La settimana
Dazi al 15%, arriva l’accordo tra Usa e Ue: “Ce l’abbiamo fatta, ora i dettagli”
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IN SINTESI
Quello raggiunto con gli Usa è un accordo fornisce “un quadro normativo” i cui dettagli devono essere chiariti nelle prossime settimane” e sulla base al quale “ridurremo ulteriormente i dazi su più prodotti, affronteremo le barriere non tariffarie e coopereremo per la sicurezza economica”, ha spiegato von der Leyen incontrando i giornalisti prima di ripartire dalla Scozia. Per quanto riguarda alcol, superalcolici e vino “non c’è una decisione” ed “è una questione che deve essere risolta nei prossimi giorni”. L’Irlanda è il Paese Ue più esposto ai dazi americani, seguita da Italia, Germania e Francia. Lo rivela uno studio del think tank Bruegel che ha stimato l’impatto di tariffe tra il 15 e il 30% nei Ventisette in relazione ai posti di lavoro legati all’export oltreoceano. In Irlanda, il 13% dell’occupazione è legato a settori vulnerabili come chimica, agroalimentare e riparazioni, un dato che sale ulteriormente includendo i farmaci. L’Italia segue con un’esposizione all’11%, trainata da auto, moda e farmaceutica. Germania e Francia si attestano attorno al 9%, con pesi diversi tra automotive, beni industriali e lusso.
Poi è arrivata una nota congiunta del Governo. “Nelle more di valutare i dettagli dell’intesa, giudichiamo sostenibile la base dell’accordo sui dazi al 15%, soprattutto se questa percentuale ricomprende e non si somma ai dazi precedenti, come invece era previsto inizialmente”, dichiara Meloni insieme ai due vicepremier Antonio Tajani e Matteo Salvini. “Allo stesso tempo – affermano – continuiamo a lavorare a Bruxelles per rafforzare il Mercato Unico, semplificare le nostre regole, tagliare la burocrazia, diversificare le relazioni commerciali e ridurre le nostre dipendenze. Infine, siamo pronti ad attivare misure di sostegno a livello nazionale, ma chiediamo che vengano attivate anche a livello europeo, per quei settori che dovessero risentire particolarmente delle misure tariffarie statunitensi”.
Attaccano le opposizioni. “Dazi al 15% senza alcuna reciprocità, impegni onerosissimi con gli USA per gli acquisti di energia e armi e per gli investimenti, termini da definire su farmaceutica e semiconduttori. Tutto questo dopo aver ceduto sulla Global minimim tax e le spese militari. L’accordo con Trump sui Dazi è un’intesa capestro, una resa senza condizioni dell’Europa, frutto delle divisioni tra gli Stati della UE, con il governo Meloni in prima fila a spingere per la linea morbida”, scrive su X il senatore del Pd Antonio Misiani, responsabile economia del partito. “Con Trump, una strategia suicida. Per l’Italia questi Dazi sono insostenibili, per citare il ministro Giorgetti. Ora il governo si svegli, i danni rischiano di essere enormi. Basta con le chiacchiere, serve un piano serio e credibile per sostenere le imprese e i lavoratori”, conclude. “Alla fine la lunga partita dei dazi è giunta a conclusione. E come in ogni duello c’è un vincitore – il presidente americano Trump – e uno sconfitto, anzi due: l’Unione europea e Giorgia Meloni”, scrive sui social il presidente del M5s Giuseppe Conte. “La nostra patriota della domenica in questi mesi ha vaticinato che sarebbe stata un ‘ponte con gli Stati Uniti’ e che la partita per il nostro Paese sarebbe finita zero a zero. La realtà dei fatti è un pugno nello stomaco che ci restituisce una sconfitta su tutta la linea. A partire dalla Caporetto per la nostra economia: per Confindustria i dazi al 15% significherebbero 23 miliardi di export in meno e una previsione – destinata ad aumentare – di oltre 100mila posti di lavoro a rischio”.
Negative le prime reazioni dal mondo produttivo. “Un livello dei Dazi al 15% provocherà effetti comunque molto pesanti sull’export italiano che vanno a sommarsi all’apprezzamento degli ultimi mesi dell’euro sul dollaro di quasi il 15%”, afferma la Cna giudicando non soddisfacente l’intesa raggiunta tra l’amministrazione degli Stati Uniti e la Commissione Ue. “L’Italia è uno dei principali esportatori negli Stati Uniti e quindi qualsiasi innalzamento dei Dazi avrebbe riflessi molto negativi, in particolare sul sistema delle piccole imprese”, ricorda la confederazione, secondo cui ai 67 miliardi di euro di vendite dirette, occorre sommare circa 40 miliardi di flussi indiretti che in larga parte sono beni intermedi nei settori della meccanica e della moda dove è prevalente la presenza delle piccole imprese. “Si scrive 15 ma si legge 30% – commenta il presidente della Cna, Dario Costantini – ed è una tassa ingiusta e sproporzionata che penalizza il Made in Italy ma avrà riflessi negativi anche sull’economia americana. Sono necessari sostegni e compensazioni e ci attendiamo a breve la riattivazione del tavolo sull’export a Palazzo Chigi per un confronto su strumenti e criteri per mettere a disposizione del sistema delle imprese i 25 miliardi assicurati dal governo”.
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Sì svolge oggi a Bardonecchia, in provincia di Torino, l’inaugurazione della seconda canna del del Traforo Internazionale del Frejus. L’appuntamento è alle ore 12. Presente , tra gli altri, il ministro delle Infrastrutture e Trasporti Matteo Salvini.
Maria Cristina Carlini