La giornata

Bce taglia i tassi di 25 punti. Lagarde: “vicini alla FINE di un ciclo”

  • Scontro frontale tra Trump e Musk. Crollano le azioni di Tesla
  • Dazi, Xi Jinping ha parlato al telefono con trump
  • Casa, la Commissione Ue avvia una consultazione sulla revisione degli aiuti di Stato per gli alloggi accessibili
  • Ocse: ad aprile l’inflazione dell’area rimane stabile al 4,2%
  • Ponte sullo Stretto, Salvini: “Con il Viminale controlli più rigorosi del Codice Appalti
  • Imprese, la composizione negoziata raddoppia: 905 le istanze presentate in 6 mesi

05 Giu 2025

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IN SINTESI

La Bce conferma le attese. Il direttivo dell’Eurotower ha ieri deciso un nuovo taglio dei tassi di interesse di 25 punti base. Si tratta dell’ottavo intervento nella scia avviata la scorsa estate. Il tasso sui depositi scende così al 2%, quello sui rifinanziamenti principali al 2,15%, quello sui prestiti marginali al 2,40%. “La decisione odierna e’ stata presa quasi all’unanimità, un solo governatore non ha sostenuto la decisione”, ha riferito la presidente della Bce Christine Lagarde in conferenza stampa a Francoforte. Ma, soprattutto, ha evidenziato, “stiamo raggiungendo la fine di un ciclo di politica monetaria”. Ma, ha puntualizzato, “non confermo una pausa” nel ciclo del taglio dei tassi. Con l’attuale livello, comunque, “siamo ben posizionati per affrontare la situazione di incertezza e prendere le decisioni appropriate di politica monetaria per mantenere fede al nostro mandato di stabilità dei prezzi”.

La banca centrale europea ha presentato le proiezioni macroeconomiche, lasciando invariata allo 0,9% la previsione di crescita per il 2025, riflettendo “un andamento nel primo trimestre più  vigoroso rispetto alle attese associato a prospettive più deboli per il resto dell’anno”. “Benché ci si attenda che l’incertezza relativa alle politiche commerciali gravi sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine – sottolinea la Bce nel comunicato finale – l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo. L’aumento dei redditi reali e un mercato del lavoro robusto consentiranno alle famiglie di spendere di più. Insieme a condizioni di finanziamento più favorevoli, ciò dovrebbe aumentare la capacità di tenuta dell’economia agli shock mondiali”. Per quanto riguarda l’andamento dei prezzi, “le misure dell’inflazione di fondo suggeriscono perlopiù che l’inflazione si attesterà stabilmente intorno all’obiettivo del 2% a medio termine. La dinamica salariale, seppur ancora elevata, continua a mostrare un’evidente moderazione e i profitti ne stanno parzialmente assorbendo l’impatto sull’inflazione. Si sono attenuati i timori che la maggiore incertezza e la risposta volatile dei mercati alle tensioni commerciali ad aprile avrebbero avuto un effetto restrittivo sulle condizioni di finanziamento”.  In questo quadro, “il Consiglio direttivo – conclude il comunicato – è determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sara’ definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”.

Nella conferenza stampa, Lagarde ha sottolineato come “le prospettive di inflazione nell’area dell’euro sono più incerte del solito, a causa della volatilità del contesto delle politiche commerciali globali. Il calo dei prezzi dell’energia e un euro più forte potrebbero esercitare un’ulteriore pressione al ribasso sull’inflazione. Tale situazione potrebbe essere rafforzata se dazi doganali più elevati portassero a una minore domanda di esportazioni nell’area dell’euro e inducessero i paesi con eccesso di capacità produttiva a dirottare le proprie esportazioni verso l’area dell’euro. Le tensioni commerciali potrebbero portare a una maggiore volatilità e avversione al rischio nei mercati finanziari, il che peserebbe sulla domanda interna e, di conseguenza, ridurrebbe anche l’inflazione. Al contrario, una frammentazione delle catene di approvvigionamento globali potrebbe aumentare l’inflazione, spingendo al rialzo i prezzi delle importazioni e aggravando i vincoli di capacità nell’economia nazionale. Un aumento della spesa per la difesa e le infrastrutture potrebbe anch’esso aumentare l’inflazione nel medio termine. Gli eventi meteorologici estremi e, piu’ in generale, la crisi climatica in atto potrebbero far aumentare i prezzi dei prodotti alimentari più del previsto”. Quanto ai prossimi passi, Lagarde ha confermato l’approccio della Bce volto a valutare passo dopo passo sulla base di dati. “Il Consiglio direttivo e’ determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine. Soprattutto nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”, ha detto.

Scontro frontale tra Trump e Musk. Crollano le azioni di Tesla

Scontro frontale Trump-Musk. ‘Gli ho chiesto di andarsene e è impazzito. Il modo migliore per risparmiare nel bilancio è porre fine ai sussidi e ai contratti governativi di Elon. Mi ha sempre sorpreso che Biden non l’avesse fatto!’, ha dichiarato il presidente. ‘Ingrato, gli ho fatto vincere le elezioni’, ha replicato  il miliardario che prima minaccia di fondare un partito e poi sferra l’attacco più pesante: ‘Trump è nei file di Epstein. Ecco perché non sono stati resi pubblici. Buona giornata, Djt!’. Per la Casa Bianca le accuse sono “un episodio sfortunato”. In questo caos, sono crollate  le azioni Tesla, bruciando 100 miliardi di dollari in due ore.

 

Dazi, Xi Jinping ha parlato al telefono con Trump

Il presidente cinese Xi Jinping ha parlato al telefono con il presidente americano Donald Trump, secondo quanto riportato dei media statali cinesi. I due leader hanno parlato ‘su richiesta’ di Trump, ha dichiarato l’agenzia di stampa Nuova Cina, senza fornire ulteriori dettagli per il momento. La discussione si inserisce in un contesto di forti tensioni commerciali e diplomatiche tra le due potenze, con il presidente americano che nei giorni scorsi aveva preannunciato la telefonata.

Casa, la Commissione Ue avvia una consultazione sulla revisione degli aiuti di Stato per gli alloggi accessibili

La Commissione europea ha avviato una consultazione, aperta fino al 31 luglio, sulla revisione delle norme in materia di aiuti di Stato per affrontare la questione dell’accessibilità degli alloggi. Tutti i cittadini, le imprese, le autorità pubbliche o le associazioni interessati possono contribuire rispondendo alla richiesta di informazioni e/o al questionario di consultazione pubblica pubblicato ieri. I risultati delle consultazioni e del più ampio coinvolgimento delle parti interessate confluiranno nella revisione in corso delle norme sugli aiuti di stato in materia di servizi di interesse economico generale. Per la Commissione “sono necessari investimenti significativi per colmare il divario di investimenti nel settore degli alloggi a prezzi accessibili”. Secondo Bruxelles, le misure di aiuto di Stato possono contribuire a incentivare gli investimenti necessari. In base alle norme vigenti in materia di aiuti di Stato, gli Stati membri dispongono di vari strumenti per sostenere l’accesso all’alloggio. In particolare, le norme sui servizi di interesse economico generale consentono agli Stati membri di attuare misure di edilizia sociale a favore delle persone più svantaggiate senza alcun limite di compensazione. Tuttavia, come riconosciuto negli orientamenti politici della Commissione, le attuali norme in materia di aiuti di Stato non sono adeguate per consentire agli Stati membri di affrontare efficacemente le varie sfide legate all’accessibilità degli alloggi che vanno oltre l’edilizia sociale.

 

Ocse: ad aprile l’inflazione dell’area rimane stabile al 4,2%

L’inflazione su base annua nell’OCSE, misurata dall’Indice dei Prezzi al Consumo (Ipc), è rimasta stabile al 4,2% ad aprile 2025. L’indice era pari o inferiore al 2,0% in 11 paesi OCSE e inferiore all’1,0% in 5 .L’inflazione energetica anno su anno nell’OCSE è scesa a meno 0,2% ad aprile, rispetto a 0,3% di marzo, con diminuzioni in 29 paesi OCSE e aumenti in soli 7. L’inflazione energetica è aumentata di oltre 7,0 punti percentuali in Turchia e Regno Unito, dove il regolatore ha aumentato il tetto dei prezzi energetici, e di 2,7 p.p. in Giappone, dove il governo ha ridotto i sussidi per le utenze. In Canada, i prezzi dell’energia sono diminuiti drasticamente, principalmente a causa della rimozione del prezzo del carbonio per i consumatori, oltre a prezzi del petrolio greggio più bassi. L’inflazione dei prezzi alimentari nei paesi OCSE è diminuita al 4,5% rispetto al 4,8% di marzo, mentre l’inflazione di base (inflazione al netto dei beni alimentari e dell’energia) è rimasta sostanzialmente stabile al 4,6% rispetto al 4,5% di marzo. L’inflazione su base annua nel G7 è rimasta stabile al 2,4% ad aprile, nonostante i cali dell’inflazione energetica e alimentare. L’inflazione di base è rimasta il principale motore dell’inflazione generale in tutti i paesi del G7, ad eccezione del Giappone, dove il contributo combinato dell’inflazione alimentare e energetica ha superato quella dell’inflazione di base. Nella zona euro, l’inflazione su base annua misurata dall’Indice armonizzato dei prezzi al consumo (HICP) è rimasta stabile al 2,2% ad aprile. Un terzo mese consecutivo di aumento dell’inflazione alimentare su base annua e un aumento di 0,3 punti percentuali dell’inflazione di base sono stati compensati da un ulteriore calo dell’inflazione energetica, che è scesa a meno 3,6%. Nel maggio 2025, secondo la stima preliminare di Eurostat, l’inflazione generale su base annua nelNell’area euro è scesa al 1,9%. Si stima che l’inflazione core su base annua sia scesa di 0,4 punti percentuali, al 2,3%, l’inflazione dei servizi di 0,8 punti percentuali, al 3,2% e l’inflazione energetica sia rimasta stabile. Nel G20, l’inflazione su base annua è rimasta sostanzialmente stabile al 4,1% ad aprile rispetto al 4,2% di marzo. L’inflazione generale è accelerata in Indonesia, mentre è rimasta stabile o sostanzialmente stabile in Brasile, Cina, India, Arabia Saudita e Sudafrica. L’inflazione è scesa in Argentina ma è rimasta sopra il 45%.

Ponte sullo Stretto, Salvini: “Con il Viminale controlli più rigorosi del Codice Appalti”

“Ovviamente il crimine insegue il denaro. Lo dico da ministro che sta gestendo direttamente 180 miliardi di euro fra strade, autostrade, ferrovie, porti, aeroporti”. Cosi’ il vice presidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, aprendo a Montecitorio i lavori della Conferenza interparlamentare sulla lotta alla criminalita’ organizzata dei Paesi Osce. E riferendosi al Ponte sullo Stretto e a Milano-Cortina 2026 ha sottolineato: “Noi in Italia abbiamo approvato un nuovo Codice degli appalti e dobbiamo essere ancora piu’ rigorosi per verificare fino all’ultima catena dove finiscano questi denari, stiamo affrontando interventi antimafia, insieme al ministero dell’Interno, ancora piu’ rigorosi di quelli previsti dal codice”. E riferendosi in particolare al Ponte, ha ricordato di aver tenuto, la settimana scorsa, “due riunioni di contrasto alle infiltrazioni mafiose a Reggio Calabria e a Messina”, in vista dell’apertura, entro questa estate ha ribadito, dei cantieri “della piu’ grande opera pubblica in lavorazione nel Continente per 13 miliardi e mezzo di appalti e di lavori”. Salvini ha citato, in particolare, “il ‘badge’ di cantiere, la trasparenza di ogni operazione finanziaria, la ‘white list’ delle migliaia di aziende coinvolte, il controllo dell’appalto e del subappalto”.

Beni confiscati, siglato protocollo d’intesa tra Ministero Interno – Agenzia Beni Confiscati e Confcooperative

Trasformare i beni confiscati in opportunità di sviluppo economico e sociale. È lo scopo del protocollo d’intesa firmato al Viminale tra l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (Anbsc) e Confcooperative. A sottoscrivere l’accordo il direttore dell’Agenzia, Maria Rosaria Laganà, e il vicepresidente nazionale di Confcooperative, Gaetano Mancini, alla presenza del sottosegretario all’Interno Wanda Ferro. Il protocollo nasce con l’obiettivo di rafforzare la collaborazione tra istituzioni e mondo cooperativo per dare nuova vita ai beni sottratti alla criminalità organizzata. Il sottosegretario ha evidenziato come l’intesa rappresenti, al contempo, un passaggio significativo sia sul piano simbolico che su quello operativo. Simbolico poiché unisce la cultura della legalità, difesa e promossa dall’Anbsc, con la cultura della cooperazione, della solidarietà e della centralità della persona, storicamente sostenuta da Confcooperative. Il significato concreto, invece, radica nelle potenzialità che i due soggetti coinvolti possono, finalmente, mettere a sistema. Da una parte, le consolidate conoscenze e competenze sviluppate dall’Anbsc nella sua attività di amministrazione e destinazione dei beni confiscati alla criminalità organizzata e dall’altra l’esperienza di Confcooperative nel rappresentare, assistere, tutelare e vigilare il movimento cooperativo e le imprese sociali italiane». In particolare, l’intesa prevede due direttrici di azione principali: la condivisione di informazioni su un gruppo di terreni confiscati, per valutarne le caratteristiche e individuare percorsi di riutilizzo sostenibili, e l’analisi delle criticità di alcune aziende già confiscate, con l’obiettivo di salvaguardare i posti di lavoro, anche attraverso la costituzione di cooperative di lavoratori, in collaborazione con il ministero del Lavoro. Al termine della sottoscrizione, il sottosegretario Wanda Ferro ha espresso «apprezzamento per il lavoro svolto da tutte le parti coinvolte, sottolineando come questa collaborazione potrà tradursi in un concreto strumento di rigenerazione economica e sociale dei territori un tempo segnati dalla presenza criminale. Un’azione che mira a restituire centralità alla persona e a riaffermare, nei luoghi sottratti all’illegalità, la cultura della legalità e della cooperazione». «Siamo molto soddisfatti del protocollo – ha sottolineato il prefetto Maria Rosa Laganà, direttore dell’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata – sono certa porterà a risultati significativi. Un accordo che punta sulla creazione di reti tra i soggetti a diverso titolo coinvolti e su due tipologie di interventi: da un lato il riutilizzo terreni aiutando i Comuni a gestirli e riassegnarli tramite percorso di destinazione e l’affidamento di aziende a cooperative di lavoratori». «Confcooperative – ha aggiunto il vicepresidente nazionale Gaetano Mancini – con le sue 16.000 imprese, 550.000 occupati e un fatturato di 82 miliardi di euro, è pronta a fare la propria parte come partner strategico per la valorizzazione dei beni confiscati. Abbiamo 200 cooperative impegnate nella gestione dei beni confiscati che danno lavoro e opportunità rispondendo ai bisogni delle loro comunità e offrendo concretamente un modello di riscatto e contrasto alla criminalità». «Un accordo che rafforza la collaborazione di lungo corso tra Confcooperative e ANBSC. L’accordo, infatti, punta a restituire alla comunità i beni confiscati, generando nuove opportunità occupazionali e promuovendo – conclude il presidente di Confcooperative Maurizio Gardini – la cultura della legalità attraverso l’impresa cooperativa».

Appalti, Anir: Finalmente il comparto delle mense scolastiche potrà avere prezzi di riferimenti congrui. Rafforzate trasparenza, regole e visione condivisa sul cibo pubblico

“Il report pubblicato da ANAC sul servizio di ristorazione scolastica rappresenta un passaggio importante per l’intero comparto. Anir, che ha preso parte al percorso di analisi attraverso momenti istituzionali e occasioni tecniche di confronto, riconosce in questo lavoro un contributo prezioso alla comprensione di un sistema complesso, strategico e ancora troppo poco conosciuto”. Ad affermarlo è l’associazione nazionale delle imprese di ristorazione.  “La ristorazione scolastica, come più volte sottolineato da ANIR, non può essere valutata solo sulla base di logiche economiche o semplificazioni procedurali. È uno dei luoghi in cui si esprime con maggiore evidenza il concetto di cibo pubblico: un modello di servizio che tiene insieme diritto alla nutrizione, qualità, sostenibilità e responsabilità sociale. Il documento di ANAC offre una base utile per avviare un confronto più ampio e costruttivo, che coinvolga istituzioni, imprese, comunità locali e utenti finali”.  Tra i punti più rilevanti, ANIR segnala con particolare interesse l’annuncio, contenuto nel report, della prossima pubblicazione di un prezzo di riferimento per la ristorazione scolastica, sul modello di quanto già realizzato per la ristorazione ospedaliera. Si tratta di un passaggio atteso e necessario, che va nella direzione auspicata dall’associazione: quella di un sistema più trasparente, sostenibile e capace di valorizzare le aziende che operano nel rispetto delle regole e della qualità del servizio.

«La fotografia che emerge dal report – afferma Massimo Piacenti, presidente di ANIR – chiede a tutti uno sforzo in più: alle imprese, che devono continuare a investire in qualità e innovazione; alle amministrazioni, che devono adottare criteri coerenti e premianti; alle autorità pubbliche, che hanno il compito di vigilare e accompagnare questo processo. La ristorazione collettiva, in particolare quella scolastica, è uno dei luoghi in cui prende forma il concetto di cibo pubblico: un bene comune da tutelare, non una voce da comprimere». Per Paolo Valente, segretario generale di ANIR, «è il momento di superare approcci ideologici e semplificazioni che non aiutano nessuno. Il comparto ha bisogno di regole chiare, di una visione industriale matura, e di strumenti che sappiano valorizzare le aziende che operano nel rispetto delle normative, con standard elevati e attenzione costante alle persone. Il cibo pubblico è il paradigma che può guidare questo cambiamento: un patto tra pubblico e privato, tra istituzioni e comunità, fondato su trasparenza, qualità e sostenibilità». ANIR rinnova il proprio impegno a contribuire, con spirito costruttivo, al miglioramento del sistema. Lo fa nella consapevolezza che il pasto scolastico non è solo una questione tecnica o contrattuale, ma una responsabilità condivisa che riguarda l’intera società.

 

Innovazione, sostenibilità e politiche industriali, il convegno di Asstra sul futuro del Tpl

Innovazione tecnologica e trasformazione dei servizi pubblici di mobilità: questi i temi al centro della due giorni del 19mo convegno di Asstra, l’associazione che rappresenta 142 imprese del trasporto pubblico locale, sotto il titolo “Pronti per il futuro. Costruiamo la mobilità di domani”, l’evento ha rappresentato un momento di confronto, in cui imprese, istituzioni e stakeholder hanno condiviso progetti e strategie per affrontare le grandi sfide della transizione digitale, energetica e sociale. Il TPL in Italia copre l’8,6% degli spostamenti, in calo rispetto al 10,8% pre-Covid, mentre l’auto privata resta dominante (64% degli spostamenti, oltre il 95% nelle aree periferiche). Tuttavia, il 40% degli utenti urbani dichiara di voler ridurre l’uso dell’auto privata, favorito anche da smart working e digitalizzazione. Il rinnovo delle flotte prosegue, con l’età media degli autobus scesa a 10,3 anni e un incremento del 200% nelle immatricolazioni di bus a zero emissioni rispetto al biennio 2020-22, ma l’87% dei mezzi resta diesel. Nonostante investimenti pubblici ingenti (23 miliardi per sistemi di trasporto rapido di massa e 6 miliardi per il rinnovo flotte), il settore soffre un gap di finanziamento di circa 800 milioni di euro annui. Le tariffe sono cresciute meno dell’inflazione (12% contro il 25% dal 2016 al 2025) e la spesa media mensile delle famiglie per il TPL è di soli 21 euro, pari al 7% di quella totale per i trasporti. Permane inoltre una carenza di personale, con oltre 8.000 autisti mancanti e la necessità di investire in nuove competenze digitali e sostenibili. “L’innovazione nel TPL è già realtà: tecnologie come l’intelligenza artificiale, la guida autonoma e la manutenzione predittiva stanno trasformando profondamente il nostro settore”, ha dichiarato Andrea Gibelli, presidente di ASSTRA. “Ma la tecnologia da sola non basta per costruire una mobilità pubblica moderna. Servono visione industriale, norme adeguate, risorse stabili e investimenti sulle competenze”. Emblematici quanto a innovazione, i casi concreti già operativi in diverse città italiane: chatbot e IA generativa per il supporto ai passeggeri, fermate intelligenti dotate di sistemi di videoanalisi per il monitoraggio degli affollamenti, sperimentazioni sulla guida autonoma, manutenzione predittiva e sistemi di smart ticketing integrato in tempo reale. Tutte soluzioni che testimoniano un settore in piena evoluzione, pronto a mettere l’innovazione al servizio della qualità, della sicurezza e dell’efficienza. Un tema centrale è stato quello dei nuovi modelli tariffari, più flessibili e personalizzati. “Stiamo lavorando su tariffe dinamiche, abbonamenti flat o modulati sul reddito, capping e pagamenti contactless. L’obiettivo è incentivare l’utilizzo del trasporto pubblico rendendolo più semplice, trasparente e conveniente” ha spiegato Giuseppina Gualtieri, vicepresidente di Asstra. Gualtieri ha sottolineato anche la necessità di evolvere il modello di finanziamento del TPL, dato il gap annuo di 800 milioni di euro del Fondo Nazionale Trasporti e la necessità di strumenti più flessibili. “È fondamentale garantire l’equilibrio economico dei contratti di servizio, valorizzando quanto già fatto e costruendo soluzioni che consolidino i risultati, soprattutto nelle aree a domanda debole”. ASSTRA propone l’introduzione di meccanismi automatici di adeguamento tariffario e l’adozione di modelli sperimentati all’estero, come tariffe dinamiche e abbonamenti modulati sul reddito. In un contesto di riforma fiscale e maggiore autonomia territoriale, diventa strategico diversificare i canali di finanziamento, affiancando all’indicizzazione del FNT strumenti europei come i proventi ETS e i futuri Green Bonds, insieme a modelli innovativi ispirati ai principi del “chi inquina paga” e “chi beneficia contribuisce”.

“La trasformazione del TPL è una realtà in rapida evoluzione, spinta da digitalizzazione e transizione ecologica”, ha dichiarato Gibelli. “Elettrico, idrogeno, IA e guida autonoma stanno già ridefinendo il settore, rendendo i servizi sempre più efficienti, sicuri e sostenibili: il TPL rappresenta una leva strategica per la coesione sociale, la competitività e la qualità della vita nei territori. Per accompagnare questa evoluzione servono norme chiare, strumenti contrattuali aggiornati, un forte investimento nel capitale umano e risorse che consentano di pianificare nel medio-lungo periodo”. Gualtieri ha aggiunto: “Una tariffazione intelligente e socialmente sostenibile può orientare i comportamenti, incentivare l’uso del mezzo pubblico e rafforzare la fidelizzazione degli utenti. Ma servono regole chiare, strumenti digitali e autonomia gestionale per le aziende. Siamo pronti a fare la nostra parte, lavorando fianco a fianco con le istituzioni per affrontare insieme questa grande transizione”.

Iea: investimenti energetici globali sono destinati a salire a 3,3 trilioni di dollari nel 2025

La Cina consolida la sua posizione di maggiore investitore mondiale in energia, mentre il solare fotovoltaico attrae più capitali di qualsiasi altra tecnologia, come mostra un nuovo rapporto dell’Iea. Nonostante le forti tensioni geopolitiche e l’incertezza economica, gli investimenti energetici globali sono destinati ad aumentare nel 2025 fino alla cifra record di 3,3 trilioni di dollari, secondo un nuovo rapporto dell’Iea; le tecnologie per l’energia pulita attraggono infatti il doppio dei capitali rispetto ai combustibili fossili. Secondo l’edizione 2025 del rapporto annuale, gli investimenti in tecnologie pulite – energie rinnovabili, nucleare, reti, stoccaggio, combustibili a basse emissioni, efficienza ed elettrificazione – sono destinati a raggiungere la cifra record di 2,2 trilioni di dollari quest’anno, riflettendo non solo gli sforzi per ridurre le emissioni, ma anche la crescente influenza della politica industriale, le preoccupazioni sulla sicurezza energetica e la competitività in termini di costi delle soluzioni basate sull’elettricità. Gli investimenti in petrolio, gas naturale e carbone dovrebbero raggiungere 1,1 trilioni di dollari. “Nel mezzo delle incertezze geopolitiche ed economiche che stanno offuscando le prospettive per il mondo dell’energia, vediamo la sicurezza energetica emergere come un motore chiave della crescita degli investimenti globali quest’anno, che hanno raggiunto la cifra record di 3,3 trilioni di dollari, mentre paesi e aziende cercano di proteggersi da un’ampia gamma di rischi”, ha affermato il Direttore Esecutivo dell’Iea Fatih Birol. “Il quadro economico e commerciale in rapida evoluzione significa che alcuni investitori stanno adottando un approccio attendista per l’approvazione di nuovi progetti energetici, ma nella maggior parte delle aree non abbiamo ancora visto implicazioni significative per i progetti esistenti”.
Un segnale preoccupante per la sicurezza elettrica è che gli investimenti nelle reti, ora pari a 400 miliardi di dollari all’anno, non riescono a tenere il passo con la spesa per la generazione e l’elettrificazione. Per mantenere la sicurezza elettrica, gli investimenti nelle reti dovrebbero raggiungere la parità con la spesa per la generazione entro l’inizio degli anni ’30. Tuttavia, questo obiettivo è ostacolato dalle lunghe procedure di autorizzazione e dalle rigide catene di approvvigionamento per trasformatori e cavi. I modelli di spesa rimangono molto disomogenei a livello globale, con molte economie in via di sviluppo, soprattutto in Africa, che faticano a mobilitare capitali per le infrastrutture energetiche, rileva il rapporto. Oggi, l’Africa rappresenta solo il 2% degli investimenti globali in energia pulita. Nonostante ospiti il 20% della popolazione mondiale e la rapida crescita della domanda di energia, gli investimenti totali in tutto il continente sono diminuiti di un terzo nell’ultimo decennio a causa del calo della spesa per i combustibili fossili e dell’insufficiente crescita dell’energia pulita. Per colmare il divario di finanziamento nei paesi africani e in altre economie emergenti e in via di sviluppo, la finanza pubblica internazionale deve essere potenziata e utilizzata strategicamente per attrarre maggiori volumi di capitale privato, secondo il rapporto.

Imprese, la composizione negoziata raddoppia: 905 le istanze presentate in 6 mesi

La composizione negoziata raddoppia. Sono 905 le istanze presentate dalle imprese negli ultimi sei mesi, con una crescita incrementale più che doppia rispetto al periodo novembre 2024 a maggio 2025 (905 contro 410) e dal suo avvio, risalente al novembre 2021, sono quasi 3.000 le istanze presentate.
E’ quanto mostra l’Osservatorio semestrale di Unioncamere, dove si sottolinea l’aumento considerevole anche dei casi di successo di questo istituto stragiudiziale introdotto per consentire il risanamento delle aziende in condizioni di squilibrio patrimoniale o economico-finanziario: 295 a maggio, 90 in più rispetto a novembre 2024. In aumento, di conseguenza, anche il tasso di successo, che nel corso del I trimestre 2025 è pari al 22,5%. “La composizione negoziata sta cominciando a mostrare tutte le sue potenzialità: le istanze e i casi di successo sono in costante aumento e interessano sempre più imprese di
maggiori dimensioni con fatturati e numero di lavoratori importanti”, sottolinea il presidente di Unioncamere, Andrea Prete. “Bisogna operare però affinché anche le imprese più piccole possano cogliere maggiormente le opportunità fornite da questo strumento. E per questo occorre anche far crescere la cultura finanziaria delle Pmi”. Il maggior numero di istanze proviene dalla Lombardia (il 24% del totale), seguita dal Lazio (10,5% del totale), dall’Emilia-Romagna (10,1 % del totale) e dal Veneto (9,1% del totale). A livello settoriale, emerge inoltre il maggior utilizzo da parte delle imprese dei servizi e della manifattura.
La composizione negoziata è maggiormente utilizzata dalle imprese appartenenti ai servizi e della manifattura. La maggior parte delle chiusure positive si registra nelle regioni del settentrione (23,9%) rispetto a quelle del Centro (17,4%) e del meridione (17,9%). In crescita, comunque, il tasso di successo nelle regioni del Sud, passato dal 12,5% (maggio 2024) al 17,9%. La composizione, comunque, sembra funzionare meglio per le imprese più strutturate e
maggiormente dimensionate. Infatti, le aziende per le quali la composizione negoziata si è conclusa positivamente risultano più grandi di quelle che hanno registrato un esito negativo, sia in termini di lavoratori (53,4 contro 27,5 in media) che di attivo di bilancio (33 mln contro 9 mln in media). Molteplici potrebbero essere i fattori che penalizzano le piccole aziende: una minore cultura finanziaria e della prevenzione delle crisi, advisor meno specializzati, assenza degli “adeguati assetti”, non adeguata attenzione degli intermediari finanziari nei riguardi dei piccoli debitori. Oltre ad essere più grandi, le imprese che portano a termine con successo la composizione negoziata hanno affrontato la crisi dell’impresa in maniera più tempestiva: il 30,5% delle imprese in sofferenza dal mese precedente alla presentazione dell’istanza ha esito favorevole a fronte dell’11,5% di quelle in difficoltà economica da 5 anni.

Edilizia, per la Lombardia il 2024 anno ancora positivo, +4,1% il volume d’affari

Il 2024 e’ stato un anno ancora positivo per l’edilizia in Lombardia, il quarto consecutivo, con un volume d’affari in aumento del +4,1%. I dati emersi dall’indagine di Unioncamere Lombardia evidenziano che il settore ha quindi continuato a trainare l’economia regionale, sebbene con un ritmo di crescita in progressivo rallentamento (nel 2023 l’incremento era stato del +8%). Anche l’occupazione ha proseguito la fase di espansione (+3,3% il numero di addetti nel 2024 secondo i dati Infocamere-Inps), tanto che la difficoltà di reperimento del personale ha rappresentato il principale problema per gli imprenditori, che, oltre a far fronte a elevati livelli di attività, si trovano nella condizione di dover sostituire un flusso sempre più consistente di personale in via di pensionamento e di inserire nuove competenze per affrontare la transizione digitale e ambientale. Nel 2024 le imprese delle costruzioni hanno inoltre mantenuto una buona propensione a investire, sebbene con una percentuale in lieve ridimensionamento (33% vs 35% del 2023); risultano però prevalentemente negative le previsioni per il 2025, con un saldo di -8 punti tra aspettative di crescita e diminuzione degli investimenti nel settore. I dati più recenti sull’avvio del 2025 confermano in effetti un peggioramento della situazione: nei primi tre mesi la crescita del volume d’affari evidenzia una frenata su base annua (+1,3% rispetto allo stesso periodo del 2024) mentre nella variazione sul trimestre precedente si affaccia un primo segno negativo (-0,5%). Le aspettative degli imprenditori restano incerte per quello che riguarda l’evoluzione a breve termine del volume d’affari, probabilmente grazie alle commesse già acquisite, ma sono negative per quello che riguarda la domanda di nuovi lavori, soprattutto nel mercato privato dove i saldi tra aspettative di crescita e diminuzione sono pari a -28 punti per le ristrutturazioni e -19 punti per il comparto residenziale. Più fiduciosi gli imprenditori che operano nel mercato pubblico, che dovrebbe beneficiare degli effetti del PNRR. Cambia anche la percezione per quanto riguarda il principale problema da affrontare: in cima alle preoccupazioni degli imprenditori si posiziona la debolezza della domanda di mercato, che per la prima volta dopo numerosi trimestri scavalca la difficoltà di reperimento del personale.

Toscana: 1mln per abbattere le barriere a Erp. Sostegno ai Comuni per acquisto da procedure esecutive

Un milione di euro per abbattere le barriere architettoniche in edifici di edilizia residenziale pubblica. E’ questo il contenuto del bando approvato dalla Regione Toscana e destinato ai comuni toscani. I progetti, che potranno essere presentati entro il prossimo 18 luglio, devono consistere in interventi per per migliorare l’accessibilità sia nel rapporto con l’esterno (rampe di accesso, aree esterne comuni) sia di movimento all’interno dell’edificio (montascale, ascensore, ecc). eliminando gli ostacoli che impediscano l’autonomia delle persone con disabilità o con problemi di mobilità. Il contributo ammesso per ciascuna domanda non potrà superare l’importo massimo di 75.000 euro per interventi su fabbricati e di 25.000 sui singoli alloggi.
Un contributo economico ai Comuni per acquisire immobili da destinare a finalità di edilizia residenziale pubblica (Erp) e di edilizia residenziale sociale (Ers) nell’ambito di procedure esecutive o concorsuali. E’ questo il contenuto del bando da un milione di euro approvato dalla giunta regionale su proposta dell’assessore regionale alle politiche della casa Serena Spinelli.
Soggetti beneficiari saranno i Comuni nel cui territorio sono localizzati gli immobili. Il contributo è concesso, attraverso la modalità operativa “a sportello”. Pertanto le richieste di contributo, nel rispetto dei requisiti, dei termini e condizioni fissati nell’avviso pubblico saranno finanziate tenendo conto dell’ordine di arrivo delle stesse, fino ad esaurimento delle risorse disponibili. il contributo sarà provvisoriamente determinato nella misura del 70% del prezzo di acquisto.

Spanedda: “Recepimento ragionato del salva-casa per tutelare la qualità dell’abitare in Sardegna”

La Regione Sardegna ha scelto di recepire in modo ragionato e selettivo il decreto-legge “Salva Casa”, con l’obiettivo di armonizzare la normativa regionale vigente in materia di edilizia, come la L.R. 23/1985, per cui la Regione ha competenza primaria, e le disposizioni appena varate a livello nazionale. “La nostra priorità – dichiara l’assessore dell’Urbanistica, Francesco Spanedda – è quella di costruire un quadro normativo unitario, chiaro e coerente, che possa guidare efficacemente professionisti, cittadini e amministrazioni locali. Ogni scelta normativa adottata dalla Regione si fonda su un’attenta valutazione delle esigenze specifiche del nostro territorio, che presenta caratteristiche sociali, ambientali e insediative differenti rispetto ad altre realtà del Paese”. Nel rispondere alle osservazioni sollevate dal Governo nazionale in merito al mancato recepimento integrale del Decreto, l’assessore sottolinea che la Regione ha fatto proprie tutte le indicazioni del “Salva Casa” che realmente semplificano la vita dei cittadini sardi e degli uffici tecnici, ma ha escluso quelle che, per la Sardegna, rischiano di produrre effetti distorsivi. Uno dei punti centrali della scelta regionale riguarda la riduzione a 20 metri quadri della superficie minima degli alloggi, misura introdotta dal decreto nazionale. “Riteniamo – spiega Spanedda – che l’emergenza abitativa non si risolva incentivando la costruzione di case sempre più piccole, ma attraverso una politica seria e strutturata per l’abitare, che garantisca spazi dignitosi e adeguati alle persone”. “Per mostrare concretamente ciò che significa vivere in 20 mq abbiamo deciso di realizzare un video dimostrativo, per mostrare di cosa stiamo effettivamente parlando”, spiega l’assessore. “Parlare di alloggi da 20 metri quadri – prosegue – significa proporre abitazioni poco più grandi di un posto auto. Come si può vedere nel video, non riteniamo che questa soluzione possa essere una risposta concreta alle esigenze delle famiglie, se non in casi estremamente particolari”. Il disegno di legge regionale approderà in Consiglio martedì 10 giugno. Si tratta del frutto di un percorso avviato dal Governo regionale, ma che ha visto la partecipazione attiva dei consiglieri regionali della Quarta Commissione Consiliare, per la definizione dei contenuti e dell’equilibrio tra le esigenze di semplificazione e quelle di tutela del territorio. L’obiettivo dell’azione regionale è ambizioso. “Stiamo lavorando alla redazione di un nuovo Testo Unico dell’Edilizia regionale, che offra una sintesi chiara, organica e aggiornata delle norme che regolano il settore edilizio in Sardegna, in linea con i principi di qualità urbana, sostenibilità e giustizia sociale”, afferma l’esponente della Giunta. “La casa – conclude Spanedda – non può diventare un contenitore standard da comprimere all’infinito. Il diritto all’abitare si difende con scelte responsabili, visione e rispetto della dignità delle persone”.

 

Scenari immobiliari, Breglia:  “Con la nuova politica Usa gli investitori si spostano sull’Europa”

Il Forum di Scenari Immobiliari, l’appuntamento di riferimento per gli operatori del real estate italiano è giunto alla 33ma edizione. In programma all’Excelsior Palace Hotel di Rapallo il 19 e 20 settembre, l’evento avrà come tema guida del 2025 “A New Era– Una nuova era”. Mario Breglia, presidente di Scenari Immobiliari, e Francesca Zirnstein, direttore generale, hanno illustrato ieri a Milano i principali trend che verranno affrontati quest’anno al Forum. “Il real estate mondiale – ha commentato Breglia – sta entrando in una nuova era, segnata dalla transizione digitale, dalla crescente attenzione alla sostenibilità e dal mutato stile di vita post-pandemia. Le esigenze abitative e lavorative stanno cambiando, con una domanda crescente di immobili efficienti dal punto di vista energetico e dotati di spazi flessibili. Allo stesso tempo, le tecnologie proptech stanno rivoluzionando il modo in cui si comprano, vendono e gestiscono gli immobili. In questo contesto, il settore sta cambiando per restare competitivo e rispondere a una domanda più consapevole e dinamica. Come sempre il Forum cerca di proiettare lo sguardo sul domani dell’immobiliare, mettendo in luce ancora una volta le eccellenze di questo settore”. “Nel contesto della nuova era del mercato immobiliare italiano, gli operatori del settore si trovano di fronte a sfide complesse ma anche a numerose opportunità”, ha aggiunto Fr Zirnstein. “Una delle principali difficoltà sarà la necessità di adattarsi rapidamente all’evoluzione normativa, soprattutto in ambito di sostenibilità e riqualificazione energetica, elementi ormai imprescindibili per la valorizzazione degli immobili. Tuttavia, chi saprà cogliere le opportunità offerte dal digitale – come l’intelligenza artificiale per la valutazione immobiliare, la blockchain per la trasparenza nelle transazioni, e i big data per anticipare le tendenze – potrà distinguersi e conquistare una posizione di vantaggio in un mercato sempre più competitivo e orientato al valore”.

Il Forum Scenari si aprirà la mattina di venerdì 19 con la presentazione dell’European Outlook 2026 a cura di Mario Breglia. Sarà poi Francesca Zirnstein a coordinare la sezione  Migliora Italia, con imprese, aziende e prodotti innovativi che quest’anno vede la partecipazione di Costim, Abitare Co., RINA Prime Value Services, Unicredit RE Services, Yard Reaas. A chiudere la mattina sarà la presentazione del Report La casa per la città del futuro, a cura di Scenari Immobiliari in collaborazione con Investire Sgr. Il pomeriggio del venerdì si aprirà con due panel di grande attualità. Il primo, dal titolo INVESTIRE NELL’ITALIA in collaborazione con Urban UP| Unipol e orientato a illustrare ruolo e scelte dei grandi investitori nazionali ed esteri. Seguirà il panel su I SERVIZI DEL FUTURO, in collaborazione con Svicom. Successivamente si terranno due incontri one to one con interviste a Vittorio Moscatelli del Gruppo IPI e Patricia Viel di ACPV Architects. A chiudere i lavori del venerdì sarà il panel su Sviluppo dei territori e investimenti in infrastrutture e real estate, realizzato in collaborazione con Assoimmobiliare. La mattina del sabato si apre con gli interventi sullo scenario economico e sociale, da parte di Gregorio De Felice di Intesa Sanpaolo e Carlo Ratti del MIT. Seguirà la tavola rotonda su Mercati e Società: il settore pubblico con la presenza di Claudio Carserà di EUR Spa, Stefano Cervone di Ferservizi, Stefano Mantella del Ministero dell’Economia e delle Finanze, Stefano Scalera di Invimit Sgr e Giancarlo Scotti del Gruppo CDP.

Saipem: Ambiente, persone e valore condiviso al centro del Bilancio di Sostenibilità 2024

Saipem presenta il suo Bilancio di Sostenibilità 2024, approvato dal Consiglio di Amministrazione, giunto alla diciannovesima edizione. Il documento, redatto da Saipem su base volontaria in aggiunta all’informativa obbligatoria europea in ambito di sostenibilità, si intitola quest’anno “We deliver” e rappresenta una sintesi dell’impegno concreto di Saipem per un futuro più equo, sicuro, inclusivo e a basse emissioni, che mette al centro le persone e l’ambiente. Il report, strutturato in quattro capitoli, si ispira al Piano di Sostenibilità quadriennale e descrive le iniziative realizzate nell’anno, riportando i risultati raggiunti nei tre pilastri fondamentali del Piano: ambiente e cambiamento climatico, centralità delle persone e creazione di valore. Nel 2024 le iniziative di gestione dell’energia implementate da Saipem hanno permesso di evitare l’emissione di circa 70.000 tonnellate di CO2 in atmosfera, contribuendo a ridurre le emissioni (di scopo 1 e 2 market-based). Infatti, rispetto all’anno precedente le emissioni si sono ridotte del 6%, a parità di perimetro. L’azienda ha inoltre compensato 100.000 tonnellate di CO2 equivalente attraverso progetti con impatti positivi sulla salvaguardia della biodiversità, tra cui iniziative contro la deforestazione e lo sviluppo socioeconomico delle comunità locali. La sicurezza sul lavoro, insieme alla salute, alla valorizzazione delle competenze, alla tutela dei diritti umani, del lavoro e delle diversità, e, più in generale, al benessere dei dipendenti, rimangono una priorità per Saipem. Nel 2024 sono state erogate circa 1,7 milioni di ore di formazione su temi legati a salute, sicurezza e ambiente. Il TRIFR (Total Recordable Incident Frequency Rate), ovvero il tasso che misura la frequenza degli infortuni registrati in rapporto al numero di lavoratori presenti e alle ore lavorate, si è attestato a 0,34. Saipem è costantemente impegnata, inoltre, a promuovere un ambiente di lavoro inclusivo con il 25% delle donne impiegate in posizioni manageriali sul totale di quelle assunte. Saipem punta alla creazione di valore condiviso nei territori in cui opera e alla gestione responsabile della catena di fornitura. Il 70% dei dipendenti è assunto in loco, e quasi il 70% delle forniture di beni e servizi proviene da fornitori locali. Sono state realizzate 65 iniziative di sostenibilità in 17 Paesi, tra progetti di tutela ambientale ― come la raccolta e il corretto smaltimento delle plastiche ― e interventi sociali, come il completamento della costruzione di una casa sicura in Senegal per persone vulnerabili, come i minori abbandonati e le donne vittime di violenza domestica, o il programma di formazione per infermieri in Angola, con l’obiettivo di migliorare l’assistenza sanitaria, soprattutto per minori e donne in gravidanza. Saipem si conferma tra le aziende più sostenibili del settore, mantenendo la leadership negli indici ESG e ricevendo riconoscimenti internazionali, come la conferma, anche per il 2024, della sua posizione nel Dow Jones Sustainability Index di S&P, il più importante indice azionario di sostenibilità.

Ey-Swg: 96% degli imprenditori investirà in innovazione e sostenibilità al 2027

Resilienza, innovazione e competitività, sono le parole chiave che emergono dall’indagine condotta da Ey Private, in collaborazione con Swg, realizzata in occasione del lancio della XXVIII edizione del Premio L’Imprenditore dell’Anno ideato e promosso da Ey, leader mondiale nei servizi professionali per le aziende.Dal 1997, il riconoscimento celebra gli imprenditori capaci di contribuire in modo significativo allo sviluppo italiano da un punto di vista economico, ambientale e sociale. Rientrano nel perimetro dell’iniziativa le aziende attive da almeno 3 anni, con sede legale in Italia e con un fatturato pari o superiore a 200 milioni di euro. L’indagine, condotta tra aprile e maggio 2025, ha coinvolto un campione di 60 aziende italiane di medio-grandi dimensioni approfondendo sfide, strategie e prospettive future dell’imprenditoria italiana, ma anche la loro visione sulla situazione geopolitica attuale, con i recenti dazi, e l’impatto sulle imprese delle nuove tecnologie come l’Ia.
Quasi la metà degli imprenditori intervistati valuta negativamente la situazione economica attuale globale e poco meno, il 44%, valuta negativamente la situazione economica del nostro Paese. Nonostante ciò, quasi il 68% degli imprenditori è positivo rispetto alla capacità delle imprese italiane di creare innovazione. Dall’indagine emerge, quindi, come le imprese italiane stiano rispondendo con resilienza e capacità di innovazione alle sfide poste dallo scenario geopolitico attuale. Infatti, il 96% degli imprenditori intende investire nel prossimo biennio, con investimenti mirati all’innovazione e alla sostenibilità. Tra gli investimenti previsti, in particolare: ricerca e sviluppo (60%); rinnovo dei macchinari e delle tecnologie di produzione (58%); sostenibilità ambientale, economica e sociale (56%); implementazioni di tecnologie basate sull’Ia (48%); personale (assunzioni, incentivi, premialità) (44%). Lo scenario geopolitico attuale richiede alle aziende interventi ad ampio spettro: questo scenario ha portato le aziende italiane a fare alcuni cambiamenti relativi alla strategia di investimento in tecnologia (59%), ma anche di approvvigionamento delle materie prime (57%) o nell’energetico (56%), o di strategia di import/export (49%).
Rispetto ai dazi imposti dagli Stati Uniti ad aprile, il 56% del campione intervistato crede che questi impatteranno negativamente sulla propria azienda, portando a modificare completamente la strategia aziendale, e riorganizzando il rapporto con il mercato Usa (37%). Tuttavia, se l’Unione Europea applicasse dei dazi di ritorsione sui prodotti provenienti dagli Stati Uniti, il 55% degli imprenditori non crede che questi dazi impatterebbero sulla propria azienda, portando un impatto solo indiretto.
Secondo gli imprenditori, tra le principali opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale in ambito lavorativo troviamo le analisi predittive (64%), l’aumento dell’efficienza (62%), l’ottimizzazione delle risorse (54%) e il miglioramento dei servizi al cliente (38%). Le principali sfide poste dall’Intelligenza Artificiale in ambito lavorativo sono, per quasi la metà del campione, le questioni etiche (48%), seguite dai problemi di privacy (42%) e dalla perdita dei posti di lavoro (38%). Il 56% delle aziende ha già implementato progetti legati all’Intelligenza Artificiale nei processi aziendali. Chi non l’ha fatto pianifica di farlo a breve (40%). Chi ha implementato l’Ia in azienda lo ha fatto nei seguenti ambiti: analisi dei dati (55%), attività di marketing e automazione dei processi amministrativi (36%), cybersecurity e protezione dei dati (32%), ottimizzazione dei processi produttivi (28%). L’integrazione dell’Ia in azienda ha visto l’implementazione di progetti legati soprattutto alla formazione dei dipendenti (54%) e sull’inserimento di personale con nuove competenze in azienda (32%). Il 53% delle aziende valuta positivamente l’impatto dei progetti legati all’Intelligenza Artificiale. Per circa la metà di chi utilizza l’IA gli impatti sono positivi, per 2 su 5 invece bisogna ancora attendere. L’approccio verso gli effetti dell’IA è cauto; tra chi l’ha implementata in azienda, infatti, solo il 25% ritiene che l’utilizzo dell’IA abbia portato a risparmi o generato profitti.
Guardando al futuro, un’azienda su 4 pianifica di investire nell’Ia oltre 500.000 euro nei prossimi 5 anni, mentre oltre la metà del campione investirà meno di 500.000 euro. Il 94% degli imprenditori esprime un ampio consenso sulla necessità di avere una formazione continua sulle nuove tecnologie emergenti. Inoltre, il 77% del campione ritiene che l’utilizzo dell’Ia porterà le aziende ad avere un aumento della produttività in futuro, ma allo stesso tempo, il 71% degli imprenditori ritiene che l’IA porterà le aziende ad avere una forte dipendenza da tecnologie esterne.

Ia, sindacati Ue: serve direttiva sul lavoro

“La Commissione europea, nel programma di lavoro 2025, ha annunciato che la direttiva sulla responsabilità dell’intelligenza artificiale sarà tolta, e qui c’è una situazione per cui tutta la dimensione della responsabilità viene sfasata e i lavoratori e i loro rappresentanti sono in una situazione bizzarra se non si può fare affidamento sulla legislazione vigente. Quindi qui ci serve un quadro giuridico che non dovrebbe essere complesso. La direttiva sull’intelligenza artificiale sul posto di lavoro sarà un investimento per tutti, per i lavoratori e le aziende”. Lo ha detto Isabelle Schömann, vice segretario generale della Confederazione europea dei sindacati (Ces-Etuc), audita dalla commissione Occupazione e affari sociali (Empl) del Parlamento Ue sull’intelligenza artificiale sul posto di lavoro.

 

Webuild: alla stazione San Pasquale della linea 6 di Napoli il premio Big See Architecture Award 2025

Nuovo riconoscimento per la Linea 6 della metropolitana di Napoli: la stazione San Pasquale, realizzata da Webuild su progetto dell’architetto italo-sloveno Boris Podrecca e arricchita con opere dell’artista austriaco Peter Kogler, si è aggiudicata il premio internazionale BIG SEE Architecture Award 2025, nella sezione Architettura. Nato per mettere in luce il potenziale creativo dell’Europa sud-orientale, il premio BIG SEE valorizza oggi progetti visionari e innovativi in tutto il mondo. “I diversi trattamenti superficiali e la polifonia dei diversi materiali stabiliscono un dialogo tra la struttura tecnologicamente avanzata e il suo contesto storico, conferendo al sito un’identità distintiva” – si legge nella motivazione del premio – “le uscite in superficie si inseriscono in un design a piazza aperta, che si riflette in un edificio che si estende per cinque piani sotto il livello del mare”. La stazione San Pasquale è una delle nuove “Stazioni dell’Arte” che, da luglio 2024, arricchiscono il patrimonio artistico underground metropolitano di Napoli ed è parte della Linea 6 della metropolitana di Napoli che si estende per 5,5 chilometri con 8 stazioni collegando il quartiere Fuorigrotta con la centrale Piazza Municipio. L’interno della stazione San Pasquale ha una struttura su cinque differenti livelli, lunga 100 metri e alta 35 metri, ed è stata costruita come se fosse una discesa nel mare, ricordando il relitto di un antico vascello posato nelle profondità del mare evocato da grossi pannelli colorati in tre distinte declinazioni di blu che rivestono le pareti simulando le onde marine. L’idea del natante inabissato è rievocata anche dalla presenza degli oblò simulati sulle pareti in corten che ricoprono il corpo centrale della stazione, che fungono anche da punto di illuminazione del piano banchina. La stazione San Pasquale, costruita da Webuild in collaborazione con il socio Moccia Irme, si colloca nella parte centrale della Riviera di Chiaia. La realizzazione della fermata è stata anche una occasione di riqualificazione di Largo Pignatelli che si estende a ridosso dell’omonima Villa, trasformata in una nuova e accogliente piazza arricchita di panchine e spazi verdi, con la piantumazione di nuove essenze arboree. L’opera è una delle 14 stazioni della metropolitana di Webuild a Napoli. Il Gruppo è stato protagonista della realizzazione della Linea 1 costruendo 10 delle 20 stazioni attualmente in esercizio, tra cui alcune delle più iconiche “Stazioni dell’Arte” come la pluripremiata Toledo, ma anche Università, Dante, Museo, Materdei. A Napoli Webuild è attualmente impegnata nella costruzione della stazione di Capodichino sulla Linea 1 e della Bretella di Monte Sant’Angelo, chiamata anche Linea 7, dove sta portando avanti i lavori della stazione Monte Sant’Angelo che ospita le opere dello scultore britannico di origine indiana ed irachena Anish Kapoor, e quelli per la stazione Parco San Paolo. Webuild sta infine realizzando anche il raddoppio della Linea Ferroviaria Cumana (che collega Napoli con Pozzuoli), lungo una tratta di circa 5 chilometri, tra le stazioni Dazio e Cantieri.

Edison Next inaugura un nuovo impianto di trigenerazione al Policlinico di Palermo

Edison Next, società del Gruppo Edison che accompagna clienti e territori nel loro percorso di decarbonizzazione e transizione ecologica, ha inaugurato oggi un nuovo impianto di trigenerazione in grado di generare simultaneamente energia elettrica, termica e frigorifera presso il Policlinico di Palermo, uno degli ospedali più importanti dell’intera regione. Il nuovo impianto di ultima generazione attualmente alimentato a gas naturale ha un rendimento complessivo pari all’89%[1]. Tutta l’energia da esso prodotta sarà consumata dall’ospedale, che così vedrà l’ottimizzazione dei propri consumi nonché l’incremento della propria autonomia energetica. Con una potenza elettrica di 350 kW, termica di 457 kW e frigorifera di 345 kW, il nuovo impianto di trigenerazione consentirà al Policlinico di Palermo di produrre annualmente fino a 2,64 GWh di energia elettrica, 1,77 GWh di energia termica nella stagione invernale e 1,33 GWh di energia frigorifera nella stagione estiva, garantendo un risparmio energetico pari a circa 400 TEP (Tonnellate Equivalenti di Petrolio) e riducendo le emissioni di CO2 di circa 960 tonnellate all’anno2. “L’impianto di trigenerazione inaugurato oggi dal Policlinico di Palermo rappresenta una tappa importante del percorso di transizione energetica ed ecologica avviato dalla struttura siciliana in partnership con Edison Next, orgogliosa di essere al fianco di questo ospedale . – dichiara Raffaele Bonardi, Direttore Business to Government Edison Next – Il nuovo sistema consentirà non solo una maggiore sostenibilità del servizio ed il conseguimento di risparmi energetici significativi, ma anche di garantire una performance elevata e continuativa degli impianti termici ed elettrici della struttura ospedaliera: un aspetto cruciale per un ambiente sanitario, dove l’affidabilità e l’efficienza degli impianti energetici non è unicamente una questione di contenimento di costi e consumi, ma di salvaguardia della vita, della salute e del benessere dei pazienti”.

 

L’ad di Sparkle Bagnasco eletto Presidente del Global Leaders’ Forum (GLF)

Sparkle, primo operatore di servizi internazionali in Italia e fra i primi nel mondo, annuncia l’elezione del suo amministratore delegato Enrico Bagnasco come presidente del Consiglio del Global Leaders’ Forum (GLF). Il GLF è un’organizzazione che riunisce oltre 130 leader dei più grandi operatori globali e attori del mondo delle infrastrutture digitali con l’obiettivo di guidare il settore e promuovere priorità comuni per il miglioramento dell’interconnessione e per l’erogazione dei nuovi servizi digitali su larga scala e ovunque nel mondo. In qualità di presidente del GLF, Bagnasco avrà un ruolo centrale nella promozione dell’agenda Tomorrow Telco 2, focalizzata su quattro pilastri fondamentali: interoperabilità, innovazione, fiducia e persone. “È per me un vero onore presiedere questo prestigioso organismo che riunisce i leader dell’ecosistema digitale globale”, ha commentato Enrico Bagnasco. “Durante il mio mandato mi impegnerò a promuovere azioni volte a facilitare lo sviluppo di nuove infrastrutture digitali, incentivare l’adozione diffusa delle API per l’automazione delle reti e favorire l’impiego dell’Intelligenza Artificiale come motore dei servizi di nuova generazione. Sono fiducioso che il GLF continuerà a contribuire in modo significativo allo sviluppo del nostro settore, sostenendo i principi fondamentali di interoperabilità e connettività accessibile ovunque.” Bagnasco subentra a Emmanuel Rochas, già amministratore delegato di Orange Wholesale International e attuale AD di TOTEM, che ha ricoperto il ruolo di Presidente del GLF da ottobre 2024.

Ambiente, ok Commissione Ue a patto sugli oceani. Legge entro il 2027

Via libera dalla Commissione europea al Patto europeo per gli oceani, una strategia globale volta a proteggere meglio gli oceani, promuovere l’economia blu e sostenere il benessere delle popolazioni che vivono nelle zone costiere. Di fatto, la strategia rinvia ad una data non meglio definita (entro il 2027) l’atto legislativo per conseguire gli obiettivi del Patto. La comunicazione adottata oggi, annuncia infatti che la Commissione presenterà entro il 2027 una legge sugli oceani (Ocean act). L’atto legislativo – spiega una nota – istituirà un quadro unico per facilitare l’attuazione degli obiettivi chiave del Patto, riducendo al contempo gli oneri amministrativi. Si baserà su una direttiva riveduta sulla pianificazione dello spazio marittimo, che migliorerà il coordinamento intersettoriale e la gestione dei bacini marini. Per il resto, la comunicazione della Commissione si concentra su sei priorità: proteggere e ripristinare la salute degli oceani; aumentare la competitività dell’economia blu sostenibile dell’Ue; sostenere le comunità costiere, insulari e le regioni ultraperiferiche; promuovere la ricerca, la conoscenza, le competenze e l’innovazione sugli oceani; rafforzare la sicurezza e la difesa marittima; rafforzare la diplomazia oceanica dell’Ue e la governance internazionale degli oceani. Molte azioni contenute nella strategia rinviano ad ulteriori strategie, alcune già annunciate in precedenti comunicazioni.
Sul piano dell’economia blu, oggi la Commissione annuncia ben quattro strategie: una nuova strategia industriale marittima, una strategia portuale dell’Ue, una visione a lunto termine per la pesca e l’acquacoltura, una strategia per il ricambio generazionale nel settore marittimo. Sul sostegno alle comunità costiere, insulari e alle regioni ultraperiferiche, la comunicazione annuncia l’arrivo di una strategia specifica per lo sviluppo e la resilienza delle comunità costiere dell’Ue. La Commissione consulterà inoltre le parti interessate su una nuova strategia per le isole e su una strategia aggiornata per le regioni ultraperiferiche. La comunicazione annuncia una proposta sulla creazione di riserve europee di carbonio blu. Per quanto riguarda la protezione e il ripristino della salute degli oceani, la Commissione intende incoraggiare gli Stati membri a istituire e gestire aree marine protette. Prevista anche una revisione della direttiva quadro sulla strategia marittima e della direttiva sulla pianificazione dello spazio marittimo. Sul piano della ricerca e delle competenze, il Patto per gli oceani propone un’iniziativa dell’Ue per l’osservazione degli oceani volta a migliorare le conoscenze in materia e una strategia per la ricerca e l’innovazione nel settore oceanico. Per rafforzare la diplomazia oceanica dell’Ue e la governance internazionale degli oceani La Commissione intensificherà la lotta contro la pesca illegale, non dichiarata e non regolamentata attraverso l’attuazione obbligatoria di IT Catch, il sistema di certificazione delle catture digitalizzato, a partire dal gennaio 2026. La Commissione si concentrerà su priorità quali la rapida ratifica e attuazione a livello mondiale dell’accordo sulla biodiversità oltre le giurisdizioni nazionali, un trattato sulla plastica e la designazione di tre vaste aree marine protette nell’Oceano Antartico. Qualche azione più concreta è prevista per migliorare la sicurezza marittima e la difesa. La Commissione rafforzerà la cooperazione tra le guardie costiere e le forze navali dell’Ue e la sicurezza delle frontiere marittime. Sarà elaborata una strategia coordinata per rimuovere gli ordigni inesplosi dalle acque europee, a partire dal Mar Baltico e dal Mare del Nord. Saranno effettuati investimenti in una flotta europea all’avanguardia di droni, sfruttando tecnologie quali l’intelligenza artificiale e sensori avanzati per il monitoraggio in tempo reale delle attività marittime, rafforzando così le capacità di sorveglianza marittima dell’Ue. La Commissione istituirà un comitato oceanico di alto livello, che riunirà rappresentanti di vari settori legati all’oceano, per guidare l’attuazione del Patto per gli oceani, e lancerà un quadro di controllo del Patto per gli oceani dell’Ue, che fornirà una piattaforma pubblica, trasparente e centralizzata per monitorare i progressi compiuti verso il raggiungimento dei suoi obiettivi. “L’oceano è il fondamento della vita e il nostro alleato per un futuro migliore. Con il 40% degli europei che vive entro 50 km dal mare, le nostre comunità costiere sono la spina dorsale della nostra società e della nostra economia. Il Patto per gli Oceani consentirà alle comunità costiere, alle isole e alle regioni ultraperiferiche di sfruttare appieno il potenziale dei nostri oceani e creare un futuro più prospero per tutti”. Lo ha dichiarato il vice presidente esecutivo della Commissione europea per la Coesione e le Riforme, Raffaele Fitto, in merito al Patto per gli Oceani adottato oggi dalla Commissione europea.

 

Aree idonee rinnovabili, nuovo ddl in Toscana

Arriva un nuovo ddl dalla Regione Toscana sulle aree idonee per gli impianti rinnovabili. In attesa delle modifiche del Mase al decreto bocciato poche settimane fa dal Tar Lazio, la Regione ha definito una nuova proposta per cui si prevede una stretta alla possibilità di installare impianti fotovoltaici in area agricola e una promozione dell’autoconsumo anche attraverso lo sviluppo delle comunità energetiche rinnovabili (Cer). A leggere i 19 emendamenti proposti, però, emerge che saranno ancora i Comuni ad avere ampio potere nel ridisegnare le aree anche dopo il raggiungimento degli obiettivi energetici provinciali o metropolitani, mentre le altre aree decadranno automaticamente limitando l’installazione di nuovi impianti solo a quelle dichiarate idonee assolute.

 

Maria Cristina Carlini

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