La giornata

Meloni da Trump il 17 aprile. Sostegno alle IMPRESE con piano da 25 miliardi

  • Dazi, Commissione Ue: pronti a negoziare con Usa sul gnl
  • Brancaccio (Ance): ” inverosimile che contratti diversi dal CCNL possano garantire tutele analoghe”
  • Polizze catastrofali, le imprese: bene il rinvio dell’obbligo ma ora chiarire le criticità
  • Polizze catastrofali, Ania: “proroga è una battuta d’arresto, il settore assicurativo era pronto”
  • Eurostat, nel IV° trimestre 2024 prezzi delle case in aumento del 4,2% nell’area euro

08 Apr 2025

Condividi:

La premier Giorgia Meloni sarà a Washington giovedì 17 aprile per un colloquio con il presidente Usa Donald Trump. Lo ha annunciato la stessa premier nel corso dei tavoli con le categorie a Palazzo Chigi. “La sfida da esplorare è invece quella che l’Italia è stata tra le prime nazioni a promuovere, e che anche la Presidente von der Leyen lo ha ribadito ieri, ovvero la possibilità di azzerare i reciproci dazi sui prodotti industriali esistenti con la formula “zero per zero”. In questo mi pare che ci sia da parte della presidente della Commissione e da parte del Commissario al Commercio che sta trattando una disponibilità. È questo il negoziato che deve vederci tutti impegnati e a tutti i livelli, che vede impegnati noi e che impegna me che sarò a Washington il prossimo 17 aprile e ovviamente intendo affrontare anche questa questione con il Presidente degli Stati Uniti”, ha detto la presidente del Consiglio.

Un piano da 25 miliardi per aiutare le imprese nella guerra commerciale, si guarda a Pnrr e Fondi Coesione

Recuperare 25 miliardi dalla revisione delle risorse europee per sostenere l’economia colpita dall’offensiva commerciale messa in atto dall’Amministrazione Trump. E’ l’obiettivo indicato dalla premier Giorgia Meloni nel corso dell’incontro con le associazioni imprenditoriali ieri a Palazzo Chigi. “Forti della nostra ritrovata credibilità, forti di una politica di bilancio che è stata estremamente seria e che diciamo non ha gettato soldi dalla finestra, e chiaramente con questo quadro di riferimento, quello che io vorrei fare è sottoporre alle categorie produttive, al mondo del Made in Italy e a tutte le organizzazioni datoriali e sindacali, un nuovo patto per fare fronte comune rispetto alla nuova delicata congiuntura economica che stiamo affrontando”, ha affermato Meloni. “Il nostro obiettivo è utilizzare la crisi per rendere il nostro sistema economico più produttivo e competitivo. Le crisi, ricordiamocelo, sono sempre un’occasione, la parola crisi, io lo ricordo sempre viene dal greco “krisis” che significa scelta, decisione, la crisi impone di stabilire le priorità di scelta”. Meloni ha indicato il mix di risorse dove è possibile attingere. “Abbiamo individuato nell’ambito della dotazione finanziaria del Recovery italiano e della sua prossima revisione circa 14 miliardi di euro che possono essere rimodulati per sostenere l’occupazione e aumentare l’efficienza della produttività”. “Una ulteriore opportunità che intendiamo cogliere è quella della revisione della politica di coesione che la scorsa settimana è stata approvata dalla Commissione su proposta del vicepresidente Fitto”: in questo ambito, “circa 11 miliardi di euro possono essere riprogrammati a favore delle imprese, dei lavoratori e dei settori che dovessero essere più colpiti. Anche in questo caso la riprogrammazione deve essere definita d’intesa con la Commissione Europea”.”Da subito – ha assicurato – intendiamo attivarci per avviare un forte negoziato con la Commissione Ue per un regime transitorio sugli aiuti di Stato e una maggiore flessibilità nella revisione del Pnrr, nell’utilizzo dei fondi di coesione e nella definizione del Piano sociale per il clima”. “Siamo impegnati – ha aggiunto – a individuare tutte le risorse, partendo da quelle disponibili che non hanno un impatto sulla finanza pubblica, e siamo qui per avviare un ragionamento con voi su come spendere al meglio queste risorse”.

Dazi, Commissione Ue: pronti a negoziare con Usa sul gnl

“Metà del nostro gnl viene dagli Usa e siamo pronti a discutere e negoziare con l’amministrazione Trump. La cosa importante per noi è mantenere la diversificazione delle forniture” e evitare una “sovraddipendenza da singoli fornitori. E vogliamo sostituire il gnl russo”. Lo ha detto una portavoce della Commissione Ue, durante l’incontro quotidiano con la stampa a Palazzo Berlaymont, rispondendo ad una domanda sulla volontà dell’Ue di negoziare sul gnl americano nell’ambito delle discussioni sui dazi.

Brancaccio (Ance): ” inverosimile che contratti diversi dal CCNL possano garantire tutele analoghe”

“Risulta inverosimile che, per l’edilizia, un contratto diverso” dal ccnl, stipulato da Ance-Coop, organizzazione artigiane e Confapi Aniem con Feneal-Uil, Filca-Cisl e Fillea-Cgil, “possa garantire tutele analoghe a quelle del nostro sistema”. E’ un messaggio netto quello che la presidente dell’Ance, Federica Brancaccio, lancia in questa fase in cui s’attende ancora il  decreto attuativo in materia di equivalenza di contratti applicati in cantiere, secondo quanto previsto dal Correttivo al Codice degli appalti. L’occasione è stata ieri l’audizione svolta in Senato di fronte alla Commissione di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla sicurezza nei luoghi pubblici e privati. “La sicurezza sul lavoro e la prevenzione degli infortuni nell’edilizia passano attraverso l’applicazione dei contratti collettivi, nazionale e territoriali, stipulati dalle associazioni dei datori e dei prestatori di lavoro comparativamente più rappresentative sul piano nazionale, le quali soltanto sono in grado di conoscere e disciplinare le peculiarità del settore edile”, ha affermato Brancaccio. Si tratt dei contratti “da cui promana il sistema delle casse edili, coordinate dalla Cnce, che rilasciano il Durc e l’attestazione di conrguità della manodopera”. Per Brancaccio, l’equivalenza dei contratti “non può essere valutata solo da un punto di vista economico» ma «deve tenere conto anche delle tutele» e degli «obblighi specifici in materia di formazione e sicurezza». Per la presidente dell’Ance, «sarebbe auspicabile  che l’Inail fornisse dati sugli infortuni suddivisi in base al Ccnl applicato dalle imprese. Questa integrazione permetterebbe un’analisi più dettagliata e mirata del fenomeno».

“La salute, la sicurezza e la formazione dei lavoratori sono aspetti fondamentali per le imprese edili” e «la prevenzione degli infortuni sul lavoro non può basarsi solo su sanzioni, ma richiede strategie efficaci», ha affermato Brancaccio. «L’Ance ha sempre considerato la qualificazione delle imprese un presupposto imprescindibile per garantire la sicurezza nei cantieri e per promuovere un mercato basato su qualità e professionalità» e «ha accolto con favore la Legge n. 21/2025, che introduce la sicurezza nei luoghi di lavoro nell’educazione civica, un passo decisivo per diffondere una cultura della sicurezza fin dalla scuola. La sicurezza deve essere vista come un investimento e non come un costo». Rispetto all’introduzione della patente a crediti nei cantieri, Brancaccio ha sottolineato che «la nuova disciplina ha segnato un primo passo avanti nella qualificazione delle imprese, con l’esclusione delle aziende con attestazione Soa di III classifica, riconosciute per la loro solida organizzazione». «Il decreto attuativo n. 132/2024 – ha spiegato la presidente Ance – ha trasformato la patente a crediti in un sistema con un approccio anche premiale. Si attende ora il portale dell’Ispettorato del Lavoro e il riconoscimento dei crediti aggiuntivi per le imprese che investono in sicurezza».

Il rafforzamento dei percorsi di formazione rappresenta uno strumento fondamentale per aumentare la sicurezza. L’Ance propone di utilizzare a questo scopo il contributo dello 0,30% versato dalle imprese edili, ma non destinato specificatamente ai relativi Fondi interprofessionali e poi, ha indicato Brancaccio, «di introdurre, con un’apposita norma di legge, un regime di detassazione e decontribuzione totale della retribuzione delle ore di formazione aggiuntiva svolte dai lavoratori del settore edile».

 

Polizze catastrofali, le imprese: bene il rinvio dell’obbligo ma ora chiarire le criticità

Il rinvio dell’entrata in vigore dell’obbligo, inizialmente previsto per il 31 marzo, di sottoscrizione delle polizze anticatastrofali è un fatto positivo ma ora va fatta chiarezza su tutti gli aspetti e le criticità del provvedimento.  “Siamo soddisfatti per il rinvio dell’obbligo di assicurazione contro i rischi catastrofali e per lo scaglionamento dei tempi in funzione della dimensione d’impresa rispettoso del criterio di proporzionalità”, hanno affermaro i rappresentanti di CNA, Confartigianato e Casartigiani ascoltati ieri dalla Commissione Ambiente, Territorio e Lavori pubblici della Camera in
relazione alla conversione in legge del Dl 39 del 31 marzo scorso. I rappresentanti di artigiani e piccole imprese hanno ribadito le perplessità e le preoccupazioni create nell’ossatura del mondo produttivo italiano dall’introduzione dell’obbligo assicurativo tramite le Legge di Bilancio 2024, che non sono state fugate, come si sperava, dai successivi decreti. “Abbiamo addirittura dovuto attendere con il fiato sospeso la scadenza del 31 marzo –
hanno sottolineato – per ottenere l’attesa proroga dei termini da tempo chiesta dalle associazioni di artigiani e piccole imprese”. La proroga a gennaio 2026 “concede un tempo che va proficuamente impiegato dai soggetti coinvolti per garantire finalmente un avvio ordinato dell’obbligo assicurativo ed evitare contestazioni e delusioni in occasione di eventuali fenomeni atmosferici eccezionali, rispetto ai quali si potrà verificarne l’efficacia”.
Il tempo che il Dl concede è adeguato a sciogliere una serie di nodi interpretativi, fissare criteri e requisiti standard dei contratti, realizzare il portale Ivass consentendo alle imprese di confrontare le offerte e scegliere consapevolmente. CNA, Confartigianato e Casartigiani chiedono inoltre che:
siano esonerate dall’obbligo assicurativo le imprese che nell’attività impiegano immobili in affitto da privati; siano esonerate dall’obbligo assicurativo le imprese che hanno optato per il regime forfetario e le imprese personali che non aderiscono al regime forfetario quando siano
dotate di attrezzature dal valore non superiore ai 20mila euro;  venga definita per via legislativa la questione dell’esclusione dall’obbligo assicurativo dei beni gravati da abusi edilizi, anche piccole difformità, che penalizza le imprese.

Anche l’Ance valuta positivamente la proroga dell’obbligo. “La necessità di tale proroga era opportuna in considerazione delle difficoltà che tale obbligo avrebbe potuto comportare, in particolare per le imprese medio-piccole, che rappresentano ben il 95% del nostro tessuto imprenditoriale.
L’obbligo di polizze catastrofali può infatti rappresentare un utile strumento nell’ambito delle politiche di riduzione degli effetti negativi dei rischi naturali e dei cambiamenti climatici ma ha necessità di essere attuato con ragionevolezza ed efficacia”, ha detto in audizione il vicepresidente dell’Ance Stefano Betti. “Le nuove scadenze previste dal Decreto- Legge permetteranno, inoltre, di disporre di un margine temporale più ampio per affrontare e risolvere le questioni rimaste irrisolte e dare risposta ai dubbi emersi sin dall’introduzione dell’obbligo”.  Sotto questo profilo l’Ance “ritiene opportuno che siano chiariti cinque profili applicativi dell’obbligo assicurativo; è necessario: precisare che l’obbligo di stipulare la polizza ricade esclusivamente sui beni di proprietà dell’impresa in quanto ricompresi nell’elenco delle voci di bilancio dell’attivo immobilizzato (B-II, numeri 1, 2 e 3 dell’art. 2424 c.c.) escludendo quelli detenuti ad altro titolo (es. locazione); definire meglio i criteri di assicurabilità in caso di immobili che presentano delle difformità edilizie operando una distinzione tra quelli che rientrano nei casi sanabili e quindi potenzialmente ammessi alla copertura obbligatoria; delimitare l’ambito di applicazione oggettivo, escludendo i cosiddetti “beni merce”; circoscrivere meglio la portata delle misure sanzionatorie, precisando che l’espressione “contributi, sovvenzioni o agevolazioni di carattere finanziario a valere su risorse pubbliche” si riferisce unicamente a interventi finanziari diretti conseguenti all’evento catastrofale; prevedere un sistema di mutualità tra le zone a più alto rischio e quelle meno rischiose, per evitare distorsioni troppo forti dal punto di vista della localizzazione delle attività economiche e in modo da creare un livellamento del premio verso un valore medio accessibile per tutti”.

Polizze catastrofali, Ania: “proroga è una battuta d’arresto, il settore assicurativo era pronto”

“Crediamo che sarebbe stato meglio non inserire la proroga, ma ne comprendiamo le ragioni. Da un lato la proroga permette alla fascia maggiormente esposta (le micro e piccole imprese) di dilazionare nel tempo la messa in sicurezza delle loro attività. E dall’altro determina un’incertezza da parte del Governo di mettere in pratica questo tipo di protezione del sistema produttivo. Va tenuto conto del fatto che il settore assicurativo era pronto già da tempo, visto che l’obbligo sarebbe dovuto entrare in vigore prima il 31 dicembre e poi 31 marzo. Questa proroga, quindi, ha creato una battuta d’arresto di un processo secondo noi molto importante: quello di una mutualità che consenta di mantenere il costo delle polizze a un livello accessibile a tutti”. Lo ha detto Giovanni Liverani, presidente dell’associazione nazionale fra le imprese assicuratrici (Ania), in audizione in commissione Ambiente alla Camera sul decreto che proroga l’obbligo per le imprese di stipulare polizze a copertura dei rischi catastrofali. “L’Italia è un Paese molto esposto alle calamità naturali, sia di tipo sismico che idrogeologico”, ha evidenziato Liverani: “A fronte di questo elevato rischio, solo il 6% delle famiglie e solo il 5% delle imprese è assicurato contro le calamità naturale. Tra queste imprese, la fascia maggiormente esposta è costituita da micro e piccole e medie imprese. Il Governo, quindi, ha fatto bene a introdurre l’obbligo di assicurazione. Attraverso questo obbligo, infatti, si accelera il processo di formazione del concetto di mutualità che consente di mantenere il costo delle polizze a un livello accessibile a tutti”.

 

Casa, in arrivo nelle prossime settimane le linee guida sugli aiuti di stato per alloggi

La Commissione europea presenterà degli orientamenti “nelle prossime settimane” sugli aiuti di stato nel settore degli alloggi a prezzi accessibili. Lo ha annunciato la vice presidente della Commissione europea per la transizione pulita, Teresa Ribera, in audizione alla commissione Affari economici (Econ). “Il settore degli alloggi è una priorità di questa commissione e la task force da poco istituita cerca di prendere in considerazione diversi punti di vista: ci attendiamo buona valutazione su come procedere perché molto può dipendere dalle decisioni prese a monte”, ha aggiunto.

Eurostat, nel IV° trimestre 2024 prezzi delle case in aumento del 4,2% nell’area euro

Nel quarto trimestre del 2024, i prezzi delle case, misurati dall’indice dei prezzi delle case, sono aumentati del 4,2% nell’area dell’euro e del 4,9% nell’UE rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. Nel terzo trimestre del 2024, i prezzi delle case sono aumentati rispettivamente del 2,7% e del 3,9% nell’area dell’euro e nell’UE . Queste cifre provengono da Eurostat, l’ufficio statistico dell’Unione europea .Rispetto al terzo trimestre del 2024, nel quarto trimestre del 2024 i prezzi delle abitazioni sono aumentati dello 0,6% nella zona euro e dello 0,8% nell’UE . Tra gli Stati membri per i quali sono disponibili dati, due hanno mostrato una diminuzione annuale dei prezzi delle case nel quarto trimestre del 2024 e ventiquattro hanno mostrato un aumento annuale. I cali sono stati registrati in Francia e Finlandia (entrambi -1,9%), mentre gli aumenti più elevati sono stati registrati in Bulgaria (+18,3%), Ungheria (+13,0%) e Portogallo (+11,6%).
Rispetto al trimestre precedente, i prezzi sono diminuiti in sei Stati membri, sono rimasti stabili in due ( Malta e Finlandia ) e sono aumentati in diciotto Stati membri. I cali maggiori sono stati registrati in Francia , Cipro (entrambi -1,0%) ed Estonia (-0,7%), mentre gli aumenti più elevati sono stati registrati in Slovacchia (+3,6%), Slovenia (+3,1%) e Portogallo (+3,0%).

Fs: Piano da 1 mld per nuovo collegamento AV Londra-Parigi entro 2029

Il Gruppo FS Italiane annuncia un piano per il lancio di un nuovo servizio ferroviario ad Alta Velocità che collegherà Londra e Parigi entro il 2029. Con un investimento previsto di 1 miliardo di euro, il nuovo collegamento si inserisce tra gli obiettivi del Piano Strategico 2025-2029 che pone tra le priorità del Gruppo FS l’estensione dei collegamenti Alta Velocità in Europa. Nei giorni scorsi è stato siglato un Memorandum of Understanding (MoU) fra il Gruppo FS e il consorzio spagnolo Evolyn, guidato dalla famiglia Cosmen, che vanta una solida esperienza nella gestione e nell’espansione di progetti di mobilità, così da rafforzare ulteriormente il progetto di leadership nell’Alta Velocità europea. “Questo investimento rappresenta un passo decisivo nella visione del Gruppo FS di costruire una rete ferroviaria europea più integrata, competitiva e sostenibile, in linea con gli obiettivi del Piano Strategico 2025-2029, che pone un’attenzione sempre più ampia al trasporto dei passeggeri all’estero per accelerare lo sviluppo internazionale del Gruppo FS”, ha dichiarato Stefano Antonio Donnarumma, Amministratore Delegato e Direttore Generale del Gruppo FS.

Snam: la nave rigassificatrice Bw Singapore pronta a entrare in esercizio nelle prossime settimane

La nave rigassificatrice BW Singapore, ormeggiata a 8,5 chilometri al largo di Punta Marina dallo scorso 28 febbraio, è pronta ad entrare in
esercizio. Con l’arrivo del primo carico di GNL americano, per mezzo della nave Flex Artemis il 3 aprile, sono entrate nel vivo le attività di commissioning dell’impianto propedeutiche all’avvio della prima fase di attività commerciale prevista per l’inizio di maggio. Lo ha confermato l’amministratore delegato di Snam Stefano Venier in occasione della visita al terminale offshore da parte del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin e del presidente della Regione Emilia-Romagna Michele de Pascale. “Con l’avvio del terminale di Ravenna, aggiungiamo un altro elemento di fondamentale importanza al percorso di messa in sicurezza del Paese degli approvvigionamenti energetici, iniziato all’indomani della crisi russo-ucraina e reso possibile dallo sforzo congiunto delle istituzioni e delle imprese, a livello nazionale e locale”, ha commentato Venier. “Non stiamo solo rispettando il cronoprogramma, ma stiamo anche dimostrando che tutto questo può accompagnarsi alla tutela e al monitoraggio dell’ambiente ”. La nave rigassificatrice BW Singapore, acquistata da Snam nel luglio 2022, è dotata – come l’Italis Lng già in esercizio a Piombino – di una capacità di rigassificazione annua di
5 miliardi di metri cubi. Con la sua entrata in esercizio, la capacità di rigassificazione complessiva del Paese salirà a 28 miliardi di metri cubi all’anno, volume uguale a quanto importato dalla Russia nel 2021 e pari al 45% della domanda nazionale di gas, che potrà così essere
soddisfatta attraverso un vettore che garantisce ampia diversificazione delle rotte d’approvvigionamento, abilitando il sistema-Paese ad assorbire gli effetti delle perduranti tensioni geopolitiche globali.

Cdp Reti: nel 2024 utile netto in crescita del 5% a 539 milioni

Cdp Reti chiude il bilancio 2024 con un utile netto a quota 539 milioni di euro, in crescita (+5%) rispetto al 2023, principalmente per effetto
dei più elevati dividendi di competenza. Il totale dell’attivo, pari a 5,3 miliardi di euro, è rappresentato principalmente dalle partecipazioni in Terna, Snam e Italgas (valutate al costo di acquisizione e pari a 5 miliardi di euro). Con riferimento al passivo, si segnalano debiti per finanziamenti a lungo termine (inclusa la quota corrente) pari a 1,7 miliardi di euro (1,7 miliardi a fine 2023) e patrimonio netto pari a 3,5 miliardi di euro (3,6 miliardi nel 2023). I dividendi di competenza ammontano a 581 milioni di euro, in aumento rispetto al 2023 (+5%) per gli effetti positivi derivanti dall’aumento dei dividendi (in termini di dividend per share) delle società partecipate. L’utile netto consolidato è pari a 2,5 miliardi di euro, in crescita del 15% rispetto al 2023. L’utile netto consolidato di spettanza degli azionisti di CDP RETI è pari a 733 milioni di euro. Il totale dell’attivo consolidato, pari a 80 miliardi di euro (74 miliardi nel 2023), è principalmente riconducibile a immobili, impianti e macchinari per 44,1 miliardi di euro. Il patrimonio netto consolidato è pari a 21,3 miliardi di euro (di cui 5,1 miliardi di euro di pertinenza del Gruppo). Il Consiglio di Amministrazione ha deliberato di proporre all’Assemblea degli Azionisti – che sarà
convocata per il 22 e il 26 maggio 2025 rispettivamente in prima e in seconda convocazione – l’approvazione di un dividendo ordinario complessivo massimo per l’esercizio 2024, al lordo delle eventuali ritenute di legge, pari a 539, 382 milioni di euro, di cui 361,865 euro già distribuiti a titolo di acconto sul dividendo nel mese di novembre 2024. In base alla proposta del cda, il saldo del dividendo, da distribuire sulla base della delibera che sarà assunta dall’Assemblea degli Azionisti, risulta pari a massimo euro
177,.517 milioni al lordo delle eventuali ritenute di legge.

Aspi: a Mezzocammino una nuova foresta urbana grazie a Tecne e Rete Clima

Una nuova foresta urbana a disposizione degli abitanti di Roma nel quartiere Mezzocammino a beneficio del clima. La forestazione di un’area verde ad alta densità e crescita rapida con 500 tra nuovi alberi e arbusti è avvenuta, nel quartiere romano del IX Municipio che si affaccia su Via Cristoforo Colombo, in Largo Amalia Comboni. Zona caratterizzata da piccole alture naturali e antropiche, urbanizzata ma particolarmente adatta a questo tipo di opere in quanto ricca di campi privi di alberature. L’iniziativa è parte della Campagna nazionale Foresta Italia, promossa da Rete Clima e sostenuta da Tecne, cuore ingegneristico del Gruppo Autostrade per l’Italia che vi ha partecipato nell’ambito del proprio progetto “Mille radici per il futuro”. Il primo step del programma era stato infatti attuato a fine 2024 a Nova Milanese (MB) con la messa a dimora delle prime 500 piante: il raggiungimento di mille alberi con questo secondo atto a Roma vuole richiamare il numero dei dipendenti raggiunto dall’azienda del Gruppo Aspi. Gruppo che, in coerenza con la propria strategia Esg, mette al centro le persone e l’ambiente ricercando attivamente un equilibro tra sviluppo infrastrutturale, salvaguardia dei territori e creazione di valore sociale per i loro abitanti. Oltre a essere motore per la rinaturalizzazione dei territori dando vita a uno spazio ricreativo per i cittadini, questa nuova area verde produrrà ossigeno e uno “scudo” protettivo rispetto al caldo estivo, e contribuirà al miglioramento della qualità dell’aria. Inoltre, incrementerà la biodiversità locale e potrebbe favorire la presenza di terreno permeabile all’acqua, sempre più esiguo nelle città a causa della cementificazione: fattore quest’ultimo che può avere effetti potenzialmente pericolosi in caso di piogge torrenziali. Foresta Italia contribuisce al raggiungimento degli obiettivi dell’agenda 2030 dell’Onu, è realizzata in partnership con Coldiretti nazionale e Pefc (Programme for the Endorsement of Forest Certification) e gode del patrocinio dei ministeri dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (Mase), dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste (Masaf), e dei Carabinieri Forestali. Per il Gruppo Autostrade per l‘Italia, quest’iniziativa fa parte di un programma più ampio: negli ultimi anni la Società ha analizzato l’impatto ambientale delle opere autostradali, impegnandosi nel mantenimento dell’equilibrio ecosistemico con un progetto di “ripopolamento verde” nelle zone limitrofe al sedime autostradale.

Ai, a Trieste nasce Agorai Innovation Hub

Nella sede di Palazzo Carciotti nel pieno centro di Trieste nasce ‘Agorai Innovation Hub’, un ecosistema di ricerca di base e applicata che si avvarra’ delle piu’ avanzate tecnologie di Data Science e di Intelligenza Artificiale per applicare queste tecnologie ai temi della salute e benessere, dell’agricoltura rigenerativa e alimentazione, della mobilita’ e trasporti e della finanza e capital markets.

Il progetto, che impegna i partner nella riqualificazione di un edificio storico con una superficie complessiva di circa 14 mila metri quadri, e’ promosso da Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, Generali, Fincantieri e Fondazione Fincantieri, illycaffe’, Universita’ di Trieste, Scuola Internazionale Superiore di Studi Avanzati (Sissa), Universita’ di Udine, MIB Trieste School of Management, Istituto Italiano di Tecnologia (Iit), con la partecipazione dell’Abdus Salam International Centre for Theoretical Physics (Ictp). Google Cloud sara’ il partner strategico per l’innovazione dell’Hub, Deloitte sara’ il business partner e Goldman Sachs sara’ il research partner per l’area finanza e mercati finanziari.

“Il nostro sistema produttivo ha bisogno del ruolo di traino delle grandi imprese, che mantenendo un saldo legame con il proprio territorio ne accompagnino la trasformazione. Inoltre, e’ grazie al finanziamento all’innovazione delle multinazionali che dobbiamo cogliere il potenziale ancora inespresso nel corporate venture capital. Confido che presso il nuovo Agorai Innovation Hub di Trieste nasceranno idee che si trasformeranno in nuove imprese italiane. Se cosi’ sara’, l’Hub avra’ ancora di piu’ il ministero dell’Economia e delle Finanze dalla sua parte”. Cosi’ il ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti durante il suo video intervento alla presentazione dell’Agorai Innovation Hub a Palazzo Carciotti a Trieste attualmente in corso. “Il Lavoro del Governo per costruire una ‘via italiana all’intelligenza artificiale’, ovvero per costruire un posizionamento nazionale pragmatico nella corsa all’AI – ha aggiunto Giorgetti – e’ coerente con le nostre esigenze e le nostre capacita’. L’ambito sul quale ci stiamo concentrando e’ quello dei cosiddetti ‘use cases’, ovvero le applicazioni dell’intelligenza artificiale nei settori manifatturieri e nei servizi finanziari dove, anche grazie al ruolo di Generali, l’Italia ha un ruolo preminente. Mi aspetto dunque che il Carciotti Hub sara’ in prima linea in questo sforzo. La giornata di oggi e’, infatti, una dimostrazione della lungimiranza e dello spirito di squadra con cui Trieste ha deciso di giocare questa sfida nazionale ed europea”.

 

 

Senza autotrasporto si blocca l’Italia ma si insegue solo il mito ferroviario

 

 

E per Davide Falteri, Presidente di Federlogistica, il tema centrale da affrontare con concretezza è quello del cosiddetto shift modale “Un dato per tutti – sottolinea Falteri – anche costruendo tutte le infrastrutture ferroviarie progettate o in cantiere, dal Terzo Valico alla Napoli-Bari, dal Brennero alla Tav Torino-Lione, la quota parte di merci che si riuscirebbe a spostare dalle strade alla ferrovia varierebbe dal 2,5 al 3,5%. Certo un risultato importante ma non tale da spostare l’asse della mobilità nel nostro paese dove solo il 12% delle merci viaggia in treno e (con l’eccezione delle autostrade del mare) il resto è di competenza esclusiva dell’autotrasporto”.

“Non è nostro compito – prosegue il Presidente di Federlogistica – ergerci a paladini dell’autotrasporto, ma lo è quello di segnalare un rischio incombente sul sistema Paese: un tempo preferito alle ferrovie, che, continuano a perdere quote di traffico, per la maggiore flessibilità operativa oggi i camion sono scelti perché operano su livelli tariffari bassissimi incompatibili con la sopravvivenza delle aziende e specialmente con la sicurezza. Una indicazione importante è giunta in questi giorni da una vera e propria “retata” compita dalla Polizia stradale in Veneto e Friuli: su 300 veicoli pesanti fermati, 200 sono stati sanzionati, in tre casi gli autisti sono stati arrestati”.

“Quello che Federlogistica intende fare non è una campagna sindacale, ma una segnalazione al governo: l’asse portante della mobilità delle merci in Italia, rischia di collassare sia per il nanismo imprenditoriale, sia per la violazione metodica di norme di legge e quindi per lo stato di salute delle aziende del settore diventate soggetti passivi in un Paese che insegue il mito dello shift modale spesso non sapendo neppure di cosa si parli”.

 

Maria Cristina Carlini

Argomenti

Argomenti

Accedi