La giornata

Comunali, il centrosinistra si RIPRENDE Genova e si tiene Ravenna

  • Bce, Lagarde: “con il protezionismo incerto dominio dollaro, occasione per euro”
  • Meloni incontra premier Etiopia, focus su partenariato e Piano Mattei
  • Enti locali: via libera del  Cdm a nota metodologica aggiornamento fabbisogno Comuni 2025
  • Gruppo Hera: Acr acquisisce Gerotto Ear e si rafforza nelle bonifiche ambientali
  • Studio Uil, fondi strutturali europei 2021-2027: andamento lento, programmato solo il 18% delle risorse e speso effettivamente il 5%

26 Mag 2025

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Il centrosinistra si aggiudica il turno di primavera delle Comunali, riprendendosi Genova dopo 8 anni e blindando Ravenna. Silvia Salis  è la nuova sindaca di Genova vincendo  al primo turno così come Alessandro Barattoni si afferma a Ravenna, entrambi  con ampio margine sugli sfidanti del centrodestra, rispettivamente, Pietro Piciocchi e Nicola Grandi. Vanno al ballottaggio Taranto e Matera con il centrosinistra in vantaggio. Nel capoluogo pugliese, secondo le proiezioni parziali Pietro Bitetti ha ottenuto il 36,8%, al secondo posto il candidato delle liste civiche sostenute dalla Lega Francesco Tacente (27,5%), che ha superato il candidato del centrodestra Luca Lazzaro (19,7%). Nella seconda città della Basilicata, al secondo turno andranno Roberto Cifarelli (centrosinistra) accreditato del 42% e Antonio Nicoletti (centrodestra). E’ la vittoria Salis a Genova il risultato di maggior peso in questa tornata elettorale. Nella corsa per il comune del capoluogo  ligure  sì è schierato unito il campo largo dell’opposizione. “Ormai è chiaro: il centrodestra esulta per i sondaggi, noi vinciamo le elezioni”, commenta la segretaria del Pd Elly Schlein parlando di due “vittorie straordinarie”. “Essere testardamente unitari non è una tesi o un dibattito politilogico ma un dato oggettivo: uniti si vince”, sottolinea. “Se il centrosinistra non mette veti, capita che vince”, rimarca poi il leader di Italia Viva, Matteo Renzi, richiamando quanto è successo a ottobre, con le opposizioni invece divise, con la vittoria sul filo di Marco Bucci su Andrea Orlando alla presidenza della Regione Liguria con il M5S contrario all’alleanza con Iv. Il centrodestra mantiene il basso profilo e del voto non dà una lettura “nazionale”. Per il responsabile organizzazione di Fdi, Giovanni Donzelli, “in ogni caso il centrodestra cresce e continua a prevalere diffusamente e in diverse circostanze”.

Dazi, Sefcovic: “buoni colloqui con Usa, Ue impegnata in sforzi costruttivi”

“Buoni colloqui con il segretario Howard Lutnick e l’ambasciatore Jamieson Greer. La Commissione europea rimane pienamente impegnata in sforzi costruttivi e mirati per raggiungere un accordo Ue-Usa. Continuiamo a rimanere in costante contatto”. A scriverlo su X è stato, ieri sera, il commissario al Commercio, Maros Sefcovic, dopo la sua telefonata con il segretario al Commercio e il rappresentante per il Commercio degli Stati Uniti. Il colloquio è arrivato dopo che Trump e von der Leyen hanno concordato di accelerare il negoziato sui dazi. Bruxelles parla di ‘nuovo slancio alle discussioni’ euro-americane, discussioni che finora sono procedute a singhiozzo tra comunicazioni da parte Ue delle offerte per risolvere la disputa aperta dagli Usa, insoddisfazioni da parte americana, nuovo annuncio americano di un dazio del 50% dal primo giugno, poco dopo l’accettazione di rinviare quest’ultima indicazione fino al 9 luglio dopo il colloquio ieri con la presidente della Commissione.

Bce, Lagarde: “con il protezionismo incerto dominio dollaro, occasione per euro”

“La cooperazione multilaterale sta lasciando il posto a una logica a somma zero e a giochi di potere bilaterali. L’apertura sta cedendo il passo al protezionismo. C’e’ persino incertezza riguardo alla pietra angolare del sistema: il ruolo dominante del dollaro statunitense”. Ad affermarlo è stata la presidente della Bce Christine Lagarde intervenendo a Berlino a un convegno sul ruolo dell’Europa in un modo frammentato dove ha sottolineato come qualsiasi cambiamento nell’ordine internazionale che porti a una riduzione del commercio globale o a una frammentazione in blocchi economici “sara’ dannoso per l’economia europea”. Tuttavia, questo scenario in evoluzione puo’ anche aprire la strada a un ruolo internazionale piu’ rilevante per l’euro, con implicazioni positive per l’area euro perche’ questo permetterebbe ai governi e alle imprese dell’Ue di indebitarsi a costi inferiori, contribuendo a stimolare la domanda interna in un momento in cui la domanda esterna e’ sempre piu’ incerta. “Inoltre, renderebbe l’Europa piu’ resistente alle fluttuazioni dei tassi di cambio, poiche’ una quota maggiore del commercio sarebbe denominata in euro, proteggendo il continente da flussi di capitale piu’ volatili”. “Si tratta di un’opportunita’ fondamentale per l’Europa di prendere maggiore controllo del proprio destino – ha sottolineato Lagarde -. Ma non e’ un privilegio che ci verra’ semplicemente concesso. Dobbiamo meritarcelo”.

Meloni incontra premier Etiopia, focus su partenariato e Piano Mattei

Il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha ricevuto oggi a Palazzo Chigi il premier etiope,, Abiy Ahmed Ali. Nel confermare l’importanza del partenariato tra le due Nazioni, il colloquio ha fatto emergere il profondo apprezzamento da parte etiopica per l’attuazione delle numerose iniziative concordate, nell’ambito del Piano Mattei per l’Africa, nei settori dell’acqua, del rafforzamento delle strutture sanitarie e dell’agricoltura sostenibile. Meloni ha, inoltre, espresso apprezzamento per le incisive riforme economiche in corso, che permettono all’Etiopia di continuare ad intraprendere un percorso di crescita e di incremento degli investimenti italiani, sulla base della storica proficua collaborazione economica. In conclusione d’incontro, Meloni ha confermato la volontà di recarsi in visita in Etiopia per co-presiedere con il Primo Ministro Abiy il Vertice delle Nazioni Unite sulla Sicurezza Alimentare, che si terrà ad Addis Abeba il prossimo 28 luglio.

Enti locali: via libera del  Cdm a nota metodologica aggiornamento fabbisogno Comuni 2025

Il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, ha approvato, in esame preliminare, la nota metodologica, da adottarsi con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, relativa “all’aggiornamento e alla revisione della metodologia per i fabbisogni dei Comuni per il 2025 e il fabbisogno standard complessivo per ciascun comune delle regioni a statuto ordinario”. E’ quanto si legge nel comunicato finale del Consiglio dei Ministri. L’aggiornamento e’ relativo alle “funzioni di istruzione pubblica, gestione del territorio e dell’ambiente – servizio smaltimento rifiuti, del settore sociale e servizi di asili nido, alle funzioni generali di amministrazione, di gestione e di controllo, polizia locale, viabilita’ e territorio e trasporti e alle funzioni nel settore sociale al netto del servizio di asili nido”.

Gruppo Hera: Acr acquisisce Gerotto Ear e si rafforza nelle bonifiche ambientali

Si allarga ancora la presenza di Acr, con sede legale a Mirandola (Modena), società controllata da Herambiente, nel settore bonifiche e industrial cleaning. Ieri, infatti, è stato firmato l’accordo vincolante per l’acquisto da parte di Acr del ramo d’azienda denominato Gerotto Ear, dalla società Gerotto Federico di Campodarsego (Padova). L’operazione, sottoposta ad alcune normali condizioni sospensive, si completerà entro giugno 2025, per avere decorrenza dal prossimo 1° luglio.  Gerotto Ear è la divisione di Gerotto Federico, specializzata nei lavori in luoghi confinati o a rischio interferenze, grazie al know-how specifico degli operatori e all’utilizzo di macchinari non invasivi ad alta tecnologia come, ad esempio, escavatori a risucchio o robot, dalla stessa società prodotti o commercializzati. Fra gli ambiti di intervento di Gerotto Ear vi sono le aspirazioni di materiali, la pulizia di silos e serbatoi, le bonifiche ambientali, gli scavi non distruttivi in presenza, ad esempio, di sottoservizi o estesi apparati radicali. In generale, le professionalità e i mezzi di Gerotto Ear trovano uso nei lavori in spazi confinati o ambienti Atex (a rischio esplosione), dove minimizzano la necessità di un impegno umano diretto, con conseguente riduzione dei rischi connessi all’intervento. Con l’acquisizione si rafforza la partnership commerciale Unitamente all’acquisto del ramo d’azienda, che consta di 21 risorse altamente specializzate (integralmente assorbite da Acr, che supererà così i 600 dipendenti) e diversi mezzi operativi, le parti hanno sottoscritto una serie di accordi finalizzati a rafforzare il rapporto di partnership fra ACR e Gerotto Federico. Fra i punti più qualificanti, vi è la fornitura di mezzi di aspirazione e robot Gerotto Federico ad Acr. “Questa acquisizione riveste un’importanza soprattutto qualitativa”, spiega Alberto Reggiani, amministratore delegato di ACR. “Integriamo, infatti, in Acr un know-how peculiare e strategico per operare in ambiti molto complessi, dove è necessario garantire l’efficacia agli interventi in ambienti confinati, in cui non è possibile l’impiego di lavoratori e che richiedono quindi progettazione e gestione accurate. In questo modo si completa
quindi la nostra offerta a filiere quali oil and gas, chimica di processo, depurazione civile e industriale, vetrerie, cementifici, senza dimenticare le bonifiche post-calamità. Tale allargamento, confidiamo, potrà essere funzionale anche al consolidamento commerciale, creando opportunità di cross e up selling”.

Il mercato dell’Impact Investing in Europa vale 230 miliardi, valore triplicato in due anni

Nel 2023 il mercato europeo dell’Impact Investing ha raggiunto un valore complessivo di 230 miliardi di euro, dato triplicato rispetto agli 80 miliardi del 2021, con un incremento di 150 miliardi di euro in soli due anni. Un trend che conferma l’attrattività e il potenziale di sviluppo del settore, sempre più integrato nelle strategie di investimento di fondi e istituzioni finanziarie. A livello globale, il valore degli investimenti a impatto ha superato la soglia dei 1.000 miliardi di euro (dato riferito al 2021). Anche in Italia il settore sta registrando un’espansione significativa. Il mercato nazionale degli investimenti a impatto è passato dai 5,8 miliardi di euro del 2020 ai 9,3 miliardi di euro del 2022, con un incremento di oltre il 60% in due anni. Sono questi i dati riportati nello studio “Ricerca e analisi sul mercato degli investimenti a impatto”, presentato dal Fondo Italiano d’Investimento Sgr e Human Foundation, think tank indipendente specializzato sui temi dell’innovazione sociale. Studio che, oltre ad offrire una panoramica aggiornata dell’Impact Investing,  analizza le principali tendenze, i risultati ottenuti e le prospettive future, con particolare attenzione al mercato italiano, dove l’esigenza di capitali orientati alla sostenibilità e all’impatto risulta sempre più pressante. Attraverso questa ricerca, Fondo Italiano d’Investimento Sgr e Human Foundation mirano, inoltre, a promuovere una maggiore consapevolezza sulle opportunità offerte dall’Impact Investing, gettando le basi di un ecosistema finanziario più inclusivo e sostenibile. Lo studio evidenzia così il ruolo propulsivo di strumenti finanziari innovativi, politiche di sostegno mirate e sinergie tra pubblico e privato, tutti elementi chiave per favorire la crescita sostenibile del settore. In questo scenario Fondo Italiano emerge come protagonista attivo, in grado di contribuire in modo determinante allo sviluppo del mercato sul territorio nazionale attraverso il suo Fondo di Fondi di Impact Investing. Lanciato nel 2022, FOF Impact Investing ha permesso a Fondo Italiano di rafforzare il proprio ruolo di facilitatore a sostegno di fondi specializzati, promuovendo la crescita di Pmi orientate alla sostenibilità.

Anche in Italia il settore sta registrando un’espansione significativa. Il mercato nazionale degli investimenti a impatto è passato dai 5,8 miliardi di euro del 2020 ai 9,3 miliardi di euro del 2022, con un incremento di oltre il 60% in due anni. Questo risultato dimostra un crescente interesse da parte di investitori istituzionali e privati verso strumenti finanziari capaci di generare un impatto sociale e ambientale misurabile, affiancati ad adeguati ritorni economici. ll ruolo di Fondo Italiano d’Investimento nell’Impact Investing
Fondo Italiano d’Investimento SGR si posiziona come un attore chiave nello sviluppo del mercato degli investimenti a impatto in Italia. Attraverso il suo Fondo di Fondi dedicato (FOF Impact Investing), lanciato nel 2022 e primo di questo tipo a livello nazionale, ha già mobilitato capitali significativi verso iniziative ad alto impatto sociale e ambientale, investendo in fondi specializzati che operano in molteplici settori, tra cui le energie rinnovabili, l’efficienza energetica, l’agricoltura sostenibile, l’economia circolare e l’innovazione sociale. A fine 2024, il Fondo ha raggiunto una dimensione complessiva pari a circa 84 milioni di euro, risorse investite in 6 fondi sottostanti con il coinvolgimento di investitori privati, istituzionali e pubblici. I capitali raccolti sono stati sottoscritti per 50 milioni di euro da Cassa Depositi e Prestiti, mentre proviene da investitori istituzionali, fondazioni e family office la parte restante. Complessivamente, circa l’85% del capitale raccolto è già stato allocato. Il capitale mobilitato dai fondi investiti ammonta a oltre 702,8 milioni di euro, con un potenziale complessivo pari a oltre 1 miliardo di euro (dato basato sulle dimensioni target dei fondi). I dati della ricerca evidenziano che la crescita dell’Impact Investing non è un fenomeno isolato, ma parte di una trasformazione più ampia del mercato finanziario. In particolare, il report sottolinea come l’incremento degli investimenti a impatto sia trainato dall’adozione di nuovi strumenti finanziari, dal coinvolgimento crescente di investitori istituzionali e dall’attenzione sempre maggiore verso metriche di misurazione dell’impatto. Questi elementi stanno contribuendo a consolidare il settore e a renderlo sempre più centrale nelle strategie di investimento sostenibile.

“Anche alla luce dei dati presentati nello studio frutto della collaborazione con Human Foundation, siamo convinti che il 2025 rappresenti un anno chiave per il consolidamento dell’Impact Investing. Il settore degli investimenti a impatto sta evolvendo rapidamente grazie all’introduzione di nuovi strumenti finanziari e alla crescente attenzione delle imprese verso modelli di business sostenibili. L’evoluzione ha portato a una maggiore attenzione da parte degli investitori istituzionali che, nella loro tradizionale attività di investimento, vogliono perseguire opportunità che generino ritorni coerenti con il rischio ai quali si sommino anche impatti ambientali e sociali misurabili. Il portafoglio costruito da Fondo Italiano nel FOF Impact Investing è una tangibile dimostrazione di come questa addizionalità sia perseguibile in scala”, spiega Luigi Tommasini, Senior Partner di Fondo Italiano d’Investimento SGR e responsabile delle attività di Fondi di Fondi e Strategic Initiatives. Per Mauro Bux, responsabile dell’Area Consulenza ai Fondi Impact di Human Foundation, “i risultati dello studio confermano la crescente maturità del mercato dell’Impact Investing, con una rapida evoluzione degli strumenti e una sempre maggiore attenzione alla misurazione dell’impatto. Fondo Italiano si posiziona come attore strategico nel canalizzare capitali verso attività capaci di coniugare rendimento finanziario e impatto. Human Foundation conferma il proprio ruolo di partner tecnico e consulenziale per i fondi che operano nell’ecosistema europeo degli investimenti a impatto”.

Studio Uil, fondi strutturali europei 2021-2027: andamento lento, programmato solo il 18% delle risorse e speso effettivamente il 5%

A più di tre anni dall’avvio della programmazione dei fondi strutturali europei per il 2021- 2027, lo stato di avanzamento dei programmi registra un “andamento lento”: al 28 febbraio di quest’anno, su un totale di 74,9 miliardi di euro, presenta un livello di programmazione al 17,97% (circa 13,5 miliardi di euro), con una spesa effettiva al 5,04% (circa 3,8 miliardi di euro). È quanto emerge da un monitoraggio del servizio Lavoro, coesione e territorio della Uil, sull’attuazione delle politiche di coesione europee 2021-2027, diretto dalla segretaria confederale Ivana Veronese. Per quanto riguarda i programmi regionali, su 48,3 miliardi di euro, gli interventi programmati sono al 18,93% (circa 9,1 miliardi di euro), mentre la spesa effettiva è al 6,21% (circa 3 miliardi di euro). Vanno un po’ meno bene i Programmi nazionali affidati alle amministrazioni centrali dello Stato dove su 26,5 miliardi di euro, gli impegni ammontano al 16,23% (circa 4,3 miliardi di euro), e la spesa effettiva è al 2,91% (772 milioni di euro). Esaminando, poi, i singoli fondi, emerge che nella programmazione del Fondo europeo di sviluppo regionale (Fesr), dedicato alla coesione economica, sociale e territoriale, per far fronte agli squilibri tra le Regioni, su un totale di 44,1 miliardi di euro, gli interventi programmati sono al 15,6% e la spesa effettiva al 4,78%. Con riferimento al Fondo sociale europeo plus (Fse+), che finanzia interventi per il lavoro, la formazione e l’inclusione, su un totale di 28,6 miliardi di euro, gli interventi programmati sono al 22,18% e la spesa effettiva è al 5,61%. Dai dati del Fondo per la giusta transizione (Jtf), che sostiene gli interventi per le aree della Provincia di Taranto e del Sulcis Iglesiente, si rileva, invece, che su un totale di 1,21 miliardi di euro, gli interventi programmati sono allo 0,61% e la spesa effettiva è allo 0,13%. Infine, in merito al Fondo europeo per gli affari marittimi, la pesca e l’acquacoltura (Feampa), su un totale di 987 milioni di euro, gli interventi programmati sono al 23,2% e la spesa effettiva è al 5,86%. Studiando la spesa effettiva dei Programmi regionali (Pr), viene in evidenza che la Liguria ha rendicontato il 18,18% delle risorse; l’Emilia-Romagna il 14,43%; il Piemonte il
13,84%; la Lombardia il 12,91%; il Friuli-Venezia Giulia il 12,05%. Molto più indietro la Sicilia che si ferma all’1,19%; l’Umbria al 2,35%; la Sardegna al 2,55%; l’Abruzzo al 3,26%. Il Molise, invece, non ha rendicontato nessuna spesa effettiva.mInoltre, ci sono 3 Programmi nazionali (Pn), che non hanno rendicontato nulla (Scuola emcompetenze; Inclusione e lotta alla povertà; Giovani, donne e lavoro), mentre hanno rendicontato una spesa effettiva vicino allo zero il Pn Salute, il Pn Cultura e il Pn Sicurezzame legalità. Per quanto riguarda il Pn Capacità per la Coesione, la spesa effettiva si attesta all’11,96% e il Pn Ricerca, innovazione e competitività per la transizione verde e digitale all’8,56%. “Alla luce di questi dati – ha commentato Veronese – è indispensabile, e quanto mai urgente, mettere in moto tutti i processi per assicurare velocità nonché qualità della spesa e addizionalità delle risorse. La lentezza nell’attuazione della politica di coesione  non può essere un alibi per riprogrammare gli interventi, spostando risorse verso il programma ReArm Europe perché questo significherebbe tradire il principio stesso della coesione europea basato sulla riduzione delle disuguaglianze occupazionali, sociali, territoriali, di genere, generazionali e infrastrutturali. Sarebbe altrettanto inopportuno uno spostamento dei progetti dai Fondi del Pnrr alla politica di coesione in quanto questa operazione rischierebbe di dilatare i tempi di attuazione”. Per Veronese, inoltre,  “nell’attuale contesto economico-finanziario, nazionale e internazionale una buona programmazione dei Fondi strutturali europei, integrata con la programmazione delle risorse ordinarie, contribuirebbe in modo significativo a ridurre non solo le disuguaglianze, ma a rilanciare l’economia, l’occupazione e il benessere sociale. È quindi, più che mai urgente  che il Governo, insieme alle parti sociali, apra un tavolo di confronto per mettere a punto provvedimenti di accelerazione della spesa concentrando le risorse su pochi ma strategici obiettivi”.

Via libera della Regione Lombardia alla legge sul clima

La Giunta di Regione Lombardia ha approvato il progetto di legge sul clima per coordinare in maniera integrata i diversi ambiti di pianificazione e programmazione territoriale e di settore con le politiche per la mitigazione e l’adattamento al cambiamento climatico. Il testo sarà ora proposto al Consiglio regionale per l’approvazione dell’Aula. “Siamo così di fronte a un vera e propria svolta per il territorio lombardo – sottolineano il presidente Attilio Fontana e l’assessore regionale all’Ambiente e Clima, Giorgio Maione – questa legge sarà la cornice di tutte le future iniziative volte alla mitigazione degli effetti dei cambiamenti climatici e all’adattamento delle nostre comunità. L’obiettivo del provvedimento – proseguono – è, chiaramente, quello di raggiungere la neutralità carbonica nel 2050”. “Alziamo di molto l’asticella – spiega Maione – puntando su fonti di energia pulita, economia circolare, bioedilizia e innovazione. Vogliamo garantire sostenibilità ambientale, economica e sociale rimanendo in linea con la normativa nazionale ed europea”. Sono politiche che già Regione persegue e attua e che vengono ora ricomprese e sviluppate in una ottica di maggiore sostenibilità. In particolare, il focus specifico è sul cambiamento climatico in atto, come già il Programma regionale di sviluppo sostenibile indicato”. La proposta di legge punta su risparmio di energia, diversificazione degli approvvigionamenti energetici, produzione di energia pulita, compreso quella nucleare. L’obiettivo è porre fine alla dipendenza della Lombardia dai combustibili fossili e modificare i criteri alla base delle strategie di sviluppo e di crescita infrastrutturale. In particolare si vuole intervenire sulla produzione industriale ed agricola adattandola alle nuove esigenze, prevenendo e mitigando gli effetti sulle città e sulle infrastrutture delle calamità derivanti dagli eventi meteorologici più estremi. “Nell’ambito della procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) dei piani e programmi regionali e locali – aggiunge Maione – sarà inserito l’obiettivo della neutralità carbonica. Sull’energia da fonti rinnovabili puntiamo sui progetti innovativi, anche sperimentali, inseriti in percorsi di economia circolare come biogas e biometano che privilegiano le filiere corte, sulla realizzazione di impianti nelle aree idonee e soluzioni progettuali con valenza ecosistemica”.

Temi centrali sono la decarbonizzazione dell’edilizia. Il testo ha come obiettivo l’incremento delle possibilità di installazione delle fonti rinnovabili relative agli edifici di nuova costruzione o soggetti a ristrutturazione, e gli indirizzi per la fissazione del carbonio.
“Garantiremo supporto agli enti locali e alle imprese – conclude l’assessore – con formazione continua e un comitato regionale per il clima. Questo testo è frutto di un continuo ascolto delle delle associazioni di categoria e delle realtà economiche. La transizione energetica, la mitigazione e l’adattamento ai cambiamenti climatici devono infatti essere un’opportunità per il territorio” .

 

Nucleare: energia da fusione, pronto il primo magnete per il progetto italiano DTT

Ricerca e industria italiana insieme per produrre energia pulita, sicura e illimitata con la fusione nucleare. Il primo magnete per il progetto DTT – Divertor Tokamak Test, la macchina sperimentale 100% italiana in costruzione presso il Centro Ricerche Enea di Frascati (Roma), è stato presentato ieri nello stabilimento di ASG Superconductors della Spezia, alla presenza del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin. Con oltre 6 metri di altezza e 16 tonnellate di peso per ognuno, il magnete superconduttore rappresenta il vero e proprio ‘cuore’ tecnologico del progetto DTT: al suo interno tecnologie costruttive all’avanguardia e materiali innovativi assicureranno il contenimento di 33 metri cubi di plasma a una temperatura di oltre 100 milioni di gradi. DTT rappresenta un’iniziativa di frontiera, tutta italiana, finalizzata alla produzione di energia pulita, sicura e su larga scala, attraverso lo stesso principio fisico che alimenta il Sole e le stelle: la fusione nucleare. Il progetto si configura come elemento di raccordo tra i grandi programmi internazionali ITER e DEMO, quest’ultimo destinato, dopo il 2050, a immettere in rete energia elettrica da fusione. La realizzazione di DTT è attesa con grande interesse dalla comunità scientifica e tecnologica, in quanto potrà fornire risposte cruciali ad alcune delle principali sfide ancora aperte nel percorso verso la produzione di energia da fusione, come ad esempio la gestione dei flussi di potenza estremamente elevati generati dal plasma. Il magnete presentato oggi è il primo di 18 magneti che verranno realizzati da ASG Superconductors – azienda della famiglia Malacalza – specializzata in tecnologia superconduttiva per energia e medicale, con sede e stabilimenti in Liguria.

“Siamo particolarmente orgogliosi di contribuire, con le nostre competenze e infrastrutture, a questo risultato che rappresenta un importante passo in avanti nella roadmap per la realizzazione della facility DTT e in generale per l’energia da fusione; nel panorama della ricerca scientifica e tecnologica del settore della fusione nucleare, ENEA riveste un ruolo di primaria importanza e contribuisce in modo significativo, nei suoi centri di eccellenza di Frascati e Brasimone (Bologna), allo sviluppo di tecnologie innovative e di frontiera, agli studi sulla sicurezza degli impianti e sul loro impatto ambientale. Oggi possiamo rendere disponibili infrastrutture di calcolo avanzato così come progettare componenti ad alta complessità tecnologica, come cavi e magneti superconduttori”, ha dichiarato Giorgio Graditi, direttore generale dell’Enea. “Queste attività sono realizzate nell’ambito di Eurofusion, il Consorzio europeo per la fusione che riunisce i Paesi UE, oltre a Svizzera e Ucraina; in questo ambito svolgiamo il ruolo di program manager nazionale, coordinando le attività di 22 partner tra università, industrie ed enti di ricerca italiani”, ha concluso. Francesco Romanelli, presidente DTT ha dichiarato: “La realizzazione del primo magnete toroidale del progetto DTT segna una tappa fondamentale non solo per la nostra macchina sperimentale ma per l’intera filiera della fusione in Italia. È la dimostrazione concreta che ricerca pubblica e industria privata, quando lavorano in sinergia, possono affrontare con successo sfide scientifiche e tecnologiche di portata globale. Il magnete che presentiamo oggi è il frutto di un lavoro straordinario: un concentrato di innovazione, precisione ingegneristica e know how che pone il nostro Paese tra i protagonisti della fusione nucleare come fonte di energia pulita e sostenibile. DTT è nato per accelerare la transizione energetica, formare nuove generazioni di ricercatori e tecnologi e contribuire in modo determinante alla costruzione dei reattori del futuro, in grado di produrre energia non solo pulita ma di fatto inesauribile. Oggi questo ulteriore risultato concreto, ci consente di guardare avanti con ancora più fiducia e determinazione”.

Il progetto DTT è promosso da un consorzio che vede la partecipazione di ENEA, Eni e numerose università e istituzioni di ricerca italiane. L’iniziativa prevede un investimento complessivo superiore ai 600 milioni di euro e si stima possa generare un impatto economico e occupazionale pari a circa 2 miliardi di euro. Il progetto darà inoltre vita a uno dei centri scientifico-tecnologici più avanzati a livello mondiale, concepito come un hub internazionale aperto alla collaborazione di ricercatori e scienziati provenienti da tutto il mondo.

Gruppo Save: da assemblea ok a bilancio, 2 miliardi di investimenti nel Masterplan 2023-2037

Via libera dell’assemblea dei soci di Save al bilancio 2024 del gruppo Save che riporta valori in crescita rispetto all’esercizio precedente, riflettendo il positivo andamento del traffico degli aeroporti gestiti e delle attività ad esso connesse. I ricavi totali sono stati pari a 255,2 milioni di euro, in aumento dell’8,7% rispetto al 2023, il margine operativo lordo è stato di 129 milioni, in crescita del 9,6%, il risultato netto è stato di 73,4 milioni, in incremento del 24,2%. La posizione finanziaria netta del gruppo è di 135,4 milioni di euro, in miglioramento di 33,3 milioni rispetto al 2023. Il sistema aeroportuale Venezia-Treviso ha chiuso il 2024 con 14,6 milioni di passeggeri complessivi (11,6 milioni Venezia, 3 milioni Treviso), in crescita dell’1,9% sul 2023. In particolare, l’aeroporto di Venezia ha rafforzato il suo ruolo di terzo scalo intercontinentale nazionale. Ai mercati già collegati del Nord America e del Medio-Estremo Oriente si è aggiunto quello cinese, con l’introduzione in autunno del volo diretto su Shanghai. Da gennaio ad aprile 2025, Venezia e Treviso insieme hanno totalizzato 4,2 milioni di passeggeri (3,2 milioni Venezia, 982mila Treviso), in crescita del 4,3% rispetto allo stesso periodo 2024. Lo scorso anno è proceduto l’iter approvativo del Masterplan 2023 -2037 dell’aeroporto di Venezia, che prevede investimenti per circa 2 miliardi di euro, 380 milioni dei quali destinati ad interventi di sostenibilità, il cui obiettivo primario è quello di raggiungere le zero emissioni di CO2 entro il 2030, attraverso l’utilizzo di sistemi energetici a ridotto consumo, tecnologie a basso impatto ambientale e utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili. L’assemblea dei Soci, in considerazione degli investimenti da realizzare, ha deliberato di non distribuire alcun dividendo, lasciando l’utile ad incremento del patrimonio netto della società. “I dati del bilancio consolidato confermano il nostro Gruppo come realtà solida e di riferimento per la mobilità e lo sviluppo economico-sociale del territorio. Gli aeroporti di Venezia e Treviso oggi, in termini diretti, indiretti e indotti, occupano circa 30.000 persone e l’attività dei due scali genera sull’area un Pil di un miliardo e mezzo di euro. Dati importanti, che aiutano a tradurre concretamente il grande impegno e l’elevata professionalità espressi a tutti i livelli dal personale
del Gruppo”, dichiara Enrico Marchi, presidente del Gruppo Save. “L’anno in corso procede con un buon andamento del traffico, in aumento rispetto all’anno precedente, alimentato da nuovi voli che consolidano il ruolo del Marco Polo quale terzo scalo intercontinentale nazionale. Una crescita che pone grande attenzione all’esperienza aeroportuale di tutti i passeggeri e alla qualità dei servizi offerti e che non trascura nessun aspetto dei processi, dalla stretta collaborazione con le compagnie aeree, all’adeguamento modulare delle infrastrutture, al programma di sostenibilità che ci condurrà al traguardo di zero emissioni entro il 2030”.

Gualtieri e il presidente OAR Panci inaugurano la mostra “Opere del Giubileo e Architettura Sacra”

Roma si trasforma. E con il «metodo Giubileo», come lo definisce il Sindaco di Roma Roberto Gualtieriarrivando alla Casa dell’Architettura, lo fa «coniugando rapidità e qualità». L’Ordine degli Architetti di Roma e provincia ha organizzato in collaborazione con la rivista Chiesa Oggi un convegno dal titolo «Opere del Giubileo e Architettura Sacra – I cantieri, le chiese contemporanee» e una mostra, inaugurata oggi insieme al sindaco della Capitale, che presenta i progetti più significativi realizzati a Roma in occasione del Giubileo 2025, nonché una selezione delle nuove chiese italiane costruite negli ultimi 25 anni a seguito di concorsi di progettazione. Questi ultimi, come sottolinea il Presidente dell’Ordine Alessandro Panci, se ben fatti sono garanzia di qualità, perché al centro viene messo il progetto architettonico e il confronto tra idee e competenze. Il convegno e la mostra, organizzati con il supporto dell’Ufficio Nazionale Beni Culturali e l’Edilizia di Culto della CEI, rientrano nella strategia dell’OAR, come spiega sempre Panci, «per far conoscere cosa si è fatto e cosa si sta facendo per quanto riguarda la risistemazione di importanti aree della città e l’accoglienza di pellegrini e turisti». Sottolinea il Sindaco Gualtieri partecipando al taglio del nastro della mostra allestita alla Casa dell’Architettura: «Fa piacere che ci sia una mostra dedicata ad alcuni degli interventi giubilari più belli e più rappresentativi. In questi tre anni abbiamo cercato di non preoccuparci solo della quantità delle opere ma abbiamo cercato di portare qualità negli interventi urbanistici della città. Tra conclusi e parzialmente conclusi siamo arrivati a 156 interventi. Dimostrando anche che presto e bene a Roma possono convivere». Il Sindaco di Roma, intervenendo nel corso della sessione mattutina del convegno, usa parole di apprezzamento per la collaborazione con l’Ordine degli Architetti di Roma e provincia. Aggiungendo poi: «La linea che avevamo dato all’inizio per i cantieri giubilari era questa di avere più ambizione, di guardare alla qualità, ad una qualità anche trasformativa e non solo legata alla bellezza. Quindi più attenzione al riequilibrio degli spazi urbani, alla vivibilità, al verde: un’inversione di rotta in una città che ancora oggi risente molto di una visione del passato in cui gli spazi urbani erano fondamentalmente pensati per far circolare più possibile e più velocemente le auto. Penso che il lavoro che stiamo facendo si stia vedendo».

Quello di oggi alla Casa dell’Architettura, spiega il Segretario OAR e Direttore di AR Magazine Marco Maria Sambo, «è un importante momento di confronto e dibattito per ragionare sulle trasformazioni urbane, sul cambiamento in atto a Roma nell’anno del Giubileo. È l’occasione per riflettere sul rapporto tra spazio pubblico e spazio sacro, sui cambiamenti infrastrutturali della città a beneficio della cittadinanza e dei pellegrini. È quindi una opportunità, per una riflessione sulla Città Eterna, sulle morfologie urbane e architettoniche, sulla rigenerazione, sulle prospettive per il prossimo futuro». E le riflessioni emerse oggi sono per il Presidente OAR Panci anche utili per il futuro: «Sappiamo che tempi burocratici e difficoltà che possono sorgere nei cantieri a volte finiscono per rallentare la realizzazione di un’opera. Ma abbiamo la fortuna di avere una cadenza periodica e contemporaneamente anche il Giubileo straordinario del 2033. Questo fa sì che alcuni progetti previsti per precedenti anni giubilari siano completati per i successivi. C’è una continuità data dall’avere un evento straordinario che però ha una cadenza periodica. Sarebbe però ora opportuno aprire una riflessione su come si possa cambiare in modo importante la città con programmazioni anche a lungo termine. Partendo per tempo con le attività di programmazione e progettazione per il prossimo Giubileo, avremmo l’occasione non solo di risistemare ma anche di ripensare importanti aree del centro storico, delle zone limitrofe e anche di aree extraurbane che ospitano luoghi di culto: pensiamo ad esempio alla Chiesa di Dio Padre misericordioso progettata da Richard Meier, al Divino Amore, anche a Subiaco. L’importante è sapere che trasformazioni profonde non si fanno in tempi brevi. Bisogna evitare che si attenda di capire quanti fondi saranno a disposizione prima di decidere quali opere portare avanti. Bisogna ragionare su una visione di quello che deve essere uno spazio pubblico per le nuove esigenze di visitatori e cittadini, decidere e subito iniziare a lavorare alle fasi di programmazione e progettazione. Solo così ci sarebbero il tempo e il modo per maturare progetti più ampi». Osserva il direttore editoriale di Chiesa Oggi, Caterina Parrello: «Attraverso interventi di riqualificazione urbana, valorizzazione del patrimonio edilizio e potenziamento delle infrastrutture, l’Anno Santo si conferma come un’occasione propulsiva per migliorare la qualità della vita urbana, a vantaggio sia dei cittadini che dei pellegrini. Gli investimenti attivati in occasione del Giubileo non sono solo motore economico, ma anche stimolo culturale e progettuale».

A delineare il quadro di quanto fatto è l’Ad di Giubileo 2025 Spa, Marco Sangiorgio: «L’imponente programma di interventi per il Giubileo, di oltre 4 miliardi di euro, non solo ha velocizzato il percorso di riqualificazione urbana di Roma, ma ha anche attivato un virtuoso processo di lavoro e collaborazione tra la pubblica amministrazione, i professionisti, i project manager e le imprese. Nel nostro ruolo di stazione appaltante abbiamo avviato oltre 380 procedure di affidamento relative a lavori e servizi di ingegneria, che hanno trasformato l’aspetto e la vivibilità di parte della città. Come soggetto attuatore, seguiamo 26 progetti tra cui alcuni interventi iconici, che coniugano la valorizzazione di un patrimonio culturale e artistico unico al mondo con l’evoluzione dei modelli urbani e sociali. Allo stesso tempo, diamo il nostro supporto al Commissario Straordinario di Governo per il Giubileo e alla Santa Sede ai fini degli allestimenti per l’accoglienza e la sicurezza dei pellegrini, durante i grandi eventi giubilari di San Pietro e Tor Vergata». Aggiunge il Responsabile Project Manager di Giubileo 2025 Spa, Alessandro Flaccovio: «Il programma per il Giubileo 2025 ha rappresentato un’occasione unica per far convergere tutte le migliori energie dell’ecosistema della committenza pubblica e la migliore espressione della qualità del mondo della progettazione architettonica italiana. Lavorando sul comune obiettivo di riqualificare lo spazio pubblico di Roma abbiamo dato vita a un innovativo metodo di gestione per lo sviluppo di programmi complessi, di infrastrutturazione e rigenerazione urbana, sia dal punto di vista della governance che delle best practices di design. Un’importante legacy per il territorio e le comunità locali, capace anche di rafforzare la capacità attrattiva in chiave turistica». Il Direttore dell’Ufficio Beni culturali Ecclesiastici ed Edilizia di Culto della CEI, Don Luca Franceschini, sottolinea: «Ogni Giubileo è composto di esperienze ecclesiali e spirituali, ma, al contempo, di opere concrete, costruzioni, restauri, aperture di nuovi varchi, costruzione di nuovi ponti, chiusura di percorsi pericolosi. Anche questo operare fa parte dell’unica Opera per eccellenza del Creatore del mondo e Salvatore degli uomini».

 

 

 

Maria Cristina Carlini

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