IL BOLLETTINO

Bce spiega: sui tassi decisioni di volta in volta. Rivisti in su Pil e inflazione

Arrivano con il nuovo Bollettino della Bce le nuove stime su Pil (+0,9%) e inflazione (+2,5%), entrambe in rialzo. Si conferma, invece, il cammino accidentato sui tassi, prospettato da Lagarde nella conferenza stampa dopo l’ultimo Consiglio direttivo. E per questo l’Eurotower ribadisce di non volersi vincolare a nessun percorso di discesa dei tassi. Si procede con prudenza, con le decisioni che verranno assunte, di volta in volta, sulla base dei dati.

20 Giu 2024

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Nessun impegno sul percorso del taglio dei tassi. Dopo le ripetute dichiarazioni, improntate alla cautela, dei massimi vertici dell’Eurotower, a cominciare da quelle della presidente Christine Lagarde il 6 giugno scorso, la Bce ribadisce la rotta: “Il Consiglio direttivo non intende vincolarsi a un particolare percorso sui tassi” ma le decisioni” saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, della dinamica dell’inflazione di fondo e dell’intensità della trasmissione della politica monetaria”. Una linea ferma, dunque, che la Banca centrale europea ribadisce nell’ultimo bollettino economico pubblicato ieri. “Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare il ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2 per cento nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo obiettivo. Per stabilire livello e durata adeguati della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione”.

L’inflazione è rivista al rialzo, +2,5% quest’anno

E, a conferma del “percorso accidentato”  dell’inflazione, prospettato da Lagarde dopo il primo taglio dei tassi di un quarto di punto, le ultime proiezioni formulate dagli esperti dell’Eurosistema per l’inflazione complessiva e per quella di fondo sono state riviste al rialzo per il 2024 e il 2025 rispetto all’esercizio di marzo. Attualmente, l’inflazione complessiva, in media, è prevista al 2,5 per cento nel 2024, al 2,2 nel 2025 e all’1,9 nel 2026. Per l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare gli esperti anticipano una media del 2,8 per cento nel 2024, del 2,2 nel 2025 e del 2,0 nel 2026. Nelle previsioni di marzo, invece, l’inflazione era prevista al 2,3% nel 2024, al 2% nel 2025 e all’1,9 del 2026.

Dopo un anno di stagnazione riparte la crescita nell’Eurozona, la ripresa trainata dai servizi

Nel Bollettino, la Bce rivede al rialzo anche la crescita del Pil rispetto alle proiezioni del marzo scorso. Ora, si prevede che il tasso di incremento medio annuo del prodotto interno lordo in termini reali sia pari allo 0,9 per cento nel 2024 e salga all’1,4 nel 2025 e all’1,6 nel 2026. Tre mesi fa, le previsioni del pil (riviste invece al ribasso rispetto a dicembre) prospettavano una crescita dello 0,6% quest’anno, +1,5% il prossimo e +1,6% nel 2026. Ma cosa imprime un maggiore slancio alla crescita dell’Eurozona? Un fattore, spiega la Bce, è “l’inattesa dinamica positiva evidenziata agli inizi dell’anno”. Dopo cinque trimestri di stagnazione, nel corso del primo trimestre del 2024 l’economia dell’area dell’euro è cresciuta dello 0,3 per cento. Questa ripresa è derivata da un contributo positivo fornito dall’interscambio netto e dalla domanda interna, a fronte di un contributo negativo dalla variazione delle scorte. I risultati delle indagini segnalano il protrarsi della crescita nel secondo trimestre. Nell’industria la produzione sta ancora soffrendo della domanda debole, soprattutto nei comparti energivori, mentre il settore dei servizi mostra segni più evidenti di un miglioramento generalizzato. Dal lato dell’offerta, la ripresa nel primo trimestre è da ricondursi all’occupazione, a fronte di una stagnazione della produttività. “Ci si attende che l’economia dell’area dell’euro continui la propria ripresa nel corso dell’anno, grazie all’aumento dei redditi reali, dovuto al calo dell’inflazione, alla crescita delle retribuzioni e al miglioramento delle ragioni di scambio, nonché al graduale venire meno degli effetti dell’orientamento restrittivo della politica monetaria. Nei prossimi trimestri dovrebbe inoltre proseguire la crescita delle esportazioni, in linea con la domanda mondiale, sebbene permanga un rischio al ribasso dovuto alle sfide di concorrenza esterna.

In questo quadro, per la Bce, “le  politiche di bilancio e strutturali adottate a livello nazionale dovrebbero essere finalizzate a rendere l’economia più produttiva e competitiva; ciò contribuirebbe a innalzare il potenziale di crescita e a ridurre le spinte sui prezzi nel medio periodo. L’attuazione efficace, rapida e completa del programma Next Generation EU, i progressi verso la realizzazione di un’unione dei mercati dei capitali e il completamento dell’unione bancaria, nonché il rafforzamento del mercato unico concorrerebbero a promuovere l’innovazione e ad accrescere gli investimenti nelle transizioni ecologica e digitale. La piena e tempestiva attuazione del nuovo quadro di
governance economica dell’UE aiuterà i governi a ridurre stabilmente il disavanzo di bilancio e il rapporto debito/PIL.

Riviste al rialzo anche le stime del Pil tedesco

Arrivano anche buone notizie per la ripartenza della locomotiva tedesca. L’istituto Ifo ha rivisto al rialzo le previsioni del Pil dallo 0,2% allo 0,4% e per il prossimo anno si prevede un’accelerazione all’1,5%. “Stanno emergendo nuove speranze. L’economia tedesca sta lentamente uscendo dalla crisi. Si prevede che la seconda metà dell’anno sarà significativamente migliore della prima”, sottolinea l’istituto. L’inflazione è prevista in rallentamento passando dal 5,9% dello scorso anno al 2,2% di quest’ann0 e all’1,7% per il prossimo.

 

 

 

 

 

 

Red. Diac

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