CORTE DEI CONTI

Pnrr, a fine 2024 ok i 67 obiettivi ma la spesa ARRANCA: solo il 33%

A fronte di una marcia serrata nel percorso segnato da milestone e target, l’avanzamento finanziario del Pnrr, sotto il profilo dela spesa sostenuta, continua a mostrare maggiori difficoltà rispetto al cronoprogramma. Lo scrive la Corte dei Conti  nella relazione semestrale sullo stato di attuazione del Piano. A fine 2024, il livello della spesa ha superato la soglia dei 63,9 miliardi, il 32,9% del totale. Intanto, si attendono le comunicazioni del ministro Foti in Parlamento sulla revisione del Piano.

15 Mag 2025 di Maria Cristina Carlini

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Bruxelles, per voce del vicepresidente esecutivo Raffaele Fitto, ha chiuso la porta alla richiesta del Governo italiano di allungare la scadenza del Pnrr per finanziare le spese della difesa. “E’ impossibile cambiare” la scadenza del prossimo anno ma “si possono fare altre revisioni del Piano o spostare i suoi progetti ai fondi di coesione”. E ora la parola passa a Roma: il ministro per gli Affari Europei, il Pnrr e le Politiche di coesione, Tommaso Foti, riferirà al Parlamento la settimana prossima sulla revisione di investimenti e riforme del Pnrr: due gli appuntamenti, il 21 maggio svolgerà le sue comunicazioni alla Camera e il 22 maggio al Senato. E’ in questo frangente che, intanto, arriva dalla Corte dei Conti la conferma che la spesa arranca mentre sono stati centrati gli obiettivi del 2024. Il 12 maggio, i magistrati contabili hanno approvato la Relazione semestrale con cui si riferisce al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr.

Emerge, dunque, che risultano tutti conseguiti i 67 obiettivi europei in scadenza al secondo semestre 2024, raggiungendo così un tasso di avanzamento del 54% nel percorso complessivo (+11 punti rispetto al semestre precedente). Parimenti elevati, rileva la Corte dei Conti, i risultati con riguardo agli step procedurali nazionali con finalità di monitoraggio interno (tasso di raggiungimento al 76%). Significativi gli avanzamenti segnati sul fronte delle riforme. Di particolare rilievo quelli che hanno interessato la regolazione dei contratti pubblici: è stato complessivamente rivisto l’istituto del project financing, sono stati raggiunti i risultati attesi in termini di numero di stazioni appaltanti e centrali di committenza qualificate (42 mila gare effettuate da oltre 3.300 stazioni appaltanti), sono state adottate misure per migliorare la rapidità decisionale nell’aggiudicazione degli appalti attraverso l’individuazione delle best practices, è stato conseguito il target di formazione del personale delle PA (almeno il 40%). Nel solco dell’efficientamento della PA,  ci sono, tra gli altri, i progressi in tema di semplificazione/digitalizzazione di 235 procedure, nonché quelli nel campo della riduzione dei tempi di pagamento, con l’incremento del personale a tal fine impiegato e l’adozione di un sistema di verifica sull’adeguatezza e tempestività dei processi di almeno 130 pubbliche amministrazioni. La Corte dei Conti rileva anche l’avanzamento del percorso riformatore nel settore della giustizia che ha visto il raggiungimento dei 2 target di riduzione del 95% dell’arretrato giudiziario dei tribunali civili di primo e di secondo grado. Numericamente consistente (50) il gruppo di obiettivi raggiunti sul versante degli investimenti, in particolare in ambito di cybersecurity e di digitalizzazione della PA.

Ma poi la Corte dei Conti punta i riflettori sull’andamento della spesa sostenuta. “Se il conseguimento degli obiettivi europei previsti nel percorso attuativo risulta in linea con le scadenze concordate, l’avanzamento finanziario, come già messo in luce in occasione di precedenti relazioni, stenta a mantenere il ritmo prefissato”, rimarca. A fine 2024, il livello della spesa ha superato i 63,9 miliardi, circa il 33% delle risorse del Piano e circa il 73% di quelle che erano programmate entro il 2024. L’incremento registrato nell’ultimo anno è di 18,8 miliardi (+12 punti percentuali sul 2023), solamente il 44% di quanto previsto per il 2024 nel cronoprogramma aggiornato. Al netto delle misure consistenti in crediti d’imposta (piano Transizione 4.0 e Superbonus 110%) il dato di avanzamento della spesa scenderebbe al 21,9%. Il 71% delle misure del Piano con dotazione finanziaria mostra un avanzamento di spesa al di sotto della soglia del 25%, poco meno del 45% non supera un tasso di progresso del 10%. Da ciò emerge con evidenza lo sforzo richiesto negli ultimi semestri del Pnrr a tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione delle iniziative progettuali, per assicurarne la finalizzazione nei tempi previsti, in particolare per gli interventi delle missioni 5 “Inclusione e coesione” e 6 “Salute”. Nella lettura per tipologia di soggetto attuatore, si posizionano più avanti del dato medio nel percorso di attuazione della spesa: le istituzioni appartenenti al settore scolastico ed universitario (rispettivamente +22,8 e +13,7 punti percentuali), insieme alle società pubbliche (+7,4%). Risultano, invece, caratterizzate da tassi di avanzamento inferiori a quello medio sia le misure in capo alle Amministrazioni centrali e alle Agenzie (entrambe -8%) sia quelle affidate alle Amministrazioni locali, seppur queste ultime con scostamenti negativi più contenuti (-3,2%). Guardando alle prospettive di spesa nel futuro, c’è un’annotazione positiva. “Con l’avanzare delle iniziative di investimento – si legge nella relazione – l’atteso incremento del livello di spesa potrà trovare adeguato sostegno finanziario grazie” alle nuove disposizioni di legge “volte ad accelerare i trasferimenti intermedi a rimborso delle spese sostenute, attraverso una consistente semplificazione dell’iter della rendicontazione”.

Il sistema delle anticipazioni di liquidità si è finora dimostrato uno strumento utile per assicurare ai soggetti attuatori le disponibilità di cassa funzionali all’esecuzione delle iniziative progettuali. L’innalzamento del tetto ordinario dell’anticipazione ha portato ad un aumento delle richieste di erogazioni, pur residuando ulteriori margini per trasferimenti rispetto alla soglia del 30%. In dettaglio, il totale delle somme erogate in anticipazione nel periodo 2021-2024 è pari a 27,1 miliardi, con un trend crescente nel tempo (0,6 miliardi nel 2021, 7,5 miliardi nel 2022, 8,4 miliardi nel 2023 e 11,3 miliardi nel 2024). In media, il tasso di anticipazione si è attestato al 23,2% delle dimensioni finanziarie delle singole misure. Gli anticipi hanno dato ampia copertura alle somme spese (oltre il 77% di quanto speso, percentuale che sale a poco meno dell’87% se si tiene conto delle somme rimborsate nello stesso periodo a fronte di rendicontazioni e di saldi finali). Con l’avanzare delle iniziative di investimento, l’atteso incremento del livello di spesa potrà trovare adeguato sostegno finanziario grazie alla nuova disposizione (dl 113/2024), volta ad accelerare i trasferimenti intermedi a rimborso delle spese sostenute, attraverso una consistente semplificazione dell’iter della rendicontazione.

Tra le criticità emerse che riguardano le infrastrutture di trasporto,  la Corte dei Corti pone l’accento sulle “complessità esecutive”, segnalate dal Mit, nella messa a terra delle linee ad Alta Velocità al Sud e al Nord. In particolare sono in ritardo i collegamenti ferroviari ad Alta Velocità per la linea Salerno-Reggio Calabria, la cui percentuale di spesa attivata sul totale della dotazione Pnrr è ferma al 3,54% rispetto al’8% preventivato. Sulla tratta Napoli-Bari,  la percentuale di avanzamento è pari al 34,76% rispetto al 59% atteso secondo i tempi del Pnrr. La Relazione promuove le misure adottate “per migliorare la rapidità decisionale nell’aggiudicazione degli appalti da parte delle stazioni appaltanti” con l’obiettivo di “abbreviare i tempi di aggiudicazione”.

La relazione dedica un approfondimento sulle politiche dell’acqua ed il servizio idrico integrato, settore che, nel Pnrr è coperto da due riforme e quattro linee di investimento per un totale di circa 5,4 miliardi. Bene, si legge nella relazione, “l’investimento relativo alla riduzione delle perdite nelle reti di distribuzione dell’acqua”. Qui è stato superato il target che prevedeva la costruzione di almeno 14.000 chilometri di rete idrica. Sulla base del monitoraggio, i 15 progetti selezionati nelle prime due finestre temporali garantiscono 19.455 chilometri. Superati anche i target riguardo alle Zone Economiche Speciali (Zes) dove sono stati avviati i lavori di 50 interventi (a fronte dei 41 programmati).

 

 

 

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