La giornata
Ponte, controlli antimafia: alta TENSIONE tra Quirinale e Salvini
- Fs, firmato l’accordo per il rinnovo del contratto aziendale con aumenti medi di 230 euro
- Anas, dal cda via libera alla stipula della convenzione con Roma Capitale per il nuovo Ponte dei Congressi, investimento da 300 milioni
- Mobilità, Sardegna: Ad Alghero nasce prima linea ferroviaria a idrogeno verde
- Terna, ad aprile consumi elettrici stazionari
- Ocse: Brusco rallentamento crescita nel primo trimestre (+0,1%)
IN SINTESI
Tensione sulle nuove regole per i controlli antimafia introdotte dal decreto Infrastrutture proposto dal ministero dei Trasporti per i lavori del ponte sullo Stretto e fermate dal vaglio del Quirinale. La legge in vigore prevede ‘norme antimafia rigorose’, quella proposta introduceva invece una ‘procedura speciale, adottata finora solo in casi di emergenza, che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie’, fa sapere il Colle in una nota. Nel testo del Dl Infrastrutture pubblicato ieri in Gazzetta ufficiale manca, così, perché espunta per volere degli uffici legislativi del Quirinale, l’articolo che estendeva al Ponte sullo Stretto la procedura speciale dei controlli antimafia, centralizzandoli presso la struttura di prevenzione del Viminale diretta dal prefetto Paolo Canaparo, già prevista per opere di grande impatto e i terremoti. La norma, precisa l’ufficio stampa del Quirinale, “non era contenuta nel testo preventivamente inviato al Quirinale, ma è apparsa poche ore prima della riunione del Consiglio dei ministri”. Non solo. “La legislazione in vigore contempla norme antimafia rigorose per le opere come il Ponte di Messina. La norma proposta prevedeva invece una procedura speciale – adottata finora soltanto in casi di emergenza, come i terremoti, o di eventi speciali, come le Olimpiadi – che non risulta affatto più severa delle norme ordinarie”, è la sottolineatura del Colle, che ricorda come la procedura speciale che veniva proposta “autorizza anche a derogare ad alcune norme previste dal Codice antimafia, deroghe non consentite dalle regole ordinarie per le opere strategiche di interesse nazionale”. Per il Quirinale, insomma, si tratta di un “indebolimento della legge” che non ha motivo d’essere”. Lunedì scorso, dopo il Consiglio dei ministri che ha varato il dl Infrastrutture, si è svolta al Mit una riunione di esperti antimafia interessati a vario titolo alla realizzazione dell’opera. Al termine , il ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini e dell’Interno Matteo Piantedosi hanno illustrato alla stampa la novità introdotta nel decreto. “Chiederemo il massimo del rigore per verificare che non ci siano infiltrazioni. Dal mio punto di vista era importante, qualcuno l’ha pensata in modo diverso, vorrà dire che sarà il Parlamento a mettere il massimo delle garanzie’, è stata la replica del ministro Salvini. E non sembra finire qui. La Lega fa sapere che riproporrà in Parlamento la norma bocciata dal Quirinale.
In questo quadro, la Cgil torna all’attacco e chiede “al Governo e alla Commissione Europea di sospendere la corsa per il Ponte sullo Stretto: bloccare 14 miliardi per un’opera non necessaria, con inaccettabili forzature, non è questione politica, ma di responsabilità”. “Si pensi alle risorse del PNRR e alle infrastrutture che occorrono al Paese. Domani a Messina lo ribadiremo in una grande assemblea pubblica”, dichiara il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo. “Di giorno in giorno – sostiene – aumentano i problemi provocati dalle forzature che il Ministro Salvini sta facendo per arrivare alla foto ‘estiva’ dell’avvio dei lavori. Nessuna gara per l’opera, lievitazioni dei costi e della penale a favore di chi dovrebbe realizzarla. Il Ministro ha dovuto ritirare dal Decreto omnibus infrastrutture la ‘promozione’ a stazione appaltante qualificata della Società per azioni Stretto di Messina e, grazie all’intervento del Presidente della Repubblica, deve cambiare la modalità di gestione della prevenzione per la legalità e contro le infiltrazioni mafiose scelta dal Consiglio dei Ministri”. Per affrontare le diverse questioni sull’iter di quest’opera, che “di strategico ed emergenziale non ha niente”, oggi a Messina la Confederazione ha organizzato un’iniziativa che vedrà la partecipazione di associazioni, delle strutture territoriali della Cgil, degli onorevoli Angelo Bonelli (Avs), Antonio Nicita (Pd), e degli europarlamentari Annalisa Corrado (Pd), Benedetta Scudieri (Avs) e Pasquale Tridico (M5S), impegnati nell’esame del costo economico e sociale di questo faraonico progetto. Concluderà il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo. L’appuntamento, che si terrà dalle ore 17.30 nella Sala Borsa della Camera di Commercio di Messina, sarà l’occasione per chiedere formalmente un incontro alla Commissaria europea per l’Ambiente Jessica Roswall e annunciare la presentazione di un esposto alla Commissione Europea.
Fs, firmato l’accordo per il rinnovo del contratto aziendale con aumenti medi di 230 euro
È stata sottoscritta oggi dal Gruppo FS Italiane e delle Organizzazioni Sindacali FILT-CGIL, FIT-CISL, UILTRASPORTI, UGL FERROVIERI, FAST CONSAL e ORSA FERROVIE l’ipotesi di accordo per il rinnovo del Contratto Aziendale del Gruppo FS Italiane, a seguito dell’intesa sul CCNL della Mobilità – Area contrattuale Attività Ferroviarie. Vengono riconosciuti incrementi salariali per un importo mensile medio a regime di 230 euro sui minimi stipendiali e, a copertura del periodo 1° gennaio 2024-31 maggio 2025, un importo medio una tantum pari a 1.000 euro. Tra gli elementi qualificanti del rinnovo: il rafforzamento del sistema di welfare aziendale, l’adeguamento dei regimi di orario e dell’organizzazione del lavoro, l’istituzione di una Commissione paritetica per analizzare l’impatto delle nuove professionalità legate all’innovazione e all’intelligenza artificiale e l’introduzione di strumenti come l’apprendistato duale per favorire l’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro. “Con la firma del rinnovo del contratto aziendale del Gruppo FS confermiamo il nostro impegno a favore delle persone, promuovendo il miglioramento della conciliazione vita-lavoro, con l’obiettivo di valorizzare le professionalità del Gruppo”, ha dichiarato l’Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo FS Stefano Antonio Donnarumma. “Questo rinnovo – ha proseguito l’AD – non solo risponde alle esigenze produttive aziendali, ma punta allo sviluppo delle competenze attraverso la digitalizzazione e l’innovazione, risorse fondamentali per l’evoluzione dei mestieri attuali e futuri. Desidero esprimere un sincero ringraziamento alle organizzazioni sindacali per il lavoro condiviso, per il loro impegno e per lo sforzo compartecipativo che ha reso possibile il raggiungimento di questo risultato. L’accordo – ha concluso Donnarumma – è un passo fondamentale per sostenere la trasformazione e l’evoluzione del settore, con l’obiettivo di dare impulso e valore al Sistema Paese”. L’intesa rappresenta una risposta concreta e responsabile alle trasformazioni in atto nel settore ferroviario, strategico per la mobilità sostenibile del Paese. Il nuovo impianto contrattuale valorizza il lavoro, promuove l’inclusione e rafforza la sicurezza, tenendo conto dei profondi cambiamenti legati all’innovazione tecnologica, alla digitalizzazione e all’evoluzione del mercato, con una particolare attenzione al bilanciamento tra vita e lavoro.
L’accordo conferma anche il ruolo centrale della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, prevedendo maggiori tutele e azioni concrete per diffondere una cultura condivisa della prevenzione. È stato inoltre aggiornato il sistema classificatorio del personale, coerentemente con l’evoluzione dei processi aziendali e sono state definite azioni in un’ottica di ricambio generazionale. Le parti hanno inoltre condiviso un importante aggiornamento della normativa sull’orario e sull’organizzazione del lavoro che tiene conto delle esigenze di conciliazione tra vita privata e vita professionale, contribuendo ad assicurare anche una maggiore sostenibilità dei business passeggeri e merci. Il nuovo Contratto Aziendale di Gruppo, affiancato dal CCNL, costituisce un sistema di regole condivise che rafforza la capacità delle aziende del Gruppo FS di affrontare con efficacia le sfide del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e di cogliere nuove opportunità nei mercati nazionali e internazionali. La valorizzazione delle persone e delle competenze si conferma leva strategica per la crescita sostenibile e la competitività dell’intero settore e del Gruppo.
Il nuovo contratto – spiegano le organizzazioni sindacali – riguarda oltre 90 mila lavoratori e lavoratrici, inclusi quelli impiegati nei servizi appaltati come ristorazione, pulizie, assistenza personale con ridotta mobilità e accompagnamento notturno, prevede dal punto di vista retributivo un aumento medio di 230 euro mensili (su livello C1), in tre tranche tra giugno 2025 e giugno 2026. Inoltre una una tantum di 1000 euro per coprire il periodo di vacanza contrattuale erogata ad agosto 2025 e la rivalutazione di indennità fondamentali come turni, domenicali, trasferte e rimborsi pasto. Per i lavoratori degli appalti ferroviari c’è stato l’introduzione di buoni pasto da 7 euro a partire dal 1° gennaio 2026. Nel CCNL ci sono anche importanti novità sulla sicurezza sul lavoro a partire dall’introduzione della figura del Rls di sito e dalla Stop Work Authority, che consente ai lavoratori di interrompere l’attività in caso di potenziale pericolo evitando sanzioni disciplinari”.
“Contestualmente – proseguono Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl , Orsa Ferrovie e Fast – è stato rinnovato anche il contratto aziendale del Gruppo FS, con misure che potenziano il welfare, la previdenza e la sanità. È stato sottoscritto un accordo specifico per il recupero del premio di risultato relativo al 2024, stabilito in 950 euro e fissati anche gli importi per i premi dei due anni successivi pari a 1100 euro per il 2025 con erogazione nel 2026 e 1200 euro per il 2026 con erogazione nel 2027. Dal punto di vista retributivo sono state rivalutate molte indennità. Concordato più equilibrio e qualità della vita in tema di riposi, orari e condizioni di lavoro e più tutele per le persone con l’introduzione del codice di condotta contro le molestie sessuali del Gruppo FS e nuovi strumenti a favore della genitorialità, dell’assistenza familiare e dei permessi in caso di lutto”. “Le organizzazioni sindacali scioglieranno la riserva entro il 20 giugno” concludono infine Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Ferrovieri, Orsa Ferrovie e Fast Confsal.
Anas, dal cda via libera alla stipula della convenzione con Roma Capitale per il nuovo Ponte dei Congressi, investimento da 300 milioni
Il cda di Anas ha approvato la stipula della convenzione fra l’azienda del Gruppo FS e Roma Capitale per i lavori di realizzazione del Ponte dei Congressi, della viabilità accessoria e sistemazione delle banchine del Tevere e dell’adeguamento del Ponte della Magliana, come stabilito dal DPCM dell’11 giugno 2024, per un investimento di circa 300 milioni di euro. Il Cda ha verificato e approvato anche l’aggiornamento del progetto definitivo, per il contestuale avvio delle attività Il Ponte dei Congressi collegherà l’autostrada di Fiumicino e il quartiere dell’Eur. L’obiettivo dei lavori è la riabilitazione di una parte significativa della valle del Tevere. Il progetto infrastrutturale e quello ambientale fanno parte di un intervento integrato volto a recuperare un luogo fondamentale per la città costituito dalle banchine del Tevere nel tratto compreso tra il Ponte della Magliana ed il Nuovo Ponte dei Congressi. Il cuore dell’intervento comprende la realizzazione di un nuovo tracciato stradale, il miglioramento e l’adeguamento della viabilità laterale alla nuova infrastruttura, la costruzione di una nuova area ciclopedonale e del Parco Fluviale del Tevere circostante la zona.
Mobilità, Sardegna: Ad Alghero nasce prima linea ferroviaria a idrogeno verde
Con il via libera al PAUR (Provvedimento Autorizzatorio Unico Regionale), la Giunta regionale della Sardegna, dopo il giudizio positivo sulla compatibilità ambientale da parte dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente, ha approvato il collegamento ferroviario Alghero Centro – Aeroporto, alimentato da treni a idrogeno verde. Il progetto, proposto dall’ARST, prevede 6,7 km di nuova infrastruttura ferroviaria, impianto per la produzione elettrolitica di idrogeno (1.500 kg/giorno), impianto fotovoltaico da 3,95 MWp, nuova stazione Mamuntanas e stazione terminale sopraelevata nelle vicinanze dell’aeroporto. Il valore complessivo dell’opera ammonta a 237,7 milioni di euro, coperti attraverso risorse ministeriali e regionali, in particolare grazie ai fondi Pnrr e all’Accordo per lo Sviluppo e la Coesione. L’intervento rappresenta un salto di qualità per la mobilità sostenibile e per la connessione territoriale della Sardegna nord-occidentale. Prevede non solo la realizzazione di una nuova infrastruttura ferroviaria lunga 6,7 km, ma anche un impianto per la produzione elettrolitica di idrogeno verde da 1.500 kg/giorno, alimentato da un impianto fotovoltaico da 3,95 MWp.
Terna, ad aprile consumi elettrici stazionari
Secondo i dati di Terna, la società che gestisce la rete di trasmissione nazionale, ad aprile il fabbisogno di energia elettrica in Italia è stato pari a 23,4 miliardi di kWh, valore in diminuzione dell’1,1% rispetto allo stesso periodo del 2024. Il dato della domanda elettrica, destagionalizzato e corretto dagli effetti di calendario e temperatura, porta la variazione a -0,4%. Tale risultato è stato determinato, a parità di giorni lavorativi e con una temperatura media mensile pressoché uguale ad aprile 2024, da un calendario caratterizzato da numerosi ponti e festività. A livello territoriale, la variazione tendenziale di aprile è stata negativa al Nord e al Centro (rispettivamente -2,2% e -0,5%) e positiva al Sud e Isole (+0,8%). Nei primi quattro mesi dell’anno, il fabbisogno nazionale è in debole flessione (-0,8%, dato che risente del confronto con un anno bisestile) rispetto al corrispondente periodo del 2024 (+0,1% il valore rettificato). L’indice IMCEI elaborato da Terna, che prende in esame i consumi industriali delle imprese cosiddette ‘energivore’, è in flessione del 2,9% rispetto ad aprile 2024 (-2,2% la variazione rettificata). In crescita i comparti cartaria, mezzi di trasporto, alimentare, cemento calce e gesso, ceramiche e vetrarie e meccanica; in flessione metalli non ferrosi, chimica e siderurgia. In termini congiunturali, il valore della richiesta elettrica destagionalizzato e corretto dall’effetto calendario risulta in aumento rispetto a marzo 2025 (+0,6%). Sostanzialmente stabile la variazione congiunturale dell’indice IMCEI di aprile (-0,1%) . L’indice IMSER elaborato da Terna sui dati dei consumi elettrici mensili forniti da alcuni gestori di rete di distribuzione (E-Distribuzione, UNARETI, A-Reti, Edyna e Deval), e che viene presentato in differita di due mesi rispetto ai dati dei consumi elettrici e industriali, ha fatto registrare a febbraio 2025 una variazione negativa del 3,8% rispetto a febbraio 2024 quasi completamente imputabile al confronto con un anno bisestile.
Tornando al bilancio mensile di Terna, nel mese di aprile 2025 la domanda di energia elettrica italiana è stata soddisfatta per l’85,5% dalla produzione nazionale e per la quota restante (14,5%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. Il valore del saldo estero mensile è stato pari a 3,4 TWh, -1,5% rispetto al valore registrato ad aprile 2024. In dettaglio, la produzione nazionale netta è risultata pari a 20 miliardi di kWh. Le fonti rinnovabili hanno coperto il 48,2% della domanda elettrica (era il 51,2% ad aprile 2024). In aumento la fonte fotovoltaica (+19,4%) e geotermica (+0,5%). In crescita anche la fonte termica (+6,7%) per via di una diminuzione della fonte idrica (-28,5% rispetto ai valori record del 2024), ed eolica (-6,8%). Per quest’ultima si tratta del quarto mese consecutivo di flessione dovuta alla scarsa ventosità. Ad aprile la nuova capacità rinnovabile è in aumento di 488 MW, -5% rispetto allo stesso mese dello scorso anno. Di questi, 90 MW per impianti collegati in Alta Tensione, 233 MW in Media Tensione e 165 MW in Bassa Tensione. Nei primi quattro mesi del 2025 la capacità rinnovabile in esercizio è aumentata di 2.084 MW, in flessione rispetto allo stesso periodo del 2024 (-12%). Al 30 aprile 2025 si registrano in Italia 14.317 MWh di capacità di accumulo (valore in aumento del 70% rispetto allo stesso mese del 2024), che corrispondono a 6.123 MW di potenza nominale, per circa 788.000 sistemi di accumulo.
Ocse: Brusco rallentamento crescita nel primo trimestre (+0,1%)
Pil, Ocse: Brusco rallentamento crescita nel primo trimestre (+0,1%) Verona, 22 mag (GEA) – Secondo le stime provvisorie, il Pil dell’area Ocse è aumentato di appena lo 0,1% nel primo trimestre del 2025, in netto calo rispetto all’aumento dello 0,5% del trimestre precedente. “Questo dato si discosta dai tassi di crescita più elevati e relativamente stabili registrati negli ultimi due anni”, segnala in una nota l’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico. Su base annua, la crescita del Pil nell’Ocse è stata dell’1,6% nel primo trimestre 2025, in calo rispetto all’1,9% del quarto trimestre 2024. Tra le economie del G7, il Canada ha registrato la crescita più elevata negli ultimi quattro trimestri (2,3%), seguito dagli Stati Uniti (2%), mentre la Germania ha registrato il calo maggiore (-0,2%).
Cdp Reti, l’assemblea approva l’aumento di capitale da 266 milioni di euro
L’assemblea degli azionisti di Cdp Reti, riunitasi in sessione straordinaria, ha approvato ieri un aumento di capitale a pagamento di circa 266 milioni di euro comprensivo di sovrapprezzo, da offrire in opzione ai propri azionisti. L’aumento di capitale è funzionale alla sottoscrizione da parte di CDP Reti della propria quota parte dell’aumento di capitale di Italgas di circa 1.020 milioni di euro, deliberato dall’assemblea straordinaria di Italgas tenutasi il 10 aprile 2025 e destinato al rifinanziamento dell’acquisizione di 2i Rete Gas S.p.A. da parte di Italgas.
Comunità energetiche, Enea presenta la prima Smart Community
Al via ad Anguillara Sabazia (Roma) la prima Smart Community italiana, un ecosistema energetico interattivo dove i membri producono, consumano e condividono energia rinnovabile e scambiano beni e servizi in sicurezza, migliorando la qualità di vita e la sostenibilità, con benefici anche a livello economico e sociale. Alla base della Smart Community vi è uno strumento web innovativo chiamato Local Token Economy (LTE) ideato e realizzato da ENEA, che integra premialità energetica (token o moneta virtuale), tecnologia blockchain (che garantisce sicurezza e tracciabilità) e marketplace (una piattaforma internet per la compravendita di prodotti o servizi). L’attività è condotta dall’ENEA in collaborazione con l’azienda Softstrategy nell’ambito del progetto “Tecnologie per la penetrazione efficiente del vettore elettrico negli usi finali” dell’Accordo di Programma per la Ricerca di Sistema Elettrico (PTR22-24) del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Dotato di un livello di maturità tecnologica alto (TRL 6), il web tool LTE è in corso di sperimentazione tra gli utenti della comunità energetica “RinnovAnguillara” di Anguillara Sabazia, nComune a nord di Roma, sul lago di Bracciano. Oltre a favorire l’uso efficiente dell’energia e a mitigare la povertà energetica, questo web tool promuove l’economia circolare e la sostenibilità ambientale perché, grazie a un approccio virtuoso in termini energetici, ciascun membro della comunità riceve delle premialità, cioè dei token tramite tecnologia blockchain, che potrà spendere nella comunità e nel marketplace, scambiando beni e/o servizi in ambito locale. “Promuovendo i benefici della comunità energetica anche a livello sociale ed economico, LTE rappresenta un vero e proprio booster per la sua diffusione dalla realtà locale al sistema urbano, favorendo anche la coesione sociale e la partecipazione attiva di tutti i cittadini al conseguimento degli obiettivi della transizione energetica”, sottolinea Claudia Meloni, ricercatrice della Divisione strumenti e servizi per le Infrastrutture Critiche e le Comunità Energetiche di ENEA e responsabile del progetto “Tecnologie per la penetrazione efficiente del vettore elettrico negli usi finali”.
Partendo dai dati raccolti attraverso sensori installati presso gli utenti finali sarà possibile identificare i profili di consumo e fornire anche suggerimenti per adottare comportamenti efficienti. Il monitoraggio dei consumi e la valorizzazione dei comportamenti virtuosi consentiranno inoltre la creazione di un’economia basata sulla sensibilizzazione dei cittadini riguardo le esigenze energetiche della comunità, ma anche la condivisione delle risorse disponibili, supportando la creazione di valore tramite la ricondivisione di beni, servizi, conoscenze e spazi inutilizzati.
“Si tratta di una vera e propria economia collaborativa digitalizzata fondata sul cittadino consumatore-produttore della risorsa energetica”, evidenzia Gilda Massa, ricercatrice dellaDivisione strumenti e servizi per le Infrastrutture Critiche e le Comunità Energetiche di ENEA e responsabile scientifico di LTE. “Intorno ad esso ENEA ha ideato e progettato LTE che è in grado di abbinare un servizio di condivisione delle risorse (il marketplace), dove beni e servizi vengono scambiati e remunerati tramite moneta virtuale (token); ogni transazione viene poi certificata dalla blockchain che funge da tecnologia abilitante dei servizi energetici, sociali e ambientali, una vera e propria sharing economy certificata dalla blockchain”. Con questa iniziativa ENEA mira a supportare la creazione di sistemi di cooperazione fortemente impegnati nella gestione, nell’uso consapevole e nel riuso delle risorse locali, per consentire la realizzazione di distretti in grado di ottimizzare l’uso dell’energia. La LTE punta a favorire la visione cooperativa e promuove un ruolo attivo e paritetico di tutti i membri di una comunità locale sulle tematiche ambientali e sociali, promuovendo un cambio di paradigma per la produzione e gestione dell’energia delle comunità energetiche verso un modello smart che mette al centro le realtà locali e i cittadini.
Energia, AssoAero: ok i segnali dalla Puglia ma maggiori sforzi dal governo
“Siamo felici di tornare oggi in un territorio che si conferma strategico per il futuro delle energie rinnovabili, in particolare dell’eolico offshore. La Puglia, e Taranto in particolare, si stanno affermando come polo industriale e logistico di primaria importanza per lo sviluppo della filiera delle rinnovabili. Il porto di Taranto è stato individuato come hub strategico per la costruzione, l’assemblaggio e la movimentazione degli aerogeneratori offshore, ponendo le basi per una
nuova stagione di crescita industriale sostenibile. Un ruolo che potrà generare impatti occupazionali positivi, e contribuire in maniera concreta alla decarbonizzazione del sistema energetico italiano. In questo scenario, arriva anche un altro segnale incoraggiante: il recente ottenimento della Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per il progetto Barium Bay (1,110 MW di eolico galleggiante), al largo delle coste pugliesi. Un passo avanti che conferma le
potenzialità del territorio e offre uno slancio agli investimenti, pur in un momento ancora segnato da incertezze normative e autorizzative”, ha dichiarato il Presidente di Aero, Fulvio Mamone Capria, al termine della giornata inaugurale di “TEF – Taranto Eco Forum 2025”, benchmark per il dibattito nazionale sui principali temi legati all’ambiente e all’innovazione, in particolare su decarbonizzazione, transizione energetica, sostenibilità, biorisanamento e start up.
“Così come sono incoraggianti le parole della viceministra del Mase Vannia Gava che proprio oggi ha affidato all’eolico offshore un ruolo importante per la decarbonizzazione. La nostra presenza al Taranto Eco Forum vuole essere un segnale chiaro: crediamo che la transizione energetica debba passare dal rafforzamento dei territori e dalla valorizzazione delle eccellenze industriali e naturali. Taranto rappresenta oggi una sfida e un’opportunità: trasformare una città simbolo dell’industria pesante in capitale delle rinnovabili offshore è un obiettivo possibile, che merita visione, impegno e coesione tra istituzioni, imprese e società civile. La nostra associazione continua a promuovere la diffusione delle energie rinnovabili come motore di sviluppo sostenibile, con uno sguardo attento alle opportunità del Mezzogiorno e al ruolo centrale della Puglia”, ha concluso il Presidente.
I-Com lancia il progetto Energ-IA: al centro l’intelligenza artificiale e il ruolo dei data center come nuovo consumatore nel mercato energetico
La proliferazione di dati e degli spazi dove conservarli, e, più che mai, l’intelligenza artificiale, richiedono potenza di calcolo e spazi di archiviazione sempre più grandi. A servizio di questa esigenza ci sono sempre stati i data center, che hanno consentito un cambio di paradigma: da una gestione totalmente centralizzata a un’informatica distribuita, proprio come sta accadendo per il sistema energetico con il diffondersi delle fonti rinnovabili. I data center sono però grandi consumatori di energia e di suolo, e le richieste di allaccio alla rete di alta tensione anche nel nostro Paese sono sempre più frequenti e di taglia maggiore. Parte da queste premesse Energ-IA, il nuovo progetto lanciato dall’Istituto per la Competitività (I-Com) in partnership con AWS, Edison, GSE, ING e Terna e presentato in occasione di una tavola rotonda a porte chiuse dal titolo “Un nuovo consumatore nel mercato energetico: i data center” che si è tenuta presso la sede romana del think tank guidato dall’economista Stefano da Empoli. L’attività di ricerca di Energ-IA è volta a indagare l’evoluzione del fabbisogno energetico del settore dei data center, il necessario sviluppo di infrastrutture per soddisfare tali consumi e i possibili interventi di policy per promuovere la sostenibilità dal punto di vista economico e ambientale. Lo studio, che verrà presentato in un convegno pubblico, esaminerà la letteratura di riferimento, fonti pubbliche di autorevoli istituzioni internazionali, best practice europee e terrà conto delle osservazioni raccolte durante le 3 tavole rotonde a porte chiuse alla presenza di stakeholder rilevanti del settore digitale ed energetico e rappresentanti del Parlamento, Ministeri di competenza, Autorità di regolazione di settore. Tra i principali obiettivi del progetto: inquadrare lo scenario di crescita dei consumi energetici e dei costi dell’energia per i data center; definire il fabbisogno delle infrastrutture energetiche (reti, capacità di accumulo e generazione) necessario a soddisfare i consumi dei data center; valorizzare il ruolo della digitalizzazione per il settore energetico per promuovere il soddisfacimento sostenibile dei consumi energetici dei data center, promuovere il confronto tra operatori di settore e istituzioni per supportare lo sviluppo di proposte di policy informate ed evidence-based. Secondo le ultime rilevazioni, in Europa si contano quasi 3.000 data center operativi. Con un numero significativamente in crescita e con le nuove installazioni che si prevede verranno realizzate nei prossimi anni, si stima che il consumo di elettricità in tale settore, nell’Unione europea, raggiungerà quasi 150 TWh entro il 2026. Attualmente l’Italia ospita circa 170 data center. Tra il 2023 e il 2025, 23 organizzazioni hanno annunciato la costruzione di 83 nuove strutture con investimenti potenziali pari a 5 miliardi di euro. Sono infatti numerose le proposte di legge in discussione in Parlamento per indirizzare lo sviluppo dei data center nel nostro Paese anche dal punto di vista del fabbisogno di infrastrutture energetiche.
Corepla: nel 2024 raccolta e riciclo in crescita. Italia verso gli obiettivi UE con un anno di anticipo
I dati consolidati relativi al 2024 confermano il rafforzamento del sistema italiano per la gestione sostenibile degli imballaggi in plastica. COREPLA, il Consorzio Nazionale per la Raccolta, il Riciclo e il Recupero degli Imballaggi in Plastica, registra performance in crescita in tutte le principali aree di attività, con una raccolta differenziata in aumento, un riciclo in linea con gli obiettivi europei e una partecipazione sempre più ampia di cittadini, imprese e amministrazioni locali. Nel 2024, nel nostro Paese sono state raccolte in modo differenziato oltre 1.500.000 tonnellate di imballaggi in plastica, con un incremento del 4% rispetto al 2023 e una media pro capite superiore a 26 kg. Un segnale concreto di un impegno collettivo in crescita verso un’economia sempre più circolare. La Sardegna si conferma prima per raccolta pro capite (36,4 kg per abitante), seguita da Veneto (30,9 kg) e Liguria (29,6 kg), quest’ultima in crescita dell’11%. Da segnalare la straordinaria performance della Basilicata, che con un +40% risale significativamente tra le regioni più virtuose. Il sistema COREPLA ha coinvolto 7.396 Comuni, coprendo il 97% della popolazione italiana, pari a oltre 57 milioni di cittadini. Il riciclo ha raggiunto 931.096 tonnellate, avvicinando con un anno di anticipo l’obiettivo europeo del 50%. Con quasi 2.500 imprese consorziate lungo la filiera del packaging in plastica, COREPLA continua a rappresentare un modello di economia circolare virtuoso e trasparente. “Grazie alla sinergia con i Comuni, al contributo delle imprese consorziate e all’impegno crescente dei cittadini, COREPLA si conferma un attore centrale nella transizione ecologica del Paese. Il nostro compito non è solo quello di garantire una gestione efficiente degli imballaggi in plastica, ma di guidare un’evoluzione culturale che metta al centro l’economia circolare, l’innovazione e la responsabilità condivisa – ha dichiarato Giovanni Cassuti, Presidente COREPLA -. È essenziale superare le semplificazioni e le distorsioni che spesso accompagnano il dibattito sulla plastica: se correttamente progettata, raccolta e riciclata, questa materia può trasformarsi da problema a risorsa, contribuendo concretamente a ridurre l’impatto ambientale e a generare valore per il sistema Paese.” Quanto ai materiali non ancora riciclabili, l’87% è stato recuperato dai cementifici come sostituto dei combustibili fossili, il 13% nei termovalorizzatori, mentre solo lo 0,06% è stato destinato a discarica. Il Consorzio opera attraverso una rete composta da 33 centri di selezione, 75 impianti di riciclo e 100 preparatori e utilizzatori di combustibile da rifiuto, garantendo efficienza, trasparenza e tracciabilità grazie a oltre 45.000 audit e controlli lungo tutta la filiera. Imprese, cittadini, istituzioni: insieme stiamo costruendo una filiera più efficiente e rispettosa dell’ambiente. Consulta il report completo dell’Assemblea su www.corepla.it e scopri il valore della tua partecipazione.
Fincantieri, il road show “Cantieri Aperti, vista sul futuro” arriva a Sestri Ponente
Proseguire nel racconto e valorizzare l’eccellenza dell’industria navale italiana, rafforzare il dialogo con le istituzioni e le parti sociali e condividere una visione sul futuro del settore: con questi obiettivi, Fincantieri aprirà il 30 giugno le porte dello stabilimento di Sestri Ponente per la terza tappa di “Cantieri Aperti, vista sul futuro”, il Roadshow che accompagna istituzioni e stakeholder dentro il cuore dei cantieri italiani del Gruppo. Dopo le tappe di Monfalcone e Marghera, anche Sestri diventerà teatro di un momento di confronto dedicato all’innovazione industriale, alla trasformazione organizzativa e alle sfide della sostenibilità. Il programma dell’evento prevede la partecipazione di Maurizio Landini – Segretario Generale CGIL – Daniela Fumarola – Segretaria Generale CISL – Pierpaolo Bombardieri, Segretario Generale UIL – che visiteranno il cantiere, con un momento di approfondimento sul percorso di evoluzione intrapreso da Fincantieri. Fincantieri considera centrale il confronto costruttivo con istituzioni e parti sociali sui grandi temi che oggi interessano il mondo del lavoro e l’industria. In particolare, l’evento rappresenterà un’importante occasione per fare il punto sul percorso avviato dal Gruppo in materia di sicurezza, riduzione del mismatch tra domanda e offerta di lavoro, inclusione sociale e gestione responsabile degli appalti. Si tratta di ambiti strategici per costruire un modello produttivo sostenibile, fondato sul rispetto delle persone, sul riconoscimento del merito e sulla valorizzazione delle competenze al fine di generare valore per le persone e le comunità locali. L’iniziativa si inserisce quindi nel più ampio impegno di Fincantieri per uno sviluppo industriale sostenibile e radicato nei territori in cui opera. In Liguria, il Gruppo è protagonista con il cantiere di Sestri Ponente, il polo integrato di Riva Trigoso e Muggiano e la sede della Divisione Navi Militari. A queste realtà si affiancano Fincantieri Nextech e Cetena, centri di eccellenza tecnologica e di ricerca. Su tutto il territorio regionale, Fincantieri porta avanti investimenti infrastrutturali, innovazione tecnologica e percorsi di formazione. In tale prospettiva, La Liguria diventa anche simbolo della cantieristica del futuro, grazie all’introduzione di nuove tecnologie come la saldatrice robotizzata e l’automazione dei processi produttivi. In collaborazione con l’Istituto Italiano di Tecnologia (IIT) di Genova, il Gruppo è impegnato a costruire un ecosistema di innovazione in grado di accelerare il percorso verso una cantieristica sempre più digitale, efficiente e sostenibile. Un impegno che coinvolge stakeholder tecnologici e istituzionali per rafforzare la competitività dell’intera filiera italiana. A fianco di questo percorso di trasformazione, resta centrale il patrimonio di competenze rappresentato dai maestri del mare, la cui esperienza continua a essere un riferimento imprescindibile per l’evoluzione del settore.
Indagine Cna: “Una piccola impresa su due vorrebbe assumere. Ma non ci riesce”
Una piccola impresa su due vorrebbe procedere a nuove assunzioni nel secondo semestre di quest’anno. Un’intenzione ostacolata, però, dalla difficoltà di reperire le figure professionali necessarie. Anche a causa di un mercato del lavoro che non favorisce l’incontro tra domanda e offerta. A rilevarlo un’indagine condotta dall’Area studi e ricerche della CNA tra un campione di oltre 2mila imprese artigiane, micro e piccole associate alla Confederazione, rappresentative della composizione dell’apparato produttivo nazionale. A sorprendere prima di tutto è che il risultato dell’indagine targata CNA non sia molto diverso da quello di uno studio analogo redatto dalla Confederazione quattro anni orsono. Con la differenza che allora, appena usciti dalla prima emergenza Covid, l’economia italiana cresceva a un ritmo tale da sfiorare il 9% mentre quest’anno l’incremento del Prodotto interno lordo nazionale non dovrebbe raggiungere neanche l’1%. Insomma, la richiesta di nuova forza lavoro nelle piccole imprese italiane sembra escludere l’incidenza dei fattori di natura congiunturale. Nonostante la crescita elevata dell’occupazione nell’ultimo biennio, arrivata al massimo storico di 24,3 milioni di posti a febbraio, l’indagine rileva come il potenziale lavorativo sia ancora elevato. Il 50,8% del campione di imprese coinvolte ritiene infatti di voler procedere a nuove assunzioni nella seconda metà del 2025. Di queste il 30,8% prevede di effettuare due assunzioni e il 7,8% tre o più. Esigenze, le ultime, che emergono soprattutto nel manifatturiero. Ma quali sono i settori dov’è più avvertita l’esigenza di nuova forza lavoro da parte delle piccole imprese? A livello macro settoriale guidano questa graduatoria le costruzioni (con il 57,5% di imprese intenzionate ad assumere), seguono la manifattura (51,9%) e, sotto la media, il comparto dei servizi, con un sempre apprezzabile 45,6%. Se dalla fotografia macro si passa all’analisi dei singoli rami emerge nell’ambito delle costruzioni una domanda di lavoro robusta nell’edilizia (54,5%) e ancor più solida nell’installazione di impianti (59,2%) un po’ perché si va verso la stagione estiva un po’ perché, evidentemente, non cala la volontà di ristrutturare e ammodernare gli immobili in particolare per adeguarli a nuove esigenze ambientali e tecnologiche. Limitandosi alle singole specializzazioni lavorative, nell’ambito dell’edilizia sono gli installatori e manutentori di impianti (di climatizzazione, elettrico-elettronici, idrico-sanitari), i muratori, i capo cantiere le professionalità più ricercate. Passando all’analisi dei rami manifatturieri, prospettive incoraggianti riguardano la meccanica e il sistema moda, due pilastri del Made in Italy in salute nonostante l’insistente percussione dei tamburi di guerre commerciali. Nel dettaglio è il 56% delle piccole imprese meccaniche e il 52,8% delle analoghe attività della filiera moda ad assicurare la volontà di ingaggiare nuovi dipendenti. Elettricisti; addetti alla produzione di macchine utensili e costruttori di carpenteria metallica, al taglio e alla confezione dei capi di abbigliamento; alla produzione di mobili in legno e al montaggio di arredi e infissi sono i profili più richiesti. Anche nel comparto dei servizi emergono rami dove si cercano lavoratori in maniera rimarchevole e profili professionali ambiti. Ristorazione, Trasporti e logistica, Autoriparazioni e carrozzerie sono ai vertici delle attività che prevedono assunzioni, con un gap verso l’alto rispetto alla media tra il 10 e il 20%. Autisti, meccatronici, carrozzieri, cuochi e aiuto cuochi, camerieri, acconciatori e operatori estetici risultano a loro volta tra i profili professionali più ‘gettonati’. La volontà di ampliare gli organici da parte di imprese artigiane, micro e piccole potrebbe infrangersi contro lo scoglio della difficoltà di reperire sul mercato le figure professionali in possesso delle competenze di cui hanno bisogno. Una impresa su tre dichiara di non essere riuscita finora a trovare alcun candidato idoneo. Il resto del campione si divide tra chi assicura di non avere problemi a trovare i lavoratori necessari (11,4%) e chi ha ricevuto candidature ma ha trovato difficoltà nella selezione (55,4%). In quest’ultimo gruppo solo il 7,7% delle imprese ha trovato candidati che hanno giudicato insufficiente l’offerta economica ricevuta mentre il 47,7% spiega di aver trovato candidati ma senza le necessarie competenze. Può sorprendere che la modalità più utilizzata dalle imprese per reperire candidati rimanga il cosiddetto ‘passaparola’, preferito dal 42,1% delle imprese. Seguono le agenzie (21,5%) e gli annunci su canali più o meno specializzati (15,1%). Viceversa solo il 10,7% delle imprese privilegia il suggerimento di scuole, istituti di formazione, università. E addirittura uno striminzito 6,8% i canali ufficiali dedicati, quali i centri per l’impiego. Dati che generano giocoforza dubbi sull’efficienza tanto degli strumenti di orientamento quanto dei soggetti formativi pubblici. Le imprese intenzionate a realizzare nuove assunzioni vorrebbero privilegiare la stabilità dei rapporti di lavoro, come dimostra l’auspicio di firmare contratti a tempo indeterminato (34,6%) o con forme assimilabili quali l’apprendistato (21,5%) e il tirocinio formativo (9,8%). In conclusione, ci si potrebbe domandare perché in tempi di stasi economica, o di crescita ridotta, tante imprese pensino ad assumere e, perdipiù, a tempo in qualche modo indeterminato. L’Area studi e ricerche della CNA fa rientrare questo comportamento nel cosiddetto ‘Labour Hoarding’, letteralmente ‘fare scorta di lavoro’. Si tratta di una strategia a lungo termine utilizzata dalle imprese (che non licenziano, o addirittura assumono, in un periodo di bassa crescita) per evitare i costi di ri-assunzione, e le difficoltà di reperimento dei profili professionali adatti, qualora dovesse riprendersi l’economia.
Pa, Zangrillo: “I Comuni sono attori chiave, vanno dotati degli strumenti necessari”
“I Comuni sono il primo punto di contatto che gli utenti, cittadini e imprese, hanno con la Pubblica amministrazione. Per questo motivo abbiamo la responsabilità di dotarli degli strumenti necessari per offrire ai nostri utenti servizi sempre più in linea con le loro esigenze”. Lo ha affermato ieri il ministro per la Pubblica amministrazione, Paolo Zangrillo, intervenendo a Matera durante gli Stati generali del Mezzogiorno di Forza Italia nel panel “Forza Italia di Governo”. “Ho avuto modo di incontrare tante eccellenze soprattutto negli Enti territoriali che dobbiamo saper valorizzare”, ha affermato ricordando alcune delle iniziative introdotte a favore dei Comuni, come lo sblocco del tetto al salario accessorio e il contributo per sostenere la spesa dei segretari comunali. “Anche tutti i progetti di cui è titolare il Dipartimento della Funzione pubblica, finalizzati alla semplificazione delle procedure, al rafforzamento delle competenze, alla crescita della capacità amministrativa vedono come protagonisti gli Enti territoriali”, ha sottolineato Zangrillo. “Viviamo in un’epoca di grandi trasformazioni – come l’innovazione tecnologica – e dobbiamo far capire alle nostre persone che il cambiamento è un’opportunità per guardare al futuro con fiducia. Ecco perché stiamo lavorando in modo intenso sul capitale umano creando le condizioni adeguate affinché la Pubblica amministrazione venga percepita, in modo particolare dai giovani, come un luogo di lavoro dove si può crescere e fare carriera”, conclude il ministro.
M.C.C.