CITTà IN SCENA A FIRENZE SUGLI SPAZI DISMESSI O ABBANDONATI

Rigenerazione urbana, legge ferma al Senato ma i territori ACCELERANO. Sempre più diffusi gli usi temporanei

La tappa speciale di ‘Città in Scena’ sul riuso degli spazi dismessi e abbandonati  ha messo in luce la vitalità e il fermento sul fronte della rigenerazione urbana di amministrazioni locali, imprese, associazioni no profit. C’è un proliferare di progetti dal basso che si muove con una velocità che contrasta con lo stallo della politica per il varo della nuova legge, impaludata al Senato e che l’Ance, anche ieri, ha reclamato a gran voce. Dai progetti presentati a Firenze e dal dibattito tra i principali attori è emerso come si stia facendo sempre più largo la formula degli usi temporanei di immobili in vista della loro destinazione finale.

22 Mag 2025

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Sulla rigenerazione urbana, si procede a doppia velocità. Mentre la politica non riesce ancora a superare lo stallo in Parlamento sulla nuova legge, da Nord a Sud, dai territori arrivano segnali di grande vitalità e dinamismo che prendono forma e si concretizzano in una miriade di progetti che vedono schierati in prima linea amministrazioni pubbliche locali, imprese, associazioni ed enti del terzo settore. È questa dicotomia una delle evidenze che è emersa con particolare nettezza nel corso del primo appuntamento dell’edizione 2025 di Città in scena, Festival della rigenerazione urbana, che si è svolta ieri a Firenze, promossa da Ance, Associazione Mecenate 90, Cidac, con il patrocinio di In/Arch. Ne sono la prova i 19  progetti presentati e il dibattito vivace che si è svolto in questa tappa speciale dedicata al riuso degli spazi abbandonati, a dimostrazione della capacità di tutti questi attori di reinventare il destino di interi pezzi di città per  sottrarli al degrado, dandogli una prospettiva di sviluppo sociale ed economica. Non che la strada di questi interventi sia tutta in discesa: ci sono le incertezze del quadro normativo a livello nazionale ma ci sono anche i problemi sul territorio legati ai rapporti tra pubblico e privato, a quelli con le soprintendenze, alle lungaggini degli iter burocratici. Insomma, la realtà è molto più sfaccettata e complessa ma non c’è dubbio che ai ritmi di una feconda maturazione dal basso non corrispondono quelli decisionali dall’alto.

E così il viaggio lungo la Penisola che ieri si è svolto in un luogo simbolico e significativo della periferia fiorentina,qual è lo spazio rigenerato di Lumen, gestito dall’associazione dei promozione sociale “Icchè ci vah ci vole”, ha raccontato come ex edifici storici, complessi religiosi, aree degradate e zone industriali dismessi sono tornati a vivere con nuove funzioni e destinazioni diventando aule  per la formazione e la ricerca, biblioteche, scuole, case accessibili, piste ciclabili, palestre, piazze, appartamenti, alberghi, spazi culturali, artistici e di comunità. Da questo racconto è emerso anche un altro elemento di rilievo: nei processi di rigenerazione urbana c’è una ricerca di strumenti nuovi, come gli usi temporanei di immobili ed aree in vista della loro destinazione definitiva.

Sul terreno ci sono progetti piccoli, medi e grandi, dalla Lombardia alla Sicilia, dal valore di meno di un milione di euro fino a 100 milioni di euro. Si parte da Firenze con i progetti del Lumen| Laboratorio Urbano Mensola, la riqualificazione dell’ex ospedale militare San Gallo e il progetto di valorizzazione dell’ex convento di Sant’Orsola, gli Hangar Creativi a Livorno e Mondeggi a Bagno a Ripoli. Il sindaco di San Gimignano, Andrea Marrucci, ha illustrato il progetto di risanamento e valorizzazione del complesso immobiliare dell’ex convento ed ex carcere di San Domenico, nel cuore del gioiello, patrimonio dell’Unesco, in provincia di Siena. Progetto che prevede il recupero di un’importante porzione, il 10%, del centro storico per restituirlo a usi collettivi. “Da luogo buio e luogo di privazione, diventa luogo di luce e di dialogo”, ha detto. E un luogo come l’ex carcere diventa teatro e si apre ai cittadini. Un progetto che cammina senza alcun “canale preferenziale” da parte dello Stato e della soprintendenza. “Qualcosa in più mi sarei aspettato”, ha rimarcato. Dalla Sicilia è arrivato a Firenze il sindaco di Mazara del Vallo, Salvatore Quinci, per presentare il progetto di rigenerazione urbana dell’ex Convitto Sant’Agostino. vecchio edificio che accoglieva i bisognosi, poi diventato orfanotrofio e poi abbandonato. Un progetto che è una scommessa per questa città di 50 mila abitanti “avamposto settentrionale del Maghreb” affetto dalla malattia dello spopolamento. “Abbiamo decisio di farne il cuore dell’associazionismo dei nostri ragazzi” e, ha messo in chiaro il primo cittadino di Mazara del Vallo, “io non vorrei gestire nulla. Faremo una manifestazione pubblica di interesse per affidare la struttura a soggetti qualificati”. Ma, ha avvertito ancora Quinci,  c’è un rischio, che è quello che accomuna i progetti che interessano le città del Sud, come è emerso dalla giornata di ieri, ed è quello della “devastazioni e vandalismi” ad opera della criminalità organizzata.

Ricca è stata la presenza di progetti provenienti dal Mezzogiorno: il Centro Ciro Colonna e la Santissima-Community Hub a Napoli, Fabula Laboratorio di comunità a Sant’Arpino, il progetto Mycity di Bari, Tagliatelle Stazione Ninfeo a Lecce, il museo e giardino di Pitagora a Crotone, lo spazio Civico Trame a Lamezia Terme.  In particolare, il caso della Santissima, presentato da Alessandra Attena di Urban Value by Ninetynine, punta sulla leva della rigenerazione urbana temporanea di edifici di proprietà del Demanio, attraverso una rifunzionalizzazione con interventi temporanei e creando business specifici. Il motore di questa operazione sono le attività legate alla cultura, all’arte, alla musica, al cinema. Ma non sempre “le amministrazioni sono preparate agli usi temporanei”. Tra i progetti presentati ieri ci sono poi  il restauro della villa Parravicini a San Giorgio su Legnano, il Parco Creatività di Modena, la riqualificazione ‘’Ex Corderia’’ a Rimini, il Consorzio Factory Grisù a Ferrara e la rigenerazione urbana nell’area della stazione di Fontivegge e del quartiere Bellocchio a Perugia.

“Abbiamo ascoltato cose straordinarie”, ha commentato il vicepresidente di Ance nazionale, Stefano Betti “Questi esempi testimoniano che, quando siamo in presenza di fattiva collaborazione progettuale tra pubblico e privato, i risultati sono veramente di alto livello. Spesso però le volontà si scontrano con normative inadeguate e obsolete, dal punto di vista urbanistico, economico e fiscale”. E per questo che si fa più pressante la richiesta di  “arrivare in tempi brevi all’approvazione di una legge sulla rigenerazione urbana”: “è una responsabilità che la politica dovrebbe assumersi di fronte a tutti i cittadini. La rigenerazione urbana è il tema guida che ricomprende in tutte le sfide delle città del futuro: qualità, connessione, green, efficienza energetica, sostenibilità, socialità”.  A chiedere norme snelle è stato l’Assessore del Governo del Territorio della Regione Toscana, Stefano Baccelli, il quale ha soprattutto espresso l’auspicio che la legge sulla rigenerazione urbana sia “veramente sulla rigenerazione e non una legge urbanistica, che per la Toscana sarebbe una disastro totale”.

A concludere la giornata è stato Ledo Prato, segretario generale dell’Associazione Mecenate 90. “I progetti presentati testimoniano che le trasformazioni delle città sono generative di una migliore qualità della vita, di contesti ambientali sostenibili, di comunità coese, se costruite con la partecipazione attiva dei cittadini e una proficua collaborazione fra amministrazioni pubbliche imprese e organizzazioni non lucrative. Per questo vanno incoraggiate con risorse adeguate e norme chiare che favoriscano il governo delle transizioni che dobbiamo affrontare. Il futuro si costruisce con le città”. Dopo Firenze, il 10 giugno Città in scena torna con una tappa territoriale ad Alghero dedicata alle iniziative di rigenerazione urbana in Sardegna.

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