PLACEMAKING WEEK EUROPE / 1

Reggio Emilia, con il placemaking obiettivo rinascita per cinque luoghi

La stazione, l’ex gasometro, via Roma-Parco Santa Maria, piazza della Vittoria, via Premuda sono le sfide locali che si aprono alla ricerca di idee concrete per trovare un nuovo volto. L’edizione 2025 della kermesse europea può stimolare il nuovo approccio di incontro dal basso e dall’alto tra pubblica amministrazione, residenti e terzo settore con l’obiettivo di trasformare la città. Oltre 650 gli stakeholder coinvolti con altrettanti progetti. Intervista all’assessore alla cura della città, Davide Prandi.

25 Set 2025 di Mauro Giansante (da R. Emilia)

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Reggiane, ma anche Officine meccaniche italiane, officine creative. Un luogo storico che sta progressivamente prendendo nuova vita. Oggi è un “parco innovazione” e non c’era miglior location, proprio per la corrente rigenerazione work in progress, per ospitare la settimana della Placemaking Europe, in chiusura oggi. Quattro giorni di plenarie, workshop, incontri informali e tanto intrattenimento per mettere sul tavolo una miriade di esperienze già divenute realtà con altre ancora ferme nella dimensione ideale ma già potenzialmente impattanti. Il tutto, da mattina a tarda sera, in un’area della città che ha attraversato vita e memorie dei reggiani sin dal 1904, anno di fondazione proprio delle officine meccaniche. Uno spazio di 26 ettari vicino alla prima ferrovia ma anche al centro storico, nel quartiere industriale di Santa Croce. Qui, dove si producevano materiali rotabili (carri merci, locomotive, carrozze) fino al 1918 quando si iniziò a realizzare aerei da caccia, dando lavoro a dodicimila persone nel 1942. Dopo la seconda Guerra Mondiale la produzione virò su impianti per zuccherifici impianti per zuccherifici, locomotive, gru portuali. Poi, la fine delle attività e l’abbandono dell’area nel 2008. Di qui, l’idea di rigenerare l’area.

“Per il 2025 – si legge nella nota comunale – Reggio Emilia è stata selezionata in quanto città che mette al centro delle sue politiche sfide come il rinnovamento urbano in un’ottica di sostenibilità, il coinvolgimento della comunità e l’impegno civico in una logica di prossimità, creando le condizioni affinché il cittadino sia protagonista nelle scelte che interessano la sua comunità”. Parlando in esclusiva a Diario Diac, l’assessore alla cura della città Davide Prandi racconta che “Reggio Emilia è membro del network interculturale delle città già da qualche anno, la nostra candidatura è nata sulla base del valore dei nostri progetti di rigenerazione basati fortemente sull’innovazione sociale”. Alla Polveriera, ad esempio, “c’è un progetto che ha valorizzato l’inclusione e le fragilità”. Situata nel quartiere Mirabello, l’area corrisponde alla porzione superstite della vecchia Piazza d’Armi di Reggio Emilia. La storia del luogo risale sino ai tempi delle guerre d’indipendenza, poi negli anni Cinquanta del secolo scorso cessarono le funzioni militari e dagli anni Novanta ad oggi il Comune ha via via avviato le operazioni di acquisizione. Il piano di valorizzazione prevede allora la rinascita dei vari spazi destinati a nuove attività, da quelle del mondo della bicicletta ad altre più di stampo didattico, commerciale. Senza escludere servizi di ristoro e igienici. “Il tema dell’educazione è particolarmente caratterizzante, si pensi ai Reggio approach”, spiega Prandi. L’approccio storico del comune reggiano che riguarda il mondo dei bambini e che risale alla seconda metà del XX° secolo su idea di Loris Malaguzzi, evolvendo nel tempo e accumulando tante iniziative di gestione dei contenuti formativi nelle scuole sulla base di creatività, solidarietà e diversità, laicità, qualità e internazionalità.

Sempre a proposito di Reggio approach, in una sessione di ieri pomeriggio lo studio d’architettura Four+ ha presentato City for children: cioè, idee di implementazione del metodo non solo nelle scuole ma in tutte le zone della città. Ne abbiamo parlato con l’architetta e ricercatrice urbana Bella Filatova, co-fondatrice di Four+. “Vediamo grandi potenzialità da questo metodo, stiamo portando avanti una collaborazione con il Comune di Reggio e l’architetto urbanista Andrea Boni”, spiega. “Sono cambiamenti sistemici che vogliamo mettere a terra concretamente, non a parole. E’ un approccio scalabile ed esportabile, ispirato al Reggio approach”. Nel mondo gli esempi ci sono già: a Mosca, con “Occhi sulla strada” per separare i flussi pedonali dai veicoli, piani terra attivi e strade ben illuminate. Incentivando i limiti di velocità delle auto. O il Laboratorio playground è uno spazio che prevede segnaletica colorata, disegni e giochi tattili per bambini, punti d’acqua toccabile. A Kazan, ci sono aree giochi all’aperto realizzate con materiale naturale come il legno. Ma i lavori di Four+ riguardano molto anche gli Stati Uniti, Israele, la Serbia.

“Qui a Reggiane si è conclusa una prima fase di rigenerazione. C’è ancora tanto hardware da fare perché l’area per trequarti è da sviluppare. Ma è il momento di pensare ai contenuti per connettere questo luogo sempre più con la città. Questo festival è l’occasione giusta – aggiunge Prandi al nostro giornale – per passare a una nuova crescita urbana che coinvolga i cittadini e che quindi riesca a rispettare l’identità dei luoghi”. Servono nuovi investimenti, ovviamente. “Prossimamente inizierà la rambla, la riqualificazione di via Adua, la vecchia palazzina M delle Reggiane alla stazione storica. Un progetto già finanziato e che partirà. Mentre per gli altri capannoni è ancora tutto in costruzione”. Poi l’annuncio: “Stiamo lavorando per attrarre un partner tecnologico in città. Reggio Emilia vuole guardare al futuro anche con la digitalizzazione”.

Venendo ai progetti di rigenerazione di Reggio Emilia, sono cinque quelli connessi ai quattro topic della Placemaking Week Europe 2025: il tema dei centri storici; gli spazi inclusivi di qualità; la mobilità a supporto delle reti di prossimità; la città media e la sfida di essere competitiva. C’è Piazza della Vittoria, dove l’obiettivo è farla vivere anche d’estate creando zone d’ombra. C’è poi la zona della stazione vecchia, “uno degli obiettivi del mandato di questa giunta, su cui ho molte aspettative” confessa Davide Prandi: qui l’obiettivo è creare uno spazio inclusivo e multiculturale, sfruttando strumenti come gli usi temporanei. Ancora, all’ex gasometro si punta a dare nuova vita a un parcheggio a tre piani in gran parte non utilizzato, divenuto luogo di degrado, e che però è situato in un quadrante strategico e centrale di Reggio Emilia. Gli ultimi due luoghi chiave connessi al festival sono via Premuda e via Roma-Parco Santa Maria. Nel primo caso, il progetto inserito nel piano europeo Proximities punta a connettere l’area residenziale periferica col centro città. “Qui il progetto vuole valorizzare le strade scolastiche”, dice Prandi. Mentre nel secondo punta a riscrivere i connotati della zona nel segno della multiculturalità. Ma c’è altro. Con Rfi, infatti, è in corso il progetto di riqualificazione di piazzale Marconi con lo scopo di rendere viale 4 novembre il boulevard di accesso alla città. dalla stazione Mediopadana al centro passando appunto per la vecchia stazione. A fine luglio, invece, la Regione ha annunciato il progetto di rigenerazione dell’area nord del centro storico: 2,5 milioni (1,25mln dalla Regione con il bando rigenerazione 2024 e 1,25mln dal Comune) per trasformare l’area dello Chalet Diana, il parcheggio Zucchi e il Parco del Popolo.

Mentre un caso già famoso da anni di placemaking sociale e culturale che vede attivi i cittadini è quello legato alla Fondazione Teatri, che organizza spettacoli itineranti in giro per la città allo scopo di far vivere il teatro a chiunque in maniera accessibile.

Adesso, Reggio Emilia prova a sfruttare il boost della Placemaking Week Europe. “Lavoriamo con la Regione Emilia-Romagna, puntiamo a diffondere l’approccio orizzontale e lo strumento dei riusi temporanei. Sebbene le scelte urbanistiche non possano essere delegate tout court“, conclude l’assessore Davide Prandi. Non nascondendo la “piacevole sorpresa” con cui l’amministrazione ha accolto la vittoria per Placemaking Week Europe 2025. La trasformazione reggiana può decollare.

 

 

 

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