La giornata

Manovra, Meloni: “Non puniamo le banche”. Giorgetti: imprese, su i salari

  • Meloni attacca la Flotilla: “irresponsabile cavalcare Gaza contro il Governo”
  • Ponte sullo Stretto, la Corte dei Conti chiede chiarimenti. Mit: daremo tutte le integrazioni
  • Federbeton: per la decarbonizzazione 5 miliardi di investimenti ma servono misure per salvaguardare la competitività delle imprese
  • Piano Casa, Scannapieco: “nostro modello di housing imitato anche all’estero”
  • Sud, Sbarra: “un nuovo Dipartimento riorganizziamo strutture e risorse”
  • Enel lancia un maxi bond da 4,5 miliardi di dollari, il più grande collocamento di un’utility europea

24 Set 2025

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“Non vogliamo punire nessuno ma cercare alleati per affrontare le priorità del Paese”. E’ il messaggio che la premier, Giorgia Meloni, invia da New York in Italia dove la questione del contributo chiesto alle banche nella prossima manovra – e puntualmente rilanciato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti  – è fonte di tensione. “Penso che si potrebbe avviare un confronto positivo col sistema bancario, come abbiamo fatto lo scorso anno”, ha detto Meloni. Ieri il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, nella lectio magistralis su “Etica ed economia” alla Link University a Roma,  ha affermato che “le banche non hanno rendite di posizione e vengono da anni difficilissimi”. E ha avvertito: “vi sono nuovi rischi di deterioramento del credito che necessitano di sempre prudenziali accantonamenti per il rafforzamento anche prospettico della solidità patrimoniale delle banche, premessa di economia solida”. Insomma, “la solidità delle banche non è mai troppa”. Giorgetti, impegnato a mettere a punto la cornice di numeri che sosterrà la legge di bilancio, è intervenuto ieri in Aula al Senato dove è stata votata all’unanimità viene votata all’unanimità la risoluzione unitaria di maggioranza e opposizione sui contenuti del Documento programmatico di finanza pubblica (Dpfp), che sostituirà la Nadef ed è atteso entro il 2 ottobre alle Camere. Dalle prime stime provvisorie contenute nel Dpfp emerge una crescita tendenziale pari a +0,5% per il 2025 e +0,7% nel 2026. Per quanto riguarda il deficit, l’ipotesi di scendere sotto il 3% già quest’anno trova conferma nel programma trimestrale di emissione del dipartimento del Tesoro del Mef: “Si prevede che il rapporto deficit/Pil si collocherà su valori prossimi al 3% già nel 2025, mentre, nei prossimi anni”, gli sforzi in atto “consentiranno di ridurre il rapporto costantemente al di sotto di tale soglia”. Il titolare del Mef che non è entrato nel merito dei contenuti Dpfp, ha replicato agli interventi dei senatori difendendo le scelte fatte in questi tre anni di governo. “Abbiamo deciso di navigare anziché con una imbarcazione a motore spinta dal superbonus, con una barca a remi”, è la metafora cui è ricorso Giorgetti: “si fa molta fatica, ma è green e tutti saranno contenti”. A chi richiama le sollecitazioni arrivate dal Fondo monetario internazionale, Giorgetti fa notare che il Fmi “non si misura col popolo e si può permettere di impartire ricette che non sempre hanno funzionato”. “E’ comunque un utile stimolo, anche perché è bello nella realtà superare in termini di crescita” le sue previsioni “sempre ultraprudenti”. Poi è arrivata la strigliata alle imprese: il governo ha dato risorse per il pubblico impiego, ma ora tocca alle imprese.  Le parti datoriali private facciano anch’esse la loro parte” aumentando gli stipendi. All’Europa invece Giorgetti ha rivolto l’invito a “considerare quello che si è sbagliato”, come la transizione green sull’automotive: “un disastro”. Le opposizioni, che hanno presentato un ordine del giorno con nove proposte di politica economica da inserire nella legge di bilancio, restano sulle loro posizioni. Per il Pd sulle tasse il governo ha tradito le promesse.

Meloni attacca la Flotilla: “irresponsabile cavalcare Gaza contro il Governo”

 

La condanna per gli attacchi alla Global Sumud Flotilla e’ “totale” anche se “trovo oggettivamente irresponsabile usare la sofferenza a Gaza per attaccare il governo”. Parole, quelle pronunciate dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni, a New York, che arrivano in una giornata di acceso confronto. In conferenza stampa, a margine dei lavori dell’80esima Assemblea Generale dell’Onu, Meloni assicura che “stiamo facendo le nostre indagini per avere certezze sulle responsabilita’”, mentre la fregata della Marina Militare inviata dal titolare della Difesa, Guido Crosetto, sta continuando a scortare la flotta “per l’incolumita’” e l’eventuale “assistenza delle persone che sono a bordo”, puntualizza. Dopo i chiarimenti e un forte “richiamo alla responsabilita’”, tuttavia, la premier non rinuncia a ribadire quello che pensa della missione: dei rischi che stanno correndo chi vi partecipa e del reale obiettivo dell’iniziativa. Con l’affondo finale, verso chi accusa di cavalcare in modo “irresponsabile” la tragedia in corso a Gaza. Infatti – puntualizza – “non c’e’ bisogno di rischiare la propria incolumita’, non c’e’ bisogno di infilarsi in un teatro di guerra per consegnare degli aiuti a Gaza, aiuti che le autorita’ preposte avrebbero potuto consegnare in poche ore e in sicurezza”. In particolare – dice – perche’ “si tratta di parlamentari della repubblica italiana che, ricordo, sono pagati per lavorare nelle istituzioni e non per costringere le istituzioni a lavorare per loro. Allora – insiste Meloni – se il tema e’ quello degli aiuti, abbiamo dato tutta la nostra disponibilita’ perche’ si potessero consegnare in sicurezza e il governo israeliano ha anche fatto una proposta: di consegnarli al porto Ashkelon. Ma la risposta pero’ e’ stata negativa”. Insomma, “non si puo’ rischiare l’incolumita’ delle persone per iniziative che sembrano prevalentemente mirate piu’ a mettere in difficolta’ il governo, che a consegnare gli aiuti”.

Ponte sullo Stretto, la Corte dei Conti chiede chiarimenti Mit: daremo tutte le integrazioni

La Corte dei Conti chiede chiarimenti sulla delibera del Cipess che il 6 agosto ha dato il definitivo via libera al Ponte sullo Stretto di Messina. I magistrati contabili hanno comunicato  a Palazzo Chigi un documento contenente osservazioni e rilievi relativi alla delibera. La richiesta al governo interrompe ora l’iter della registrazione in attesa delle risposte del governo, entro 20 giorni. Il Mit ha gia’ assicurato in una nota che saranno trasmesse le integrazioni richieste nei tempi previsti. La Corte dei Conti definisce il documento approvato dal Cipess ‘di rilevante efficacia costitutiva’ che pero’ si presenta ‘piu’ come una ricognizione delle attivita’ intestate ai diversi attori istituzionali del procedimento che come una ponderazione delle risultanze’. Nelle osservazioni trasmesse alla Presidenza del Consiglio i magistrati contabili sottolineano come ‘risulterebbe non compiutamente assolto l’onere di motivazione, difettando (…) una puntuale valutazione degli esiti istruttori’. Da qui la richiesta di ‘chiarimenti ed elementi informativi’ su una serie di passaggi. ‘Tutti i chiarimenti e le integrazioni chieste dalla Corte dei Conti fanno parte della fisiologica interlocuzione tra istituzioni e saranno fornite nei tempi previsti, a maggior ragione per un’opera cosi’ rilevante. Il Ponte sullo Stretto non e’ in discussione e gli uffici competenti sono gia’ al lavoro”, ha riferito il Mit.

Federbeton: per la decarbonizzazione 5 miliardi di investimenti ma servono misure per salvaguardare la competitività delle imprese

L’industria del cemento conferma gli sforzi per contribuire agli obiettivi europei di neutralità climatica al 2023 e al 2025. Un strategia imperniata su alcune principali leve che vanno dalla dalla sostituzione dei combustibili fossili tradizionali – con combustibili alternativi fra cui i CSS (Combustibili Solidi Secondari)– alla riduzione del rapporto clinker-cemento, per arrivare allo sviluppo di tecnologie breakthrough come quelle per la cattura e stoccaggio della CO₂ e all’efficientamento dei processi produttivi ed energetici. A presentarla è stata ieri Federbeton, la Federazione di Confindustria che rappresenta la filiera del cemento e del calcestruzzo, ha presentato oggi, in un evento alla Camera dei deputati, la nuova strategia di decarbonizzazione del settore del cemento e del calcestruzzo. La nuova strategia di decarbonizzazione richiede un impegno economico rilevante: i costi operativi per l’industria aumenteranno di circa 1 miliardo di euro all’anno e sarà necessario un investimento di circa 5 miliardi – calcolando che per un solo impianto sono necessari tra i 700 e gli 800 milioni –  per implementare le tecnologie di cattura e stoccaggio della CO₂, la digitalizzazione, per adeguare gli impianti all’adozione delle leve, incrementare l’autoproduzione energetica da fonti rinnovabili, potenziare l’efficienza dei processi. Ma, per poter conseguire questi obiettivi, serve un allineamento di condizioni sul versante normativo, economico e anche culturale, è, in sintesi, il messaggio lanciato dal presidente di Federbeton Stefano Gallini. Un percorso che ha sicuramente tempi non brevi ma c’è un’urgenza che va da subito affrontata perché questo processo possa andare andare avanti rimanendo competitivi rispetto ai produttori extracomunitari.

Per questo la richiesta forte di Fedeberton è quella di accelerare sull’applicazione della Cbam, Carbon Border Adjustment Mechanism, che deve includere al 100% anche le emissioni indirette. “La sua implementazione è vitale, non abbiamo altri meccanismi di difesa”, ha sottolineato Gallini. “Occorre evitare rinvii per non perdere la competitività verso i produttori extracomunitari, servono controlli terzi per garantirne l’applicazione e l’efficacia senza rischi di elusioni. Ma è necessario garantire la qualità e gli standard di sicurezza dei cementi di importazione”, ha spiegato rimarcando il fatto che altri Paesi, come Spagna e Grecia, hanno già implementato sistemi di controllo efficaci. Se sicuramente su questo non bisogna perdere altro tempo, ci sono altri interventi da mettere in campo per poter accelerare verso la decarbonizzazione. Per Federbeton, va sviluppato un quadro normativo e definito per lo sviluppo della carbon capture. Serve un’applicazione omogenea sul territorio nazionale del processo di permitting, come ad esempio, l’utilizzo di combustibili alternativi, e l’accelerazione delle tempistiche di permitting per l’autoconsumo di energia rinnovabile. Federbeton sollecita indicazioni chiare per l’applicazione del Dl Semplificazioni 77 del 2021. Sul versante economico, occorre prevedere la pianificazione di incentivi per il supporto allo sviluppo delle infrasturtture per la decarbonizzazione e  l’introduzione di meccanismi premio per la produzione di cemento a basso impatto. Last but non least, un confronto con gli stakeholder finalizzato a una maggiore sensibilizzazione delle comunità locali riguardo allo sviluppo di nuove leve di decarbonizzazione (combustibili alternavi).

«Il cemento è un materiale strategico per l’Italia, essenziale per lo sviluppo del Paese, per la realizzazione di infrastrutture sicure, edifici sostenibili e strutture alla transizione energetica, come impianti eolici e fotovoltaici. Tuttavia, gli interventi che stiamo attuando per abbattere le emissioni di CO 2 e combattere il cambiamento climatico non devono impattare sulla competitività dell’industria italiana, oggi messa a rischio dalla concorrenza delle produzioni extra-UE, che non condividono le stesse ambizioni ambientali e i relativi investimenti. Con la nuova strategia di decarbonizzazione confermiamo la volontà di investire in innovazione e sostenibilità, ma chiediamo che alle imprese italiane sia garantito un quadro normativo chiaro e stabile, affinché il settore possa competere ad armi pari con i produttori internazionali e continuare a generare valore per il Paese», ha detto Gallini.

Piano Casa, Scannapieco: “nostro modello di housing imitato anche all’estero”

Il modello di asset class per l’housing sociale adottato da Cdp viene imitato anche all’estero. A evidenziarlo è stato Dario Scannapieco, amministratore delegato di Cdp, interpellato su un possibile coinvolgimento dell’istituto di via Goito nel Piano casa per i giovani annunciato dal Governo. “Cdp e’ uno dei principali player nell’housing sociale – ha detto Scannapieco parlando a margine del Premio innovazione sociale della Fondazione Cdp – con le quattro ‘S’, student housing, social housing, senior housing e staff housing, per offrire alloggi a prezzi calmierati per i giovani lavoratori, che e’ anche oggetto dell’accordo che abbiamo firmato di recente con Confindustria”. Importante, per Scannapico, la nomina di “un Commissario europeo all’housing, per la prima volta”. “Quello che vi posso dire e’ che il modello di Cassa basato non tanto su iniziativa sporadiche, ma sul creare un’asset class dell’housing sociale, quindi attraverso un modello di fondo di fondi e di sviluppo del mercato si sta dimostrando un modello che viene imitato da altri. Abbiamo altre banche promozionali dalla Polonia, alla Spagna, alla Slovenia e alla Croazia, che guardano al nostro modello. Sicuramente la sfida e’ molto importante, ma credo che l’approccio di creare un asset class di questo tipo possa essere quello giusto”.

Sud, Sbarra: “un nuovo Dipartimento riorganizziamo strutture e risorse”

‘Il Dipartimento per il Sud verra’ istituito con l’obiettivo di attuare le funzioni di indirizzo, coordinamento e promozione della strategia del Governo Meloni a favore delle aree del Mezzogiorno”. Lo indica in una nota il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega al Sud, Luigi Sbarra. “Il nascente Dipartimento – spiega Sbarra – procedera’ a una piu’ efficace riorganizzazione di strutture, funzioni e risorse umane gia’ esistenti: nello specifico la Struttura di Missione Zes, uffici del Dipartimento Coesione, la Cabina di regia di promozione e monitoraggio delle attivita’ dei ministeri sul Sud. Non si tratta – precisa Sbarra – di introdurre nuove articolazioni amministrative, ma di procedere a un riordino strutturale delle attivita’ e degli uffici, cosi’ da garantire una piu’ efficace organizzazione interna e, al tempo stesso, una visione integrata e coerente delle politiche rivolte al Mezzogiorno, nell’ottica di un miglioramento e di un rafforzamento dello sviluppo dell’area. L’esperienza della Struttura Zes, che negli ultimi due anni ha conseguito risultati significativi, non viene in alcun modo superata, bensi’ valorizzata. La struttura di missione verra’ incorporata nel nuovo dipartimento sia in termini di funzioni che di risorse umane e superera’ i limiti temporali attualmente esistenti’, spiega infine il sottosegretario.

Cina, stretta contro la costruzione di grattacieli

La Cina ha deciso di inasprire le restrizioni alla costruzione di grattacieli, poiché le condizioni del mercato immobiliare rendono poco appetibili gli affitti. Secondo quanto riporta ieri Nikkei Asia, la decisione è stata presa nella Conferenza centrale sul lavoro urbano a metà luglio, con la partecipazione anche del presidente Xi Jinping e del primo ministro Li Qiang. I leader hanno stabilito di imporre “rigidi controlli” sulla costruzione di “edifici super-alti”. Hanno sottolineato che la crescita urbana sta passando da una fase di espansione incrementale su larga scala a una fase incentrata sul miglioramento della qualità e dell’efficienza della capacità esistente. La Cina limita gradualmente da tempo la costruzione di nuovi grattacieli. Nell’aprile 2020 era stato annunciato un divieto per nuovi edifici oltre i 500 metri di altezza. Nel 2021, nuove regole hanno fissato un limite massimo di 250 metri nelle città con oltre 3 milioni di abitanti e 150 metri per quelle più piccole.

Enel lancia un maxi bond da 4,5 miliardi di dollari, il più grande collocamento di un’utility europea

Enel Finance International, società finanziaria controllata da Enel, ha lanciato un bond multi-tranche rivolto agli investitori istituzionali nei mercati USA e internazionali per un importo complessivo di 4,5 miliardi di dollari USA, equivalenti a circa 3,8 miliardi di euro. L’emissione, garantita da Enel, ha ricevuto richieste di sottoscrizione in esubero per circa 3 volte, con ordini complessivi per un importo pari a circa 14,4 miliardi di dollari USA. La dimensione dell’operazione, che ad oggi rappresenta il più grande collocamento del 2025 da parte di una utility europea, nonché la domanda e le condizioni economiche conseguite, rappresentano il riconoscimento da parte del mercato della solidità e credibilità del Piano Strategico di Gruppo e della sua puntuale esecuzione. Si prevede, indica il gruppo, che i proventi dell’emissione, strutturata in quattro tranche,  siano utilizzati per finanziare l’ordinario fabbisogno del Gruppo, incluso il rifinanziamento del debito in scadenza.  L’emissione, che ha una durata media di circa 12 anni, presenta un costo medio equivalente in euro di circa il 3,6%. L’operazione è stata supportata da un sindacato di banche, nell’ambito del quale hanno agito in qualità di joint-bookrunners: BNP Paribas, Bank of America, Citigroup, Crédit Agricole, Goldman Sachs, HSBC, IMI – Intesa Sanpaolo, J.P. Morgan Securities LLC, Mizuho, Morgan Stanley, Société Générale e Wells Fargo. In considerazione delle relative caratteristiche, all’emissione è stato assegnato un rating provvisorio di BBB da Standard & Poor’s, BBB+ da Fitch e Baa1 da Moody’s.

Negli ultimi 10 anni, il Gruppo Enel ha modificato significativamente il proprio mix energetico: nel 2024, la capacità rinnovabile ha raggiunto il 73% del totale rispetto al 41% del 2015, con l’83% dell’energia generata dal Gruppo a zero emissioni rispetto al 45% del 2015. Come risultato, nel 2024 l’intensità delle emissioni GHG Scope 1 relative alla produzione di energia elettrica si è ridotta a 101 gCO2eq/kWh (-72% rispetto al 2017[3]), un valore di gran lunga inferiore rispetto all’obiettivo dichiarato per il 2024 di 140 gCO2eq/kWh. Tali risultati sono stati possibili anche grazie al ricorso a strumenti di finanza sostenibile, in particolare Sustainability-Linked, che hanno dunque raggiunto l’obiettivo per il quale erano stati introdotti: oggi il modello di business di Enel è sostenibile e integralmente in linea con il percorso di transizione energetica.Di conseguenza, il Gruppo non ha più necessità di ricorrere a strumenti finanziari collegati a specifici target di sostenibilità e adotterà un approccio che consentirà un accesso efficiente ai mercati finanziari globali, continuando ad allineare le modalità di funding ai propri obiettivi di sostenibilità di lungo periodo verso l’azzeramento delle emissioni nette dirette e indirette entro il 2040.

Eni Storage Systems avvia a Brindisi le attività per lo sviluppo delle batterie al litio stazionarie

Eni e Seri Industrial annunciano che Eni Storage Systems, joint venture costituita da Eni (50% più un’azione) e Fib (50% meno un’azione), società appartenente al gruppo Seri Industrial, ha iniziato l’operatività per proseguire lo sviluppo del progetto industriale relativo alla produzione di batterie al litio stazionarie già avviato nell’area industriale di Brindisi. Eni Storage Systems ha come obiettivo la realizzazione di un polo per la produzione di oltre 8 GWh/anno di batterie litio ferro fosfato su base acquosa, destinate prevalentemente ad accumuli stazionari di energia elettrica. Oggi il progetto è nella fase di ingegneria e di valutazioni economiche, finanziarie e autorizzative, attività che sono previste concludersi entro il primo trimestre 2026, per passare subito dopo alla fase esecutiva. Il progetto, annunciato il 25 ottobre 2024, è parte del piano di trasformazione industriale che Eni sta realizzando per contribuire a uno sviluppo industriale improntato a una sempre maggiore sostenibilità dal punto di vista ambientale, sociale ed economico e conferma la partnership tra Eni e Seri Industrial che prevede la gestione integrata del sito di Brindisi con l’impianto che Fib sta realizzando a Teverola, nella provincia di Caserta. A Brindisi saranno anche concentrate le attività di produzione della materia attiva catodica – il litio-ferro-fosfato che nel catodo immagazzina e rilascia ioni di litio durante i cicli di carica e scarica – e di assemblaggio delle batterie in sistemi BESS (Battery Energy Storage Systems), a servizio sia della produzione di Brindisi, sia di quella di Teverola. In prospettiva, nel sito di Brindisi si aggiungerà anche l’attività di riciclo delle batterie che, insieme alla produzione della materia attiva catodica, sarà disponibile anche per altri operatori del settore. Seri industrial ed Eni aspirano a conquistare oltre il 10% del mercato europeo delle batterie stazionarie, creando un polo integrato tra Brindisi e Teverola all’avanguardia, che punti a una maggiore sostenibilità e proiettato alla transizione energetica.

Sogei a fianco del Mase per il bonus veicoli elettrici

Sogei, partner tecnologico dello Stato, consolida il proprio impegno nella transizione digitale della Pubblica Amministrazione con il lancio della nuova Piattaforma Bonus Veicoli Elettrici, realizzata per conto del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.  Da martedì 23 settembre, ha preso il via la prima fase operativa, che consente agli esercenti di accedere a un sistema digitale avanzato, progettato per garantire trasparenza, tracciabilità e semplicità nella gestione degli incentivi destinati all’acquisto di veicoli elettrici. Questa iniziativa rappresenta un passo concreto a sostegno degli obiettivi nazionali di decarbonizzazione e della promozione di una mobilità a basse emissioni. Il nuovo sistema agevola la registrazione e l’autenticazione degli esercenti, grazie a un processo di censimento dei punti vendita aderenti e alla pubblicazione online di un elenco consultabile, pensato per offrire un’esperienza più chiara e accessibile. A supporto degli operatori, la piattaforma include un’area riservata con manuali operativi e una sezione FAQ, strumenti utili per orientarsi nell’utilizzo dell’applicativo e gestire al meglio le richieste. La seconda fase, al via da metà ottobre 2025, aprirà l’accesso anche ai cittadini beneficiari, che potranno presentare direttamente le domande di incentivo, segnando un ulteriore progresso verso la diffusione della mobilità elettrica in Italia. Con questo progetto, Sogei conferma il proprio ruolo strategico al servizio del Paese, contribuendo attivamente all’innovazione digitale e alla sostenibilità ambientale.

Mazzoncini (A2a): Gas, centrali più efficienti ma dobbiamo importare

“Un fattore che nel dibattito sul prezzo dell’energia non è mai presente: il prezzo del Gnl non è come quello del gas naturale. Ben vengano centrali più efficienti che in parte compensano, ma dobbiamo fare i conti con il fatto che non abbiamo risorse autoctone e dobbiamo importare’. Lo ha detto Renato Mazzoncini, amministratore delegato e direttore generale di A2A, intervenendo a un convegno sul futuro dell’energia per i 10 anni in Italia di Ep Produzione.

Italtel, Jll e Moles insieme per accelerare verso lo Smart Building

Accelerare l’evoluzione degli edifici verso il modello di Smart Building”. È questo l’obiettivo della partnership strategica siglata da Italtel, Jll, attiva nei servizi professionali e nella gestione degli investimenti per il settore immobiliare, e Molex Connected Enterprise Solutions, player internazionale nelle tecnologie di connettività. L’obiettivo, spiega una nota congiunta, “è coniugare innovazione tecnologica, sostenibilità e valorizzazione immobiliare attraverso un approccio integrato che unisce consulenza strategica, piattaforme IoT e infrastrutture digitali”. In questo modo si punta a “un modello scalabile per realizzare immobili più intelligenti, sostenibili e competitivi”. La collaborazione prevede l’adozione di sistemi intelligenti come Smart Light over PoE, sensori ambientali e smart plug, che raccolgono dati su luminosità, qualità dell’aria e consumi energetici, integrandoli in piattaforme di monitoraggio centralizzate. “Un progetto Smart Building non riguarda solo gli impianti: significa ripensare il valore dell’immobile attraverso una strategia data-driven che ottimizza performance ESG e la user experience. Posizionare l’asset sul mercato in linea con i criteri ESG non è più opzionale, ma essenziale per rispondere alle aspettative degli investitori e prepararsi alle future normative”, afferma Simona D’Oca, Head of Sustainability di JLL Italia. “La capacità di proporre piattaforme IoT di monitoraggio continuo consente di poter gestire in modo semplice ed immediato gli spazi che occupiamo. La convergenza digitale ci permette di garantire da un lato spazi più efficienti e sostenibili in modo integrato, dalla ridotta impronta di CO2, e dall’altra di raggiungere elevati livelli di comfort e benessere per le persone”, spiega Alberto Biundo, Business Development Manager di Molex. “La partnership assume per noi un valore strategico. La nostra missione è progettare reti intelligenti, sicure e sostenibili, il vero sistema nervoso dell’edificio. Con partner come Molex e JLL Italtel concretizza l’innovazione, offrendo soluzioni end-to-end che integrano infrastrutture IT, networking e consulenza, valorizzando gli investimenti esistenti”, dichiara Dario Giuseppe Lucatti, Chief Business Development Officer di Italtel.

Appalti pubblici: nasce l’alleanza tra istituzioni, imprese e società per rivedere la normativa Ue

Un patto tra PA, industria e cittadini per la revisione della direttiva Ue sugli appalti. È l’iniziativa, promossa da Fondazione Ecosistemi nell’ambito della campagna BESA (Buy European sustainable Act), presentata ieri a Roma,  che ha l’obiettivo di costruire un fronte comune per inserire criteri premianti in tutti gli appalti pubblici europei: in questo modo si creerebbero 50mila posti di lavoro e si abbatterebbero 2,2 ml di tonnellate di anidride carbonica. Ogni anno in Italia la Pubblica Amministrazione spende oltre 200 miliardi di euro in beni, servizi e lavori: una cifra enorme, capace di influenzare il mercato, creare lavoro e incidere sulle emissioni di CO₂. Ma se questi soldi venissero spesi privilegiando prodotti e imprese sostenibili, l’impatto sarebbe enorme: 50mila nuovi posti di lavoro e un taglio di 2,2 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno.

L’incontro, promosso a pochi giorni dal discorso sullo Stato dell’Unione della Presidente della Commissione Ue Ursula Von der Leyen nel quale ha annunciato l’introduzione del criterio ‘Made in Europe’ fissando forti incentivi per i partner ad acquistare europeo, ha visto  la partecipazione di esponenti istituzionali e parlamentari europei di diversi schieramenti, sarà il momento di lancio della campagna BESA – Buy European and Sustainable Act, pensata per trasformare le gare pubbliche da semplici procedure burocratiche a strumenti concreti di sviluppo. L’idea è chiara: usare il potere d’acquisto delle amministrazioni non solo per comprare al prezzo più basso, ma per premiare le imprese innovative, rafforzare le filiere europee e ridurre la dipendenza da produzioni extra-UE poco sostenibili. «Chiediamo che i soldi delle tasse vengano spesi per prodotti che inquinano meno e creano lavoro in Europa, non per favorire chi produce lontano e senza rispettare regole ambientali e sociali – spiegano da Fondazione Ecosistemi –. È una scelta di buon senso, che unisce ambiente, economia e occupazione».

La proposta, che sarà consegnata al Parlamento europeo nelle prossime settimane, arriva in un momento decisivo: a Bruxelles è già partito il processo di revisione della Direttiva Appalti, che dovrebbe concludersi entro il 2026. L’Italia, che per prima ha introdotto i criteri ambientali minimi in molti settori, ha così l’opportunità di portare la propria esperienza a livello europeo e di guidare questa trasformazione. La campagna BESA prevede anche una raccolta firme aperta ai cittadini, per dare più forza politica alla proposta. Perché – come sottolinea Fondazione Ecosistemi – «ogni euro speso dalla Pubblica Amministrazione può diventare un investimento per il clima, per il lavoro e per il futuro del nostro Paese e dell’Europa».

Open Fiber inaugura il nuovo edge data center in Abruzzo

Open Fiber ha inaugurato ieri a San Giovanni Teatino, alle porte di Pescara, il nuovo edge data center di Open Fiber, una delle prime strutture che contribuiranno nel breve alla realizzazione di un progetto esteso a livello nazionale. Il progetto, che integra i grandi hub centralizzati con nodi locali ad alte prestazioni, nasce per portare capacita’ di calcolo ed elaborazione dei dati piu’ vicino alla loro origine. In questo modo diventa possibile ridurre sensibilmente la latenza e abilitare servizi innovativi ad alto valore aggiunto unitamente all’uso dell’intelligenza artificiale, l’Internet of Things, le applicazioni 5G e le piattaforme di smart city. L’infrastruttura, direttamente connessa alle reti di accesso in fibra ottica di Open Fiber, e’ progettata per offrire affidabilita’, scalabilita’ e continuita’ operativa. Grazie a un’architettura modulare, inoltre, ogni nodo puo’ dialogare con gli altri, garantendo ridondanza geografica, disaster recovery e una distribuzione intelligente delle risorse di calcolo e storage. Particolare attenzione e’ stata posta anche alla sostenibilita’ energetica, con sistemi di efficientamento e soluzioni alimentate da fonti rinnovabili. L’approccio distribuito, oltre a ridurre i consumi concentrati in un unico punto, permette di avvicinare i data center agli utenti finali e alle imprese locali. Allo stesso tempo, la distribuzione geografica dei data center, avvicinando l’archiviazione e l’elaborazione dei dati alla loro fonte, contribuisce alla protezione e la sovranita’ dei dati. ‘Con l’edge data center di Pescara diamo un contributo concreto e tangibile allo sviluppo digitale del territorio’ – ha dichiarato Andrea Lazzaroli, Responsabile marketing mercato business di Open Fiber’. Per Lorenzo Dattoli, presidente di Confindustria Abruzzo Medio Adriatico, ‘l’inaugurazione dell’edge data center di Open Fiber a Pescara rappresenta un passaggio strategico per il nostro territorio. Le imprese hanno bisogno di infrastrutture digitali solide e diffuse per affrontare con competitivita’ la transizione tecnologica e ambientale’.

Germania: il fondo sovrano norvegese rileva il 21,8% del gestore della rete elettrica per 4,5 miliardi

Norges Bank Investment Management, la divisione della banca centrale norvegese che gestisce il fondo sovrano del paese, ha annunciato di aver investito 4,5 miliardi di euro per una partecipazione del 21,8% nel gestore tedesco del sistema di trasmissione elettrica (TSO) TenneT Germany. Oltre a Norges Bank Investment Management, anche il fornitore olandese di servizi pensionistici APG e il fondo sovrano di Singapore GIC stanno investendo nella societa’. I tre investitori inietteranno un totale di 9,5 miliardi di euro di nuovo capitale fino al 2029 e deterranno collettivamente il 46% della societa’.

Energia, Legacoop: imprese penalizzate dai costi, preoccupa che non vengano prese misure

“Le imprese italiane sono pesantemente penalizzate per costi dell’energia nettamente superiori rispetto a quelli di altri paesi ed è perciò preoccupante che non vengano previste misure, a cominciare dal disaccoppiamento del costo dell’energia elettrica da quello del gas e dalla creazione di un mercato europeo dell’energia, per sostenere un fattore essenziale per la competitività del Paese, tra l’altro in una fase di bassa crescita sulla quale peseranno anche gli effetti dell’aumento dei dazi per le esportazioni verso gli Usa, con un impatto sul PIL stimabile in 0,5 punti percentuali nell’arco di due anni”. È quanto afferma il presidente di Legacoop, Simone Gamberini, commentando i contenuti del ddlconcorrenza e dello schema di decreto legislativo sugli incentivi, in discussione in questi giorni al Senato. Oltre che sulla assenza di misure di ulteriore liberalizzazione del commercio e dei diritti d’autore a favore dei consumatori, le critiche di Gamberini si appuntano “sull’inasprimento delle sanzioni contro le imprese che, non per loro responsabilità, non possono sottoscrivere polizze assicurative contro gli eventi catastrofali in quanto operano in immobili e strutture di proprietà pubblica, nonostante il Parlamento avesse approvato alcuni ordini del giorno che invitavano il Governo a risolvere questa situazione di grave incertezza”. Il presidente di Legacoop rileva, infine, come “il nuovo codice degli incentivi rischia di non valorizzare sufficientemente il pluralismo imprenditoriale e, in particolare, le cooperative e gli altri soggetti dell’economia sociale, che rappresentano un fattore decisivo per la costruzione di un modello di sviluppo più inclusivo e sostenibile”.

Fondazione CDP premia sette progetti innovativi per l’inclusione sociale delle persone fragili

Realizzare soluzioni innovative per l’integrazione lavorativa delle fasce più fragili della popolazione e il sostegno alla partecipazione attiva nella vita di comunità. A questo obiettivo puntano i sette progetti vincitori della prima edizione del Premio Innovazione Sociale, lanciato da Fondazione CDP (l’ente non profit nato su impulso di Cassa Depositi e Prestiti) in collaborazione con Intesa Sanpaolo, attraverso la Direzione Impact ed Intesa Sanpaolo per il Sociale, struttura del Gruppo dedicata al contrasto delle disuguaglianze e delle povertà e alla promozione dell’inclusione. I riconoscimenti alle migliori idee per l’inclusione sociale delle persone fragili sono stati consegnati oggi nella storica sede di CDP a Roma nel corso di un evento aperto da Giovanni Gorno Tempini, Presidente di Cassa Depositi e Prestiti e di Fondazione CDP, a cui hanno fatto seguito gli interventi di Francesca Sofia, Direttore Generale di Fondazione CDP, e di Andrea Forghieri, Executive Director di Intesa Sanpaolo per il Sociale. La giornata è proseguita con la premiazione dei progetti vincitori e si è chiusa con il saluto dell’Amministratore Delegato di CDP, Dario Scannapieco. Il Premio è dedicato a enti del Terzo Settore, cooperative e imprese sociali, prevede un riconoscimento economico complessivo di oltre mezzo milione di euro e si articola in tre categorie in base al livello di sviluppo dei progetti: fase pilota, media scala e larga scala[1]. Per ciascuna categoria sono stati assegnati due riconoscimenti, rispettivamente di 90mila e 45mila euro. A questi riconoscimenti si aggiunge il Premio Speciale, dal valore complessivo di 90mila euro, sostenuto da entrambi i promotori (Fondazione CDP e Intesa Sanpaolo per il Sociale) destinato all’iniziativa più innovativa ed efficace che utilizza tecnologie e intelligenza artificiale a supporto dell’inclusione sociale e professionale.

Maria Cristina Carlini

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