La giornata

Dazi, Casa Bianca: “Nessuna pausa di 90 giorni”. CAOS mercati, nuovo ko

  • Meloni riunisce la task force sui dazi, allo studio misure per le imprese
  • Tajani: “la Ue ha deciso di scongelare una lista di prodotti americani ferma dal 2018, effetto dal 15 aprile”
  • Von der Leyen: “siamo preparati a contromisure per difendere i nostri interessi”
  • Al via il programma di co-investimento da 300 milioni da Fei e Cdp Real Estate, selezionato  iGeneration per sviluppare 2.800 posti letto per studenti

07 Apr 2025

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IN SINTESI

E’ stata una giornata al cardiopalma, quella di ieri, sui mercati finanziari sulle due sponde dell’oceano. Dopo i nuovi crolli in Europa e una nuova caduta di Wall Street in avvio di contrattazioni, si è diffusa la notizia di una parziale retromarcia di Donald Trump con una sospensione di 90 giorni sull’imposizione dei nuovi dazi, che riportava un po’ di sereno sulla piazza newyorkese. La dichiarazione, attribuita dall’emittente Cnbc al consigliere economico della Casa Bianca, Kevin Hassett, aveva innescato, infatti, un rimbalzo a Wall Street. Ma tutto si è consumato nel giro di pochi minuti – poco dopo le 16 ora italiana – quando arrivata la doccia fredda. Sempre alla Cnbc, la portavoce della Casa Bianca ha precisato che l’ipotesi di uno stop temporaneo è “una fake news”. A generare l’equivoco sono state le parole di Hassett in un’intervista a Fox. Rispondendo alla domanda se Trump stesse valutando una pausa di tre mesi, come richiesto l’altro ieri dal miliardario Bill Ackman, ha iniziato a rispondere con un”sì” che è stato più un intercalare che una chiara risposta affermativa. “Penso che il presidente deciderà quello che deciderà”, ha detto. “Anche se si pensa che ci saranno degli effetti negativi dal lato commerciale, si tratta comunque di una piccola quota del Pil”, ha puntualizzato. In una giornata all’insegna di una estrema volatilità, sull’ipotesi di una pausa, la borsa americana aveva invertito la rotta tentando il rimbalzo. Con la smentita della Casa Bianca, Wall Street è tornata in terreno negativo portandosi dietro le borse europe pesantemente negative per la terza seduta consecutiva. MIlano ha archiviato la seduta con l’indice Ftse Mib in ribasso del 5,18% a 32.853 punti.  Trump intanto ha parlato di “colloqui con tutti” sui dazi  mentre “con la Cina saranno interrotti subito. I negoziati con gli altri Paesi, che hanno richiesto gli incontri, inizieranno immediatamente”.

Meloni riunisce la task force sui dazi, allo studio misure per le imprese

E’ durata circa un’ora e mezzo, ieri pomeriggio,  la riunione della task force, convocata dalla premier Giorgia Meloni, per un approfondimento sul tema dei dazi imposti dagli Usa e sulle possibili implicazioni per l’economia italiana. Hanno partecipato i vicepremier, Antonio Tajani e Matteo Salvini, i ministri dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, del Made in Italy, Adolfo Urso, dell’Agricoltura (in videocollegamento) Francesco Lollobrigida, degli Affari europei e Pnrr, Tommaso Foti. e il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano. Successivamente, si è svolta una riunione a tre tra Meloni e i suoi due vice. Nel corso dell’incontro, riferisce una nota di Palazzo Chigi,  i ministri hanno illustrato al Presidente del Consiglio le diverse ipotesi allo studio per sostenere le filiere produttive e rilanciare la competitività delle imprese. Proposte che saranno al centro del confronto con le categorie produttive, in programma per oggi, martedì 8 aprile, a Palazzo Chigi. È stato ribadito che una “guerra commerciale” non avvantaggerebbe nessuno, né l’Unione Europea né gli Stati Uniti. È emersa la necessità di affrontare il tema con determinazione e pragmatismo, perché ogni allarmismo rischia di causare danni ben maggiori di quelli strettamente connessi con i dazi. Si è discusso, inoltre, degli strumenti necessari per sostenere le imprese, intervenendo sulle regole ideologiche e poco condivisibili del Green Deal e sulla necessità di semplificare il quadro normativo.

 

Tajani: “la Ue ha deciso di scongelare una lista di prodotti americani ferma dal 2018, effetto dal 15 aprile”

“C’è un’unità sostanziale in Europa, voglia di dialogare, di confrontarsi. La decisione è stata quella di scongelare una lista che era ferma dal 2018 di prodotti americani sui quali aumentare i dazi. La lista è in fase di elaborazione, sarà pronta tra stasera e domani (ieri sera e oggi, ndr.). Noi abbiamo chiesto, come Italia, di non mettere alcuni prodotti che, qualora venissero importati, con un aumento dei dazi farebbero un danno ai prodotti italiani che esportiamo”. E’ la decisione assunta della riunione del Consiglio Affari Esteri, in formato Commercio, riferita dal ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che vi ha rappresentato l’Italia. La lista avrà effetto dal 15 aprile, ha indicato Tajani spiegando che questa è la posizione prevalente.

“La pressione è innanzitutto sugli americani. Il Paese potrebbe andare incontro a una recessione con un’inflazione elevata”, ha detto il ministro dell’Economia tedesco Robert Habeck al termine al Consiglio Ue Commercio. “Si tratta di un mix tossico per qualsiasi società aperta. Vedremo come andrà, ma non saranno in grado di resistere a lungo. Soprattutto se l’Europa riuscirà a essere unita e ad allearsi con tutti gli altri Paesi colpiti da questa follia tariffaria, come il Giappone, la Corea del Sud e ora l’Indonesia”. Lo”La pressione è innanzitutto sugli americani. Il Paese potrebbe andare incontro a una recessione con un’inflazione elevata. Si tratta di un mix tossico per qualsiasi società aperta. Vedremo come andrà, ma non saranno in grado di resistere a lungo. Soprattutto se l’Europa riuscirà a essere unita e ad allearsi con tutti gli altri Paesi colpiti da questa follia tariffaria, come il Giappone, la Corea del Sud e ora l’Indonesia”.

Von der Leyen: “siamo preparati a contromisure per difendere i nostri interessi”

La  Ue “‘e’ preparata a contromisure per difendere i nostri interessi” e “siamo pronti a negoziare’: per questo “abbiamo offerto (agli Usa) zero tariffe per i beni industriali’ per entrambe le parti”. A ribadirlo è stata ieri la Presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. “I dazi americani ‘i comportano costi immensi per i consumatori e le aziende statunitensi. Ma allo stesso tempo hanno un impatto enorme sull’economia globale. Particolarmente colpiti sono i paesi in via di sviluppo. Questo e’ un punto di svolta importante per gli Stati Uniti. Tuttavia, siamo pronti a negoziare con gli Stati Uniti’. L’idea di offrire ‘dazi zero-per-zero per i beni industriali’ segue un modello sperimentato ‘con successo con molti altri partner commerciali, perche’ l’Europa e’ sempre pronta per un buon affare. Quindi lo teniamo sul tavolo’. Tuttavia, ‘siamo anche pronti a rispondere attraverso contromisure e difendere i nostri interessi. E inoltre, ci proteggeremo anche dagli effetti indiretti attraverso la diversione commerciale’. A questo scopo sara’ istituito una “Import Surveillance Task Force” e Bruxelles collaborera’ con l’industria per avere la base di prove necessaria per le misure da prendere’.Il modello delle tariffe ‘zero per zero’ era stato offerto agli Usa relativamente al settore auto, spiega von der Leyen. Quanto agli altri strumenti a disposizione della Ue per reagire all’attacco protezionista di Trump la presidente della Commissione dice che ‘tutti gli strumenti sono sul tavolo, ne abbiamo una varieta’ e lo strumento anticoercizione e’ uno di questi’, risponde a chi le ha chiesto se intendesse ricorrervi. In ogni caso si dovra’ vedere ‘come va il negoziato’ con gli Usa.

Governo: crescono leggi auto-applicative, sbloccato 97% risorse stanziate 2022-25

Nell’ultimo trimestre si rileva un avanzamento nella direzione di un sempre minor ricorso ai provvedimenti attuativi al fine di rendere immediatamente efficaci le misure introdotte e prontamente disponibili le risorse stanziate dal Governo. La percentuale dei provvedimenti legislativi cosiddetti ‘auto-applicativi’ (che non necessitano di decreti attuativi) o che rinviano a un solo provvedimento attuativo, infatti, e’ pari all’81,5%, di 18 punti percentuali superiore rispetto al valore medio del 63,2% registrato dall’insediamento del Governo al 31 marzo 2025. E’ quanto emerge dall’analisi delle 258 leggi e atti aventi forza di legge di iniziativa governativa pubblicati in Gazzetta Ufficiale ed entrati in vigore al 31 marzo 2025; analisi contenuta nella ‘Decima Relazione sul monitoraggio dei provvedimenti legislativi e attuativi del Governo Meloni con aggiornamento al 31 marzo 2025′ e consultabile da oggi sul sito del Governo.

Al 31 marzo 2025, evidenzia il report, e’ stata messa a disposizione, per la realizzazione delle misure introdotte, la quasi totalita’ delle risorse complessivamente stanziate per gli anni 2022-2025 (il 97,6%, pari a circa 273,7 miliardi di euro). A queste risorse si sommano i 9,3 miliardi di euro sbloccati mediante l’adozione dei provvedimenti attuativi riferiti alla precedente legislatura. L’esecutivo Meloni ha quindi complessivamente reso utilizzabili risorse pari a 283 miliardi di euro.

Cybersecurity: intesa Mimit-Acn per aumentare tutela di imprese e Pa

Protocollo di intesa tra il ministero delle Imprese e del Made in Italy e l’Agenzia per la cybersicurezza nazionale finalizzato a collaborare sugli European Digital Innovation Hub, strutture selezionate dalla Commissione europea, in collaborazione con gli Stati membri, con il compito di accompagnare la transizione digitale dell’industria, in particolare delle pmi, e della pubblica amministrazione. Il protocollo, secondo quanto riporta una nota del Mimit, e’ stato firmato a Palazzo Piacentini dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e dal direttore generale dell’Agenzia per la cybersicurezza nazionale Bruno Frattasi.

L’intesa punta a facilitare azioni di intervento mirate sui territori che consentano al Mimit di rafforzare le filiere strategiche e le loro supply-chain locali in materia di cybersicurezza, rendendo stabile e continuativa l’interazione con la rete degli hub europei. L’accordo prevede anche l’avvio di un percorso di monitoraggio puntuale della domanda e dell’offerta di tecnologie e servizi nel settore della sicurezza informatica.

‘Come Governo, promuoviamo l’innovazione e mettiamo la resilienza cibernetica del tessuto imprenditoriale al centro della nostra strategia di politica industriale, con l’obiettivo di renderlo piu’ sicuro e competitivo – ha detto Urso – Questo accordo permette di massimizzare il valore della collaborazione tra pubbliche amministrazioni per accompagnare la transizione digitale delle imprese, riconoscendo un ruolo cruciale agli European Digital Innovation Hubs, catalizzatori per la diffusione e l’adozione di tecnologie digitali avanzate’.

 

Al via il programma di co-investimento da 300 milioni da Fei e Cdp Real Estate, selezionato il fondo iGeneration per sviluppare 2.800 posti letto per studenti

Prende il via il programma di co-investimento da 300 milioni siglato tra il Fondo europeo per gli investimenti (Fei, parte del Gruppo Bei) e Cdp Real Asset SGR (Gruppo CDP) per lo sviluppo – in Italia – delle infrastrutture sociali per l’abitare. Le due istituzioni hanno selezionato il fondo iGeneration di Investire SGR (Gruppo Banca Finnat) come prima operazione di investimento per colmare il divario tra domanda e offerta di alloggi per studenti fuori sede e giovani professionisti. Lo hanno annunciato oggi nel corso di una conferenza stampa a Napoli – alla presenza di Lucia Albano, sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze e di Pier Paolo Baretta, assessore al Bilancio del capoluogo campano – Marco Marrone, chief investment officer del FEI, Giancarlo Scotti, amministratore delegato di Cdp Real Asset, Dario Valentino e Domenico Bilotta rispettivamente amministratore delegato e managing director di Investire. L’accordo rappresenta il primo programma nazionale per l’edilizia sociale del FEI in Europa e definisce un percorso di co-investimento tra il FEI e il Fondo Nazionale dell’Abitare Sociale (FNAS), fondo di fondi gestito da CDP Real, Asset dedicato prevalentemente alle “due esse” dell’abitare sociale: student e senior housing. iGeneration prevede la costruzione di circa 2.800 nuovi posti letto a tariffe calmierate in Italia. Nel dettaglio, FEI e CDP Real Asset impegnano 50 milioni ciascuno, a cui si aggiungono ulteriori 100 milioni da parte di investitori privati1. Proprio a Napoli, intanto, si concluderanno a breve i lavori del primo cantiere avviato da iGeneration, lo studentato di via Ferraris, che sarà inaugurato il prossimo Autunno. Il progetto prevede la riqualificazione di un ex edificio direzionale di oltre 15.000 metri quadri, trasformandolo in una residenza con 500 posti letto per studenti, spazi di coworking e servizi dedicati. Oltre a Napoli, nei prossimi due anni il Fondo prevede di ultimare le ulteriori iniziative già in corso di realizzazione a Padova, Forlì (campus Università Bologna), Parma e Firenze – e di avviare ulteriori progetti in fase di analisi. iGeneration è gestito da Investire SGR (Gruppo Banca Finnat) e ha quale anchor investor il fondo FNAS, gestito da CDP Real Asset. Gli altri quotisti sono istituti finanziari, fondazioni territoriali di origine bancaria ed enti e casse nazionali di previdenza.

“Sostenere la costruzione di infrastrutture sociali per i gruppi più vulnerabili è una delle priorità strategiche del Gruppo BEI per il periodo 2024-2027. Grazie all’accordo siglato lo scorso anno tra FEI e CDP Real Asset, abbiamo selezionato il fondo iGeneration di Investire come nostro primo investimento per la realizzazione di migliaia di nuovi alloggi a prezzi accessibili per studenti e giovani professionisti in tutto il Paese”, ha dichiarato Marrone. “Il nostro obiettivo è offrire soluzioni abitative che rispondano alle necessità della società, promuovendo al contempo la sostenibilità, in quanto i nuovi studentati saranno costruiti secondo i più elevati standard di efficienza energetica”. Per Scotti,  “Il coinvestimento di CDP Real Asset e FEI nel fondo iGeneration è il primo passo concreto di un accordo che testimonia la validità del modello di intervento del Gruppo CDP nell’abitare sociale, capace di attrarre anche risorse comunitarie accanto a quelle di investitori nazionali. Con questo accordo si conferma il ruolo di catalizzatore di risorse finanziarie svolto da CDP a beneficio di interventi in grado di generare un impatto positivo sul territorio in termini di rigenerazione urbana e al tempo stesso di rispondere alle strategie di investimento di soggetti istituzionali interessati alle diverse declinazioni dell’abitare sociale”. “Siamo orgogliosi – ha commentato Valentino – che il fondo iGeneration sia stato selezionato nel programma di coinvestimento di CDP e FEI come primo investimento per affrontare una sfida cruciale come quella dello student housing. Grazie a questo accordo realizzeremo circa 2.800 nuovi posti letto in diverse città italiane con un approccio sostenibile, sia ambientale sia sociale, favorendo la crescita personale e professionale dei giovani attraverso l’integrazione di servizi innovativi come coworking e aree comuni. Il primo progetto a Napoli, che sarà inaugurato in autunno, è un esempio tangibile della nostra visione e continueremo a lavorare con determinazione per completare le iniziative già avviate e sviluppare nuovi progetti in tutto il territorio nazionale”.

Anas: il Consiglio di Stato respinge i ricorsi contro la costruzione della Magenta-Vigevano

Il Consiglio di Stato ha respinto ieri i i tre ricorsi contro la costruzione della SS11-494 Collegamento Magenta-Vigevano, accogliendo le ragioni di Anas (Gruppo FS) e del Commissario straordinario, Eutimio Mucilli. In estrema sintesi e’ stato accertato che le modifiche progettuali non imponevano di per se’ una nuova valutazione d’impatto ambientale e che la legislazione in tema di consumo di suolo non impedisce di per se’ la realizzazione di un’opera pubblica di rilevanza strategica. Soddisfazione e’ stata espressa da Claudio Andrea Gemme, AD di Anas: ‘Dopo una lunga interruzione, possiamo finalmente partire con un’opera fondamentale per la mobilita’ della Lombardia. L’infrastruttura garantira’ una riduzione sensibile dei tempi di percorrenza fra Magenta e Vigevano migliorando i livelli della circolazione. Il cronoprogramma prevede per il lotto C, del valore di 170 milioni di euro la stipula del contratto e le attivita’ propedeutiche per l’avvio dei lavori, quali espropri ed eliminazione delle interferenze, ed entro l’anno, l’appalto per il lotto A, del valore di 184 milioni di euro’. A esprimere “Grande soddisfazione” è il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti per l’esito dei ricorsi “ora il commissario può procedere per realizzare un’opera molto attesa dal territorio. Il vicepremier e ministro Matteo Salvini è estremamente interessato al dossier”, sottolinea il Mit.

 

Snam firma un accordo per l’acquisizione del 24,99% di Open Grid Europe

Snam e Infinity Investments, veicolo di investimento interamente posseduto dall’Abu Dhabi Investment Authority, hanno stipulato uno share purchase agreement per l’acquisizione da parte di Snam della quota del 24,99% detenuta da Infinity Investments nel capitale sociale di Vier Gas Holding S.à r.l. (VGH) – società con sede in Lussemburgo che possiede indirettamente l’intero capitale sociale di Open Grid Europe (OGE) – per un equity value di 920 milioni di euro. OGE è il più grande operatore indipendente di trasporto del gas in Germania, che gestisce una rete lunga circa 12.000 chilometri, con circa 21 miliardi di metri cubi all’anno di volumi riconsegnati e oltre 400 clienti finali. Il completamento dell’operazione è previsto entro il terzo trimestre del 2025 ed è soggetto al soddisfacimento di alcune condizioni sospensive, ovvero l’autorizzazione all’acquisto da parte dell’Autorità antitrust tedesca; l’autorizzazione ai sensi della normativa tedesca sugli investimenti esteri da parte del Ministero tedesco per gli affari economici e l’azione per il clima, nonché il mancato esercizio da parte degli altri azionisti di VGH del diritto di prelazione stabilito nei relativi patti parasociali. In parallelo, Snam ha stipulato con l’operatore belga del trasporto gas, Fluxys – attuale azionista di VGH con una quota di circa il 24,11% e già partner di Snam in Interconnector, TAP e DESFA – uno share purchase agreement in base al quale, subordinatamente al perfezionamento dell’operazione con Infinity Investments, Snam si è impegnata a cedere a Fluxys una quota pari a circa lo 0,5% del capitale sociale di VGH in modo che, all’esito di tali operazioni, Snam e Fluxys deterranno una partecipazione sostanzialmente paritetica in VGH. “Al completamento di questa acquisizione, Snam sarà la prima società italiana a fare un ingresso di queste dimensioni nel settore delle infrastrutture energetiche tedesche. L’acquisizione rafforza la nostra posizione di leadership in Europa nel settore ed è pienamente in linea con la nostra strategia di sviluppo di una rete paneuropea multi-molecola a presidio dei principali corridoi energetici continentali, e in particolare lungo quello più rilevante, che va dal Sud al Nord Europa”,  ha commentato Stefano Venier, amministratore delegato di Snam.

Gli asset di OGE svolgono un ruolo chiave nel mercato tedesco del gas, il più grande a livello europeo e fondamentale per il resto del Continente, con un quadro normativo consolidato e trasparente e una domanda multi-molecola pari a circa 85 miliardi di metri cubi nel 2024, destinata a mantenersi solida in futuro grazie allo sviluppo del mercato dell’idrogeno. La rete di OGE è al centro delle infrastrutture del gas in Europa grazie a 17 interconnessioni con 7 Paesi confinanti, tra cui quelle con Belgio e Svizzera, quelle con le consociate austriache di Snam GCA e TAG, e poi con l’Italia attraverso il punto di ingresso di Tarvisio, dove la capacità di esportazione dall’Italia è stata recentemente ampliata a 9 miliardi di metri cubi all’anno e raggiungerà i 14 miliardi di metri cubi nel 2026. Inoltre, OGE promuove attivamente la transizione energetica grazie al ruolo di primo piano nello sviluppo della German Hydrogen Core Grid – la prima rete nazionale regolamentata dell’idrogeno in Europa, recentemente approvata dall’Agenzia federale tedesca per le reti Bundesnetzagentur (BNetzA) – e al suo posizionamento strategico nella futura rete dedicata alla CO2, con focalizzazione sulla Germania nord-occidentale. Con questa operazione, Snam raggiungerà oltre 40.000 chilometri di lunghezza dei gasdotti gestiti, consolidando la leadership a livello europeo e rafforzando il proprio ruolo nella transizione energetica attraverso un coinvolgimento in prima linea nella German Hydrogen Core Grid, anche in vista dell’integrazione con le dorsali meridionali dell’idrogeno SoutH2Corridor, H2Med e SEEHyC, progetti promossi dal gruppo Snam. Al 31 dicembre 2024, Vier Gas Transport (VGT), società che controlla direttamente OGE, ha registrato un EBITDA stimato pari a circa 0,63 miliardi di euro e un debito netto di 3,39 miliardi di euro. Il multiplo implicito dell’operazione sull’EBITDA stimato per il 2025 è pari a circa 12x.

L’acquisizione potrà essere finanziata tramite l’attuale flessibilità finanziaria oppure attraverso uno strumento di finanziamento ibrido, al fine di massimizzare il contributo all’utile netto mantenendo la flessibilità finanziaria menzionata. In questa prospettiva, si prevede che l’operazione aumenterà l’utile netto annuo in un range compreso tra il 2% e il 3% medio nel periodo dell’attuale piano strategico e si prevede che non avrà alcun impatto sul merito di credito e sulla politica dei dividendi di Snam. Nell’ambito dell’operazione, Snam è stata supportata da JPMorgan in qualità di advisor finanziario, e da White&Case in qualità di advisor legale.

Mase: Mission Innovation 2.0: cinque bandi Mase da 200 milioni per ricerca e innovazione

Il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, con il supporto scientifico di Rse – Ricerca sul Sistema Energetico, ha pubblicato cinque avvisi pubblici, per una dotazione di 200 milioni di euro, nell’ambito di “Mission Innovation”: i fondi serviranno a finanziare di progetti di ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica nell’ambito delle Missioni “Green Powered Future” e “Clean Hydrogen”. “Il ministero – afferma il ministro Gilberto Pichetto – sostiene il percorso intrapreso dal nostro Paese verso l’innovazione tecnologica pulita e la ricerca in campo energetico, per accelerare la transizione verso la decarbonizzazione dei settori industriali ed economici”. I bandi del 4 aprile, che seguono quello pubblicato il 31 dicembre scorso relativo alle Materie Prime Critiche e alle Materie Prime Strategiche, sono indirizzati su fonti rinnovabili non programmabili, la flessibilità e l’accumulo energetico, i dati e la digitalizzazione delle reti, elettrolizzatori e reti, bioidrogeno e biocarburanti. Le proposte di progetto potranno essere presentate da imprese, in qualità di capofila, associandosi in partenariati con altri soggetti quali partner industriali, enti di ricerca e università.

Trasporto aereo: Enea nel progetto da 3 milioni di euro per l’idrogeno liquido

Ridurre l’impatto ambientale del settore aereo sviluppando tecnologie basate sull’utilizzo di idrogeno liquido come carburante. È quanto si propone di realizzare il progetto europeo Hasta, finanziato con oltre 3 milioni di euro dal programma Horizon Europe, che coinvolge un consorzio di 15 partner provenienti da 8 Paesi (7 europei e il Sudafrica), tra cui Airbus, Ariane Group e, per l’Italia, Enea, Cnr, Sapienza Università di Roma e Università degli Studi Niccolò Cusano.

“L’idrogeno liquido potrebbe giocare un ruolo chiave nel futuro dell’aviazione, consentendo agli aerei di utilizzarlo come carburante per la propulsione ed emettendo in atmosfera vapore acqueo riducendo così l’impatto ambientale del settore”, spiega Antonio Agresta, ingegnere aerospaziale del Laboratorio Idrogeno e nuovi vettori energetici del Dipartimento Tecnologie Energetiche e Fonti Rinnovabile, referente ENEA del progetto.

Nei prossimi tre anni, il gruppo di ricerca studierà lo stoccaggio dell’idrogeno liquido per il suo utilizzo nell’aviazione civile e svilupperà un innovativo serbatoio in grado di contenerlo in sicurezza. L’idrogeno liquido è infatti uno dei candidati a sostituire il cherosene nei futuri aerei a zero emissioni. “Uno degli aspetti più complessi – aggiunge Agresta – è la gestione del fenomeno dello sloshing, ovvero il movimento del liquido all’interno del serbatoio, durante il volo. Le sollecitazioni dell’aereo possono generare miscelazioni termiche tra le fasi liquida e gassosa, causando variazioni rapide della pressione nel serbatoio”, sottolinea il ricercatore ENEA. “Si tratta di un aspetto di termo-fluidodinamica molto complesso, di cui si occuperà Enea con simulazioni al supercomputer per studiare l’interazione del fluido con il serbatoio”.

Per affrontare la sfida, il progetto Hasta svilupperà un modello digitale sperimentale di un serbatoio di idrogeno liquido per aeromobili, capace di simulare le variazioni di pressione e di temperatura al suo interno, che rappresenta il primo passo verso la creazione del gemello digitale del serbatoio e, successivamente, di un prototipo sicuro ed efficiente, pronto a ospitare il nuovo carburante finora impiegato solo nel settore spaziale.

Per consentire quantità maggiori di idrogeno in spazi ridotti – un aspetto cruciale per l’aviazione sostenibile – l’idrogeno deve essere raffreddato a bassissime temperature (-252,87 °C), in modo da renderlo molto più denso rispetto alla sua forma gassosa. “L’utilizzo dell’idrogeno offre il grande vantaggio di non produrre emissioni di CO2, poiché il principale prodotto della combustione è il vapore acqueo (H2O). Tuttavia, la sua gestione e conservazione – conclude il ricercatore di Enea – rappresentano una sfida significativa in termini di materiali e geometrie dei serbatoi per il suo stoccaggio poiché richiedono il mantenimento di temperature criogeniche estreme e il controllo dei fenomeni di sloshing durante il trasporto e il volo”.

 

Cnel, Mimit e Anbsc firmano un accordo interistituzionale per valorizzare imprese e beni aziendali sequestrati alla criminalità

Il  Cnel,  il ministero delle Imprese e del Made in Italy e l’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalita’ organizzata (Anbsc) hanno firmato un accordo interistuzionale finalizzato a valorizzare le imprese e i beni aziendali sequestrati e confiscati alla criminalita’ organizzata. Al 31 dicembre 2023, risultano in gestione all’Agenzia 2.781 aziende e di queste 1.908 sono in confisca definitiva. La loro valorizzazione potra’ avvenire attraverso progettualita’ condivise in logica di co-progettazione e co-programmazione con gli enti territoriali e del terzo settore, nonche’ mediante l’accesso alle risorse finanziarie di cui al Fondo di garanzia e al Fondo per la crescita sostenibile, con il ricorso al regime agevolativo gia’ previsto in via ordinaria per il sistema delle imprese. E’ un impegno che vuole contribuire allo sviluppo dei contesti economici locali e favorire opportunita’ di lavoro, anche attraverso contratti di rete e piani di rigenerazione del territorio. Si intende, inoltre, sostenere lo sviluppo di sinergie industriali e di scala, per la creazione di reti di filiera e consentire un’adeguata sostenibilita’ economico-finanziaria delle imprese, assicurando la ripresa dell’attivita’ produttiva. Rimane centrale anche la volonta’ di garantire la piena partecipazione di tutte le forze sociali, economiche, del lavoro e del terzo settore ai processi di recupero e valorizzazione.

Altro obiettivo della collaborazione e’ di programmare, d’intesa con le Regioni e con l’assistenza tecnica delle Camere di Commercio, iniziative sperimentali incentrate sulla costituzione di societa’ miste per la gestione dei beni aziendali e delle aziende confiscate in via definitiva e sull’introduzione di regimi agevolativi o di decontribuzione in favore delle aziende sottoposte a sequestro o a confisca, nell’ottica della sostenibilita’ dei ‘costi di legalita”, nonche’ dell’eventuale incremento dei livelli occupazionali attraverso interventi di inserimento lavorativo di giovani under 35 anni, preferibilmente Neet, in specifiche aree periferiche delle citta’ metropolitane. Le parti firmatarie si impegnano, ciascuna nell’ambito delle proprie competenze, ad individuare modalità, strumenti e soluzioni per favorire una fattiva sinergia anche nell’attività di condivisione del patrimonio informativo e delle rispettive conoscenze e competenze. In particolare, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy assicurerà la valorizzazione delle imprese e dei beni aziendali confiscati all’interno della più ampia piattaforma per investitori esteri “www.investinitaly.gov.it”, in raccordo con pari attività di valorizzazione dei beni oggetto di Amministrazione Straordinaria e rientranti nel perimetro di FINTECNA spa, società del gruppo CDP specializzata nella gestione dei processi di liquidazione e nell’erogazione dei servizi immobiliari.

Più nel dettaglio, come emerge dal Quaderno CNEL sui beni confiscati, al 31 dicembre 2023 risultavano destinati 23.658 beni immobili, per una distribuzione territoriale che vede le percentuali più alte in capo a Sicilia (38, 36%), Campania (16, 36%) e Calabria (14,36). L’81% risulta trasferito agli Enti territoriali (19.071), il 13% è stato mantenuto al patrimonio dello Stato (3.091) e solo il 2% destinato alla vendita (479). Il numero di beni destinati è in aumento. Nel corso del 2023 l’Agenzia ha destinato 3.927 beni immobili, facendo registrare un aumento del 34,03% rispetto al 2022 (2.928 beni immobili). I flussi del 2023 evidenziano una distribuzione che si articola in: 2.804 beni (71,40%) trasferiti agli Enti territoriali; 433 beni (11,03%) venduti; 426 beni (10,85%) mantenuti al patrimonio dello Stato; 253 beni (6,44%) assegnati al Terzo Settore; 11 beni (0,28%) reintegrati nel patrimonio aziendale. La finalizzazione prioritaria si conferma quella del riuso sociale dei beni da parte degli Enti locali presenti nei territori che maggiormente hanno subito gli effetti distorsivi della presenza criminale. Si tratta di 2.292 beni nel 2023, pari al 58,37%. Per ciò che riguarda specificatamente le aziende, al 31 dicembre 2023 il numero di quelle definitivamente confiscate e destinate risulta essere pari a 2.172, distribuite prevalentemente nei due settori delle costruzioni (514) e del commercio (408).

Nel solo 2023 vi sono state 319 destinazioni, rispetto alle 238 dell’anno precedente. Il dato relativo alla liquidazione delle aziende confiscate è pari al 95% ed è da attribuirsi alla mancanza di capacità patrimoniale autonoma, che è possibile rilevare fin dal momento del sequestro. Nel complesso risultano attive 130 aziende, di cui 46 in Sicilia, 40 nel Lazio e 25 in Campania. Il totale dei dipendenti nelle aziende attive è pari a 1.826 lavoratori.Le aziende in gestione dell’ANBSC registrano una prevalenza in Sicilia (594), Campania (369), Lazio (246), Calabria (196), Lombardia (162) e Puglia (95); a seguire le altre Regioni, con numeri molto più bassi. In valore assoluto, le aziende confiscate definitivamente risultano ascrivibili in maggior numero ai settori, ancora una volta, delle costruzioni (472) e del commercio (361). Con riferimento alla natura giuridica, le aziende in confisca definitiva sono costituite in gran parte da Società a responsabilità limitata (1.119). A seguito della confisca definitiva dei beni, l’ANBSC procede alla loro profilazione, finalizzata a distinguere tra quelli che presentano criticità tali da determinarne la non immediata destinabilità e quelli che invece sono da considerare destinabili. Nel corso dei due cicli di conferenze di servizi cui l’ANBSC ha fatto ricorso nel 2023 sono stati portati all’attenzione dei possibili destinatari 2.849 beni, 1.914 dei quali sono stati assegnati, mettendo a segno un tasso di “finalizzazione” pari al 67,18%. Le conferenze di servizi svolte nel 2024 hanno visto la chiusura di manifestazioni di interesse per 449 dei 710 beni proposti, pari a un valore complessivo di circa 35 milioni di euro.

Assorup: “non permetteremo che la formazione venga ridotta a obbligo formale o a un’opportunità commerciale, il ministro Zangrillo vigili”

Assorup ieri  ha tenuto la Conferenza Regionale della Emilia Romagna, con il Patrocinio del Comune e dell’Ordine degli ingegneri di Bologna. L’associazione nazionale dei responsabili unici del progetto ha presentato una riflessione fondamentale sul sistema accreditato di formazione introdotto dal Codice dei contratti pubblici nel 2023. Circa 4.500 stazioni appaltanti qualificate mirano a ottenere entro giugno attestati utili per il mantenimento della qualificazione, ma Assorup avverte sul rischio di ridurre la formazione a mero adempimento burocratico. Questo tema è stato al centro dell’intervento di apertura del presidente di Assorup, Daniele Ricciardi. “La formazione – ha dichiarato -non è un adempimento, né un business.

È una missione, il presupposto essenziale per essere un buon Responsabile Unico del Progetto (Rup). Non possiamo permettere che venga ridotta a un obbligo formale o a un’opportunità commerciale. Il nostro impegno è garantire una preparazione di qualità, che valorizzi e supporti il ruolo cruciale del RUP nel processo di appalto pubblico. Chiediamo al Ministro Zangrillo di vigilare nelle prossime settimane evitando scarsa qualità e spreco di denaro pubblico”.

La conferenza ha visto la partecipazione di numerosi esperti e protagonisti del settore, tra cui: Simone Borsari, assessore Lavori Pubblici del Comune di Bologna il quale ha indicato Assorup come “architrave del sistema dei contratti pubblici”, Andrea Gnudi, presidente Ordine degli Ingegneri di Bologna,  Paolo Amovilli, Tar dell’Emilia Romagna e Massimiliano Brugnoletti. Durante le relazioni e la tavola rotonda, coordinata da Giovanni Rizzari, presidente del Comitato Tecnico Scientifico Assorup si è discusso delle sfide normative del Decreto Correttivo 209/2024, delle opportunità offerte dal PNRR e del ruolo dei RUP nell’attuazione degli affidamenti. Assorup ha ribadito il proprio impegno per un sistema di formazione che rispecchi principi di competenza e professionalità, essenziali per il successo delle riforme e la crescita del settore pubblico. Ha chiuso i lavori Marco Simiani, deputato in Commissione Ambiente della Camera.

Concessioni balneari: Roma, oltre 150 offerte per gestione lidi Ostia

‘Sono piu’ di 150 le domande pervenute per ottenere una delle concessioni balneari andate a bando ad Ostia’ per le quali oggi alle 15:00 e’ iniziata la fase di apertura buste per valutare le proposte. Lo comunica il Comune di Roma in una nota, precisando che per quanto riguarda il primo avviso pubblico (per 31 concessioni balneari) sono arrivate 99 richieste e nessun lotto e’ andato deserto, mentre per il secondo avviso (per 9 spiagge libere con servizi) sono arrivate 54 domande.

In questo caso tre lotti sono andati deserti. Il comune precisa che ‘sono in corso le valutazioni per assegnare i servizi connessi alla balneazione indispensabili per la tutela della salute e dell’incolumita’ pubblica nei tratti di spiaggia, allestendo servizio di salvamento e bagni chimici per le spiagge che non sono gia’ attrezzate’.

‘Dopo lo stop imposto dalla sospensiva del Tar del Lazio, il Consiglio di Stato, accogliendo il nostro ricorso, ha sbloccato il percorso, permettendoci di riprendere con prontezza tutte le procedure’, ha ricordato dichiarato l’Assessore al Patrimonio e alle Politiche abitative di Roma Capitale, Tobia Zevi.

‘L’obiettivo e’ arrivare a una stagione balneare 2025 con un mare accessibile, ordinato e finalmente restituito alla cittadinanza. Si tratta di una corsa contro il tempo, di uno sforzo straordinario per ottenere l’apertura in tempo per la stagione balneare. Stiamo lavorando con rigore e trasparenza’.

 

Comunità energetiche rinnovabili: Italia ferma all’1%

Duecentododici comunità energetiche rinnovabili (Cer) con 326 impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili per una potenza di 18 MW e 1956 utenze collegate. Questi i dati, poco incoraggianti, relativi alla Cer in Italia e aggiornati dal Gse al 6 marzo scorso. Il Mezzogiorno ospita il 30% di questa realtà con le sue 62 Cer attive, 84 impianti collegati per una potenza di 5,9 MW e 494 utenze servite. In Campania le comunità sono 15 con 17 impianti collegati per una potenza di 1,4 MW e 63 utenze servite. La Regione punta ad accrescerne la presenza: il tema delle rinnovabili come strumento di lotta alla povertà energetica e mezzo concreto contro lo spreco di energia è uno degli obiettivi dichiarati della giunta a guida De Luca che, con il bando “Borghi salute e benessere”, punta a diffondere questi valori in tutte le aree del territorio campano. Quello delle Cer sarà uno dei temi strategici della sesta edizione del Green Med Expo & Symposium, in programma a Napoli, alla Mostra d’Oltremare dal 28 al 30 maggio 2025.
“Le Cer rappresentano un’opportunità di crescita in chiave sostenibile per molti piccoli Comuni. Soprattutto – spiega Monica D’Ambrosio, event manager del GreenMed – uno strumento di tutela e di sicurezza energetica per il nostro Paese che negli ultimi hanno ha messo a nudo tutta la propria vulnerabilità rispetto al tema indipendenza e autosufficienza energetica. Il Mezzogiorno d’Italia è ricco di sole e vento, la natura ancora una volta ci mette a disposizione tutti gli strumenti per fare da soli e bene. Serve imparare a utilizzarli nell’interesse dell’ambiente e dell’economia locale”.
“Per non perdere la grande occasione del Pnrr, che fissa l’obiettivo per le Cer in 1730 MW di impianti installati al 30 giugno 2026, occorre che tutte le linee ministeriali illustrate a Rimini di recente siano decretate in tempi brevissimi – spiega Lino Bonsignore, referente di Is per la Campania –. Oltre ad aver spostato al 30 novembre 2025 la data di presentazione delle domande, occorre che la scadenza del 30 giugno 2026 non si riferisca all’avvio in esercizio degli impianti, ma che sia sufficiente la fine lavori attestata con perizia giurata; inoltre attendiamo l’annunciata ridefinizione della platea dei beneficiari, con l’allargamento ai consorzi, agli enti di bonifica e soprattutto agli autoconsumatori individuali a distanza. Ad oggi – continua Bonsignore. – considerando i dati Gse sugli impianti di Cer già operativi, siamo soltanto all’1%. I tempi sono strettissimi: occorre anche snellire le procedure; è di vitale importanza per cercare di avvicinarci all’obiettivo. Un traguardo ambizioso, ma non impossibile da raggiungere”.

 

Clima, nasce l’Osservatorio europeo dela società civile sul metano

Mentre le emissioni di metano aumentano vertiginosamente e gli obiettivi climatici sono in bilico, la società civile si sta attivando. Oggi, nel corso di un evento organizzato a Bruxelles, EDF Europe, braccio europeo di una delle principali organizzazioni ambientaliste a livello globale, e DUH hanno lanciato l’Osservatorio europeo della società civile sul metano (CSO-M), una piattaforma indipendente per monitorare i progressi nella riduzione delle emissioni di metano. Nel corso dell’evento EDF Europe ha anche lanciato “Time for CH4nge”, una campagna di sensibilizzazione pubblica con l’obiettivo di trasformare il metano da minaccia sconosciuta a priorità pubblica, grazie all’utilizzo di dati e immagini. L’iniziativa ha visto la partecipazione di scienziati, politici e attivisti di spicco, tra cui la vicepresidente dell’IPCC Diana Ürge-Vorsatz, la presidente esecutiva di Earth4All Sandrine Dixson-Declève e le deputate al Parlamento europeo Jutta Paulus e Lena Schilling. Il metano, un gas serra circa 80 volte più potente della CO2 nei primi 20 anni dall’emissione in atmosfera, è responsabile di circa il 30% dell’attuale riscaldamento globale. Ma poiché il metano rimane nell’atmosfera solo per circa un decennio, ridurre le emissioni ora può agire come un freno di emergenza per il clima. L’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ha chiesto una riduzione del 75% delle emissioni di metano da combustibili fossili entro il 2030, un obiettivo raggiungibile utilizzando le tecnologie esistenti a basso costo. Il regolamento dell’UE sul metano, approvato nel 2024, è un passo fondamentale e la società civile ne riconosce sempre più la necessità per aumentare la consapevolezza sul problema e metterlo al centro dell’agenda europea per la transizione energetica.

 

Bankitalia: promuove progetto Ue-Ocse su AI nei mercati finanziari italiani

La Commissione europea – SG Reform, in cooperazione con l’Organizzazione per la Cooperazione e lo sviluppo economico (Ocse), ha avviato un progetto dedicato all’utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) nei mercati finanziari italiani. Lo rende noto la Banca d’Italia che ha promosso l’iniziativa nell’ambito dello Strumento di sostegno tecnico (Tsi), programma della Ue volto a promuovere le riforme strutturali negli Stati membri.

L’obiettivo del progetto, scrive via Nazionale, e’ analizzare le opportunita’ e i rischi dell’impiego dell’intelligenza artificiale per i mercati finanziari italiani e offrire indicazioni che contribuiscano a orientare le scelte delle autorita’ finanziarie nella definizione di misure concrete volte a facilitare l’adozione dell’IA e, nel contempo, a contenerne i rischi.

Scotti (Bankitalia): “gli asset digitali ridisegnano i pagamenti, nuovo opportunità ma anche nuovi rischi”

Gli asset digitali “stanno ridisegnando il settore finanziario e dei pagamenti, offrendo nuove opportunità ma anche ponendo nuovi rischi o esacerbando le vulnerabilità tradizionali”. A sottolinearlo è stata la vice direttrice generale della Banca d’Italia, Chiara Scotti, intervenendo alla conferenza su “The interplay between tax and financial regulations in a new digital environment”, a Roma. In uno scenario “in rapida evoluzione, lo sviluppo di nuovi approcci alla regolamentazione e alla tassazione, accanto a quelli tradizionali, e’ fondamentale per evitare indebite limitazioni all’innovazione salvaguardando al contempo la stabilita’ e l’integrità finanziaria, il corretto funzionamento dei mercati e dei sistemi di pagamento, la tutela dei diritti degli individui e l’adempimento degli obblighi fiscali”, ha detto Scotti. “L’anonimato, l’assenza di una territorialità e la natura decentralizzata di alcune cripto-attività, possono consentire a individui e aziende di nascondere le transazioni, creano opportunità di evasione fiscale, proprio come fanno i pagamenti in contanti. Le attività e i servizi digitali possono anche rendere difficile l’applicazione delle tasse. I modelli tradizionali di dichiarazione e applicazione delle tasse che si basano su “terze parti” per tracciare il reddito non funzionano bene nel mondo digitale”, ha detto. “Le regole – ha sottolineato Scotti – dovrebbero essere semplici, eque, chiare, coerenti e a prova di futuro; dovrebbero anche sfruttare le sinergie tra i vari settori, ove possibile. Le banche centrali e le autorità di regolamentazione svolgono un ruolo fondamentale nel bilanciare l’innovazione con servizi finanziari e di pagamento sicuri ed efficienti che sostengono l’economia, fornendo al contempo un solido ancoraggio per i sistemi fiscali”. La Banca d’Italia “è impegnata in questa missione, lavorando all’interno del nuovo quadro normativo dell’Ue per gli asset digitali, incoraggiando al contempo l’innovazione e garantendo l’efficacia delle nuove regole. I responsabili delle politiche fiscali possono contribuire a delineare un quadro giuridico chiaro per gli asset digitali attraverso regole semplici che mantengano anche l’equità con gli strumenti tradizionali”, ha concluso.

Sindacati, 18 aprile sciopero addetti consegne per conto di Amazon

Sciopero di tutti i driver della filiera ultimo miglio di Amazon per l’intera giornata di venerdì 18 aprile. Ad annunciarlo unitariamente Filt-Cgil, Fit-Cisl e Uiltrasporti, spiegando che “si è interrotta la trattativa con Assoespressi per il rinnovo del contratto di secondo livello nazionale, in quanto l’associazione datoriale non ha prodotto risposte in merito alle richieste sindacali, manifestando l’intenzione di dilazionare i tempi della trattativa”. “Chiediamo con forza – spiegano le tre organizzazioni sindacali – un incremento sostanziale del valore della trasferta, con un importante risultato relativamente al salario, con incrementi anno per anno. Necessario inoltre che si realizzi una strutturale riduzione dell’orario di lavoro, con conseguente abbattimento dei carichi e delle consegne. Infine rivendichiamo un intervento fondamentale in tema di sicurezza, attraverso la previsione di interruzione o chiusura dei servizi in caso di allerta meteo rossa, a tutela dell’incolumità dei driver e serve un passo avanti sulla qualità dell’occupazione, richiedendo percorsi condivisi di stabilizzazione dei contratti di lavoro precari”.

 

Studio T&E: In assenza di politiche di transizione all’elettrico, in Italia al 2030 la produzione del settore auto sarà più che dimezzata

Senza un piano di politiche industriali e misure di stimolo economico per l’industria dell’auto italiana, mirate alla transizione alla mobilità elettrica, al 2030 il valore della produzione del comparto potrebbe registrare un calo del 56-58%, per un valore stimato fino a 7,49 miliardi di dollari. Il dato emerge da uno studio commissionato dal think tank ECCO e da Transport and Environment (T&E) a un gruppo di economisti della Scuola Superiore S. Anna di Pisa e del Centro Ricerche Enrico Fermi di Roma. Lo studio esplora i possibili impatti economici, industriali e sociali del declino della produzione nazionale di auto, ovvero stima il “costo dell’inazione” mentre il settore, a livello globale, è impegnato nella transizione verso l’elettrico.

Lo studio indica un quadro di riferimento per lo sviluppo di un piano di politiche industriali coerenti con la transizione all’elettrico e gli obiettivi climatici: tra queste, ECCO e T&E ritengono siano da privilegiare la possibilità di sperimentare il social leasing e di accelerare l’elettrificazione delle flotte aziendali, dal lato della domanda, con meccanismi di premialità come l’Ecoscore; e di sostenere la produzione, attraverso leve fiscali o incentivi alla produzione, mirando alle tecnologie e alle componenti strategiche della filiera dell’elettrico, mitigando il costo dell’energia valorizzando il contributo delle rinnovabili Cosa accadrà, nel corso di questo decennio, in assenza di un intervento di rilancio del settore verso la transizione? Questa la domanda alla quale lo studio vuole dare risposta. Secondo gli esperti, senza una chiara strategia di elettrificazione e senza politiche di innovazione la produzione di auto continuerà a diminuire, causando una progressiva perdita di posti di lavoro lungo l’intera filiera. Questo calo dell’occupazione ridurrà il potere d’acquisto, innescando un ciclo economico regressivo. Gli effetti vengono quantificati in diversi scenari di intervento dello Stato con misure di sostegno al reddito (Low, Medium e High Intervention), ipotizzando diversa capacità di riassorbimento dei lavoratori in altri comparti, e valutando così l’impatto sulle finanze pubbliche di diversi livelli di spesa per la cassa integrazione.

Nello scenario più prudenziale (Low intervention), che ipotizza una maggiore capacità dell’economia di riassorbire i lavoratori in esubero, quindi minore intervento dello stato, l’analisi registra: una perdita di valore della produzione di $7,24 miliardi; una riduzione del consumo di automobili per un controvalore di $4,42 miliardi (-56% rispetto al 2020); oltre 66 mila posti di lavoro in meno, il 37% diretti e il 63% nel resto della filiera; un aggravio di costo per le finanze pubbliche di $510 milioni per l’attivazione della cassa integrazione. Nello scenario più prudenziale (Low intervention), che ipotizza una maggiore capacità dell’economia di riassorbire i lavoratori in esubero, quindi minore intervento dello stato, l’analisi registra: una perdita di valore della produzione di $7,24 miliardi; una riduzione del consumo di automobili per un controvalore di $4,42 miliardi (-56% rispetto al 2020); oltre 66 mila posti di lavoro in meno, il 37% diretti e il 63% nel resto della filiera; un aggravio di costo per le finanze pubbliche di $510 milioni per l’attivazione della cassa integrazione. Nello scenario peggiore (High intervention): il calo della produzione e del consumo di auto risulta pari al 58% rispetto ai valori del 2020, con una perdita in valore pari a $7,49 miliardi e $4,66 miliardi, rispettivamente; le perdite di posti di lavoro salgono a 30 mila impiegati diretti (-77,6% rispetto al 2020) e oltre 64 mila indiretti, minacciando anche i comparti più resilienti; il costo della cassa integrazione sale nel corso del decennio a $2 miliardi, quattro volte superiore allo scenario prudenziale, il doppio di tutta la spesa pubblica stanziata in misure di welfare (non circoscritte al settore auto) per l’assistenza ai disoccupati nel 2022.

 

Casa, Commissione Ue lancerà revisione mirata per esenzione norme aiuti di Stato

La Commissione europea lancerà una consultazione pubblica prima della prossima estate per l’inserimento della fornitura di una casa accessibile tra i servizi di interesse economico generale (Sgei), che esenta gli Stati di esserve vincolati all’approvazione da parte della Commissione di misure di aiuti di stato in alcuni ambiti, come l’assistenza sanitaria e l’edilizia popolare. Lo ha annunciato, Karl Soukup, il vice direttore generale della Dg Competition (Dg Comp) della Commissione europea in audizione nella commissione speciale per la Casa (Hous) del Parlamento europeo.

L’esenzione di categoria nel campo delle regole sugli Sgei “contiene una deroga per determinati servizi pubblici che possono essere sostenuti senza alcun limite massimo”, ha spiegato l’alto funzionario. “L’edilizia sociale è coperta da questa deroga, mentre l’edilizia a prezzi accessibili non è esplicitamente menzionata nella decisione Sgei e pertanto è soggetta al limite massimo di 15 milioni all’anno”, ha detto ancora, spiegando come, superata questa soglia, gli Stati sono soggetti a notifica.

La Commissione, ha detto ancora “riconosce che questo limite potrebbe essere insufficiente per le misure di edilizia a prezzi accessibili, e che attualmente tali misure dovrebbero essere notificate alla Commissione per una valutazione caso per caso”. “Intendiamo introdurre una nuova categoria di edilizia popolare in queste norme che sarà esentata dalla notifica, il che significa che gli stati membri potrebbero andare avanti da soli senza aver bisogno dell’approvazione della Commissione”, ha aggiunto. Nella consultazione, le parti interessate saranno interpellate “sulle condizioni minime necessarie per definire e compensare adeguatamente i servizi di edilizia popolare di interesse economico generale”.

 

L’urban art investe anche il Prologis Park La Rustica: nuove opere firmate da Ale Senso, Macs e Rame 13

È un’onda ricca di colori quella che sta attraversando i parchi logistici di Prologis in Italia. Dopo Lodi, Romentino, Milano e Bologna, l’arte urbana promossa dal leader mondiale del settore dell’immobiliare per la logistica arriva anche al Prologis Park La Rustica di Roma, con le opere firmate da due artiste ed un artista di fama internazionale: Ale Senso, Rame13 e Macs. Con questi nuovi interventi salgono a 40 le opere che Prologis ha commissionato in Italia a partire dal 2021 a 23 artisti, a conferma dell’impegno della società volto a rendere gli spazi di lavoro nei propri parchi logistici più belli, vivibili e ispiranti, nel segno della filosofia PARKlife. Il progetto rientra nella più ampia visione di Prologis espressa attraverso la filosofia PARKlife™, che ridefinisce il ruolo dei parchi logistici come luoghi di lavoro ma anche di socializzazione, cultura e benessere. «Con queste opere – commenta Sandro Innocenti, senior vice president Regional Head Southern Europe di Prologis – proseguiamo sulla strada intrapresa con successo in alcuni dei nostri altri parchi logistici in Italia. Vogliamo offrire a chi vive quotidianamente i nostri spazi un’esperienza estetica e culturale che arricchisca il luogo di lavoro e ne rafforzi l’identità. Con gli interventi presso La Rustica, Prologis conferma il proprio impegno per lo sviluppo di una logistica che non è solo in grado di rispondere alle esigenze dei clienti ma che è anche innovativa e culturalmente viva, in dialogo continuo con il territorio e le sue comunità.» Le nuove opere realizzate presso il Prologis Park La Rustica arricchiscono un progetto ambizioso che mira a trasformare i parchi logistici in luoghi di valore estetico, culturale e sociale. Qui ogni creazione riflette una visione unica, ispirata al contesto e alla storia del luogo in cui si trova. Al Prologis Park La Rustica la città di Roma e il contesto archeologico hanno ispirato gli artisti che, attraverso i tratti distintivi hanno dato vita ad opere che creano una complementarità e contrapposizione di stili arricchendo ulteriormente il parco.

Ale Senso trasforma un serbatoio antincendio in una maestosa Meta-Anfora, ispirata alle forme della ceramica greca e al vicino sito archeologico romano. Il risultato è un’opera stratificata che racconta la logistica come scambio millenario, unendo divinità, centauri, creature mitologiche e simboli contemporanei. Un frammento mancante dell’anfora, custodito negli uffici Prologis, completa la narrazione con un tocco poetico: un vuoto da cui si intravede un cielo stellato. Macs, con l’opera Spazio, tempo e fantasia, realizza un murale che fonde omaggio a Roma e riflessione universale. Due pareti mettono in dialogo il cosmo e l’architettura della città eterna, legando colonne imperiali e cupole vaticane in un racconto dove il tempo è relativo e la fantasia è il ponte tra arte e scienza. Protagonisti simbolici dell’opera sono Gina Lollobrigida e Vittorio De Sica, figure iconiche del cinema. Infine, Rame13, artista toscana che fonde filosofia, mito e femminile, firma tre interventi intensi e visionari. Qui troviamo Nut, dea egizia del cielo, e Seshat, dea della conoscenza e dell’architettura sacra. Simboli di energia generatrice e rigore intellettuale, queste figure femminili si impongono come archetipi contemporanei. La terza opera, The Bridge, raffigura un imponente grifone, simbolo di connessione tra passato e presente, tra radici e innovazione.

Maria Cristina Carlini

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