RIGENERAZIONE

Al via concorso di architettura per il grande piano di riqualificazione del GAM di Torino: chi vince prende 100mila euro e altri 555mila per il PFTE. Investimento totale per 27,5 milioni

28 Apr 2025 di Giusy Iorlano

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Al via concorso di architettura per il grande piano di riqualificazione del GAM di Torino: chi vince prende 100mila euro e altri 555mila per il PFTE. Investimento totale per 27,5 milioni

Torino guarda al futuro con un ambizioso progetto di rigenerazione della GAM, la Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea, il più antico museo civico d’arte moderna in Italia.

E’ stato, infatti, pubblicato sulla piattaforma concorsiarchibo.eu dell’Ordine degli Architetti di Bologna, il concorso Internazionale di Progettazione per la riqualificazione, rifunzionalizzazione e valorizzazione dell’edificio che ospita il museo, risalente alla fine degli anni ’50.

Promosso dalla Fondazione Torino Musei, in collaborazione con la Città di Torino, la Fondazione Compagnia di San Paolo e con il supporto tecnico della Fondazione per l’architettura / Torino, il concorso mira al riposizionamento del museo a livello internazionale. La nuova GAM dovrà fare della green-innovation, nuovo motore dello sviluppo economico globale, il proprio biglietto da visita, attraverso l’applicazione di protocolli certificati, tali da garantire il raggiungimento del massimo degli obiettivi ecologici ed energetici.

“Per la GAM, che ha un ruolo strategico nel panorama culturale torinese – ha dichiarato il sindaco di Torino, Stefano Lo Russo – si è aperta una stagione di rilancio che si propone di rafforzarne il prestigio a livello internazionale. Un rinnovamento che guarda alle collezioni e al percorso espositivo, grazie al lavoro fatto dalla nuova direttrice Chiara Bertola, e a una riqualificazione del complesso architettonico che punta a riportare il Museo all’antico splendore, riprendendo quello spirito avanguardistico che ne caratterizzò la nascita.

Il concorso

Il concorso si concentra sul restauro filologico dell’edificio moderno, progettato negli anni Cinquanta, con l’obiettivo di valorizzarne gli aspetti peculiari originali. Due le due fasi in cui si svilupperà: una prima, palese, di selezione per titoli, e una seconda, anonima, in cui i cinque finalisti elaboreranno i progetti veri e propri. Il quadro economico prevede 27,5 milioni di euro, di cui 18 destinati ai lavori. Il vincitore riceverà un premio di 100mila euro come acconto sull’onorario del PFTE che vale 655.688,91 euro (Iva e oneri previdenziali esclusi), mentre i successivi quattro classificati otterranno rimborsi spese scalari da 50mila a 20mila euro.

Gli elaborati e la documentazione della fase preselettiva potranno essere inviati a partire dal prossimo 20 maggio e fino alle ore 12 del 5 giugno. Il 18 luglio 2025 saranno annunciati i finalisti. La fase concorsuale, invece si aprirà il 3 ottobre con l’invio degli elaborati e della documentazione amministrativa, e si chiuderà il 16 ottobre. La proclamazione del vincitore avverrà il 12 dicembre

Due commissioni giudicatrici – una preselettiva e una concorsuale – valuteranno le proposte, privilegiando quelle in grado di restituire alla GAM “il suo spirito originario di avanguardia, con uno sguardo concreto ma visionario sul futuro”.

Il progetto

Inaugurata negli anni ’50, la GAM occupa uno degli edifici simbolo della modernità torinese, esito di un concorso nazionale bandito nel 1951 e vinto dagli allora giovanissimi architetti Carlo Bassi e Goffredo Boschetti.

Se il progetto di allora fu quello di uno spazio espositivo pensato ad hoc per il museo del futuro, il concorso appena pubblicato guarda alla transizione green, attraverso l’implementazione di tecnologie innovative per la sostenibilità ambientale e il risparmio energetico, “integrate al meglio nell’architettura dell’edificio, con l’impiego di materiali e soluzioni tecniche, atte a minimizzare l’impatto sull’ambiente, anche nell’ottica di adozione delle certificazioni energetiche”.

L’idea è quella di pensare alla nuova GAM come una “piazza” aperta e accessibile, uno spazio pubblico di qualità, capace di integrarsi nel contesto urbano circostante, in cui anche la tecnologia gioca un ruolo chiave, offrendo un’esperienza di visita innovativa e stimolante, pur mantenendo le opere d’arte al centro dell’attenzione.

Gli ultimi interventi

Il corpo principale si articola in tre sezioni: l’ala dedicata alla collezione permanente, quella destinata alle mostre temporanee e un blocco autonomo che accoglie la caffetteria, la sala conferenze, la Biblioteca d’Arte e l’Archivio Fotografico.

Alcuni tratti originari vennero modificati durante la ristrutturazione del 1993 ma il nuovo progetto di restauro mira proprio a recuperare l’impianto architettonico iniziale, riconducendolo alla sua forza espressiva originaria. L’edificio, sottoposto a vincolo dal 2018 per il suo valore storico e innovativo, oggi mostra i segni del tempo con alcune aree chiuse al pubblico e necessità impellenti di manutenzione straordinaria.

Un primo intervento, il cosiddetto “Lotto Zero”, è stato completato nell’ottobre scorso: ha riaperto al pubblico il secondo piano (1200 mq) e restituito agli spazi luminosità e coerenza grazie a un’operazione di stripping che ha rivelato i soffitti originali e le aperture verso l’esterno. Rinnovati anche gli spazi del foyer, compresi il Dipartimento Educazione, la biglietteria e il guardaroba, in un’ottica di maggiore accessibilità e accoglienza. Il completamento del restauro riporterà l’edificio alla sua eleganza architettonica, valorizzandone identità e innovazione.

“Sono particolarmente lieto di annunciare questo primo importante atto del progetto di riqualificazione e rigenerazione della GAM – ha dichiarato il presidente della Fondazione Torino Musei Massimo Broccio – È proprio la visione avanguardistica con cui è stato concepito questo edificio che vorremmo provare a riprendere e far evolvere, per perseguire il riposizionamento del museo a livello internazionale, ponendo alla base della riqualificazione concetti di innovazione architettonica, tecnologica e di sostenibilità ambientale quali fattori abilitanti anche per l’attuazione di nuovi modelli di fruizione museale. Dobbiamo rivolgerci al pubblico di domani nel segno fondamentale dell’inclusione e del ruolo sociale del Museo”, ha concluso.

 

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