IL DECRETO IN ARRIVO

Stadi per Euro 2032: dal governo 5-10 mld per non perdere l’assegnazione. Incognita Napoli al Sud

Risorse che verranno sbloccate grazie alle garanzie Sace e Icsc (Istituto credito sportivo e culturale) e ai fondi equity e immobiliare. Ma oltre al capitolo investimenti vanno sciolti gli intrecciatissimi nodi burocratici e amministrativi che continuano a rallentare gli iter. A giorni è atteso il progetto quasi-definitivo della Roma per il nuovo impianto a Pietralata.

22 Apr 2025 di Mauro Giansante

Condividi:
Stadi per Euro 2032: dal governo 5-10 mld per non perdere l’assegnazione. Incognita Napoli al Sud

Il cronometro verso i campionati europei del 2032 scorre inesorabilmente. No, non ancora sul fronte delle qualificazioni bensì su quello degli stadi che ospiteranno le partite. In Italia e Turchia. Le condizioni per tornare a vedere il nostro Paese ospitare una delle due più grandi manifestazioni per le nazionali di calcio sono diverse ed è per questo che entro il prossimo mese il governo varerà un decreto ad hoc per accelerare la partita relativa al restyling degli impianti e alla realizzazione dei nuovi. Il ministro Andrea Abodi lo va dicendo da mesi: verrà nominato un commissario straordinario (“lo chiediamo da tre anni”, ha punzecchiato a inizio mese l’ad della Lega Serie A Luigi De Siervo), i sindaci saranno i suoi vice e l’obiettivo sarà velocizzare le procedure burocratiche e amministrative “senza saltare alcun passaggio di garanzia”, aveva promesso già a dicembre. Nel decreto, poi, verranno sbloccati nuovi investimenti da 5 a 10 miliardi grazie alle garanzie Sace e Istituto credito sportivo e culturale e ai fondi equity e immobiliare.

Su questo tracciato, allora, proseguirà la corsa verso ottobre 2026 quando scadrà il termine per presentare la lista ufficiale dei cinque stadi italiani dove disputare le partite di Euro ’32. La candidatura del Belpaese, infatti, è ufficiale già da fine 2023 ma va consolidata, spiegano fonti a questo giornale. Da qui la necessità di sveltire gli iter: a novembre, in Senato, insieme ad Abodi era stata Forza Italia a presentare una proposta di legge, condivisa a pieno da Abodi, per limitare a 60 giorni la conferenza dei servizi in caso di ritardi; favorire la procedura straordinaria da 15 giorni con il silenzio-assenso; i partenariati pubblico-privati, le concessioni fino a 90 anni (per gli stadi e le strutture intorno) e l’obbligo di concorsi internazionali di architettura.

 

Impianti sportivi, Abodi: coinvolgere i territori per uscire dalla sindrome NIMBY, Olimpico in due-tre anni comunità energetica. La proposta di legge di Forza Italia

 

Allo stato attuale, con Roma, Milano e Torino (Allianz Stadium, Juventus) già sicure di essere sedi ospitanti mancano altre due sedi da assegnare. Più avanti ci sono Bologna, Empoli e Parma. Nel capoluogo emiliano-romagnolo, Webuild e il club rossoblu hanno firmato un accordo a ottobre per portare avanti in esclusiva le valutazioni sulla fattibilità del restyling dello stadio Renato Dall’Ara con un investimento complessivo da 200 milioni. La progettazione è stata effettuata e curata dallo Studio Gau Arena dell’architetto Gino Zavanella di Roma.

 

La CORSA a Euro2032 al via: entro ottobre 2026 la lista degli stadi, solo l’Allianz Stadium è pronto. Sì di Abodi al ddl di Forza Italia: Ppp, sconti su Imu e utili, conferenza in 60 giorni

 

 

In Toscana, invece, il progetto del nuovo Castellani, sponsorizzato da Gross, è stato svelato a luglio 2024. “Un viaggio iniziato dieci anni fa”, aveva ricordato lo stesso Abodi durante l’evento. La realizzazione durerà 29 mesi e porterà al totale restyling dello stadio, avvicinando il campo alle tribune, inserendo la copertura e portando la capienza a 18mila posti. Infine, l’ultimo dei tre stadi pienamente in ballo è quello di Parma. Qui, il cantiere aprirà a giugno 2026 e procederà per fasi come sta già avvenendo a Firenze, continuando a ospitare le partite dei gialloblu durante i lavori. I lavori verranno finanziati per il 60% dalla proprietà Krause e la ristrutturazione varrà in tutto 150 milioni.

Infine, gli altri progetti in ballo. Come raccontato su Diac qui, nel piano di rigenerazione del quartiere Sant’Elia c’è anche il nuovo stadio del Cagliari. Anche qui, dopo tanti rallentamenti tra club e amministrazione comunale, la nuova giunta a guida Zedda ha portato ad una accelerata e il cantiere aprirà questa estate. Ma i rallentamenti più forti riguardano Roma e soprattutto Napoli. Il nuovo stadio dei giallorossi è atteso dal passo più importante ma anche più delicato: quello del progetto definitivo. Nella giornata di Pasquetta, si era ipotizzato nelle settimane precedenti, la proprietà Friedkin avrebbe dovuto presentare una versione quasi-definitiva in attesa della conclusione degli scavi archeologici ripresi soltanto da poco dopo tante settimane di stop. Tutto rinviato a maggior ragione con la morte del Papa. Ad oggi, pensare la nuova casa romanista operativa nell’anno del centenario (2027) resta un’utopia. Fronte Lazio, poi, l’esclusione della Roma Nuoto apre la strada al progetto del club guidato da Claudio Lotito. A Napoli, invece, la querelle tra il presidente del club azzurro Aurelio De Laurentiis e l’amministrazione guidata da Gaetano Manfredi continua. Le ultime da Partenope hanno visto DeLa annunciare “solo” l’avvio dei lavori per il nuovo centro sportivo a settembre prossimo, mentre per il nuovo Maradona, ha ricordato il patron, ci sono tante questioni da risolvere se si vuole rimanere nell’attuale stadio anziché pensare a uno nuovo. Tra queste, il terzo anello, la capienza a 70mila spettatori, l’eventuale accentramento dell’intera struttura.

A chiudere la rassegna citiamo i casi di Como, Venezia e Verona. Nelle due città lagunari i progetti ci sono, con la differenza che nel primo caso è in corso da settimane una querelle tra il Comune e gli architetti, contrari ai volumi eccessivi. Eppure, il progetto è stato presentato a febbraio scorso e prevede l’approvazione entro maggio 2026 con le fasi di lavoro tra 2027 e 2028. A Venezia, invece, il nuovo Bosco dello sport conterrà anche il nuovo impianto. Protagonisti, Maffeis Engineering e Populous che hanno ricevuto l’incarico di progettazione dal raggruppamento di imprese costituito da Costruzioni Bordignon, Fincantieri Infrastrutture e Ranzato Impianti, che a marzo 2024 si è aggiudicato la gara d’appalto. L’impianto sorgerà tra due anni esatti, secondo il programma. A Verona, invece è tutto fermo dopo l’arrivo della nuova proprietà e nessuna società si è fatta avanti per la riqualificazione del Marcantonio Bentegodi. Forse, in attesa dell’arrivo del commissario straordinario.

 

Argomenti

Argomenti

Accedi