La giornata

Mattarella: “Ue sia AUTOREVOLE, recuperare il rapporto con Usa”

  • Sicurezza sul lavoro: il Governo vede le imprese, ora partono i tavoli tecnici
  • Istat: a marzo la produzione nelle costruzioni diminuisce dello 0,4% su mese, +4,1% su anno
  • Edilizia Artigianato, firmato il rinnovo del contratto con aumenti ai 178 euro al primo livello
  • Isi (Rfi): “In estate avremo oltre 40 interruzioni di linea superiori ai 30 giorni, abbiamo 1.200 cantieri operativi ogni giorno”
  • Dazi, Ecco think tank: l’Ue prosegua con il Green Deal per diventare autonoma e competitiva

20 Mag 2025

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Soltanto pochi fa, da Coimbra in Portogallo, il Capo dello Stato, Sergio Mattarella, incalzava l’Europa ad agire citando la romanza ‘Nessun Dorma’, ieri, nella prima giornata della sua visita a Bruxelles è arrivato un altro messaggio altrettanto netto sulla necessità di avere un’Unione europea “autorevole e prestigiosa”.  “Il ruolo del Consiglio europeo è cruciale in questo momento in cui la comunità internazionale è in cerca di nuovi equilibri che garantiscano pace e serenità nel mondo. Siamo per una comunità internazionale basata su regole e sulla cooperazione e dobbiamo in una situazione critica essere protagonisti. Per ricucire un tessuto di regole e una situazione di stabilità occorre un’Ue autorevole e prestigiosa capace di essere punto di riferimento nel mondo”, ha dichiarato Mattarella incontrando il Presidente del Consiglio Ue, Antonio Costa.  “Occorrono riforme capaci di assicurare un ascolto reciproco all’interno dell’Ue ma anche di dare risposte rapide per impedire che le lentezze dei processi decisionali facciano accodare l’Europa a decisioni prese da altre”, ha detto Mattarella. “Fondamentale è recuperare il rapporto euro-atlantico”, ha poi sottolineato. Altro tema affrontato quello dei migranti. Dobbiamo fronteggiare i trafficanti di esseri umani che torturano e uccidono i migranti spingendoli sul mare o nelle foreste balcaniche: è stato questo uno dei passaggi al centro del bilaterale con Costa. Per il capo dello Stato siamo di fronte a un paradosso: abbiamo bisogno di mano d’opera e nei nostri paesi ci sono migranti irregolari non formati. Per contribuire a ridurre l’immigrazione incontrollata – è stato ribadito da Mattarella – bisogna fare una lotta comune si trafficanti e aprire canali per l’immigrazione regolare, formando in loco professionalità che poi possono venire a lavorare in Europa.

Sicurezza sul lavoro: il Governo vede le imprese, ora partono i tavoli tecnici

Potenziamento della formazione lavoratori e imprenditori, bonus per le aziende più ‘virtuose’ e le risorse – 650 milioni – messe in campo in aggiunta a quelle dell’Inail. Sono gli impegni che il Governo mette in campo sul fronte della sicurezza sul lavoro. Impegni che, dopo l’incontro con i sindacati l’8 maggio scorso, conferma anche con le associazioni imprenditoriali nei due round di incontri che si sono svolti  ieri,  presieduti dal sottosegretario Alfredo Mantovano, cui partecipano i ministri Marina Calderone, Adolfo Urso, Tommaso Foti, e il neoconsigliere per i rapporti con le parti sociali, Stefano Caldoro. Si è chiusa così una prima fase di ascolto delle proposte. Ora la definizione dei provvedimenti è stata rimandata ai successivi tavoli tecnici al ministero del Lavoro, cui parteciperanno tutte le parti. “Sarà convocato un tavolo per discutere di quella che sarà presto l’emergenza caldo. Certamente parleremo di formazione, di agricoltura, di edilizia, di patente a crediti, perché gli strumenti che abbiamo messo in campo sono da potenziare ma nello stesso tempo ci stanno dando delle risposte importanti anche sul fronte dei controlli e quindi della prevenzione”,  ha spiegato Calderone che ha parlato di un “incontro estremamente proficuo con le organizzazioni datoriali”.  Le associazioni datoriali, ha riferito anche Palazzo Chigi, hanno apprezzato la convocazione e il metodo del dialogo adottato dal governo, sottolineando in particolare l’importanza del potenziamento della formazione, già dal ciclo scolastico. “Un incontro positivo, era ora di parlare di questa tragedia che sono gli incidenti sul lavoro, una tragedia che ci tocca molto da vicino. Noi abbiamo in mente un modello, un modello semplice ed efficace, che e’ il modello che abbiamo utilizzato, assieme ai sindacati e assieme al Governo, per il protocollo Covid. Ognuno si e’ preso le sue responsabilità’, siamo riusciti ad aprire le fabbriche in sicurezza, questo e’ il nostro modello di riferimento”, ha detto Maurizio Marchesini, vicepresidente per il lavoro e le relazioni industriali di Confindustria. “Al tavolo di oggi abbiamo chiesto in particolare formazione, formazione specifica per chiunque entri in cantiere, ed un no al dumping contrattuale”, ha riferito la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio. “Il cantiere è una fabbrica mobile, ha caratteristiche particolari. Noi abbiamo visto che chi applica il contratto dell’edilizia ha una incidenza di infortuni in cantiere minore di chi applica altri contratti, legittimamente o non legittimamente”. Al tavolo, “si è molto discusso di formazione e qualificazione. E si è condiviso il percorso di avere tavoli tecnici dove associazioni datoriali e associazioni sindacali si confrontano, così come è stata l’esperienza virtuosa in quella che è stata una tragedia del Paese, quella del Covid”, ha aggiunto.  Sul tema dei subappalti, “ci hanno detto che c’è stata un’ulteriore richiesta da parte del sindacato, di una stretta ulteriore sul subappalto. La posizione delle associazioni datoriali è stata abbastanza unitaria: no a una catena infinita di subappalti, si all’organizzazione del lavoro, ma quello che è fondamentale è il controllo, la preparazione, la diffusione della cultura della sicurezza”. Per la Cna, la formazione continua a rappresentare la principale leva sulla quale investire per ridurre gli infortuni sul lavoro. La confederazione ha espresso apprezzamento sulle proposte illustrate dall’esecutivo e sulla volontà di aumentare le risorse per gli investimenti in materia di sicurezza ma è necessario “rivedere i meccanismi di spesa dell’Inail. Vanno identificati con precisione gli obiettivi, gli strumenti, le modalità e soprattutto occorre prevedere azioni strutturali”.

Istat: a marzo la produzione nelle costruzioni diminuisce dello 0,4% su mese, +4,1% su anno

Nello scorso marzo, secondo i dati diffusi ieri dall’Istat, l’indice destagionalizzato della produzione è diminuito  della 0,4% rispetto a febbraio in misura meno marcata rispetto alla flessione registrata nel mese precedente(-1,1%). Nella media del primo trimestre 2025, la produzione nelle costruzioni aumenta del 2,6% nel confronto con il trimestre precedente. A trainare è la forte crescita congiunturale di gennaio (+4,6%). Su base tendenziale, l’indice corretto per gli effetti di calendario registra a marzo 2025 un incremento del 4,1% (i giorni lavorativi di calendario sono stati 21 come a marzo 2024), mentre l’indice grezzo cresce del 6,2%. Nella media dei primi tre mesi del 2025, l’indice corretto per gli effetti di calendario aumenta in termini tendenziali del 3,4%, mentre l’indice grezzo cresce dell’1,4%.

 

Edilizia Artigianato, firmato il rinnovo del contratto con aumenti ai 178 euro al primo livello

Con la firma del Ccnl artigiani si chiude la stagione dei rinnovi contrattuali di tutti i comparti dell’Edilizia. Questo pomeriggio nella sede nazionale della Cna, le sigle sindacali Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil con le datoriali di Anaepa Confartigianato, Confapi Aniem, Claai costruzioni, Cna costruzioni, hanno siglato accordo che prevede un aumento di 178 euro sui minimi al primo livello nel comparto artigiano per oltre 400mila lavoratori del settore che interessa più di 50mila imprese. Confermati gli obiettivi del 18% di aumento sui minimi in linea con tutti gli altri rinnovi a garanzia del principio di equivalenza dei contratti. Equivalente anche la parte normativa che con la denuncia unica e la trasferta nazionale, chiude e rafforza la congruità e la lotta al lavoro nero ed irregolare. Soddisfatti i sindacati, “l’aumento previsto dall’accordo con 178 euro sui minimi al primo livello nel comparto artigiano rappresenta un risultato importante che parla anche oltre l’edilizia- affermano le sigle di Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil – i contratti vanno rinnovati tutti, anche quelli artigiani fermi da troppo tempo in tanti comparti”.

Isi (Rfi): “In estate avremo oltre 40 interruzioni di linea superiori ai 30 giorni, abbiamo 1.200 cantieri operativi ogni giorno”

“Nel periodo estivo avremo oltre 40 interruzioni di linea superiori ai 30 giorni, vuoi per interventi di sostituzione deviatoi o potenziamento tecnologico. Ovviamente stiamo progettando dei sistemi di trasporto alternativi”. A riferirlo è stato l’amministratore delegato di Rfi, Aldo Isi, in audizione in Commissione Ambiente in Senato sullo stato e le criticità della rete e del servizio ferroviario. Tra le linee soggette a queste interruzioni lunghe figurano la Milano-Genova, la Milano-Bologna, la Roma-Firenze e la Roma-Napoli. L’Ad di Rete ferroviaria ha spiegato che ”si cambia il modo di lavorare: saranno privilegiate le interruzioni lunghe per realizzare in questa fascia di tempo più interventi di manutenzione”. “Abbiamo raggiunto nel 2024 dieci miliardi di investimenti; e questo target di 10-11 miliardi (di spesa all’anno) è confermato dal 2025 al 2034; abbiamo circa 1.200 cantieri operativi ogni giorno e abbiamo avuto anche un boom di traffico: +20% di treni dell’Alta velocità negli ultimi tre anni: da 330 a 400 treni giorno”. In questo quadro, “le interruzioni necessarie per mettere a terra questi investimenti sono in crescita, ed è uno dei temi su cui stiamo lavorando per individuare l’assetto ideale” al fine di realizzare i lavori “nel minor tempo possibile e con la migliore efficacia possibile”. Una delle slide proiettate durante l’intervento riportava il numero di 345mila interruzioni del servizio ogni anno.  Isi ha ricordato la mole di investimenti prevista nei prossimi 10 anni: si tratta di “115 miliardi di investimenti, il 40% dei quali focalizzati sulla qualità del servizio, sulla manutenzione e sulla sicurezza”. “In questo momento abbiamo un grandissimo sforzo di Rfi per disegnare le infrastrutture del futuro”, ha aggiunto. Intanto, sta migliorando la puntualità. “Veniamo da un settembre-dicembre 2024 con parecchie difficoltà. Abbiamo una fotografia sulla puntualità dei primi mesi del 2025: stiamo andando meglio rispetto alla fine del 2024. Rispetto ai volumi siamo allineati su quelli dle 2024, sia sull’alta velocità sia sul servizio universale. Sul trasporto regionale viaggiamo intorno al 91%. È un risultato importante, positivo, che tocca chi ogni giorno sceglie il treno come mezzo di trasporto per andare a lavoro o a studiare”. Infine, l’ad non ha dubbi sui livelli di sicurezza della rete italiana, al top in Europa. “Sulla sicurezza il nostro posizionamento è a livelli top europei, siamo tra le reti più sicure di tutto il territorio europeo. È un sistema ferroviario complicato, il territorio nazionale è complicato – ha aggiunto – ad esempio l’Appennino sembra semplice ma non lo è”.

 

Commissione Ue, quasi 1 miliardo di euro stanziati per promuovere lo sviluppo dell’idrogeno rinnovabile

La Commissione ha annunciato oggi la selezione di 15 progetti di produzione di idrogeno rinnovabile da destinare a finanziamenti pubblici in tutto lo Spazio economico europeo (SEE). Si prevede che i progetti, distribuiti in cinque paesi, produrranno quasi 2,2 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile in dieci anni, evitando oltre 15 milioni di tonnellate di emissioni di CO₂. L’idrogeno sarà prodotto in settori quali i trasporti, l’industria chimica o la produzione di metanolo e ammoniaca. Riceveranno un finanziamento totale di 992 milioni di euro dall’UE , proveniente dal Fondo per l’innovazione e dal sistema di scambio di quote di emissione (ETS) dell’UE .

Gli offerenti vincitori, aggiudicatisi dopo la seconda asta della Banca europea per l’idrogeno (EHB) , produrranno idrogeno rinnovabile in Europa con un sussidio che contribuirà a colmare la differenza di prezzo tra i costi di produzione e il prezzo di mercato e ad accelerare l’impiego di combustibili più puliti.

Le aste della Banca Europea dell’Idrogeno contribuiscono ad aumentare l’idrogeno rinnovabile, che a sua volta contribuirà a sostituire gas naturale, carbone e petrolio in settori industriali e dei trasporti difficili da decarbonizzare. Una maggiore produzione di idrogeno rinnovabile ridurrà l’uso di combustibili fossili nel nostro continente, aumenterà l’ indipendenza energetica dell’UE e avrà un impatto positivo sulla sicurezza, sull’occupazione e sulla decarbonizzazione dell’industria europea .

Dei progetti selezionati, 12 si impegnano a produrre idrogeno rinnovabile con un premio fisso compreso tra 0,20 e 0,60 euro al chilogrammo. Per la prima volta, l’asta ha previsto un budget dedicato per i produttori di idrogeno con acquirenti nel settore marittimo, ovvero soggetti che utilizzano l’idrogeno prodotto dal progetto per svolgere o avvalersi di attività di rifornimento. Ciò ha portato alla selezione di tre offerte che hanno ricevuto 96,7 milioni di euro di sovvenzioni. Questi progetti richiederanno un contributo compreso tra 0,45 e 1,88 euro al chilogrammo. Ogni sovvenzione per i 15 progetti varia da 8 a 246 milioni di euro per un periodo massimo di 10 anni.

Parallelamente, Spagna, Lituania e Austria stanno stanziando fino a 836 milioni di euro in finanziamenti nazionali per progetti nei loro paesi attraverso la funzionalità “Auctions-as-a-Service”. Ciò consente agli Stati membri di individuare e finanziare progetti ammissibili nei loro territori che soddisfano i criteri di qualificazione dell’asta ma che non possono essere finanziati dal Fondo per l’innovazione a causa di limitazioni di bilancio. ” Auctions-as-a-service ” è aperto a tutti gli Stati membri, consentendo loro di beneficiare della piattaforma d’asta a livello UE e di assegnare finanziamenti nazionali a progetti aggiuntivi con procedura semplificata. L’elenco dei progetti è consultabile qui: https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_25_1264

 

Dazi, Ecco think tank: l’Ue prosegua con il Green Deal per diventare autonoma e competitiva

“Attraverso il Green Deal l’Europa sta costruendo la propria indipendenza, sicurezza energetica e competitività. Il Green Deal rappresenta una leva strategica per rafforzare la competitività europea e italiana, promuovendo l’innovazione nei processi produttivi, nei prodotti e nella gestione efficiente dell’energia. In questo senso, la risposta dell’Europa e dell’Italia ai dazi deve essere coerente con il percorso di transizione, caratterizzato da un progressivo abbandono delle dipendenze energetiche fossili.” A dirlo, ieri all’evento con Asvis – Alleanza italiana per lo sviluppo sostenibile, Matteo Leonardi, Co-fondatore e Direttore Esecutivo di Ecco, il think tank italiano per il clima. “Una dipendenza dalle fossili statunitensi rischia di ostacolare il tentativo dell’Ue di costruire nuove catene del valore più sostenibili, rinunciando a prendere atto dei nuovi equilibri nei mercati globali in cui non è pensabile escludere la Cina. Una simile scelta finirebbe per danneggiare le imprese italiane, già penalizzate dai costi elevati del gas, e le escluderebbe dalle opportunità offerte da una nuova economia più sostenibile e competitiva”.

Come ricordato al convegno, “l’imposizione di dazi al 20%-25% verso l’Ue e il resto del mondo è una svolta epocale per gli Stati Uniti ed è parte di una strategia negoziale che ha l’obiettivo di rafforzare il bilancio commerciale Usa con le diverse controparti, Europa inclusa. Più del 50% dell’export commerciale americano in Europa consiste in prodotti fossili, di combustibili o tecnologie di uso finale: petrolio greggio, prodotti petroliferi, motori, aviazione e gas. Settori fortemente esposti alla transizione climatica sostenuta dagli accordi globali siglati a Parigi e da cui l’amministrazione repubblicana si vuole chiamare fuori. In quest’ottica, quindi, una parte consistente dell’obiettivo negoziale dell’amministrazione americana può essere visto come un tentativo di minare il Green Deal europeo”.

Enrico Giovannini, Direttore Scientifico dell’Asvic ha sottolineato, invece, che “accelerare lo sviluppo sostenibile non solo è giusto per l’ambiente e la società ma è anche conveniente per l’economia”. Citando il Rapporto di Primavera 2025 Asvis, Giovannini ha quindi ricordato che “le imprese italiane che investono in sostenibilità sono più competitive e hanno maggior solidità finanziaria rispetto a quelle che non lo fanno. Nel settore manifatturiero, per esempio, le imprese sostenibili registrano, secondo gli ultimi dati Istat, un valore aggiunto che cresce di oltre il 16% rispetto a quello delle non sostenibili. Le proiezioni realizzate da Asvis con Oxford Economics dimostrano che, qualora si attuassero politiche strutturali per la decarbonizzazione sostenute da cospicui investimenti in innovazione, il comparto industriale vedrebbe il valore aggiunto aumentare dell’1,7% nel 2035 e del 14,9% nel 2050, un valore maggiore di quello che sperimenterebbe la Germania nello stesso periodo. Nei servizi, al 2050, il valore aggiunto crescerebbe del 5,9%, nelle costruzioni del 6,9%, nell’agricoltura del 7,1% e nelle utilities addirittura del 52,6%, grazie alla ricomposizione a favore della generazione e distribuzione di energia elettrica da fonti rinnovabili”. Per oggi, intanto, è atteso un sondaggio di Asvis che conferma – ha anticipato ieri Giovannini – come la transizione verde è ampiamente condivisa dagli italiani.

Reinventing Cities: al via la seconda fase del concorso di rigenerazione urbana promosso da C40 che coinvolge anche 4 beni dello Stato

Entra nel vivo il concorso globale di architettura e design urbano Reinventing Cities, il progetto di C40, la rete mondiale di circa cento sindaci impegnati sul contrasto alla crisi climatica, che affronta la necessità di un nuovo modello di progettazione delle città, in linea con i principi di sostenibilità, resilienza e inclusività. Un concorso che ha già visto la partecipazione di quasi 30 città globali e migliaia di esperti del settore. Dopo il grande successo dell’avvio del concorso per i 4 beni di proprietà dello Stato candidati, che ha coinvolto 35 team multidisciplinari, che hanno inviato le manifestazioni di interesse, l’Agenzia del Demanio ha avviato la seconda fase della gara invitando formalmente i team risultati idonei a presentare entro il 15 settembre 2025 proposte progettuali definitive ed economicamente sostenibili, in linea con le aspettative e gli obiettivi ambientali dell’Agenzia, di C40 e delle città coinvolte. I beni in gestione all’Agenzia coinvolti sono la Ex Caserma Perotti di Bologna, la Ex Casa del Fascio a Roma, il Forte Sant’Andrea e Casa Madonna di Nicopeja a Venezia: si tratta di edifici sottoutilizzati non adibiti a usi istituzionali, ma che si prestano a essere valorizzati attraverso progetti di rigenerazione e trasformazione urbana a zero emissioni e inclusivi, anche in partenariato pubblico-privato. Al termine della competizione, previsto entro l’anno, per ciascun compendio sarà individuato e proclamato il team vincitore, che darà il via alla successiva realizzazione del progetto.

Fitto: “Il Pnrr e i fondi strutturali sono leve per modernizzare la macchina amministrativa”

“Il Pnrr e i fondi strutturali non sono solo risorse economiche ma leve per modernizzare la macchina amministrativa e renderla protagonista del cambiamento. Il successo delle nostre politiche passa, oggi più che mai, dalla capacità di far funzionare al meglio la pubblica amministrazione. La capacità della Pa di raggiungere i propri obiettivi e svolgere con efficacia le sue missioni istituzionali”. Lo ha detto il vicepresidente esecutivo della Commissione europea e Commissario europeo per la politica regionale e di coesione, lo sviluppo regionale, le città e le riforme, Raffaele Fitto, in un videomessaggio trasmesso al Forum Pa in corso a Roma. La Pa, ha detto Fitto, “rappresenta una delle sfide centrali del nostro tempo. In questo contesto rafforzare la capacità amministrativa è un passaggio imprescindibile, non solo per migliorare la qualità e l’efficienza dell’azione pubblica ma anche per garantire una piena e corretta attuazione degli strumenti disponibili, come il Pnrr e i fondi per la programmazione 2021-2027. Il futuro della Pa risiede nel suo potenziamento e nella sua crescente efficienza. Una amministrazione pubblica efficace è il pilastro su cui si reggono molti altri aspetti dello sviluppo economico e sociale. Essere preparati – ha aggiunto Fitto- significa disporre di strumenti adeguati, processi ottimizzati e risorse umane ben formate”.

Webuild: completata la prima fase delle pareti della Stazione Venezia della linea C della metro di Roma

Procede secondo programma uno dei cantieri più complessi e strategici della Linea C della Metropolitana di Roma. La grande idrofresa tricolore della futura Stazione Venezia, nel cuore della Capitale, ha completato la realizzazione dei pannelli previsti dalla prima fase che costituiranno i muri perimetrali della scatola sotterranea all’interno della quale verrà costruita la stazione. L’opera, realizzata dal consorzio guidato da Webuild e Vianini Lavori, è commissionata da Roma Metropolitane per conto di Roma Capitale. A poca distanza dal cantiere di Piazza Venezia, avanzano anche le ultime attività nei cantieri delle archeostazioni Porta Metronia e Colosseo/Fori Imperiali, la cui consegna è prevista nei prossimi mesi. La Stazione Venezia, una delle più profonde e articolate d’Europa, si svilupperà su sei livelli interrati e garantirà accesso diretto ad alcuni dei maggiori poli culturali della città, Palazzo Venezia, il Vittoriano e i Fori Imperiali. La stazione sarà una vera e propria archeostazione, con l’intero primo livello dedicato ad area museale, e ospiterà i resti archeologici emersi nel corso degli scavi. L’idrofresa, alta 24,5 metri e con un peso di 185 tonnellate, ha il compito ambizioso di scavare il perimetro della scatola al cui interno sorgerà la stazione, raggiungendo una profondità che arriva fino a 85 metri. Una volta perimetrata la scatola, si potrà poi procedere con lo scavo dell’area che accoglierà le strutture di stazione. Questa soluzione permetterà di ridurre l’impatto delle attività in superficie, preservando i reperti archeologici presenti nell’area. A poco più di un anno dal suo avvio, l’idrofresa ha completato i primi 124 diaframmi, le pareti perimetrali della futura stazione. Per tutte le tre fasi di scavo previste, si prevedono 352 pannelli sotterranei, inclusi 170 diaframmi. Il lavoro dell’idrofresa continuerà adesso su un altro versante della piazza: macchina è stata infatti spostata in via dei Fori Imperiali, ai piedi del Vittoriano, dove sarà allestito il cantiere, in previsione dell’avvio in autunno dello scavo archeologico e della realizzazione della prima porzione del solaio di copertura. Questo consentirà il ripristino della viabilità nella piazza sul lato di Palazzo Venezia e la realizzazione dei restanti diaframmi della scatola di stazione. La piazza è anche al centro del progetto di rigenerazione urbana “Murales”, che ogni quattro mesi trasforma il cantiere in una esposizione d’arte contemporanea open air. Il progetto è nato dalla collaborazione tra Webuild e artisti di fama internazionale ed è promosso dal consorzio guidato dalla stessa Webuild e da Vianini Lavori, con il patrocinio di Roma Capitale, di concerto con le Soprintendenze competenti. Protagonista in questi mesi è l’opera “Ci eleviamo sollevando gli altri” dell’artista Marinella Senatore.

L’intera Linea C della Metropolitana di Roma attraversa la città da sud-est a nord-ovest, collegando la periferia al centro, dalla fermata di Monte Compatri/Pantano, capolinea a sud-est, fino a Clodio/Mazzini. Nel suo complesso, è lunga 26 km – 17 km in sotterraneo e 9 km in superficie – per un totale di 29 stazioni. In parallelo ai lavori della Stazione Venezia, sono attualmente in corso i test sui circa 3 km di linea dalla Stazione San Giovanni (già operativa) alla futura stazione Colosseo/Fori Imperiali, con prove di funzionamento e sicurezza avviate lo scorso febbraio. Su questa tratta sono state realizzate le due nuove archeostazioni, Porta Metronia e Colosseo/Fori Imperiali, che si prevede di consegnare al Committente per tutti i necessari collaudi nei prossimi mesi, mentre sono in fase di progettazione le restanti fermate di Chiesa Nuova, San Pietro, Ottaviano e Clodio/Mazzini.

Ponte sullo Stretto, Cgil: Ministro ‘del non fare’ Salvini, più attenzione a PNRR e meno a opere non necessarie

“Il Ministro Salvini più che ‘quello del fare’ sembra proprio essere ‘quello del non fare’. Se avesse posto più attenzione al PNRR piuttosto che alle continue forzature normative per la realizzazione di un’opera non necessaria come il Ponte sullo Stretto, sarebbe stato molto meglio per tutto il sistema Paese”. Ad affermarlo è il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo. “Il Consiglio dei Ministri ha discusso la Revisione del PNRR, parte della quale interessa le infrastrutture programmate del Paese, e in cui si elencano una serie di ritardi nella realizzazione delle opere per le quali è necessaria una rimodulazione sostanziale, tra cui la Ferrovia Palermo-Catania, la Ferrovia Salerno-Reggio Calabria, che registra ritardi nello sviluppo del progetto esecutivo, l’AV nel tratto del Terzo Valico dei Giovi, che presenta ritardi nella realizzazione, e molte altre ancora. Ritardi, ritardi, ritardi!”.

“Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti – sottolinea Gesmundo – ha la responsabilità della messa a terra della maggior parte del PNRR italiano, per risorse pari a 38,8 miliardi di euro. Secondo i dati rielaborati da Sirio-Cgil, al 31 marzo 2025 solo il 33,86% del totale delle risorse è stato effettivamente speso. Dato ancora più allarmante se si pensa che nell’ultimo trimestre i pagamenti sono stati pari al solo 4,6% delle risorse PNRR e che i progetti conclusi di responsabilità del Mit sono pari al solo 7,7% del totale”.

“Tutto il sistema paese ha bisogno urgente di un confronto trasparente sugli investimenti infrastrutturali e la loro realizzazione”, prosegue il segretario confederale della Cgil, ricordando che “lo suggeriscono anche i richiami di questa mattina del Presidente dell’Anac Busia”. “Per questo ci saremmo aspettati che oggi il Ministro Salvini spiegasse quali sono le modifiche che il Governo vuole fare al PNRR. E invece ancora una volta ha scelto di parlare del futuro del Ponte sullo Stretto, del prossimo avvio dei lavori e dei grandi benefici economici e sociali che porterà, nonostante non si sia mai fatta una trasparente analisi costi/benefici. Ebbene caro Ministro ‘del non fare’ – conclude Gesmundo – è purtroppo evidente che per il Paese sarebbe stato meglio se avesse dedicato maggiori energie all’attuazione del PNRR piuttosto che al Ponte sullo Stretto. ‘Lo sviluppo del territorio NON passa dal Ponte’, come torneremo a dire a Messina venerdì prossimo, nella nostra assemblea pubblica”.

 

Saipem lancia un programma di Sda Bocconi per la formazione manageriale di giovani talenti in Arabia Saudita

Saipem ha lanciato presso la propria sede a Dammam, in Arabia Saudita, un nuovo programma di formazione in General Management svolto da SDA Bocconi e dedicato a giovani talenti sauditi, che fanno parte della forza lavoro locale di Saipem. L’iniziativa ha l’obiettivo di fornire ai partecipanti un set completo di competenze manageriali e di leadership, strumenti imprescindibili per affrontare in maniera strutturata e moderna le sfide di business e costruire relazioni positive con tutti gli stakeholder, interni ed esterni a Saipem. Il programma si inserisce in una più ampia strategia di valorizzazione del capitale umano locale che Saipem ha avviato da anni in Arabia Saudita, dove l’azienda opera da oltre 40 anni impiegando direttamente circa 4.000 persone. Dopo i programmi di inserimento e formazione di giovani laureati e diplomati locali, Saipem propone ora un’ulteriore fase di crescita, finalizzata a integrare e arricchire le competenze dei giovani talenti che lavorano in azienda già da qualche anno, attraverso un percorso di formazione manageriale rivolto ai futuri leader di Saipem in Arabia Saudita. Nel dettaglio, il percorso formativo si articola in due moduli: il primo si svolge in Arabia Saudita e il secondo a settembre, presso la sede di SDA Bocconi a Milano, favorendo così lo scambio culturale tra i giovani professionisti sauditi e il contesto italiano in cui Saipem fonda le proprie radici. A seguire è prevista una sessione conclusiva presso la sede centrale di Saipem a Milano, dove i partecipanti presenteranno al top management dell’azienda i risultati dei lavori di gruppo. Il programma combina lezioni in aula con simulazioni aziendali, analisi di casi studio, discussioni di casi pratici ed esercizi. I partecipanti si confronteranno con diversi scenari, mettendo alla prova le loro capacità di leadership e gestione dei progetti attraverso lavori di gruppo dinamici. Questo programma rappresenta, dunque, un ulteriore passo nel percorso di valorizzazione dei talenti sauditi e rafforza la presenza di Saipem nel Paese, confermando l’impegno dell’azienda nella formazione di una leadership locale altamente qualificata, capace di guidare il successo e accrescere la competitività aziendale, e nella generazione di valore a lungo termine nel Paese.

 

Piano Mattei, Fincantieri consegna i diplomi ai primi giovani del ‘Progetto Tunisia’

Si è svolta lunedì 19 maggio, presso la Team Environmental Infrastructure Academy de La Goulette, la cerimonia di consegna degli attestati di partecipazione ai corsi di formazione teorica e pratica per saldatori navali previsti dal “Progetto Tunisia”, promosso e lanciato da Fincantieri. L’evento ha celebrato il traguardo raggiunto dai 20 giovani diplomati, che, dal 1° febbraio al 15 maggio, hanno svolto un percorso di formazione civico linguistica e professionale della durata di 298 ore. Alla cerimonia hanno partecipato l’Ambasciatore d’Italia a Tunisi, Alessandro Prunas, il Responsabile Group Organization Development, Learning & Labour Cost di Fincantieri, Alessio Belli, il Responsabile Subcontracting Development di Fincantieri, Carlo Giordani, la Project Manager di ELIS, Elena Petrich e il Training & Innovation Manager per Orienta, Federico Biazzo. Progetto Tunisia è un progetto pilota avviato da Fincantieri che, nell’ambito del Piano strategico Italia-Africa “Piano Mattei” e grazie alle opportunità offerte dal Decreto Cutro, si è posto l’obiettivo di selezionare e formare in loco giovani candidati già in possesso di precedenti esperienze lavorative per i quali è ora previsto l’inserimento lavorativo in Italia in qualità di saldatori navali, nell’ambito della filiera Fincantieri. I corsi, tenutisi a La Goulette e Bizerte in Tunisia, si sono focalizzati in un primo momento sull’apprendimento della lingua e cultura italiana e sulla formazione rispetto a temi come salute e sicurezza sui luoghi di lavoro, spostandosi poi su temi più specifici quali il processo di costruzione navale, procedure e sequenze di saldatura ed esercitazioni laboratoriali di saldatura manuale. Questo progetto rientra all’interno di una più ampia strategia del Gruppo dedicata alla formazione e alla selezione di figure professionali anche oltre i confini nazionali, con l’obiettivo di costruire ponti tra industria e culture, promuovendo una cultura aziendale basata su inclusività e rispetto. Attraverso queste iniziative, l’impegno di Fincantieri è nel dimostrare che l’innovazione migliore è quella capace di creare valore economico e sociale, trasformando le sfide legate ad esempio alla carenza di manodopera in opportunità di crescita condivisa. Luciano Sale, Direttore Human Resources e Real Estate di Fincantieri, ha commentato: “Con il Progetto Tunisia, Fincantieri ribadisce il proprio impegno nel valorizzare il talento e nel favorire l’integrazione, dimostrando che la formazione è il primo passo per costruire un futuro condiviso. È un impegno che va oltre l’industria, perché investire sulle persone significa credere nella forza delle competenze e nella capacità di generare progresso e valore, non solo per l’azienda, ma per l’intero settore navalmeccanico”. Il Progetto Tunisia è stato realizzato da Fincantieri grazie alla collaborazione con l’Associazione Centro ELIS, l’Agenzia per il Lavoro Orienta e tre partner tunisini: Cluster Maritime Tunisien, Groupement Professionnel National des Industries Nautiques de la CONECT, Team Environmental Infrastructure Academy e, per l’addestramento pratico, con la società Palescandolo CNT sarl.

Edil San Felice si aggiudica commessa da 20,6 milioni di euro da Aspi

Edil San Felice primario operatore integrato attivo nel settore delle manutenzioni di infrastrutture critiche in Italia, quotato sul mercato Euronext Growth Milan, si è aggiudicata una nuova commessa da Autostrade per l’Italia per un valore di 20,6 milioni di euro di cui di cui 5,56 milioni per oneri della sicurezza, per lavori di manutenzione straordinaria. L’Accordo Quadro, di durata quadriennale, prevede l’esecuzione di interventi evolutivi sulle componenti autostradali delle Direzioni di Tronco di Fiano Romano. Attraverso questa commessa, sale a oltre 48 milioni di euro l’ammontare di ordini acquisiti dalla società nel 2025, di cui 36 milioni relativi a lavori di manutenzione straordinaria, a conferma, sottolinea la società in una nota, dell’importanza strategica di questa area di business per lo sviluppo di Edil San Felice. Lorenzo di Palma, ceo di Edil San Felice, ha commentato: “Nonostante un clima di generale incertezza a livello macroeconomico, Edil San Felice sta proseguendo il proprio percorso di crescita in modo costante e in linea con le attese e gli investimenti effettuati. In questi primi mesi abbiamo già acquisito ordini per oltre 48 milioni di euro, che ci permettono di guardare al prossimo futuro con grande fiducia. In questo scenario, la manutenzione straordinaria si conferma un’area di business di assoluta importanza strategica per la Società e nella quale possiamo vantare un livello di competenza tra i più elevati sul mercato a livello nazionale”.

Accise, Assocostieri: forte preoccupazione per i disagi operativi con la pubblicazione del decreto del 14 maggio

Assocostieri, Associazione nazionale che rappresenta la logistica energetica in Italia e aderente a Conftrasporto e Confcommercio – Imprese per l’Italia, esprime forte preoccupazione per i disagi operativi causati dalla pubblicazione del Decreto 14 maggio 2025, recante “Revisione delle disposizioni in materia di accise”. Il provvedimento, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 110 del 14 maggio 2025 in tarda serata (oltre le ore 21:30), è entrato in vigore già dal giorno successivo, stabilendo la riduzione di 1,50 centesimi di euro per litro dell’accisa sulla benzina e, contestualmente, l’aumento della medesima aliquota sul gasolio impiegato come carburante. Questa tempistica ristretta, priva di un preavviso adeguato, ha generato notevoli difficoltà per le imprese associate, impedendo una tempestiva e corretta comunicazione delle nuove aliquote ai soggetti obbligati. Ne sono derivate criticità nella gestione amministrativa e operativa, in particolare nell’emissione degli e-DAS e nell’applicazione delle corrette aliquote sui prodotti in transito o in fase di estrazione dai depositi. La situazione ha determinato, soprattutto nella mattinata del 15 maggio, errori e incertezze non imputabili agli operatori, legati anche alla movimentazione di prodotti pervenuti nei depositi prima dell’entrata in vigore del decreto. Assocostieri ritiene fondamentale che, per il futuro, provvedimenti aventi impatto sulle accise vengano pubblicati con un congruo anticipo rispetto alla loro efficacia, così da garantire un’applicazione uniforme, corretta e priva di disfunzioni operative. È altrettanto importante che tali misure siano accompagnate da indicazioni chiare e tempestive da parte delle Amministrazioni competenti, a beneficio dell’intero sistema logistico-energetico nazionale. L’Associazione conferma la propria disponibilità a collaborare con il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, il Ministero dell’Economia e delle Finanze e l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli per individuare soluzioni che possano assicurare efficacia normativa e sostenibilità gestionale per gli operatori del settore.

Maria Cristina Carlini

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