L'EVENTO DELL'ASSOCIAZIONE CONFINDUSTRIALE
Salvini: alla casa 400 mln di fondi Pnrr non spesi, al MIT il ministero per la casa. Le otto proposte di Assoimmobiliare
Scatenato il ministro delle Infrastrutture al convegno di Confindustria Assoimmobiliare sul Piano Casa Italia. Anzitutto la notizia che 300-400 milioni di fondi Pnrr destinati ai Pinqua non saranno spesi e che il ministro conta di riutilizzare per il Piano Casa Italia. Poi la proposta di costituire un ministero unico per la Casa, a Porta Pia, affiancando le competenze su Infrastrutture e Trasporti. Infine Salvini ha annunciato la riunione con gli stakeholder di martedì prossimo in cui presenterà i criteri della legge delega per la riforma del Testo unico dell’edilizia. Il presidente di Assoimmobiliare Davide Albertini Petroni ha chiesto il miglioramento del quadro normativo, fiscale e urbanistico per incentivare nuovi interventi pubblico-privati e l’impegno di capitali pazienti in progetti di affordable housing di nuova generazione. “Mancano 635mila nuove unità immobiliare e serve un investimento di 170 miliardi”, ha detto.

MATTEO SALVINI POLITICO
IN SINTESI
Il riutilizzo con destinazione Piano casa per 300-400 milioni di fondi Pnrr per i Pinqua che non saranno spesi; presentazione la prossima settimana dei criteri della delega per la riforma del testo unico dell’edilizia; proposta di costituire un ministero unico per la Casa al MIT: è stato il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, il protagonista dell’evento organizzato da Confindustria Assoimmobiliare sul piano casa Italia, che ha visto anche la presentazione da parte dell’associazione di otto proposte mirate a definire un quadro fiscale, urbanistico e normativo che incentivi nuovi modelli di offerta per l’affordable housing.
Salvini a tutto campo
Salvini si è anzitutto assunto un merito che finora nessuno gli aveva attribuito. “Se il mercato immobiliare ha fatto nel 2024 +34% – ha detto – è sicuramente merito dell’effervescienza economica, ma probabilmente ha contribuito in una certa misura anche la sburocratizzazione indotta del salva-casa”.
Poi una raffica di proposte. “Ci sono alcune decine di comuni – ha detto il ministro – che non arrivano a meta con i soldi a fondo perduto messi dal Pnrr sui Pinqua. Stiamo stalkerizzando al telefono perché affrettino i tempi, ma se non hai ancora fatto il contratto a questo punto, è evidente che quella riqualificazione resta sulla carta. Se su 3 miliardi non spendi 300-400 milioni, bisogna pure farci qualcosa e stiamo ragionando su come riutilizzarli sempre sul fronte casa”. Salvini non ha aggiunto ieri che ha in corso una trattativa con Bruxelles e una delle ipotesi è di costituire un fondo specifico per l’affordable housing che favorica interventi di partenariato pubblico privato, sottoscrivendo entro giugno 2026 accordi vincolanti sul piano finanziario e degli obiettivi in termini dl numero di abitazioni da realizzare e guadagnando però mesi di flessibilità (si ipotizzano uno o due anni) per la concreta realizzazione.
Su questa ipotesi si è subito inserito il pressidente di Confindustria Assoimmobiliare, Davide Albertini Petroni, che ha rilanciato, dando la disponibilità del settore a un’ipotesi di questo tipo, che vincoli i fondi Pnrr ad accordi sugli alloggi – ma anche sugli studentati – da realizzare attraverso uno strumento finanziario che consenta la partecipazione di capitali privati (soprattutto capitali pazienti) e diluisca in due anni la costruzione concreta. Le aperture arrivate dalla comunicazione “La strada verso il 2026” sul Pnrr della commissione Ue, scritta dal vicepresidente Raffaele Fitto, fanno pensare che accordi di questo tipo siano possibili e che le trattaive con Bruxelles abbiano possibilità di approdare a un risultato positivo (si veda l’articolo di Diario DIAC sul documento).
Tornando a Salvini, il ministro ha anche rivendicato per sé tutte le copetenze in materia di casa, oggi suddivise fra vari ministeri. “Mi piacerebbe che la competenza sulla casa fosse unica – ha detto – una sorta di sportello unico presso il mio ministero, che sia in grado di affrontare tutti i problemi. Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti dovrebbe diventare il Ministero delle Infrastrutture, dei Trasporti e della Casa”.
Infine il ministro ha annunciato la riunione con gli stakeholder di martedì prossimo in cui, oltre a un aggiornamento dello stato di avanzamento delle politiche abitative, presenterà i principi e i criteri della legge delega per la riforma del Testo unico dell’edilizia.
Le proposte di Confindustria Assoimmobiliare
“In Italia occorreranno nei prossimi anni 635.000 nuove unità abitative, anche attraverso riconversione di edifici esistenti, e 170 miliardi di investimenti per realizzarle”. Sono i numeri forniti dal presidente di Confindustria Assoimmobiliare, Davide Albertini Petroni, che ha fatto il punto sulle possibili soluzioni utili a fronteggiare l’emergenza abitativa oggi trasversale a tutto il territorio italiano.
“I nostri Associati hanno già realizzato negli ultimi anni 1,7 milioni di metri quadrati di edilizia residenziale sociale pari a circa 24.500 alloggi – ha continuato Albertini Petroni – ma non è sufficiente. La domanda sta crescendo esponenzialmente e per far fronte alle esigenze degli italiani è indispensabile che il governo favorisca un quadro normativo e fiscale favorevole agli investitori”. Solo così “il nostro mercato residenziale potrà diventare attrattivo non solo per i fondi pensioni e per le compagnie assicurative, attualmente i principali player di settore, ma anche per gli attori internazionali”. Per rispondere a questa domanda di case e alloggi a prezzi nuovamente accessibili, “è essenziale – ha detto il presidente di Assoimmobiliare – definire una legislazione chiara e stabile nel tempo che renda il nostro Paese allineato agli standard europei”.
Sono state quindi presentate otto proposte improntate sull’esigenza di incentivare l’affordable housing, “unica risposta possibile alla crescente difficoltà di accesso alla casa”, e sulla necessità di diversificare i modelli abitativi, introducendo ad esempio il “Build to Rent”, che prevede la costruzione di alloggi progettati per la locazione. Il pacchetto di proposte normative presentate dall’Associazione prevede:
- La revisione del regime di trasparenza fiscale per i Fondi di investimento immobiliari, che consentirebbe di ampliare la platea dei potenziali investitori tra i quali raccogliere risorse finanziarie da investire nel settore residenziale.
- La possibilità, in relazione alle locazioni e cessioni di fabbricati abitativi, di esercitare l’opzione per l’imposizione IVA da parte dei soggetti professionali che svolgano in via prevalente l’attività di locazione e il dimezzamento (dal 10% al 5%) dell’aliquota applicabile alla locazione, con conseguente ampliamento dell’offerta e possibile riduzione dei cano.
- Il riconoscimento del carattere di strumentalità degli immobili abitativi concessi in locazione, superando una classificazione contabile ormai superata; anche in questo caso, la possibilità per l’operatore di dedurre i costi di acquisto/costruzione/recupero si potrebbe tradurre nella possibilità di ampliare l’offerta, abbassare i canoni di affitto, avere più risorse per la manutenzione degli immobili;
- La riduzione dell’imposta di registro (oggi al 9%) per le compravendite di immobili residenziali effettuare da soggetti professionali; ciò agevolerebbe un maggiore coinvolgimento degli operatori professionali per i quali l’attuale imposta di registro costituisce un onere che rende antieconomiche le operazioni di investimento e locazione sui fabbricati residenziali;
- L’esenzione IMU per gli immobili residenziali concessi in locazione da investitori professionali a persone fisiche che li utilizzano come abitazione principale, garantendo una riduzione del canone di locazione equivalente al beneficio ottenuto dal proprietario locatore.
- Maggiore flessibilità nei cambi di destinazione d’uso, per favorire la riconversione di edifici già esistenti ma attualmente non destinati all’uso residenziale;
- Riduzione dei tempi per il rilascio di permessi urbanistici in tutti i casi di sviluppo di social housing, affordable housing, student housing, senior living o di abitazioni in vendita a prezzi calmierati; contributi di costruzione calcolati esclusivamente sulla maggiore volumetria nei casi di demolizione e ricostruzione con incremento volumetrico ed esenzione totale per gli alloggi di edilizia abitativa convenzionata; esenzione dall’obbligo di dotazione di parcheggi e di reperimento di ulteriori aree per servizi di interesse generale nei casi di demolizione con ricostruzione senza incremento volumetrico.
- Certezza dei termini per l’impugnazione dei titoli, fissando in 60 giorni dall’esibizione del cartello di cantiere il termine per impugnare un titolo abilitativo per la realizzazione di un intervento edilizio residenziale, garantendo così stabilità giuridica gli investimenti.