SALVA CASA
Inammissibili 57 emendamenti, ne restano 465. Fi: TUTELARE i diritti dei proprietari
IN SINTESI
Eccola, la prima scrematura agli oltre cinquecento emendamenti sul salva-casa (Dl 69/2024). Misura iconica di questi mesi del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini. Erano 522, in tutto, oltre a quelli annunciati alcune settimane fa dalla Lega e dal suo leader per far capire ancor di più quanto tiene a portare a casa questa riforma sull’edilizia privata. Ieri dalla primissima scrematura ne sono stati dichiarati inammissibili 64, oggi ne rientrano sette: quindi, 57 fuori e dentro 465.
Questo decreto, parole dello stesso vicepremier, rappresenta comunque il primo tassello di una riforma più ampia del testo unico. Dopo l’estate. Intanto, come annunciato proprio nella conferenza di cui abbiamo scritto sul Diario dei nuovi appalti, nel fascicolone depositato ieri che Diac ha visionato nella versione integrale, incluso l’allegato degli inammissibili, ci sono interventi per sbloccare la situazione di Milano e di altre città.
Le prime modifiche della Lega
Ripartendo dalle proposte del Carroccio presentate alla stampa a Montecitorio il 4 giugno scorso, si dava il via libera ai cosiddetti micro-appartamenti fino al minimo di 20mq per una persona e di 28mq per due persone. In secondo luogo, altezze dei soffitti dei locali abitabili deve scendere a 2,40m dai 2,70 attuali. E ancora, linea morbida anche per le tolleranze e i cambi di destinazione d’uso; regolarizzazione degli interventi ante 1977; verifica in loco dei lavori e limiti ai correttivi degli enti comunali e regionali.
Cosa propongono ora Fdi-Fi e il Carroccio
Nel mega blocco degli emendamenti finali, la Lega continua a premere il tasto sull’estensione delle tolleranze costruttive e la riduzione delle condizionalità comunali. In generale, ad esempio sul mutamento della destinazione d’uso (come emerge da un emendamento Fdi Rampelli-Milani), la maggioranza sembra voler provare a viaggiare in un’unica direzione, riducendo gli ostacoli normativi. Doppia conformità: una proposta forzista dice che “lo stato legittimo dell’immobile o dell’unità immobiliare è quello stabilito dal titolo abilitativo che ne ha previsto la costruzione o che ne ha legittimato la stessa, o da quello che ha disciplinato l’ultimo intervento edilizio che ha interessato l’immobile ovvero l’unità immobiliare, corredato dall’attestazione degli estremi del titolo abilitativo che ha disciplinato l’intervento o che lo ha legittimato, a cui non siano seguiti accertamenti di incongruenze del titolo stesso, o nel caso in cui siano stati accertati, regolarizzati o accolti da parte degli organi competenti, integrati con gli eventuali titoli successivi che hanno abilitato interventi parziali”. Da Fdi, invece, arriva la proposta di un Fondo di garanzia per la locazione di immobili abitativi: 50 milioni all’anno dal 2024 al 2026.
Le parole di Mazzetti e i prossimi passi del decreto
“Forza Italia è un interlocutore” nel comparto immobiliare, ha detto ieri la relatrice Erica Mazzetti. “Vogliamo costruire una nuova politica per la casa e per l’abitare. Finché ci saremo noi, non ci saranno divieti e ognuno potrà disporre dei propri beni; nel mentre, la politica lavorerà per creare una cornice affinché si possano ristrutturare gli immobili nel solco di una più ampia rigenerazione urbana, sociale ed economica”. Mazzetti ha quindi definito il salva-casa “un buon inizio” ma ha ribadito che “dobbiamo arrivare a un nuovo testo unico delle costruzioni, con principi di basi solide nazionali e stabili, come stiamo portando avanti con l’Intergruppo parlamentare Progetto Italia”. In linea generale, quindi, via libera alla semplificazione. Che dovrà farsi anche in termini di digitalizzazione.
I prossimi passi del decreto, da oggi: nuove scremature, i pareri del governo. Il 15 luglio, poi, l’esame in Aula.