L'AVVIO DEL ROADSHOW
Cdp alla ricerca di INVESTITORI per gli alloggi universitari
Ha preso il via da Roma il roadshow di Cassa Depositi e Prestiti pensato per coinvolgere investitori pubblici e privati nel bando da 1,2 miliardi per la creazione di 60 mila nuovi posti letto per studenti universitari entro il 2026. Ma il capitolo alloggi per gli studenti è ancora fortemente in ritardo. Mentre aumenta l’interesse degli investitori privati in questo settore.
IN SINTESI
Parte da Roma il roadshow promosso da Cassa depositi e prestiti e ministero dell’Università e della Ricerca per presentare il bando da 1,2 miliardi di euro per creare 60 mila nuovi posti letto entro il 2026, come previsto dal Pnrr. Il roadshow toccherà una decina di altre città italiane a cominciare da Milano (27 giugno) e Palermo (1 luglio). Il bando del MUR è aperto ai gestori di residenze sia pubblici sia privati interessati a realizzare studentati e prevede il contributo di circa 20 mila euro per ogni posto letto: le nuove residenze dovranno applicare tariffe di almeno 15% inferiori rispetto ai valori di mercato. Un terzo dei nuovi alloggi a tariffe ulteriormente contenute sarà riservato agli studenti appartenenti a famiglie a basso reddito. Le candidature per l’accesso ai fondi potranno essere inoltrate dal portale web Fondi Nazionali ed Europei creato da Cdp.
“Lo student housing è da tempo nelle corde di Cdp – ha spiegato il presidente di Cassa, Giovanni Gorno Tempini – Serve essere competitivi come sistema Italia favorendo chi non se lo può permettere e dare una opportunità ai nostri studenti che ci auguriamo possano crescere per qualità e quantità”. “Siamo convinti che il potenziamento dell’edilizia universitaria sia un fattore essenziale per rafforzare la formazione universitaria e per la crescita del capitale umano del Paese – ha aggiunto l’ad di Cassa Depositi e Prestiti, Dario Scannapieco – Negli ultimi due anni, in coerenza con il nostro piano strategico, abbiamo mobilitato oltre 1 miliardo di euro per il settore universitario: abbiamo sostenuto interventi su campus, atenei e laboratori attraverso strumenti di finanziamento di lungo periodo, anche complementari alle risorse attivate dal MUR. Fin dal 2005 collaboriamo con il MUR per le attività di gestione dei fondi relativi alla legge 338 del 2000 dedicata agli alloggi per studenti. Le attività di Cdp a supporto del MUR hanno riguardato l’assegnazione di risorse per lo student housing per un totale di 1,7 miliardi di euro e la creazione di oltre 40mila posti letto”.
Pnrr, la spesa per la Missione 4 è in ritardo
Ma la conferma che gli attuali numeri relativi agli studentati sono ancora insufficienti è arrivata dalla stessa Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della Ricerca: “è vero che stiamo vivendo un lungo inverno demografico, ma non ci possiamo rassegnare – ha detto – Questo bando da 1,2 miliardi, che abbiamo faticosamente negoziato e di cui abbiamo ampliato l’ambito con la Commissione europea, non è ancora sufficientemente noto e non possiamo permetterci di perdere questo treno”.
Un treno che corre veloce e non fa fermate.
A un anno e mezzo dalla scadenza concordata con l’Europa, l’attuazione della Missione 4 del Pnrr, quella che avrebbe dovuto premere sull’acceleratore del sistema dell’istruzione è rimasta, al palo. Al momento dell’ultima relazione al Parlamento sull’avanzamento del piano, il governo aveva speso soltanto il 16,8 per cento delle risorse assegnate. Nel suo complesso invece per il «Piano nazionale di ripresa e resilienza» era stato già impegnato, alla fine dell’anno scorso, quasi un quarto dei fondi: il 22,1 per cento. A denunciare ritardi, target rivisti al ribasso e riforme svuotate è stato un dossier di poche settimane fa della Fondazione Agnelli e di Astrid, che ha analizzato al microscopio le misure previste per la scuola: un tesoretto da 20 miliardi che, dopo la revisione del 2023, è rimasto pressoché invariato nel montante totale (ha perso «solo» 150 milioni) ma in compenso ha ridimensionato al ribasso diversi obiettivi, soprattutto a causa dell’aumento dei costi.
E a farne le spese maggiori sembra proprio essere il capitolo dell’accesso all’università, che prevede borse di studio e alloggi a prezzi calmierati rispetto al mercato per un totale di due miliardi di investimenti. Ma se sulle borse di studio si va più spediti sono, invece, ancora quasi tutti da spendere i soldi per i nuovi alloggi universitari, un terzo dei quali è riservato agli «studenti capaci e meritevoli, ma privi di mezzi». Per riuscire almeno ad avvicinarsi all’ambizioso target iniziale – da 40 mila a 100 mila posti letto entro il 2026 -, il progetto prevede il coinvolgimento di gestori privati, con l’unico vincolo che l’importo del canone deve essere inferiore almeno del 15 per cento rispetto ai prezzi di mercato. Ma in metropoli come Milano e Roma, dove il prezzo per una stanza singola può raggiungere facilmente i 500-600 euro al mese, uno sconto di questa entità rischia di servire a ben poco per i quasi 500 mila studenti fuori sede (dati Rapporto Anvur 2023).
Lo student housing fa gola agli investitori privati
E così mentre il numero degli studenti per le università italiane, molte delle quali tra l’altro hanno scalato molte posizioni nella classifica delle migliori, è visto sempre più al rialzo, il sistema di accoglienza, ovvero il numero di posti letto disponibili, per lo più oggi affidato ad abitazioni private, resta insufficiente. Da qui il crescente interesse di operatori e investitori per il settore dello student housing in Italia.
In cifre, secondo il report «Italy Student Housing» di Savills, il numero di studenti universitari in Italia è cresciuto costantemente negli ultimi anni, superando la soglia di 1,9 milioni nell’ultimo anno accademico con un aumento del 5% rispetto al periodo precedente. Grazie alle sue rinomate università, l’Italia continua ad attrarre studenti internazionali, a loro volta cresciuti del 75% rispetto a dieci anni fa, arrivando a rappresentare il 6% del totale degli iscritti nelle università della penisola. Roma si conferma la principale città italiana per numero di studenti universitari, seguita da Milano che vanta il maggior numero di studenti internazionali in termini assoluti. L’offerta complessiva di posti letto per studenti in Italia si aggira intorno a quota 74 mila, la maggior parte dei quali sono di natura pubblica (69%).
«Negli ultimi anni l’offerta privata di strutture moderne di student housing gestite da operatori specializzati è aumentata e oggi rappresenta il 24% dello stock totale», prosegue l’analisi di Savills. «L’offerta attuale risulta però limitata, in grado di soddisfare solo il 4% della popolazione studentesca, una delle percentuali più basse a livello europeo. Entro il 2026, saranno disponibili sul mercato 21 mila posti letto aggiuntivi, relativi a 64 progetti. Ma questa offerta supplementare non sarà tuttavia sufficiente a soddisfare una domanda in costante crescita, soprattutto nelle città con un elevato numero di studenti fuori sede e internazionali». Più in dettaglio, secondo Savills, ammontano a quota 64 mila i posti letto mancanti a Milano, seguita dai 50 mila e 40 mila mancanti rispettivamente a Roma e Torino, città seguite da Bologna (-31 mila posti letto) e Firenze (-13 mila).
Il treno, insomma, è in corsa, bisogna ora cercare di non mancare la fermata.