TECNOLOGIE
Le ferrovie si fanno smart: dai sensori sui bulloni al digital twin
L’Italia è il terzo Paese europeo per traffico ferroviario davanti alla Spagna ma il futuro (anche) del trasporto su rotaia passa dall’applicazione di soluzioni innovative che possano migliorare il settore sia in termini di sostenibilità che di sicurezza e di gestione del servizio. Con il contemporaneo doppio vantaggio di ridurre i costi di manutenzione delle opere e di prevenire successivi danneggiamenti.
La digitalizzazione prova a farsi strada anche sui binari. Per guardare alla mobilità su rotaia con ottimismo non basta ragionare solo in termini di potenziamento della rete o decarbonizzazione della flotta grazie all’idrogeno verde. Occorre anche pensare all’intero servizio per favorirne una resa sempre più smart. E’ noto, la transizione al futuro – che è già qui – è e sarà verde ma anche blu, quindi ambientale e digitale insieme. Quanto ai treni e alle infrastrutture a loro connesse l’Italia è chiamata a un salto di performance degno dei numeri di traffico ferroviario in Europa che ci vedono terzi davanti alla Spagna (fonte: Istat). La paura, eventuale, del futuro non regge. Le tecnologie già ci sono. Se ne è parlato diffusamente ieri al Politecnico di Milano in un convegno organizzato da Cifi, Harpaceas e Ais.
C’è, per esempio, la manutenzione predittiva. Basata sull’analisi dei dati in tempo reale, consente di migliorare la gestione del ciclo di vita delle infrastrutture riducendone i costi operativi e prevenendo i guasti e quindi i danni: di qui, maggiore efficienza energetica, minor impatto ambientale e maggior sicurezza. C’è il Bim (Building Information Modeling) per la progettazione, la gestione e la manutenzione delle infrastrutture con l’obiettivo di favorire l’adozione nei bandi pubblici e migliorare la collaborazione tra gli stakeholder. C’è il Digital Twin che consente la creazione di repliche digitali delle infrastrutture affinché si possa migliorare la pianificazione, la manutenzione e l’operatività del settore ferroviario. In generale, l’utilizzo della digitalizzazione per il coordinamento dei progetti ferroviari complessi, con particolare attenzione alla tracciabilità e all’ottimizzazione delle risorse, consente di snellire i processi e aumentare la sicurezza degli impianti. Si inizia dalle basi, per esempio dal monitoraggio dei bulloni, delle giunzioni bullonate, osservando temperatura, la forza del serraggio, le vibrazioni e l’inclinazione real time con la possibilità di inviare messaggi in caso di allerta.
Tutto ciò, partendo sempre dai dati iniziali. Di qui, l’importanza oltre che la necessità operativa che essi siano corretti per garantirne una efficace gestione in seno agli algoritmi dell’intelligenza artificiale. Da qui, le forme di digitalizzazione nel mondo delle costruzioni ferroviarie (e non solo) è vastissimo: mixed reality, realtà aumentata e virtuale, simulazioni in high performance computing, Shm (structural health monitoring), cioè il sistema di supporto alle decisioni critiche per la manutenzione che fa uso di sensori, attuatori, sistemi satellitari e droni, Internet of things, big data, computer vision, monitoraggio costante degli asset (che da fisici diventano digitali, o meglio vengono affiancati dai loro gemelli che interagiscono con l’utente). Questo è il nuovo vocabolario, abituiamoci. Questo processo presente e (ancor più) futuro di analisi del ciclo di vita (Life Cycle Assessment) delle infrastrutture ferroviarie consente di immaginare un futuro sempre più sostenibile, digitale e sicuro per il settore e per noi che ne usufruiamo. Pronti a immergerci in una nuova dimensione integrata, fisica e digitale insieme, anche sui treni e sui binari.