I DUE NUOVI STRUMENTI DI APPROFONDIMENTO DISPONIBILI DA OGGI

Appalti, ipotesi soglia BIM a 5 milioni. DIAC scommette sul Codice 36 stabilizzato e lancia Monografia e Manuale

I due prodotti editoriali disponibili da oggi: la Monografia per le stazioni appaltanti, curata da Gabriella Sparano è un approfondimento veloce (50 pagine) con otto temi affrontati in chiave operativa; anche il Manuale “Appalti pubblici, Soluzioni operative” di Niccolò Grassi (152 pagine) affronta dieci temi-chiave con un taglio radicalmente operativo (giurisprudenza e indirizzi amministrativi utili, domande/risposte non frequenti, formulari utilissimi per PA e imprese). La nostra analisi è che ci sarà ancora qualche modifica mirata (due o tre sono in arrivo con il decreto Infrastrutture che sta preparando il ministro Salvini), ma soltanto per risolvere questioni specifiche e circoscritte, mentre l’impianto del codice è solido e resterà stabile a lungo, perché ha dalla sua parte un vasto consenso. Da qui la necessità per tutti gli operatori di aprire una fase per cogliere gli aspetti, positivi e critici, di una piena attuazione del codice. Il rialzo della soglia BIM  da due miliardi verso la soglia UE (o un valore intermedio) candidata a entrare nel Dl infrastrutture per superare le criticità digitali di molte stazioni appaltanti medio-piccole.

05 Mag 2025 di Giorgio Santilli

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Nel decreto legge Infrastrutture che sta preparando il ministro Salvini ci saranno due o tre norme di correzione mirata del codice degli appalti.

Le modifiche chirurgiche pronte per il decreto Infrastrutture

Fra quelle candidate a entrare nel provvedimento c’è anzitutto un rialzo della soglia di importo dell’opera da cui scatta l’obbligo della progettazione in BIM, in un valore compreso fra i due milioni attuali e i 5,538 milioni della soglia Ue, ma più vicino a questa ultima. Si registra infatti una sofferenza proprio per le opere fra 2 e 5 milioni di euro a causa della persistente impreparazione delle stazioni appaltanti a gestire i progetti “bimmizzati”. Nel Dl Infrastrutture potrebbe entrare anche un ulteriore rimescolamento delle norme sul Ppp su cui la commissione Ue tiene i riflettori puntati (contro il diritto di prelazione per quanto ammorbidito dal correttivo). Altre norme che potrebbero entrare nel decreto legge sono l’adeguamento della revisione prezzi per forniture e servizi al “modello lavori” (soglia al 3% e rivalutazione al 90%) e la certificazione dell’esecuzione dei lavori in subappalto estesa (in quota parziale) anche agli appaltatori e non solo ai subappaltatori. Sono norme molto spinte la prima dai settori delle forniture e dei servizi (soprattutto di mensa e pulizie), la seconda dall’Ance, ma per ora dal ministero non sono arrivati segnali.

Il consenso largo e profondo dà stabilità al Codice 36

Diario DIAC considera queste misure chirurgiche, circoscritte e mirate a risolvere questioni specifiche in un quadro legislativo fortemente stabile e destinato a durare a lungo. La linea tenuta dal ministro Salvini e dalla capo ufficio legislativo del Mit, Elena Griglio, con il correttivo entrato in vigore lo scorso 31 dicembre – dare soluzioni a questioni specifiche senza riaprire la partita sull’impianto del codice – e quella tenuta dopo il correttivo – consolidare la normativa vigente senza apportare ulteriori modifiche – è coerente: stabilizza il sistema e induce stazioni appaltanti e operatori economici ad attuarlo senza indugio. Non accadrà al Codice 36 quello che è accaduto a tutti i suoi predecessori negli ultimi trenta anni, dalla legge Merloni in avanti, di essere sospeso, bloccato, rivisto radicalmente, modificato centinaia di volte. Per una ragione semplice e decisiva: aldilà di singole questioni su cui qualche associazione può avere rilievi e osservazione, l’impianto del codice gode di un profondo largo e profondo. Sarà anche la stanchezza della nevrosi legislativa, ma oggi nessuno chiede di modificare radicalmente il codice.

Si apre quindi una fase nuova di stabilità. Quello che dovrebbe essere ordinario e oggi ci appare quasi un miracolo. C’è da scommettere che questa stabilità – proprio perché è radicata – resisterà anche alla revisione delle direttive Ue che avremo dal 2026 in poi. Ma questa è un’altra partita. Oggi siamo nell’era del Codice stabilizzato.

Le due nuove collane di Diac: le Monografie e i Libri

Proprio per onorare questa nuova fase, Diario DIAC ha scelto il tema del codice appalti per lanciare le due nuove collane di prodotti che vogliono rappresentare nuovi strumenti di approfondimento e allargare il modo di presentare la nostra informazione: le Monografie “agili” collegate al quotidiano online; e i Libri di Diac. Siamo convinti che in questa fase di stabilizzazione progressiva del Codice ci sia bisogno di strumenti per andare in profondità, operare, provare, sperimentare, risolvere questioni e aprirne altre cui le interpretazioni amministrative (di Mit e Anac anzitutto) e la giurisprudenza daranno risposte. Un atteggiamento totalmente nuovo rispetto a quello del bradisismo normativo continuo che ha bisogno di strumenti nuovi anche per sfruttarne a pieno i vantaggi.

Disponibili da oggi

Saranno quindi disponibili da oggi:

la Monografia per le stazioni appaltanti, curata da Gabriella Sparano è un approfondimento veloce (50 pagine) con otto temi affrontati in chiave operativa;

e il Manuale “Appalti pubblici, Soluzioni operative” di Niccolò Grassi (152 pagine) affronta dieci temi-chiave con un taglio radicalmente operativo (giurisprudenza e indirizzi amministrativi utili, domande/risposte non frequenti, formulari utilissimi per PA e imprese).

Cliccando sui titoli si apriranno le schede con tutte le informazini utili. C’è solo da aggiungere che la Monografia sarà consultabile gratuitamente per tutti i lettori di Diario DIAC regolarmente registrati.

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