La giornata
Pa, la Consulta fa saltare il tetto di 240 mila euro degli stipendi pubblici
- Piano Mattei, Meloni in Etiopia verifica lo stato di avanzamento del progetto del lago Boye
- Frejus, stasera riapre al traffico la seconda canna
- Ponte sullo Stretto, oggi cda. Salvini: obiettivo arrivare al Cipess entro la prossima settimana
- Bankitalia: domanda di credito debole dalle imprese edili e manifattura
- Materie prime, la Consulta: il dl del 2024 non lede le competenze della Sardegna
IN SINTESI
Salta il tetto dei 240 mila euro degli stipendi dei dirigenti e manager pubblici. A stabilirlo, ieri, è stata la Corte Costituzionale secondo la quale il limite massimo della retribuzione deve tornare a far riferimento al trattamento del primo presidente della Corte di Cassazione. Secondo la Consulta, la previsione di un “tetto retributivo” per i pubblici dipendenti non contrasta di per sé con la Costituzione, ma è illegittimo quanto previsto dal decreto-legge del 2014 che aveva fissato tale limite a 240.000 euro lordi, invece che nel trattamento economico spettante al primo presidente della Corte di cassazione. È in base a tale parametro, come fino al 2014, che il “tetto” dovrà essere definito con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, previo parere delle Commissioni parlamentari competenti. Il limite massimo retributivo era stato introdotto con un decreto-legge del 2011 (Governo Monti) per tutti coloro che ricevono emolumenti o retribuzioni a carico delle finanze pubbliche, mediante rinvio allo stipendio del primo presidente della Corte di cassazione. Con il decreto-legge del 2014 del Governo Renzi, invece, il “tetto retributivo” era stato determinato nel suo ammontare in misura fissa, con una significativa decurtazione del trattamento economico di alcuni magistrati. “Per i primi anni in cui la norma ha trovato applicazione essa è stata ritenuta non costituzionalmente illegittima – spiega la Corte – poiché considerata una misura straordinaria e temporanea, giustificata dalla situazione di eccezionale crisi finanziaria in cui versava il Paese. Con il trascorrere del tempo, tuttavia, essa ha definitivamente perso quel requisito di temporaneità, posto a tutela della indipendenza della magistratura e necessario ai fini della sua compatibilità costituzionale”.“L’odierna pronuncia – sottolinea la Consulta – si pone in linea con i principi ai quali si ispirano plurimi ordinamenti costituzionali di altri Stati. Nello stesso senso, del resto, si è espressa la Corte di giustizia dell’Unione europea, con la sentenza del 25 febbraio 2025” nella quale “è stata analogamente censurata la riduzione del trattamento retributivo dei magistrati”. La Corte costituzionale ha inoltre ritenuto che l’incostituzionalità della norma, in ragione del carattere generale del “tetto retributivo”, “non possa che operare in riferimento a tutti i pubblici dipendenti. Trattandosi di una incostituzionalità sopravvenuta, la declaratoria di illegittimità non è retroattiva e produrrà i suoi effetti solo dal giorno successivo alla pubblicazione della sentenza nella Gazzetta ufficiale della Repubblica italiana”. Il limite massimo sale così a 311.58,23 euro. L’effetto di questa sentenza è l’aumento della retribuzione pr un migliaio di dirigenti pubblici di prima fascia, di magistrati e di manager di società controllate dallo Stato.
Piano Mattei, Meloni in Etiopia verifica lo stato di avanzamento del progetto del lago Boye
Nel corso della visita in Etiopia, il presidente del Consiglio Giorgia Meloni e il primo ministro etiope Abiy Ahmed Ali si sono recati a Jimma per verificare lo stato di avanzamento del progetto di riqualificazione del lago Boye, bacino artificiale creato in passato dalla collettività italiana locale e poi lasciato in stato di abbandono, prospicente la città nella regione dell’Oromia. Il progetto rappresenta uno degli interventi più significativi del Piano Mattei per l’Africa e della cooperazione italo-etiopica. Grazie ad un investimento italiano di 25 milioni di euro, l’area del lago è stata bonificata con l’obiettivo di trasformarla in un polo turistico legato anche alla cultura e alla tradizione del caffè, settore che trova nella regione le sue origini storiche e che contribuisce fortemente alle esportazioni e all’occupazione etiopica. In particolare, anche grazie all’invio dall’Italia di una macchina dragatrice, sono stati rimossi detriti e flora invasiva su una superficie di 35 ettari, ampliando la superficie lacustre e migliorando la qualità dell’acqua. È stata inoltre effettuata la riqualificazione del paesaggio e delle aree verdi urbane circostanti, intervenendo su 19 ettari e attraverso la piantumazione di tremila nuovi alberi, rafforzando il contrasto all’erosione. Sono stati anche realizzati interventi su mobilità e connettività, realizzando strade e arterie pedonali e ciclabili attirando anche investimenti per la costruzione di hotel internazionali. Durante il sopralluogo, Abiy ha ringraziato Meloni per il supporto concreto e ha sottolineato il significativo impatto in termini occupazionali che il progetto ha generato in un’area caratterizzata da un alto tasso di disoccupazione giovanile. L’intervento, avviato nel settembre 2024 e sostanzialmente giunto a compimento, ha già creato un indotto di 3500 posti di lavoro e sta fungendo da volano per l’afflusso di ampi investimenti pubblici etiopici e privati, e sta generando molteplici opportunità per la popolazione locale in diversi settori.
Frejus, stasera riapre al traffico la seconda canna
Dopo l’inaugurazione ieri, riapre stasera al traffico, alle ore 20, la seconda canna del Traforo del Frejus che collega l’Italia con la Francia tra i comuni di Bardonecchia, in Piemonte, e Modane, nel dipartimento della Savoia. “Un evento storico per i collegamenti transalpini”, sottolinea il ministero delle Infrastrutture e Trasporti. La nuova galleria, infatti, permette di adeguare questa infrastruttura centrale per il traffico merci e passeggeri europeo ai più recenti standard di sicurezza, consentendo la separazione dei flussi di traffico e un importante potenziamento della rete di collegamento stradale con la Francia. L’inaugurazione si è svolta prima nel comune di Modane in Francia e, a seguire, nel comune di Bardonecchia (TO) alla presenza del vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, e del ministro dei Trasporti francese, Philippe Tabarot. L’ampliamento, con una nuova canna di 12,9 km di lunghezza e 8 metri di diametro che si affianca a quella esistente, rende il Traforo del Frejus la più lunga galleria stradale europea a doppia canna. Questa configurazione consente la separazione dei transiti in ingresso ed in uscita riducendo il rischio di incidenti e ottimizzando la gestione dei flussi, migliorando notevolmente la sicurezza e la fluidità della circolazione tra Italia e Francia. L’infrastruttura è un nodo centrale della mobilità europea e del corridoio TEN-T Mediterraneo, fondamentale per la crescita economica e sociale dei territori interessati. La nuova canna è stata progettata seguendo i più rigorosi standard europei in termini di sicurezza e sostenibilità ambientale, con soluzioni tecniche all’avanguardia per garantire interventi tempestivi in caso di emergenza. Il progetto di ampliamento è stato realizzato dalle due concessionarie, la francese SFTRF e l’italiana SITAF (Gruppo ASTM).Caratteristiche principali dell’opera: separazione dei flussi di traffico: ogni canna è dedicata a un solo senso di marcia (una verso la Francia con banchina di supporto, una verso l’Italia con corsia di emergenza), riducendo il rischio di incidenti; posto di Controllo Centralizzato (PCC) di ultima generazione: posizionato all’ingresso lato Italia, è una cabina di regia binazionale che coordina il traffico e gestisce i sistemi di ventilazione, segnaletica e impianti di sicurezza di entrambe le canne (G1 dalla Francia all’Italia e G2 dall’Italia alla Francia); rifugi: sono stati realizzati 34 rifugi di sicurezza pedonali (18 in Francia, 16 in Italia), distanziati mediamente ogni 350-400 metri, per un’evacuazione rapida e sicura; by-pass carrabili e vie di fuga: la galleria è dotata di 9 by-pass carrabili (5 in Italia e 4 in Francia) per il passaggio dei mezzi di soccorso. Ieri Salvini ha effettuato anche un sopralluogo al cantiere di San Didero, dedicato alla Linea ad Alta Velocità Torino Lione. È uno dei cantieri assaltati dai No Tav. Salvini ha voluto andarci di persona, riferisce il Mit, per esprimere solidarietà e apprezzamento ai lavoratori e alle forze dell’ordine. “Indipendentemente dalle opposizioni a questo progetto arriveremo alla fine del cantiere. Molto denaro è stato investito, nessuno fermerà mai questi cantieri”, ha assicurato il ministro francese Tabarot.
Ponte sullo Stretto, oggi cda. Salvini: obiettivo arrivare al Cipess entro la prossima settimana
E’ convocato per oggi il cda della società Stretto di Messina con all’ordine del giorno l’esame finale della documentazione che sarà sottoposta dal Mit al Cipess. Alla riunione parteciperà il ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini. “L’obiettivo è di arrivare al Cipess, quindi all’approvazione del progetto definitivo per 13,5 miliardi di finanziamento tutto italiano, entro la settimana prossima e alla precantierizzazione a settembre”, ha detto Salvini, parlando a margine dell’inaugurazione della seconda canna del traforo del Frejus. “Quindi – ha aggiunto – anche i No Ponte come i No Tav e i e No Mose se ne faranno un ragione, dare diritto di mobilità a 5 milioni di siciliani mi sembra doveroso”. “Tunnel, ponti, porti, aeroporti, viadotti, gallerie sono fondamentali non solo dal punto di vista ingegneristico e ambientale, ma anche come segno morale. In un momento in cui ci sono troppi conflitti, lavorare per unire, ridurre le distanze è un atto amministrativo ma anche politico con la P maiuscola. Sono anche dei segnali di pace, avvicinano i popoli – ha detto ancora il vicepremier – la politica può dividersi su tutto ma non sulle infrastrutture che sono spine dorsali” dell’economia.
Bankitalia: domanda di credito debole dalle imprese edili e manifattura
Nel secondo semestre del 2024 la domanda di credito da parte delle imprese si è ridotta in tutte le aree del Paese, in modo particolare per le imprese edili delle regioni del Centro Sud, per quelle manifatturiere del Mezzogiorno e dei servizi nel Centro Nord. E’ quanto emerge dai risultati dell’indagine Regional Bank Lending Survey, condotta dalle filiali regionali della Banca d’Italia su un campione di 237 banche e relativa al secondo semestre del 2024. Il documento fornisce indicazioni sulla domanda di finanziamenti di imprese e famiglie e sulle politiche di offerta adottate dalle banche, con disaggregazione per area geografica e settore economico. Inoltre vengono illustrate alcune caratteristiche dei mutui alle famiglie. Sulla riduzione della domanda hanno inciso la debolezza dell’attività di investimento e l’ampio ricorso all’autofinanziamento. Nello stesso periodo le politiche di offerta di credito alle imprese sono rimaste pressoché invariate e improntate alla prudenza in tutti i territori. Tuttavia, si sono ridotti gli spread applicati in media sui nuovi finanziamenti. È ovunque aumentata la domanda di mutui per l’acquisto di abitazioni da parte delle famiglie, a fronte di una sostanziale stabilità delle richieste di crediti per finalità di consumo. Le politiche di offerta dei mutui per l’acquisto di abitazioni, che nel primo semestre dell’anno avevano subito un lieve irrigidimento, sono state moderatamente allentate nel secondo semestre. La durata media dei mutui erogati nel 2024 si è lievemente ridotta e il rapporto tra il valore del finanziamento e quello dell’immobile (loan-to-value at origination) è rimasto sostanzialmente stabile. Le condizioni di offerta dei prestiti finalizzati al consumo sono state improntate a una maggiore cautela rispetto alla prima metà dell’anno. Nel secondo semestre del 2024 è tornata ad aumentare la domanda di depositi da parte dei risparmiatori e le banche hanno ridotto le remunerazioni riconosciute sugli strumenti della raccolta.
Materie prime, la Consulta: il dl del 2024 non lede le competenze della Sardegna
Il decreto legge relativo a Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico non lede le competenze legislative e amministrative della Regione autonoma della Sardegna. Lo ha stabilito la Corte Costituzionale con la sentenza depositata ieri con la quale ha dichiarato in parte inammissibili e in parte infondate le questioni di legittimità costituzionale promosse dalla Regione autonoma della Sardegna con riferimento ad alcune disposizioni del decreto legge con le Disposizioni urgenti sulle materie prime critiche di interesse strategico riguardanti il procedimento di riconoscimento del carattere strategico di un progetto di estrazione, trasformazione o riciclaggio di materie prime critiche strategiche, le procedure di autorizzazione dei progetti riconosciuti strategici, le modalità di avvio delle attività di ricerca di materie prime critiche e le modalità di approvazione degli strumenti di pianificazione e programmazione delle materie prime critiche.
Prysmian: accordo quadro con Terna per il potenziamento della rete elettrica
Prysmian si è aggiudicata un accordo quadro con Terna per il potenziamento della rete elettrica italiana. Il contratto quadro, della durata di tre anni con possibilità di estensione da parte di Terna per un ulteriore anno, ha un valore potenziale complessivo pari a 382,5 milioni di euro. L’accordo – secondo quanto indicato in un comunicato – prevede la fornitura di cavi Hvac e di servizi di manutenzione per cavi ad alta tensione da parte di Prysmian. In questo contesto, Terna si impegna ad acquistare un minimo di 50 km di cavi ad alta tensione ogni anno, riservandosi la possibilità di incrementare sensibilmente tale quantitativo. “L’accordo rafforza ulteriormente il ruolo centrale di Prysmian nel supportare l’evoluzione della rete di trasmissione elettrica, in risposta alla crescente domanda e contribuisce contemporaneamente alla transizione energetica. Il riconoscimento è in linea con la strategia di Terna di sviluppo e ammodernamento della rete di trasmissione nazionale per sostenere gli obiettivi delineati dal Green Deal europeo e dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima”. Per la produzione di questi cavi, Prysmian si avvarrà degli impianti di Pignataro Maggiore, in Campania, dove sono stati recentemente investiti oltre 20 milioni di euro per aumentare la capacità produttiva, inclusa quella dei cavi ad alta tensione. “Collaboreremo a stretto contatto con Terna per rendere la rete elettrica italiana ancora più affidabile e resiliente – spiega Marcello Del Brenna, Ceo Prysmian Europa – contribuendo concretamente alla transizione energetica e, allo stesso tempo, sostenendo l’economia italiana attraverso la produzione di questi cavi nel nostro stabilimento di Pignataro Maggiore, in provincia di Caserta”.
Edison Energia e IPlanet insieme per la transizione energetica: mobilità elettrica e ricariche 100% green
Edison Energia, la società del Gruppo Edison attiva nella vendita di energia elettrica e gas a famiglie, imprese e servizi a valore aggiunto al segmento retail, e IPlanet, società attiva nello sviluppo di infrastrutture di ricarica ad alta potenza con l’obiettivo di accompagnare gli italiani nel processo di transizione energetica offrendo energia più sostenibile, hanno firmato una partnership per incentivare l’utilizzo della mobilità elettrica e promuovere la diffusione dell’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nei trasporti. L’accordo rappresenta un passo concreto verso la digitalizzazione e transizione energetica di questo settore e del Paese, offrendo ai clienti soluzioni di ricarica alimentate al 100% da energia green, grazie ai pannelli fotovoltaici installati, alle batterie di accumulo e ai contratti di fornitura di energia green fornita da Edison Energia. L’intesa consentirà ai clienti dell’app Edison Plug&Go + di godere di uno sconto del 20% nelle stazioni di ricarica IPlanet presenti sulla piattaforma, situate sia in città che nelle strade extraurbane ad alto scorrimento. Gli stessi prezzi saranno disponibili per i clienti Edison Plug&Go+ che utilizzeranno l’app IPlanet. I clienti di IPlanet ed IP potranno invece usufruire di un’offerta green luce e gas dedicata che prevede uno sconto complessivo fino a 50 euro annui sulla quota fissa di commercializzazione nella fornitura di luce e gas. IPlanet punta ad arrivare a 3.000 punti di ricarica Ultra-Fast in Italia, distribuiti su oltre 500 aree di servizio, consolidando la propria posizione tra i principali player di ricarica rapida in Italia. La società è focalizzata in particolare sul segmento High Power Charging (HPC), con soluzioni che garantiscono tempi di ricarica ridotti, senza rinunciare alla possibilità di ricarica in corrente alternata (AC). “Con questa partnership con IPlanet, rafforziamo il nostro impegno per la transizione energetica dei trasporti, promuovendo l’utilizzo di energia elettrica da fonti rinnovabili e soluzioni di ricarica 100% green. Grazie alla digitalizzazione dei servizi e alle opportunità offerte dal mercato libero, rendiamo l’accesso alla mobilità elettrica più semplice, conveniente e sostenibile. Il nostro obiettivo è accompagnare i clienti nel cambiamento, integrando tecnologia, efficienza e vantaggi economici in un ecosistema energetico evoluto”, ha dichiarato Massimo Quaglini, Amministratore Delegato di Edison Energia. “Questa collaborazione con Edison Energia rappresenta un tassello fondamentale della nostra visione: costruire un’infrastruttura capillare, veloce e sostenibile per la mobilità elettrica in Italia. Vogliamo offrire ai nostri clienti un’esperienza di ricarica dove si uniscono sostenibilità, rapidità, digitalizzazione ed efficienza. Le nostre infrastrutture di ricarica, alimentate al 100% da energia rinnovabile certificata, permetteranno a chiunque scelga IPlanet di vivere l’elettrico come scelta di valore, capace di ridurre l’impatto ambientale e di contribuire alla transizione verso una mobilità sostenibile a zero emissioni”, ha dichiarato Pasquale Cuzzola, Amministratore Delegato di IPlanet.
Casa green, Tavolo ‘Un patrimonio da salvare’: Il governo abdica alla sfida della riqualificazione energetica degli edifici
“Alla luce delle circostanze, non è più possibile ricondurre i ritardi a mere contingenze tecniche. L’esclusione della direttiva EPBD IV dalla legge di Delegazione europea configura una scelta politica che, di fatto, marginalizza la transizione energetica degli edifici nel quadro della strategia energetica nazionale, rinviando sine die l’attuazione di misure concordate in sede europea e sottoscritte dallo stesso Governo italiano”. Lo affermano le associazioni che aderiscono al tavolo interassociativo “Un patrimonio da salvare”: Aem – Associazione Energy Managers, AiCarr , Aipe, Altroconsumo, Anaci Milano, Anfit, Aning – Associazione Nazionale Ingegneri, Anit, Anpe– Associazione Poliuretano Espanso rigido, Arse, Assocond CO.NA.FI, Assovernici, Gruppo pitture e vernici Federchimica-Avisa, Consiglio Nazionale degli Ingegneri, Cortexa– Eccellenza nel Sistema a Cappotto, Energiesprong Italia, Federcomated, Federazione Filiera Legno, F.I.V.R.A., ISI Ingegneria Sismica Italiana, Legambiente, Kyoto Club, Rete Professioni Tecniche, Renovate Italy, Rete Irene, SBA -Smart Buildings Alliance for Smart Cities ETS. Le associazioni esprimono “sconcerto e forte preoccupazione per l’assenza, nel disegno di legge di Delegazione europea 2025 approvato dal Consiglio dei ministri del 22 luglio 2025, di un esplicito riferimento al recepimento della direttiva 2024/1275/UE (EPBD IV) sulla prestazione energetica degli edifici”.
“L’Italia è tenuta giuridicamente a recepire la direttiva entro maggio 2026. A oggi, tuttavia, non risultano ancora avviate iniziative normative o programmatiche, pur trattandosi di un’opportunità strategica per una politica industriale ed economica coerente con gli obiettivi energetici e ambientali del Paese. L’omissione, in un passaggio legislativo rilevante, rischia di trasmettere un segnale di scarsa attenzione a un tema cruciale per lo sviluppo sostenibile. Questa situazione appare in evidente contrasto con gli impegni formalmente assunti dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica nell’atto di indirizzo politico 2024–2026, che prevede esplicitamente il recepimento della direttiva e la predisposizione dei relativi atti e strumenti nei tempi stabiliti. Tale mancanza di indirizzo si inserisce in un contesto già segnato da evidenti difficoltà: le attività di riqualificazione energetica risultano in forte rallentamento e i volumi di intervento appaiono ormai insignificanti rispetto agli obiettivi europei e nazionali. Le ricadute negative sul sistema economico e sociale sono significative, interessando una filiera che contribuisce in modo rilevante al PIL, all’occupazione e all’innovazione del comparto edilizio”, avvertono.
“In assenza di un intervento tempestivo, si profilano rischi concreti: un ulteriore indebolimento del comparto della riqualificazione energetica, con una drastica contrazione degli interventi; il protrarsi della condizione di povertà energetica per milioni di famiglie, senza una strategia strutturata di contrasto, mentre i costi energetici continuano a essere insostenibili; la dispersione delle competenze professionali e del patrimonio di specializzazione, costruito in anni di formazione e innovazione, con la progressiva dismissione delle strutture organizzative e produttive; la compromissione degli obiettivi di sicurezza e autonomia energetica nazionale; il possibile avvio di nuove procedure di infrazione da parte dell’Unione Europea che si sommerebbero alle numerose già pendenti in materia ambientale, con conseguenti impatti sulla credibilità della Nazione in ambito comunitario. Per queste ragioni, il Tavolo interassociativo rivolge un appello urgente alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e i Ministri Calderone, Foti, Giorgetti, Pichetto Fratin, Salvini e Urso affinché sia assicurato, in tempi rapidi, l’inserimento della direttiva EPBD IV nella legge di Delegazione europea; venga definito un calendario operativo chiaro, in grado di garantire il pieno recepimento della direttiva entro maggio 2026. Un intervento tempestivo rappresenterebbe un atto di responsabilità, a tutela delle famiglie, del sistema produttivo nazionale e della credibilità degli impegni assunti in sede europea. Ulteriori rinvii comprometterebbero la possibilità di attuare politiche efficaci, con conseguenze rilevanti sul piano economico, sociale e ambientale. Il Tavolo interassociativo rinnova la propria disponibilità al confronto con le istituzioni, in uno spirito di collaborazione costruttiva, per affiancarle nella definizione di strumenti concreti e coerenti con gli obiettivi europei e con le esigenze del Paese”.
Eurostat: il 5,9% ha avvertito discriminazione nella ricerca di un alloggio
Nel 2024, il 5,9% delle persone di età pari o superiore a 16 anni nell’UE ha dichiarato di sentirsi discriminato nella ricerca di un alloggio. Allo stesso tempo, il 5,2% delle persone si è sentito discriminato quando ha contattato servizi pubblici o uffici amministrativi, il 3,4% negli spazi pubblici (bar, negozi, impianti sportivi, ecc.) e il 2,6% nell’istruzione.
I tassi di discriminazione autopercepita erano più elevati tra le persone a rischio di povertà o esclusione sociale (AROPE), rispetto a quelle non a rischio in tutte le situazioni di vita esaminate. Il divario nella discriminazione autopercepita era maggiore nella ricerca di un alloggio (10,1% tra le persone a rischio contro il 4,7% tra quelle non a rischio) e nell’utilizzo dei servizi pubblici (9,2% contro il 4,2%). Anche la discriminazione autopercepita negli spazi pubblici era più diffusa tra le persone a rischio di povertà o esclusione sociale (5,7% contro il 2,8%), così come la discriminazione nell’istruzione (4,4% contro il 2,1%).
Piano Mattei, IFAD: accelerazione con due iniziative in Senegal e Costa d’Avorio
“Il Piano Mattei è un’iniziativa strategica del Governo Italiano volta a rafforzare la collaborazione e il partenariato con i paesi dell’Africa, promuovendo uno sviluppo sostenibile e paritario in sei settori: formazione, agricoltura, sanità, energia, acqua ed infrastrutture. Nell’ambito di tale piano e della storica collaborazione tra l’Italia e il Fondo Internazionale per lo Sviluppo Agricolo (IFAD) si registra un’accelerazione con due iniziative emblematiche in Senegal e Costa d’Avorio. Progetti che rappresentano un modello concreto di cooperazione multilaterale per la sicurezza e la sovranità alimentare, la resilienza climatica e lo sviluppo rurale sostenibile”. È quanto fa sapere l’IFAD in una nota. I progetti in Senegal e Costa d’Avorio sono stati inizialmente presentati nell’ambito del Rome Process, un percorso avviato dalla presidente del Consiglio Giorgia Meloni in occasione del secondo Vertice dei Sistemi Alimentari tenutosi a Roma nel 2023. Successivamente essi sono stati integrati nel Piano Mattei come esempi concreti di cooperazione multilaterale per la transizione ecologica e la sovranità alimentare.
Il Comitato Tecnico del Piano Mattei – si legge nella nota – ha recentemente approvato un prestito agevolato da 90 milioni di dollari per il progetto Support to Food Sovereignty Project in Senegal (SFSP), un’iniziativa strategica nazionale lanciata in risposta alle crisi globali (COVID-19, guerra in Ucraina, cambiamenti climatici) che hanno evidenziato la vulnerabilità del sistema alimentare senegalese. Cofinanziato da IFAD, Fondo OPEC per lo sviluppo internazionale (OFID), Banca Europea per gli Investimenti (BEI) partner locali, il progetto si propone di raggiungere 1 milione di persone nelle 12 regioni rurali del Paese (escluse Thies e Dakar). Il piano adotta un approccio modulare replicabile in altri territori. Le componenti di sviluppo del programma sono tre: promozione di colture strategiche di cereali, ortaggi, ruminanti, pollame e diversificazione agricola sostenibile. Previsto l’aumento del 30 per cento di resa delle colture principali attraverso: supporto alla ricerca applicata e fornitura di assistenza tecnica, sostegno ai sistemi di produzioni e di semi certificati adattati al cambiamento climatico, introduzione di pratiche agricole sostenibili e resilienti al clima (agroecologia, integrazione di agricoltura e allevamento, gestione delle risorse naturali e ottimizzazione dell’uso dell’acqua). Sviluppo infrastrutturale: costruzione e riabilitazione di 300 chilometri di strade per migliorare l’accesso a 36 mercati locali modernizzati e sviluppo di sistemi irrigui; e di sistemi irrigui sostenibili in 24mila ettari di terra. Inclusione economica: miglioramento dell’accesso ai mercati e al credito per i piccoli produttori e finanziamento di 2.000 iniziative imprenditoriali tra cui la sperimentazione di nove aziende agricole irrigue destinate a giovani. Beneficiari: il programma coinvolgerà direttamente circa 220mila famiglie (880mila persone), con una particolare attenzione a donne (50 per cento), giovani (50 per cento) e persone con disabilità (5 per cento), rendendoli resilienti agli shock esterni, migliorando il livello nutrizionale del 50 per cento delle famiglie coinvolte ed aumentando del 30 per cento il reddito di almeno l’80 per cento dei produttori coinvolti. Innovazione: tra gli elementi innovativi del programma figurano la digitalizzazione per l’assistenza tecnica, accesso alle informazioni di mercato e per lo sviluppo e accesso ad informazioni meteorologiche; e l’introduzione di accordi di partenariato basati sui risultati per contratti di fornitura di servizi. L’analisi economica conferma la sostenibilità del programma: tasso interno di rendimento del 19,4 per cento e valore attuale netto di 163,7 milioni USD in 20 anni.
È in fase avanzata – fa sapere l’IFAD – l’approvazione definitiva di un secondo prestito agevolato da parte italiana di 100 milioni di dollari per il progetto Agro-Industrial Pole Project in the North-East (2PAI Nord-Est). Il progetto mira ad aumentare la sicurezza alimentare e nutrizionale di 35.250 famiglie rurali (circa 220mila beneficiari) nel distretto di Zanzan in Costa d’Avorio, rafforzare la resilienza climatica e la competitività di filiere agro-alimentari con alto potenziale economico nell’area di intervento con focus particolare su riso, frutta secca, piccoli allevamenti, agroforestazione, fertilizzanti organici. In particolare: riso per ridurre le importazioni (grazie al cofinanziamento Italiano l’area per la risicoltura aumenterà da 2mila a 5mila ettari). Prodotti orticoli per rafforzare la produzione locale e ridurre la malnutrizione (400 ettari con il contributo italiano, 200 ettari senza il contributo italiano). Mais e soia per migliorare le catene di produzione dei mangimi. Igname (un tubero originario di zone tropicali e subtropicali, molto simile alla patata, usato come alimento) per diversificare la nutrizione e la dieta. Piccola zootecnia (pollo, pecore, capre), miele, anacardi e karité. Le due componenti chiave del progetto includono: promozione sistemi di produzione agricola resilienti e sostenibili, promozione di infrastrutture idriche resilienti, formazione agli agricoltori per pratiche di raccolta e conservazione dell’acqua, tecniche di conservazione post-raccolto, fornitura di servizi di informazione metereologica agro-climatica, tecniche di agroforestazione, trasformazione dei rifiuti e fornitura di fertilizzanti organici. Grazie al cofinanziamento italiano, l’area destinata alla coltivazione del riso aumenterà da 2mila a 5mila ettari. Accesso ai mercati finanziari per il potenziamento delle filiere agro-alimentari: promozione di infrastrutture di trasformazione e marketing e rafforzamento delle capacità per l’accesso ai mercati finanziari. IFAD è in contatto con Coldiretti-World Market Farmers Coalition per promuovere – adattandolo alle esigenze del paese – il modello italiano di agricoltura multifunzionale in collaborazione con le associazioni contadine locali e nazionali. Il progetto prevede l’utilizzo di energie rinnovabili e di elementi di innovazione come l’uso di tecnologie EO (Earth Observation, insieme di tecniche e sistemi che permettono di raccogliere e analizzare dati sul nostro pianeta, sia attraverso il telerilevamento che attraverso misure “in situ”) e la gestione integrata delle risorse idriche. Beneficiari: oltre al miglioramento della nutrizione di 220mila persone, il progetto formerà 30mila piccoli produttori, produttori in tecniche agricole resilienti; offrirà finanziamenti e supporto tecnico a 180 micro, piccole e medie imprese in diversi settori (riso, igname, soia, mangimi, prodotti delle api, ecc.); costituirà 40 aggregazioni di piccoli produttori rurali per l’accesso a input produttivi e finanziamenti. Partnership strategica: collaborazione con Coldiretti per lo sviluppo di mercati contadini e la valorizzazione dei prodotti locali.
Il modello di cofinanziamento multilaterale e partenariato pubblico-privato promosso da IFAD e Italia in Senegal e Costa d’Avorio può essere replicato in altri paesi prioritari per il Piano Mattei. Per esempio, in Etiopia, dove IFAD e RES4Africa collaborano con il ministero dell’Agricoltura etiope per l’accesso energia rinnovabile pulita ed affidabile destinata a irrigazione agricola e trasformazione alimentare. Questa iniziativa si inserisce in una strategia più ampia di IFAD e dell’Italia per: promuovere l’accesso all’energia nelle aree rurali; sostenere la resilienza climatica; migliorare la produttività agricola e la sicurezza alimentare.
Fincantieri colloca con successo un finanziamento ‘Schuldschein’ per 395 milioni
Fincantieri, leader mondiale della cantieristica ad alta complessità, ha completato con successo il collocamento e l’erogazione di un finanziamento senior unsecured a medio lungo termine “Schuldschein”. Il finanziamento, regolato da legge tedesca, è stato sottoscritto da 16 banche e istituzioni finanziarie nazionali ed internazionali. Il finanziamento prevede tranche con scadenza, rispettivamente, a tre anni (luglio 2028) e a cinque anni (luglio 2030) ed un importo complessivo di 395 milioni di euro. La forte domanda riscontrata ha permesso a Fincantieri di superare ampiamente il target iniziale di importo e di ottenere tassi di interesse nella parte bassa della fascia stabilita. Le principali clausole del contratto di finanziamento sono in linea con gli standard di Fincantieri e non prevedono covenant finanziari. Lo Schuldschein permette al Gruppo Fincantieri di estendere la vita media del debito a condizioni finanziarie vantaggiose. L’operazione rappresenta, sottolinea il gruppo, un’ulteriore conferma della strategia di diversificazione delle fonti di finanziamento perseguita dal Gruppo, effetto del rafforzato posizionamento competitivo e della crescente riconoscibilità della strategia industriale e dell’equity story di Fincantieri. La transazione amplia le forme tecniche di accesso al mercato dei capitali, consentendo non solo una maggiore diversificazione, ma anche un miglioramento del costo medio del debito. Nell’operazione Fincantieri è stata supportata da BNP Paribas, Commerzbank Aktiengesellschaft e UniCredit Bank GmbH in qualità di banche arrangers e dallo studio legale Hogan Lovells in qualità di legal advisor.
Panama, Ck Hutchinson guarda a un partner cinese dei porti del Canale
La conglomerata di Hong Kong CK Hutchison ha dichiarato di stare valutando la partecipazione di un “importante investitore strategico cinese” al consorzio guidato dagli Stati Uniti che sta negoziando l’acquisizione delle sue attività portuali globali, comprese quelle intorno al Canale di Panama. “CK Hutchison sta proseguendo le trattative con i membri del consorzio al fine di invitare un importante investitore strategico (cinese) a unirsi al consorzio come membro significativo”, ha dichiarato il gruppo in un documento depositato in borsa. Il gruppo ha tuttavia indicato che saranno necessarie modifiche alla composizione del consorzio e alla struttura dell’operazione affinché “sia approvata da tutte le autorità competenti”. Inoltre, non ha specificato il nome di questo investitore. Il 4 marzo, il conglomerato di Hong Kong CK Hutchison ha annunciato la vendita di 43 porti in 23 paesi, compresi quelli gestiti a Panama, a un consorzio guidato dal gestore patrimoniale statunitense BlackRock per 19 miliardi di dollari (16,15 miliardi di euro). La vendita è stata vista come una vittoria politica per Donald Trump, che si era impegnato a “riprendere” il canale dal presunto controllo cinese. Tuttavia, l’accordo è monitorato attentamente da Pechino e l’autorità di regolamentazione del mercato cinese ha annunciato a marzo di star esaminando la transazione. Secondo Bloomberg, la compagnia di navigazione cinese Cosco Shipping è disposta a unirsi al consorzio e richiede il diritto di veto o un potere equivalent
Portogallo, dopo il black out il Governo presenta un piano da 400 milioni per la sicurezza della rete elettrica
Il governo portoghese ha presentato un piano da 400 milioni di euro per rafforzare la sicurezza del sistema elettrico del Paese, in modo da evitare nuovi blackout come quello che a fine aprile ha colpito l’intera penisola iberica. L’attuazione di questo piano, composto da 31 misure, consentira’ di ‘rafforzare la sicurezza operativa della rete’, ha dichiarato la ministra dell’Ambiente, Maria da Graca Carvalho, durante una conferenza stampa. Il massiccio investimento non “si ripercuotera’” tutto “sulle tariffe’, ha assicurato la ministra, precisando che una parte del finanziamento proverra’ da fondi europei. Tra le misure previste dal piano c’e’ lo stoccaggio di energia elettrica attraverso l’installazione di batterie con una gara d’appalto prevista entro il 2026. Il governo destinera’ poi 25 milioni di euro al rafforzamnento della resilienza delle infrastrutture essenziali, come gli ospedali, alla modernizzazione dei sistemi di controllo della rete elettrica. Il Portogallo sta anche valutando la possibilita’ di un’interconnessione con il Marocco, con contatti “molto preliminari” tra i ministri degli Affari esteri dei due Paesi. ‘Potremmo prendere in considerazione la possibilita’ di collegarci a uno dei progetti esistenti. Un nuovo progetto, partendo da zero, sarebbe sicuramente molto costoso’, ha spiegato a riguardo Carvalho. Il programma d’investimenti portoghese segue quello presentato dalla Spagna a fine giugno, che punta sullo stoccaggio, su una maggiore supervisione della rete e sull’accelerazione dei progetti di energia rinnovabile.
Maria Cristina Carlini