IL RAPPORTO DELL'OICE

Crollano i bandi Bim: -44,6% nel 2024 con 353 gare. Solo 121 procedure di appalto integrato con riferimento alla digitalizzazione. Busìa: in futuro via la SOGLIA dei 2 milioni

14 Apr 2025 di Mauro Giansante

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Crollano i bandi Bim: -44,6% nel 2024 con 353 gare. Solo 121 procedure di appalto integrato con riferimento alla digitalizzazione. Busìa: in futuro via la SOGLIA dei 2 milioni

Non c’è due senza tre, si dice. Vale anche per le gare Bim che dal 2022 continuano a diminuire in numero e in valore. A rilevarlo è il rapporto 2024 presentato ieri dall’Oice, l’associazione delle organizzazioni di ingegneria, architettura e consulenza tecnico-economica. Il calo nel 2024 rispetto all’anno precedente è del 44,6% in numero e del 52,3% in termini di valore. Lo scorso anno, infatti, sono stati pubblicati solo 353 bandi (il 13,2% del totale del numero di tutti i bandi per servizi di architettura e ingegneria), rispetto ai 637 pubblicati nel 2023. L’importo degli affidamenti è stato pari a 596,2 milioni (il 35,3% del valore totale di tutti i bandi per servizi di architettura e ingegneria pubblicati), rispetto ai 1.249 milioni di due anni fa. Quanto ai bandi Bim per servizi di architettura e ingegneria, 296 gare (l’83,9%) dal valore di 588,4 milioni (98,7% del totale) si colloca sopra la soglia comunitaria dei 215mila euro.

Nel dettaglio, la maggior parte delle gare Bim ha riguardato l’affidamento di Attività di Progettazione, per il 55,5% del totale. Seguono la Direzione lavori (21,0%) e la Verifica della progettazione (17,0%); mentre le attività per rilievo, topografia, servizi di supporto al Rup per redazioni elaborati grafici e collaudi sono ricomprese nella definizione di “altri servizi tecnici” e rappresentano il 6,5% del numero totale dei bandi. Il trend, sottolinea l’Oice, è quello legato ai rallentamenti iniziali per la “farraginosa attivazione” del nuovo codice appalti. Guardando il dato relativo al totale delle procedure per affidamento di servizi di ingegneria e architettura, infatti, il deficit è molto più soft: 13,2% di gare Bim nel 2024 contro il 13,7% del 2023. Quando, in termini di punteggio, la progettazione in Building information modeling veniva valorizzata con due punti in più rispetto al range di 7,6-15,2 registrata lo scorso anno.

Guardando altri dati, dice l’Oice che soltanto in meno di un quarto delle gare è allegato il prescritto capitolato informativo: dal 29,4% del 2023 al 25,2% del 2024. E quanto ai soggetti più attivi, ci sono Anas, Rfi, Demanio, Invitalia e le Autorità portuali ma tutti con meno bandi attivati: il 13,5% del valore totale, in calo rispetto al 2023 quando rappresentavano il 34,3%. Sono, invece, in aumento del 66% il rilievo delle competenze certificate Uni (richieste nel 34% del totale dei bandi). In termini regionali, invece, il Lazio si posiziona al primo posto con 65 bandi (18,4%) mentre all’ultimo posto troviamo la Valle d’Aosta (un bando, 0,3%); il Sud registra 107 bandi (30,3% del totale), le Isole ne contano 35 (9,9% del totale). In base alla tipologia delle opere, nel 2024, i bandi che richiedono interventi per opere puntuali sono stati 279, pari al 79,0% del totale con un calo del 42,7% sul 2023. Le procedure per opere lineari sono state invece 74, pari al 21,0% del totale con un calo del 50,7% sull’anno precedente.

Dunque, il calo complessivo continua. Per il presidente di Oice, Giorgio Lupoi, “la digitalizzazione stenta a decollare nei progetti. Dal report emerge il divario sempre più marcato tra le realtà che, ad oggi, hanno già investito nella digitalizzazione, comprendendone gli obiettivi ed i vantaggi, e quelle che ancora si avvicinano al tema in modo superficiale, disorganizzato e con scarsa consapevolezza che la digitalizzazione non si esaurisce nel modello 3D, ma riguarda l’intero ciclo di vita del progetto”. Ecco perché “c’è ancora molto da fare soprattutto nel campo della Pa che si sta comunque avviando verso un profondo e necessario cambiamento. Vedremo l’anno prossimo quale sarà l’impatto dell’obbligo previsto dal decreto correttivo del codice appalti che impone il Bim per progetti oltre 2 milioni di lavori di cui condividiamo la scelta e ci auguriamo che il mondo pubblico lo attui appieno”. Ancora: sono tante “le opportunità che l’Intelligenza Artificiale mette a disposizione di tutti gli operatori e sulle quali molte delle nostre società stanno conducendo studi, ricerche e sperimentazioni e che l’Oice sta accompagnando”.

Il presidente dell’Anac, Giuseppe Busìa ha quindi avvertito: “Il 2025 deve essere l’anno della digitalizzazione sia per le procedure, sia per il Bim. Si tratta di un percorso di non ritorno”. In prospettiva, invece, se “con il correttivo è stata fissata la soglia dei 2 milioni in modo molto ragionevole, dovrà essere abbandonata perché tutti gli interventi dovranno beneficiare del Bim e delle sue potenzialità”.

Un’altra chiave di lettura dei cali registrati è arrivata dal Vicepresidente Oice con delega per la digitalizzazione, Alfredo Ingletti: “Il processo di effettiva digitalizzazione è stato finora più una risposta a obblighi normativi per le stazioni appaltanti e a requisiti di committenza e mercato per progettisti e imprese che non una revisione e ridefinizione dei processi produttivi, di coordinamento e di cantiere digitale”. Insomma, la svolta per la digitalizzazione negli appalti potrà vedersi solo andando ad intervenire nel profondo dell’operato dei soggetti appaltanti. Cioè, con più formazione (la richiesta di specializzati è aumentata del 14,4%), più investimenti, più coordinamento con le successive fasi dell’opera. Solo così si potranno superare gli ostacoli che oggi frenano la transizione blu nel settore delle costruzioni.

 

Il report Oice 2024 è consultabile qui

 

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