RIGENERAZIONE URBANA

Con il Centro di fotografia riparte l’ex Mattatoio di Testaccio a Roma. Ma per completare i 15 cantieri in corso servono altri due anni

28 Set 2025 di Nicola Pini

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Con il Centro di fotografia riparte l’ex Mattatoio di Testaccio a Roma. Ma per completare i 15 cantieri in corso servono altri due anni

Uno dei cantieri all'ex Mattatoio di Testaccio a Roma

A mezzo secolo dalla chiusura avvenuta nel 1975 per l’ex mattatoio di Roma, nel quartiere Testaccio, si avvicina finalmente il completamento della riqualificazione, uno dei maggiori progetti di rigenerazione urbana in corso nella capitale.

L’area, oltre 10 ettari a ridosso del centro storico capitolino, ospita attualmente 15 differenti cantieri e ci vorranno ancora un paio di anni per terminare il recupero edilizio e rivitalizzare gli antichi padiglioni dove per oltre ottant’anni era stata macellata la carne per i romani e che poi, per troppo tempo, sono rimasti abbandonati o affidati a iniziative episodiche.

L’obiettivo è la definitiva messa in opera di quella Città delle Arti da tempo nel mirino delle amministrazioni romane. In questo percorso la prima data da segnare sul calendario è vicina. Il 18 dicembre è prevista l’inaugurazione del nuovo Centro per la fotografia di Roma Capitale con una mostra in collaborazione con la Maison de la photographie di Parigi. L’annuncio è arrivato pochi giorni fa nel corso dell’appuntamento di Città in scena organizzato a Latina dall’Ance e dall’Associazione Mecenate 90 di Ledo Prato. Sul rispetto dei tempi il condizionale resta d’obbligo perché i lavori sono in ritardo di oltre un anno rispetto alla tabella di marcia iniziale e il cantiere è ancora in piena attività. Ma Umberto Marroni, delegato del sindaco di Roma per la valorizzazione dell’ex mattatoio, è fiducioso di centrare il bersaglio prima di Natale.

L’apertura del nuovo centro fotografico è il primo step del rilancio funzionale del grande complesso a cavallo tra il lungotevere Testaccio e il Monte dei Cocci dove già da qualche anno hanno trovato posto aule e servizi della Facoltà di Architettura dell’Università di Roma 3, tre sale espositive del Macro Testaccio, mentre il grande spazio aperto di Campo Boario ospita eventi e mercatini della Città dell’altra economia. Presenze che seppur parzialmente, hanno tenuto in vita l’ex cittadella delle carni .“All’inizio di questa consiliatura l’ex mattatoio era stato riqualificato per il 30%, alla fine con i cantieri già operativi o finanziati arriveremo al 90%”, spiega Marroni, “un’operazione di rigenerazione urbana che renderà questa area il più grande polo culturale del Paese e uno dei più grandi d’Europa”.

Il complesso è contornato da mura e composto da una serie di padiglioni rettangolari in mattoni con tetto a doppia falda progettati dall’Architetto Gioacchino Ersoch, che ne seguì anche la realizzazione tra l’88 e il 91 dell’Ottocento. Si tratta di uno dei più grandi esempi di archeologia industriale di Roma e la ristrutturazione, oltre a rispettarne i volumi e l’esteriorità, punta a salvaguardare ove possibile anche le strutture originarie come le colonne e le travi in ghisa e i binari metallici aerei che servivano al ciclo della macellazione.

Quella dell’ex mattatoio è una storia di occasioni mancate. Tra l’inerzia amministrativa e la mancanza di fondi per circa 25 anni dopo la chiusura è rimasto in stato di sostanziale abbandono. Ma anche dopo il 2000, quando arrivò la delibera comunale per una complessiva riqualificazione, la trasformazione è andata avanti a singhiozzo, interessando appunto circa un terzo del costruito mentre le aree poco presidiate restavano oggetto di presenza abusive e di degrado ambientale e sociale. Soltanto di recente, tra l’altro, l’area è stata resa transitabile da pedoni e biciclette, mettendo fine a una lunga cesura nel tessuto urbano capitolino.

L’accelerazione è arrivata con l’ultima consiliatura comunale, che ha potuto contare da un lato sui fondi del Pnrr e dall’altro sulla disponibilità dell’Università Roma 3 a farsi carico del recupero di nuovi spazi per le proprie attività in cambio di un affidamento per ora ventennale. Attualmente si sta intervenendo su una decina di padiglioni, sulle porte e su parti della struttura esterna.

La facoltà di Architettura sta riqualificando sei padiglioni. Oltre a quelli per le attività accademiche, uno ospiterà un laboratorio sui materiali con dotazioni di eccellenza e un altro la biblioteca del Dipartimento universitario. Le parti di competenza comunale prevedono oltre al Centro della fotografia, un padiglione eventi che potrà ospitare fino a 1000 posti, e quello per gli uffici della neonata Fondazione Testaccio, che dovrà gestire l’area. Prevista anche una nuova sala espositiva che andrà ad aggiungersi a quelle già in funzione del Macro Testaccio. Infine l’Accademia di Belle Arti sta realizzando qui la sua nuova e più ampia seconda sede.

In corso di ristrutturazione sono poi l’entrata principale di largo Giustignani e quella di Largo Frisullo, dove è in corso di realizzazione un parcheggio con circa 100 posti auto. Mentre con un finanziamento della Fondazione per Roma si attende a breve l’inizio dei lavori per una nuova ciclabile di collegamento, attraverso Ponte Testaccio, con la pista ciclopedonale sul Tevere. Tra le imprese coinvolte figurano SAC, ICI, Italiana Costruzioni, IAB e SARFO.

Il nuovo mattatoio avrà una nuova governance unitaria. Il 17 luglio scorso il Consiglio comunale ha dato il via libera appunto all’istituzione della Fondazione Mattatoio, che sarà nominata a breve (avrà 5 membri con il presidente indicato dal sindaco di Roma e il vicepresidente dall’università Roma 3) e alla quale è demandato il compito di gestire l’intera area, che oggi invece, ha fatto notare Marroni, si presenta invece “come uno spezzatino”. i.

Gli investimenti sono quasi interamente pubblici e superano nel complesso i 100 milioni di euro tra quelli già in attuazione (oltre 80) e quelli con programmazione già definita (sette interventi per 20 milioni) che saranno messi in cantiere nei prossimi mesi. L’apporto finanziario più rilevante è quello dell’Università Roma 3 con 50 milioni di euro. Il Comune di Roma partecipa con 20 milioni ricevuti dal Pnrr, 8,5 di fondi propri già impegnati e altri 20 in milioni programmati. 5 milioni provengono dall’Accademia Belle arti, 2,5 dallo sponsor tecnico Urban Vision e dalla Fondazione Roma. Dopo l’apertura imminente del Centro per la fotografia, la tempistica Pnrr impone la conclusione entro il prossimo giugno dei lavori per lo spazio eventi, le porte di accesso e le facciate, mentre tra il 2026 e il 2027 saranno aperti in sequenza i nuovi spazi universitari. La nuova sede dell’Accademia è già in fase di collaudo.

Per quanto il cantiere ex mattatoio sia stato oggi in pieno movimento la definizione del nuovo complesso non è ancora del tutto compiuta. Da un lato, anche a valle degli interventi in corso, resterà una parte residuale dell’area ancora non ristrutturata e rivitalizzata. Dall’altro andranno sciolti gli interrogativi rispetto al mantenimento di alcune realtà consolidate oggi presenti nella struttura: la Scuola popolare di musica di Testaccio, il centro anziani, il centro culturale curdo Ararat e il centro sociale Villaggio globale. “Le attività culturali hanno una piena compatibilità con la mission della struttura, anche se bisognerà trovare il modo di integrarle nella gestione e vedere eventualmente l’allocazione degli spazi”, spiega Marroni. Per ora comunque tutte le realtà presenti, non interessate dai lavori, resteranno.

Dal punto vista dell’impatto sociale ed economico della nuova struttura una volta a regime non ci sono analisi specifiche recenti, ammette l’esponente dell’amministrazione capitolina. La Fondazione avrà una dotazione finanziaria di 1,2 milioni di euro il primo anno per poi salire attorno ai 2 milioni annui. All’apertura dei nuovi spazi culturali si accompagnerà quella di due attività di ristorazione da assegnare con una gara, oltre a una terza già presente. L’area, assicura Marroni, sarà aperta, accessibile e integrata nel tessuto urbano ma affidata a un servizio di vigilanza per ragioni di sicurezza e chiusa la notte. “Abbiamo cercato di trovare il massimo della connettività possibile con i quartieri limitrofi, privilegiando le mobilità di spostamento non in automobile”, aggiunge il delegato del sindaco. Tuttavia verrà aperto un nuovo accesso carrabile all’area da viale del Campo Boario, oggi solo pedonale, per raggiungere il nuovo parcheggio di largo Frisullo.

Da precisare anche il destino della poco presentabile porzione di lungotevere che fa da confine al complesso. Spesso luogo di presenze abusive oggi è anche un punto di smistamento dei rifiuti da parte dell’Ama. Attività quest’ultima che il sindaco Roberto Gualtieri si è impegnato a superare dopo la fine del Giubileo. L’idea è di valorizzare questo prezioso affaccio sul Tevere utilizzando i fondi regionali dedicati. Ma è un capitolo ancora tutto da scrivere.

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