COLLI D'ORO, PERIFERIA NORD DI ROMA

Il Pnrr DEMOLISCE l’ecomostro e porta il Palazzetto. Storie di rigenerazioni difficili

Una storia lunga e travagliata, quella del Parco di Colli d’Oro a Labaro. Una ferita aperta da oltre dieci anni che finalmente verrà chiusa

26 giugno

26 Giu 2024 di Giusy Iorlano

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Il Pnrr DEMOLISCE l’ecomostro e porta il Palazzetto. Storie di rigenerazioni difficili

Una ferita aperta da oltre dieci anni che, finalmente, verrà chiusa. Stiamo parlando di un vero e proprio ecomostro nella Capitale: il palazzetto dello sport, incompiuto e abbandonato, del Parco di Colli d’Oro a Labaro, nella zona nord di Roma. Avrebbe dovuto ospitare la mai nata Casa Lazio, ma in realtà la struttura non è mai stata completata e, da dodici anni, deturpa l’area.  In autunno comincerà il cantiere per la costruzione del nuovo impianto polifunzionale, un nuovo centro sportivo per attività outdoor e indoor, che nelle previsioni del Comune sarà pronto per i primi mesi del 2026.

I fondi

Per il nuovo palazzetto sono stanziati 17,54 milioni del Pnrr del bando “Sport e Inclusione Sociale”. Il costo delle operazioni di abbattimento e smaltimento, invece, avverrà con i fondi capitolini: circa 1,2 milioni di euro. Lavori di demolizione che non saranno affatto semplici. Occorrerà rimuovere i pilastri, i setti degli ascensori e quelli verticali che avrebbero dovuto accogliere le gradinate degli spalti così come la parte dei solai del primo livello. Via anche la vasca di raccolta acqua piovana, priva del solaio di copertura e ruotata di 90° rispetto alla previsione progettuale approvata. C’è anche lo scavo della piscina, rimasto tale, e il piano di fondazione relativo alla zona servizi.

La storia

Una storia lunga e travagliata, quella del Parco di Colli d’Oro a Labaro. Nel 2006 il parco pubblico venne dato in concessione alla S.S.D. Lazio Pallavolo, una società pallavolistica maschile e femminile di Roma, per permettere la costruzione di un palazzetto dello sport. L’idea era quella di avere una cittadella dello sport con un  palazzetto polivalente, un impianto natatorio scopribile, un edificio in aderenza destinato al supporto delle attività natatorie, un edificio per la palestra pallavolo e pallacanestro con tribune per 1100 posti e servizi per il pubblico, una hall, tre locali dedicati alla muscolazione completi di spogliatoi ed altri servizi di supporto, parcheggi (350 posti auto), un edificio zona benessere e massaggi, campo volley esterno con tribune, uno stabile foresteria. Un progetto, questo, che rientrava in un piano di riqualificazione  che prendeva in considerazione anche il fatto che la  città di Roma avrebbe ospitato i campionati mondiali di nuoto del 2009 e di pallavolo del 2010.

Ma  i lavori, in realtà, cominciarono solo nel 2012. E con tanti ostacoli. In primis la protesta dei residenti del quartiere che attraverso un comitato ha raccolto circa 4 mila firme contro la costruzione del palazzetto all’interno del parco. Tra presidi, manifestazioni e ricorsi al Tar (respinti) per richiedere la sospensione dei lavori (secondo i ricorrenti  il progetto approvato dalla Giunta Capitolina non rispettava il Regolamento che dà diritto ai cittadini di partecipare ai progetti di trasformazione urbana; non rispettava le procedure relative al vincolo paesaggistico imposto anche sull’area verde come zona di interesse archeologico e non conservava gli  impianti arborei che sono stati invece abbattuti).
Si è arrivati al 2015 quando, constatate inadempienze e ritardi da parte del privato, Roma Capitale ha decretato la decadenza della concessione e la risoluzione del contratto dell’area assegnata. Da allora sono seguiti anni di abbandono, incuria e vandalismi, con la struttura che si è trasformata sempre più in uno scheletro di cemento e ferri arrugginiti, mentre le varie amministrazioni che si sono susseguite cercavano di mettere ordine sulle competenze. I residenti nel frattempo hanno lanciato  una petizione  per chiedere il ripristino dell’area con il reimpianto degli alberi tagliati e la restituzione del parco ai cittadini del quartiere e dell’intero municipio XV.

Il progetto

Si arriva al 2023 quando il progetto di fattibilità dell’impianto sportivo di Colli d’Oro viene consegnato a Sport e Salute (la società del Mef costituita nel 2019). Il progetto del nuovo impianto sportivo comprende un palazzetto da mille posti e un grande spazio outdoor per attività all’aperto, per un valore di 18 milioni di euro. Il progetto è stato realizzato dalla PMF in team con l’Arch. Gabriele Farre (Studio Farre Stevenson), l’ing. Stefano Vellucci (Aetos ingegneria) e l’ing. Luca Grossi (EFM Ingegneria).
L’impianto, sottolinea la società di ingegneria “è progettato nel rispetto delle norme DNSH, utilizzando una copertura a verde in modo da minimizzare l’impatto visivo, e sarà ad impatto energetico prossimo allo zero (Near Zero Energy Building – NZEB) in virtù di un importante utilizzo di impianti di produzione di energia da fonte rinnovabile (solare termico e fotovoltaico)”. Il tetto dell’impianto, infatti, sarà rivestito di piante in grado di abbassare le temperature estive mentre nell’area verde esterna, che sarà riqualificata, saranno piantumati 140 nuovi alberi selezionati con esperti di botanica. In base ai rendering presentati la struttura portante sarà in
cemento ma le pareti saranno a vetro, all’esterno ci saranno gradoni in marmo e le vetrate consentiranno di assistere, anche da fuori, alle attività sportive. Il palazzetto si svilupperà su un’area di 3.700 metri quadrati e potrà ospitare partite di basket, pallavolo e calcio a 5 oltre ad altre discipline, come le arti marziali. All’esterno, la cavea da 500 posti sarà destinata ad attività culturali e musicali estive. Inoltre, sono previsti interventi per realizzare un’area sportiva outdoor. Verrà costruito un percorso che collega il plesso scolastico a Ovest del parco e, lungo il tragitto, ci saranno spazi per campi da calcio a 5, basket e aree dedicate agli urban sport e altre discipline emergenti.
Il progetto si inserisce nel più ampio recupero degli impianti sportivi comunali in disuso. “Stiamo recuperando i centri sportivi morosi, stiamo sbloccando iter fermi da tempo come per il campo Artiglio e la piscina ex Azzurra 7 al Quarticciolo e vogliamo dotare ogni zona di un proprio palazzetto – ha spiegato l’assessore allo Sport della Capitale Alessandro Onorato – oltre questo di Colli d’Oro, solo per citarne due, sono già partiti i lavori per il Pala Corviale e sono finanziati quelli per il Pala Cesano. E poi vorrei ricordare la riapertura del Pala Tiziano, abbandonato per anni e tornato con noi a ospitare migliaia di spettatori”, ha concluso.

La protesta

Ma non è tutt’oro quel che luccica. L’impianto non piace ai residenti che hanno raccolto le firme contro il progetto di Roma Capitale chiedendo spazi pubblici per il territorio e non un palazzetto dello sport privato. Il Comitato Colli d’Oro, infatti, ritiene “impensabile che una struttura pubblica, costruita su terreno pubblico, finanziata con i soldi del Pnrr – si legge sul sito – possa essere data in gestione ad uso esclusivo di società private, senza nessuna contropartita che interessi la fruizione pubblica della struttura”. Con questi presupposti è stata, così, formulata e protocollata al XV Municipio ed alla Commissione Speciale del Pnrr del comune di Roma, una contro-proposta in cui si chiede un confronto per valutare di ridurre il progetto edificatorio al solo nuovo palazzetto nell’area oggi occupata dal rudere e di aprire l’uso del palazzetto dello sport in maniera regolamentata ai comuni cittadini.
Secondo il Comitato Colli d’Oro questo comporterebbe diversi benefici: “il risparmio del consumo di suolo e di alberature determinato dal costruire a lato del palazzetto due campi sportivi aperti polifunzionali; la possibilità per gli abitanti di svolgere quelle attività sportive di base, pallavolo, basket, calcetto con qualsiasi tempo meteorologico, d’estate come d’inverno; un forte risparmio per le casse comunali dei costi di manutenzione, vigilanza”.

Leggi la scheda Pnrr

 

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