sono contento del fatto che la conferenza avrà una partecipazione molto ampia, trasversale e rappresentativa: governo, istituzioni, forze politiche parlamentari, presidenti delle commissioni parlamentari e tanti altri interlocutori. Vogliamo creare uno spazio per ragionare su cosa convenga fare oggi in Italia. Una chiave che si apre anche a livello europeo, ma con una forte volontà di condividere propositi trasformativi, invece che restare bloccati in posizioni precostituite”.

“Penso ad esempio al tema dell’adattamento climatico che non può essere un tema divisivo e  l’obiettivo della conferenza è proprio quello di superare queste contrapposizioni, di costruire punti condivisi. L’adattamento climatico riguarda i cittadini, impatta sull’economia, richiede  investimenti intelligenti: investire oggi in prevenzione e adeguamento del territorio significa non dover spendere dieci volte tanto dopo un evento estremo. Questo dovrebbe essere un tema condivisibile da tutti, e io confido davvero che ci saranno convergenze molto ampie. Ed è una responsabilità che riguarda anche le imprese e tutta la filiera delle costruzioni. Pensiamo  al tema dell’acqua, che è parte sia dell’adattamento climatico, sia della trasformazione urbana. Abbiamo in Italia competenze straordinarie, ma anche ritardi enormi. Questo è un esempio perfetto di un settore in cui si può — e si deve — fare di più, subito”. “L’altro macro-tema della conferenza è quello della casa. Avremo un pacchetto di proposte molto articolato, e anche un’analisi preparata dal centro studi Ifel, che porteremo all’attenzione di tutti gli operatori. Ci sarà, insomma, una proposta concreta, strutturata, con numerose soluzioni sul tavolo. Credo che il momento sia favorevole per portare all’attenzione un ‘agenda con queste proposte. E ci sarà sicuramente anche un messaggio in tal senso: la necessità di prevedere investimenti, risorse, strumenti di attuazione. Questo sarà uno dei punti su cui insisteremo”, conclude Rutelli.

Pitteri: “A Città in scena progetti di rigenerazione urbana motori di rigenerazione sociale”

Si guarda al futuro ma c’è anche un presente che sul territorio vede il pullulare di progetti e di iniziative concrete di rigenerazione urbana, nonostante le difficoltà e gli scogli lungo la rotta. È questo, secondo il presidente di Mecenate 90, Daniele Pitteri, il contributo che porterà l’edizione 2025 di “Città in scena” a “ Città nel futuro”, il format  che dal 2023 porta in scena, appunto, attraverso una serie di tappe nel Paese progetti di rigenerazione urbana, realizzati o in via di realizzazione. “In queste tappe si organizza una giornata di approfondimento, si presentano i progetti, si raccolgono le esperienze. Poi, tutto questo lavoro sui territori converge nelle tre giornate romane, nel festival finale. Lì, c’è l’opportunità per tutti gli amministratori di confrontarsi non solo con i colleghi del proprio territorio, ma anche con quelli di altri contesti, in un dialogo più ampio e trasversale”. E il punto fondamentale è che “Noi individuiamo nei processi di rigenerazione urbana tutta una filiera: non solo quella progettuale-ideativa (urbanistica o architettonica), ma anche quella culturale e sociale. Perché questi progetti non sono solo urbanistici, ma hanno contenuti e finalità specifiche, di tipo sociale, culturale, ambientale. Questa è la vera differenza” .

“Quest’anno, poi, ANCE ha voluto sviluppare un ragionamento ancora più ampio, anche a livello internazionale, sui temi delle città e del loro futuro — assieme a Francesco Rutelli. Città nel Futuro e Città in scena si intersecano perfettamente anche perché la rigenerazione urbana è uno dei temi principali di questa tre giorni.  Certo, cambia la scala  del ragionamento: mentre ‘Città in scena’ lavora sul locale, sui progetti concreti, ‘Città nel futuro’ ragiona su visioni di lungo periodo e su scenari globali: come si sviluppano le città, quali sono le prospettive, come affrontare l’adattamento climatico, ecc. Ma il punto è che c’è un presente che già porta risultati e  che fa emergere grandi temi trasversali come le città inclusive e l’impatto sociale degli interventi di rigenerazione urbana, la tecnologia applicata alla rigenerazione sociale e urbana, le nuove intelligenze e i nuovi spazi”.

“Città in scena”, ricorda poi Pitteri, è diventata un modello che va oltreconfine. Il ministero degli Esteri ha chiesto a Mecenate 90 di organizzare una mostra dal titolo “La via italiana alla rigenerazione urbana” che viene  ospitata nelle sedi diplomatiche all’estero.  “Un pezzo di Made in Italy da promuovere all’estero. L’abbiamo già presentata a Bucarest, poi a Tirana, e ora la settimana prossima sarà a Rio de Janeiro”.

 

 

Maria Cristina Carlini

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