La relazione dell'ART/1

Direttissima, deroghe fino al 2027. Tariffe autostradali limate già nei nuovi investimenti dei Pef in esame

L’Art chiude la vicenda delle deroghe sulla Direttissima Roma-Firenze:  i treni regionali potranno viaggiare sulla rete dell’alta velocità fino a fine 2027. Poi, però, si cambia. A dirlo è stato il presidente dell’Art, Nicola Zaccheo, che ha presentato la relazione annuale al Parlamento. Le maggiori novità sono quelle che riguardano il nuovo schema tariffario per le concessionarie autostradali che si applica anche ai nuovi investimenti dei piani economico-finanziaria in corso di aggiornamento. Il principio è quello di ottimizzare gli investimenti con i pedaggi che a questi devono essere sempre commisurati. Il nuovo calcolo scatta il primo gennaio ma gli effetti saranno più ampiamente dispiegati a partire dal 2027 con i rinnovi dei piani finanziari.

17 Set 2025 di Maria Cristina Carlini

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Direttissima, deroghe fino al 2027. Tariffe autostradali limate già nei nuovi investimenti dei Pef in esame

Una rivoluzione sulle autostrade, una frenata sull’alta velocità. Volendo, in estrema sintesi, indicare l’esito dei principali dossier sul tavolo dell’Art, l’Autorità di Regolazione dei Trasporti,  nell’ultimo anno, non c’è dubbio che al primo posto sta la riforma del sistema delle concessioni autostradali e del sistema tariffario di pedaggio – con le importanti novità del nuovo metodo di calcolo che si applicherà anche ai Piani economici finanziari vigenti-  seguito dalle decisioni sulle deroghe concesse ai treni regionali che fino a tutto il 2027 potranno viaggiare sui binari della Direttissima, l’alta velocità tra Roma e Firenze. Poi, però,  dal 2028 si cambia. E’ stato lo stesso presidente dell’Art, Nicola Zaccheo, che ha illustrato ieri al Parlamento la sua quinta relazione annuale, a evidenziare come  “l’intervento più importante” sia quello che ha investito le infrastrutture autostradali, quello “maggiormente interessato da novità legislative e regolatorie”.

A segnare la svolta nel settore autostradale è stata la riforma delle concessioni introdotta con la legge sulla concorrenza, che in attuazione degli impegni del Pnrr. Una svolta perché ha introdotto fondamentali elementi quali, tra gli altri, l’incentivo all’ottimizzazione degli investimenti per la rete autostradale con un focus sulla sostenibilità economica-finanziaria, il potenziamento delle competenze dell’Art sugli affidamenti e Pef sia per le nuove concessioni che quelle vigenti, il riconoscimento del carattere prescrittivo e vincolante ai pareri rilasciati dall’Art sui Pef e termini certi per il recepimento delle prescrizioni Art e l’adozione di atti delle amministrazioni interessate. Nel 2024, l’Art ha avviato un’indagine conoscitiva e una successiva verifica di impatti della regolazione (Vir) che hanno evidenziato criticità inerenti all’obiettivo di massimizzazione dell’efficienza produttiva delle gestioni e del contenimento dei costi per gli utenti, le imprese e i consumatori.

Sulla base di queste risultanze sono stati approvati gli elementi per la definizione dello schema di concessione e del sistema tariffario di pedaggio dell’A22 Brennero-Modena. “Le principali novità introdotte hanno riguardato, tra l’altro, profili afferenti alla determinazione della remunerazione del capitale investito (WACC), all’equilibrio economico-finanziario, al trattamento delle poste figurative, alla dinamica della componente tariffaria di costruzione e alla quantificazione del valore di subentro alla scadenza della concessione”, ha spiegato Zaccheo. Un intenso lavoro, questo, che è stato propedeutico all’aggiornamento complessivo del sistema tariffario di pedaggio delle concessioni, anche alla luce delle modifiche da ultimo intervenute con il  decreto “Infrastrutture””.   Con le delibere  74/2025 e 75/2025 dello scorso maggio l’Autorità ha proceduto, rispettivamente, all’indizione delle consultazioni per la definizione del sistema tariffario di pedaggio per le nuove concessioni e per il procedimento di aggiornamento del sistema tariffario di pedaggio per le concessioni vigenti”. Il punto centrale ruota intorno al principio che i pedaggi devono essere sempre commisurati  agli investimenti.   Ma quando scatterà il nuovo calcolo?  “L’approvazione definitiva del sistema tariffario dei pedaggi autostradali si concluderà nelle prossime settimane e l’entrata in vigore è attesa a gennaio. Con i rinnovi dei piani finanziari “gli effetti veri si inizieranno a vedere tra il 2027 e il 2028”, ha indicato il presidente dell’Art. Tra le novità da segnalare ci sono anche i rimborsi per i cantieri: sarà riconosciuto il diritto a un rimborso, calcolato come riduzione del pedaggio, in caso di limitazioni all’utilizzo della rete a causa di lavori.

L’attività di vigilanza ha  poi portato a verifiche su anomalie nei pagamenti del pedaggio, rafforzando trasparenza e correttezza. Tuttavia, alcune procedure di aggiornamento dei PEF sono state soggette a proroghe legislative contestate e ora soggette a scrutinio giudiziario, con l’Autorità che ha richiesto un chiarimento alla Corte Costituzionale . L’Autorità ha iniziato a regolamentare anche le gare per l’affidamento di servizi nelle aree di servizio autostradale, confermando la legittimità delle norme introdotte e opponendosi a interventi ministeriali contrastanti. Un ulteriore “passo avanti verso un sistema più trasparente, responsabile e orientato alla sostenibilità, con l’obiettivo di garantire servizi migliori per utenti e concessionari”.

Ferrovie: da Rfi atteggiamento collaborativo, accettata la proposta di impegni sulle tracce

Dalle autostrade alle ferrovie. Qui c’è un altro tema rovente che ha tenuto banco negli ultimi mesi. Tutto nasce dalla delibera 178 del 2024 che ha reso indicazioni e prescrizioni di particolare rilevanza in merito ai Prospetti informativi della rete (Pir) 2025 e 2026 pubblicati da Rfi: l’Art ha individuato alcuni provvedimenti “atti a mitigare atti a mitigare le note criticità derivanti dalla saturazione di porzioni della rete e delle stazioni, soprattutto in determinate fasce orarie, con specifico riguardo al segmento del trasporto passeggeri. Prescrizioni che – ha rimarcato Zaccheo – hanno suscitato particolare clamore sono quelle relative alla tratta ad Alta Velocità Roma-Firenze, che limitano la circolazione ai soli treni con velocità superiore a 200 km/h”.  Fin dai primi anni 2000, per tale tratta, progettata per la circolazione di treni con velocità fino a 250 km/h, il PIR ha previsto una deroga straordinaria che ha consentito l’accesso anche a treni regionali con velocità di 150 km/h”. L’eliminazione di questa deroga in vigore da anni, che ora scade a fine 2024, “ha comportato una sollevazione legittima” da parte dei soggetti interessati, come le amministrazioni locali, che denunciano, tra l’altro, “i forti ritardi nella consegna di materiale rotabile”. A questo si aggiunge il disagio dei pendolari che quotidianamente viaggiano su quella linea. L’Art ha quindi avviato interlocuzioni con Rfi per la valutazione di ulteriori deroghe. Risultato: si andrà avanti per tutto il 2026 e il 2027. Ma poi basta: “dal 2028 devono circolare solo i treni veloci per tutelare le imprese ferroviarie e i cittadini che pagano un prezzo maggiore. Tutti gli attori devono lavorare in maniera decisa perché questa deroga sia definitivamente cancellata”, ha chiarito Zaccheo. “È auspicabile un impegno condiviso da parte delle amministrazioni, delle imprese e degli operatori coinvolti affinché si finalizzi al più presto l’iter di acquisizione messo in opera di nuovi treni regionali compatibili con i requisiti della rete ad alta velocità”.

Tra i provvedimenti assunti dall’Art, c’è il procedimento sanzionatorio avviato nei confronti di RFI per la violazione dei limiti nell’assegnazione della capacità quadro, adottando un ordine di cessazione della condotta. La violazione era stata accertata in precedenza con una delibera (n. 126/2023) oggetto di ricorso da parte del gestore, integralmente respinto dal TAR Piemonte. Il procedimento si è concluso con la definitiva approvazione della proposta di impegni presentata da RFI, a seguito della valutazione da parte dell’Autorità all’esito del market test. Rfi si è impegnato a porre fine agli effetti della violazione contestata, nonché
a condividere con l’Autorità una pluralità di informazioni, tra le quali le evidenze della metodologia adottata per risolvere i conflitti in sede di secondo coordinamento, che si auspica saranno funzionali a consentire all’ART di svolgere al meglio i propri compiti di vigilanza in materia. “Colgo l’occasione per esprimere apprezzamento per l’atteggiamento collaborativo manifestato da RFI, soprattutto negli ultimi mesi, che ha contribuito alla positiva conclusione dei procedimenti”, ha detto Zaccheo. Un cambiamento di linea che ha coinciso, evidentemente, con il nuovo corso avviato con il cambio dei vertici di Rfi.

Una particolare attenzione è stata poi posta dall’Art al  settore del trasporto merci, che vive una situazione di difficoltà. “Con lo scopo di sostenere le imprese attive in questo settore in un momento caratterizzato da forti criticità operative, il pedaggio dovuto per l’accesso alle infrastrutture nazionali è stato ridotto di oltre il 30%. E infine il gestore delle infrastrutture nazionali ha anticipato l’entrata in vigore di tale misura dal 1° gennaio 2026 al 1° luglio 2025”, ha riferito Zaccheo.

Porti: “bisogna avere pieno accesso ai dati delle concessioni portuali, risposta del tutto insufficiente”

Un messaggio forte è poi arrivato da Zaccheo nel passaggio della relazione dedicato alla portualità, settore, anche questo, interessato da interventi regolatori. In particolare, Zaccheo ha ribadito la necessità di avere pieno accesso alle informazioni relative alle concessioni portuali. La richiesta di dati ha visto “un riscontro molto parziale e complessivamente del tutto insufficiente, nonostante le ferme reiterazioni della richiesta”. “Mi rammarica pertanto, in questa sede, porre l’attenzione sulla circostanza per la quale la definizione dei benchmark di settore da parte dell’ART è un’azione propedeutica al rilascio dei pareri, all’attività di monitoraggio e alla verifica delle performance dei concessionari, ai quali è affidata la gestione e lo sfruttamento di beni pubblici essenziali in nome e per conto dello Stato. Il riscontro a tali richieste di dati, talora parziale, ma nella maggior parte dei casi del tutto assente, finisce così per manifestarsi in un vero e proprio impedimento allo svolgimento delle funzioni istituzionali imposte dalla legge alla stessa Autorità, e recentemente rafforzate da interventi normativi previsti dall’attuazione del PNRR”.

Taxi: gli enti locali consapevoli delle necessità di adeguarne il numero

Passando dal tema dell’accesso alle infrastrutture a quello della regolazione dei servizi, c’è , tra gli altri, il capitolo taxi dove l’attività pareristica dell’ART, “ si è intensificata, grazie, tra l’altro, alla maggiore consapevolezza degli Enti locali della necessità di adeguare il numero dei taxi, le tariffe e la relativa regolamentazione, anche in considerazione dell’incremento delle presenze turistiche e della destagionalizzazione dei relativi flussi”, ha riferito Zaccheo. “In generale, registriamo positivamente un maggiore grado di recepimento da parte dei Comuni delle osservazioni e prescrizioni formulate dall’Autorità. Nell’ambito delle procedure di ampliamento straordinarie del contingente, il ruolo dell’ART è limitato alla determinazione del contributo prescritto dalla legge per l’indennizzo dei soggetti già titolari di licenze. L’intervento dell’Autorità, avallato, tra l’altro, dalle sentenze dei TAR aditi, ha determinato una riduzione di tale importo rispetto al valore di mercato, con effetti positivi sulla partecipazione alle procedure per l’assegnazione delle nuove licenze”.

 

 

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