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Riciclo, industria da 7 miliardi ma marginalità in calo al -0,6%. Servono innovazione, diverse strategie e norme più semplici

02 Lug 2025 di Mauro Giansante

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L’industria del riciclo vale sette miliardi ma rimane un mercato complesso e frammentato, che registra anche un calo delle marginalità medie a – 0,6%. A rilevarlo è il nuovo studio dell’Osservatorio sull’Industria del Riciclo e dei Rifiuti di Agici dal titolo “I driver economici dell’industria del riciclo e dei rifiuti”, presentato ieri a Milano. Nel settore, dunque, convivono tante filiere differenziate per materiale, provenienza dei rifiuti, quadri legislativi e contesti geografici che nel tempo hanno dato vita a nicchie di mercato, limitando la crescita omogenea dell’intero comparto.

L’analisi svolta ha coinvolto cinquanta imprese nell’anno 2023: dopo un decennio di lenta ma costante espansione in termini di fatturati e volumi, oltre al calo delle marginalità, il settore necessità di nuove strategie in un contesto caratterizzato da crescenti tensioni sui mercati delle materie prime seconde e le sfide poste dagli obiettivi europei di sostenibilità. Per esplorare le dinamiche di marginalità e i meccanismi di creazione di valore, l’Osservatorio ha sviluppato un modello che ricostruisce il flusso lineare delle cinque filiere di plastica, carta, vetro, organico e Raee, coinvolgendo nove tipologie di operatori attivi lungo le varie fasi di lavorazione. L’analisi mette in luce risultati estremamente eterogenei, con l’operatore della raccolta che raccoglie solo il 2% di marginalità e il termovalorizzatore che registra la performance migliore, raggiungendo il 19%. Gli impianti di selezione di plastica e carta superano la soglia del 10%, mentre la maggioranza dei riciclatori, fatta eccezione per le cartiere (12%), si posiziona al di sotto. Al fine di validare tali evidenze, il modello di Agici è stato confrontato con un campione di 50 aziende attive nelle cinque filiere, esaminandone i principali dati economico-finanziari disponibili nel periodo compreso tra il 2017 e il 2023.

Nel 2023 il campione ha generato ricavi aggregati superiori a 7 miliardi di euro e ha realizzato investimenti per 1,04 miliardi, di cui circa 682 milioni sostenuti da aziende a partecipazione pubblica. Tuttavia, la marginalità è passata da circa il 5% del triennio 2017-2019 a un valore negativo di -0,6% nel 2023, restituendo il quadro di un settore in difficoltà nel preservare il proprio equilibrio economico nonostante la crescita dei volumi trattati. 1 un operatore della raccolta; un centro di selezione e stoccaggio (CSS) delle plastiche; un impianto di riciclo delle plastiche; un impianto di selezione della carta; una cartiera; un impianto di riciclo del vetro; un impianto di biodigestione anaerobica della FORSU; un impianto di riciclo dei RAEE; e un termovalorizzatore. Il report ha poi censito 305 operazioni di M&A effettuate tra il 2017 e il 2025, con l’obiettivo di delineare le strategie adottate dalle imprese del comparto. Il 2023 ha registrato il picco con 73 transazioni, seguito da un lieve ridimensionamento nel 2024, quando le operazioni sono state 43. Nel complesso, il 51% ha riguardato investimenti impiantistici, il 41% acquisizioni, mentre uscite dal mercato e joint venture si attestano entrambe al 4%. Infine, i flussi di capitale si sono concentrati soprattutto sul segmento dell’organico (19%), seguito da vetro (12%), plastica (9%), carta (8%) e Raee (6%).

Come intervenire? Secondo lo studio, occorre semplificare le norme coinvolgendo sia le istituzioni nazionali che europee per rinforzare la competitività. L’Osservatorio individua un intervento tripartito volto a invertire la tendenza negativa delle marginalità a partire dalla sinergia tra imprese e istituzioni. Anzitutto, un cambio di paradigma strategico nelle aziende, poi una riforma normativa orientata all’efficienza e infine un’innovazione nelle politiche industriali. Le aziende dovranno quindi riequilibrare il proprio modello di ricavi, spostando l’attenzione dalla sola gestione dei materiali alla valorizzazione e commercializzazione degli output, innalzando la qualità dei processi di riciclo e, dove necessario, dimensionando le strutture per conseguire economie di scala e facilitare l’accesso al capitale.

Parallelamente, a livello  istituzionale servirà una riorganizzazione complessiva: norme più semplici, governance unica, rafforzamento e centralizzazione dei sistemi Epr (responsabilità estesa del produttore), coordinamento tra le istituzioni nazionali e le autorità europee in modo da garantire raccolte di elevata qualità e contenere i costi di partecipazione al mercato. A livello comunitario, infine, secondo Agici servirà definire in modo univoco le caratteristiche delle materie prime seconde e assicurarne la protezione dalle importazioni non conformi per favorire la competitività delle mps rispetto alle materie vergini e rafforzare la sostenibilità economica e ambientale dell’intera industria del riciclo.

Sempre ieri, intanto, la Commissione europea ha pubblicato una valutazione sulla direttiva dei Raee. In sintesi, da un lato nell’Ue sono stati compiuti notevoli progressi nella gestione eco-compatibile e nel corretto trattamento di tutti i tipi di rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche, con la quantità di Raee raccolti aumentata significativamente tra il 2012 e il 2021. Dall’altro lato, però, la direttiva non ha ancora raggiunto pienamente gli obiettivi prefissati. La quantità di Raee raccolti è principalmente legata all’aumento delle vendite di tali apparecchiature nell’Ue. Quasi la metà dei Raee prodotti non viene ancora raccolta e la maggior parte degli Stati membri non raggiunge l’obiettivo di raccolta stabilito dalla direttiva. Inoltre, la Direttiva Raee ha avuto un impatto limitato sul miglioramento del riciclo e del recupero dei materiali. Attualmente, solo circa il 40% dei rifiuti elettronici viene riciclato nell’Unione. Ecco perché serve fare di più sia sulla raccolta che sul trattamento dei flussi. Nella futura legislazione potrebbero essere incluse apparecchiature ecologiche e digitali, e standard obbligatori per il trattamento dei Raee.

Anche il comparto dei rifiuti, insomma, è chiamato a innovarsi. Nei prossimi giorni saranno pubblicate nuove norme per migliorare l’efficienza del riciclaggio e il recupero dei materiali dalle batterie esauste. Prosegue poi il percorso della digitalizzazione dei rifiuti che dovrà affermarsi in toto da maggio 2026. In attesa, anche, dell’Atto europeo sull’economia circolare.

 

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