DEMANIO

A Novara parte il Piano Città tra rigenerazione urbana e valorizzazione del patrimonio immobiliare

Dalla caserma Cavalli, che si trasformerà in un polo amministrativo, archivistico e presidio di sicurezza, fino alla caserma Gherzi passando da Palazzo Faraggiana e Casa Rognoni che rinasceranno all’insegna dell’arte. L’Agenzia del Demanio ha presentato il nuovo piano per gli immobili pubblici della città piemontese con un primo portafoglio immobiliare di sette beni

28 Mag 2025 di Giusy Iorlano

Condividi:
A Novara parte il Piano Città tra rigenerazione urbana e valorizzazione del patrimonio immobiliare

Novara ridisegna il suo patrimonio urbano. Dalla caserma Cavalli, che si trasformerà in un polo amministrativo, archivistico e presidio di sicurezza, fino alla caserma Gherzi passando da Palazzo Faraggiana e Casa Rognoni che rinasceranno all’insegna dell’arte l’Agenzia del Demanio ha presentato il nuovo piano per gli immobili pubblici della città piemontese.

Una vera e propria «città del futuro» quella prevista nel nuovo piano città degli immobili pubblici di Novara, il progetto strategico dell’Agenzia del direttore Alessandra dal Verme che punta alla valorizzazione e alla rigenerazione di edifici pubblici dismessi o sottoutilizzati, con l’obiettivo di restituirli alla comunità in una nuova veste funzionale e sostenibile.

“L’obiettivo condiviso con il Comune delle operazioni di valorizzazione degli immobili pubblici di Novara è quello di rafforzare l’identità della città nel rispetto della sua vocazione storica, universitaria e industriale e contribuire a creare le condizioni migliori per lo sviluppo dei settori che possono fungere da attrattori economici quali la moda, la salute, la scienza e l’innovazione tecnologica e digitale – ha sottolineato il Direttore dal Verme – Le città possono reinventarsi in ottica di sviluppo economico e culturale, restituire bellezza con immobili vivi adibiti
a nuove funzioni. Questo Piano Città prevede operazioni trasformative importanti, sostenute dalla solida collaborazione con il Comune, che permetteranno di realizzare immobili rinnovati per servizi alla città insieme a spazi attrattivi per la cultura, luoghi di relazioni e di socialità”.

Il portafoglio immobiliare

Il Piano Città degli immobili pubblici di Novara seleziona un primo portafoglio immobiliare di 7 beni (4 di proprietà dello Stato, 3 di proprietà del Comune e 1 di proprietà mista Stato-Comune). Potranno essere aggiunti ulteriori beni da valorizzare, anche con il coinvolgimento di altri enti e istituzioni.

Tra gli immobili di proprietà dello Stato:

La Caserma Cavalli

Il complesso è composto da quindici palazzine, di cui alcune riconosciute di interesse culturale dal Ministero della Cultura, destinate a usi militari e residenziali, oltre a uffici, scuderie e magazzini. Nel corso degli anni la struttura ha vissuto numerose trasformazioni, adattandosi alle mutate esigenze architettoniche e funzionali. Con la progressiva dismissione delle attività militari e l’evoluzione del tessuto urbano, l’area si prepara oggi a una nuova fase della sua storia: un’occasione per ripensarne gli spazi, in chiave non solo architettonica, ma anche sociale e comunitaria. Attualmente una piccola porzione del complesso è utilizzata dalla Fondazione Teatro Coccia per attività logistiche e come deposito scenografico. L’intervento prevede la creazione di spazi polifunzionali e servizi per la comunità come: polo amministrativo, archivistico e presidio di sicurezza.

La caserma Passalacqua

 

Questa imponente architettura, parzialmente vincolata come bene di interesse storico-artistico, risale agli anni Settanta del XIX secolo e si distingue per le facciate austere, le proporzioni equilibrate e le ampie corti interne, espressione di un’epoca in cui funzionalità e rigore formale convivevano con un’idea di monumentalità civile.

Oggi la Caserma Passalacqua è al centro di un ambizioso progetto di permuta e riqualificazione che mira a trasformarla in un polo di riferimento culturale e servizi per la comunità con diverse iniziative culturali e educative già pianificate e in parte realizzate.
Il progetto prevede la realizzazione di un Auditorium destinato alla musica e agli eventi, con una particolare attenzione per il festival Novara Jazz, che troverà qui una sua sede simbolica. Sono inoltre previsti ampi spazi verdi, una biblioteca, un ostello, un parcheggio sotterraneo e nuove aree dedicate ai servizi pubblici.

La caserma Gherzi

La Caserma Gherzi, situata all’interno del distretto delle caserme novaresi, è un complesso di notevole pregio architettonico, ambientale e sociale che ha svolto un ruolo importante anche come ospedale militare, operativo fino alla metà degli anni Novanta.
Elemento centrale del compendio è la Palazzina Comando, un edificio di grande eleganza i cui tratti richiamano la tipologia residenziale tardo-ottocentesca. Un’ampia area verde inoltre, conferisce al sito un ulteriore valore paesaggistico e potenzialità d’uso in chiave comunitaria.
La Caserma Gherzi è però anche custode di una storia singolare che intreccia guerra, arte e umanità. È qui, infatti, che il giovane Salvatore Fiume, futuro artista di fama internazionale, trovò rifugio durante la Seconda Guerra Mondiale.
In quel contesto, Fiume scrisse il suo primo romanzo, Viva Gioconda!, e realizzò una grande opera pittorica – un pannello allegorico di circa 12 metri quadrati – dedicato al servizio sanitario militare, oggi ancora conservato all’interno della Palazzina Comando.

Attualmente la Palazzina Comando ospita la sede dell’Agenzia delle Entrate e del Comando dei Carabinieri Forestali, mentre l’area verde circostante si presta per future iniziative all’aperto, anche in modalità temporanea.

Il convitto nazionale Carlo Alberto

Il Convitto Nazionale Carlo Alberto rappresenta una delle istituzioni educative più antiche e significative d’Italia. La sua fondazione, nel 1808, si inserisce in un periodo di grande fermento europeo, quando Eugenio Napoleone, viceré del Regno d’Italia, promosse la nascita di una nuova classe dirigente ispirata agli ideali della Rivoluzione francese.
La scelta di Novara come sede di un convitto statale laico e aperto ai giovani di ogni estrazione sociale non fu casuale, ma legata alla sua vitalità culturale, intellettuale e alla sua posizione strategica. Il complesso fu ospitato nell’ex convento delle Umiliate di Sant’Agnese, risalente al XVII secolo, comprendente anche la chiesa di Sant’Agostino, oggi parte integrante del patrimonio artistico della città.
Con la caduta dell’Impero napoleonico e la Restaurazione del 1815, il convitto rischiò la soppressione. Fu solo grazie all’intervento della comunità locale che l’istituzione sopravvisse, pur subendo un cambiamento profondo: dal 1818 al 1848 fu affidata ai Gesuiti, che ne modificarono l’impostazione originaria trasformandolo in un luogo di formazione riservato all’élite nobiliare e con forte impronta religiosa.
Il convitto attraversò le fasi cruciali della storia d’Italia, adattandosi ai cambiamenti sociali del Novecento. Dopo la Prima Guerra Mondiale, l’edificio fu ristrutturato e, tra il 1991 e il 1992, si ampliò ulteriormente con la nascita del Liceo Scientifico Carlo Alberto, affiancando i percorsi della scuola primaria e secondaria di primo grado.
Oggi il Convitto Carlo Alberto è un punto di riferimento per l’intero territorio novarese, non solo come istituzione educativa, ma come luogo simbolico di identità civica, formazione e coesione sociale.
Grazie al futuro trasferimento della proprietà della porzione di sedime destinata a palestra e piscina dal Comune allo Stato, si mira a valorizzare una parte dell’immobile anche nella sua dimensione sociale e sportiva. Questo progetto non solo offrirà spazi dedicati al nuoto e alle attività sportive ma promuoverà anche un’importante rifunzionalizzazione orientata all’efficienza energetica, per un futuro più sostenibile.

Tra gli immobili di proprietà del Comune ci sono, invece:

Palazzo Faraggiana

Le origini di Palazzo Faraggiana risalgono al 1897, quando Raffaello Faraggiana acquistò da sua cugina Giulia Morbio, in Crespi, il preesistente Palazzo Morbio. Quell’atto non fu soltanto un passaggio di proprietà, ma sancì l’unione di due edifici distinti – con relativi fabbricati, corti e giardini – in un’unica grande dimora cittadina.
Nel corso dei decenni, il palazzo ha subito numerosi interventi architettonici, tra cui in particolare la riforma della facciata su via Gaudenzio Ferrari e l’innalzamento del corpo d’angolo su via dei Gautieri.
Una svolta decisiva nella storia del palazzo avvenne nel 1937, quando l’intero complesso fu acquisito dal Comune di Novara. Il passaggio da residenza privata a bene pubblico segnò l’inizio di una nuova stagione, in cui il palazzo divenne progressivamente un punto di riferimento per la vita culturale e amministrativa della città.
Oggi Palazzo Faraggiana ospita il Museo di Scienze Naturali e accoglie al suo interno anche la sede della Fondazione Faraggiana e alcuni uffici comunali, confermando la sua vocazione a servizio della collettività.
Il progetto di valorizzazione del Palazzo intende potenziarne la funzione di polo museale e culturale attraverso l’ampliamento degli spazi espositivi e l’implementazione di nuovi servizi volto a coinvolgere i visitatori con esperienze innovative, capaci di intrecciare scienza, storia e partecipazione. Accanto a questo, è prevista anche la ristrutturazione degli uffici amministrativi, con l’obiettivo di creare ambienti sostenibili, efficienti e più accessibili, in linea con i principi di una pubblica amministrazione moderna.

Casa Rognoni

Nel centro storico di Novara, lungo via Canobio, Casa Rognoni si distingue come un luogo ricco di significato e memoria. Di origine medievale, l’abitazione rappresentava la residenza cittadina dei coniugi Rognoni, una famiglia colta e raffinata che ha lasciato un segno profondo nella storia culturale novarese.
Oggi l’edificio ospita alcune sale espositive dedicate a raccolte tematiche, tra cui spicca una preziosa collezione di giocattoli d’epoca. Ma il cuore pulsante del palazzo è rappresentato dalla straordinaria opera di Alessandra Salvaneschi Rognoni (1904–1983), la cui passione per la storia e l’identità femminile ha dato vita a un patrimonio unico nel suo genere. Il suo interesse era rivolto in particolare alla conservazione delle testimonianze legate alla vita delle donne novaresi dell’Ottocento: abiti, pizzi, accessori e oggetti d’uso quotidiano che raccontano storie di vita privata, di eleganza e di cambiamento.
Nel secondo cortile della casa, Alessandra istituì il suo personale museo, soprannominato “la palazzina dei pizzi”, dove custodiva con cura queste collezioni. Alla sua morte, decise di donare tutto al Comune di Novara, offrendo alla città un lascito di straordinario valore culturale.
Casa Rognoni è oggi al centro di un progetto di rigenerazione che intende rafforzarne la vocazione culturale e, al tempo stesso, aprirla a nuove funzioni sociali. Il progetto prevede la creazione di spazi multifunzionali, capaci di integrare la memoria storica del luogo con le esigenze contemporanee della comunità. Una parte dell’edificio potrà accogliere unità abitative sostenibili pensate secondo i principi dell’housing sociale, promuovendo la convivialità e il senso di appartenenza nel rispetto della struttura storica. Al tempo stesso, alcune sale saranno destinate a sedi per associazioni culturali e sociali, creando un polo dinamico di incontro, partecipazione e scambio.

Tra gli immobili a proprietà mista Stato-Comune vi è:

La Palazzina 8 Alloggi

All’interno dell’ex compendio militare della Caserma Gherzi, la Palazzina 8 Alloggi rappresenta un significativo esempio di rigenerazione e sinergia istituzionale.
Costruita alla fine degli anni Novanta per iniziativa del Comune di Novara, l’edificio era stato originariamente destinato ad accogliere alloggi per il personale del Ministero della Difesa, rispondendo alle esigenze abitative delle forze armate. La palazzina sorge su un’area appartenente allo Stato, un tempo parte integrante del vasto insediamento militare della Gherzi.
Nonostante la proprietà dell’immobile sia rimasta comunale, è stato grazie alla collaborazione tra Stato, Comune e Ministero della Difesa che l’edificio ha potuto essere completato e reso pienamente funzionale, restituendo agli spazi un nuovo significato all’interno del tessuto urbano novarese.
La Palazzina 8 Alloggi è ora oggetto di un processo di razionalizzazione del patrimonio pubblico che prevede il trasferimento della proprietà dallo stesso Comune allo Stato. L’operazione si inserisce in un più ampio disegno di rigenerazione urbana, volto a creare condizioni abitative dignitose, a consolidare la presenza istituzionale sul territorio e a promuovere il Valore Pubblico come principio guida delle politiche di sviluppo locale.

Servono anche nuove case

L’altro grande tema del piano di Comune e Demanio è la necessità di nuove case. «Il settore privato deve fare la sua parte – ha detto il sindaco di Novara, Alessandro Canelli. -, noi stiamo già facendo la nostra, dando strutture agli studenti e rinforzando l’edilizia residenziale pubblica». Agli alloggi popolari, ha aggiunto, «abbiamo dedicato il settanta per cento delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza». La rigenerazione dei sette edifici che rientrano nel programma, ha sottolineato la direttrice del Demanio Alessandra dal Verme, dimostrano che «Novara è perfetta per un piano del genere. Non è troppo piccola né troppo grande, a Nord Ovest ha un nuovo polo tecnologico, a sud sorgerà la Città della salute, ha un polo della moda ed è un importante crocevia per la logistica. Abbiamo dunque un comparto pubblico con grosse potenzialità».

Argomenti

Argomenti

Accedi