DEMANIO
Pavia, parte la rigenerazione dell’ex Arsenale. Ecco come sarà
Conclusa la fase di demolizione degli edifici non storici, l’Agenzia del Demanio ha affidato il servizio di progettazione dell’intervento di rigenerazione urbana. Ad aggiudicarsi la gara europea è stato il raggruppamento di imprese composto da Artelia Italia, Vittorio Grassi Architects, Parcnouveau, F&M Ingegneria e Iconia Ingegneria. Investimento previsto di circa 90 milioni di euro. I lavori prenderanno il via nei prossimi mesi.
IN SINTESI
Dopo le demolizioni l’ex Arsenale di Pavia è pronto a rinascere. Una porzione strategica e dimenticata di città, un’area di circa 140 mila mq lungo il fiume Ticino, attraversata dal canale Navigliaccio, che ora, grazie all’iniziativa di rigenerazione urbana avviata dall’Agenzia del Demanio si prepara a cambiare volto con un investimento previsto di circa 90 milioni di euro.
Un progetto di riqualificazione, quello dello storico complesso, che arriva dopo la gara europea per la progettazione dell’intervento di rigenerazione dell’area, indetta dall’Agenzia, aggiudicata dal raggruppamento di imprese composto da Artelia Italia (capogruppo), Vittorio Grassi Architects, Parcnouveau, F&M Ingegneria e Iconia Ingegneria sulla base di una proposta che coniuga storia, innovazione e rispetto dell’ambiente. I lavori prenderanno il via nei prossimi mesi.
Il complesso sarà ora destinato a sedi di pubbliche amministrazioni (Agenzia delle Entrate, Ispettorato Territoriale del Lavoro, Ragioneria Territoriale dello Stato, Corte di Giustizia Tributaria, Archivio Notarile, gran parte degli uffici del Tribunale di Pavia) e a servizi pubblici. Operazione, questa, che consentirà un risparmio di spesa in locazioni passive per lo Stato pari a 1,18 milioni di euro all’anno.
“L’intervento sull’Arsenale di Pavia è una importante iniziativa di rigenerazione urbana che l’Agenzia del Demanio ha avviato per restituire alla collettività spazi in disuso, creare sviluppo e nuove opportunità al territorio – ha dichiarato il direttore dell’Agenzia del Demanio, Alessandra dal Verme – Il compendio sarà un esempio di sostenibilità ambientale e sociale, con ampie aree verdi aperte al pubblico, in continuità con il parco fluviale del Ticino, e spazi moderni rifunzionalizzati per ospitare amministrazioni e fornire servizi al cittadino. L’obiettivo è quello di far rivivere un sito strategico di grande potenzialità per la città di Pavia, per dimensioni, posizione e bellezza, nel rispetto della storia, della memoria del luogo che richiama l’identità culturale del territorio e dei cittadini”, ha concluso il direttore.
L’intervento di riqualificazione

L’ex Arsenale si trova all’ingresso del centro urbano di Pavia, sulla direttrice di collegamento tra la stazione ferroviaria e la bretella autostradale con la A8 Milano-Genova. L’Agenzia del Demanio, nel corso del 2024, ha proceduto a far demolire 20 edifici di scarso valore storico e architettonico, realizzati in un periodo recente, che occupavano parte del complesso alterando paesaggio e ambiente.
L’intervento di riqualificazione interesserà un’area di 107.870 mq e 21 edifici: 16 saranno restaurati e 5 demoliti per realizzare 3 nuovi edifici destinati ad archivio, pensati in un’ottica di sostenibilità ambientale e di tutela del paesaggio, con una restituzione di suolo di 4.400 mq.
La superficie complessiva interessata dal progetto è di 33.800 mq e gli spazi rigenerati saranno destinati alle sedi di pubbliche amministrazioni e a servizi pubblici per far fruire nuovamente alla cittadinanza il sito.
“È fondamentale che questa rigenerazione non si limiti a ospitare esclusivamente funzioni amministrative, ma che sappia ibridare servizi pubblici, accessibilità, spazi per la cultura, il tempo libero e la socialità -ha dichiarato il Sindaco di Pavia, Michele Lissia – Ho sempre chiesto che questo intervento non si chiuda su sé stesso, ma diventi un’occasione per aprire alla città un nuovo spazio vivo, fruibile, integrato con il paesaggio del fiume e delle sue sponde. Il cambiamento climatico ci impone di ripensare i luoghi urbani anche in chiave ecologica e ambientale, e il progetto va in questa direzione”.
Il progetto

L’idea progettuale mette al centro l’acqua come matrice generativa dello spazio pubblico. Il Navigliaccio, oggi marginale e poco valorizzato, diventa protagonista di un parco lineare che ridefinisce il rapporto tra l’area urbana e il paesaggio fluviale, saldando le connessioni con le rive del Ticino. L’intervento non si limita a un semplice recupero: mira a trasformare il canale in un elemento attivo, un’interfaccia tra natura e architettura.
Le strutture storiche presenti nell’ex Arsenale saranno rigenerate e valorizzate, affiancate da nuove architetture iconiche, pensate come landmark urbani inseriti in un tessuto verde a gradi di naturalità variabile. Questo approccio, che integra architettura contemporanea e progettazione del paesaggio, aspira a creare un ambiente dinamico, fruibile tutto l’anno e sensibile alle variazioni stagionali, luminose e climatiche.
In particolare, il canale diventerà un elemento di interfaccia tra i nuovi edifici e il parco che si configurerà come uno spazio strategico, caratterizzato da ampie aree fruibili e versatili capaci di accogliere diverse attività collettive. Lo specchio d’acqua alimentato dal Navigliaccio, insieme ai nuovi edifici, definirà una quinta scenografica degli ampi spazi collettivi del parco pubblico. Una sorta di teatro visivo, in grado di riflettere e amplificare ciò che accade nello spazio circostante, dove i volumi architettonici si trasformano in elementi vivaci e dinamici. Questo avrà anche un’importante funzione ecologica, oltre ad arricchire esteticamente il sito, contribuirà alla riduzione dell’effetto isola di calore e alla gestione delle acque meteoriche.
Le nuove architetture dedicate ad ospitare archivi si inseriscono in un ampio piano di recupero e riqualificazione dell’area, che prevede il restauro e la valorizzazione degli edifici industriali storici esistenti, per preservare la memoria del luogo e integrarla nel nuovo tessuto urbano. Il risultato è un intervento che fonde elementi di passato e futuro, creando un dialogo tra il linguaggio architettonico contemporaneo e l’eredità industriale.