La giornata
La politica DIVISA ricorda il Papa. Meloni: “Ha rotto gli schemi”
- Dazi, Cina: “Porte spalancate ai colloqui con Washington”
- Sulla Fed altro dietrofront di Trump: “Non licenzierò Powell”
- Per i funerali del Papa, scattato il piano straordinario delle Ferrovie da ieri fino a domenica 27 aprile
- Dl Bollette, dal Senato via libera alle misure da 3 miliardi per famiglie e imprese
- Dl Pa, ok della Camera, ora al Senato. Zangrillo: “Strategico per il rafforzamento del capitale umano e dell’efficienza organizzativa”
IN SINTESI
“Ha camminato accanto a tutti”, “ha lottato per la pace”: il Presidente della Camera, Lorenzo Fontana, e il Presidente del Senato, Ignazio La Russa, hanno aperto, ieri pomeriggio, con questi ricordi la commemorazione di Papa Francesco in Parlamento. Interventi seguiti da un minuto di silenzio e dal lunghissimo applauso di tutto l’emiciclo di Montecitorio. Mentre oltretevere, a San Pietro, un flusso ininterrotto di persone in fila ha reso l’ultimo saluto a Francesco, la cui salma era stata traslata in basilica ieri mattina, anche la politica ha dato il suo addio a Francesco. Un addio corale, solenne e commosso, in alcuni casi è scattato anche l’applauso bipartisan ma non sono mancate le stoccate e le evidenti divisioni tra maggioranza e opposizioni. Nei diversi interventi Francesco è stato ricordato come il Papa degli ultimi e di tutti, che ha posto al centro le periferie del mondo e quelle esistenziali, che ha denunciato quella terza guerra mondiale “a pezzi” e che fino all’ultimo, il giorno di Pasqua a Piazza San Pietro, ha lanciato con tutte le sue forze rimaste l’ultimo e accorato appello alla pace, ricordando tutti i conflitti ancora aperti e, soprattutto, quelli dimenticati. E, ancora, di Francesco sono state ricordate le sue battaglie per il pianeta e la sua preghiera, nel pieno del covid, solo a Piazza San Pietro. Sarà la storia a dare un giudizio sul suo Pontificato ma quello che non merita è l’ipocrisia di chi non ha ascoltato il suo messaggio. Ed è questo il monito più forte arrivato dai banchi dell’opposizione dai quali hanno parlato la segretaria del Pd Elly Schlein e il leader M5S Giuseppe Conte.
Aperta dai presidenti delle Camere, la commemorazione è stata chiusa dall’intervento della premier Giorgia Meloni. Ancora una volta, ha ricordato il suo personale rapporto con il Papa che le ha dispensato “insegnamenti e consigli”. “Sapeva essere determinato, ma quando parlavi con lui non esistevano barriere, non creava barriere. Con lui eri a tuo agio, potevi parlare di tutto, e raccontarti senza filtri e senza timore di essere giudicato. Poteva vedere la tua anima e guardarti a nudo. Come se per lui significasse dire ‘io ci sono per te’. Ti faceva sentire prezioso in quanto unico e irripetibile”, ha detto Meloni. E’ stato il “papa degli ultimi”, “delle periferie fisiche ed esistenziali”, “ha restituito voce a chi non l’aveva anche rompendo gli schemi perché diceva ‘non devi avere paura di andare controcorrente se devi fare una cosa buona’. Papa Francesco, ha proseguito, “diceva che la diplomazia è un esercizio di umiltà, perché richiede di sacrificare un po’ dell’amor proprio per comprendere le ragioni e il punto vista dell’altro. Un insegnamento che intendiamo coltivare”. Papa Francesco “non ha smesso di invocare la pace, la fine delle guerre che finiscono l’umanità, dalla martoriata Ucraina al Medio Oriente, passando per il Sael, lo ha fatto anche quando sapeva che alcuni avrebbero potuto non capire e che le sue parole potevano essere travisate e strumentalizzate. Ma i suoi molteplici appelli alla pace oggi sono ulteriore monito alla responsabilità”. Francesco, ha ricordato ancora Meloni, “diceva che la diplomazia è un esercizio di umiltà, perché richiede di sacrificare un po’ dell’amor proprio per comprendere le ragioni e il punto vista dell’altro. Un insegnamento che intendiamo coltivare”.
“Si è sempre e tenacemente schierato contro ogni guerra, contro i signori delle armi, a favore di tutte le vittime dei conflitti. La guerra è sempre una sconfitta, ci ammoniva. E ancora, non si ceda alla logica delle armi e del riarmo, la pace non si costruisce mai con le armi ma tenendo le mani, aprendo i cuori”, ha detto Conte. E poi è arrivato l’affondo: “ora che non c’è più, Papa Francesco viene universalmente celebrato da tutti. Nello scomposto teatro dell’ipocrisia dei vaniloqui, le celebrazioni coinvolgono anche chi ha continuato a ignorare i suoi messaggi di dolore per le ingiustizie nel mondo, i suoi moniti contro le parole di odio e la logica della guerra”.
Per Schlein, “la scomparsa di papa Francesco ci priva di una voce significativa che ha saputo interrogare credenti e non credenti, merita il nostro cordoglio; quello che non merita è l’ipocrisia di chi non ha mai dato ascolto ai suoi appelli ed oggi cerca di seppellire nella retorica il suo potente messaggio, di chi deporta i migranti, toglie i soldi ai poveri, nega l’emergenza climatica e nega le cure a chi non se le può permettere”. I parlamentari di maggioranza non hanno applaudito l’intervento di Schlein. Nell’aula di Montecitorio ci sono stati anche diversi brusii nei banchi di centrodestra mentre la segretaria Dem parlava delle posizioni del Pontefice nei confronti della pace, degli ultimi, dell’accoglienza dei migranti e dell’Ucraina.
È “molto buffo che ciascuno di noi in qualche misura cerchi di accaparrarsi un pochino dell’eredità” di papa Francesco, “chi lo ricorda per le carceri dimentica le sue parole sull’aborto, chi lo ricorda per la famiglia tradizionale dimentica le parole sull’immigrazione. Non era un politico, era il papa, era Pietro”, ha detto poi il leader di Iv Matteo Renzi, rimarcando la “grandissima lezione di laicità” arrivata da Francesco. E poi ha raccontato di averlo incontrato da premier diverse volte e anche “poco prima che il Parlamento votasse la legge sulle unioni civili”, mentre c’erano grandi polemiche nel mondo cattolico e “mai papa Francesco mi ha detto alcunché”, “ha rispettato le nostre idee molto più di quanto noi rispettiamo le sue”. Renzi ha quindi parlato di un comportamento da “farisei”: “piangere e commuoversi per il papa e non ricordare grido di dolore che ci ha lasciato sui lager per migranti”.
Dazi, Cina: “porte spalancate ai colloqui con Washington”
Le porte sono “spalancate” ai colloqui con Washington. E’ questo il segnale arrivato ieri dal governo cinese, dopo le dichiarazioni del presidente degli Stati Uniti Donald Trump che ha parlato della possibilita’ di una riduzione dei dazi. “Se dobbiamo combattere, andremo fino in fondo, ma le porte del dialogo restano spalancate”, ha affermato Guo Jiakun, portavoce del ministero degli Esteri cinese, durante una conferenza stampa. Secondo quanto riportato dai media statali, il leader cinese Xi Jinping ha denunciato i dazi che “danneggiano” il commercio multilaterale, in occasione della visita ufficiale della controparte azera a Pechino. Xi ha affermato alla presenza di Ilham Aliyev che i dazi doganali arrecano “danno al sistema commerciale multilaterale e destabilizzano l’ordine economico mondiale”. L’altro ieri, il Segretario al Tesoro statunitense Scott Bessent aveva dichiarato, durante un evento a porte chiuse ospitato da JPMorgan Chase a Washington, che lo stallo tariffario con la Cina e’ insostenibile e che si aspetta che la situazione si attenui. Ma, ha detto ancora ieri, esiste “l’opportunita’ per un grande accordo con la Cina” sul commercio.
Sulla Fed altro dietrofront di Trump: “non licenzierò Powell”
Dopo gli attacchi dei giorni scorsi, Donald Trump fa marcia indietro e non licenzierà il numero uno della Federal Reserve Jerome Powell. “Non ne ho alcuna intenzione”, ha detto ai giornalisti dalla Casa Bianca. Trump aveva definito Powell un “perdente” e aveva dichiarato che la sua uscita di scena “non sarebbe mai avvenuta abbastanza in fretta”.
Per i funerali di Papa Francesco, è scattato il piano straordinario delle Ferrovie da ieri fino a domenica 27 aprile
Il Gruppo FS ha predisposto un piano straordinario di potenziamento dei servizi di trasporto verso Roma a seguito della scomparsa di Papa Francesco, da ieri fino a domenica 27 aprile, in collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile che coordina gli interventi di emergenza e logistici necessari per accogliere i fedeli. Trenitalia ha potenziato la propria offerta: le Frecce e Intercity offriranno in media circa 110mila posti al giorno; mentre Regionale metterà a disposizione più collegamenti verso la stazione di Roma San Pietro da Roma Termini, Ostiense, Tiburtina, Tuscolana e Fiera di Roma, per un totale di 150mila posti al giorno nel Nodo di Roma. Sono inoltre previsti ulteriori treni charter a disposizione dei pellegrini. In tutti i presidi Trenitalia ha previsto 300 persone in più, per garantire maggiore assistenza ai passeggeri e un pronto intervento in caso di necessità.
Inoltre, chi viaggia con Frecce e Intercity da e verso la Capitale – sia individualmente sia in gruppo – da oggi potrà usufruire di uno sconto del 40% rispetto al prezzo base utilizzando il codice “ROMA” al momento dell’acquisto del biglietto. Attraverso Rete Ferroviaria Italiana, FS istituirà presidi straordinari nelle stazioni di Roma Termini, Roma Tiburtina, Roma S. Pietro, Valle Aurelia, Roma Aurelia, Fiumicino Aeroporto, Roma Ostiense, Civitavecchia e Fiera di Roma. L’obiettivo è potenziare alcuni servizi come la manutenzione, la pulizia delle stazioni e il monitoraggio dei flussi dei viaggiatori, con un incremento di circa 500 persone impiegate. Il servizio gratuito Sala Blu, dedicato all’assistenza delle persone a mobilità ridotta, sarà
potenziato in tutte le principali stazioni per offrire un supporto ancora più efficace e puntuale ai passeggeri che ne avranno bisogno. Infine, anche FS Security – la società del Gruppo FS interamente dedicata a garantire la sicurezza dei treni, delle stazioni, dei dipendenti e dei viaggiatori – sta rafforzando la propria presenza con oltre 100 risorse nelle stazioni romane, anche con presidio 24 ore 24.
Decreto Bollette, dal Senato via libera alle misure da 3 miliardi per famiglie e imprese
Il Senato ha approvato, ieri, in via definitiva con 99 voti favorevoli, 62 contrari e un astenuto, il decreto Bollette. ll provvedimento prevede interventi per un valore complessivo indicato in circa 3 miliardi. Vengono confermate le misure a favore delle grandi imprese cosidette “energivore” con un contributo per complessivi 600 milioni di euro, attraverso il fondo per la transizione energetica, derivante dai proventi delle aste delle quote di emissione di CO2 del 2024. Per le piccole e medie imprese con una potenza disponibile di almeno 16,5 KW è previsto invece l’azzeramento per sei mesi in bolletta degli oneri di sistema (in particolare della voce che sostiene le fonti rinnovabili e la cogenerazione) per un onere di ulteriori 800 milioni di euro. Per le famiglie viene confermato il contributo da 200 euro per il 2025 sulla bolletta dell’energia elettrica per i nuclei con Isee fino a 25.000 euro, con il coivolgimento di circa 8 milioni di famiglie per un valore di 1,6 miliardi di euro. Il contributo è aggiuntivo al bonus precedente di cui già godevano le famiglie con Isee fino a 9.530 euro oppure sopra i 20.000 euro per i nuclei con almeno quattro figli. In totale le famiglie potranno arrivare ad uno sconto sulla bolletta elettrica che arriva a circa 440 euro. Considerando anche il bonus sul gas già attivo una famiglia può avere uno sconto sulle bollette dell’energia fino a circa 500 euro. L’iter parlamentare ha introdotto novità per il bonus elettrodomestici, che sarà erogato senza più click day ma con sconto in fattura, e ha disposto la proroga dell’attuale regime fiscale, più conveniente, per le auto aziendali benzina e diesel (fringe benefit) ordinate entro il 31 dicembre 2024 e concesse entro il 31 giugno 2025. Una norma ad hoc è stata introdotta per i clienti vulnerabili (over 75, disabili e fragili economici): potranno continuare a godere delle maggiori tutele sulle bollette anche dopo il 31 marzo 2027 (termine del sistema a tutele graduali), senza passare al mercato libero ed essere esposti al teleselling selvaggio. Introdotta anche la norma che prevede la non pignorabilità della casa di un soggetto vulnerabile se il debito per il mancato pagamento di bollette energetiche condominiali sia inferiore a 5.000 euro e la casa sia l’unico immobile di proprietà del debitore.
Gwec: gli impianti eolici globali raggiungono il record di 117 GW nel 2024
L’industria eolica mondiale ha installato un record di 117 GW nel 2024, ha affermato mercoledì il Global Wind Energy Council (Gwec), mettendo però in guardia dalla crescente instabilità politica in alcuni mercati e chiedendo di migliorare i meccanismi di autorizzazione, trasmissione in rete e aste. Secondo il Global Wind Report di Gwec, lo scorso anno sono stati aggiunti 109 GW di energia eolica onshore e 8 GW di energia eolica offshore, portando la capacità eolica cumulativa mondiale a 1.136 GW. La Cina ha rappresentato una parte importante delle installazioni del 2024, con quasi 80 GW di nuova capacità eolica. Tra i primi cinque si trovano anche Stati Uniti, Germania, India e Brasile. Alla fine del 2024, gli stessi cinque Paesi si classificavano anche tra i primi cinque in termini di capacità eolica totale installata, con il Brasile che superava la Spagna. La regione Asia-Pacifico è cresciuta del 7% su base annua, mentre Africa e Medio Oriente hanno registrato un tasso di crescita del 107% su base annua, trainato da 794 MW aggiunti in Egitto e 390 MW in Arabia Saudita. In Nord America, America Latina ed Europa, le nuove installazioni sono diminuite rispetto al 2023.Secondo il rapporto, si prevede che l’industria eolica crescerà a un tasso medio composto dell’8,8% entro il 2030. Gli incrementi di capacità previsti fino al 2030 sono: 138 GW nel 2025, 140 GW nel 2026, 160 GW nel 2027, 167 GW nel 2028, 183 GW nel 2029 e 194 GW nel 2030. Si prevede che gli impianti eolici offshore aumenteranno da 16 GW nel 2025 a 34 GW nel 2030.
Nel 2024, il volume di energia eolica onshore aggiudicata tramite aste e altri meccanismi di appalto è raddoppiato, esclusa la Cina. In Europa, il volume totale di energia eolica onshore aggiudicata è stato di 17 GW, in aumento del 24% rispetto al 2023, trainato dalla Germania, dove sono stati aggiudicati 11 GW, il 72% in più rispetto all’anno precedente. Lo scorso anno è stato un anno record per le aste eoliche offshore, con 56,3 GW assegnati a livello globale. Di questi, 23,2 GW sono stati assegnati all’Europa, seguita dalla Cina con 17,4 GW. Corea del Sud, Taiwan e Giappone hanno assegnato rispettivamente 3,3 GW, 2,7 GW e 1,4 GW.
“Ancora una volta, l’industria eolica ha battuto nuovi record di installazioni, nonostante le difficili condizioni macroeconomiche degli ultimi anni”, ha dichiarato Ben Backwell, CEO di GWEC. “Mentre l’energia eolica continua a trainare investimenti e posti di lavoro, migliorare la sicurezza energetica e ridurre i costi per i consumatori, stiamo assistendo a un contesto politico più volatile in alcune parti del mondo, con attacchi ideologici all’eolico e alle energie rinnovabili e il blocco di progetti in costruzione, che minacciano la certezza degli investimenti”. Backwell ha aggiunto che l’escalation delle guerre tariffarie sta aggiungendo incertezza alle decisioni di investimento internazionali e rischia di perturbare le catene di approvvigionamento internazionali. “I costi totali per il nostro settore derivanti dall’ampia gamma di dazi dichiarati e minacciati che abbiamo visto, sia generali che su materie prime specifiche come l’acciaio, devono ancora essere calcolati completamente”, ha affermato.
Comunità energetiche, 265 progetti ammessi ai fondi Pnrr
Sono 265 i progetti di comunità energetiche rinnovabili e sistemi di autoconsumo collettivo da fonti rinnovabili ubicati in Comuni con popolazione inferiore a 5.000 abitanti ammessi a beneficiare dei fondi Pnrr, per un importo complessivamente concesso di 8.569.990,23 euro e 19.712,2 kW di potenza. Questo il contenuto del decreto Mase di concessione della prima tranche di contributi Pnrr. L’esito delle istruttorie dall’8 aprile al 30 settembre.
Dl Pa, ok della Camera, ora passa al Senato. Zangrillo: “è strategico per il rafforzamento del capitale umano e dell’efficienza organizzativa”
Una particolare attenzione alla funzionalità degli Enti locali, anche con un concreto passo in avanti per superare una storica disparità in busta paga con le amministrazioni centrali. E questo grazie al via libera per l’aumento del salario accessorio. Sono alcune delle tante novità contenute del Decreto-legge sulla Pubblica amministrazione approvato oggi dalla Camera dei deputati e che ora passerà all’esame del Senato. A indicarle è il ministro per la Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo. Tra le novità anche la misura che consente a Regioni, Province, Città Metropolitane ed Enti locali di assumere, con contratto a tempo determinato, diplomati provenienti dagli Istituti Tecnici Superiori (ITS Academy), in qualità di funzionari. Un intervento che mira da un lato ad attrarre nuove generazioni verso il settore pubblico e, dall’altro, a dotare le amministrazioni di competenze tecniche qualificate. Altro elemento chiave è rappresentato dal reclutamento, per questo il decreto prevede anche il rafforzamento delle competenze della Commissione RIPAM, alla quale è affidato il coordinamento e lo svolgimento delle procedure concorsuali. L’obiettivo è quello di garantire selezioni sempre più efficienti e orientate all’individuazione di profili altamente qualificati. Si aggiunge poi la disposizione in materia di Associazioni professionali a carattere sindacale tra militari fondamentale per procedere alle trattative finalizzate a dare pieno riconoscimento e valorizzazione alle funzioni espletate dal personale dirigente del Comparto sicurezza e difesa. Un’attenzione specifica è rivolta agli enti locali, con la riassegnazione delle risorse già stanziate e non utilizzate da parte dei Comuni che hanno fatto richiesta di contributi per le spese relative ai Segretari comunali. Prevista una disposizione volta a prevedere nuovi adempimenti per i segretari comunali iscritti all’Albo che non abbiano ancora conseguito la prima nomina. Sono inoltre stabilite misure dedicate al rafforzamento del personale nei territori colpiti dal sisma del 2009 e del 2016, nonché nelle aree di Emilia-Romagna, Marche e Toscana interessate dagli eventi alluvionali del maggio 2023. “Il provvedimento – commenta Zangrillo – valorizza le nostre persone quale fulcro dell’azione amministrativa, promuovendone lo sviluppo personale e professionale e concorrendo al rafforzamento dell’efficienza organizzativa. In particolare, il testo introduce disposizioni finalizzate a incrementare l’attrattività del settore pubblico nei confronti delle nuove generazioni e ad assicurare la piena operatività delle Pubbliche amministrazioni, anche in relazione al perseguimento degli obiettivi strategici delineati nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”.
Pnrr, Foti: “nel 2023 rispettata la norma sul 40% delle risorse al Mezzogiorno, entro metà giugno i dati sul 2024”
“Il dipartimento per la Coesione, con relazione del 27 marzo 2025, ha accertato che per il 2023 la norma che prevede che le risorse Pnrr territorializzate siano assegnate per il 40% al Mezzogiorno è stata perfettamente rispettata. Per quanto riguarda i dati al 31 dicembre 2024, il dipartimento ha rappresentato che, entro la seconda settimana di giugno, renderà la sua dichiarazione in merito al rispetto o meno della norma”. Lo ha detto in aula alla Camera il ministro per gli Affari europei, il Pnrr e le politiche di Coesione, Tommaso FOTI, rispondendo nel corso del question ime a un’interrogazione di Azione avente ad oggetto chiarimenti in merito alle risorse del Pnrr da utilizzare per interventi di contrasto ai dazi e al conseguente impatto sulla quota da destinare al Mezzogiorno. “Non appena la relazione sarà pubblicata – ha aggiunto il ministro –, sarà comunicato al Parlamento. Foti ha quindi spiegato che i 14 miliardi da destinare alle imprese colpite dai dazi attraverso la revisione del Pnrr “si riferiscono a somme attualmente non utilizzate all’interno del Pnrr” e “riteniamo di utilizzare quelle risorse anche su altre linee di finanziamento che possano trovare nelle imprese adeguata rispondenza”.
Finint e Cdp Real Asset realizzeranno il nuovo progetto di student housing a Genova
Una nuova e moderna residenza per studenti e giovani sorgerà a Genova nell’immobile “ex Ambulatori Asl”, in Corso Aldo Gastaldi, a partire dalla seconda metà del 2027. Il progetto verrà realizzato dal Fondo Pitagora, gestito da Finint Investments SGR, che ha come principale investitore il Fondo Nazionale dell’Abitare Sociale (FNAS) gestito da CDP Real Asset SGR (Gruppo CDP). L’edificio si sviluppa su nove piani fuori terra oltre a due piani seminterrati per una superficie complessiva di 6.000 mq che saranno completamente ristrutturati portando alla realizzazione di 172 camere per un totale di 231 posti letto a cui si aggiungono servizi ed aree ad uso comune. Nel dettaglio, lo studentato di Genova, avrà in dotazione alloggi prevalentemente a sistemazione in stanza singola con diverse tipologie di soluzioni, dotate di angolo cottura e servizi privati, e stanze doppie, per proporre la più ampia offerta in funzione delle molteplici esigenze abitative. La struttura includerà, oltre ai posti letto, una serie di servizi complementari alla residenza, tra cui cucine comuni, ambienti dedicati allo studio, spazi per la socializzazione e il relax, oltre a una palestra.
La riqualificazione dell’edificio seguirà il più ampio rispetto dei parametri di sostenibilità, con l’obiettivo di renderlo a basso impatto ambientale e fornito di tutti i servizi essenziali per gli studenti. La struttura offrirà soluzioni per soggiorni di breve e lunga durata rivolti a studenti universitari e, contemporaneamente, proporrà un innovativo format alberghiero destinato a un pubblico giovane: dei 231 posti letto, circa l’80% sarà destinato agli iscritti all’università mentre il restante 20% sarà destinato alla formula ostello. Il progetto prevede un investimento di circa 17 milioni di euro per la trasformazione dell’edificio in un complesso che coniuga elevati standard abitativi e nuovi modelli di socialità, distinguendosi per un significativo contributo alla riqualificazione urbana e al recupero del patrimonio edilizio esistente e per offrire un nuovo servizio di residenzialità universitaria, grazie alla sua posizione strategica a 500 metri dalla stazione ferroviaria e metropolitana Brignole e a pochi chilometri da diversi dipartimenti dell’Università di Genova localizzati nella zona est della città. La gestione della struttura avverrà attraverso la collaborazione di un primario operatore specializzato nella conduzione di studentati, che sarà coinvolto fin dalle fasi di progettazione per realizzare strutture totalmente in linea con le esigenze degli utilizzatori finali. L’operazione risponde alla necessità di ampliare le disponibilità di alloggi dedicati agli studenti nel capoluogo ligure, dove ha sede una delle più antiche università italiane: nell’anno accademico 2023/2024 contava oltre 31.000 iscritti di cui più di 12.000 studenti fuori sede. L’offerta di alloggi dedicati in città copre attualmente circa l’8% del fabbisogno degli studenti provenienti da altre parti d’Italia e dall’estero, un dato superiore alla media nazionale (6%), ma comunque non sufficiente a garantire un’offerta abitativa per gli iscritti all’università adeguata alla domanda. ll Fondo Pitagora ha l’obiettivo di investire nello sviluppo dell’offerta dedicata a studenti fuori sede, ricercatori e young professionals che stanno entrando nel mondo del lavoro, con una proposta a tariffe accessibili ed elevati standard di qualità. Ha una durata di 19 anni e un obiettivo di raccolta di 150 milioni di euro per la realizzazione di nuovi studentati, grazie alla partecipazione di investitori istituzionali quali fondazioni territoriali, banche, casse di previdenza e fondi pensione, oltre al FNAS. Il Fondo Pitagora ha avviato altre tre iniziative analoghe a Padova, Modena e Pisa, dove saranno realizzati circa 800 nuovi posti letto, a cui si aggiungono ora i 231 in programma a Genova, per un’offerta complessiva che supera i 1.000 posti letto.
Proseguono i lavori della nuova cabina Ireti per potenziare la rete elettrica di Torino
Sono arrivati negli scorsi giorni, con un trasporto speciale, i due trasformatori destinati alla nuova cabina primaria IRETI in costruzione in strada Vicinale di Cascinette, nella periferia nord della città: si tratta di un’importante tappa per un’opera strategica per la rete elettrica cittadina e che potrà migliorarne la potenza e la resilienza. La nuova infrastruttura rappresenterà un nodo cruciale del sistema: punto di raccordo per tre linee di alta tensione, permetterà di aumentare la potenza elettrica distribuita alla rete di Torino, per una potenza nominale di oltre 120 MVA. Il progetto prevede un investimento complessivo di oltre 19 milioni di euro e coinvolge attualmente 20 imprese e fino a 200 lavoratori impiegati nelle diverse fasi del cantiere. Una volta completata, la cabina, che si estende su una superficie complessiva di 2.200 mq, sarà in grado di trasformare l’energia elettrica da Alta a Media Tensione, assicurando l’alimentazione fino a 60.000 utenze. L’entrata in funzione della cabina, prevista per l’inizio del 2026, rappresenterà un importante passo avanti verso una rete elettrica più affidabile e resiliente, in linea con gli obiettivi di sviluppo di IRETI e del Gruppo Iren.
Aspi: a Calenzano operativo il nuovo impianto fotovoltaico da 700 Kpw
Valorizzare aree della rete autostradale ricavandone energia e tagliando emissioni climalteranti. È entrato in funzione il primo impianto fotovoltaico interamente progettato e realizzato da Elgea, la società del Gruppo Autostrade per l’Italia impegnata nello sviluppo e nella realizzazione di soluzioni innovative per la produzione di energia rinnovabile. Il progetto ha visto l’installazione di circa 1.300 moduli fotovoltaici da 555Wp sul tetto dell’edificio di Autostrade per l’Italia adibito a Centro Elaborazione Dati (CED) di Calenzano (FI): circa 700kwp la potenza complessivamente installata, raccolta ed erogata da 8 inverter di stringa. L’energia generata dal nuovo impianto ammonterà a circa 900MWh l’anno, pari al consumo medio annuo di 330 famiglie, che permetteranno di risparmiare oltre 8mila tonnellate di CO2 durante tutta la vita utile dell’impianto (25 anni). L’impianto, di cui Elgea è anche proprietaria, è parte di un più ampio intervento di ammodernamento dell’edificio stesso, che ha anche comportato il rifacimento di circa 6.700m2 di tetto a fronte di una superficie coperta dai nuovi moduli FV pari a circa 3.500m2, beneficiando dell’incentivo ventennale erogato dal GSE. Si tratta solo di un primo tassello del piano strategico del Gruppo Autostrade per l’Italia nella generazione e nell’utilizzo di energia “pulita”: sulla A1 Milano Napoli, a sud di Roma, all’altezza dello svincolo di Valmontone, è stato installato uno dei primi impianti fotovoltaici al mondo montati su barriere fonoassorbenti autostradali, in una configurazione che ottimizza le prestazioni acustiche con la produzione energetica, in grado di soddisfare il fabbisogno del casello di Valmontone grazie alla generazione di circa 80MWh all’anno, pari al corrispondente consumo di oltre 20 famiglie e a una riduzione di CO2 di circa 600 tonnellate durante la vita utile dell’impianto.
Istat: aumentano le partecipate pubbliche ma si riducono quelle degli enti locali
Nel 2022 aumenta il numero delle imprese a partecipazione pubblica attive nei settori dell’Industria e dei servizi (+1,5%), mentre diminuisce del 5,3% il numero di addetti (839.025). Si riducono del 4,7% le imprese partecipate da almeno un’amministrazione pubblica regionale o locale. Il Ministero dell’economia e delle finanze controlla, ovvero ha una partecipazione di maggioranza, nel 14,5% delle imprese, con oltre il 53,9% degli addetti delle imprese a controllo pubblico. Gli addetti delle controllate pubbliche crescono dell’1,4% rispetto al 2021. La produttività media del lavoro (valore aggiunto per addetto) delle controllate pubbliche aumenta del 7,2% rispetto al 2021 e risulta pari a 115.194 euro. E’ il quadro che tratteggia l’Istat nel rapporto diffuso ieri sulle partecipate pubbliche. Più nel dettaglio, nel 2022 le unità economiche partecipate dal settore pubblico sono 8.250 e impiegano complessivamente 879.052 addetti. Si registra rispetto al 2021 una crescita del 2,0% in termini di unità e una riduzione del 5,0%
in termini di addetti. Delle 8.250 unità economiche a partecipazione pubblica, 5.782 sono imprese attive operanti nel settore dell’Industria e dei Servizi, per un totale di 839.025 addetti. Queste unità assorbono il 95,4% degli addetti delle unità partecipate: rispetto al 2021 aumentano dell’1,5% in termini di unità mentre diminuiscono del 5,3% in termini di addetti. Questo calo è da attribuire principalmente a partecipazioni minoritarie, con quote societarie minori o uguali al 20%, nel settore delle attività finanziarie e assicurative. Diminuiscono dello 0,9% le partecipate pubbliche operanti negli altri settori, quali imprese agricole, istituzioni non profit e istituzioni pubbliche, che registrano però una crescita in termini di addetti del 3,2%. La dimensione media delle 5.782 imprese attive partecipate è di 145 addetti (contro i 156 del 2021), valore che sale a 393 per le società per azioni. La riduzione della dimensione media è spiegata, dalla flessione degli addetti nelle partecipate con almeno 100 addetti che rispetto al 2021 perdono il 6,1% degli addetti (+1,4% in termini di imprese); Tale riduzione è in parte compensata dalla crescita degli addetti del 9,5% nella classe di addetti (50-99). Guardando alla forma giuridica, le imprese partecipate costituite come società a responsabilità limitata rappresentano la quota più rilevante (45,9%); seguono le società per azioni (30,7%), i Consorzi di diritto privato e altre forme di cooperazione tra imprese (17,8%), le società cooperative (3,3%); il rimanente 2,4% include aziende speciali, aziende pubbliche di servizi, Autorità indipendenti ed Enti pubblici economici. In termini di addetti, invece, sono le società per azioni a rappresentare la quota più rilevante delle imprese partecipate (83,1%). Tra il 2012 e il 2022 il numero di imprese dell’Industria e dei Servizi a partecipazione pubblica si è ridotto da 7.581 a 5.782, una flessione del 23,7% 3 con variazioni che oscillano tra il -21,3% del Nord-est e il -31,6% del Sud. Dal 2020, ultimo anno di trend decrescente, si registra un’inversione di tendenza, le imprese attive a partecipazione pubblica crescono dell’1,3% tra il 2020 e il 2021 e dell’1,5% tra il 2021 e il 2022, con variazioni che oscillano a livello di ripartizione territoriale tra -3,2% del Sud e +5,4% del Centro. La maggiore concentrazione territoriale di addetti si conferma, anche nel 2022, nel Centro Italia (49,7% del totale) dov’è presente il 24,6% delle imprese partecipate. In questa ripartizione la dimensione media delle imprese partecipate è di 292 addetti, valore fortemente influenzato dalle 706 partecipate localizzate nel Lazio che presentano una dimensione media di 506 addetti e impiegano il 42,6% degli addetti del Centro Italia. Il numero delle imprese partecipate aumenta anche nel Nord-est, dove si registra un aumento dell’1,7% ma una riduzione degli addetti del 18,3%, e nel Nord-ovest, dove si registra un incremento delle imprese partecipate dell’1,2% e una riduzione degli addetti del 14,1%. La Lombardia è la regione ad avere il maggior peso in termini di partecipate pubbliche (18,4%), con il 13,9% degli addetti e una dimensione media di 110 addetti.
Il settore delle Attività professionali, scientifiche e tecniche (con il 13,8% delle imprese e il 3,3% degli addetti) si conferma il settore di attività economica con il maggior numero di imprese attive partecipate ma con una quota di addetti molto contenuta, seguito da quello della Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata (12,7% delle imprese e 7,9% degli addetti). In termini di addetti il settore più rilevante è invece il Trasporto e magazzinaggio (10,3% delle imprese partecipate e 32,1% degli addetti). Il 91,6% degli addetti delle partecipate pubbliche è concentrato in imprese con almeno 100 addetti, con una prevalenza nel settore del Trasporto e magazzinaggio (260.260 addetti). Su 5.782 imprese attive partecipate, 3.558 (-4,7% rispetto al 2021) sono partecipate direttamente da almeno un’amministrazione pubblica regionale o locale oppure sono appartenenti a gruppi che hanno al proprio vertice un ente territoriale (partecipate locali). Esse impiegano 283.721 addetti corrispondenti al 33,8% del totale di riferimento. Tra il 2012 e il 2022 si registra un trend decrescente delle partecipate degli enti locali, da un punto di vista delle imprese -31,0%, mentre per gli addetti la flessione è del 35,6%. Il maggior numero di partecipate locali sono collocate nel settore Fornitura di acqua; rete fognarie, attività di trattamento dei rifiuti e risanamento (con 532 imprese partecipate e 82.353 addetti). A seguire il settore Attività professionali, scientifiche (518 con 9.017 addetti) e il Trasporto e magazzinaggio (390 imprese partecipate e 81.394 addetti). Rispetto al totale delle imprese partecipate, i settori in cui gli enti locali partecipano in misura più rilevante sono la Sanità e l’assistenza sociale (89,9% delle partecipate, 97% di addetti) e l’Istruzione (83,6% delle partecipate, 91,7% di addetti).
Urso approva l’accordo di sviluppo da oltre 94 milioni di Lift Tuck Equipment e Toyota Materiale Handling in Emilia Romagna
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha approvato la stipula di un Accordo di sviluppo relativo a un investimento di oltre 94 milioni di euro, da realizzarsi in Emilia-Romagna, con l’obiettivo di sostenere la filiera produttiva del metallo e dell’elettromeccanica e favorire l’incremento occupazionale. Il programma di sviluppo è stato presentato da L.T.E. Lift Truck Equipment S.p.A. e Toyota Material Handling Manufacturing Italy S.p.A., entrambe imprese di grandi dimensioni appartenenti al Gruppo Toyota Industries Corporation. Le due società sono specializzate nella produzione e commercializzazione di componenti e attrezzature per la movimentazione delle merci (carrelli elevatori). L’Accordo di sviluppo è composto da due progetti di investimento produttivo da realizzare nei comuni di Ostellato (Ferrara) e Bologna, nonché da due progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale da portare avanti in Emilia-Romagna. In particolare, i progetti di investimento produttivo prevedono la costruzione di nuovi capannoni industriali e l’introduzione di nuovi macchinari allo scopo di migliorare e potenziare la produzione a Ostellato, nonché la realizzazione di un nuovo centro logistico e di nuove attrezzature e sistemi di movimentazione per il trasporto delle materie prime dai magazzini di stoccaggio alla linea di produzione a Bologna. I progetti di ricerca e sviluppo, invece, riguardano la progettazione di una nuova gamma di montanti con prestazioni superiori, sia in termini di funzionalità che di visibilità, processi logistici più evoluti, digitali e fortemente integrati con l’automazione, anche con l’obiettivo di ridurre l’impatto ambientale. L’investimento, oltre a prevedere un incremento occupazionale di 307 lavoratori, genererà effetti positivi sulla filiera diretta e allargata – metallo, elettromeccanica e attività manifatturiere – consolidando la presenza di investitori esteri sul territorio nazionale, incrementando gli ordinativi presso i fornitori e favorendo ricadute positive anche in ambito universitario, poiché i progetti di ricerca e sviluppo saranno seguiti dalle Università di Modena e Reggio Emilia, Ferrara, Bologna e Pisa, nonché dagli spin-off universitari, dai competence center e dalle società di engineering. Il Mimit, ritenendo il programma di particolare rilevanza strategica in relazione al contesto territoriale e al sistema produttivo interessato, sosterrà l’investimento con la concessione di 6.963.491 euro di agevolazioni, al netto dei costi di gestione, per i progetti di ricerca e sviluppo. L’accordo sarà gestito da Invitalia, che, per conto del Ministero delle Imprese e del Made in Italy, svolgerà l’istruttoria per l’eventuale ammissione alle agevolazioni.
Maria Cristina Carlini