RINNOVABILI
Cer, biogas, pompe di calore: la ricetta GREEN del PoliMi per la Sardegna
Secondo lo scenario 100% Fer al 2030, le emissioni crollerebbero del 62% rispetto ai livelli del 2020 grazie a fotovoltaico ed eolico (occupando meno dello 0,4% della superficie agricola). Nel settore civile, sono richiesti ingenti investimenti per l’elettrificazione: a fine decennio si prevede una riduzione della domanda di riqualificazione del 28%. Centralità anche per i sistemi di accumulo, non solo a batteria, grazie al rafforzamento della rete con nuove infrastrutture come il Tyrrhenian Link.
Immaginare la Sardegna una Regione totalmente rinnovabile non è utopistico. Secondo uno studio appena redatto dal Politecnico di Milano con le università di Padova e Cagliari, su commissione del Coordinamento Free in collaborazione con Italia Solare e Consorzio Italiano Biogas, occorre incrementare di 5,6 GW la capacità solare installata e di 3 GW quella eolica; ricorrere a sistemi di accumulo energetico e attuare appieno i piani di sviluppo del sistema di distribuzione e della Rete di Trasmissione Nazionale per arrivare al 2030 ad una situazione di elettrificazione totale nei consumi (fino al target di 8 TWh) e parziale nei trasporti e nell’industria.
Partendo dal fotovoltaico, 1,5GWp di piccoli impianti potranno servire le comunità energetiche (almeno il 15%). L’obiettivo minimo di nuove installazioni a fine decennio è di 3959 megawatt su oggi (1671 MW), per un totale di almeno 5650 megawatt. Con la realizzazione dello scenario 100% Fer, il fotovoltaico tra autoconsumo/Cer e utility ammonterebbe a 7103 megawatt (900 MW all’anno), contro un totale di 5648 MW degli scenari al ribasso Sarlux e Sarlux + gas, cioè considerando la parziale operatività del Sulcis e la riconversione a gas dell’impianto a carbone di Fiume Santo. In termini di produzione, lo scenario Fer 100% prevede una quota di 9,94 TWh contro livelli più bassi degli altri due scenari: 9,22 TWh e 9,17 TWh. Da rilevare che secondo lo studio l’installato Fer, anche nell’ipotesi 100%, prevede un’occupazione di suolo agricolo non superiore allo 0,4% (5mila ettari).
Analoghe proporzioni riguardano l’eolico. Servirebbero almeno 3050 MW al 2030 sul 2021, cioè 1840 MW in più rispetto a oggi (1210 MW). Quanto ai tre scenari, il più positivo prevede una quota di installazioni annue pari a 460 MW fino a 3993 MW contro quote più basse pari a 3495 MW (Sarlux) e 3476 (Sarlux + gas). In termini di produzione, invece, l’eolico garantirebbe da un minimo di 7,86 TWh a un massimo di 10,53 TWh nello scenario 100%.
Venendo all’elettrificazione dei consumi civili, industriali e di trasporto, lo scenario più ottimistico prevede un -62% di emissioni rispetto al 2020. Leggermente inferiore, al 57% la quota prevista considerando la ripresa del polo dell’alluminio. Infine, con le integrazioni Sarlux e Sulcis le percentuali scenderebbero al 54 e al 52% di riduzione di CO2. Nel termico civile, al 2030, la domanda di riqualificazione calerebbe del 28% grazie alle pompe di calore aria-aria e aria-acqua, sfruttando anche la biomassa e le pdc geotermiche. Il gas, invece, si limiterebbe a 24,2 GWh annui. In termini di efficienza, la riqualificazione del settore civile porterebbe a -1,9TWh di consumi. Nell’industria, invece, il potenziale di biogas (40 milioni di m3 o 250-300 GWh annui) potrebbe sostituire circa il 10% della domanda di gas per energia termica.
In conclusione, gli scenari Fer 100% richiedono ingenti spese in conto capitale (capex) compensati “ampiamente”, però, dalla riduzione dei costi di esercizio del sistema, soprattutto connessa
all’esercizio dell’IGCC di Sarlux (e centrale a gas). Per l’elettrificazione civile, altrettanto alti sarebbero gli investimenti a loro volta giustificati a dalla riduzione dei costi di esercizio (ad es. di pompe di calore aria/aria). Un ruolo chiave lo avranno, poi, gli accumuli (14 GWh) e lo sviluppo di infrastrutture elettriche come il Tyrrhenian link: verrebbe così garantita un’alta quota di esportazione delle Fer in cambio di maggior sicurezza (mancata necessità di centrali convenzionali).