PARLA VALENTINA CHIAPPA NUÑEZ

“MVRDV ha proposto anche a Milano e Roma una mappatura e un piano regolatore dei tetti, come a Rotterdam: colonizziamo le quinte facciate e apriamo spazi e punti di vista nuovi per le città”

Orti urbani, campi sportivi, sportelli di tourist information, cinema all’aperto, spazi espositivi, giardini silenziosi, giardini botanici, pannelli solari, spazi di socializzazione. E ancora verande abitabili, addirittura suite d’albergo o vie di comunicazione verde sopraelevate. Può sembrare incredibile ma i tetti di una città, le coperture degli edifici possono diventare spazi ricreativi, occasioni per densificare la città, opportunità nuove per muoversi. Un altro modo di vedere e di vivere la città su cui da anni lavora lo studio di architettura MVRDV, base a Rotterdam, uffici a Shangai, Parigi, Berlino e New York, oltre mille progetti realizzati in 47 Paesi. “Colonizzare i tetti” o anche “colonizzare la quinta facciata” sono slogan che si leggono nelle loro pubblicazioni. I primi progetti risalgono all’inizio degli anni 2000. Del 2021 è il Rooftops Catalogue che ha proposto un’ampia gamma di soluzioni architettoniche, ma la cosa forse più importante fatta finora è la collaborazione con il Comune di Rotterdam per mappare tutti i tetti della città prima, poi per farne un Piano regolatore dei tetti. Ne abbiamo parlato con Valentina Chiappa Nuñez, associata dello studio olandese, che recentemente è intervenuta a Roma a una conferenza organizzata dal Comune e dal Demanio, con Stratosferica, sui progetti di rigenerazione urbana dell’area di Porta Portese.

12 Mag 2025 di Giorgio Santilli

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“MVRDV ha proposto anche a Milano e Roma una mappatura e un piano regolatore dei tetti, come a Rotterdam: colonizziamo le quinte facciate e apriamo spazi e punti di vista nuovi per le città”

MVRDV, Progetto Podium @Ossip van Duivenbode. A 29 metri di altezza, l’installazione del Podium ha reso accessibile il tetto del Nieuwe Instituut attraverso una scala esterna di 143 gradini. Pitturata di rosa per accrescere la visibilità, il progetto di MVRDV ha creato un punto di incontro di 600 metri quadrati che ha costituito il cuore del Mese dell’Architettura 2022 di Rotterdam (a giugno) ed è continuato a luglio-agosto come location per concerti jazz e corsi yoga con panorama sulla città

 

Architetto Chiappa Nuñez, in quali attività si traduce questo interesse di MVRDV per i tetti urbani?

Alterniamo lavori a scale diverse: interventi strategici a scala urbana, progetti a scala architettonica, interventi temporanei, pubblicazioni, ricerche. Pensiamo che lo sfruttamento dei tetti sia un’opportunità da cogliere ovunque possibile e applichiamo concretamente il principio agli interventi che realizziamo su edifici da riqualificare o nuovi. Quasi sempre programmiamo un tetto verde, un impianto energetico, uno spazio da vivere.

Avete diffuso questa cultura soprattutto a Rotterdam. Come?

Abbiamo fatto, dal 2016 in avanti, tre grandi manifestazioni legate a ricorrenze e basate su installazioni temporanee che avevano come finalità principale far scoprire i tetti di Rotterdam ai suoi cittadini. Abbiamo realizzato grandi scale colorate di arancione o di rosa per collegare i tetti alla strada o alla stazione, abbiamo aperto spazi in cui abbiamo tenuto conferenze, esposizioni, momenti ricreativi, cinema. Con il Comune di Rotterdam abbiamo organizzato “La giornata dei tetti” per sensibilizzare gli abitanti, aprire al pubblico luoghi di cui i cittadini non conoscevano neanche l’esistenza, dare la possibilità di esplorare nuovi spazi e guardare la città con uno sguardo nuovo. Abbiamo creato percorsi urbani fra i tetti per diffondere un modo di muoversi in città che non conoscevano.

L’idea di lavorare sui tetti si sviluppa anche attraverso una collaborazione con il Comune di Rotterdam.

L’idea fa parte del nostro DNA dall’inizio. È del 2006 la foto in cui mostriamo il tetto blu di una casa di Rotterdam appena riqualificata. Appena possiamo, quando abbiamo un incarico architettonico, facciamo questi interventi sui tetti sia con i committenti privati che con quelli pubblici. Il lavoro con il Comune ha poi assunto un profilo più interessante con il progetto Roof Scape: è uno strumento anzitutto di mappatura di tutti i tetti della città, un progetto di ricerca e anche di sviluppo di un software che ci consente di analizzare una serie di dati del Comune e di renderle leggibili e aperti a tutti. Come strumento di sostegno alla pianificazione aiuta a capire quali sono le quantità e le qualità in gioco.  Poi l’obiettivo vero del progetto è trasformare questi dati in innovative politiche strategiche a scala urbana. La mappatura, che tradizionalmente viene fatta in 2D, qui è fatta in 3D e ci porta a un livello superiore di conoscenza: ci consente, cioè, di leggere la città nella sua forma tridimensionale. L’urbanistica tende a vedere e leggere le città solo come spazi piatti e non vede gli spazi, e il possibile uso che se ne può fare, nella loro tridimensionalità. Con questa lettura si scoprono nuovi spazi da utilizzare che possono essere collegati tra loro e a una strategia di sostenibilità e densificazione della città stessa.

MVRDV, Valley, edificio mulltifunzionale in Amsterdam @Ossip van Duivenbode

 

La mappatura a Rotterdam è completata? E quali sono le quantità in gioco?

Sì, è completa. A Rotterdam parliamo di 18 chilometri quadrati di aree. Nella ricerca abbiamo fatto vedere quanti campi da calcio si potrebbero fare, quante nuove abitazioni si potrebbero costruire: anche solo usando il 10% di quella superficie si risolverebbe il problema abitativo o la mancanza di verde o la produzione energetica: si potrebbero dare molte risposte alle esigenze fondamentali della città.

Come andrete avanti?

Ora abbiamo avuto nuovi fondi europei per continuare questa ricerca, anche con altre città europee, non solo Rotterdam.  Questo tipo di mappature le abbiamo già proposte anche a Milano a Roma. Ma il passaggio cui aspiriamo è trasformare la mappatura, che contiene quantità utili, in uno strumento di pianificazione strategica che noi chiamiamo Piano regolatore dei tetti. Dovremmo aprire una fase 2 che porti a chiedersi cosa fare con questi spazi che abbiamo censito e quantificato. In Olanda già esistono una serie di sussidi per trattare i tetti, trasformarli in tetti verdi oppure farne luoghi per la produzione di energia solare. Questi sussidi andrebbero collegati ora a una strategia, appunto a un Piano regolatore che dica dove servono orti urbani, dove impianti energetici e dove i corridoi verdi sopraelevati per la mobilità. Il Piano e i sussidi favorirebbero iniziative private che trasformerebbero questi spazi nella direzione che la città considera utile. Se un’abitazione è in una zona che, secondo il nostro piano regolatore dei tetti, è un corridoio verde, io avrò un sussidio economico per trasformare il mio tetto in corridoio verde. Oppure se in quella zona conviene di più che ci sia produzione energetica, incentiverò la produzione energetica.

Ha detto che ha presentato questi lavori a Milano e Roma. Che risposte ha avuto?

In questa fase credo sia utile intanto parlarne, promuovere questa nuova lettura della città. Penso che il modo migliore per partire sia, come abbiamo fatto a Rotterdam, organizzare eventi che sensibilizzino, aprano questa nuova prospettiva e queste opportunità alla città. Dal punto di vista pratico quello che manca in Italia e che invece è molto forte in Olanda sono proprio i dati di base. Il Comune di Rotterdam ci ha messo a disposizione molte informazioni dettagliate. Temo che in Italia i dati su quanti tetti, quali superfici, che tipo di utilizzo se ne fa oggi non ci siano o siano molto più frammentati. Il primo passaggio sarebbe quindi quello di acquisire questi dati per quantificare gli spazi e capire le loro condizioni.

Parliamo degli usi temporanei e delle installazioni temporanee che voi usate molto.

Sì, perché aprono prospettive che di solito non sono visibili. È un po’ come fare un mockup, una prova dell’intervento che vuoi realizzare su un pezzo di città. Gli abitanti capiscono il valore aggiuntivo che possono avere e il Comune tocca con mano come può migliorare la città. È sempre molto utile questo ping pong tra l’intervento strategico a scala urbana molto grande e l’intervento piccolo che può essere fatto velocemente, visibile e potente. Le due cose insieme portano avanti il processo negli anni.

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