L'incontro di Calderone con le parti sociali

Sicurezza sul lavoro, Dl entro settembre. Scontro sui 650 milioni Inail. I sindacati: subito il badge digitale di cantiere

Il ministro Calderone assicura tempi “brevissimi”, fine settembre, per il varo del decreto legge con le nuove misure di salute e sicurezza sui luoghi di lavoro. Il provvedimento è stato al centro del confronto ieri con le parti sociali. Non c’è chiarezza, denunciano i sindacati, sui 650 milioni Inail aggiunti dal Governo a fine aprile, ai 600 milioni dei bandi dell’istituto. Si punta su prevenzione e formazione. Le organizzazioni sindacali sollecitano l’estensione del badge digitale di cantiere già introdotto a Roma.

09 Set 2025 di Maria Cristina Carlini

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Sicurezza sul lavoro, Dl entro settembre. Scontro sui 650 milioni Inail. I sindacati: subito il badge digitale di cantiere

Marina Calderone, Ministra del Lavoro

Un nuovo decreto per affrontare l’emergenza della sicurezza sul lavoro. Il ministro del Lavoro, Marina Calderone, punta ad accelerare il varo di  nuove misure e indica la deadline di fine settembre. Tempi brevi, dunque, anzi “brevissimi”, come assicura la stessa Calderone. Dopo l’ennesima strage sul lavoro, che solo nella giornata di lunedì ha registrato ben quattro morti e ieri un’altra vittima a Ostia, il tema della sicurezza è stato al centro di un tavolo tecnico, ieri mattina, tra Calderone, rappresentanti delle imprese e dei sindacati. Un appuntamento già previsto in agenda, che prosegue il confronto avviato prima della pausa estiva, ma è evidente che l’acuirsi dell’emergenza impone una ulteriore e urgente stretta. Aumentare la capacità di prevenire gli infortuni, migliorare l’efficacia dei controlli, rafforzare la formazione e attivare iniziative di sensibilizzazione sulla cultura della sicurezza: questi gli obiettivi del nuovo decreto. in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Fortemente caldeggiata dai sindacati, è prevista l’introduzione del badge digitale sul modello virtuoso introdotto nel luglio scorso nei cantieri edili a Roma.

Va ricordato, facendo un passo indietro di qualche mese, che, nel Consiglio dei ministri di fine aprile, la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, aveva annunciato che il governo per migliorare la sicurezza sul posto di lavoro aveva raccolto insieme all’Inail altri 650 milioni di euro “per mettere in campo nuove misure concrete che, insieme ai 600 milioni già disponibili dei bandi Inail destinati a cofinanziare gli investimenti delle imprese in questi ambiti, portano a oltre 1 miliardo e 200 milioni le risorse disponibili”. Come è emerso dall’incontro di ieri, il ministero del Lavoro, l’Inail e la Ragioneria starebbero ora verificando se serva una norma primaria, in caso da inserire nel decreto, o se, invece, è sufficiente un atto amministrativo per l’utilizzo di questi fondi, che interessano, tra l’altro, settori specifici come cantieri edili, trasporti e logistica. E, non a caso, una delle critiche espresse dai sindacati al termine dell’incontro, riguarda proprio la fumosità del provvedimento su queste risorse.

Ora,  come ha spiegato Calderone, il nuovo decreto introduce altre misure per prevenire il rischio infortunistico, anche attraverso percorsi di consapevolezza del rischio che partano dai luoghi in cui si formano i lavoratori del domani: gli istituti scolastici. “Anticipata durante l’estate la stabilizzazione dell’assicurazione Inail per studenti e personale docente, così da evitare interruzioni nella copertura assicurativa, il provvedimento si sofferma su misure utili a rendere più efficace la formazione dei lavoratori e dei loro rappresentanti e promuovere l’introduzione di ulteriori misure per l’incremento della sicurezza sul lavoro, anche alla luce delle evoluzioni nell’organizzazione del lavoro e dell’introduzione di tecnologie avanzate nei processi produttivi”. In questo contesto è stata accolta, tra le altre, anche la proposta di integrare nel TU Sicurezza (D.Lgs n. 81/2008) il tema della violenza e delle molestie sul lavoro. E, ancora, tra i temi di confronto è entrata la possibilità di utilizzare gli strumenti digitali – come il Fascicolo Sociale e Lavorativo del Cittadino e la piattaforma SIISL, in costante evoluzione – per raccogliere le informazioni relative alla formazione del lavoratore in materia di sicurezza, con l’obiettivo di aumentare l’efficacia dei controlli. «L’obiettivo del confronto avviato a Palazzo Chigi e dal Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella scorsa primavera è sempre stato quello di mettere in campo ancora nuove e ulteriori iniziative concrete per contenere i rischi di infortunio e promuovere efficaci campagne di sensibilizzazione. Con questo spirito – ha affermato  Calderone al termine dell’incontro- nel decreto legge abbiamo accolto le proposte avanzate dalle parti sociali. Quello che stiamo finalizzando è un provvedimento che dà evidenza dello spirito di collaborazione dimostrato tra i partecipanti al tavolo. Un testo che potrà accogliere ulteriori miglioramenti durante l’esame del Parlamento».

Il decreto prevede misure di supporto alle imprese per l’adozione di sistemi di gestione della salute, l’estensione anche alle coppie conviventi non sposate delle tutele che prevedono, in caso di morte sul lavoro, una rendita per il coniuge superstite commisurata al 50% della retribuzione fino alla morte o a nuovo matrimonio, norme sulla digitalizzazione e un aggiornamento della disciplina dei ricorsi (spostando la competenza dal ministero all’Ispettorato del lavoro). Nell’incontro sono state indicate altre possibili misure da introdurre nello schema di decreto, come la definizione di nuove modalità per la valutazione dello stress sul lavoro (anche per chi opera in smart working).

Il ministro Calderone ha anche anticipato una prossima convocazione delle parti per un confronto sulle politiche attive del lavoro e sulle misure e le iniziative utili a migliorare l’incontro tra domanda e offerta di lavoro e la formazione continua dei lavoratori. Calderone punterebbe a mettere sul piatto 2 miliardi per il Fondo nuove competenze, da coprire attraverso i fondi europei.

Un giudizio fortemente critico è stato espresso dalla Cgil. “Pur riconoscendo alcuni elementi positivi, si tratta di interventi estremamente limitati, che non affrontano in modo adeguato le reali emergenze”, ha commentato la segretaria confederale della Cgil, Francesca Re David. “Restano infatti del tutto irrisolti alcuni nodi fondamentali, come la qualificazione delle imprese, e rispetto dei contratti: la maggior parte degli incidenti avviene in aziende non qualificate. Il decreto non introduce alcuna misura incisiva su questo fronte, nonostante sia uno dei principali fattori di rischio”, ha rimarcato.  “Inoltre, in merito al sistema ispettivo  permane una grave carenza di controlli, che il provvedimento non contribuisce a risolvere. Nessuna revisione è stata introdotta sul sistema degli appalti, nonostante gli impegni presi a livello istituzionale per garantire maggiore trasparenza e sicurezza. E non vi è alcun rafforzamento dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza (Rls) e dei Responsabili del Servizio di Prevenzione e Protezione (Rspp). È stata proposta l’introduzione di un badge che, oltre a qualificare il lavoratore, auspichiamo possa garantire una maggiore tutela e sicurezza, come già è stato fatto nei cantieri edili di Roma”. Sul fronte delle risorse aggiuntive, queste “non trovano ancora riscontro concreto nel testo del decreto”. “Il decreto contiene misure parzialmente positive, ma di portata estremamente limitata. La soluzione per le reali questioni di fondo, che erano state annunciate, non sono state né identificate né presentate”, ha concluso.

“L’incontro di oggi con la Ministra Calderone sembra aver colto diverse nostre richieste che ci auguriamo trovino presto formalizzazione. Con quattro morti sul lavoro solo nella giornata di ieri e un tasso di irregolarità dell’86% su salute e sicurezza, non possiamo rimanere fermi”, ha dichiarato la segretaria confederale della Uil, Ivana Veronese. “Bene la proposta di introdurre il badge elettronico, una nostra specifica richiesta, al fine di identificare il lavoratore e la lavoratrice, il loro percorso formativo e il contratto applicato. Condivisibili, inoltre, sia l’intenzione di affrontare il tema della violenza e delle molestie sul lavoro, anche con il suo inserimento nella valutazione dei rischi, sia l’obiettivo di aggiornare le linee guida sullo stress-lavoro correlato. Sembra aver trovato finalmente accoglienza anche la nostra battaglia sull’estensione della copertura assicurativa per le studentesse e gli studenti coinvolti PCTO, anche agli spostamenti casa-lavoro. Resta, però, irrisolto il nodo dei circa 600 milioni di euro, promessi lo scorso maggio dalla Presidente del Consiglio, sul cui impiego attendiamo di conoscere i dettagli. Questo – ha precisato Veronese – malgrado abbiamo fatto molte proposte in merito come l’incremento delle prestazioni esistenti, delle misure specifiche a favore dei superstiti delle vittime sul lavoro e il rafforzamento della formazione, anche tramite fondi interprofessionali”.

“Ribadiamo, poi, la necessità di coinvolgere a questi tavoli anche il Ministero della Salute, attore imprescindibile nella prevenzione e per il coordinamento dell’attività anche ispettiva delle Asl. Rimaniamo, infine, in attesa del decreto annunciato per fine settembre e della convocazione di un tavolo, così come era stato promesso, per affrontare il tema degli appalti e subappalti. Siamo disponibili, come sempre – ha concluso Veronese – a partecipare attivamente a questo ‘cantiere aperto’, per costruire un sistema di tutele più efficace e inclusivo”.

 

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