IL SENATO HA APPROVATO DEFINITIVAMENTE IL DL
Polizze Cat Nat al via, tutte le novità. Obbligo di sottoscrizione anche se l’immobile è oggetto di CONDONO
E’ legge il decreto sulle polizze Cat Nat: per le imprese resta l’obbligo di sottoscrizione delle polizze per la copertura dei rischi catastrofali con una tempistica differenziata a seconda delle loro dimensioni. Tra le altre novità introdotte dal Parlamento, il decreto stabilisce che per la determinazione del valore dei beni da assicurare si considera “il valore di ricostruzione a nuovo dell’immobile, ovvero il costo di rimpiazzo dei beni mobili, ovvero di ripristino delle condizioni del terreno” colpito dalla calamità. Viene chiarito a chi debba spettare l’indennizzo in caso di assicurazione da parte dell’imprenditore di beni di proprietà di terzi. Le polizze conterranno un eventuale scoperto o franchigia non superiore al 15% del danno, ma questo limite non si applicherà alle grandi imprese. Insieme all’Ivass, il Garante per la sorveglianza dei prezzi eserciterà una funzione di controllo contro il rischio di speculazioni
E’ stato un percorso accidentato, fitto di ostacoli, tra rinvii e resistenze, ma ora l’obbligo per le imprese di sottoscrivere le polizze anti catastrofali è legge. Ieri l’Aula del Senato ha dato il via libera definitivo al Dl Polizze con 78 voti favorevoli, 53 astenuti e nessun voto contrario. Il provvedimento era stato varato dal Consiglio dei ministri il 28 marzo scorso. La principale novità contenuta è la proroga della data di entrata in vigore che inizialmente era fissata al 31 dicembre 2024 e poi rinviata al 31 marzo 2025. Ma alla luce del pressing sempre più forte e incalzante delle imprese a ridosso della scadenze di fine marzo ma anche di segnali altrettanto forti arrivati dal fronte politico e dalla maggioranza, il Governo ha deciso un rinvio diversificato per la sottoscrizione delle polizze a copertura dei rischi catastrofali. E così per le grandi imprese è stato confermato il termine del 31 marzo scorso prevedendo, tuttavia, un periodo transitorio di 90 giorni in cui queste imprese non sono esposte a nessuna sanzione in caso di inadempimento dell’obbligo. Fino a giugno, quindi, le grandi imprese potranno continuare ad accedere a contributi, sovvenzioni o agevolazioni pubbliche anche se non hanno sottoscritto le polizze catastrofali. Cosa, questa, richiesta a gran voce da Confindustria. Per le medie imprese, invece, il termine è stato prorogato di 5 mesi: dal 31 marzo al 1° ottobre 2025. Mentre le piccole e micro imprese dovranno stipulare le polizze assicurative entro il 1° gennaio 2026.
Il Dl Polizze è stato approvato in prima lettura dalla Camera l’8 maggio scorso per poi approdare al Senato dove l’iter è stato particolarmente veloce. In commissione Industria a Palazzo Madama sono state respinte tutte le proposte di modifica presentate dalle opposizioni (nessun emendamento, infatti, è stato presentato dalla maggioranza). Le modifiche apportate al testo sono pertanto quelle approvate alla Camera.
Queste sono le principali novità introdotte nell’iter parlamentare. Partiamo dai criteri per determinare il valore dei beni da assicurare. In commissione Ambiente alla Camera, con un emendamento del relatore Gianpiero Zinzi (Lega), si è precisato quali dovranno essere questi criteri : “Per la determinazione del valore dei beni da assicurare – si legge nel testo – si considera il valore di ricostruzione a nuovo dell’immobile, ovvero il costo di rimpiazzo dei beni mobili, ovvero di ripristino delle condizioni del terreno interessato dall’evento calamitoso”.
Uno dei punti più controversi riguardava l’obbligo di polizze anche per gli immobili oggetto di sanatoria e condono. La versione finale del decreto stabilisce che l’obbligo di stipulare polizze a copertura dei danni derivanti da eventi catastrofali riguarderà “esclusivamente gli immobili costruiti o ampliati sulla base di un valido titolo edilizio o la cui ultimazione risale a un periodo in cui il titolo edilizio non era obbligatorio”. Inoltre, potranno essere assicurati anche “gli immobili oggetto di sanatoria o per i quali sia in corso un procedimento di sanatoria o condono”. A questo si è giunti con la riformulazione del Governo di diversi emendamenti parlamentari presentati da Fratelli d’Italia, Forza Italia, Lega, Gruppo Misto e Movimento 5 stelle con l’intento di chiarire la portata dell’obbligo per gli immobili gravati da irregolarità sul piano edilizio. La norma approvata, infatti, modifica quanto previsto dalla legge di Bilancio 2024 che ha introdotto l’obbligo di stipulare queste polizze e che si limitava a stabilire che “l’obbligo non si applica alle imprese i cui beni immobili risultino gravati da abuso edilizio o costruiti in carenza delle autorizzazioni previste, ovvero gravati da abuso sorto successivamente alla data di costruzione”. In base a questa stessa riformulazione, sono da considerare “non assicurabili” gli immobili gravati da abusi o irregolarità ma che non siano oggetto di sanatoria o condoni. Per questi beni, che la stessa norma definisce come “non assicurabili”, non spettano “indennizzi, contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche, anche con riferimento a quelle previste in occasione di eventi calamitosi e catastrofali.
Il decreto chiarisce poi a chi debba spettare l’indennizzo in caso di assicurazione da parte dell’imprenditore di beni di proprietà di terzi. Sulla base delle riformulazione di tre emendamenti presentati da Forza Italia (prima firmataria Maria Paola Boscaini), Fratelli d’Italia (Riccardo Zucconi) e Noi moderati (Martina Semenzato), la norma prevede che “qualora l’imprenditore, al fine di adempiere all’obbligo” di stipula di polizze assicurative a copertura dei rischi catastrofali “assicuri beni di proprietà di terzi impiegati nella propria attività di impresa e non già assistiti da analoga copertura assicurativa, provvedendo a comunicare al proprietario l’avvenuta stipula della polizza, l’indennizzo spettante è corrisposto al proprietario del bene”. “Il proprietario – precisa la norma – è tenuto a utilizzare le somme per il ripristino dei beni danneggiati o periti o della loro funzionalità”, ma in caso di inadempimento “l’imprenditore ha comunque diritto a una somma corrispondente al lucro cessante per il periodo di interruzione dell’attività di impresa a causa dell’evento catastrofale nei limiti del 40% dell’indennizzo percepito.
Le polizze a copertura dei rischi catastrofali conterranno “un eventuale scoperto o franchigia non superiore al 15% del danno”, ma questo limite non si applicherà alle grandi imprese (e alle società controllate e collegate) a condizione che “stipulano un programma assicurativo globale valido per tutto il gruppo” e che “alla data di chiusura del bilancio, possiedono congiuntamente i requisiti di fatturato e numero di dipendenti individuati” dal decreto attuativo del Mef. L’esclusione di tale limite per le grandi imprese è prevista dalla riformulazione di quattro emendamenti presentati da Forza Italia (prima firmataria Erica Mazzetti), Lega (Graziano Pizzimenti), Pd (Marco Simiani) e Movimento 5 stelle (Patty L’Abbate).
Inoltre, con un’ulteriore riformulazione, questa volta di un emendamento del Pd, viene attribuito al Garante per la sorveglianza dei prezzi, in collaborazione con Ivass, una “funzione di controllo e verifica, anche su segnalazione delle imprese al fine di prevenire e arginare fenomeni speculativi sui premi assicurativi”. La proposta iniziale dei dem, tuttavia, era quella di includere anche “le imprese e le associazioni di categoria interessate” in questa funzione di controllo e verifica.
A commentare il via libera al decreto, è il sottosegretario al Mimit, Massimo Bitonci per il quale serve ora collaborazione tra assicurazioni, Mimit e Ivass “per dare certezze e risposte concrete ai dubbi” delle imprese. La decisione di prorogare le scadenze “nasce da un dialogo costruttivo con le associazioni datoriali, che avevano evidenziato difficoltà nell’adeguarsi ai termini iniziali. La maggiore adesione e la sinergia tra gli operatori contribuiranno a ridurre i costi delle polizze, offrendo a oltre cinque milioni di imprese un sistema assicurativo, basato su mutualità e solidarietà. L’obiettivo è ampliare le coperture e tutelare tanto il tessuto produttivo quanto il patrimonio privato”. Bitonci parla di intervento “coraggioso” con il quale “si rafforza la resilienza del sistema economico nazionale, in un contesto segnato da eventi climatici sempre più frequenti e impattanti. Assicurare le imprese non vuol dire escludere gli investimenti in prevenzione del dissesto in corso e futuri, ma anche attraverso la riassicurazione Sace e l’impegno del Governo, rispondere alle esigenze di ristoro in caso di eventi eccezionali”.